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Vulnerabilità critica in KerioControl: Con un solo Click gli hacker possono ottenere accesso completo!


Gli hacker stanno sfruttando attivamente la vulnerabilità CVE-2024-52875 scoperta in GFI KerioControl, un firewall per le piccole e medie imprese. Questa vulnerabilità critica CRLF Injection consente l‘esecuzione di codice remoto con un solo clic.

GFI KerioControl è una soluzione di sicurezza di rete tutto in uno che combina funzionalità firewall, VPN, gestione del traffico, antivirus e prevenzione delle intrusioni. La vulnerabilità, che colpisce le versioni 9.2.5-9.4.5, è dovuta alla gestione errata dei caratteri di avanzamento riga (LF) nel parametro “dest”, che apre la possibilità di manipolazione delle intestazioni e delle risposte HTTP.

Il 16 dicembre 2024, il ricercatore di sicurezza Egidio Romano (EgiX) ha pubblicato una descrizione dettagliata di del CVE-2024-52875. Ha mostrato come un problema inizialmente valutato come di basso livello potesse portare all’esecuzione di codice tramite risposte HTTP vulnerabili. Il JavaScript dannoso inserito nelle risposte può rubare cookie e token CSRF.

Utilizzando token di amministrazione rubati, gli aggressori possono scaricare file IMG dannosi contenenti script con diritti di root. Ciò consente di attivare la shell inversa tramite la funzionalità di aggiornamento di Kerio.

L’8 gennaio, la piattaforma di monitoraggio delle minacce Greynoise ha rilevato tentativi di sfruttamento di CVE-2024-52875 da quattro diversi indirizzi IP. Queste azioni sono considerate dannose e sono associate ad attacchi piuttosto che ad attività di ricerca.

Secondo Censys, online esistono 23.862 istanze ad accesso aperto di KerioControl, ma non si sa quante di esse siano vulnerabili.

GFI Software ha rilasciato la versione 9.4.5 Patch 1 per risolvere il problema. Si consiglia agli utenti di installare immediatamente la patch. Come misura temporanea, si consiglia di limitare l’accesso all’interfaccia web di gestione del firewall solo agli indirizzi IP attendibili, bloccare le pagine “/admin” e “/noauth” e ridurre i tempi di sessione per migliorare la sicurezza.

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