Cortina di Ferro Digitale: Come Le Sanzioni e i Muri Digitali Stanno Spaccando Nuovamente il Mondo
Una volta, internet era libero.
Era un tempo in cui il web rappresentava la frontiera illimitata del sapere e della comunicazione, un mondo senza confini geografici, dove ogni individuo, a prescindere dalla propria nazionalità, razza o religione, poteva sentirsi “cittadino del mondo“.
Tutte le risorse erano accessibili e i siti web di qualsiasi regione del globo si aprivano con un semplice clic. Era il sogno di Tim Berners Lee. Questo senso di libertà digitale ci univa, rendendoci partecipi di un’era in cui la connessione era sinonimo di progresso e di globalizzazione.
Quando in Italia si cominciò a utilizzare internet in modo massiccio, era l’epoca della caduta del muro di Berlino e della Perestrojka. Ci sentivamo più sicuri, lontani dalle ombre di guerre e divisioni. Sembrava che il mondo stesse abbandonando le barriere di cemento, i nazionalismi e l’intransigenza, aprendo la strada a un futuro di connessione e di libertà condivisa.
Era davvero bello!
Ma la storia ci insegna che nulla di prezioso rimane immutato nel tempo e l’essere umano si rivela capace di compromettere qualsiasi innovazione dirompente e democratizzante. Soprattutto quelle che portano uguaglianza e prosperità diffusa. Purtroppo la sete di potere prevale dietro ogni ideale di progresso condiviso e una nuova Cortina Di Ferro Digitale sta calando sul mondo.
Con l’evolversi dell’economia globale, internet è diventato una parte integrante dell’economia di numerose nazioni. La potenza economica degli Stati Uniti, per decenni il faro del web, ha iniziato a vacillare di fronte all’ascesa di nuove superpotenze tecnologiche. Tra queste, la Cina che si è distinta per la sua rapidissima espansione economica e digitale, imponendosi come leader in settori strategici.
E tutto cambiò…
Il Campo di Battaglia Cibernetico e La Cortina Di Ferro Digitale
Con l’emergere di nuove potenze, lo scontro tra stati si è trasferito dalla fredda terra sul terreno digitale. È nata la guerra cibernetica, una nuova forma di conflitto che non si combatte con le armi convenzionali, ma con il codice sfruttando le reti come campo di battaglia e flotte di esercito di hacker.
Si, gli Hacker di stato, che attaccano le infrastrutture critiche di altri stati, effettuano spionaggio per rubare proprietà intellettuale per migliorare le proprie tecnologie e quindi controspionaggio. La guerra cibernetica è diventata uno strumento geopolitica e di influenza. In risposta a questa realtà, le nazioni hanno iniziato a costruire barriere digitali per proteggere i propri interessi e a limitare l’influenza esterna.
Uno dei primi esempi di questa segregazione digitale è stato il progetto Runet della Russia, una rete internet sovrana progettata per operare indipendentemente dal web globale. L’idea alla base della Runet è quella di isolare il segmento russo da eventuali interferenze straniere, garantendo al Cremlino un controllo totale su ciò che i cittadini possono vedere e fare online.
Internet quindi iniziò ad essere diviso.
A seguito della guerra in Ucraina e delle tensioni geopolitiche, il fenomeno si è esteso ulteriormente. Sanzioni digitali, blocchi di piattaforme occidentali in Russia e la restrizione di TikTok negli Stati Uniti sono solo alcuni esempi di come internet sia diventato frammentato. Non si tratta più di un’unica rete globale, ma di tante reti nazionali che riflettono la politica, l’economia e le paure dei loro governi.
Le VPN: L’Ultima Frontiera della Libertà Digitale
Di fronte a queste restrizioni, le persone hanno trovato il modo di aggirare i muri digitali. Hanno imparato a utilizzare software come le VPN (Virtual Private Network), strumenti che, grazie all’anonimato, consentono di oltrepassare queste barriere e riconnettersi al mondo. Questi strumenti permettono di connettersi a server in altre nazioni, mascherando la propria posizione reale e consentendo l’accesso ai contenuti bloccati all’interno dei loro segmenti di rete.
In Russia, chi desidera accedere a YouTube, Facebook o altre piattaforme vietate si affida alle VPN. Negli Stati Uniti, per poter accedere a TikTok, si inizia a pensare alle VPN dopo la recente legislazione che ha bandito l’app cinese dal 19 gennaio. E non sono solo questi due paesi: le VPN sono diventate essenziali per milioni di utenti in tutto il mondo, rappresentando un’ancora di salvezza contro la censura.
Tecnologie come le VPN e il TOR Browser, un tempo utilizzate prevalentemente da attivisti, dissidenti e giornalisti in cerca di libertà, oggi si stanno diffondendo a macchia d’olio. Questa crescente adozione non è solo un fenomeno tecnologico, ma un chiaro indicatore di come la censura stia rapidamente dilagando su internet. I muri digitali, un tempo eccezioni, stanno diventando la norma, e tutto lascia presagire che nei prossimi anni internet non sarà più una rete unica e condivisa. Al contrario, rischia di frammentarsi sempre di più, assumendo una struttura partizionata che riflette la geografia politica mondiale.
Il TOR Browser, progettato per garantire una navigazione anonima, è sempre più popolare tra chi cerca di superare queste barriere. Tuttavia, il fatto stesso che strumenti di anonimato e bypass siano diventati necessari per riconquistare anche solo un frammento della libertà originaria di internet è il segnale di un allontanamento drammatico dall’ideale iniziale. Internet, nato come spazio senza confini, sta diventando sempre più un mosaico di reti isolate, plasmato da interessi politici, economici e strategici.
Il Sogno Infranto di Tim Berners-Lee
Quando Tim Berners-Lee concepì il World Wide Web, immaginava un mondo unito, dove la conoscenza e la comunicazione avrebbero abbattuto i confini fisici e culturali. Oggi, invece, internet è segregato, prigioniero di muri digitali costruiti sull’intransigenza, il nazionalismo e la paura.
Storicamente, i muri, siano essi di cemento o digitali, non hanno mai portato a soluzioni durature. Hanno diviso, alimentato l’odio e impedito la cooperazione necessaria per affrontare le sfide globali. La frammentazione del web sta riflettendo un mondo incapace di dialogare, di condividere risorse e di lavorare insieme per il bene comune.
La geopolitica delle VPN racconta una triste storia già conosciuta: quella di un’umanità che, incapace di trovare nuovi equilibri, preferisce costruire nuovi muri anziché superare gli ostacoli costruendo ponti. Ma questi muri, come tutti quelli eretti nel corso della storia, sono destinati a essere abbattuti, spesso al costo di sofferenza, paura e caos. Nell’immediato, costruirli è conveniente senza dubbio, una soluzione rapida per proteggere interessi e consolidare potere. Tuttavia, il peso delle conseguenze viene lasciato sulle spalle delle generazioni future, come se il domani e il futuro dei nostri figli fosse un problema da affrontare in un altro momento.
Finché esisteranno strumenti come le VPN e TOR, il sogno di un internet libero e globale non sarà completamente perduto. Tuttavia, la vera sfida rimane per i potenti del pianeta sempre la stessa: imparare a convivere in un mondo affollato ed interconnesso, superando le divisioni per costruire un futuro migliore e prospero per tutti. Nessuno escluso.
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