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Negli USA un Drug Czar psichedelico?


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Alla fine di maggio è circolata la notizia che l’avvocato Matthew Zorn avrebbe accettato il ruolo di Vice Procuratore Generale presso l’Ufficio Immediato del Procuratore Generale (OGC) del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani (HHS).

Avvocato determinato e figura nota per le sue battaglie di denuncia dell’operato delle agenzie federali statunitensi durante le amministrazioni Trump I e Biden, Zorn è un nome di spicco nel mondo delle riforme sulle politiche relative a cannabis e psichedelici, Negli anni Zorn ha rappresentato scienziati, veterani militari e professionisti sanitari in battaglie legali contro istituzioni di grande peso – come nel caso della stessa HHS, o della DEA, l’ufficio nazionale antidroga.

La sua nomina potrebbe essere una buona notizia che potrebbe avere un impatto diretto sulle politiche federali in materia di salute pubblica e, di conseguenza, sulla riforma delle leggi sulle sostanze illecite a livello nazionale dopo che da 20 anni decine di Stati hanno depenalizzato o legalizzato cannabis e psichedelici a livello locale.

C’è chi parla addirittura di un inedito ruolo da zar degli psichedelici – laddove, negli Stati Uniti, zar della droga è un’espressione atta a definire la figura a capo dell’Ufficio per la Politica Nazionale di Controllo della Droga.

Tra le istanze che negli anni hanno portato Zorn alla ribalta c’è una causa finalizzata all’ottenimento della pubblicazione della revisione scientifica del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani sulla cannabis, culminata nella raccomandazione di una nuova e aggiornata classificazione della sostanza. Zorn è stato inoltre tra i fautori della richiesta di sospensione delle udienze amministrative che avrebbero potuto rallentare il processo di riclassificazione dal livello I al III secondo il Controlled Substances Act, avanzata in rappresentanza di una una coalizione di medici e operatori del settore sanitario. L’iter è attualmente in stallo.

Gli interessi professionali di Zorn non si sono limitati alla cannabis, si ricorda infatti il suo impegno a favore dell’accesso terapeutico a sostanze come psilocibina e ibogaina. Infatti, per anni, Zorn ha rappresentato un medico dello Stato di Washington che chiedeva il permesso di utilizzare legalmente la sostanza nel trattamento dei pazienti oncologici in fase terminale. Sebbene una corte d’appello abbia respinto recentemente il caso, la battaglia legale ha segnato un importante precedente.

L’ultima azione legale eclatante risale a novembre 2024, quando Zorn ha intentato una causa contro la DEA per presunta violazione delle leggi federali sui documenti pubblici in merito all’iter di nuova tabellazione della cannabis.

Nonostante l’incarico di Vice Consigliere Generale possa apparire un ruolo meramente tecnico, la posizione nell’Office of General Council ha invece storicamente avuto un peso decisivo su questioni di rilievo nazionale, come nel caso dell’implementazione dell’Affordable Care Act, la riforma sanitaria comunemente nota come Obamacare. Con la recente riorganizzazione dell’agenzia sotto l’amministrazione Trump, che ha accentrato il potere e ridotto il numero di uffici regionali, la sfera d’influenza di Zorn potrebbe dunque essere ancora più ampia.

Tra le prese di posizione di Zorn che hanno fatto discutere si segnalano anche opinioni critiche sul ruolo della Food and Drug Administration come arbitro unico riguardo il riconoscimento dell’efficacia di farmaci e terapie, e dunque della loro successiva commercializzazione.

Stando all’avvocato, l’attuale disponibilità di dati scientifici su piattaforme dalla facile accessibilità come PubMed ridurrebbe la necessità di un ente centralizzato che valuti ogni singola evidenza. Alla luce di ciò, c’è chi ha espresso interrogativi sulle eventuali metodologie con cui verranno condotte le future sperimentazioni, in particolare nel campo degli psichedelici.

Tra gli analisti impegnati a chiedersi cosa, e se, cambierà davvero con la nomina di Zorn, alcuni osservatori si augurano che il nuovo Vice Procuratore Generale dell’OGC possa porsi come una figura a garanzia della concretizzazione della riforma delle leggi sulla cannabis. Altri, invece, prevedono che l’attenzione convergerà piuttosto sul tema psichedelico. Nel frattempo, l’industria degli psichedelici, sia accademica che imprenditoriale, osserva da lontano con cauto ottimismo.

Quel che è certo è che, per chi segue da anni la lenta marcia delle riforme federali in materia di droghe, la nomina di Zorn è una buona notizia perché giunto in coincidenza con le recenti dichiarazioni di Doug Collins, capo dell’Ufficio dei Veterani degli Stati Uniti, in materia di terapie psichedeliche.

In attesa della conferma dell’ex avversario della DEA in Senato c’è comunque da registrare la non bellicosità dell’Amministrazione Trump nei confronti di molecole psicoattive che possono avere efficaci impieghi terapeutici.

L'articolo Negli USA un Drug Czar psichedelico? proviene da Associazione Luca Coscioni.