Salta al contenuto principale


Le stimmate di san Francesco raccontate dall’arte


«Nel crudo sasso intra Tevero e Arno / da Cristo prese l’ultimo sigillo, / che le sue membra due anni portarno»: con queste parole Dante, nell’XI canto del Paradiso, ricorda il miracolo delle stimmate, in virtù del quale, nel settembre del 1224, san Francesco, sul monte della Verna, situato tra l’alta valle dell’Arno e la Valtiberina, oggi in provincia di Arezzo, ebbe impresse nella propria carne le piaghe di Cristo crocifisso, ultimo e più eloquente segno della sua immedesimazione con il Signore Gesù. Senza dubbio fu questo l’evento più significativo della vita del Poverello di Assisi, e pertanto non sorprende che esso sia diventato il soggetto di numerose opere d’arte, di cui, con grande competenza, ci parla Rosa Giorgi in questo bel volume, corredato di un ampio apparato iconografico.

Arricchito da una limpida Prefazione di Jacques Dalarun, profondo conoscitore di Francesco e del francescanesimo, il libro è suddiviso in cinque capitoli, nei quali sono trattati altrettanti argomenti fondamentali per comprendere il valore delle opere d’arte che vengono via via presentate. Innanzitutto, l’A. si sofferma a delucidare la potenza del segno stesso delle stimmate; poi esamina i vari elementi che compongono la scena – Francesco, il serafino crocifisso, il frate testimone, il contesto –, prestando particolare attenzione ai mutamenti che essi hanno subìto nelle varie opere che si sono susseguite nel tempo. Dalle fonti sappiamo che Francesco cercò sempre di nascondere le cinque ferite prodigiosamente causategli dall’angelo; al contrario, come annota l’A., «quasi subito la sua immagine riprodotta non mancò di presentare questo segno ben visibile» (p. 3). Ciò dimostra che le stimmate diventarono immediatamente il segno distintivo più adatto per identificare l’Assisiate.

Concentrando l’attenzione sulla figura del Santo, Giorgi dedica alcune pagine molto intense all’affresco realizzato da Giotto nella Basilica superiore di San Francesco ad Assisi: quella della stimmatizzazione è la 19a scena delle 28 che compongono l’intero ciclo giottesco, ispirato alla biografia francescana redatta da san Bonaventura. È un capolavoro che ci proietta ai vertici dell’arte pittorica, e la puntuale descrizione che ne dà Giorgi permette di coglierne tutta la profondità e la bellezza. Ciò vale anche per il serafino, la cui apparizione «è l’elemento con maggior valenza connotativa tra i particolari che compongono la raffigurazione della stimmatizzazione» (p. 93). L’A. esprime considerazioni molto interessanti anche sul testimone presente al momento del miracolo, che «tradizionalmente viene identificato con frate Leone, compagno fedele degli ultimi anni di vita di Francesco» (p. 133); e sul paesaggio, il monte della Verna, di cui si è già fatto cenno.

In conclusione, volentieri facciamo nostre queste parole di Jacques Dalarun: «Laddove le parole raggiungono il loro limite è il silenzio a parlare. Sotto la guida di Rosa Giorgi, sono le immagini a condurci verso una comprensione più intima […]. Al termine di una lettura che unisce stupore, contemplazione e illuminazione, non possiamo che esprimere alla sua autrice gratitudine e ammirazione» (p. XXI).

The post Le stimmate di san Francesco raccontate dall’arte first appeared on La Civiltà Cattolica.