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Next Sosyal è una nuova piattaforma social turca basata su Mastodon.

La piattaforma non ha abilitato la federazione e quindi non è accessibile dal fediverso. Next Sosyal è sostenuta dal partito turco al potere AKP e il presidente Erdoğan ha recentemente pubblicato il suo primo post sulla piattaforma.

"Viviamo in un mondo in cui i governanti autoritari sembrano avere una comprensione migliore delle attuali dinamiche dei social media rispetto a molti leader democratici. Sia Trump che Erdogan comprendono il valore di costruire una piattaforma social in cui avere un contatto diretto con i propri sostenitori e poter controllare la distribuzione dei messaggi. È doloroso che entrambi i leader utilizzino Mastodon per questo scopo, mentre la leadership democratica mostra scarso interesse a costruire le proprie piattaforme di distribuzione social sul social web aperto."
Da Fediverse Report

@Che succede nel Fediverso?

nordicmonitor.com/2025/08/erdo…

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in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂

proprio così: dittatori ed estremisti vari, hanno l'interesse a portare le persone dalla loro parte. I politici che ci siamo scelti lato progressista invece, spesso sono progressisti solo a parole ma usano retoriche e metodi da conservatori.

Basta guardare anche qua in Europa, in Germania la campagna di AFD. Il biglietto aereo con scritto "paese sicuro" e il qr col loro sito, la foto della coppietta che simula la casetta coi bambini e il saluto romano. Comunicano molto bene:

in reply to Elena Brescacin

@talksina la farei ancora più semplice: i sedicenti progressisti sono delle pippe. Così scandalosamente pippe che in confronto Fratelli d'Italia e AFD sembrano quasi soggetti normali

@notizie @fediverso

in reply to informapirata ⁂

@informapirata Il discorso è che un regime, ci mette nulla a usare una piattaforma libera, a proprio favore. E quello che specificamente per Mastodon è un vantaggio (scegliere di federarsi o meno, di bloccare pure il mondo intero se si vuole)... diventa un punto a favore per i regimi perché siamo noi i primi a consentirglielo. La versione informatica del famoso paradosso di Karl Popper su tolleranza e intolleranza.

informapirata ⁂ reshared this.

in reply to Elena Brescacin

@talksina @informapirata non so, un regime può ignorare ogni limite etico, morale e piegare le leggi a proprio favore, pertanto può abusare ogni tipo di piattaforma, anche crearne di proprie con proprie regole (vedi Truth)...
My2cents
in reply to alexraffa

@alexraffa @informapirata Un regime è un regime quindi pesta i piedi a tutti. Quello è un social turco per i turchi. La mia riflessione era più a lungo termine nel senso che la tecnologia permette ai regimi di essere molto più oppressivi di prima. E poi, avendo il social network governativo, il governo fa passare solo quello che vuole far passare (incluse emergenze sanitarie, calamità naturali, ecc).
in reply to Elena Brescacin

@talksina @informapirata vero da una parte ma dall’altra esistono moderatori che possono anche applicare ban e divieti ad utenze specifiche e poi se pensiamo così non siamo più liberi nemmeno di “sentirci liberi” non ti pare? E con @ufficiozero nessuno potrà controllarti ed avrai un accesso diretto con il fediverso per le applicazioni già installate dei @devol 😉
in reply to El Salvador

@salvadorbs
Pubblicità? Ah, parlavi di ufficio zero... pensavo dicessi a me LOL
Seriamente qua i progetti interessanti tipo ufficio zero appunto, vengono diffusi sempre in questa piattaforma ma chi dovrebbe saperli davvero -cioè le PA- non li conoscono.
in reply to Elena Brescacin

@talksina @salvadorbs certo che la PA conosce Ufficio Zero ma è invogliata ad utilizzare sistemi proprietari grazie alle lobby che foraggiano e non aggiungo altro ma posso dirti che basta poco per capire quale distro italiana è più attiva e se ci contattano offriamo di sicuro il nostro supporto 😉
in reply to Julian Del Vecchio

@Julian Del Vecchio il problema delle soluzioni basate su Linux come per tutte le soluzioni basate su software libero, ma il discorso si può estendere a tutti i software e i servizi che non sono considerati leader del settore, e la percezione comune che non li vede come software e servizi affidabili punto

Non c'è alcun solo direttore it che non si sia trovato di fronte al dilemma tra acquistare software o servizi dei leader del settore rispetto al non acquistarli: la scelta andrà sempre ai leader del settore perché ti consente di devolvere la responsabilità della scelta. Infatti se le cose andranno male tu potrai sempre dire che ti sei affidato al leader del settore... in questo modo ottieni il frutto, ossia il pagamento dello stipendio da direttore, e rinunci alla scorza, ossia il fatto che non ti prendi praticamente alcuna responsabilità in caso di problemi.

Questo è il motivo per cui nella pubblica amministrazione e nella grande impresa è sempre molto difficile scalzare i cosiddetti e sedicenti leader del settore

@El Salvador @Elena Brescacin

in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂

@redflegias @salvadorbs A me di tutte queste piattaforme libere linux-based, spaventa una cosa: le persone con disabilità non sono considerate come dovrebbero. Cioè: qualcosa c'è, ma tipo Orca di linux (sia come output vocale sia come prestazioni) non è minimamente paragonabile neanche allo stesso NVDA, open source, per Windows. E non si può fare porting perché NVDA si fonda sulle librerie di microsoft. (1/2)
in reply to Elena Brescacin

Il punto è che, è un coccodrillo che si morde la coda. Ci lavoriamo su? No, se nessuno ci finanzia / ci obbliga, è già di nicchia di suo.
E iniziare a usarlo nelle pubbliche amministrazioni su larga scala, sarebbe la spinta necessaria a sbloccare anche questo.
Ma secondo me sul software libero grava tutta una serie di stereotipi come "è da hacker", con l'accezione negativa, data per assodata, del termine. (2/2)
in reply to Elena Brescacin

@talksina @salvadorbs per le disabilità abbiamo parecchi software introdotti sulla nostra Edu e @lorenzodm sta sviluppando un software per la dislessia per cui nel nostro piccolo con @ufficiozero e @BoostMediaAPS facciamo la nostra parte…. Gli altri dove sono?!? 😉
in reply to Julian Del Vecchio

@redflegias @salvadorbs @lorenzodm @ufficiozero @BoostMediaAPS Ora sto scrivendo con uno smartphone di una grossa azienda che ha lo screen reader interno. E (almeno per le mie esigenze di produttività) è ancora il migliore, purtroppo. E dico purtroppo, perché è la compagnia più chiusa al mondo che non ti fa installare materiale fuori dal proprio ecosistema. (1/3)
in reply to Elena Brescacin

L'azienda col leader (omosessuale) che da una parte difende a spada tratta accessibilità e diversity, dall'altra lecca gli stivali a Donald Duck fino a consumarglieli.
Una volta ho contattato quelli di Fair Phone, dicendo loro che un telefono non ottimizzato per l'accessibilità non è un telefono etico. E loro me ne hanno fatto una ragione di costi, sul motivo dell'inaccessibilità. (2/3)
in reply to Elena Brescacin

Io personalmente mi ritrovo (disabilità visiva) a essere dipendente dalle grosse aziende di tecnologia pur non volendolo e questo però non vuol dire far loro i complimenti. A me non viene niente se critico Apple. A Tim Cook se mandasse all'inferno Donald omofobo, invece sì. (3/3)
Questa voce è stata modificata (19 ore fa)
in reply to Elena Brescacin

@talksina Scusa se faccio il pignolo, ma quello con il braccio teso si chiama saluto fascista, non saluto romano. I romani non salutavano in quel modo.
in reply to ricci

@ricci No, va benissimo puntualizzare. Perché a volte si usano le parole sentendo tutti quanti associarle allo stesso concetto, e ci si convince sia giusto (infatti io ero convinta si chiamasse "romano" per la marcia su Roma, non per l'antica Roma). Io rimprovero sempre chi usa la parola "woke" travisata come fanno i media di destra, o il termine "hacker" come utente malintenzionato quando significa tutt'altro. Poi faccio lo stesso errore anch'io. Siamo umani.
in reply to ricci

@ricci sicuramente il saluto romano non c'entra nulla con i romani di nessun'epoca, ma si chiama proprio saluto romano. Non voglio fare il pignolo, ma anche se puoi liberamente chiamarlo saluto fascista, priapismo brachiale o refrigerazione ascellare, il termine corretto è proprio saluto romano

@Elena Brescacin

in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂

@ricci "saluti romani ---> tiri su la mano" (non è mia, è di 101 anagrammi zen)

Poi oh! Ognuno dica quello che vuole ma è giusto dargli il nome corretto.
Anche se l'attribuzione a Roma non è precisa (sto leggendo fonti su Wikipedia) l'hanno sempre chiamato così. Io per non farmi mancare niente ho sempre detto "il saluto dell'estrema destra"

in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂

@ricci Anche perché a questo punto, volendo parlare di nomi e miti, quando si dice "lapalissiano" per definire una cosa tremendamente ovvia, si alimenta un mito: Jacques De La Palice, morto in guerra, associato a un equivoco per un epitaffio "se non fosse morto, farebbe ancora invidia".
Ma la f di "ferait" (farebbe) è diventata "s" (sarebbe), "envie" -invidia) è stato separato in "en vie" -in vita- e allora ecco "se non fosse morto, sarebbe ancora vivo" Perculato per secoli.
in reply to Elena Brescacin

@Elena Brescacin il fatto è che il presunto richiamo a un passato vero o adulterato non è un dettaglio, ma è un elemento fondante di quello che sarà il fascismo e di quello che saranno tutti i fascismi, che non sono semplice dittatura e autoritarismo, ma aggiungono l'elemento mitico che riesce ad avere una presa unica all'interno del tessuto sociale e garantisce in tal modo quel consenso ideologico che fa la differenza

@ricci

in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂

@ricci E certo. Dandosi falsa referenza, falsa autorità, come quando si ripete a memoria "la scienza dice" [cazzata a caso] "l'ho visto su [rivista accademica]" poi era un predatory study. Uno che ha pagato per farsi pubblicare.
in reply to Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂

Ti do ragione sul fatto che non è vero che non si chiama saluto romano, come invece avevo scritto. Dopotutto la lingua la fanno i parlanti, quindi se tutti lo chiamano così, allora quello è il suo nome. Io però mi rifiuto di usare il nome che gli hanno dato i fascisti se questo è storicamente inaccurato. Voglio contrastare quell'infondato elemento mitico che permette al fascismo di fare presa. @talksina
in reply to ricci

@ricci
Su lingua, parole e storie, fa presa maggiormente quello che è più facile trasmettere alla gente poco acculturata. E non uso "trasmettere" a caso, parlando di parole: se tu vai all'estero per esempio U=U è un concetto assodato. Si parla di HIV. Invece qua in Italia ancora "se lo conosci lo eviti" con tanto di alone viola si porta dietro lo stigma, è difficile spiegare cosa voglia dire "undetectable untransmittable", ignorano la differenza tra HIV e AIDS... figurarsi la politica.
in reply to ricci

@ricci Aggiungo: l'intento di scardinare i miti del regime è nobile, il problema è che per scardinarlo davvero, dobbiamo cercare di incrinare la corazza che si sono costruiti, provando a riconquistare il pubblico.
Loro perché hanno successo? Perché illudono di semplificare la complessità con la forza, e la retorica. Se noi iniziamo a usare parole che il pubblico non capisce, creiamo muro a prescindere.