Destituzione e Collasso
Sia gli approcci riformisti che quelli rivoluzionari si sono rivelati inadeguati. L'unica soluzione possibile al superamento definitivo del capitalismo è la DESTITUZIONE.
I problemi dell'approccio rivoluzionario – che consiste nell'appropriarsi del potere con la forza per poi cercare di imporre un cambiamento di sistema socio-economico dall'alto – sono molteplici.
Il primo è pragmatico: un attacco frontale a un sistema che ha raggiunto livelli storicamente inauditi di militarizzazione e controllo della popolazione sarebbe destinato a un sanguinoso fallimento.
Ma se anche riuscisse, l'unico modo di rivoluzionare un sistema a cui fino al giorno precedente prendeva parte la quasi totalità della popolazione, sarebbe farlo con l'uso della forza, andando quindi a replicare e consolidare gli stessi sistemi repressivi contro i quali si era combattuto.
Un cambiamento così radicale può avvenire solo gradualmente. Ma, in questo senso, l'approccio riformista è ancora più problematico di quello rivoluzionario. L'idea di prendere il potere legalmente e cambiare il sistema dall'interno presenta infatti altrettanti punti critici.
Una mobilitazione di massa intorno a un soggetto politico unitario, come poteva essere il partito novecentesco, è oggi virtualmente irrealizzabile, in quanto la complessità delle dinamiche del dibattito pubblico contemporaneo spinge verso l'atomizzazione sociale.
Inoltre il sistema stesso tende ad autopreservarsi e non potrà mai essere superato dagli stessi attori che lo costituiscono. Anche con tutta la buona volontà del mondo, le logiche del potere finirebbero per soffocare qualsiasi tentativo di cambiamento radicale.
Non si tratta di prendere il potere, ma di DESTITUIRLO: di smettere di riconoscere Stato e Capitale come istituzioni legittime. Non stare più alle loro regole, svuotarle di senso. Il primo passo è dunque psicologico. Dobbiamo prendere coscienza di quello che in realtà sappiamo da sempre: la vita quotidiana nel tardo-capitalismo non è altro che una recita.
Seguiamo le regole dettate dalla società non perché ci crediamo davvero, ma perché “si fa così” o perché si ha paura di cosa succederebbe se smettessimo di farlo. Paura, intendiamoci, ben fondata. Infatti inizialmente quello che dobbiamo fare è continuare a fingere, partecipare alla recita.
Nel frattempo però dobbiamo maturare nel nostro cuore l'idea che lo Stato in realtà non esista, che la Moneta sia solo un imbroglio, il Potere un'illusione. Che esistono solo le persone e le loro azioni. Azioni fortemente influenzate dalla visione del mondo che questa sistema riproduce sotto la guida di altre (poche) persone, che lo sfruttano a proprio vantaggio.
Pensateci: nel momento un cui il concetto stesso di denaro smettesse di avere presa sulla maggior parte della popolazione, un miliardario perderebbe tutto il suo potere. E lo stesso avverrebbe a un capo di governo quando la popolazione non riconoscesse l'esistenza dello Stato.
Il primo passo dunque è uscire dalla simulazione che domina le nostre menti.
A quel punto, inizia il bello.
Parallelamente alla recita, inizieremo a costruire un nuovo mondo, costruiremo reti informali di collaborazione, condivisione e mutuo aiuto, aliene da qualsiasi logica di tipo monetario e/o istituzionale, senza che siano per forza apertamente schierate a livello politico.
Un complesso rizoma di comunità trasversali che si intersecano e si sovrappongo tra di loro. Locali, translocali, internazionali.
L'obiettivo è costruire un'economia della gratuità che sia alternativa al sistema capitalista. E la crescita di questo nuovo fiore, avverrà attraverso la concimazione del sistema attuale.
Il XXI dovrà essere il secolo del collasso del Capitale e degli Stati. La velocità dello sviluppo delle comuni sarà infatti direttamente proporzionale a quella del collasso del sistema attuale.
Più le condizioni sotto il capitalismo peggioreranno, più persone usciranno dalla simulazione tardo-capitalista e si affideranno alle comuni.
E più le comuni cresceranno in numero e resilienza, più più grandiose e destabilizzanti potranno essere le azioni antagoniste e di sabotaggio contro il sistema.
Ed è solo in quest'ottica destituente che movimenti di riforma e momenti di esplosione rivoluzionaria potranno diventare funzionali, come strumenti di accelerazione del collasso.
E la bellezza del mondo che creeremo sarà al di là di ogni nostra più folle immaginazione.