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Il video che ormai è diventato virale è agghiacciante. Un gruppo di ragazze, in fuga dall’Eritrea e ospitate nel Punto di Accoglienza Diffusa, avamposto di solidarietà a Ventimiglia, hanno provato a varcare la frontiera entrando in un camion e sperando di passare inosservate. Il camionista se ne accorge, intima loro di scendere e, mentre lo fanno, le prende a cinghiate con violenza. Chissà se l’uomo con la cinghia e tanta cattiveria in corpo conosce le ragioni di tale intrusione nel veicolo? Ma lo sanno bene coloro che in Europa, da decine di anni, con un’ampia maggioranza, impediscono l’abolizione del Regolamento Dublino, quello che obbliga a chiedere protezione nel primo Paese UE in cui si arriva. L’80% delle donne e degli uomini che raggiungono l’Italia vorrebbe poter andare in posti dove i loro diritti sono maggiormente rispettati, dove si hanno parenti e magari si parla anche una lingua già conosciuta. E quelli che si ergono a lanciare ipocriti allarmi sull’immigrazione incontrollata, dovrebbero saperlo che garantire a chi arriva la possibilità di scegliere dove andare renderebbe meno distruttivi anche i viaggi. Il Patto sull’immigrazione che entrerà in vigore fra meno di 2 anni, sarà la pietra tombale sulla possibilità di modificare questi meccanismi. Chi lo ha votato e lo sostiene ne è miserabile complice.

Maurizio Acerbo, Segretario nazionale
Stefano Galieni, resp nazionale immigrazione Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea

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