Giornalisti Corriere della Sera: stop all’utilizzo improprio pensionati, si investa sui giovani e sulla crescita della redazione
Le giornaliste e i giornalisti del Corriere della Sera rilevano una tendenza preoccupante all’interno della redazione in merito all’utilizzo improprio di colleghi pensionati, continuamente coinvolti in coperture di servizi in Italia e all’estero e persino in ruoli organizzativi e di desk al di fuori delle norme contrattuali. Nell’ultimo anno sono stati più volte evidenziati episodi che confermano l’impiego di giornalisti non più in servizio in posizioni che vanno ben oltre la scrittura come prevedono i contratti di collaborazione. Contratti che in alcun modo sono messi in discussione dalla redazione e che peraltro rappresentano, se correttamente interpretati, un valore aggiunto per la testata. Le giornaliste e i giornalisti del Corriere riconoscono le competenze dei colleghi pensionati maturate in tanti anni di esperienza, ma ritengono che il loro impiego debba essere circoscritto e che non possano in alcun modo sostituire il ruolo dei redattori e degli inviati. Purtroppo, l’esperienza quotidiana racconta un’altra storia: alcuni colleghi ormai in pensione mantengono gli account e hanno accesso al sistema editoriale (e non solo per inviare gli articoli come prevede l’accordo Fieg-Fnsi), hanno partecipato alle attività di redazione e alle riunioni operative, in alcuni casi sono stati addirittura ripetutamente indicati come “inviati” sulle pagine del giornale, in altri partecipano d’abitudine alle conferenze stampa di enti e istituzioni. Questa situazione non solo contravviene alle regole, ma evidenzia un problema più ampio: il ricorso eccessivo ai giornalisti in quiescenza sta sottraendo spazio e risorse a investimenti necessari per il futuro della testata e rischia di precludere la crescita di nuove indispensabili competenze, la realizzazione dei percorsi di carriera interni e delle legittime aspirazioni dei giornalisti dipendenti nonché il naturale e necessario percorso verso il ricambio generazionale di un giornale che non intende retrocedere nella sua posizione di leadership nel Paese. Il mondo del giornalismo è in continua evoluzione e le strategie aziendali puntano ad accrescere la flessibilità nei contratti in vista dei cambiamenti futuri. Tuttavia, nel presente, le redazioni soffrono di una carenza di organico che compromette la qualità del giornale. Troppe volte coperture, inchieste importanti e reportage di grande rilievo vengono affidati ai colleghi pensionati, mentre gli ultimi assunti, invece di essere formati o mandati sul campo (magari affiancati dai colleghi più esperti) sono spesso relegati a ruoli marginali. Le giornaliste e i giornalisti stigmatizzano anche l’uso che si sta facendo dei contratti a partita iva rivolti ai giovani. Contratti che di fatto stanno sostituendo il percorso tradizionale dei contratti a tempo determinato, che finora hanno garantito un percorso verso l’assunzione. Con le partite iva invece si creano delle figure che, sulla carta, sono collaboratori esterni, ma che il più delle volte nei fatti sono integrati nella macchina né più né meno degli assunti. E però tutto questo fa sì che non si riconosca loro alcuna prospettiva di carriera interna. Anche questo rappresenta un pericolo per il futuro di questo giornale. La redazione ribadisce quindi la richiesta di: Le giornaliste e i giornalisti del Corriere della Sera. Documento approvato all’unanimità. |