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Nel 2024 uccisi in tutto il mondo 13 missionari e operatori pastorali


Particolare della manifestazione in ricordo di p. Marcelo Perez. Foto: Diócesis De San Cristóbal de Las Casas, Chiapas
Diminuisce il numero dei missionari e degli operatori pastorali uccisi in tutto il mondo negli ultimi anni, anche se il bilancio resta preoccupante. Nel 2024 sono 13 i missionari cattolici, di cui 8 sacerdoti e 5 laici, tra cui un catechista e un volontario, ad aver perso la vita a causa di un omicidio. Nel 2023 se ne contavano 20, 18 nel 2022 e 22 nel 2021. A tracciare un quadro dettagliato delle vite e delle circostanze delle morti violente di questi testimoni della fede è l’Agenzia Fides nel rapporto annuale curato da Fabio Beretta.

Sale a 608, così, il totale dei missionari e operatori pastorali uccisi dal 2000 al 2024. «Le poche notizie sulla vita e sulle circostanze in cui è avvenuta la morte violenta di queste persone – si legge nel documento dell’Agenzia Fides – ci offrono immagini di vita quotidiana, in contesti spesso contrassegnati dalla violenza, dalla miseria, dalla mancanza di giustizia. Si tratta spesso di testimoni e missionari che hanno offerto la propria vita a Cristo fino alla fine, gratuitamente».

È l’Africa a far registrare il più alto numero di operatori pastorali uccisi, con sei vittime, una in più di quelle avvenute in America, mentre sono due i sacerdoti morti a seguito di assalti violenti in Europa. Nel report dedicato al 2024, non compare l’Asia, dove lo scorso anno, invece, erano stati uccisi quattro operatori pastorali. «Come evidenziano le informazioni, certe e verificate, sulle loro biografie e sulle circostanze della morte, i missionari e gli operatori pastorali uccisi non erano sotto i riflettori per opere o impegni eclatanti – aggiunge il documento -, ma operavano dando testimonianza della loro fede nella ordinarietà della vita quotidiana, non solo in contesti segnati dalla violenza e dai conflitti».

Nel dettaglio, in Africa sono state uccise in tutto sei persone: due in Burkina Faso, una in Camerun, una nella Repubblica Democratica del Congo e altre due in Sud Africa. Altri cinque operatori pastorali, invece, sono stati uccisi rispettivamente in Colombia, in Ecuador, in Messico, in Honduras e in Brasile. In Europa, infine, sono morti per omicidio un padre francescano in Spagna e un sacerdote in Polonia.

Tra i sacerdoti uccisi nel 2024 anche il gesuita Marcelo Pérez assassinato mentre rientrava dalla parrocchia di Nuestra Señora de Guadalupe, a San Cristobal de las Casas, dopo aver celebrato la messa. Secondo le indagini, due sicari in motocicletta hanno raggiunto la vettura sulla quale si trovava il sacerdote e lo hanno colpito a morte la mattina di domenica 20 ottobre 2024. Attivista a favore dei diritti umani, p. Marcelo Pérez ha «sostenuto organizzazioni e gruppi religiosi indigeni, oltre a dirigere pellegrinaggi e attività sulla salute, la povertà e la violenza», scrive il rapporto. Inoltre, «nel 2019 era stato uno dei fondatori della Rete ecclesiale ecologica mesoamericana. Nel 2020 è stato insignito del premio Per Anger 2020, riconoscimento che viene assegnato a persone e organizzazioni che lavorano per i diritti umani e la democrazia».

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