Salta al contenuto principale


Scontri tra Israele e Hezbollah. Uccisi 13 libanesi e una israeliana


Dopo il lancio di razzi dal Libano, jet da combattimento israeliani hanno martellato con bombe e missili, prendendo di mira il distretto meridionale di Nabatieh e le zone di Jubal Safi, Kfar Dunin, Basliya, Sawana e Adashit Al Qusayr L'articolo Scontri t

Twitter WhatsAppFacebook LinkedInEmailPrint

di Michele Giorgio

Pagine Esteri, 14 febbraio 2024 – Alta tensione al confine tra Libano e Israele. Una militare israeliana è stata uccisa da razzi lanciati dal Libano che hanno colpito obiettivi nei pressi di una base dell’esercito a Safed, in Galilea. Altre otto persone sono rimaste ferite. L’attacco non è stato rivendicato ufficialmente da Hezbollah, ma si ritiene che sia stato lanciato dal movimento sciita libanese in risposta agli ultimi raid dell’aviazione israeliana in Libano del sud.

Poco dopo il lancio di razzi, jet da combattimento israeliani hanno martellato con bombe e missili, prendendo di mira il distretto meridionale di Nabatieh e le zone di Jubal Safi, Kfar Dunin, Basliya, Sawana e Adashit Al Qusayr. In meno di 24 ore almeno 9 civili libanesi sono stati uccisi oltre a quattro combattenti di Hezbollah tra cui Muhammad Alouya, il comandante per la regione di Maroun al-Ras.

12694304

In Israele ora si levano più alte le voci che chiedono una guerra aperta al Libano e ad Hezbollah. Il capo del Consiglio regionale di Mateh Asher, Moshe Davidovich, che è anche presidente di un forum delle città al confine settentrionale, ha chiesto al governo “di svegliarsi”. Senza sicurezza, non c’è il nord”, ha aggiunto.

Il capo del consiglio regionale di Merom HaGalil, Amit Sofer, ha invitato le forze armate a colpire con forza Hezbollah “dal confine fino al fiume Litani”. Secondo Sofer è necessario creare una zona smilitarizzata nel sud del Libano.

È stato perentorio il presidente del Comitato esecutivo di Hezbollah, Hashem Safieddin, quando ieri pomeriggio ha avvertito che gli attacchi israeliani «non rimarranno senza risposta». Secondo Safieddin «Alcuni immaginano di poter raggiungere obiettivi che non sono riusciti a raggiungere, né nel 2006, né tra il 2006 e il 2023». Ma, ha avvertito, «ancora una volta si sbagliano…il nemico non raggiungerà nessuno dei suoi obiettivi perché la Resistenza è e sarà presente, forte e pronta, su tutti i fronti». Si è riferito alle richieste fatte dal gabinetto di guerra israeliano e all’iniziativa francese per riportare la calma al confine tra il Libano e lo Stato ebraico. Tutto questo, spiegava ieri il quotidiano di Beirut, Al Akhbar, vicino a Hezbollah, nascerebbe dall’idea che Israele sia il vincitore del conflitto in corso e che, pertanto, il movimento sciita dovrà fare concessioni perché «sconfitto». Secondo il giornale, la Francia cerca di affermare un suo ruolo di mediazione tra Israele e Hezbollah. In realtà, aggiunge, non farebbe altro che rappresentare le condizioni poste da Tel Aviv.

Nei giorni scorsi il ministro degli Esteri francese Stephane Sigourney è arrivato a Beirut, portando la proposta di Parigi. Il documento di due pagine dal titolo «Accordi di sicurezza tra Libano e Israele» punta, con un processo in tre fasi, all’applicazione della risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza dell’Onu che chiuse la guerra del 2006 tra Israele ed Hezbollah. In particolare, all’arretramento delle posizioni e delle armi del movimento sciita di 10 chilometri dalla Linea Blu, il confine tra i due paesi, assieme al dispiegamento di 15.000 soldati dell’esercito libanese in ogni zona a sud del fiume Litani. In cambio, Israele cesserebbe i suoi attacchi. Hezbollah vede questa proposta come una «resa totale» alle condizioni del suo nemico e rifiuta l’iniziativa francese e le altre, sostanzialmente simili, presentate da altri paesi occidentali. Pagine Esteri

Twitter WhatsAppFacebook LinkedInEmailPrint

L'articolo Scontri tra Israele e Hezbollah. Uccisi 13 libanesi e una israeliana proviene da Pagine Esteri.