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Amazon in orbita in competizione con SpaceX



Per apprezzare l’entità dello scontro tra titani che sta avvenendo nelle orbite terrestri, pensiamo che il 28 aprile abbiamo assistito al primo botta e risposta tra Elon Musk e Jeff Bezos. Mentre l’attenzione dei media era concentrata sul lancio del primo gruppo di 27 satelliti della costellazione Kuiper voluta dal fondatore di Amazon che ora è a capo di Blue Origin, SpaceX realizzava una delle sue doppiette spaziali, lanciando nello stesso giorno due carichi di Starlink. Il primo, con 27 satelliti, è partito dalla base di Vandenberg, in California, mentre il secondo, con 23 satelliti, 13 dei quali equipaggiati per fornire il servizio Direct to Cell, è partito da Cape Canaveral giusto 3 ore lo Atlas 5 della United Launch Alliance con i satelliti di Jeff Bezos. Come se l’uomo più ricco del mondo volesse ricordare a quello che lo segue nella classifica della ricchezza che dovrà fare molta strada prima di insidiare il monopolio di Starlink nella fornitura di internet orbitale.

Nominal start to our KA-01 mission. We’ve already established contact with all 27 Kuiper satellites in orbit, and initial deployment and activation sequences are proceeding as planned. Thanks to @ULAlaunch for a successful launch – the first of many missions together. pic.twitter.com/XyG0UCgjuX

— Project Kuiper (@ProjectKuiper) April 29, 2025

In effetti sarebbe meglio parlare di monopolio spaziale tout-court visto che anche nel campo dei lanciatori SpaceX la fa da padrone. Per avere un’idea dell’abisso che c’è tra SpaceX e le altre industrie spaziali (alcune delle quali blasonatissime) bisogna considerare che quello dei satelliti Kuiper è stato il primo lancio dello Atlas 5 nel 2025, mentre per SpaceX si è trattato dei lanci numero 49 e 50 dall’inizio dell’anno. Di questi, 33 hanno portato in orbita satelliti Starlink che ora costituiscono un’armada di oltre 7200 satelliti, tutti nello stesso guscio orbitale, a poco più di 500 km di altezza. La costellazione Kuiper prevede di lanciare circa 3200 satelliti che orbiteranno leggermente più in alto e utilizzeranno le piattaforme di terra Amazon con connettere gli utenti che avranno la possibilità di utilizzare in contemporanea i servizi del cloud Amazon, avendo così a disposizione grandi capacità di calcolo per elaborare i dati.

Secondo il sito di Blue Origin, i satelliti Kuiper sono stati progettati dedicando grande attenzione alla sostenibilità e promettono di essere più rispettosi dell’oscurità del cielo per non intralciare il lavoro degli astronomi. Ma, adesso, quello che conta è lanciare. Le regole dell’utilizzo delle frequenze impongono che metà della costellazione sia operative entro il 30 giugno 2026, cosa che richiede un ritmo di lancio frenetico. Conscio di questa necessità, Jeff Bezos ha fatto uno shopping compulsivo nel campo dei lanciatori. Potendo contare solo su una dozzina di lanciatori New Glenn, il razzo pesante di Blue Origin che ha fatto il primo lancio a gennaio, ha rastrellato tutto quanto era disponibile sul mercato comprando 9 Atlas, 38 Vulcan, 18 Ariane 6 per finire con 3 Falcon 9. Il rischio di perdere le frequenze è troppo grande per essere schizzinosi.