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Thierry Breton, Elon Musk e il DSA


10 ottobre 2023. Negli uffici di Twitter arriva una lettera indirizzata a Elon Musk, firmata dal commissario europeo Thierry Breton.

10 ottobre 2023. Negli uffici di Twitter arriva una lettera indirizzata a Elon Musk, firmata dal commissario europeo Thierry Breton.

È sintetica e va dritta al punto: “dopo gli attacchi di Hamas contro Israele, abbiamo notizia del fatto che la piattaforma X sia usata per disseminare contenuti illegali e disinformazioni in UE.”

La lettera ricorda a Elon Musk che in UE è da pochissimo entrato in vigore il famigerato Digital Services Act, che prevede alcuni specifici obblighi verso le piattaforme come X.

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Musk è chiamato a fare tre cose, e in fretta:

  1. Essere trasparente nel definire quali contenuti sono permessi o meno sul social
  2. Essere veloce, diligente e obiettivo nel rimuovere i contenuti che sono segnalati dalle autorità rilevanti
  3. Adottare misure tecniche e organizzative adeguate per mitigare il rischio di diffusione di contenuti illegali o falsi, come ad esempio vecchie immagini spacciate per nuove

In modo molto teatreale, Thierry Breton ha pubblicato la lettera anche su X, a cui Elon Musk ha prontamente risposto in modo impeccabile:

9774396


In effetti, gli algoritmi e le politiche di X sono open source e trasparenti, chiunque può capire come funziona il social sia dal punto di vista organizzativo che tecnico.

Che vuole allora la Commissione Europea da Musk? Per capirlo bisogna capire il Digital Services Act. Ne ho parlato in modo approfondito qui, ma ripercorriamo insieme i punti essenziali per poi passare a un commento personale su quello che sta succedendo.

I punti salienti del DSA


Il Digital Services Act è un regolamento proposto dalla Commissione UE a fine 2020 e fa parte del “pacchetto digitale” europeo. Da molti è stato annunciato come la risposta salvifica alla disinformazione e all’illegalità online, secondo il motto: “quello che è illegale offline deve essere illegale online”.

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