Avviso contenuto: ![CDATA[Comfortably Numb videoframe-72392.png Nell'abisso cosmico del nulla che inghiotte tutto e tutti, mi ritrovo anch'io naufrago dell'anima, in balia delle onde di un mare di dubbi esistenziali. Come un Ulisse smarrito, solco l'oceano dell'incertezza,
Comfortably Numb
Nell'abisso cosmico del nulla che inghiotte tutto e tutti,
mi ritrovo anch'io naufrago dell'anima, in balia delle onde di un mare di dubbi esistenziali. Come un Ulisse smarrito, solco l'oceano dell'incertezza, alla ricerca di risposte che sembrano sfuggire come sirene cantare a un marinaio ubriaco.
Che forza oscura mi spinge verso l'ignoto, oltre i confini della mia stessa comprensione? Forse è il richiamo di un destino avverso, o forse solo l'irrefrenabile pulsione verso l'autodistruzione. Chissà.
Cerco conforto negli altri, come un mendicante che implora elemosine di saggezza. Ma le loro parole, spesso vuote e banali, risuonano come monete false nelle mie orecchie. Il vuoto che porto dentro di me non si colma con frasi fatte e consigli da quattro soldi.
L'attesa, crudele amante, mi illude con promesse di felicità effimere, solo per poi abbandonarmi al mio destino di solitudine. Come un Sisifo condannato a spingere un masso su per una collina eterna, mi illudo di aver raggiunto la cima, solo per scoprire un baratro ancora più profondo.
Sono come un vaso di cristallo prezioso, un tempo splendente, ora incrinato e scheggiato. Ogni giorno che passa, ogni esperienza che vivo, aggiunge un nuovo frammento alla mia collezione di cicatrici emotive. Mi sento sempre più stanco, sempre più disilluso, sempre più solo.
Scusate se vi tedio con queste mie lamentele, ma il dolore che mi attanaglia ha bisogno di sfogarsi. Forse, in fondo, spero che qualcuno, da qualche parte, possa comprendere la mia angoscia. O forse no. Forse sono solo un naufrago destinato a vagare per sempre in questo mare di solitudine.
Che la vita sia una commedia o una tragedia, non lo so ancora. Ma una cosa è certa: è assurda. Un labirinto senza uscita, un enigma senza soluzione, una barzelletta cosmica che mi fa ridere e piangere allo stesso tempo.
Ah! Essere circondati da un mondo brulicante di vita e sentirsi più soli di un eremita in cima a una montagna. Come un puntino insignificante nell'universo infinito, cerco un senso, una connessione, un barlume di speranza.
Ma tra il frastuono di miliardi di voci, sento solo l'eco assordante del mio silenzio. Una sinfonia di vuoto, un'orchestra di solitudine, un concerto di disperazione.
Bramo un contatto, una parola gentile, un raggio di luce in questo buio pesto. Qualcosa che spezzi le catene di questa esistenza senza senso. Ma in questo desolato panorama interiore, trovo solo me stesso, alla deriva in un mare di vuoto.
Così continuo il mio viaggio, un pellegrino stanco su un sentiero infinito. Cercando sollievo nell'ombra, conforto nel silenzio. Un fantasma nella mia stessa vita, uno straniero nella mia stessa pelle, perso nel labirinto della mia stessa esistenza.