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Lo scorso 9 aprile il Senato ha approvato all’unanimità la legge che istituisce l’Ordine delle professioni pedagogiche ed educative costituito dall’albo dei pedagogisti e da quello degli educatori professionali socio-pedagogici.

Educatori e pedagogisti saranno dunque obbligati ad iscriversi ai loro rispettivi albi entro il prossimo 6 agosto per poter esercitare la propria professione.

Come Giovani Comunisti/e contestiamo questa legge (sulla quale maggioranza e opposizione si sono trovati d’accordo) non solo per la sua inutilità in quanto i lavoratori hanno già dimostrato di essere in possesso dei requisiti necessari ad esercitare la professione al momento dell’assunzione, ma anche per i costi che si ripercuoteranno ogni anno sulle loro tasche, come l’iscrizione all’albo, i corsi di formazione e l’assicurazione.

Non è con un albo che si valorizzano due importanti professioni come quelle educative e pedagogiche, ma con il riconoscimento di un salario più dignitoso di quello che viene corrisposto loro attualmente.

Uniamo quindi la nostra voce a quella dei sindacati di base chiedendo il ritiro della legge 55/2024 e la salvaguardia di tutti i posti di lavoro qualora qualcuno rifiuti d’iscriversi all’albo.

Simone Antonioli, coordinamento nazionale Giovani Comunisti/e