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Una condizione imprescindibile


Il 23 marzo del 1944, 33 soldati del reggimento “Bozen” appartenente alla Ordnungspolizei, la polizia tedesca, furono uccisi in un attentato partigiano in via Rasella a Roma, compiuto da membri dei GAP romani. Il giorno dopo, 24 marzo 1944, Adolf Hitler venuto a conoscenza dell’attentato, ordinò una rappresaglia tale “da fare tremare il mondo”. Si parlò di trenta-cinquanta italiani giustiziati per ogni tedesco morto. La decisione sul come eseguire la rappresaglia fu poi presa durante una conversazione telefonica tra il generale Mälzer, comandante militare della città di Roma, l’ufficiale delle SS Herbert Kappler (capo della Gestapo di Roma , avente il controllo dell’ordine pubblico in città) e il generale Eberhard von Mackensen (comandante della 14ª Armata). Il generale von Mackensen, che era a conoscenza delle pretese provenienti dal quartier generale di Adolf Hitler, ritenne, dopo essersi consultato con il colonnello Kappler, che fosse sufficiente fucilare dieci italiani per ogni tedesco morto in via Rasella. E così fu. L’eccidio delle Fosse Ardeatine divenne l’evento-simbolo della durezza dell’occupazione tedesca di Roma. Fu anche la maggiore strage di ebrei compiuta sul territorio italiano durante l’Olocausto; almeno 75 delle vittime erano in stato di arresto per motivi razziali.

Il 7 ottobre 2023, il gruppo armato palestinese Hamas, con il sostegno di altre milizie palestinesi. effettuò una serie di attacchi terroristici provenienti dalla Striscia di Gaza, con conseguente uccisione di 1200 civili e militari israeliani, e nel rapimento di circa 250 di questi, avvenuto nel territorio di Israele. L’attacco di Hamas, ufficialmente intrapreso con l’intento di rispondere alle azioni provocatorie delle forze israeliane svolte nella Moschea al-Aqsa di Gerusalemme e alle violenze perpetrate nei campi dei rifugiati in Cisgiordania è avvenuto nel giorno del cinquantesimo anniversario dello scoppio della guerra arabo-israeliana del 1973. Sono stati segnalati numerosi casi di stupri e violenze sessuali contro donne israeliane. Il giorno dopo, 8 ottobre 2023, dopo il ritiro di Hamas con gli ostaggi israeliani portati dentro la Striscia di Gaza, Israele ha dichiarato lo stato di guerra avendo come obiettivo ufficiale la loro liberazione, la cancellazione definitiva di Hamas e l’occupazione militare permanente della Striscia di Gaza, iniziando prolungati bombardamenti su tutto il territorio. Tale guerra ha portato a morte almeno 65000 palestinesi. Secondo alcune fonti ONU il 70% delle vittime del conflitto sarebbero bambini o donne. L’impreciso e macabro rapporto tra vittime della rappresaglia ed azioni iniziali di terrorismo in questo nostro tempo è quindi di 65000/2000 = oltre 30 palestinesi morti per ogni israeliano. Un orrore più che triplo rispetto a quello delle Fosse Ardeatine.

Sembra quindi che all’odio non ci sia limite, che l’orrore subito nelle precedenti generazioni non sia di insegnamento a quelle seguenti e che israeliani e palestinesi prima o poi torneranno ad ammazzarsi.

Può non finire così, come dimostrano tedeschi ed italiani che dopo tanti anni dalle Fosse Ardeatine non hanno certo dimenticato ma sono andati avanti in pace e collaborazione nei loro rispettivi paesi.

La tragedia del conflitto israelo/palestinese ha la sue radici nel 1948 quando fu possibile affidare al popolo di Israele massacrato dalla Shoah una Terra in cui vivere e ritrovare un futuro ma non altrettanto fu possibile per quello palestinese.

Solo il disegno di sicuri confini di uno stato palestinese che possa nascere, crescere e garantire pace e diritti ai propri cittadini ed a quelli di tutti gli stati confinanti, in primis Israele, con la fine di ogni aggressione reciproca, potrà portare pace.

L'articolo Una condizione imprescindibile proviene da Associazione Luca Coscioni.