Il resistente Luca Marola assolto!
La doppia assoluzione di Luca Marola, fondatore di Easyjoint, tra i primi se non il primo imprenditore italiano della cosiddetta «cannabis light» (con basso contenuto di THC), iscritto e sostenitore dell’Associazione Luca Coscioni, conferma che la fiducia in quanto fatto e, malgrado tutto, nell’amministrazione della giustizia, alla fine pagano.
Con però non verrà ripagato sono il tempo, il danaro, il progetto di vita e lo stress che un lungo processo immotivato gli ha provocato.
Era l’estate del 2019 quando, su mandato della Procura di Parma, fu lanciata una vasta operazione di carabinieri, polizia e guardia di finanza per colpire varie attività commerciali attive nel settore della «cannabis light». Sei anni di processo, con oltre 7000 pagine d’inchiesta, più di mezza tonnellata di infiorescenze sequestrate insieme a 20 litri d’olio CBD e sito web bloccato, e successivamente la cancellazione dell’attività dalla camera di commercio, hanno dato esito negativo.
Il 29 maggio 2025, Luca Marola è stato assolto perché «il fatto non sussiste»! E dire che il procuratore capo di Parma Alfonso d’Avino aveva chiesto 4 anni e 10 mesi di detenzione e 55mila euro di multa.
Questa importante assoluzione giunge nei giorni in cui il Governo Meloni ha imposto al Parlamento un decreto, denominato “sicurezza”, che all’articolo 18 porta a termine quanto iniziato durante il governo giallo-verde quando Matteo Salvini aveva lanciato la sua guerra (anche) alla cannabis light: distruggere una delle tante eccellenze del Made in Italy.
In attesa di festeggiare la fine di un incubo giudiziario l’Associazione Luca Coscioni ha aderito alle mobilitazioni contro il decreto “sicurezza” del 26 e 31 maggio con Marco Cappato e chi scrive che hanno partecipato al digiuno a staffetta lanciato un mese fa da Franco Corleone.
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