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Il Vento del Nord, il Braccialetto di Ferro e il Cuore Spezzato


Alt descriptionimmagine Creata con Midjourney

Nelle gelide lande di Jötunheim, dove le aurore danzano sopra montagne di ghiaccio, viveva Ragnar il Sanguinario, capo della tribù dei Lupi di Fjord. Con la sua ascia forgiata dal fulmine di Thor, aveva solcato mari tempestosi e saccheggiato villaggi lontani, guadagnandosi il rispetto e la paura di tutti gli uomini.

Ma dietro la corazza di ferro e le cicatrici di battaglia, un’ombra più oscura si annidava nel suo cuore: Eira, la figlia del capo dei druidi del villaggio di Skaldheim. Si erano incontrati una notte di luna piena, quando le stelle caddero come pioggia d’argento sul lago sacro. Tra canti antichi e sussurri di vento, i loro occhi si incrociarono e nacque un amore così intenso da far tremare le radici degli alberi secolari.

Nel momento in cui i due giovani si promisero fedeltà, Eira gli regalò un piccolo braccialetto di ferro, intrecciato con rune di protezione. “Portalo sempre,” gli disse, “così il nostro legame sarà più forte del più feroce dei venti.” Ragnar lo indossò subito, sentendo il freddo metallo pulsare contro la sua pelle come un battito di cuore.

Il destino, però, non era benevolo. Un inverno particolarmente crudele colpì le terre, e una pestilenza avvolse Skaldheim. Eira, gravemente ammalata, chiese a Ragnar di portarle l’erba dorata dell’Albero della Vita, custodita nella foresta proibita di Yggdrasil. Il guerriero, spinto dall’amore, attraversò foreste avvolte da nebbie mortali e affrontò spiriti antichi, ma al ritorno trovò il villaggio in fiamme e la giovane avvolta da una luce pallida: era morta.

Il dolore fu un martello che infranse la sua anima. In preda alla disperazione, Ragnar strappò via il braccialetto di ferro, lo gettò nel fuoco e lo osservò fondersi in una scintilla rossa. Giurò vendetta contro il fato stesso. Si diresse verso il tempio di Odin, dove gli sciamani narravano che il dio poteva concedere poteri oltre la morte. Con la voce rotta dal pianto, invocò:

“Odin, Signore dei Cieli, ascolta il mio grido! Se non posso riavere la vita di Eira, allora benedico il suo ricordo con una maledizione che farà tremare ogni cuore che osa tradire l’amore vero!”

Le rune si accenderono di un fuoco azzurro, e il cielo si squarciò. Odin, colpito dalla ferocia del vichingo, concesse al guerriero una benedizione oscura: la capacità di trasformare ogni amore tradito in una tempesta di ghiaccio, congelando per sempre i cuori degli ingannatori. Ma prima di conferire il potere, Odin prese il braccialetto di ferro ormai fuso, lo ricondusse in forma di un nuovo gioiello, incidendogli sopra la benedizione oscura, e lo legò intorno al polso di Ragnar. Da quel punto in poi, il braccialetto brillava di una luce glaciale ogni volta che una menzogna d’amore veniva pronunciata.

Da quel giorno, Ragnar divenne leggenda. Quando un uomo tradiva la propria amata, il vento del Nord soffiava più forte, le onde si innalzavano e il traditore veniva avvolto da una coltre di gelo, incapace di parlare o di muoversi. Il braccialetto di ferro, ora incantato, pulsava con energia, segnando il momento in cui la maledizione si scatenava. Le storie di queste punizioni si diffusero tra i villaggi, e il nome di Ragnar fu pronunciato con timore e rispetto.

Ma nei momenti più silenziosi, quando la notte avvolgeva le sue tende di pelle di lupo, il vichingo guardava il mare, dove le luci dell’aurora sembravano disegnare il volto di Eira. E, anche se la sua anima era intrisa di furia, il suo cuore rimaneva un luogo di dolcezza, custodendo per sempre l’unico amore che avesse mai conosciuto. Il braccialetto di ferro, ora parte integrante di lui, era il ricordo costante di quel legame: un simbolo di protezione, di perdita e di una promessa che nemmeno la morte poteva spezzare.

Così, tra il clangore delle spade e il sussurro del vento, la leggenda di Ragnar il Sanguinario continuò a vivere, ricordando a tutti che l’amore, anche perduto, può forgiare poteri più grandi di qualsiasi ascia o scudo—e che un semplice braccialetto di ferro può diventare il filo che lega l’eternità al cuore di un uomo.


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