NATO e Russia a confronto
Avviso contenuto: In base ad un’analisi pubblicata dall’ Institute for the Study of War, la Federazione russa starebbe attuando diverse riforme strutturali del proprio apparato militare per poter sostenere lo sforzo bellico in Ucraina, ma anche in preparazione per un poten
In base ad un’analisi pubblicata dall’ Institute for the Study of War, la Federazione russa starebbe attuando diverse riforme strutturali del proprio apparato militare per poter sostenere lo sforzo bellico in Ucraina, ma anche in preparazione per un potenziale futuro scontro con la NATO. Tuttavia, nonostante le riforme previste e lo sviluppo di nuove armi da parte del Cremlino, i rapporti di forza tra NATO e Russia, almeno sul piano convenzionale, sono ancora molto sbilanciati a favore del blocco occidentale. Tanto da rendere la possibilità di un attacco da parte di Mosca contro uno degli stati membri dell’Alleanza Atlantica alquanto improbabile.
Gli effettivi
Come dichiarato dal Ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, Mosca avrebbe intenzione di creare due armate combinate, 14 divisioni e 16 brigate entro la fine del 2024, per accrescere la propria capacità combattiva. Ma le forze aggregate degli alleati occidentali, fatta eccezione per alcuni settori, rimarrebbero comunque molto superiori a quelle della Russia.
In termini di personale militare, i 32 Paesi membri della NATO hanno a disposizione un totale di circa 5.810.000 effettivi, dei quali ben 3 358 000 sono soldati attivi. Di contro, il personale militare disponibile per Mosca ammonta a 3.358.000, dei quali 830.900 sono soldati in servizio. Anche per quanto riguarda l’aviazione, la NATO sembra disporre di un cospicuo vantaggio. Il numero totale di velivoli in possesso dell’alleanza raggiunge le 20.600 unità, delle quali 3 300 circa sono aerei da caccia e 8.600 elicotteri, ai quali fanno fronte 4.200 velivoli, di cui circa 770 sono caccia/intercettori e 1.500 elicotteri.
Non troppo schiacciante è invece la superiorità della NATO in termini di mezzi corazzati. I carri armati russi arrivano a contare ben 12.500 unità, mentre la NATO pone sul piatto della bilancia un numero totale di circa 14.500 mezzi corazzati. Con un territorio immenso da difendere e senza barriere naturali, è naturale che la Russia abbia investito molte risorse per lo sviluppo di carri armati pesanti e reparti meccanizzati al fine di mantenere la propria competitività negli scenari bellici terrestri.
Per completare il quadro degli armamenti convenzionali, bisogna anche tener conto delle forze navali. Un ottimo indicatore è costituito dal numero di portaerei. Solo gli Stati Uniti ne hanno ben 20 a disposizione, ai quali si aggiungono le quattro della Francia, due del Regno Unito e due Italiane. Solo una portaerei è invece in mano alla Russia: la Kuznetsov, la quale è entrata in servizio nel 1991 ed è al momento in corso di ammodernamento. Si stima che la Kuznetsov dovrebbe divenire operativa per il 2025. In un ipotetico scontro convenzionale allargato, la NATO avrebbe un vantaggio potendo scagliare raid aerei dal mare.
I vantaggi di Mosca
Sebbene i numeri parlino a favore dell’alleanza, mezzi e uomini non sono le uniche risorse che contano in guerra. A differenza della NATO, la Federazione Russa ha un comando unico. Ciò potrebbe tradursi in una maggiore velocità del Cremlino nel prendere decisioni in caso di scontro.
Anche la NATO ha a disposizione forze armate e battaglioni capaci di dare una risposta immediata se la situazione lo richiede. Ma nel caso di un conflitto prolungato dover coordinare lo sforzo bellico di 32 Paesi potrebbe costituire uno svantaggio. Inoltre, la superiorità numerica potrebbe nascondere diverse carenze qualitative. Oltre ai grandi Paesi come USA, Francia, Germania, Italia e Regno Unito, fanno parte dell’alleanza anche Stati più piccoli e con poche risorse a disposizione per sviluppare armamenti adeguati. In aggiunta, gran parte del peso militare della NATO è sopperito dagli USA, ma Washington potrebbe non trovarsi nelle condizioni di gettare tutto il suo peso militare su un singolo scenario, essendo impegnata anche in altre regioni (ad esempio, nell’Indopacifico per contenere la Cina).
Infine, non può essere escluso dal conteggio delle forze in campo l’immenso arsenale nucleare di Mosca. Il Cremlino vanta ben 1185 missili balistici intercontinentali, mentre la NATO, i cui armamenti nucleari sono principalmente costituiti dai missili statunitensi, ne possiede solo 800. È invece superiore il numero di SLBM (submarine launched ballistic missiles) a disposizione della NATO. In aggiunta, la Russia possiede un ammontare maggiore di armi nucleari non strategiche e tattiche (ossia con minor raggio di gittata e potenziale distruttivo ridotto), le quali ammontano a ben 1.900 missili contro i 230 dell’alleanza Atlantica.
Ovviamente, gli armamenti nucleari hanno solo un valore virtuale nel confronto tra NATO e Russia. In caso di scontro diretto tra le due parti (comunque poco probabile), il conflitto prenderebbe la forma di una guerra convenzionale di tipo regionale e non una lotta per l’esistenza. Ma i due arsenali nucleari non possono essere trascurati nel calcolare il peso dei due blocchi.
Le opinioni espresse in questo contributo sono attribuibili esclusivamente all’autore
Fonti e approfondimenti
Institute for the Study of War, “Russian Offensive Campaign Assessment”, 20/03/2024
La Forgia, F., “Breve guida al nuovo arsenale di Putin”, Lo Spiegone, 31/03/2018
Mamchii, O., “NATO vs. Russian Military: Detailed Comparison and Analysis”, Best Diplomats, 12/02/2024
Statista. Nuclear warhead comparison NATO and Russia by type 2022
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