La Relazione sulle tossicodipendenze al Parlamento confonde i numeri, nasconde termini, diffama governi precedenti e più in generale mente
Il Governo ha pubblicato sul sito del Dipartimento per le Politiche Antidroga il testo della Relazione 2025 sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia un documento solitamente presentato il 26 giugno in occasione della giornata mondiale per la lotta al narcotraffico e le dipendenze. Il 26 giugno, invece, nella sala stampa della Camera si presenta il XVI Libro Bianco sulle droghe della società civili con contributi anche dell’Associazione Luca Coscioni.
“Per approfondire seriamente il fenomeno delle sostanze stupefacenti illecite, il loro impatto sulla società e le necessarie risposte socio-sanitarie nel nostro paese occorrerà leggere il Libro Bianco delle organizzazioni della Società civile e non la Relazione del Governo al Parlamento” ha affermato Marco Perduca, che per l’Associazione Luca Coscioni segue le leggi e politiche nazionali e internazionali sugli stupefacenti “il documento del Governo, con prefazione del sottosegretario Mantovano non è purtroppo all’altezza del compito. Infatti, oltre a essere sempre più breve, la Relazione segnala una leggerissima flessione nell’uso degli stupefacenti a fronte dell’aumento delle operazioni ‘anti-droga’ ma, in entrambi i casi, si ragiona in termini percentuali e non assoluti. Altrove invece ci si intrattiene su campioni molto ristretti (39 città su oltre 8000) magnificando l’efficacia rilevatrice della acque reflue, con metodologie non del tutto riconosciuti come attendibili dalla comunità scientifica internazionale e presentando la presenza di sostanze illecite ogni 100.000 persone. Una formulazione che se proposta in termini percentuali evidenzierebbe che si tratta, si e no, al massimo allo 0,7 grammi a persona!”
“Il Sottosegretario Mantovano, che l’anno scorso aveva annunciato una nuova modalità di composizione della Relazione, ci tiene a segnalare che non è stato necessario cambiare norme, omettendo di ricordare che tanto nel decreto cosiddetto Caivano quanto in quello cosiddetto Sicurezza, per non parlare della famigerata norma anti-rave del 2022, passando per il nuovo codice della strada, sono state introdotte decine di nuove norme che hanno aumentato segnalazioni, denunce, procedimenti e infine arresti per detenzione personale o piccolo spaccio di sostanze illecite che hanno interessato in particolare migliaia di persone sotto i 24 anni”.
“Ed è proprio sulla questione dell’età delle persone che la Relazione dal ‘il meglio’” continua Perduca “gli studi riguardano un vasto campione di 18-24enni che, ci viene detto, usa meno sostanze illecite ma sempre più alcol, tabacco e psicofarmaci senza ricetta – a oggi non ufficialmente incluse nelle cosiddette “tossicodipendenze”. Studi internazionali segnalano che l’età media del consumo problematico è invece intorni ai 35 anni di eà (proprio come l’età media dei decessi per overdose). Di punto in bianco, la Relazione ci offre poi numeri su dipendenze comportamentali dal gioco d’azzardo online ai telefonini e internet fino ad arrivare al cyberbullismo. Insomma un gran polverone per tentare di descrivere il cosiddetto disagio giovanile agganciando fenomeni illeciti e leciti (in grande espansione) denunciandone la pari pericolosità.
“Nella parte relativa all’offerta terapeutica o socio-sanitaria, la Relazione riempie di numeri non di facile lettura tra servizi e strutture pubbliche e private e censura la ‘riduzione del danno’, una serie di interventi che pure sono previsti dal 2019 tra i livelli essenziali di assistenza”.
“Mentre ci si dilunga sui prezzi e le quantità sequestrate, il sottosegretario Mantovano che firma l’introduzione mistifica il passato recente là dove parla della conferenza nazionale del 2021 che secondo lui sarebbe stata tenuta “nel periodo Covid in formato ristretto e con minore impatto” – mentre è noto che, tranne il Ministro della Salute Speranza, tutti gli altri dicasteri coinvolti furono rappresentati dai relativi ministri e centinaia di persone presero parte al percorso preparatorio nonché alle fasi finali in presenza in plenaria a Genova”.
“La Relazione poi informa di un giro d’affari illecito per un totale intorno ai 17,2 miliardi di euro – in crescita rispetto alla pandemia ma inferiore agli anni precedenti. Nel mercato illegale l’hashish costa 10,77 euro al grammo, la marihuana 9,33 euro, l’eroina brown 39,17, quella bianca 52,12, la cocaina 76,90. Il prezzo medio per singola dose è 22,61 euro per ecstasy, 26,32 per amfetamine, 34,99 per metamfetamine e 25,17 per LSD. Per il primo semestre del ‘24 il crack (mai rilevato prima) si attesta sui 57 euro al grammo, mentre 6-MAM e ketamina hanno il costo medio di circa 25 euro al grammo” .
“Infine” conclude Perduca “pur restando numeri drammatici, la relazione ricorda che se nel 2014 le morti per overdose registrate dalla forze dell’ordine nell’87% dei casi era legate agli oppiacei, nel 2024 questa percentuale è scesa al 48% mentre una medesima quota è stata attribuita a cocaina/crack – percentuale che nel 2014 si attesta al 13%. Nell’ultimo anno il 3% dei decessi con sostanza nota è stato attribuito al consumo di sostanze sintetiche (5 casi). Non sono chiari i numeri totali, però, secondo il sito indipendente geoverdose.it, nel periodo coperto dalla Relazione le morti sarebbero state 70, di cui 44,3% per oppiacei, 24,3% per sostanza non determinata, 8,6% cocaina e 4,3% per cocktail di sostanze, zero per cannabis. Un numero alto ma se messe in relazione con la popolazione generale (che nel corso dell’anno raddoppia per via delle presenze turistiche) o con la popolazione che fa uso abituale, ci conferma che a fronte di un immutato quadro normativo proibizionista l’autoregolamentazione dei consumi funziona come efficace riduzione di danni e rischi”.
“Se la Relazione fosse stato un compito per la maturità il Governo non l’avrebbe superata per insufficienze di merito e metodo”.
Segue dettaglio della popolazione che usa sostanze illecite tratto dalla Relazione
Nel 2024 quasi 910 mila giovani tra 15 e 19 anni, pari al 37% della popolazione studentesca, riferiscono di aver consumato una sostanza psicoattiva illegale almeno una volta nella vita e 620 mila studenti (25%) nel corso dell’ultimo anno.
Il consumo di queste sostanze è più comune tra i ragazzi (28%) rispetto alle ragazze (22%). Il trend risulta in lieve calo rispetto al biennio precedente, soprattutto se si considerano i consumi nella vita e nel corso degli ultimi 12 mesi. 660 mila studenti (27%) riferiscono di aver utilizzato cannabis almeno una volta nella vita, 520 mila lo hanno fatto nell’ultimo anno (21%) e per 67mila studenti (2,7%) si è trattato di un consumo frequente (20 o più volte nel mese).
La diffusione del consumo aumenta con l’età e si riscontra una prevalenza maggiore tra i ragazzi rispetto alle coetanee. Più di 6 consumatori su 10 hanno utilizzato cannabis per la prima volta fra i 15 e i 17 anni, mentre oltre un terzo (35%) l’ha provata a 14 anni o meno. Quest’ultimo dato è in aumento rispetto al 2023, quando la percentuale si attesta al 29%. A eccezione di coloro che riferiscono di utilizzare 20 o più volte al mese (consumo frequente) che restano in percentuale sovrapponibili a quelli dello scorso anno, diminuiscono gli studenti che riferiscono sia l’esperienza d’uso almeno una volta nella vita che coloro che hanno utilizzato cannabis nell’ultimo anno.
Poco più di 280mila studenti (12%) hanno fatto uso di almeno una Nuova Sostanza Psicoattiva (NPS) nella vita e circa 140mila (5,8%) nel corso dell’anno. Tra le NPS più utilizzate ci sono cannabinoidi sintetici (5,5%), oppioidi sintetici (2,8%) e ketamina (1,5%). I consumi di cannabinoidi sintetici e di ketamina tendono ad aumentare con l’età, raggiungendo tra i 18enni prevalenze più elevate; il consumo di oppioidi sintetici, invece, mostra una tendenza opposta con prevalenze più elevate tra i 15enni. In tutte le altre NPS, le prevalenze sono stabili indipendentemente dall’età. I consumi maschili risultano più elevati rispetto a quelli femminili e, nel 2024, il consumo di queste sostanze risulta in diminuzione.
I consumi relativi alle sostanze appartenenti al gruppo degli oppioidi sintetici mostrano un quadro in controtendenza con i consumi femminili più elevati rispetto a quelli dei coetanei e un importante aumento che riporta la prevalenza ai livelli massimi osservati nel 2015.
Oltre 110 mila ragazzi (4,7%) riferiscono uso di stimolanti (amfetamine, ecstasy, GHB, MD e MDMA) nel corso della vita, quasi 59 mila (2,4%) nel corso dell’ultimo anno e 16mila studenti li hanno consumati almeno 10 volte negli ultimi 30 giorni (0,7%). Nel corso dell’ultimo anno, il consumo di stimolanti ha riguardato in particolare i ragazzi, specialmente i 15 e i 18 anni.
Poco più della metà dei consumatori (54%) riferisce di aver usato per la prima volta stimolanti tra i 15 e i 17 anni e il 45% li ha utilizzati prima dei 15 anni. Dopo il picco del 2023, si registra nel 2024 una significativa diminuzione del consumo di sostanze stimolanti.
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