È un fatto politico positivo che la direzione del PD abbia deciso di sostenere i referendum della Cgil contro il jobs act. Mi complimento con Elly Schlein che ha imposto su questo tema, come sull’autonomia differenziata e l’immigrazione, una svolta a un PD che porta la responsabilità con la destra di decenni di politiche antipopolari e antioperaie.
Il PD dal 2008 si è purtroppo caratterizzato come un partito neoliberista schierato contro la classe lavoratrice. Le politiche a favore della precarizzazione del lavoro, dell’innalzamento dell’età pensionabile, i tagli alla sanità e al welfare hanno prodotto un’enorme delusione nelle classi popolari alimentando l’astensionismo e aprendo la strada alla vittoria dell’estrema destra. Gli imitatori dello pseudoriformismo alla Tony Blair e i ventriloqui dei diktat della commissione europea hanno reso il nostro paese più povero e più ingiusto.
Quelli che contestano il sostegno al referendum sono gli stessi estremisti di centro che hanno consegnato l’Italia a Meloni e Salvini. La loro opposizione anche alla timida correzione di rotta sulla guerra in Ucraina proposta dalla segretaria del PD rende evidente che la classe dirigente del PD continua a seguire la strada bellicista che ha portato meritatamente al disastro Scholtz e la coalizione semaforo in Germania.
Sui referendum della Cgil noi lavoriamo con il massimo impegno unitario. Chi boicotta o rema contro il referendum è il miglior alleato della destra.
Dobbiamo costruire in ogni città, in ogni paese, ovunque possibile comitati popolari unitari a sostegno dei quesiti referendari per il lavoro e la cittadinanza.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
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