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Doppio Gioco: i dipendenti di un’azienda che “risolveva” gli attacchi ransomware li lanciavano loro stessi


Tre ex dipendenti di DigitalMint, che hanno indagato sugli incidenti ransomware e negoziato con i gruppi di ransomware, sono accusati di aver hackerato le reti di cinque aziende americane. Secondo il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, hanno partecipato ad attacchi ransomware BlackCat (ALPHV) e hanno estorto milioni di dollari alle vittime.

Il caso coinvolge un 28enne e un 33enne della Georgia ed un loro complice. Sono accusati di associazione a delinquere volta a interferire con il commercio interstatale attraverso racket, interferenza effettiva con il commercio e danneggiamento intenzionale di computer protetti. Queste accuse prevedono una pena massima di 50 anni di carcere.

Secondo il Chicago Sun-Times, uno dei due e un complice non identificato lavoravano presso DigitalMint, specializzandosi in negoziazioni di ransomware, mentre l’altro era responsabile della risposta agli incidenti presso un’altra azienda, la Sygnia.

Gli inquirenti sostengono che gli imputati siano diventati complici del sistema di estorsione BlackCat, hackerando reti aziendali, rubando dati e diffondendo ransomware. Alle vittime è stato poi chiesto di pagare un riscatto in criptovaluta per decifrare i loro dati e “mantenere riservate le informazioni rubate”.

Secondo i documenti del tribunale, il gruppo aveva preso di mira un produttore di dispositivi medici con sede a Tampa, un’azienda farmaceutica del Maryland, un’azienda di ingegneria e una clinica medica della California e uno sviluppatore di droni con sede in Virginia.

Le richieste di riscatto variavano da 300.000 a 10 milioni di dollari. Tuttavia, l’unico pagamento effettivamente ricevuto dagli hacker è stato di 1,27 milioni di dollari, trasferiti da un’azienda con sede a Tampa dopo l’attacco del maggio 2023.

BlackCat (noto anche come ALPHV) è uno dei gruppi di hacker più attivi degli ultimi anni. Secondo l’FBI, solo nei primi due anni di attività, i suoi partner hanno effettuato oltre 1.000 attacchi e raccolto almeno 300 milioni di dollari in riscatti.

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