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di Franco Berardi -

L’Imbianchina dice: “Quanti più cannoni saranno fusi/ tanto più a lungo durerà la pace”

Al momento di marciare molti non sanno
che alla loro testa marcia il nemico.
La voce che li comanda
è la voce del loro nemico.
E chi parla del nemico
è lui stesso il nemico.
(Bertolt Brecht)

Lin Jian, portavoce del Ministro degli esteri ha dichiarato che se gli Stati Uniti intendono proseguire nel condurre una guerra tariffaria, una guerra commerciale, o qualsiasi altro tipo di guerra, la Cina combatterà fino alla fine, fino all’amara conclusione.

“I cinesi non possono essere influenzati da falsità, né scoraggiati da intimidazioni, né hanno mai tollerato egemonia e bullismo.” ha aggiunto Lin Jian.

Se aspettavamo il fischio d’inizio ora l’abbiamo sentito forte e chiaro. Lin Jiang almeno ha detto saggiamente che, comunque vada, la conclusione è amara. E impassibile come sanno essere i musi gialli ha aggiunto: “Pressione coercizione e minacce non sono il modo giusto di trattare con la Cina. Tentare la massima pressione sulla Cina è un errore di calcolo.”

Errore di calcolo è la sintesi migliore.

L’occidente ha fatto un errore di calcolo dopo l’altro, se pensiamo alla guerra di Ucraina e alla sua catastrofe finale. Ma gli europei non sono contenti, non hanno capito la lezione e dopo avere costretto l’Ucraina a sacrificarsi per il nostro eroismo ora non sanno bene come venirne fuori, e lanciano un investimento di non si sa quanti fantastilioni per il riarmo.

Riarmiamoci! Ingiunge la signora Ursula, l’imbianchina, e subito i democratici italiani si preparano a marciare per la guerra e convocano le masse a manifestare a difesa della democrazia. Sempre più armi sempre più morti sempre più guerra grida un giornalista di fama sul giornale genocidario La Repubblica.

“…vai un po’ a spiegarlo ai greci che il patto di stabilita’ può essere derogato per le armi, ma non poteva essere derogato per le loro vite…” mi scrive l’amico Giovanni.

Ma Michele Serra è uomo d’onore. Ha promesso a Zelenskyy di sostenerlo fino alla morte e adesso si prepara a morire senza batter ciglio.

Io sto qui sugli spalti a vedere Michele che guida le truppe dei liberatori.

Nel nome, ovviamente, della democrazia che tutti ci invidiano. La democrazia che ha restaurato lo schiavismo e mette a tacere chi non è felice di partecipare a un nuovo genocidio.

Come sonnambuli, dicono gli storici, gli europei entrarono nella prima guerra.

Un secolo e dieci anni dopo non si sono ancora svegliati.

Credono ancora di essere i primi della classe e invece non se li fuma più nessuno. Credono ancora che tutti quei selvaggi stanno aspettando che noi gli portiamo il progresso. Federico Rampini (collega di Serra) invita tutto il mondo a ripetere con lui: Grazie Occidente”, e durante un safari in un paese africano osserva compiaciuto un negretto che usa il cellulare, e sorride. Ringraziaci, dice, negretto. Se non c’eravamo noi occidentali eri ancora lì con il tamburo, altro che cellulare.

E intanto Bernard Henry Levy con la camicia al vento guida un plotone di cavalieri con la spada sguainata e urla forsennato: vive la France! vive le genocide!

Non fateci caso, i poveretti soffrono di quei disturbi che la vecchiaia porta a chi non ha la fortuna di spegnersi prima di ridursi così.

Tutti gli europei, chi più chi meno, sono affetti da Alzheimer. Altrimenti ricorderebbero, nevvero? ricorderebbero com’è andata a finire l’altra volta, e la volta precedente – e tutte le altre volte in cui si ficcarono in testa di essere eroi, patrioti.

Patrioti sì. Come diceva Bertrand Russell patrioti sono coloro che per futili motivi sono pronti a uccidere o a farsi ammazzare.

Per futili motivi abbiamo mandato gli ucraini a farsi ammazzare da quel biondino di Pietroburgo che adesso, sornione, si frega le mani contento, e strizza l’occhio al biondo di Mar-aLago.

E adesso, chissà, siamo pronti a gettarci anche noi maschilmente nella pugna. Compreremo più armi, dai traditori americani naturalmente, e loro saranno contenti di vendercele.

E si sfregheranno le mani contenti e conteranno i dollari, mentre il biondino – c’è da scommetterci – non resterà oziosamente a guardare che Ursula, Michele e Federico si siano armati a sufficienza.

“L’imbianchino vi dirà: le macchine
provvederanno per noi. pochissimi
dovranno morire. Ma voi
morirete a centinaia di migliaia, tanti
quanti morire non se n’è mai veduti.”
(Bertolt Brecht)

Io cito Bertolt Brecht, ma temo che non sia giusto farlo, perché lui, nel 1939, poteva scrivere queste parole:

“Anche l’odio contro la bassezza
Stravolge il viso.
Anche l’ira per l’ingiustizia
Fa rauca la voce. Oh, noi
Che abbiamo voluto preparare il terreno alla gentilezza,
Noi non potevamo essere gentili.

Ma voi, quando verrà l’ora
In cui l’uomo all’altro uomo sarà un aiuto
Pensate a noi
Con indulgenza. “

Noi non possiamo.

Non ci sarà nessuno che possa pensare a noi con indulgenza.