Relazione di Filomena Gallo al XXII Congresso dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica APS
Care amiche, cari amici, congressiste e congressisti,
ogni volta che ci ritroviamo qui, insieme, non stiamo solo adempiendo a un obbligo statutario. Ogni volta che ci ritroviamo qui, onoriamo un’idea. Rinnoviamo una speranza. Celebriamo la vita, la visione politica e il coraggio di Luca Coscioni, che ha trasformato la sua battaglia personale in una serie di azioni per la libertà e per i diritti da conquistare promuovendo riforme possibili.
Un uomo che ha trasformato la sua fragilità in una forza collettiva. Un uomo che ha saputo rendere possibile l’impossibile: far nascere un movimento capace di cambiare leggi, di cambiare la vita delle persone. Marco Pannella, nel suo ultimo saluto a Luca, disse: “Luca, riposa anche in mare. e tu sei un po’ un mare, senza sosta, e continuerai a muovere e commuovere maree.” E così è stato.
Oggi, qui nella sua Orvieto, ricordiamo quelle maree che in ventitré anni hanno attraversato tribunali e parlamenti, piazze e istituzioni, per affermare libertà e diritti. Maree che in ventitré anni non si sono mai fermate nel coinvolgere decine di migliaia di persone come iscritte e milioni per la presentazione di referendum e proposte di legge d’iniziativa popolare nazionali e regionali. La storia della nostra Associazione è la storia di Luca, ma è anche la storia di tutte le persone che hanno dato corpo alle nostre azioni.
Non sono solo numeri: sono volti, sono vite.
- È la storia di Laura Santi, che dopo la sentenza Cappato del 2019 ha dovuto lottare per 2 anni e 8 mesi per vedere rispettate le sue scelte di fine vita. Ha guidato la campagna per la legge regionale “Liberi Subito” perché nessuno debba più lottare come lei per porre fine alle proprie sofferenze.
- È la storia di Martina Oppelli e di Fabrizio, costretti a un doloroso esilio in Svizzera, abbandonati dallo Stato, ma sostenuti dai disobbedienti civili – che ringraziamo.
- È la storia di Vittoria e Serena, che in altre Regioni hanno potuto scegliere senza dover attendere l’agonia del tempo.
- È la storia di Coletta che si chiama Ada e che oggi 4 ottobre 2025, l’Italia ha conosciuto in video, Ada che lotta in Campania per avere rispetto della libertà di scelta e un’assistenza dignitosa.
- È la storia di “Libera”, prigioniera del suo corpo e di un Paese che ancora le nega libertà, negando l’eutanisia.
- È la storia di Evita e Serena, e con loro di tante donne e coppie dello stesso sesso, costrette ad andare all’estero per avere un figlio con l’aiuto della PMA.
- È la storia delle coppie che devono accedere alla PMA con gravidanza per altri, e che oggi rischiano di essere criminalizzate da un governo che vuole perseguire non solo una pratica, ma una scelta personale portata avanti dove ci sono leggi lo prevedono.
- È la storia di Maurizio, malato di Parkinson, che chiede che la ricerca con uso di embrioni sia possibile anche in Italia per la sua malattia e non solo in Svezia, e che chiede speranza.
- È la storia di 63 mila detenuti italiani che non ricevono cure adeguate.
- È la storia di Christian D’Urso, Marco e Carlo Gentili, persone con disabilità che lottano per studiare, per uscire di casa, per avere ausili idonei e assistenza.
- È la storia di Carlo Gentili, malato di SLA, che oggi può partecipare alla vita politica sottoscrivendo una lista elettorale, grazie alla firma digitale, dopo una battaglia vinta in Corte costituzionale.
Storie diverse. Percorsi diversi. Ma un filo comune: la volontà di persone che vogliono essere libere di scegliere. E insieme, noi conquistiamo quella libertà per tutti. Questa è la ragione più profonda della nostra esistenza Perché queste sono solo alcune delle storie che avete conosciuto, non sono casi isolati. Sono la testimonianza di un Paese intero. In questi 12 mesi, abbiamo dimostrato ancora una volta di essere all’altezza dell’eredità di Luca.
A fronte della politica che è ferma, noi abbiamo agito. Oggi abbiamo 39 procedimenti in corso nei tribunali.
- 24 procedimenti sul fine vita di cui 18 civili e 6 penali. Di questi 10 sono al momento in tribunale e gli altri in fase stragiudiziale, per un totale di 12 persone indagate, di cui 3 persone su cui pende una imputazione coatta e altre decine che potrebbero essere presto indagate.
- Stiamo seguendo 15 casi sul tema della fecondazione assistita nei tribunali, di cui oltre 10, su gravidanza per altri. Di questi 10, almeno 7 anche sul fronte penale.
Sono oltre 50 i casi su cui abbiamo fornito pareri in fase stragiudiziale.
Le conquiste di questo ultimo anno su cui vi saranno anche approfondimenti nel corso di questo Congresso. Abbiamo ottenuto in Toscana e in Sardegna l’approvazione della nostra legge di iniziativa popolare per avere tempi certi di risposta e l’erogazione di prestazioni sanitarie, indicate dalla Corte costituzionale con la sentenza Cappato del 2019. Nel pieno rispetto delle competenze regionali.
Il governo, che oltre a proporre un disegno di legge che mira a cancellare diritti sulle scelte di fine vita che sono già in vigore, ha da subito fatto capire che vuole impedire l’applicazione della sentenza Cappato in tutti i modi possibili e lasciare tempi di risposta diversa per le persona malate in base alla regione di residenza. La presidenza del Consiglio dei Ministri ha impugnato davanti alla Corte costituzionale la legge Toscana e a novembre si terrà l’udienza. L’Associazione Luca Coscioni ha presentato osservazioni in difesa.
- L’Associazione Luca Coscioni ha depositato una proposta di legge di iniziativa popolare al Senato sull’aiuto medico alla morte volontaria, opponendoci a un serie di proposte normative che vogliono cancellare quanto conquistato con la sentenza del 2019 e quanto previsto dalla legge 219/17 e dalla Costituzione.
- Abbiamo difeso la scienza e il diritto alla salute. Abbiamo aperto interlocuzioni su temi nuovi, come quello delle psicoterapie assistite da psichedelici. Pure sempre in dialogo con chi istituzionalmente prende decisioni e adotta leggi.
Abbiamo agito in linea con la convinzione che i diritti umani non debbano sottostare a dogmi, ideologie o interessi politico-elettorali, ma che debbano essere goduti nella loro universalità e individualità da tutte le persone ovunque nel mondo. Grazie alle nostre azioni, si sono aperte nuove strade davanti alla Corte Costituzionale. Solo nell’ultimo anno è intervenuta ben quattro volte: cancellando leggi ingiuste che limitavano diritti sociali o civili, fornendo interpretazioni di sue decisioni e moniti al Parlamento.
La Corte costituzionale ha interpretato il requisito del trattamento del sostegno vitale, previsto nella sentenza Cappato di sei anni fa. Ha affermato che le terapie fornite da familiari e caregiver sono da considerarsi sostegno vitale e così anche l’indicazione medica a terapie invasive anche se rifiutate è da valutare come se fosse in corso. La Corte ha ribadito che il SSN deve dare pronta applicazione della sentenza Cappato oltre a ribadire l’invito al legislatore per una legge che parta dal giudicato costituzionale.
Presto saremo nuovamente in Corte a seguito dell’ordinanza del 30 settembre con cui il GIP di Bologna ha sollevato la questione di legittimità costituzionale nuovamente sul requisito di sostegno vitale per l’aiuto fornito alla signora Paola da Marco, Felicetta e Virginia, per poter porre fine alle sue sofferenze in Svizzera.
Questa ultima questione di legittimità costituzionale dimostra che la Corte sarà spesso chiamata sul tema che crea discriminazione tra malati che ha lasciato aperto:
- la strada sull’eutanasia (e penso che a breve potrebbe tornare sulla questione).
- sull’accesso alla procreazione medicalmente assistita per donne singole e coppie dello stesso sesso, pur non accogliendo la questione di legittimità costituzionale, ha evidenziato che la cancellazione del divieto previsto dall’articolo 5 della legge 40 del 2004, non incontra ostacoli costituzionali.
Certo avrebbe potuto accogliere, ma non ci fermiamo. Stiamo procedendo con petizioni e proposte al parlamento per la modifica normativa e siamo nei tribunali.
Ha dichiarato incostituzionale l’impossibilità per persone disabili di poter sottoscrivere digitalmente candidature o liste elettorali e ora possono procedere con firma digitale. Con gli amicus curiae in Corte costituzionale anche nei procedimenti non seguiti da noi, abbiamo contribuito alla piena tutela dei diritti di famiglie e minori.
Se oggi in Italia è possibile accedere al suicidio medicalmente assistito, è perché qualcuno – e quel qualcuno è qui – ha aperto la strada.
Per tutti questi motivi, ringraziamoci. Non per autocompiacimento, ma perché non dobbiamo mai perdere la consapevolezza della straordinarietà e della efficace singolarità della nostra azione, che rende fondamentale non solo il ruolo dell’Associazione stessa, ma di ciascuna e ciascuno di noi al suo interno.
A fronte di tutto questo, la politica ufficiale resta troppo spesso distante dai bisogni reali delle persone più fragili, e di chi le accompagna quotidianamente. A volte si ricorda di menzionare diritti fondamentali in campagna elettorale, magari a parole dice di sostenere chi avanza proposte, ma poi ha sistematicamente altre priorità. Tranne poche, e per questo ancora più lodevoli, eccezioni come quelle di parlamentari che anche per il 2025 hanno preso la tessera dell’Associazione.
Nella stragrande maggioranza dei casi riceviamo attestazioni di stima ma non modifiche di leggi su cui ci battiamo. Non si tratta di una novità. Il rispetto dei diritti è l’unica vera misura della liberal-democrazia.
Che si parli del diritto di scegliere come vivere e morire, del diritto a una cura, o del diritto a diventare genitori. Quando un Paese nega questi diritti, indebolisce sé stesso. Il nostro impegno non guarda solo all’Italia, è globale.
In Europa e nel mondo ci sono Paesi che hanno aperto nuove strade alla libertà di scelta e alla ricerca scientifica, mentre altrove i diritti vengono ancora limitati, la ricerca censurata, le persone perseguitate.
Nel 2025 vediamo ancora guerre, profughi, violazioni dei diritti umani. Di fronte a tutto questo possiamo sentirci impotenti, ma credo che la nostra azione concreta per i diritti delle persone più fragili sia la risposta più forte: ogni conquista locale diventa speranza anche dove oggi ci sono dittature e conflitti.
Per questo l’Associazione Luca Coscioni non è mai stata solo italiana: siamo parte di una rete globale per libertà, scienza, presenti all’ONU con Science for Democracy e Cesare Romano con la Loyola Law School. Le nostre azioni sono parte della lotta per la pace, la giustizia e la democrazia globale.
Lo dimostrano anche le oltre 70.000 firme raccolte per l’iniziativa europea My Voice My Choice, che chiede accesso sicuro all’aborto per tutte le donne dell’Unione. Perché dove si nega la libertà di scegliere sul proprio corpo, altrove si rischia di perdere la libertà di parlare, di studiare, di vivere in pace.
Ogni passo avanti o indietro da noi diventa un modello per il mondo. Ecco perché ricordiamolo sempre: agire a livello locale significa incidere a livello globale.
Prima di concludere, voglio ricordare chi è morto, ma il cui impegno vive in questa Associazione: Giulia Simi, pioniera instancabile della libertà di ricerca scientifica, sempre accanto a Luca Coscioni e capace di far nascere incontri memorabili come quello con José Saramago. Massimo Clara, avvocato generoso e competente, che nei tribunali ha portato avanti senza sosta la lotta contro le discriminazioni. Paolo Cardoni, la cui matita e il cui entusiasmo hanno animato per anni la nostra Agenda Coscioni e le nostre iniziative, con leggerezza e determinazione.
Infine, il ricordo commosso di Vladimiro Zagrebelsky, giurista di straordinaria lucidità e maestro prezioso, sempre pronto a difendere i diritti fondamentali e a smascherare le ingiustizie legislative.
Il loro contributo continua nella nostra azione. Ringrazio tutti i colleghi avvocati per lo studio e la difesa di questioni in tribunale. Concludo e guardo al futuro.
Questo Congresso è un appuntamento con la storia. La storia non la fanno i governi da soli. La storia la fanno le persone che hanno il coraggio di cambiare. Noi siamo qui per dire che la libertà e le nostre vite non possono aspettare.
Non possono essere condizionate da calcoli elettorali, da convenienze di partito, da paure di perdere consenso. Siamo qui per ricordare che dietro ogni firma, dietro ogni ricorso, dietro ogni battaglia legale, c’è un volto. Un volto che chiede ascolto, rispetto. Un volto che chiede libertà.
E allora la domanda che dobbiamo porci oggi non è: ce la farà l’Associazione Luca Coscioni a portare avanti le urgenze che condividiamo nella nostra agenda politica? La vera domanda è: ce la farà l’Italia? Ce la farà l’Italia a essere un Paese che non discrimina? Un Paese che non costringe i suoi cittadini a fuggire? Un Paese che considera la scienza, la ricerca e la libertà come valori fondanti e non come minacce? Noi crediamo di sì.
E crediamo che dipenda anche da noi tutti. Dipende da quanto saremo capaci di unire la forza delle idee con la concretezza delle azioni. Dipende da quanto ognuno di noi si sentirà non solo spettatore, ma pure protagonista di questa sfida. Perché la libertà non è un dono.
La libertà si difende, si conquista. Ogni giorno. Con coraggio, con pazienza, con determinazione e responsabilità. E allora oggi, da Orvieto, dalla città di Luca, lanciamo un messaggio al Paese: l’Italia può essere un luogo di libertà, di scienza, di diritti, se tutti insieme scegliamo di muovere e commuovere nuove maree. La nostra storia conferma che possiamo farcela. Lo abbiamo già fatto sull’inizio vita e sul fine vita.
Oggi, qui con voi, rinnovo il mio impegno a guidare quanto insieme decideremo di continuare a fare. Confermo la mia candidatura a Segretaria, con Marco Cappato Tesoriere, Mina Welby, Marco Gentili e Michele De Luca copresidenti, e con il gruppo dirigente che vi presenteremo.
Perché la nostra storia non si ferma. Perché il nostro cammino continua. E insieme possiamo percorrerlo anche se sappiamo che spesso sarà in solitaria o in salita…senza rassegnarci mai! Grazie.
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