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La prigioniera politica curda Zeynab Jalalian è tornata in prigione un giorno dopo l’intervento chirurgico


La prigioniera curda Zeynab Jalalian, condannata all’ergastolo, è stata riportata nella prigione di Yazd solo un giorno dopo essere stata sottoposta a un intervento di embolizzazione dei fibromi, nonostante il peggioramento delle sue condizioni di salute.

Kurdistan Human Rights Network (KHRN) ha riferito che, a fronte del peggioramento delle sue condizioni e della crescente pressione internazionale, Zeynab Jalalian è stata recentemente trasferita sotto stretta sorveglianza in un ospedale privato di Yazd, dove è stata sottoposta all’operazione. Durante il trasferimento indossava catene alle caviglie. Tuttavia è stata riportata in carcere solo 24 ore dopo, prima di completare le necessarie cure post-operatorie.

Negli ultimi mesi, le autorità carcerarie hanno ripetutamente bloccato il suo trasferimento in ospedale e le hanno negato l’accesso alle cure mediche, adducendo vari pretesti, mentre la sua salute continuava a peggiorare.

Il 16 settembre 2025, un gruppo di 22 organizzazioni per i diritti umani e 13 difensori dei diritti umani, coordinati da REDRESS e KHRN, hanno rilasciato una dichiarazione congiunta chiedendo il suo immediato accesso alle cure mediche, la fine delle molestie e delle minacce e il suo rilascio incondizionato.

In precedenza, il 1° maggio, nove relatori speciali delle Nazioni Unite avevano espresso seria preoccupazione per la detenzione prolungata e arbitraria di Jalalian, il suo peggioramento delle condizioni di salute e le segnalazioni di torture e altre forme di maltrattamento. Avevano esortato le autorità iraniane a garantirle l’accesso immediato e incondizionato a cure mediche adeguate in un ospedale civile indipendente, avvertendo che “il tempo è essenziale”.

Zeynab Jalalian, a cui sono state negate le visite dei familiari per diversi anni, continua a soffrire di molteplici problemi di salute. Nonostante ciò, l’organizzazione di medicina legale di Yazd l’ha dichiarata idonea alla detenzione.

Nel frattempo, gli organi di sicurezza hanno subordinato il suo rilascio alla manifestazione di rimorso e pentimento.

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