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Google chiede ad alcuni dipendenti che lavorano da remoto di tornare in ufficio o di perdere il lavoro

Google chiede ai dipendenti di tornare in ufficio tre giorni a settimana
I diversi team avranno mandati leggermente diversi
A coloro che non saranno disposti o non saranno in grado di aderire alla nuova politica verrà chiesto di andarsene.

techradar.com/pro/google-is-de…

@lavoro

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informapirata ⁂

@unruhe sottovaluti il fatto che il malessere dei lavoratori è il primo obiettivo dei datori di lavoro e dei dirigenti che preferiscono assumere... 😈

@lavoro

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in reply to informapirata ⁂

Mica solo gooooogle. In Italia sta accadendo lo stesso utilizzando la rimozione dello smartworking come mobbing e invogliare i dipendenti a dare le dimissioni.
Alcune aziende pubblicano ormai annunci di lavoro solo in full presenza alla faccia del 2025 e pur professandosi come "aziende pro benessere dei dipendenti"

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in reply to Maurizio Lo Nobile

@Maurizio Lo Nobile

nel mondo civile, invece (vedi Spagna), questo tipo di lavoro è in aumento e basta guardare il sito "tecnoempleo" per rendersene conto da soli.

Notare anche le retribuzioni, più alte rispetto all'Italia, ma quello ormai va sans dire.

@informapirata ⁂

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in reply to Simon Perry

Perdonami ma da proprietario di Galgo, quando vedo la parola "civile" affiancato dalla parola "Spagna" mi viene il ribrezzo.
Anyway, La tendenza a rimuovere lo Smart non è solo italiana, è globale. I motivi sono economici: PIL e mobbing.
Vedremo se anche la Spagna quando sarà in recessione invertirà la rotta.
Questa voce è stata modificata (2 settimane fa)
in reply to Maurizio Lo Nobile

@Maurizio Lo Nobile

Non so chi o cosa sia Galgo, ma permettimi di tenermi la mia opinione. La Spagna in materia di lavoro ha tanto da insegnarci. Se non altro perché è in vigore il salario minimo.

Poi possiamo parlare delle tutele dei diritti femminili, della nuova legge sullo stupro, i processi che non durano 20 anni, il matrimonio egualitario e tante altre cose.

La Spagna è, generalmente, un Paese più civile del nostro specialmente in questo momento.

@informapirata ⁂ ⁂ ⁂

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in reply to informapirata ⁂

capperi proprio disumani eh a chiedere ben tre giorni di lavoro in sede… mostri che non sono altro!1!1!!1

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Lo Illetterato Lettore
@unruhe Io sono stato e sono, più fortunato di te.
Ma è innegabile che l'opportunità che il Covid ha dato alle aziende e ai loro dipendenti, è stata sprecata. Volutamente, nella stragrande maggioranza dei casi.

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informapirata ⁂

@alebaffa non è così: se non ci sono ostacoli di natura strutturale (mancanza di connettività, ambiente domestico non adatto, etc) l'insuccesso del lavoro remoto dipende SEMPRE dal dirigente o dal quadro responsabile, altrimenti qualsiasi lavoratore è in grado di operare da remoto come dall'ufficio.

Il lavoro da remoto è il miglior misuratore dell'incapacità di un capo

@illetteratolettore @unruhe @lavoro

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informapirata ⁂

@alebaffa l'esperienza personale non è significativa in termini statistici, ma comprendo che possano esserci contesti divergenti, ma se un lavoro è remotizzabile, chi non sa lavorare da remoto non sa lavorare neanche in presenza.
Se invece chi sa lavorare in presenza non riesce a lavorare da remoto, allora il problema è nell'organizzazione del lavoro.

La realtà è che il lavoro remoto ha addirittura migliorato i processi di quei contesti meno strutturati

@illetteratolettore @unruhe @lavoro

Lo Illetterato Lettore reshared this.

in reply to informapirata ⁂

@alebaffa se poi hai degli esempi su cui riflettere insieme, potresti portarli nella discussione. Sono certo che per lo più si tratterà di resistenze al cambiamento che si verificherebbero ogni qualvolta l'organizzazione del lavoro debba essere modificata.

E l'organizzazione è sempre responsabilità del capo.

Questo è il motivo per cui sono scettico sull'attribuzione della responsabilità al lavoratore

@illetteratolettore @unruhe @lavoro

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informapirata ⁂

@alebaffa il lavoro da remoto non è una concessione al lavoratore, ma un modello organizzativo in cui il lavoratore guadagna certamente tempo e benessere, ma è l'azienda che consegue il maggiore guadagno: risparmia in affitti e facility management, guadagna in tracciamento dei processi, in monitoraggio e, soprattutto, si avvantaggia dell'individuazione di un management più adeguato.

Le aziende migliori più produttive infatti vanno tutte sul lavoro remoto!

@illetteratolettore @unruhe @lavoro

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Alessandro
@illetteratolettore @unruhe Secondo me, ancora meglio del full remote, e' dare alta flessibilità: mio figlio sta male? O aspetto un corriere per qualcosa di importante? Devo andare in ospedale per un esame di due ore? Posso lavorare da casa, o recuperare le ore come mi pare.
Ma per default si va in ufficio, oppure solo N-volte a settimana anziche' ogni giorno.
Questa voce è stata modificata (2 settimane fa)
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informapirata ⁂

@alebaffa il time-to-market del lavoro remoto è maggiore di quello in presenza solo se il processo è scadente, altrimenti è mimore

L'attaccamento all'azienda è un problema serio, ma è un processo irreversibile che il lavoro remoto ha assecondato: è stato invece determinato solo dall'approccio voluto dalle aziende che hanno considerato i lavoratori come commodities.

Rinchiudere i lavoratori in ufficio farà solo aumentare incazzatura e sindacalizzazione

@illetteratolettore @unruhe @lavoro

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in reply to informapirata ⁂

@alebaffa

L'esperienza personale non fa statistica, ma le colpe non sono sempre del datore di lavoro.

Ci sono spesso degli incompetenti ai vertici, ma ci sono anche dipendenti che scambiano il lavoro da casa con un "faccio quello che mi pare".

In questo post due esempi agli opposti: paoblog.net/2025/03/21/lavoro-…

@illetteratolettore @unruhe @lavoro

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Oloap

Ha ragione @Lucatermite io non faccio testo visto che sono il mio capo, tuttavia lavorare solo da remoto, senza le interazioni in presenza con i colleghi limita la crescita professionale, soprattutto dei più giovani che non hanno la possibilità di "rubare il mestiere" come si diceva una volta ed essere aiutati in tempo reale in caso di difficoltà. I rapporti commerciali si costruiscono nel tempo, c'è chi è portato e chi deve imparare e non lo puoi fare a distanza

@informapirata @lavoro

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in reply to Oloap

@Paoblog @alebaffa @illetteratolettore @unruhe secondo me quelli che "sono in smart working quindi faccio quello che mi pare" fanno così anche in ufficio, anche se magari in misura minore.
Avevo una collega di cui si diceva che ogni giorno lavorativo guardasse tre film. La chiamavano Warner Village

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libero

@Lucatermite @Paoblog
Mi infilo in questo scambio di idee da pensionato 🥴

Quello che mi è mancato da subito una volta liberato dall'orario fisso di lavoro è stato il poter guardare negli occhi una persona umana e scambiare parole dal vivo.

Incontro egualmente persone nella vita da pensionato

ma non abbastanza

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informapirata ⁂

@Lucatermite il lavoro ibrido è la mejo cosa, ma tra lavoro remoto e in presenza, sempre meglio il primo

@lavoro

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in reply to Oloap

@Paoblog però il lavoro remoto non significa mica che non incontri i clienti presso il loro ufficio

@Lucatermite @lavoro

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in reply to informapirata ⁂

ti faccio un esempio, in tutta la mia carriera lavorativa sono andato dai clienti solo due volte.

Io in ufficio ero comunque da solo ed essendo l'azienda di famiglia, nell'altro ufficio non avevo colleghi, ma familiari, quindi con dinamiche diverse, ma non era un lavoro che richiedeva contatti fisici esterni.

Resta il fatto che il lavoro (anche) in presenza ti abitua a gestire i conflitti personali ovvero anche con pari grado.

@Lucatermite @lavoro

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MrAnto
@Lucatermite Da persona che ha svolto entrambi (pre e durante COVID da remoto e adesso in ufficio) preferisco davvero essere in ufficio, la cosa che è cambiata è che le gente pensa che io sia reperibile H24, quindi anche fuori ufficio e ferie.....

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in reply to Oloap

@Paoblog @Lucatermite Penso che non si possa fare una regola unica per tutti. Io vivo a Vigevano ma l'azienda per cui lavoro ha sede a Modena, sarebbe un po' complicato per me fare il pendolare o il trasfertista per più giorni a settimana (a meno di un consistente aumento di stipendio). (1/2)

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in reply to Fam

Certo, la mia formazione professionale è avvenuta in precedenza ma anche qui ho dovuto imparare cose nuove, con momenti di formazione online; quindi si cresce sempre, è impossibile restare fermi se si vuole continuare a lavorare. Pensate a quale grande opportunità per il sud se le aziende del nord permettessero il telelavoro ai propri dipendenti di origine meridionale, per fare un esempio.
(2/2)
Questa voce è stata modificata (2 settimane fa)

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in reply to MrAnto

@MrAnto perdonami: questo non è un problema del lavoro remoto, ma risiede in un'insufficiente "educazione al lavoro" da parte tua e dei tuoi colleghi/clienti/fornitori 😅

@Lucatermite @lavoro

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in reply to Fam

@fumettidifam ma infatti il lavoro remoto è uno svantaggio solo per le aziende scarse; la aziende migliori, col lavoro remoto, fanno fuochi d'artificio

@Paoblog @Lucatermite @lavoro

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s1m0n4

a mio parere è difficile per alcuni tipi di personalità, più diffusi in Europa meridionale che settentrionale. Gli estroversi fanno fatica, gli introversi, invece, adorano il lavoro da remoto.

Sennò non si spiega come tantissimi progetti open source possano andare avanti con collaboratori sparsi in tutto il mondo che non si incontrano mai.

Poi bisogna anche valutare gli strumenti messi a disposizione e come il lavoro da remoto viene gestito.

Questa voce è stata modificata (2 settimane fa)

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Fam
@Lucatermite @Paoblog Ma infatti, io sostengo che non si possa fare una regola unica. Poi nulla vieta a chi è in smart working da luoghi remoti rispetto alla sede dell'azienda di trascorrere periodi di formazione o di collaborazione in azienda. Aggiungo che si possono anche creare facilmente sedi distaccate se ci sono più dipendenti che lavorano da remoto nella stessa zona. Una grande azienda non avrebbe grossi costi per aprire un piccolo ufficio.

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Fam
@Lucatermite @Paoblog Potrebbero essere uffici regionali. I dipendenti continuerebbero a lavorare da remoto a casa propria ma avrebbero un riferimento nel capoluogo di Regione, senza dover andare a Milano o a Roma. È un modello che solo le grandi aziende potrebbero sostenere, mi rendo conto, e qui si apre il problema delle dimensioni delle aziende italiane. Talvolta "piccolo è bello", spesso è un modo per svicolare a certi obblighi.

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cage

@Lucatermite
>
> @informapirata @lavoro fanno bene, lo smart working al 100% è la morte del lavoro come strumento di crescita personale,

Io invece mi dolgo della mia ancor superiore mancata crescita personale, causata dall'obbligo di dover lavorare. 😉

Ciao!
C.

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informapirata ⁂

@Lucatermite mi hai ricordato che voi Sardi, alla fine degli anni 90, grazie a Tiscali avevate una connettività migliore rispetto al 95% della popolazione italiana e L'Unione Sarda era praticamente l'unico quotidiano italiano online!

PS: approfitto della tua sardità per farti una domanda: perché l'accento di Dorgàli è diverso da quello di Tìscali?

@fumettidifam @Paoblog @lavoro

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in reply to Sabrina Web 📎

Concordo. Questa storia del ' c'è chi ne ha approfittato e per colpa loro paghiamo tutti ' è vecchia, ce la raccontano dalle elementari e non dovremmo più cascarci.

Siamo adulti. Viviamo nel Paese con gli stipendi più bassi e più fermi dell'intera Ue.
Che le aziende riescano anche a trovare scuse per togliere l'unico diritto a costo zero lo trovo un'enorme idiozia.

Questa voce è stata modificata (2 settimane fa)

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absc

Esticazzi, ce lo scriviamo?

Io la crescita personale la trovo negli amici e nelle persone care, nei libri e sí, anche nelle conversazioni su internet.

Saresti in grado di spiegare come, di preciso, essere obbligato a frequentare degli open space puzzolenti contribuirebbero alla crescita personale di una persona? A scuola non hanno imparato a studiare, queste persone? Non hanno amici al di fuori del lavoro?

Io ho un sospetto. Quando leggo di persone che scrivono di un obbligo necessario per mangiare come "luogo per sviluppare le capacitá di interazione e apprendimento", mi vengono in mente alcune opzioni:

  • Queste persone hanno sempre e solo dedicato la vita al lavoro.
  • Odiano la propria famiglia (se ne hanno una).
  • Vivono in una casa demmerda.
  • Dato il punto uno: non hanno hobbies, amici, o interessi, al di fuori del loro datore di lavoro.

Di qui, si vuole obbligare chi ha una vita al di fuori del lavoro piena e soddisfacente a fare da paicoterapeuta a gente incapace di relazionarsi con un pesce rosso.

Hint: se vuoi "imparare a relazionarti", vai al bar, prendi una birra e parla con altre persone.

Il lavoro è una transazione e se ti do dei risultati soddisfacenti, non vedo perché debba lavorare anche per migliorare l'inettitudine altrui allo studio, o alla vita sociale.

in reply to informapirata ⁂

Concordo pienamente con te ma è nel mio caso e nella tipologia di lavoro/persone con/per cui lavoro (essezialmente clinica). Ma il lavoro da remoto ha in molti casi enfatizzato questo fattore perché "tanto sei a casa" e in alcune aziende è stato così. Poi sul remoto potrei essere d'accordo ma non a casa, in un coworking, in un ufficio o in un'altra stanza, a casa è davvero non sentire il passaggio delle ore. Però è come la vedo io e per come sono fatto.
Questa voce è stata modificata (2 settimane fa)

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Lo Illetterato Lettore
@alebaffa @unruhe Io ho fatto vari colloqui negli ultimi 2/3 anni. Non ho trovato un'azienda disponibile a darmi quello che ho al momento. Vogliono tutti che il dipendente vada in ufficio, perché devono vederlo. Secondo me il problema é che troppi dirigenti non si fidano dei propri dipendenti ed é una cosa grave. C'é di più, naturalmente, come l'essere ancora fissati sulle 8 ore di lavoro, sul dover timbrare, pena una decurtazione ecc. Siamo fermi a 100 anni fa.

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in reply to Sabrina Web 📎

@sabrinaweb71 @Paoblog @alebaffa @unruhe Esatto. Avere il dipendente in ufficio é solo una scusa per nascondere l'incapacità della classe dirigente dell'azienda nella gestione delle persone.

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in reply to informapirata ⁂

@alebaffa @illetteratolettore @unruhe non credo nemmeno che la questione sia sul piano “tutti dentro o tutti fuori”, molto semplicemente si dovrebbe solo lasciare la possibilità a chi sente di poter dare il meglio da remoto di farlo e lasciare a marcire in ufficio quelli che lo amano tanto (magari per baciare meglio le chiappe del dirigente…). Sarebbe un Win-win perché io avrei la mia piccola ma grande libertà (anche di cambiare città) e il collega troglodita avrebbe meno competitors per la benevolenza del capo

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