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Il food pairing che non ti aspetti: cocktail e pizza


Tra gli ultimi trend del food pairing, l'accostamento tra pizza e cocktail sembra essr il più bizzarro. Eppure, nonostante le resistenza di qualche sparuto purista, l'accoppiamento sembra funzionare (e piacere) molto. Scopriamolo assieme!
È da diversi anni, ormai, che gli appassionati di food pairing (ossia dell'abbinamento fra cibo e bevande) stanno sperimentando le combinazioni più insolite e innovative, al di là dell'intramontabile connubio con il vino. In questo articolo, si parlerà di un nuovo trend che, da nord a sud, sta conquistando i palati di tutti, unendo alla preparazione più tradizionale e popolare che ci sia – la pizza – le raffinate creazioni dei mixologist contemporanei. Un matrimonio inaspettato, ma riuscito, che viene celebrato in diversi locali sparsi per lo stivale. Da Milano, patria dell'aperitivo, fino a Napoli dove la pizza è nata, accostare un buon cocktail a una pizza fragrante e ben condita sembra essere un'idea vincente, capace di coinvolgere chi l'assaggia in un'esperienza sensoriale a tutto tondo.


Pizza e cocktail, il nuovo trend del food pairing. Futuro della ristorazione, mix tradizione e innovazione.Pizza e cocktail: il nuovo trend del food pairing. Immagine di Dry Milano.

L'insolito connubio fra pizza e cocktail


Far dialogare armoniosamente due universi apparentemente distanti: questa è la chiave del successo del pairing fra pizza e cocktail. La pizza, nient'altro che un impasto a base di acqua, lievito e farina, condito con pochi ingredienti freschi e genuini, si presta a diventare il palcoscenico su cui far danzare aromi e sapori tra loro. Pensate – ad esempio – a una marinara, dal gusto semplice e delicato, accostata a un drink agrumato, speziato e leggermente amarognolo: l'acidità degli agrumi e i sentori di un buon bitter contribuiranno a dare complessità e profondità alla meno pretenziosa delle pizze.

Ai sapori più decisi invece, come quello della diavola o della quattro formaggi, sorprenderà l'abbinamento con con cocktail dal complesso profilo aromatico, a base di vermouth ad esempio, capaci di creare contrasti assolutamente interessanti. Queste combinazioni, per quanto potrebbero sembrare "strampalate", sono frutto della sperimentazione e della profonda conoscenza dei profili organolettici dei singoli ingredienti da parte di chef, pizzaioli e bartender esperti. E, nonostante si tratti di un pairing capace di far storcere il naso ai puristi, chiunque superi i pregiudizi iniziali scoprirà come la sinergia tra tradizione e innovazione possa trasformare un'insolita sperimentazione in una vera e propria opera d’arte culinaria.

Al di là del binomio pizza-birra


Da nord a sud, diversi sono i ristoranti in Italia che stanno proponendo con successo il pairing tra cocktail e pizza, sia con locali verticali che tramite eventi a tema, capaci di attirare molte persone, soprattutto tra le fasce più giovani. Uno degli esempi più noti è Dry Milano che, dal 2013, offre ai propri clienti un'ottima pizza, fedele alla tradizione napoletana, accompagnandola con cocktail d'autore, esaltando al massimo le materie prime e creando un esperienza unica e multisensoriale per gli ospiti. Similmente Ultra, sempre a Milano: lì, cocktail bar e pizzeria aprono e chiudono insieme (dalle 18 alle 2) permettendo di mangiare e bere in qualsiasi momento, dall'aperitivo alla cena, fino a tarda sera. «Il nostro obiettivo è creare un meal period così lungo da abbracciare un po' tutte le esigenze» dice Domenico "Dom" Carella, co-ideatore del progetto assieme a Fabrizio Margarita.

Roberta Esposito, asso dell'arte bianca campana, ha più volte promosso l'accostamento pizza-cocktail. Recentemente, durante l'omonima kermesse organizzata da Identità Golose a Milano (tenutasi dal 22 al 24 febbraio), ha raccontato durante una masterclass di come si tratti di un pairing capace di allargare – e di molto – il campo delle possibilità gustative, andando ben oltre la classica accoppiata pizza-birra. «Ad una pizza Margherita – dice la chef – con acciughe si potrebbe abbinare un Negroni con un gin al cappero per sare salinità» oppure, prosegue, «con una Margherita classica si può abbinare un gin tonic al basilico. Riguardo ai salumi, facendo l’abbinamento con una bollicina non si sbaglia mai».
Pizza e cocktail, food pairing e nuovi trend della ristorazione.La sommelier-pizzaiola Roberta Esposito, in una fotografia di Identità Golose.

La ricetta per un food pairing di successo


Per chiunque – pizzaiolo, ristoratore o bartender – voglia cimentarsi nel pairing pizza-cocktail, la prima regola è quella di sperimentare il più possibile. Innanzitutto, è indispensabile conoscere nel dettaglio tutti gli ingredienti che si sceglie di utilizzare, e per la pizza e per i drink. Una buona idea potrebbe essere quella di proporre un menù degustazione con più tranci abbinati a diversi cocktail, permettendo direttamente agli ospiti di esprimere le proprie opinioni e, sulla base dei feedback raccolti, migliorare l'offerta.

Introdurre una drink list, anche modesta, permette ad esempio di ampliare il proprio target, allungando l'orario di apertura e creando un flusso anche in altre fasce orarie, come quella dell'aperitivo o del dopocena (vedi il case study Ultra, citato nel paragrafo precedente). D'altronde, per iniziare, non è necessario investire chissà quanto. Se non si dispone del budget necessario per la realizzazione di un vero e proprio bar all'interno del proprio locale e per l'assunzione di un mixologist esperto, una buona alternativa potrebbe essere quella di appoggiarsi alla consulenza di un bartender professionista che si occupi della creazione della carta dei cocktail, così come della selezione delle etichette e della formazione iniziale dello staff.


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Mano libera


Donald Trump ha dichiarato che Israele può fare come ritiene sull’occupazione completa della Striscia di Gaza. Tra le altre notizie: le lettere e la tigre imbalsamata di Jeffrey Epstein, la battaglia del governo per abbassare gli stipendi in Toscana, e un

Martedì è stata una giornata drammatica nella Striscia di Gaza: i militari israeliani hanno ucciso più di 83 persone, tra cui 58 affamati che stavano cercando aiuti umanitari, mentre negli ospedali della Striscia sono state registrate 8 morti di fame. Altre 20 persone sono morte in un grave incidente stradale: un camion che trasportava aiuti umanitari si è ribaltato schiacciando decine di persone — oltre ai morti c’è una quantità imprecisata di feriti. Il camion si è ribaltato dopo che le IDF avevano costretto l’autista a passare per una strada dissestata. L’ufficio stampa del governo di Gaza accusa Israele dell’incidente, dicendo che i militari stanno facendo passare i camion su strade poco sicure, nel contesto di un politica per “creare caos e fame.” (Al Jazeera / WAFA / X)

La politica internazionale ha reagito alla notizia della volontà di Netanyahu di occupare tutta la Striscia di Gaza — nonostante le obiezioni delle IDF stesse — in modo variegato. Il sottosegretario generale ONU Miroslav Jenča ha dichiarato che i piani di occupazione completa di Gaza erano “profondamente allarmanti,” con il rischio di “conseguenze catastrofiche per milioni di palestinesi.” Jenča si è appellato nuovamente alle leggi internazionali, sottolineando che è chiaro che Gaza deve rimanere parte integrante di un futuro stato palestinese, e ricordando che al contrario Israele sarebbe obbligato a interrompere immediatamente (…) tutte le attività di colonizzazione, per mettere fine al più presto le occupazioni illegali. Jenča ha sottolineato che la posizione delle Nazioni Unite è che l’aggressione di Gaza non si può concludere con una “soluzione” militare. Altrettanto allarmata, la vicepresidente della Commissione europea Teresa Ribera ha descritto la proposta di Netanyahu come una “provocazione inaccettabile.” Su Bluesky Ribera ha commentato che “non ci sono scuse”: “Le richieste sono semplici e ovvie: la liberazione degli ostaggi, il cessate il fuoco, il pieno accesso agli aiuti umanitari, il pieno rispetto dei diritti umani, la trasparenza e la condanna dell’uso orribile della violenza e della fame.” La pensa in modo diametralmente opposto la persona che decide se Israele può occupare Gaza o meno: parlando con la stampa Donald Trump ha dichiarato — falsamente — che gli Stati Uniti si stavano concentrando sul cercare di mettere fine alla carestia, e poi ha aggiunto che riguardo all’occupazione completa della Striscia “più o meno dipende da Israele.” (the Times of Israel / UN News / POLITICO / the Times of Israel)

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L'estate sta iniziando


Questo giugno sta volgendo al termine e la mia attività di roleplayer continua ad andare molto a rilento.

Tempo fa ho riesumato un po’ di cose abbandonate in un “cassetto”, tra cui un progetto su cui ho lavorato l’anno scorso e in cui ho trovato alcune buone idee: è un gioco derivato da Messerspiel per giocare in modalità "Cthulhu" nella Londra vittoriana…), ma è di fatto tutta roba che non è mai stata sottoposta a uno straccio di playtest e, pertanto, non intendo condividerla pubblicamente (almeno per adesso).

L’idea del bestiario per Dungeonauta(annunciata qui) non è stata abbandonata, ma tutto è praticamente fermo dov’era, a prendere un po’ di polvere.

Per il momento, in attesa anche di novità sul fronte Mazes (non dovrebbe mancare ormai molto all’uscita di City of Skull!), questo è tutto.


Buon gioco!

Questa voce è stata modificata (1 mese fa)


Dopo tanto lavoro, Ghost ha finalmente attivato la federazione Activitypub (e non solo). Ma quali sono le newsletter e i blog italiani basati su #Ghost?

@Discussioni sul Fediverso italiano

Al momento questi sono quelli che abbiamo censito e che ricondividiamo per tutti gli interessati:

1) oradecima by Martino Wong: @oradecima by Martino Wong
2) Dungeonauta: @Dungeonauta
3) Monryse: @MonRyse
4) Mindthechart Intelligence: @MindTheChart Intelligence
5) Restworld: @Restworld Blog
6) Il Blog di Davide Benesso: @Davide Benesso: curiosità e automiglioramento
7) Gaming Review: @GamingReview.it
8) WPC Tech: @WPC Tech
9) The Submarine: @The Submarine
10) Manolo Macchetta: @Manolo Macchetta
11) Flavio Pintarelli: @Flavio Pintarelli | Writer & Strategist
12) Giovanni Bertagna: @Giovanni Bertagna - Blog

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in reply to Salvatore Noschese 🇮🇹

Peccato, è davvero magnifico. E l'impatto dopo Wordpress è disarmante. Prendi un Vps, e fai tutto da lì.
E' più semplice a farsi che a dirsi.
in reply to Zone di Transizione

sinceramente avrò poco più di 100 utenti al giorno e WordPress lo conosco abbastanza bene ormai (ci ho sviluppato anche qualche plugin). Ricominciare da zero, passare ad una vps, vuol dire spendere di più e dover re-imparare tutto da zero 😅
Questa voce è stata modificata (2 settimane fa)