Lo scambio dei prigionieri
Questa mattina è iniziato ufficialmente lo scambio di prigionieri tra Israele ed Hamas: i primi 7 prigionieri israeliani che erano ancora a Gaza sono stati consegnati dal gruppo alla Croce rossa, che ha agito da intermediario per consegnarli ai militari israeliani. Nel frattempo, 1.966 prigionieri palestinesi sono stati rilasciati dalle carceri israeliane, e sono attesi nella Striscia di Gaza, dove saranno accolti in una manifestazione dietro l’ospedale Nasser di Khan Yunis. Si tratta di un processo delicatissimo, durante il quale Israele programma di avere pieno controllo mediatico: la manifestazione dietro il Nasser avviene nonostante le IDF nelle scorse ore abbiamo distribuito volantini in una serie di raid delle case dei prigionieri, minacciandoli di rappresaglie nel caso prendano parte a “manifestazioni a sostegno di organizzazioni terroristiche”: “Chiunque prenda parte a tali attività si espone a interrogatori, punizioni e arresti. Siete stati avvisati: vi stiamo osservando con massima attenzione.” Il caporedattore esteri di Sky News riporta che le IDF hanno vietato alla stampa di intervistare le famiglie dei prigionieri palestinesi liberati, mentre ovviamente “tutta la potenza della macchina israeliana delle PR verrà dispiegata nei prossimi giorni” per coprire la liberazione degli ostaggi e la visita di Trump. (Al Jazeera Mubasher / Quds Online / X)
A Gaza si continua a morire: il giornalista palestinese Saleh Al-Jafarawi è stato ucciso a colpi di arma da fuoco da “miliziani affiliati con le forze di occupazione,” secondo la ricostruzione del ministero dell’Interno di Gaza. Al-Jafarawi era uno dei giornalisti ancora attivi da Gaza più riconoscibili, grazie ai tanti video che pubblicava su Instagram. Un suo video in cui dava la notizia dell’accordo per il cessate il fuoco era circolato molto solo pochi giorni fa. Nelle scorse ore sono stati riportati diversi episodi di scontri tra personale del ministero dell’Interno di Gaza e gruppi armati, un’anticipazione di quelli che saranno inevitabilmente mesi caotici e pericolosi nella Striscia di Gaza. Lo ha ammesso persino Donald Trump, che in una completa inversione di retorica rispetto a pochi giorni fa, ha detto che per gli Stati Uniti è “comprensibile” non solo che Hamas non si disarmi, ma che si riarmi, “per istituirsi come forza di polizia palestinese,” ma anche per “sparare ai rivali.” “Hanno perso circa 60.000 persone. E quelli che sono vivi adesso erano, in molti casi, molto giovani quando tutto questo è iniziato,” ha spiegato Trump parlando con i giornalisti. “Stiamo facendo in modo che non ci siano più grandi crimini, o alcuni dei problemi che si verificano in aree come questa, che sono state letteralmente demolite.” “Quasi 2 milioni di persone stanno tornando a ricostruire edifici che sono stati demoliti. Possono succedere molte cose brutte. Quindi vogliamo che ci sia sicurezza.” (the New Arab / Instagram / X)
Correspondent claims: "Hamas is rearming itself as a police force, shooting rivals. What's the message to Hamas?"Because they want to stop the problems. They have been open about it. And we gave them an approval for a period of time..."pic.twitter.com/c7inbA2ZWD
— Abubaker Abed (@AbubakerAbedW) October 13, 2025
Parlando con Al Jazeera Mubasher, Mohammed Nazzal, dell’ufficio politico di Hamas, ha confermato che il gruppo non sarà presente al “summit per la pace” di Sharm. Nazzal ha spiegato che la trattativa a porte chiuse continua a essere molto tesa, e che il gruppo stesso “non ha chiesto di essere rappresentato” all’evento, per “non creare situazioni imbarazzanti per nessuno.” Nazzal spiega che in ogni caso il gruppo resta “l’attore principale sul campo,” anche se non sarà presente alla celebrazione di oggi, dove non dovrebbe esserci nessuna cerimonia di firme, perché l’accordo è già stato firmato da diversi giorni. (Al Jazeera Mubasher)
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Lo scambio dei prigionieri
È iniziato lo scambio dei prigionieri tra Hamas e Israele, mentre dietro la teatralità di Trump continua la trattativa.Alessandro Massone (The Submarine)
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