Firenze. Una tahina per Enrico Fink
2 milioni di ostaggi
Israele vero terrorista
Non sempre le vernici a spruzzino servono alla demenziale metastasi delle tags.
Qualcuno, pare incredibile, le usa ancora per scrivere cose di senso compiuto.
Questa scritta è comparsa nel giugno 2025 al Polo della Memoria di San Rossore, dove un monumento ricorda docenti e studenti cacciati dall'Università per le leggi razziali del 1938.
I due milioni di ostaggi sono i prigionieri di Gaza, immenso carcere a cielo aperto. Un laboratorio permanente dell'avanguardia tecnologica della repressione, in cui lo stato sionista ha collaudato per decenni metodi e armamenti destinati anche a essere esportati con imparzialità e guadagno.
Una realtà messa rudemente in discussione da Hamas il 7 ottobre 2022.
Solo che il 7 ottobre 2022 nessuno si è alzato una mattina con l'inedito proposito di fare scempio gratuito di civili nello stato sionista, di sbaraccarne i rave con un'efficienza che il governo di Roma può solo invidiare e di portarsi via ostaggi a decine.
In due parole, il mondo non è iniziato il 7 ottobre. Non c'è hasbara' che tenga.
Tocca ricordarlo anche al fiorentino Enrico Fink, che tra le altre cose è fisico, musicista, scrittore e presidente della locale comunità ebraica -dunque non proprio un individuo dal peso trascurabile- e che ha affrontato la questione sul Libro dei Ceffi.
In questa sede nessuno fa il paladino degli oppressi, i boicottaggi sono gli stessi da almeno vent'anni, macchine fotografiche e tastiere obbediscono alla fondata convinzione che gli ebrei siano una cosa e lo stato sionista un'altra, ed è proprio per questo che nessuno augura al signor Fink una nuotata in liquidi sgradevoli.
Pare che lo stato sionista, che ha una decina di milioni di abitanti, abbia speso qualcosa come sessantasette miliardi di dollari per fare di Gaza un inferno ancora più inferno di quello che era. Ammettendo cinquantamila vittime e contando solo quelle, lo stato sionista avrebbe speso oltre un milione per ogni morto: molte volte la cifra che sarebbe stata necessaria per far vivere senza patemi ogni vittima e la sua famiglia per almeno tre generazioni. Una somma che qualcuno dovrà pur corrispondere all'erario, visto che sulla generosità d'oltre oceano si potrà fare affidamento fino a un certo punto. Dato che il sostegno alle iniziative dell'esecutivo pare sia stato e sia a tutt'oggi estremamente robusto e animato da un sincero entusiasmo e che le critiche prevalenti taccino anzi il governo sionista di eccessiva benevolenza, non meraviglia il fatto che fuori dallo stato sionista le persone serie e meno portate al suprematismo e al might is right oggi diventati la regola siano portate a generalizzare e a trarre conclusioni per niente diplomatiche.
Tuttavia non intendiamo rinforzare il coro di chi boicotta, disinveste e sanziona; si rischia, tra l'altro, di sovraesporre l'argomento e di ottenere l'effetto contrario. Anziché invitare a boicottare i datteri e la tehina prodotti nello stato sionista invitiamo quindi i nostri lettori a nonboicottare i datteri e la tehina prodotti altrove, come la tahina della foto che viene dalla Repubblica del Libano. Qualità eccellente, packaging al passo coi tempi, prezzo e formato di sicuro interesse rispetto alle controparti prodotte nello stato sionista. Il nostro fornitore a Firenze è la macelleria halal di Via dei Neri, dove si trovano anche prodotti palestinesi ed egiziani e di cui molti esponenti della Firenze Che Non Conta sono buoni cliente da anni.
La propaganda nelle strade di Firenze. Emanuele Cocollini (neanche della Lega) e la lobby pro vita e famiglia
"Pro vita e famiglia" è una conventicola che agisce come lobby nello stato che occupa la penisola italiana e delle cui istanze poco o nulla interessa in questa sede.
Interessa invece il fatto che la sua propaganda abbia trovato in Emanuele Cocollini -un consigliere comunale che è riuscito persino a farsi cacciare dalla Lega e che ha bucato i media solo quando si è fatto ritirare la patente di guida per essersi comportato come un avanzo di apericena qualsiasi- un difensore nell'amministrazione fiorentina.
Cocollini non ha apprezzato la scarsa visibilità che la propaganda di questa lobby ha avuto a Firenze. Un problema pluridecennale per chi intende imporre in città contenuti e messaggi prodotti altrove, specie se molto lontani dal clima politico che ancora -per fortuna- vi si respira, e che anche nei casi meglio riusciti riescono a farne considerare i diffusori come totalmente estranei alla realtà fiorentina.
Altre iniziative dello stesso genere non hanno avuto gli stessi problemi, come dimostra la foto a corredo. La definizione di genocidio per quanto sta accadendo a Gaza è senz'altro discutibile. Indiscutibile, invece, è l'impopolarita che lo stato sionista -nato da una impresa coloniale e sviluppatosi come stato di apartheid- ha riscosso, riscuote e continuerà a riscuotere presso moltissime persone serie di Firenze.