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Il controsenso


Nel mio nuovissimo e ancora acerbo viaggio nel Fediverso, accompagnato da una rapida degooglizzazione, ho notato diversi commenti e discussioni e articoli dove i problemi sembrano i seguenti:
- Non ho abbastanza seguito.
- Non ho abbastanza notorietà.
- Non ci sono milioni di persone che potrebbero seguirmi o apprezzarmi.
- Non ho una lista contatti abbastanza lunga o facilmente formata.
- È più diffile da approcciare e capire.
...
Non ho capito: si è sul fediverso per una scelta più etica e per contenuti non casuali ma ricercati o direttamente creati, o per altra pappa pronta insapore, articoli clickbait e una massa di gente che sbircia i fatti vostri senza reale interesse?
Facebook (come altre piattaforme da milioni di utenti) è, per la maggiorparte, per chi si impiccia, non per chi si informa. Per chi copia e si uniforma non per chi crea dal nuovo. Lo dimostrano praticamente tutti i post, soprattutto quelli di articoli, dove le persone si soffermano sul titolo e la immagine prima di avviare liti e non discussioni (differenza importante).
Facebook ha una media di recensioni da 3 su 5 se non meno, non è un buon prodotto.
Quantità non è qualità. Questa frase vale per il numero di persone che scaricano una app, anche per il numero di contatti personali.
Qui non si guadagnano soldi se si hanno tante persone, non ci sono moderatori automatici fallimentari che permettono la ressa di miliardi di utenti. A meno che si voglia ricreare lo stesso schifo, bisogna creare, invitare, informare chi vuole essere informato e cambiare aria e vita, non concentrarsi sulla gara a chi ha più numeri.
Che un prodotto sia quello di migliore qualità non rende automatico che sia quello più popolare, non vale mai così, le catene di marchi di ristorazione e vestiario ce lo hanno insegnato. Mai dare per scontato che tutte le persone sappiano riconoscere qualcosa di realmente migliore, spesso entrano in gioco diversi fattori come il fatto che fanno le stesse cose da decenni.