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Solidarietà ad Antonella Bundu: basta odio, basta razzismo


Esprimiamo piena solidarietà ad Antonella Bundu, candidata presidente della Regione Toscana per Toscana Rossa, destinataria di un attacco ignobile e razzista su X. Con Antonella ci legano anni di attivismo e battaglie comuni portate avanti a Firenze, nel solco dei diritti, della giustizia sociale e dell’uguaglianza.

Quello che Antonella denuncia è l’ennesima dimostrazione di quanto in Italia persista un linguaggio d’odio che attinge a stereotipi coloniali, xenofobi, sessisti, omolesbobitrasfobici, alimentando un clima tossico che mina la nostra democrazia.

Quando una donna, nata e cresciuta a Firenze, viene definita “non italiana” o destinataria di insulti come “torna in Africa”, non siamo di fronte solo a un’offesa personale, ma a un attacco alla cittadinanza, alla Costituzione e ai valori antifascisti su cui la nostra Repubblica è fondata.

Non è tollerabile che nel nostro Paese trovino ancora spazio politico e mediatico formazioni, simboli e linguaggi che richiamano direttamente al fascismo. Lo ribadiamo con chiarezza, come fatto in tutti questi anni e unendoci ad Antonella: ogni organizzazione che si richiami al fascismo deve essere sciolta, così come previsto dalla Costituzione e dalle leggi vigenti.

Come Possibile abbiamo scelto di sostenere Antonella e la lista Toscana Rossa, e denunciamo con forza questo clima di violenza politica e razzista e rilanciamo la necessità di un impegno comune, istituzionale e sociale, contro l’odio e contro ogni forma di discriminazione. Non esistono più vie di mezzo, scuse o alibi, o ci si dichiara tuttә antifasciste o non lo si è.

Difendere Antonella significa difendere la Toscana e l’Italia che credono nella dignità di tuttә, nella giustizia sociale, nell’uguaglianza. È una responsabilità collettiva che riguarda ogni cittadina e cittadino, e in primo luogo le istituzioni.

Francesca Druetti, Gianmarco Capogna, Toscana Possibile

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Solidarietà ad Antonella Bundu: basta odio, basta razzismo
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Difendere Antonella significa difendere la Toscana e l’Italia che credono nella dignità di tuttә, nella giustizia sociale, nell’uguaglianza. È una responsabilità collettiva che riguarda ogni cittadina e cittadino, e in primo luogo le istituzioni.

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In "uno studio pubblicato lo scorso 22 agosto sulla rivista Science Advances, si legge che l’inquinamento atmosferico causato dalle attività petrolifere e del gas è responsabile di circa 91.000 decessi e di oltre 10.000 nascite premature ogni anno negli Stati Uniti".
Marianna Lentini, Capitalismo feroce
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1,3 milioni in condizione di povertà: non è più emergenza, è una condizione strutturale.

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Povertà educativa: un costo sociale ed economico da 48 mld di PIL

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"Andare camminare lavorare
Andare a spada tratta
Banda di timidi, di incoscienti, di indebitati, di disperati
Niente scoramenti, andiamo
Andiamo a lavorare
Andare camminare lavorare"
(Piero Ciampi)

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Il mio nuovo libro
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Druetti al corteo del Leoncavallo: vicenda vergognosa, Piantedosi uccide la socialità


“La risposta di Milano allo sgombero del Leoncavallo è stata forte e importante. Uno sgombero organizzato in gran fretta dal governo, un segnale per i propri elettori e per tutti quelli che confondono la sicurezza delle città con la soppressione di ogni spazio di confronto e di discussione libera. Un’idea di città che si basa sulla condivisione e la socialità e non sul profitto.”

Lo dichiara la segretaria nazionale di Possibile Francesca Druetti, oggi in piazza insieme ai comitati locali di Possibile Milano.

“Con lo sgombero voluto da Meloni e Piantedosi — continua Druetti — Milano è diventata più povera. Si è perso un pezzo di vita della città, un presidio di cura delle persone e del territorio. Le persone che erano in piazza oggi hanno dato un segnale di rimando al governo, portando la nostra enorme solidarietà a chi ha animato quello spazio nei suoi decenni di storia, a chi ha organizzato corsi, laboratori, scuole, concerti.”

“La repressione — conclude Druetti — è l’unico vero credo di questo governo, come dimostrano la vicenda del DDL Sicurezza, gli inasprimenti delle pene per chi protesta, la gestione muscolare delle piazze, quello che avviene all’interno delle carceri.

Una visione a cui ci opponiamo con tutta la nostra forza, mentre lottiamo per una città ospitale, inclusiva, che pensi alla qualità della vita, l’ambiente e l’erogazione di servizi essenziali e non alla speculazione immobiliare e al profitto a tutti i costi.”

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Druetti al corteo del Leoncavallo: vicenda vergognosa, Piantedosi uccide la socialità
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"La repressione è l'unico vero credo di questo governo, come dimostrano la vicenda del DDL Sicurezza, gli inasprimenti delle pene per chi protesta, la gestione muscolare


Druetti: su Gaza e Israele i potenti sono muti, parole di Ceferin confermano quanto sapevamo


“Le parole del Presidente UEFA Ceferin sui motivi per cui Israele non viene esclusa dalle competizioni internazionali confermano quello che già sapevamo: su Gaza e il genocidio messo in atto da Israele i potenti del mondo sono muti.”

Lo dichiara la Segretaria Nazionale di Possibile Francesca Druetti, che insieme ad Andrea di Lenardo ha lanciato nelle scorse settimane una petizione, Stop The Game, che chiede che Italia-Israele (in programma il 14 ottobre a Udine) non si giochi e che ha raggiunto più di 20.000 firme. La petizione può essere firmata su www.possibile.com/unafirmaper.

“Ceferin — continua Druetti — sostiene che la Russia sia stata esclusa dalle competizioni internazionali per una forte pressione politica, mentre con Israele non sta avvenendo la stessa cosa, c’è solo una pressione della società civile. È una dichiarazione pavida, perché la UEFA potrebbe decidere in autonomia di sospendere almeno le squadre di club israeliane dalle sue competizioni, ma è una dichiarazione che descrive perfettamente i motivi per cui le bombe su scuole e ospedali, la carestia imposta alla popolazione palestinese, l’occupazione del territorio palestinese proseguono indisturbati da tanto tempo.”

“Con Possibile — conclude Druetti — siamo al fianco della società civile che continua a insistere perché Israele venga escluso dai Mondiali di Calcio e dalle altre competizioni. Continuiamo a insistere perché la Federazione Italiana Gioco Calcio raccolga l’appello di Renzo Ulivieri e della Associazione Italiana Allenatori Calcio, perché vengano ascoltate le decine di migliaia di persone che hanno firmato la nostra petizione. Di fronte a questo sta accadendo, c’è bisogno di una presa di posizione forte da parte di tutti i mondi, compreso quello dello sport.”

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Druetti: su Gaza e Israele i potenti sono muti, parole di Ceferin confermano quanto sapevamo
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Ceferin - continua Druetti - sostiene che la Russia sia stata esclusa dalle competizioni internazionali per una forte pressione politica, mentre con


Druetti (Pos): Tajani sbaglia su Global Sumud Flotilla, non può dire che l’iniziativa è inopportuna
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Le parole di Tajani sono appunto inopportune. Perché l'iniziativa della Global Sumud Flotilla andrebbe semplicemente sostenuta dal nostro


Druetti (Pos): Tajani sbaglia su Global Sumud Flotilla, non può dire che l’iniziativa è inopportuna
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Le parole di Tajani sono appunto inopportune. Perché l'iniziativa della Global Sumud Flotilla andrebbe semplicemente sostenuta dal nostro


Druetti (Pos): Tajani sbaglia su Global Sumud Flotilla, non può dire che l’iniziativa è inopportuna


“Le parole di Tajani sulla Global Sumud Flotilla sono deludenti, anche se non sorprendono viste le posizioni del nostro governo.” Lo dichiara la Segretaria Nazionale di Possibile Francesca Druetti, commentando la dichiarazione del ministro degli esteri secondo cui gli attivisti delle navi in partenza verso Gaza “non sono terroristi, ma si può dire di non essere d’accordo, che si tratti di iniziative inopportune.”
“Le parole di Tajani” — continua Druetti — sono appunto inopportune. Perché l’iniziativa della Global Sumud Flotilla andrebbe semplicemente sostenuta dal nostro governo. Perché i quattro obiettivi della spedizione (lo stop all’assedio, lo stop alla fame usata come arma, lo stop alla disumanizzazione della popolazione palestinese, lo stop al genocidio) non dovrebbero nemmeno essere oggetto di dibattito, ma la posizione minima di umanità da cui partire per trovare una soluzione politica e diplomatica.

“Di fronte a quanto succede ogni giorno a Gaza — conclude Druetti — alle decine di morti ogni giorno, alla carestia imposta da uno Stato contro cui continuiamo a vendere armi e a offrire supporto internazionale, l’invito alla moderazione di Tajani a Ben Gvir (che aveva minacciato di trattare gli attivisti alla stregua di terroristi una volta arrivati sulle coste di Gaza) è semplicemente ridicolo. Continuiamo a sostenere, in ogni modo, la Global Sumud Flotilla. Quando arriverà a destinazione, saremo tutte e tutti chiamati a mobilitarci, con i nostri corpi e con la pressione istituzionale.”

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Druetti (Possibile): parole di Ben Gvir su Global Sumud Flotilla inaccettabili, il terrorista è lui


“Le parole di Ben Gvir sono inaccettabili. I veri terroristi sono le persone che fanno dichiarazioni del genere contro un’iniziativa nata per rompere un blocco via mare illegale e portare sollievo e aiuto alla popolazione di Gaza.”

Lo dichiara Francesca Druetti, Segretaria Nazionale di Possibile, in risposta al ministro israeliano, che oggi ha detto che gli attivisti della Global Sumud Flotilla saranno trattati “come terroristi”.

“Chiamare tutti terroristi, bambini compresi, è il modus operandi adottato fin qui. Non ci stupisce, quindi, che ricadano nella definizione anche persone che portano aiuti umanitari per passare un blocco illegale che affama un’intera popolazione. La Global Sumud Flotilla, invece, va ringraziata. Perché forzare il blocco agli aiuti umanitari è fondamentale, dopo anni in cui le iniziative contro il genocidio hanno sbattuto contro un muro fatto di propaganda, denaro, invii di armi e campagne stampa a senso unico. Quando la Global Sumud Flotilla arriverà sulle coste di Gaza, saremo tutte e tutti chiamati a mobilitarci, con i nostri corpi e con la pressione istituzionale. Le dichiarazioni, e soprattutto le azioni del nostro governo, continuano a essere scarse e inefficaci.

Le istituzioni italiane ed europee — conclude Druetti — scelgano di stare dalla parte giusta della Storia.”

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Druetti (Possibile): parole di Ben Gvir su Global Sumud Flotilla inaccettabili, il terrorista è lui
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Le parole di Ben Gvir sono inaccettabili. I veri terroristi sono le persone che fanno dichiarazioni del genere contro un'iniziativa nata


Druetti (Possibile): iniziativa Sumud Flotilla è fondamentale, la migliore risposta alla complicità del nostro governo nel genocidio


“La partenza della Global Sumud Flotilla di domani da Genova è una risposta fondamentale al genocidio in corso a Gaza e alla complicità del nostro governo.”

Lo dichiara la segretaria nazionale di Possibile Francesca Druetti, che oggi è intervenuta a Genova, nella sede di Music For Peace, durante le iniziative legate alla partenza della missione internazionale per forzare il blocco degli aiuti umanitari a Gaza e portare sollievo alla popolazione civile.

“È bello — continua Druetti — vedere e poter sostenere la mobilitazione di questi giorni. Dopo anni in cui tutti noi abbiamo avuto prima o poi la sensazione di contrastare qualcosa di tanto più grande e di inamovibile, in cui la strada della politica o è mancata del tutto o è finita a fare muro contro muro dove l’altro muro è fatto di propaganda, di denaro, di invii di armi, di interi governi e di campagne stampa a senso unico. Adesso Meloni dice che “israele ha superato il limite”, ecco, ammesso che esistesse, questo limite da superare, lo ha superato con la complicità del nostro governo.”

“Se — conclude Druetti — troviamo inaccettabile che Israele, tra le altre cose, spari sulle persone che aspettano il cibo, dobbiamo smettere di vendergli le armi per farlo. Stessa cosa con gli ospedali, con dentro i giornalisti. Se troviamo inaccettabile che Israele si senta al di sopra del diritto internazionale, dell’onu, dell’umanità minima che bisognerebbe avere, dobbiamo smettere di avere rapporti con loro a tutti i livelli: le aziende, le università, i rapporti commerciali. Le dichiarazioni tardive di Meloni sono inutili, se non cambia qualcosa nelle azioni del governo.”

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Druetti (Possibile): iniziativa Sumud Flotilla è fondamentale, la migliore risposta alla complicità del nostro governo nel genocidio
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Se - conclude Druetti - troviamo

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Stop the game: 20.000 firme per dire no a Italia-Israele
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Se nonostante le richieste della politica, della cittadinanza, dell’AIAC (Associazione Italiana Allenatori Calcio) la partita si giocherà lo stesso, il 14 ottobre saremo in piazza a Udine alla manifestazione di protesta, organizzata dal Comitato per la Palestina di Udine, della Comunità Palestinese del Friuli


Stop the game: 20.000 firme per dire no a Italia-Israele


Stop the game: più di 20MILA firme per dire no a Italia-Israele raccolte dalla petizione che abbiamo lanciato ad agosto su bit.ly/noitaliaisraele, mentre il genocidio non si ferma e il governo italiano fa quadrato intorno alla partita.

La difesa dei ministri Abodi e Salvini che negli ultimi giorni hanno blindato la partita Italia-Israele in programma a Udine il 14 ottobre non è che un tassello, e nemmeno il più grave, del sostegno del governo italiano a Israele, che resta incrollabile.

Non il più grave, perché l’Italia non ha intenzione di smettere di inviare armi a Israele, nonostante le vuote e tardive dichiarazioni di Meloni su Israele che avrebbe “superato ogni limite”. Forse Meloni e i suoi ministri non si rendono conto che questo limite, se mai è esistito, è stato superato con la complicità dell’Italia, della sua politica estera e dei suoi voti e astensioni in Europa.

Eppure, mentre le vittime palestinesi continuano a crescere di giorno in giorno, mentre Gaza è ridotta in macerie e le code per il cibo sono solo delle trappole per sparare sulla popolazione ridotta alla fame, che il calcio vada avanti come se nulla fosse è particolarmente inaccettabile. Che lo sport sia ridotto a strumento di propaganda e di normalizzazione del genocidio è insopportabile, e che succeda a casa nostra, nei nostri stadi, è intollerabile.

Delle oltre 60.000 vittime palestinesi identificate, più di 600 sono atlete e atleti.

Il 27 agosto l’esercito israeliano ha ucciso a colpi d’arma da fuoco il mezzofondista palestinese Allam Abdullah Al-Amour mentre, promessa dell’atletica palestinese e internazionale, nei pressi di un centro di distribuzione di aiuti a sud di Khan Younis, a sud della Striscia di Gaza.

All’inizio di agosto è stato ucciso mentre era in coda per il cibo il più famoso calciatore palestinese, Suleiman Al Obeid, soprannominato il Pelè palestinese. La sua famiglia e tutta la popolazione palestinese sopravvivono giorno per giorno in condizioni insostenibili: giocare questa partita è un’offesa alla memoria delle vittime, alla giustizia e allo sport stesso.

Se nonostante le richieste della politica, della cittadinanza, dell’AIAC (Associazione Italiana Allenatori Calcio) la partita si giocherà lo stesso, il 14 ottobre saremo in piazza a Udine alla manifestazione di protesta, organizzata dal Comitato per la Palestina di Udine, della Comunità Palestinese del Friuli e del Veneto, da Salaam Ragazzi dell’Olivo e da Calcio e Rivoluzione, a cui hanno già aderito più di 200 associazioni per dire ancora una volta no sport-washing e stop al genocidio.

Francesca Druetti (Segretaria di Possibile)

Andrea di Lenardo (Capogruppo Alleanza Verdi e Sinistra — Possibile in Consiglio comunale a Udine)

Serena Pellegrino (Consigliera regionale Alleanza Verdi e Sinistra in FVG)

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Possibile sostiene la Global Sumud Flotilla
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Il 31 agosto e il 4 settembre 2025, una flottiglia internazionale, la Global Sumud Flotilla, salperà da Spagna, Tunisia e altri porti del Mediterraneo, con una sola rotta: verso Gaza. C'è bisogno di tutto il sostegno possibile: dona, condividi, mobilitati.
L'articolo Possibile sostiene la Global Sumud


Possibile sostiene la Global Sumud Flotilla


Il 31 agosto e il 4 settembre 2025, una flottiglia internazionale, la Global Sumud Flotilla, salperà da Spagna, Tunisia e altri porti del Mediterraneo, con una sola rotta: verso Gaza.

Decine di imbarcazioni da oltre 44 Paesi unite in una missione civile per rompere l’assedio illegale imposto al popolo Palestinese.

A bordo: medici, avvocati, giornalisti, artisti e attivisti.
Non solo aiuti: presenza civile internazionale per denunciare crimini e testimoniare resistenza.

Un’intercettazione da parte di Israele sarebbe pirateria, una violazione del diritto internazionale.

La missione GSF chiede:
🔹 Stop all’assedio
🔹 Stop alla fame usata come arma
🔹 Stop alla disumanizzazione
🔹 Stop al genocidio

Unisciti. Condividi. Mobilitati.

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Il genocidio del popolo palestinese è il volto più evidente dell’imperialismo coloniale


C’è un filo rosso che collega luoghi e tempi distanti nella Storia come l’Irlanda, gli Stati Uniti, l’Australia, il Sud Africa e Israele, un filo che lo storico sudafricano Leonard Thompson ha definito come “mito politico”.

Nel suo libro The political Mythology of Apartheid (1985) lo storico analizza il sistema sudafricano dell’Apartheid e tramite ciò arriva a definire il mito politico come quella “narrazione del passato atta a legittimare o screditare un sistema politico”, più narrazioni unite e atte a rafforzarsi reciprocamente formano, poi, la mitologia politica.

Nel libro, Thompson parla del Sud Africa e dell’avvento dei cosiddetti afrikaner, i primi colonizzatori europei bianchi provenienti dai Paesi Bassi. Per legittimare la loro presenza, infatti, i coloni affermavano fondamentalmente due principi: prima di tutto che i popoli africani fossero presenti da poco in Sud Africa e in seconda battuta che, data la prima affermazione, fossero pochi e quindi selvaggi.

Quest’ultima affermazione, ossia poche persone equivale a essere selvaggi, era stata alla base del ragionamento di un altro storico sudafricano: Francis Jennings. Jennings, che scriveva nel 1975 il suo The Invasion of Americas: Indians, Colonialism and the Cant of Conquest, affermava che il mito politico serviva a “mettere a tacere gli scrupoli morali circa gli eventi passati” e quanto riportato sopra era utile a ciò.

Assieme a lui, anche Robert Berkhofer giunse alla stessa conclusione: “L’immagine del selvaggio serve a razionalizzare la conquista europea”.

Sia Jennings che Berkhofer ragionavano sulla colonizzazione delle Americhe, ma è evidente come questo pensiero possa essere applicato anche in altri contesti, in particolare in quello palestinese. Sarà Edward Said che facendo riferimento a questi studi, infatti, nel suo The Question of Palestine del 1979 chiamò “epistemologia morale dell’imperialismo” quello che potremmo definire come l’inesistente limite morale dei colonizzatori che iniziava, secondo lo scrittore, già con quell’azione definita “annientamento della conoscenza”, ossia la cancellazione della Storia dei popoli indigeni dalle storie ufficiali dei Paesi nati dall’Imperialismo, come ad esempio Israele e gli Stati Uniti stessi.

Una definizione di ciò molto “poetica” viene da Paul Carter che scrisse che i popoli nativi, questa volta riferito agli aborigeni australiani, erano spesso trattati alla stregua della flora e della fauna e quindi “consegnati alla categoria delle informazioni generali […] che abitano il degno dell’eccetera”.

Tutto questo ci mette davanti alla deumanizzazione completa dei Palestinesi che il Sionismo sta compiendo quotidianamente tramite informazioni falsate, narrazioni volutamente propagandistiche e, aggiungo, anche necessariamente tali per riuscire ad unire l’opinione pubblica. Come scriveva Frantz Fanton, “Il colonialista […] arriva al punto di non riuscire più a immaginare che ci sia stato un tempo senza di lui. La sua irruzione nella storia del popolo colonizzato è idealizzata, trasformata in una necessità assoluta”.

Da questo deriva la visione di Israele come salvatore dei fondamenti democratici nei territori del Medio Oriente, nonostante le reiterate violazioni dei diritti umani sui cittadini palestinesi. A ciò va aggiunta la riflessione di Said sul fatto che il gruppo colonizzatore si assume il ruolo di vittima: la madrepatria europea dei coloni è l’oppressore mentre loro perseguono pace e libertà.

Ora, legando tutto questo ragionamento alla propaganda sionista e letta all’interno della questione del genocidio palestinese, capiamo come questo filo rosso non sia nient’altro che il volto più evidente dell’imperialismo coloniale.

Thomas Predieri

(Su www.possibile.com/unafirmaper puoi firmare la petizione per chiedere che Italia-Israele, in programma il 14 ottobre a Udine, non venga disputata.)

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Il genocidio del popolo palestinese è il volto più evidente dell’imperialismo coloniale
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Da questo deriva la visione di Israele come salvatore dei fondamenti democratici nei territori del Medio Oriente, nonostante le reiterate violazioni dei diritti umani

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