Donald Trump has reportedly spent about $71m in taxpayer-funded costs on golfing during his second term, and if his current pace continues, that total could reach $300m by the end of his term.

According to a HuffPost analysis, Trump’s latest visit, on Wednesday, marked his 16th trip to Mar-a-Lago this year, with each trip costing $3.4m in travel and security.

If Trump makes two more trips to Mar-a-Lago in December, his 2025 golf costs would surpass $75m, putting his total for the term over $300m, the outlet said.

During his first term, Trump spent $151.5m in taxpayer-funded golf travel and security.

Trump’s golf trips have cost taxpayers $71M since January and could eventually top staggering $300M, report says

President spent $151.5 million in taxpayer-funded golf travel and security in his first presidential term

^{Erin Keller (The Independent)}

https://www.news18.com/world/afraid-of-being-arrested-tucker-carlson-challenges-piers-morgan-to-say-anti-gay-slur-faggot-ws-kl-9736040.html

La partecipazione al WordCamp Pisa 2025 è stata una esperienza costruttiva di networking; peccato per l’assenza di Gifter, solo @elettrona era coinvolta in prima persona.

Niente contributor day

A differenza del WordCamp Verona 2023, nel 2025 non c’è stata la partecipazione da parte della delegazione Mondo Positivo al Contributor Day, quella giornata in cui ci si incontra in presenza fra chi fa “il lavoro sporco” in WordPress. Temi, funzionalità, traduzioni, correzione di errori. Pazienza.

Il venerdì sera invece si è tenuto il social event, una cena in un pub dove naturalmente si è mangiato come maiali e chiacchierato con nuovi e vecchi (vecchissimi) amici.

Nessuno di noi due è riuscito a sentirsi tutti i talk – Elettrona impegnata a preparare il suo, Gifter a lavoro da un cliente.

Ma la diretta del WordCamp è disponibile nel canale YouTube “WordPress Community Italia”.

ActivityPub: WordPress alla conquista del mondo

Pubblichiamo qui i concetti base espressi nell’evento (mezz’oretta di talk). Inseriremo il link al video dal sito dei WordCamp appena disponibili.

1. INTRODUZIONE

Biografia speaker: Elena @elettrona – Brescacin. Content creator, consulente per l’accessibilità digitale, Pisa 2025 è il terzo WordCamp- Pisa è una località simbolica perché questo blog, PlusBrothers, contiene racconti di fantasia ambientati a Bugliano, città fittizia in provincia di Pisa nata come pagina satirica sui social network commerciali.

Obiettivo: parlare del Fediverso come alternativa o affiancamento ai social network commerciali.

2. Social network commerciali: visibilità e ostacoli

X, Facebook, Instagram, TikTok, YouTube… Tutte piattaforme estremamente diffuse ma insidiose. Guidate da sistemi automatizzati che creano problemi:

• rischio di radicalizzarsi con idee estremiste (polarizzazione. O con me, o contro di me).
• post ordinati a seconda della popolarità o di criteri non meglio specificati dall’algoritmo, anziché ordine cronologico
• favorite per sone o aziende che danno soldi alla piattaforma rispetto ai creatori con migliore qualità ma con meno portafoglio da condividere coi social
• politica: repubblicani o democratici, conservatori o progressisti non importa. Le regole dei social seguono il governo in carica del paese in cui nascono (principalmente America) e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. Libertà di espressione, ma solo se non si oppone a chi è al potere. I messaggi oppositori vengono nascosti, il termine tecnico è “shadowban”.
• disordini organizzati: se un gruppo di persone vuole chiudere la bocca a qualcuno, basta segnalare in massa il profilo o pagina presa di mira. L’algoritmo fa riferimento ai numeri, non ai contenuti. E una segnalazione di massa può creare danni enormi e vanificare in un’azienda il lavoro di anni.
• un profilo per ogni social. Vuoi seguire più realtà presenti su reti diverse? Devi crearti un profilo su tutte. Anche se poi quotidianamente ne usi una sola.

3. Il Fediverso

Come dice @_elena Rossini molto più brava di noi, il Fediverso è la nuova era dei social network creati “dalla gente, per la gente”. Senza algoritmi, senza pubblicità, un mondo di piattaforme interconnesse che interagiscono tra loro:

Immagina di pubblicare un video su YouTube e ricevere commenti, reazioni, condivisioni, da gente su Twitter, Facebook, Instagram. Sembra magia? Non è magia, è il Fediverso…

4. Istanze

Il fediverso si compone di vari nodi a cui ci si può iscrivere, definiti “istanze”. Ce ne sono di molti tipi, per rispondere a svariate esigenze, e ognuno può scegliere quella in cui si trova meglio. Ma nel tempo anche cambiarla se non rispetta più le necessità iniziali, perché la lista dei follower e gli archivi possono essere migrati da un posto all’altro.

Riferimenti:

• @devol e @lealternative – gruppi italiani, composti da persone volontarie, che si occupano di diffondere la consapevolezza sui software liberi e rispettosi di riservatezza, energia pulita, contenuti generati da esseri umani ma soprattutto curano le istanze più grandi del Fediverso italiano.
• @uno-academy – spiegazioni in italiano sul Fediverso, a cura dei DEVOL
• Fedi.tips: risorsa in inglese con guide sull’uso del Fediverso
• Fedi.Garden: risorsa in inglese contenente varie istanze provenienti da tutto il mondo e che coprono vari temi
• FediDB.com: sito in inglese contenente informazioni statistiche e dati sull’andamento del Fediverso
• jointhefediverse.net: il Fediverso spiegato in modo semplice, sito tradotto in varie lingue.

5. Collegare WordPress al Fediverso

Noi ci siamo collegati al Fediverso da quando Matthias Pfefferle, uno sviluppatore tedesco, ha creato il modulo aggiuntivo ActivityPub per piattaforma WordPress e, successivamente, è stato assunto da Automattic – azienda fondatrice di WordPress; ora ActivityPub si aggiunge come estensione ai siti installati in autonomia, oppure si attiva nei siti WordPress.com.

Evitiamo i discorsi troppo tecnici perché non è questa la sede, ci limitiamo solo a dire in parole semplici che ActivityPub è un sistema entrato nel 2018 fra gli standard di Internet, per permettere ai social network di comunicare tra loro.

Si installa come un qualunque modulo di WordPress: aggiungi plugin -> ricerca di activitypub -> attiva. Poi si seguono le istruzioni per crearsi il nome del blog o i profili autore.

La pubblicazione in tutti i nodi del Fediverso -federazione- non è obbligatoria; il modulo consente di scegliere, in fase di modifica o scrittura di un articolo, se quest’ultimo sarà pubblico, destinato solo ai propri seguaci, o senza federazione. Nelle impostazioni è anche possibile decidere quali, se presenti, tipi di contenuto rendere compatibili con ActivityPub. Noi abbiamo le persone, per descrivere i personaggi, e abbiamo deciso di non federarle.

Seguaci e seguiti: dall’interfaccia di ActivityPub si può seguire un utente di un’altra istanza, per esempio Mastodon.Uno. E lui a propria volta può seguire noi. I commenti che pubblicherà il follower da Mastodon, le reazioni “mi piace” e le condivisioni -repost-, saranno visibili sul sito.

6. Feed RSS

L’RSS è quasi sconosciuto nel web degli ultimi 10 anni anche se tempo fa era parecchio diffuso il suo utilizzo fra gli utenti comuni; è rimasto però fondamentale.

Come troppe persone in questo mondo che vengono marginalizzate, il feed RSS è considerato un elemento essenziale solo se nascosto. Dal punto di vista delle reti commerciali, se l’RSS viene messo in evidenza, crea problemi perché spara fuori le notizie in tempo reale dei siti senza proporre tutta la pubblicità che invece Facebook e affini ci piazzano in mezzo.

Tuttavia sarebbe molto più problematico se l’RSS non ci fosse:

• grazie a lui i social network commerciali pubblicano in automatico le notizie sulle proprie pagine
• grazie a lui il fediverso gestisce tutte le proprie comunicazioni.
• anche senza avere un account sul Fediverso, si può seguire un suo utente grazie a un normale lettore per RSS – esempio: mastodon.uno/users/nomeutente . rss.

7. Tag e hashtag

Il tag è una parola chiave utilizzata per catalogare un post di un blog; se un articolo è associato al tag #eventi cliccando su quest’ultimo si avranno tutti i post a cui è assegnato quel termine.

Hashtag: stesso concetto dei tag, ma usato nei social network commerciali e non, per riunire i post con la stessa parola chiave, provenienti da vari profili. #bugliano come hashtag, farà vedere tutti i post che presumibilmente parlano di questa località fittizia in provincia di Pisa.

Nel Fediverso gli hashtag sono decisamente fondamentali, perché permettono di fare rete con altri profili che condividono gli stessi interessi e perché un hashtag, a differenza dei social commerciali, include le pubblicazioni effettuate su WordPress, su Lemmy, su Mastodon, su qualunque altra piattaforma federata che contenga articoli o multimedia.

8. Federarsi o no? Pro e contro

VANTAGGI della federazione:

• contenuti visibili a un pubblico teoricamente infinito
• possibilità di ampliare la propria rete di interessi e business
• interoperabilità con altre piattaforme
• RSS per farsi seguire indipendentemente dalle piattaforme in possesso del cliente. Rispetto della privacy e assenza di algoritmi restrittivi
• possibilità di seguire gli hashtag che fanno tendenza nelle piattaforme open web

SVANTAGGI della federazione:

• assenza di algoritmo significa investire più tempo per ottenere follower. Pubblicità, passa parola, il fediverso è un ritorno al web a misura d’uomo.
• ottimizzare la strategia per decidere i contenuti da federare e quelli no: il rischio è che il lettore non vada sul sito ma si limiti a leggere il contenuto solo sul fediverso.
• fraintendimenti: se si pubblica un contenuto multimediale allegato a un articolo, il Fediverso mostra prima il media (audio, foto, video) e se quest’ultimo ha una spiegazione contenuta sul sito web, l’utente abituato a leggere i social network superficialmente potrebbe perdersi qualcosa. Questa è una ragione per cui avevamo diversi dubbi prima di pubblicare l’inno politicamente scorretto del nostro sito.

CONCLUSIONE: le restrizioni dei social network commerciali creano potenziali problemi a piccole e medie imprese, e alla democrazia; i contenuti generati solo da sistemi automatici stanno disumanizzando la rete. Il Fediverso è forse una delle ultime occasioni che abbiamo per difendere una Internet a misura umana, consigliamo però di no rinunciare alle reti commerciali se creano vantaggi come attivisti o come aziende; il fediverso è una realtà da affiancare alle altre, cercando di crearsi un bacino di utenza che possa aiutarci a svincolare la propria attività da algoritmi invasivi.

PlusBrothers

L'inno dei PlusBrothers, in versione politicamente scorretta -no parolacce-

^{Elettrona e Gifter (Elettrona and Gifter)}

Elena Rossini on PeerTube

2025-06-23 13:04:50

🇮🇹 Scopri il fediverso: una nuova era per i social network

Stanco dei soliti social network e della costante ingerenza dei giganti della tecnologia?

La regista Elena Rossini ti apre le porte del Fediverso, un universo digitale dove la tua privacy è rispettata e il potere torna finalmente nelle mani degli utenti.

The IDF is moving to curb sensitive military information leaking onto social media by rolling out a new monitoring system called ‘Morpheus.’ The AI-based tool, developed inside the military, will soon track photos and other content posted by IDF soldiers on civilian social media platforms, according to a report Wednesday.

The decision to develop ‘Morpheus’ followed repeated leaks of classified or sensitive material posted by soldiers in recent years, in text, images and videos.

Dopo decisamente troppi anni di vita, ancora non ho ben capito quali sono gli effetti complessivi della deprivazione del sonno su di me… ma, se c’è una cosa certa del tutto è che, in genere, questa mi permette, attraverso lo stato — perfettamente naturale, non artificialmente indotto, e quindi a maggior ragione magico — di […]

octospacc.altervista.org/2025/…

minioctt

2025-11-28 10:03:29

rivelazioni misschiaviche di octica notanza… (Filosofia Completa di Misskey scoperta grazie alla deprivazione del sonno)

Dopo decisamente troppi anni di vita, ancora non ho ben capito quali sono gli effetti complessivi della deprivazione del sonno su di me… ma, se c’è una cosa certa del tutto è che, in genere, questa mi permette, attraverso lo stato — perfettamente naturale, non artificialmente indotto, e quindi a maggior ragione magico — di dissoluzione del mio ego, di connessione invisibile con lo stesso intangibile tessuto del cosmo, di estensione del mio campo cognitivo secondo uno schema che non ha né inizio né fine… di ricevere dall’universo certe incredibili rivelazioni, interamente inedite e dal valore a dir poco immenso, come dei colpi di fortuna istantanei che mi forniscono grandi privilegi ed enormi responsabilità… 💖

E così, ieri notte (…a quell’ora non è decisamente più sera), alle 3, messami a letto proprio un attimo dopo aver creato le mie ultime note per la lunga giornata su Squaloctti, proprio prima di crollare nel sonno, ho avuto una rivelazione riguardo la più profonda filosofia di Misskey… E sì, lo so che detta così sembra una stronzata colossale, ma in questo momento sono lucida (oddio, circa… almeno i miei occhi lo sono per via delle stelline mentali, credo) e ancora mi risulta che sia qualcosa di incredibile, quindi vi consiglierei di approfittare anche stavolta della mia infinita generosità, che mi porta a condividere queste riflessioni, anziché metterle sotto chiave (e non intendo miss-chiave…), e seguirmi… (Vi giuro che non sono ancora delirante.) 😘

Di base, il fatto che Misskey sia basato attorno alle cosiddette note dice già tutto. Per chi non è familiare col software, “note” è semplicemente la parola con cui sono indicati i normali post; niente di speciale qui, è perfettamente uguale al come Mastodon li chiama toot o Twitter li chiamava tweet. Eppure, questa differenza di puro stile, non di sostanza, racchiude già di per sé elementi incredibili, e nasconde la vera natura di Misskey. Una nota infatti, nella sua normale accezione, è un appunto, un pensiero, un promemoria, scritto in genere per sé… qualcosa di intimo e a modo suo piccolo; non un discorsone per arruffianarsi le masse, non una roba da gente che parla e basta, ma una cosina lasciata lì, come su un quadernino, per motivi tanto speciali quanto semplici, mondani. 🤫

…Si potrebbe, volendo vedere anche cose che non esistono, dire anche che le note di Misskey sono tali in richiamo alle note musicali; nel senso che ogni nota pubblicata è un piccolo elemento di una grande composizione, sia personale che collettiva, nella misura in cui ogni utente, lì nel Fediverso, con ogni notina contribuisce ad una sinfonia di pensieri… Ma, certamente, anche senza diventare così pazzi, si può riconoscere il Misskey come un giardino digitale collettivo, dove, esattamente come nei classici digital garden, ma su di una scala quasi ribaltata, ogni nota è un elemento di una bellissima raccolta di idee, separate ma unite. E beh, una simile roba non è mica poco… 😱

In realtà, però, tutto questo non è neanche chissà che segreto, e forse molti utenti potrebbero arrivarci per conto proprio, semplicemente prendendo sufficiente intimità con l’applicazione… e, infatti, non è questo che ho scoperto stanotte; questo già lo sapevo. Il concetto di “nota” così come espresso in Misskey, bensì, nasconde anche un significato ben più profondo, meraviglioso, rivoluzionario e, questo credo di si, mai percepito prima… Nemmeno dallo stesso Eiji “syuilo” (しゅいろ) Shinoda, il Dio umano capo di Misskey, temo, visto che questo ragionamento ha senso solo in italiano; non in inglese senza qualche forzatura linguistica, e credo certamente non in giapponese. 🙊

Le note su Misskey sono, incredibilmente, tali anche nel senso di “notare”, cioè di fare caso a qualcosa… e, notando una data cosa nel senso di percepirla, così poi la si nota nel senso che la si annota, la si scrive; ma la si nota, ancora una volta, nel senso che la si condivide, dato che sul tasto di invio c’è proprio scritto “Nota!”, come se l’atto definito da questa voce del verbo notare sia esattamente corrispondente a quello di condividere il proprio appunto con il mondo. ‘Sta cosa è veramente così profonda, e temo di non riuscire neanche ad esprimermi bene su quanto… è come se l’atto di fare caso a qualcosa nel mondo, o nel proprio animo, di per sé già un’espressione di presenza e consapevolezza, divenisse automaticamente azione di renderlo noto (oh, vedete che il cerchio si chiude?), cioè appunto notabile e poi notato, ad altre persone. Praticamente, postare su Misskey è come dire “ho notato questa cosa, ora voglio condividerla con tutti voi“. 🤯🤯🤯

Quando ieri notte ho appunto notato, neanche a farlo apposta, questa cosa, ci sono inizialmente rimasta… è davvero così troppo magica persino per me, come Misskey stesso è oggettivamente magico. Ma, addirittura, c’è di più… le “rinote“, cioè i post ricondivisi, con o senza aggiungere dell’altro, sono in questo senso su di un ancora diverso livello di potenza: non solo l’atto in sé di rinotare una nota corrisponde ad un purissimo atto di attenzione, che dice “anche io ho notato questo ora, grazie a te che l’hai notato prima“, ma (…a patto di non spammarne centinaia al giorno, mannaggia alla miseria certa gente come usa il Fediverso) è una forma di amore verso nostri seguaci che, ricevendo le nostre attività sul proprio feed, potrebbero a loro volta notare ciò che abbiamo personalmente notato e quindi rinotato. 🤩

Questa è la filosofia completa di questo aggeggio. E ciò che viene fuori allora, mettendo tutto assieme, è che Misskey non è una banale piattaforma di microblogging: è una rete di sguardi che si incrociano costantemente tra gli utenti, che, lasciando in giro piccole tracce della propria coscienza, costruiscono un diario collettivo di percezioni ultrasensoriali… non solo shitposting, ma qualcosa di estremamente più profondo; e forse adesso capisco perché, per alcune persone, troppo pesante. Ma beh, questo non è un problema: anche chi non ce la fa a partecipare a queste attività può sempre trovare interesse nello scoprire di questo software da lontano… e quindi, per stavolta vi saluto spammando 2 thread in corso dal mio profilo, che forse vorreste recuperare, o meglio notare… Le Magiche Funzionalità Speciali Inscoperte di Misskey, e Come Sto Costruendo un Client Misskey per il Millennio Passato 😁

#fedi #fediverso #filosofia #microblogging #misskey #pensieri

Hello,

I don't like how many items/blocks were added to Minecraft. It removes what made Minecraft so special–its simplicity.

Are there any Luanti games that replicate that feeling? "Minetest Game" doesn't have any mobs, and has weird controls. VoxeLibre has too many items.

You could probably fix that with mods or... you know just not using the items i don't wanna use. 😀
I still wanted to ask here though maybe somebody uses exactly that.
I did found an empty server that was running something, that looked a lot like Minecraft Alpha, but I couldn't find what game they have used.

Graffitismo: la pratica di disegnare immagini sul tessuto urbano. Si fa per lasciare il segno, per non rimanere nell’anonimato. Una manifestazione sociale e culturale diffusa in tutto il pianeta e che da sempre si pone al centro di una sottilissima linea che separa arte e vandalismo fine a se stesso... Leggi e ascolta...

ᗩᐯᗩIᒪᗩᗷᒪᗴ

2025-11-28 08:44:43

The Vaccines - English Graffiti (2015)

Graffitismo: la pratica di disegnare immagini sul tessuto urbano. Si fa per lasciare il segno, per non rimanere nell’anonimato. Una manifestazione sociale e culturale diffusa in tutto il pianeta e che da sempre si pone al centro di una sottilissima linea che separa arte e vandalismo fine a se stesso. Un eterno conflitto che di certo non spetta a noi risolvere. La posizione dei The Vaccines è invece molto decisa a riguardo: Justin Young, il simpatico frontman del gruppo, sostiene che in un’epoca in cui l’uomo è in grado di comunicare con un’altra persona dall’altra parte del mondo così facilmente, spesso le parole dette risultano vuote e senza significato. A volte, quindi, è meglio affidarsi a parole ferme, solide, scritte sui muri: Graffiti (appunto)... artesuono.blogspot.com/2015/06…

---

Ascolta il disco: album.link/s/0aroGGkehVjsg8QCN…

---

Home – Identità DigitaleSono su: Mastodon.uno - Pixelfed - Feddit

The Vaccines - English Graffiti (2015)

di Fuori Posto Graffitismo: la pratica di disegnare immagini sul tessuto urbano. Si fa per lasciare il segno, per non rimanere nell’ano...

^{Silvano Bottaro (Blogger)}

We all love media – to some extent at least!
Movies, TV Shows and all the moving pictures we can find and consume.
So, since we all have movies etc. on our NAS/HDD/SSD/whatever we should be able to play and see everything we have on all our connected devices.
But what can we do?
Simple, we leverage Jellyfin to present our media to us.

In this little howto we will set up Jellyfin in a Jail on FreeBSD.

Let’s get right to it!

Creating the Jail

Jails can be created in different ways. In this howto however we will use Bastille – which is a excellent tool for creating Jails.

This howto will not go into detail of how to set up Bastille. If you need to set up Bastille first, given you have not installed said tool, you can have a look at the quickstart guide:
Bastille Quickstart Guide

Right, let’s create the Jail first.
$ sudo bastille create media 14.3-RELEASE 10.0.23.77/24 vtnet0
You of course need to change the IP address and network interface (vtnet0 is probably not what you want!). Also, one can of course change the name of the Jail – I’ve chosen media since that describes the use case well of said Jail.
After that our Jail is ready!

Jellyfin needs mlock to be enabled to work properly.
$ sudo bastille config media set allow.mlock 1
But wait a second… How do I access all my media files?
There is no access in the Jail to any directory on the host holding all my videos!
Right, that is the case indeed!
So, what can we do?
Simple, we just mount our media directory in the Jail with nullfs!
$ sudo bastille mount "media" /home/x/videos/ /videos nullfs ro 0 0
This line mount /home/x/videos/ in the Jail under /videos. Also, I mount the directory as readonly – which you can change by sepcifying rw on the command above. Be sure to also select the correct Jail – in my case media.

Jail fun with Jellyfin

We can now finally enter the jail to further go along with the howto.
$ sudo bastille console media
Let’s first install Jellyfin which is directly accessible from the official package repository.
$ pkg$ pkg update -f$ pkg install -y jellyfin
The first command pkg bootstraps the pkg package manager. The second command refreshes the package cache and the last command installs Jellyfin itself.

Right, so far so good.
But we also need to configure Jellfin (Service) to always start. And, last but not least, we need to start Jellyfin – since it is not running after the installation finished.
$ sysrc jellyfin_enable="YES"$ service jellyfin start
We did all that, alright… But how do we know Jellyfin is running?
Let’s have a look at the ps and sockstat output.
root@media:~ # sockstat -l4USER COMMAND PID FD PROTO LOCAL ADDRESS FOREIGN ADDRESS jellyfin jellyfin 10700 478 udp4 10.0.23.77:7359 *:*jellyfin jellyfin 10700 503 tcp4 10.0.23.77:8096 *:*root@media:~ # ps ax PID TT STAT TIME COMMAND10662 - SsJ 0:00.00 /usr/sbin/syslogd -ss10699 - IsJ 0:00.00 daemon: /usr/local/jellyfin/jellyfin[10700] (daemon)10700 - IJ 0:03.81 /usr/local/jellyfin/jellyfin --datadir /var/db/jellyfin --cachedir /var/cache/jellyfin10706 - SsJ 0:00.00 /usr/sbin/cron -J 60 -s10804 1 IJ 0:00.00 login [pam] (login)10805 1 SJ 0:00.01 -sh (sh)10842 1 R+J 0:00.00 ps ax
Ah yes, Jellyfin is running and listening on port 8096 – which is the designated port for Jellyfin!

Jellyfin all the way!

Since we established that Jellyfin is running and listening, let’s open our webbrowser of choice and navigate over to the install wizard.
$ firefox 10.0.23.77:8096
We are greated with the intital Jellyfin wizard.
I will not go into detail on how to set up the wizard. But don’t worry, there is a excellent guide over on the official Jellyfin website.
The guide can be found here: Jellyfin Setup Wizard guide

Be sure to add your nullfs mounted directory in your library to be able to play said videos and shows.

That is all there is to it.
Simple, easy and clean. Everything is done in a Jail and isolated. Also, mounting a media directory is easy and straightforward via bastille mount.

Final words

This little howto just shows how versatile jails are. One can of course tweak the setup further and for example add a reverse proxy (like Nginx) to the mix.
The sky is the limit – Tools like bastille are very powerful and flexible!

Enjoy!

…and as always:

Stay Open!

I am trying to code a random encounter generator for a DnD campaign and am having a great deal of trouble. I don't know how to code and have been trying to parse my syntax for three hours over what I thought would be a relatively simple task.

My goal is to have a list of [ruins], with nested subtables of encounters, characters, treasure, etc. Example would be that there is a ruin called "Ancient Archives". The generator pulls that name, and then automatically pulls from an "encounter" list specifically tailored for "Ancient Archives". And then also pulls from a friendlies/rivals list, treasure list, and "Complication list" that are tailored to Ancient Archives.

So a successful output might look like: Ancient Archives (blah blah blah boilerplate description), Inside:
Encounter: Maddened archive keeper
Friendly/Rival: Helpful Attendant
Complication: The information is very dangerous to know
Treasure: Key to decoding the data inside

If the [ruins] selected was instead "Birthing Cyst", the encounter, friendlies, and treasure sublist would be different, and tailored to "birthing cyst" instead of "Ancient Archives"

can anyone help me out with the way to format this??

archive.ph/tuXLq

https://www.economist.com/the-world-ahead/2025/11/12/chinas-chip-industry-will-surprise-the-world

https://www.economist.com/the-world-ahead/2025/11/12/chinas-chip-industry-will-surprise-the-world

Agents are arresting foreign-born spouses when they report for the final step to obtain permanent residency, and charging them with visa violations that could result in deportation.

archive.is/rcwb4
Published Nov. 26, 2025
Updated Nov. 27, 2025, 10:30am ET

The married couples filed into a federal building in San Diego last week for green card interviews that they believed would secure their future together in the United States. Half of each pair was American. Stephen Paul came with his British wife and their 4-month-old baby. Audrey Hestmark arrived with her German husband, days before their first wedding anniversary. Jason Cordero accompanied his Mexican wife.

It was supposed to be a celebratory milestone, the final step in the process to obtain U.S. permanent residency. Instead, as each interview with an immigration officer wrapped up, federal agents swooped in, handcuffed the foreign spouse and took him or her away.

“I had to take our baby from my crying wife’s arms,” Mr. Paul, 33, said, recalling the moment that agents said they were arresting his wife, Katie.

https://www.nytimes.com/2025/11/26/us/trump-green-card-interview-arrests.html

cross-posted from: lemmy.ml/post/39573685

Agents are arresting foreign-born spouses when they report for the final step to obtain permanent residency, and charging them with visa violations that could result in deportation.

archive.is/rcwb4
Published Nov. 26, 2025
Updated Nov. 27, 2025, 10:30am ET

The married couples filed into a federal building in San Diego last week for green card interviews that they believed would secure their future together in the United States. Half of each pair was American. Stephen Paul came with his British wife and their 4-month-old baby. Audrey Hestmark arrived with her German husband, days before their first wedding anniversary. Jason Cordero accompanied his Mexican wife.

It was supposed to be a celebratory milestone, the final step in the process to obtain U.S. permanent residency. Instead, as each interview with an immigration officer wrapped up, federal agents swooped in, handcuffed the foreign spouse and took him or her away.

“I had to take our baby from my crying wife’s arms,” Mr. Paul, 33, said, recalling the moment that agents said they were arresting his wife, Katie.

Peter Link

2025-11-28 03:40:55

Green Card Interviews End in Handcuffs for Spouses of US Citizens

Agents are arresting foreign-born spouses when they report for the final step to obtain permanent residency, and charging them with visa violations that could result in deportation.

archive.is/rcwb4
Published Nov. 26, 2025
Updated Nov. 27, 2025, 10:30am ET

The married couples filed into a federal building in San Diego last week for green card interviews that they believed would secure their future together in the United States. Half of each pair was American. Stephen Paul came with his British wife and their 4-month-old baby. Audrey Hestmark arrived with her German husband, days before their first wedding anniversary. Jason Cordero accompanied his Mexican wife.

It was supposed to be a celebratory milestone, the final step in the process to obtain U.S. permanent residency. Instead, as each interview with an immigration officer wrapped up, federal agents swooped in, handcuffed the foreign spouse and took him or her away.

“I had to take our baby from my crying wife’s arms,” Mr. Paul, 33, said, recalling the moment that agents said they were arresting his wife, Katie.

https://www.nytimes.com/2025/11/26/us/trump-green-card-interview-arrests.html

Jerusalem (AFP) – The Israeli military carried out a fresh series of strikes against Hezbollah in southern Lebanon on Thursday, exactly a year into a ceasefire with the militant group.

Lebanon's state-run National News Agency said Israeli aircraft launched "a series of raids on Al-Mahmoudiya and Al-Jarmak", just north of the Litani River.

The November 27, 2024 ceasefire sought to end over a year of hostilities between the two sides.

But Israel has repeatedly bombed Lebanon despite the truce, usually saying it is targeting Hezbollah members and infrastructure to stop the group from rearming.

Lebanese Prime Minister Nawaf Salam said his country was "in a one-sided war of attrition that is escalating".

The Israeli military said it "struck and dismantled Hezbollah terror infrastructure in several areas in southern Lebanon", in a statement after Thursday's strikes.

The US has been piling pressure on the Lebanese government to disarm Hezbollah.

The Lebanese military has said it is carrying out its plan to disarm the group, but Washington and Israel have accused Lebanese authorities of stalling the process.

Lebanese President Joseph Aoun "rejected the Israeli claims", his office said Thursday, adding that the Lebanese army was "preventing armed displays, confiscating ammunition, inspecting tunnels, among other things".

On Thursday, Aoun met Jeanine Hennis-Plasschaert, the United Nations' special coordinator for Lebanon, who said that a year on from the ceasefire, "uncertainty remains".

"For too many Lebanese, the conflict is ongoing -- albeit at a lower intensity. And one does not need a crystal ball to understand that as long as the current status quo continues, the spectre of future hostilities will continue to loom large," she said.

In a statement posted by the UN Interim Force in Lebanon (UNIFIL) Thursday evening, the peacekeeping force said it continued to find "illegal weapons" in southern Lebanon.

UNIFIL said it also recorded over 10,000 air and ground violations of the truce in the past year.

Israeli Defence Minister Israel Katz earlier this week warned there would be "no calm" in Lebanon if Israel's security was not guaranteed.

An Israeli strike on Beirut's southern suburbs on Sunday killed Haitham Ali Tabatabai -- the most senior Hezbollah commander to be killed by Israel since the ceasefire entered into force.

The Lebanese premier slammed Hezbollah's claims that its weapons deter Israeli aggression.

"These weapons did not protect either Hezbollah's leaders or the Lebanese people and their property," Salam said.

"Are Hezbollah's weapons currently capable of repelling the ongoing Israeli attacks? These weapons have provided neither deterrence nor protection, nor have they brought victory to Gaza."

cross-posted from: lemmy.sdf.org/post/46319830

cross-posted from: lemmy.sdf.org/post/46319779

Archived

Protests have erupted among villagers in southwest China against a government order on burial practices, an exceedingly rare expression of dissent in a country with little tolerance for it.

The poor and rural province of Guizhou, about 2,000km from Beijing, has witnessed a string of rare protests since the weekend after the local government imposed a mandatory cremation policy.

The protests reportedly continued on Tuesday as the government pushed back with a notice, which claimed that cremation was necessary to preserve land resources and promote a “frugal new funeral style”.

[...]

A compilation of videos shared by the X account Yesterday Big Cat showed people purportedly gathering around government officials and chanting slogans in a rare display of dissent. A villager can be heard shouting: “If the Communist Party is digging up ancestor’s graves, go dig up Xi Jinping’s ancestral tombs first.”

Protests are an unusual sight in China, and their coverage in local media is even sparse. Beijing’s reaction to the protests over the years has been censorship and an attempt to crack down.

The China Dissent Monitor this year recorded 661 rural protests in the country, a 70 per cent increase over the whole of 2024,

[...]

China has imposed sweeping funeral reforms to phase out ground burials and encouraged people to consider alternative funeral practices, even sea burials. But the orders have invited backlash from mostly rural communities who see traditional burials are part of their culture.

[...]

In 2021, Chinese authorities faced backlash for exhuming the body of an elderly woman for cremation after her son had given her a traditional burial in Guizhou.

A villager from Pingtang county rued that his mother's body was removed from her grave and sent to a funeral home soon after her family had buried her. “I’m OK if they took her away from home, but why did they dig her up after we buried her," he was quoted as saying by the South China Morning Post.

Rare protest breaks out in China as video shows villagers defying government order

^{Alisha Rahaman Sarkar (The Independent)}

In Monday I spoke with a Republican member of Indiana’s legislature who opposes President Donald Trump’s push for the state to redraw its congressional map to gain two GOP seats and help the party hold its House majority in next year’s midterm elections. Trump, with support from Indiana’s Republican governor, Mike Braun, has vowed to back primary challengers against members of the GOP who are, for now, blocking the redistricting plan. The lawmaker I spoke with asked that I not publish his name. He isn’t worried about Trump’s political wrath; he doesn’t plan to run for reelection. His fear of speaking out is much more personal: “I’d rather my house not get firebombed,” he told me by phone.

Such a worry is not as far-fetched as it might sound—not in an America that has seen an eruption of political violence over the past few years, and not in Indiana over the past few weeks. Republicans in the state have faced a wave of “swatting” incidents, in which a false call to emergency services draws a police response, for not endorsing the redistricting plan. (Braun said he and his family have also received threats.)

The Red State Resisting Trump’s Redistricting Drive

He opposed gerrymandering. Harassment followed.

^{Russell Berman (The Atlantic)}

If the United States fails to extend the New START Treaty, which expires on February 5, 2026, it will deal a severe blow to nuclear arms control. The move would effectively eliminate the last legally binding framework limiting the strategic arsenals of the world’s major powers. Such a decision would not only dismantle mechanisms of transparency and mutual verification but also open the way to an uncontrolled buildup of warheads and delivery systems. This would destabilize global security and provoke a new and dangerous arms race. Experts warn that Washington’s refusal to renew the treaty would destroy the last vestiges of nuclear risk management, deepen mistrust, and increase the risk of escalation toward nuclear conflict.

A complete halt to inspections and data exchanges on strategic forces would heighten suspicion and further strain international relations. Strategic instability would inevitably grow, especially given that Russia—despite suspending its participation in New START—had proposed extending the agreement for one year in an effort to avoid further escalation. The entire nuclear nonproliferation regime would come under threat, as such U.S. actions could push China, India, and other nations to expand their nuclear capabilities more aggressively.

Both Russian and international analysts believe that the U.S. refusal to extend New START would not prevent an arms race, but rather act as a destabilizing factor fueling one. This step undermines long-standing efforts toward arms control and sets a dangerous precedent for international security. Washington’s position is widely criticized as narrow-minded and counterproductive. Under the current circumstances, preserving and extending the treaty remains a key element of deterrence and nuclear conflict prevention, while Washington’s refusal to do so only deepens the crisis in international relations and heightens threats to global stability.

While Russia has signaled readiness to extend the treaty for another year under existing limits, the United States continues to delay negotiations and set unrealistic conditions, including the demand to involve China. This appears to be a deliberate attempt to derail the agreement and weaken nuclear oversight to the greatest possible extent. Such an approach reflects disregard for international obligations and accountability, threatening to usher in a perilous new era without any control over strategic nuclear arsenals.

rusi.org/explore-our-research/…

Beyond New START: What Happens Next in Nuclear Arms Control?

With the expiration of the New START treaty on 4 February 2026, the major nuclear powers will have to find another transparent, predictable pathway to restraint.

^www.rusi.org

In recent months, dominant rhetoric about the revolutionary potential of drones and artificial intelligence in warfare has flooded professional discussions. This narrative—presented as a fundamental game-changer—is not merely exaggerated; it dangerously distorts reality, reviving the same misleading patterns of the so‑called “Revolution in Military Affairs” propaganda popular in the 1990s. The actual state of affairs is that, however hyped these technologies may be, they represent an evolutionary and ethically problematic step in the development of weaponry. They do not possess the capacity to transform the very nature of war, which has always been—and remains—an exclusively human endeavor.

The B‑21 Raider strategic bomber is promoted as the future of long-range aviation. Yet in essence, it is simply a more advanced and more expensive version of its predecessors, such as the B‑1 and B‑2. For decades, these platforms have served as the workhorses of strategic aviation, and the B‑21, despite all its technological improvements, is designed to perform the same core mission—delivering strikes and demonstrating power. Its enhanced stealth, extended range, and payload capacity represent evolution rather than revolution. Contrary to the hype surrounding unmanned systems and artificial intelligence, it does not fundamentally alter the nature of combat. The very fact that the Pentagon continues to invest billions into a manned bomber speaks volumes about the inherent limitations and risks of new technologies.

Unmanned aerial vehicles undoubtedly hold appeal in military planning. They create the illusion of bloodless warfare and open access to regions closed to manned aircraft. However, the claim that they will render platforms like the B‑21 obsolete is a dangerously simplistic notion. Drones are highly vulnerable to modern electronic warfare systems and become helpless in contested airspace. Their role remains tactical, not strategic. As for the military application of artificial intelligence, it opens a genuine Pandora’s box. The idea that algorithms and machine learning can replace human judgment and strategic thinking on the battlefield is not merely naïve—it is monstrous in its potential consequences. War, with all its political, social, and moral dimensions, is not a computational problem. The notion that machines might autonomously decide matters of life and death represents an abdication of human responsibility. The cold, soulless logic of artificial intelligence cannot grasp the true horror of war, and its integration into weapon systems threatens to create a world in which killing becomes an automated routine.

The technological haze surrounding drones and AI seeks to conceal an eternal truth: the essence of any conflict—namely the struggle for resources and power—remains unchanged. The B‑21 serves as a symbol of this enduring reality. It is a new tool for ancient threats, the same ones its predecessors have faced over the past eighty years. Fears that the B‑21 could share the fate of battleships, becoming obsolete, are based on a misunderstanding of its role. It has not become outdated because no breakthrough comparable to the advent of aircraft carriers has occurred. The manned strategic bomber remains as relevant today as it was in 1944. The B‑21 undeniably possesses superior functionality compared to previous generations and can carry advanced weapon systems, including unmanned ones. It is more lethal, but it continues to fulfill the same strategic missions of deterrence and intimidation. Its deployment sends a signal to both allies and adversaries: the United States intends to maintain dominance in the skies through manned systems. To claim that drones and AI will make all existing platforms obsolete is not only wrong—it is strategically dangerous, as such thinking can undermine defense readiness in the face of real rather than imagined threats.

The Raider is more than just a next-generation bomber. It is a statement of commitment to traditional—albeit costly—military power in an era obsessed with cheap technological fantasies. Support for the B‑21 program is not a rejection of technological progress, but rather a recognition that nothing can replace an advanced manned platform. Drones and AI, useful as they may be for certain operational purposes, do not negate the fundamental nature of war. The B‑21 embodies an essential lesson: despite continuous technological progress, warfare has been—and for now remains—a human endeavor. Entrusting machines with the power to decide human fates on the battlefield is not a revolution; it is an act of moral and strategic bankruptcy.

sandboxx.us/news/b-21-may-be-t…