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Treno Intercity 510 con E403.001 – Arrivo & Partenza – Campiglia Marittima (03/02/2017)


Quando ancora sugli Intercity potevano esserci le E403. Inoltre questo era il periodo di transizione dalle carrozze in livrea XMPR a quelle SUN e la trasformazione delle carrozze a scompartimenti in quelle a salone3 febbraio 2017--------------------------

youtube.com/embed/Uj2IDSHbRlE?…

Quando ancora sugli Intercity potevano esserci le E403. Inoltre questo era il periodo di transizione dalle carrozze in livrea XMPR a quelle SUN e la trasformazione delle carrozze a scompartimenti in quelle a salone

3 febbraio 2017
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metodo femcellico per piangere di meno stando a lettino da sola ma per un pochino quasi no…


Stanotte, o stamattina, a seconda di come si vuole vederla, tra il sonno e la veglia, abbastanza per caso, ho scoperto un completamente nuovo meta da femcel, che è tipo… caspita, ma come ho fatto a non pensarci prima? Ed altro non sto parlando che del fare handholding in single player, ma con una delle due mani addormentata… così che si abbia l’impressione che si sta tenendo la mano ad un’altra persona (seppur una mano sospettosamente poco schifosa, non sudata, alla stessa temperatura dell’altra, eccetera…), e quindi magari che si stia dormendo con un’altra persona, e quindi boh, varie cose… ☺️😚🥰😍

Ed è geniale per quanto è scema, questa roba. So che non ho in realtà scoperto nulla io, perché gente con anche meno fantasia di me racconterà proprio questa come tecnica utile per fare cose brutte con una fantasia diversa… non mi è affatto chiaro come, a causa delle difficoltà proprio tecniche che questa procedura nasconde, ma convinti i gooner contenti tutti. L’idea base è di applicare una minima pressione sul braccio — per esempio, stando a letto, tenendolo giusto sotto il lato del corpo, o altrimenti sotto il cuscino, boh — giusto abbastanza perché si addormenti… o, come dicono gli scienziati, perché si verifichi il fenomeno della parestesia, nello specifico parestesia transitoria (cioè, causata dallo stare in una posizione “scorretta”, non a fattori cronici); buono sapere il nome reale, e anche che che il tutto è causato non dal blocco dell’afflusso di sangue, bensì dalla semplice compressione di nervi, cosa che a volte va insieme alla prima, ma non sempre… e quindi in realtà non ci sarebbero pericoli quando contemporaneamente non si sta anche bloccando l’afflusso di ossigeno ai tessuti (cosa che avviene stando troppo sul trono idraulico, per dire, ma non tanto col braccio sotto un cuscino). Poi si addormenta anche la mano, e gnam. 😇

Stranamente, stanotte mi è capitato a sorpresa nel secondo modo, cioè sotto al cuscino… ma non il cuscino su cui tengo la testa, bensì il secondo a cui mi appoggio o abbraccio e così via… cioè, è bastata la pressione del cuscino incastonato tra le lenzuola strette e l’altro cuscino, per farmi addormentare il braccio, wow. Me ne sono accorta in un momento in cui mi sono svegliata (prima della sveglia, quindi avevo ancora tempo di marcire a letto, e giustamente così ho fatto!!!), stavo cercando di rigirarmi, e muovendo una mano ho trovato l’altra che spuntava fuori, che però appunto non percepivo più, e lì viene il bello. (O il brutto, per chi si fa prendere dalla paura che magari uno spirito maligno possa essersi materializzato sotto forma di una mano estranea e inserito nel proprio letto per fare cose bruttissime…) ✋

Chiaramente, ciò è non altro che la fiera del coping, eppure rimane una sensazione particolare tenere così la manina, secondo me… La mente (temo anche inconsciamente, purtroppo) sa si bene che non si sta tenendo la mano ad una persona esterna, però la fantasia è sempre pericolosamente potente e, se si riesce per un attimo a fare finta, per quell’attimo si può solo apprezzare, suppongo… e quindi ohh, in realtà non sono colpita da alcuna maledizione per cui devo rimanere da sola per la mia intera esistenza, e anzi mi sto intensamente tenendo la manina con qualcuno??? Assurdo per me. Una cosa da tenere a mente in realtà, quando ci si accorge di avere la sensibilità inibita, finché non subentra la sensazione di formicolio, è di non muoversi subito, così la sensazione di manine può durare anche minuti, anziché pochi miseri secondi, cosa di cui avrei decisamente bisogno, oohh come sono romantica… 😭
how i lookfalling asleep to my dirty littlethoughts♥
Peccato che non ho avuto modo di provare la cosa proprio per bene perché, nella casualità della scoperta, un po’ ho sbagliato, ci ho voluto riprovare ma un po’ mi sono riaddormentata quando non dovevo, visto che la procedura richiede minuti interi, un po’ poi è effettivamente suonata la sveglia, e allora pazienza… sarà per la prossima volta. (…Probabilmente su WikiHow ci saranno trucchi segreti per fare questa cosa più efficientemente, ma nel letto al buio non potevo mettermi a cercare su Internet… cercherò prima di stanotte.) Però oh, mannaggia alla merda e fuck my stupid shitty rotted femcel life, che sono e sarò costretta a pensare questo tipo di cose fino alla mia morte, poiché non interesso particolarmente a nessuna persona fisicamente esistente, e allora posso solo vivere nell’irrealtà. 💔

#coping #dormire #femcel #handholding #manine #metodo #romanticismo

Questa voce è stata modificata (2 ore fa)
in reply to minioctt

doversi alzare è stato particolarmente pesante stamattina

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Torna lo Shaw-IAU Workshop: astron­omia, dati reali e didattica globale

edu.inaf.it/news/oae-italia/to…

Dal 18 al 21 novembre 2025 torna lo Shaw-IAU Workshop on Astronomy for Education, promosso da OAE-Italy e aperto gratuitamente a docenti e divulgatori di tutto il mondo. L’edizione di quest’anno è dedicata alle galassie e alla didattica basata su dati astronomici reali, con sessioni replicate in diverse fasce orarie per favorire la partecipazione globale.

#didattica #didatticaAstronomia #divulgazione #IAU #oae #OAECenterItaly

@astronomia


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Burkina Faso, nuovi armamenti dalla Cina


[:it]Carri armati, mortai, obici, lanciarazzi e tanto altro arrivati in Burkina Faso.[:]

SM6s cinese Fonte: Presidenza del Burkina FasoSM6s cinese
Fonte: Presidenza del Burkina Faso

Il 10 ottobre 2025, il capitano Ibrahim Traoré, attuale leader del Burkina Faso, ha ufficialmente consegnato un significativo lotto di materiale bellico alle forze armate del Paese. La notizia è stata dettagliatamente riportata da Guy Martin sul sito sudafricano specializzato Defenceweb il 16 ottobre.

Durante l’evento, Traoré ha presentato apparecchiature militarmente avanzate a diverse unità, tra cui il Battaglione di Artiglieria da Campo di Intervento Rapido (BACIR) e il Battaglione Corazzato di Intervento Rapido (BBIR). Le immagini della cerimonia rivelano la presenza di sei veicoli di supporto di fuoco VN22B da 105 mm, quattro lanciarazzi multipli SR5, e una serie di altri mezzi, tra cui mortai semoventi SM6/WMA09 da 120 mm e veicoli comando WZ551, tutti prodotti dall’azienda cinese Norinco. Inoltre, la presidenza del Burkina Faso ha sottolineato che i veicoli blindati ricevuti sono dotati di avanzati dispositivi missilistici a guida laser.
VN22B cinese Fonte: Presidenza del Burkina FasoVN22B cinese
Fonte: Presidenza del Burkina Faso
Secondo quanto riportato da Jane’s, la consegna ha incluso anche 14 obici semoventi SH1 da 122 mm e diversi camion Shaanxi. I veicoli cinesi, che si stima siano stati consegnati intorno ad agosto, si sono già resi visibili sui social media attraverso i filmati dell’arrivo.

Il sistema SR5, capace di lanciare razzi di vari calibri, e il VN22B, un veicolo corazzato dotato di cannone da 105 mm, rappresentano una parte fondamentale della nuova dotazione. Il PLL-05 da 120 mm, un sistema semovente di mortaio-obice, dimostra ulteriormente la sofisticazione dei nuovi mezzi. Anche i nuovi veicoli blindati Paramount Mbombe 4, di fabbricazione sudafricana, sono stati segnalati come già in servizio, mostrando l’impegno del Burkina Faso nell’espandere e modernizzare le proprie forze armate.

Negli ultimi anni, Burkina Faso ha affrontato una crisi di sicurezza crescente, caratterizzata da attacchi terroristici e dalla perdita di controllo su vasti territori a favore di gruppi militanti. Le statistiche relative alle vittime parlano di quasi 10.500 morti all’anno, un dato allarmante che ha spinto il governo a intensificare gli sforzi per rinforzare le proprie forze armate. Al momento, è stimato che le forze burkinabé controllino solo il 40% del territorio nazionale, a fronte del 70% dichiarato dal governo.
Dongfeng EQ2050 cinese. Foto da Presidenza del Burkina FasoDongfeng EQ2050 cinese.
Foto da Presidenza del Burkina Faso
Con la precedente consegna di nuovi veicoli blindati avvenuta a giugno 2024, tra cui Norinco VP11 e CS/VP14, la direzione delle forze armate sembra indirizzarsi verso un potenziamento significativo per contrastare la minaccia terrorista. Sulle pagine di questo sito avevamo già riferito in precedenza che Traoré aveva acquistato dalla Cina ben 5 lotti di armamenti, fra pesanti e leggeri, da consegnarsi in serie. Va notato che comunque la Cina non è l’unico fornitore. Fra gli altri Federazione Russa, Turchia, Egitto

Con una media annuale di perdite crescenti e la necessità di ristabilire il controllo su parti significative del proprio territorio, Traoré si sta muovendo per contrastare la minaccia jihadista mediante l’acquisto di nuovi mezzi ed armamenti, e con l’ingrossamento delle fila di militari e paramilitari; tuttavia tale atteggiamento è anche inteso a rafforzare la propria immagine di uomo forte ed impavido e nel contempo instillare nei cittadini una sensazione di sicurezza non sempre giustificata.
SR5 MLRS cinese Foto da Presidenza del Burkina FasoSR5 MLRS cinese
Foto da Presidenza del Burkina Faso
Ovviamente tutto ciò ha un costo. Per una stima possiamo considerare che il costo di un sistema SR5 può variare tra 1,5 e 2 milioni di dollari a seconda della configurazione. I VN22B e PLL-05 hanno prezzi stimati tra 500.000 e 1 milione di dollari ciascuno. Consideriamo pure uno sconto per la quantità, ma in un Paese dove si muore di fame…

Fonte: Defenceweb. Foto: Presidenza del Burkina Faso e Televisione del Burkina Faso



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“i nostri anni”, di tano d’amico, su radio tre


● Attilio Scarpellini presenta I nostri anni, di Tano D’Amico: Rai Radio 3.

Quaranta minuti di racconto intenso e raffinato alternato a musiche ricercate sull’opera narrativa del fotografo dei nostri cuori.

Si può ascoltare cliccando su raiplaysound.it/audio/2025/10/…

Tano D’Amico, I nostri anni, Milieu | Rai Radio 3 | RaiPlay Sound

Il libro: milieuedizioni.it/product/nost…

#AttilioScarpellini #fotografia #INostriAnni #Milieu #RadioTre #Radio3 #RadioTre #RaiRadioTre #RaiRadioTre #ricostruzioni #Scarpellini #Settanta #SettantaMilieu #Tano #TanoDAmico

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Copertine belle: Niechęć – Reckless Things [Audio Cave, 2025]


Cover art courtesy of the Artist and Raster Gallery: Aneta Grzeszykowska, “Beauty Mask #10”; Graphic design: Mateusz Holak.

Anche il disco è bellissimo, che ve lo dico a fare. Uno dei dischi jazz (rock) dell’anno, per quanto mi riguarda.
Una tipa indossa una maschera rosa probabilmente di vetroresina sulla quale si vedono dei riflessi. Le orbite della maschera sono bucate e dunque si vedono gli occhi (azzurri) della persona che la indossa. La bocca della maschera è semi-aperta. La maschera è collegata alla testa, dietro, da un nastro bianco ben visibile sulla parte sinistra in alto della foto. Sotto il mento della maschera è collegato un cavo che sembrerebbe un cavo ethernet. La tipa è leggermente girata sul profilo destro e guarda fissa un punto sulla sinistra
#albumCovers #AnetaGrzeszykowska #AudioCave #copertineBelle #MateuszHolak #Niechęć #RecklessThings

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“poesia ibrida”, di valerio cuccaroni, in un dialogo alla ‘finestra di antonio syxty’


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open.spotify.com/episode/63323…

alla Finestra: Poesia visiva, videopoesia, poesia elettronica, PJ set – di Valerio Cuccaroni, nella collana di testi e studi letterari Scriba, diretta da Paolo Giovannetti

Il volume analizza le nuove forme di testualità poetica intermediale, emerse dall’ibridazione del linguaggio verbale con l’arte visiva, il cinema, la musica, l’informatica e la performance.

Il libro si propone come uno studio approfondito e aggiornato sulle nuove frontiere della poesia contemporanea, caratterizzate dalla contaminazione tra diversi linguaggi e dalla continua ricerca di nuove forme espressive. MTM Teatro

Il libro: biblionedizioni.it/prodotto/po…

#art #arte #artiVisive #Biblion #BiblionEdizioni #cinema #LaFinestraDiAntonioSyxty #MTMManifattuteTeatraliMilanesi #MTMTeatro #PaoloGiovannetti #performance #pjSet #poesia #poesiaContemporanea #poesiaElettronica #poesiaIbrida #poesiaVisiva #poesie #ValerioCuccaroni #videopoesia

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oggi, 28 ottobre, a roma, fondazione baruchello: convegno su “luoghi, oggetti, arredi e case d’autore” (archivi degli artisti e degli scrittori)


convegno alla Fondazione Baruchello: luoghi oggetti arredi e case d'autore, 28 ottobre 2025, con l'Associazone PagliaraniDomani, 28 ottobre, presso la Fondazione Baruchello si svolge il Convegno Luoghi, oggetti, arredi e case d’autore. Il contesto degli archivi degli artisti e degli scrittori.

Saranno trattati argomenti intimamente connessi alla storia degli archivi e a quella della creazione letteraria ed artistica.

Qui una breve spiegazione del progetto:

Gli archivi privati degli artisti e degli scrittori conservano materiale documentario di grande interesse per lo studio delle fonti della cultura e della storia della seconda metà del Novecento e per ritessere la fitta trama dei rapporti amicali, intellettuali, sociali e letterari che ha attraversato la ricca e densa sostanza della cultura novecentesca.

I fondi fotografici presenti all’interno degli archivi, il cosiddetto materiale minore, agende, agendine, appunti, quaderni, calendari, gli oggetti e degli arredi delle dimore e delle case d’autore, i luoghi da loro frequentati e amati sono ancora territori inesplorati che molto possono svelare sulla complessità e le radici delle opere e per la ricostruzione del contesto e di una mappa geo-culturale e storica che può illuminare il percorso, anche biografico, della creazione.I

Il Convegno tratterà queste aree tematiche all’apparenza marginali ma pienamente significative e fondamentali per la ricostruzione, la visibilità e la valorizzazione delle fonti storiche.”

Si prega di confermare la presenza scrivendo a
muraca.marcelladalila [at] gmail.com
e a info [at] fondazionebaruchello.com

PROGRAMMA

Modera Barbara Mancini
Ore 10:30 – 13:30

INTRODUZIONE
Carla Subrizi, Cetta Petrollo Pagliarani

SESSIONE I. Le case e le stanze d’autore: artisti, poeti, scrittori

Caterina Borelli
Case, oggetti e arredi: autobiografie o archivi? Luoghi pubblici o privati?

Eleonora Cardinale
Ricostruire le stanze degli scrittori: Spazi900 della Biblioteca nazionale centrale di Roma

Monica Fabbri
L’Archivio Giovannino Guareschi a Roncole Verdi

SESSIONE II. I dialoghi amicali, le dediche negli epistolari e nei libri

Federico Milone
Scaffali privati e scaffali digitali: il caso della biblioteca di Alfredo Giuliani

Barbara Mancini
A Elio, maestro d’arte e di vita”: le dediche nei libri della Biblioteca Pagliarani

Francesco Pascali
«Gli anni ‘80 sono nostri», Giuseppe Bertolucci e Marco Tullio Giordana, carte da
un’amicizia

Ore 15:30 -19:00
SESSIONE III. Gli incontri: agende agendine quaderni e calendari

Antonio D’Ambrosio
Attraversare l’Europa dagli avantesti del Fondo Claudio Magris

Sara Gregori
Ada Negri nell’Archivio del Novecento

Chiara Portesine
Archiviare la Neoavanguardia: lo sperimentalismo tra anarchia e documento

Mauro Distefano
Appunti, quaderni e ritagli: il laboratorio nascosto di Federico De Roberto

SESSIONE IV. Gli arredi, gli oggetti

Giuseppe Garrera
Immagini devozionali. Le Gioconde di Luca Maria Patella.Alcune considerazioni sulle Gioconde di Leonardo disseminate sulle pareti e nei cassetti della casa di Luca Maria Patella

Arianna Saggio
Speranzella di Bernari attraverso la fotografia: tra documento e finzione

SESSIONE V. I Luoghi

Ilaria Serra
La casa e il bosco di Mario Rigoni Stern

Silvia Moretti
Memorie e rappresentazioni della casa di via dei giornalisti di Gianni Toti

Convegno a cura di
Cetta Petrollo Pagliarani – Associazione Letteraria Elio Pagliarani
Coordinamento
Marcella Muraca
Moderatrice
Barbara Mancini

#AdaNegri #agende #agendine #anarchia #AntonioDAmbrosio #appunti #archivi #archivio #archivioDelNovecento #AriannaSaggio #arredi #artisti #AssociazioneLetterariaElioPagliarani #AssociazionePagliarani #calendari #case #caseDAutore #CettaPetrollo #CettaPetrolloPagliarani #CettaPetrolloPagliaraniAssociazioneLetterariaElioPagliarani #ChiaraPortesine #ClaudioMagris #documenti #documento #ElioPagliarani #FedericoDeRoberto #FondoClaudioMagris #GiuseppeBertolucci #GiuseppeGarrera #Gruppo63 #laboratorio #LucaMariaPatella #luoghiOggettiArredi #MarcoTullioGiordana #materialeMinore #MauroDistefano #neoavanguardia #oggetti #oggettiMinori #quaderni #SaraGregori #scrittori #sperimentalismo

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una copertina di [da] gino de dominicis


Antologia per le medie_ copertina di Gino De Dominicis
cliccare per ingrandire

L. Balbi – G. Gaetano, Nuove dimensioni 2, Antologia italiana con letture epiche per la scuola media, Le Monnier, Firenze 1972. In copertina: Gino De Dominicis, Tentativo di volo (1969). Immagine tratta dal manifesto della VII Biennale di Parigi (1971).

Collezione Giuseppe Garrera

#antologia #antologiaPerLaScuolaMedia #art #arte #CollezioneGiuseppeGarrera #copertina #GinoDeDominicis #GiuseppeGarrera #TentativoDiVolo #VIIBiennaleDiParigi

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note/251027 / miron tee. 2025


asemic+abstract work by Miron Tee
click to enlarge

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#MironTee #post2025

Questa voce è stata modificata (17 ore fa)


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L'articolo intitolato "Community Strikes Back: 12 Open Source Projects Born from Resistance" esplora come la filosofia open source spesso prevalga sulle decisioni aziendali che limitano la libertà o la trasparenza del software. Il testo presenta dodici casi studio significativi in cui le comunità di sviluppatori hanno creato fork (biforcazioni) o alternative a progetti esistenti a causa di controversie su licenze, stagnazione dello sviluppo o cambiamenti nella proprietà aziendale (in […]
Questa voce è stata modificata (23 ore fa)

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in reply to ac3

@acor3 ottimo podcast, appena iscritto. Domanda, sto ascoltando diversi podcast con voci AI, penso generati tramite NotebookLM... Hanno tutti le stesse due voci 🤣 sono quelle di default? Le uniche?
in reply to dado

si. voci di default per ora uniche (piano free) ma rispetto agli inizi ora è godibile/fruibile

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mercoledì 29 ottobre, podcast ‘ndn’: marco giovenale e guido mazzoni in dialogo su “scrittura e biografia”


Il podcast di dialoghi sulle scritture, NDN – Niente di nuovo
mercoledì 29 ottobre presenta
SCRITTURA E BIOGRAFIA
un dialogo tra
Marco Giovenale e Guido Mazzoni
a cura di Antonio Syxty

NDN 29 ottobre_ Giovenale-Mazzoni_ scrittura e biografia

open.spotify.com/show/4iIZ0Vbc…

#AntonioSyxty #MarcoGiovenale #MG #ndn #NDNNienteDiNuovo #NienteDiNuovo #scritturaDiRicerca #scritturaEBiografia #scrittureDiRicerca #testiDiMgInRete #testiDiMgOnline

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esce il n. 2 di ‘niederngasse’, rivista cartacea (e digitale): oggi la prima presentazione online


📖 ESCE Niederngasse #2Evento onlineNiederngasse a Cremona

🎲 OGGI, lunedì 27, si apre il tabellone (cfr. foto).

🗓️ ore 21:00 (Italia)

💬 Si presenta online il nuovo numero cartaceo di Niederngasse

⏱️ 30 minuti secchi: breve introduzione + autorə

Niederngasse – La cavalleria leggera della letteratura italiana

La storica rivista d’artista fondata nel 1998 in Svizzera torna in edizione cartacea. Un progetto indipendente che reimmagina la fruizione culturale contemporanea con una formula inedita: “Il Grande Giuoco di Niederngasse”, una plancia interattiva dove ogni casella corrisponde a un articolo, accessibile anche in digitale tramite QR code.

Scarica il tabellone e leggi il nuovo numero → https://niederngasse.it/editoriale

Edizione cartacea limitata e numerata.

#2 #eventoOnline #NiedernGasse #PaolaSilviaDolci #presentazione #rivista #riviste #tabellone

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28 ottobre, roma, fondazione baruchello: convegno su “luoghi, oggetti, arredi e case d’autore” (archivi degli artisti e degli scrittori)


convegno alla Fondazione Baruchello: luoghi oggetti arredi e case d'autore, 28 ottobre 2025, con l'Associazone PagliaraniDomani, 28 ottobre, presso la Fondazione Baruchello si svolge il Convegno Luoghi, oggetti, arredi e case d’autore. Il contesto degli archivi degli artisti e degli scrittori.

Saranno trattati argomenti intimamente connessi alla storia degli archivi e a quella della creazione letteraria ed artistica.

Qui una breve spiegazione del progetto:

Gli archivi privati degli artisti e degli scrittori conservano materiale documentario di grande interesse per lo studio delle fonti della cultura e della storia della seconda metà del Novecento e per ritessere la fitta trama dei rapporti amicali, intellettuali, sociali e letterari che ha attraversato la ricca e densa sostanza della cultura novecentesca.

I fondi fotografici presenti all’interno degli archivi, il cosiddetto materiale minore, agende, agendine, appunti, quaderni, calendari, gli oggetti e degli arredi delle dimore e delle case d’autore, i luoghi da loro frequentati e amati sono ancora territori inesplorati che molto possono svelare sulla complessità e le radici delle opere e per la ricostruzione del contesto e di una mappa geo-culturale e storica che può illuminare il percorso, anche biografico, della creazione.I

Il Convegno tratterà queste aree tematiche all’apparenza marginali ma pienamente significative e fondamentali per la ricostruzione, la visibilità e la valorizzazione delle fonti storiche.”

Si prega di confermare la presenza scrivendo a
muraca.marcelladalila [at] gmail.com
e a info [at] fondazionebaruchello.com

PROGRAMMA

Modera Barbara Mancini
Ore 10:30 – 13:30

INTRODUZIONE
Carla Subrizi, Cetta Petrollo Pagliarani

SESSIONE I. Le case e le stanze d’autore: artisti, poeti, scrittori

Caterina Borelli
Case, oggetti e arredi: autobiografie o archivi? Luoghi pubblici o privati?

Eleonora Cardinale
Ricostruire le stanze degli scrittori: Spazi900 della Biblioteca nazionale centrale di Roma

Monica Fabbri
L’Archivio Giovannino Guareschi a Roncole Verdi

SESSIONE II. I dialoghi amicali, le dediche negli epistolari e nei libri

Federico Milone
Scaffali privati e scaffali digitali: il caso della biblioteca di Alfredo Giuliani

Barbara Mancini
A Elio, maestro d’arte e di vita”: le dediche nei libri della Biblioteca Pagliarani

Francesco Pascali
«Gli anni ‘80 sono nostri», Giuseppe Bertolucci e Marco Tullio Giordana, carte da
un’amicizia

Ore 15:30 -19:00
SESSIONE III. Gli incontri: agende agendine quaderni e calendari

Antonio D’Ambrosio
Attraversare l’Europa dagli avantesti del Fondo Claudio Magris

Sara Gregori
Ada Negri nell’Archivio del Novecento

Chiara Portesine
Archiviare la Neoavanguardia: lo sperimentalismo tra anarchia e documento

Mauro Distefano
Appunti, quaderni e ritagli: il laboratorio nascosto di Federico De Roberto

SESSIONE IV. Gli arredi, gli oggetti

Giuseppe Garrera
Immagini devozionali. Le Gioconde di Luca Maria Patella.Alcune considerazioni sulle Gioconde di Leonardo disseminate sulle pareti e nei cassetti della casa di Luca Maria Patella

Arianna Saggio
Speranzella di Bernari attraverso la fotografia: tra documento e finzione

SESSIONE V. I Luoghi

Ilaria Serra
La casa e il bosco di Mario Rigoni Stern

Silvia Moretti
Memorie e rappresentazioni della casa di via dei giornalisti di Gianni Toti

Convegno a cura di
Cetta Petrollo Pagliarani – Associazione Letteraria Elio Pagliarani
Coordinamento
Marcella Muraca
Moderatrice
Barbara Mancini

#AdaNegri #agende #agendine #anarchia #AntonioDAmbrosio #appunti #archivi #archivio #archivioDelNovecento #AriannaSaggio #arredi #artisti #AssociazioneLetterariaElioPagliarani #AssociazionePagliarani #calendari #case #caseDAutore #CettaPetrollo #CettaPetrolloPagliarani #CettaPetrolloPagliaraniAssociazioneLetterariaElioPagliarani #ChiaraPortesine #ClaudioMagris #documenti #documento #ElioPagliarani #FedericoDeRoberto #FondoClaudioMagris #GiuseppeBertolucci #GiuseppeGarrera #Gruppo63 #laboratorio #LucaMariaPatella #luoghiOggettiArredi #MarcoTullioGiordana #materialeMinore #MauroDistefano #neoavanguardia #oggetti #oggettiMinori #quaderni #SaraGregori #scrittori #sperimentalismo

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La nascita del movimento pacifista italiano avvenne dunque più tardi


«La Stampa» 25 ottobre 1981, p. 5

La scelta del governo italiano di installare le armi atomiche determinò la riorganizzazione dei movimenti pacifisti italiani. Renato Moro ha fatto notare come in Italia, nel secondo dopo guerra, contrariamente ad altri paesi europei mancava di un forte movimento pacifista indipendente; tuttavia, le istanze intese legate alla rimozione delle cause di guerra e alla trasformazione in senso più egualitario e solidale della società sarebbero state veicolate in primis dal PCI <133. Solamente tra il 1976 e il 1978, in seguito al disastro ambientale provocato a Seveso, emersero dei movimenti contro l’uso civile dell’energia nucleare che ponevano l’accento soprattutto sulla questione della sicurezza nei posti di lavori e sull’inquinamento territoriale. La nascita del movimento pacifista italiano avvenne dunque più tardi rispetto a paesi come Regno Unito, Germania, Belgio e Olanda. I primi gruppi riuniti per discutere di pacifismo e politiche antinucleari presero avvio grazie agli incontri giovanili organizzati dalla Nuova Sinistra. L’obiettivo era quello di trasformare la questione antinucleare sia militare che civile in un campo di battaglia per raggiungere scopi politici <134.
Tra il 1979 e il 1980, subito dopo la decisione del governo italiano di installare i missili Cruise nelle basi militari italiane, alcuni partiti come il Partito Radicale (PR) e il Partito di Unità Proletaria (PDUP) si opposero. Su questo tema, il Partito comunista italiano era tra i più attivi e organizzava raduni in tutto il paese coinvolgendo soprattutto intellettuali e studenti. Dall’altra parte dello schieramento politico, alcuni raggruppamenti cattolici, in evidente contrapposizione con le decisioni portate avanti dalla Democrazia Cristiana (DC), proposero la formazione di un movimento apartitico pacifista per il disarmo <135. Una delle prime grandi manifestazioni in favore della pace venne organizzata dal PCI a Firenze. Enrico Berlinguer durante il suo discorso tenuto in Piazza della Signoria sottolineava la matrice politica della mobilitazione, esclamando: «i comunisti sono la prima e la più grande forza politica in Italia a impegnarsi per la pace e la distensione» <136. Nonostante l’impegno dei comunisti nell’organizzare manifestazioni nelle città italiane come il corteo del 4 dicembre 1979 che da Piazza Esedra in Roma raggiunse Piazza di Spagna, animato da migliaia di persone con fiaccole e striscioni con su scritto: «Fermare la corsa al riarmo, trattative subito» <137, non riuscirono a coinvolgere altri grandi partiti come la DC e il PSI <138. Solamente nel 1981 dopo le avvenute mobilitazioni dei gruppi pacifisti europei aderenti al movimento del Disarmo Nucleare Europeo (END), l’elezione di Ronald Reagan alla Casa Bianca che aveva già annunciato l’avanzamento dell’installazione delle bombe atomiche in Europa e la prima mobilitazione a Comiso (luogo designato dalla NATO e dal governo italiano per l’installazione dei missili Cruise), il Movimento nonviolento attivo in Umbria già dal secondo dopo guerra organizzò la marcia della pace Assisi-Perugia <139. Si trattò della prima manifestazione pacifista che riuniva diversi schieramenti politici. Il 27 settembre 1981 partirono da Assisi in cinquantamila persone, guidati dal filosofo Norberto Bobbio, uno dei più illustri aderenti del Movimento nonviolento, il quale concluse la marcia della pace con un discorso pronunciato ai piedi della Rocca di Assisi. Il messaggio dell’intellettuale era chiaro: «la strada è una sola, ed è la strada che conduce al superamento dei blocchi contrapposti, al rifiuto della politica di potenza, alla distensione, al disarmo e alla pace fondata non sull’equilibrio del terrore ma su quello della distribuzione dei beni» <140. In quell’occasione parteciparono alla marcia aderenti al PCI, PDUP, PR a vari gruppi provenienti dagli ambienti cattolici, evangelici, nonviolenti e anche alcuni socialisti contrari alle posizioni ufficiali del PSI <141. Poche settimane dopo, il primo grande incontro del movimento pacifista si svolse a Roma il 24 ottobre 1981 e venne convocato da un cartello di partiti, con la prevalenza dei giovani esponenti del PCI e della Nuova Sinistra che si riunirono in un Comitato di coordinamento nazionale <142. Al corteo parteciparono più di 300.000 persone guidate da un manifesto raffigurante San Francesco d’Assisi. «Dalla Sicilia alla Scandinavia, no alla NATO e al patto di Varsavia» era uno degli slogan più pronunciati, ma non era l’unico <143. Alcuni striscioni del PSI della corrente di Achille Benzoni recitavano: «Craxi, Lagorio non sono qui, noi siamo il vero PSI» <144. Oltre ai gruppi politici citati, molti erano i gruppi partecipanti: le donne e femministe, le chieste evangeliche, le federazioni anarchiche, le comunità israelitiche, i cattolici schierati contro la DC e definiti da Marco Tosati come i «diversi», i movimenti ecologisti e alcuni rappresentanti del pacifismo tedesco145. Oltre agli striscioni e agli slogan, il corteo venne animato dalla tarantella, e da alcune musiche intonate dal Laboratorio di musica popolare di Testaccio; gli accessori principali usati durante la manifestazione furono missili di cartapesta, bombe finte, falci e fantasmi simboli di morte <146. La presenza di raggruppamento di forze politiche divergenti creò difficoltà nella scelta delle risoluzioni da prendere in vista dell’installazione degli euromissili. Le maggiori problematiche vennero riscontrate tra il PCI e la Nuova Sinistra: il primo gruppo portava, infatti, avanti la strategia del «fronte unico» lavorando per raggiungere una soluzione equilibrata, mentre i giovani della Nuova Sinistra si proponevano come unico obbiettivo quello del disarmo attuando forme di lotta disorganizzata <147. Pochi giorni dopo la manifestazione di Roma, il giornale della sinistra cattolica «Testimonianze» propose l’organizzazione di un convegno che si sarebbe tenuto a Firenze tra il 14 e il 15 novembre 1981. Il primo incontro teorico del pacifismo italiano si trasformò in una sorta di conferenza nazionale con l’obbiettivo di formare un movimento autonomo e indipendente non strettamente legato ai partiti politici. Al convegno intitolato “Se vuoi la pace” presero parte gruppi e partiti di diversa estrazione politica e sociale: c’erano i comunisti che proponevano un disarmo equilibrato, il PR schierato contro l’Unione Sovietica perché ritenuta più pericolosa degli Stati Uniti, e quindi, favorevole alle politiche della distensione, in più contraddicevano le posizioni del PCI. Altri partecipanti furono i gruppi indipendenti come il Movimento nonviolento, che era in collisione con i cattolici di sinistra, e La Lega per il disarmo unilaterale, promossa dallo scrittore Carlo Cassola ed impegnata nella lotta per il disarmo nucleare sia militare che civile. Inoltre, presero parte all’incontro anche i giovani aderenti alla Nuova Sinistra al gruppo Democrazia Proletaria (DP) e Lotta continua. L’eterogeneità del movimento pacifista italiano alle sue origini veniva precipita da prospettive contrapposte: da una parte emergeva la capacità sperimentata all’interno del movimento di privilegiare le diversità e non giudicare le idee divergenti dei membri che poteva permettere la coesistenza di diverse posizioni in collaborazione per un unico fine; dall’altra, tuttavia, il ruolo prevalente del PCI nelle attività del movimento pacifista era la causa di litigi e le posizioni diverse dei vari partecipanti impedivano il raggiungimento dei risultato e il colloquio con parti politiche opposte alla sinistra. Nonostante le divergenze, questo movimento pacifista, più o meno unito, decise di mobilitarsi a Comiso, in occasione delle manifestazioni organizzate dai locali per opporsi all’installazione degli euromissili.

[NOTE]133 R. Moro, Against the Euromissiles: Anti-nuclear Movements in 1980s Italy, cit. p. 200.
134 Ivi, p.201.
35 Ibidem
136 F. Fusi, Il discorso di Berlinguer alla grande manifestazione nazionale. Duecentomila a Firenze per la pace in «L’Unità» n° 7, 18 febbraio 1980, p. 1.
137 Missili: oggi il dibattito decisivo. Miglia manifestano nel centro di Roma, in «L’Unità», 4 dicembre 1979, p.1.
138 Il discorso di Berlinguer a Firenze, «L’Unità», 18 febbraio 1980, p. 2.
139 R. Moro, Against the Euromissiles: Anti-nuclear Movements in 1980s Italy (1979-1984), cit. p. 202.
140 R. Conteduca, Ad Assisi in 50 mila «Il mondo vuole pace, in «La Stampa», 28 settembre 1981.
141 Ibidem
142 Vecchio e Nuovo internazionalismo: paure, esperienze e bisogni, appunti dall’Archivio privato di Chiara Ingrao, p. 8.
143 M. Tosati, Roma imponente sfilata per la pace «Vietate ambasciate Usa e Urss» in «La Stampa» 25 ottobre 1981, p. 5.
144 Ibidem.
145 Ibidem
146 Ibidem
147 R. Moro, Against the Euromissiles: Anti-nuclear Movements in 1980s Italy (1979-1984), cit. p 203.
Maria Letizia Fontana, Donne contro gli euromissili. Una prospettiva transnazionale e di genere dei movimenti antinucleari femministi e pacifisti nei primi anni Ottanta in Italia e Belgio, Tesi di laurea, Università Ca’ Foscari – Venezia, Anno Accademico 2022-2023

#1976 #1978 #1981 #antinucleari #AssisiPerugia #CarloCassola #cattolici #Comiso #comunitàIsraelitiche #contro #DC #donne #ecologisti #euromissili #evangelici #femminismo #Firenze #Italia #manifestazioni #marcia #MariaLetiziaFontana #movimenti #nonviolento #NorbertoBobbio #pacifista #PCI #PDUP #PSI #radicali #Roma


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L’ultima mossa dei Not Moving


Ieri sera ho scoperto su IYE che è stato appena pubblicato un nuovo – l’ultimo – album dei Not Moving. Si chiude con un «That’s All Folks» la storia di una delle più grandi band rock’n’roll che abbia calpestato questa terra di nulla e di nessuno che è lo Stivale. In attesa di poter ascoltare le nuove canzoni – e intendo il disco per intero, perché non ho alcuna intenzione di mandarlo giù a pezzetti – ripropongo il capolavoro perduto del 1984, Land of Nothing, riesumato dalla mitica Area Pirata nel 2003: per chi già conosce e voglia ripassarci sopra, per chi non conosce e voglia ficcarsi giù per la gola questi quindici minuti o poco più di tiratissimo e scurissimo rock’n’roll punk dai contorni blues e rockabilly (Gun Club e Cramps sono nomi che vengono in mente più spesso che no). È un modo per salutare l’ultima mossa di una band che qui, su questi solchi, ha girato e significato molto.

Per chi voglia un riassunto della storia ci ha pensato Tony Face.

//bandcamp.com/EmbeddedPlayer/v=2/album=4061140147/size=large/bgcol=ffffff/linkcol=0687f5/tracklist=false/artwork=small/

#DomeLaMuerte #LandOfNothing #NotMoving #Punk #punkBlues #RitaLilith #RockNRoll #TonyFace

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Crateri Sivestri a pagamento, riperimetrazione: Parco dell’Etna sotto attacco


Un sito Unesco proprietà privata, con ingresso a pagamento. Una proposta di legge regionale per restringere i confini del Parco dell’Etna e l’ampiezza dell’area da esso controllata . Su queste notizie, recentemente assurte, con grande clamore, agli onori della cronaca, vorremmo aprire un dibattito, a cui invitiamo a partecipare cittadini e associazioni che hanno a cuore il nostro vulcano […]

Leggi il resto: argocatania.it/2025/10/27/crat…

#Etna #ParcoDellEtna #RegioneSiciliana #speculazioneEdilizia

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ancora fino al 19 novembre, a milano: “l’altra pittura” di gianni asdrubali


L’ALTRA PITTURA
A CURA DI LORENZO MADARO
A ARTE INVERNIZZI

VIA DOMENICO SCARLATTI 12 20124 MILAN ITALY

CATALOGO CON SAGGIO DI LORENZO MADARO
24 SETTEMBRE – fino al 19 NOVEMBRE 2025
IN CONTEMPORANEA ALLA GALLERIA ARTRA DI MILANO

CATALOGO DELLA MOSTRA

MOSTRA E PDF

Le gallerie A arte Invernizzi e Artra hanno inaugurato mercoledì 24 settembre 2025 la mostra Gianni Asdrubali. L’altra pittura, a cura di Lorenzo Madaro.

La mostra, articolata nelle due sedi delle gallerie, con cui l’artista dialoga intensamente da decenni, diviene una antologica in grado di tracciare i punti focali imprescindibili di tutta la sua ricerca sin dagli esordi. Le due sezioni sono una in continuità con l’altra con incroci, tangenze speciali e a volte intrecci che le connettono costantemente.

Gianni Asdrubali (Tuscania, 1955) sviluppa la propria ricerca con convinzione dai primissimi Ottanta, rimanendo già in quegli anni autosufficiente e originale, fuori da ogni possibile categoria di riferimento, lontana dagli ismi e da ogni perimetro critico/curatoriale, fatta eccezione per l’Astrazione povera teorizzata da Filiberto Menna includendo oltre allo stesso Asdrubali anche Mariano Rossano, Bruno Querci e altri artisti.

L’arte con Gianni Asdrubali torna ad assumere una funzione primaria di spazio che indaga il sé della pittura, dopo la bolgia di colore, immagini, simboli, allegorie a cui la pittura in quegli anni ci stava abituando anche nelle sue espressioni più stimolanti, innovative, coinvolgenti.

Gianni Asdrubali già da quel decennio è infatti un battitore libero e solitario. Non silenzioso, non inerme, non immobile. La sua storia in quei primi momenti di sperimentazione è di impegno massimo nelle stanze dei suoi studi, alla ricerca della radice originaria di un segno mai incerto ma in costante movimento, proiettato – all’epoca come oggi – in una persistente fuoriuscita dalla tela, dal muro o comunque dal quadro in senso stretto. Tutto è propedeutico alla gestazione, al concepimento e all’affinamento di uno stile che non diventa mai un genere, che non inciampa mai nel caos totale della replica, bensì nell’ossessiva, meditata e insieme voluttuosa e caparbia capacità di costruzione di un alfabeto in costante movimento.

Opere in mostra come Camurro (1981) e Diodiavolo (1980) rivelano grovigli, contorsioni, capriole, tracce, alle volte forti e penetranti, altre che si assottigliano man mano che si allargano dalla matrice cromatica, rigorosamente nera, che quasi esplode in un lato dell’opera per farsi altro, per liberarsi della propria energia intrinseca. Ecco allora che con il passare degli anni – pensiamo a Aggroblanda del 1984, Bestia del 1985, Zaazze del 1986, per citare alcune tra le opere in mostra – la traccia di ogni segno si regolarizza in un sistema di coordinate ancor più approfondite, precise, che si allontana dalla gestualità informale per ricomporsi in un sistema in cui il segno si assottiglia per diventare un elemento autonomo, un apparente tubo che si apre per creare spazi di pieno e di vuoto in cui si inserisce il bianco della superficie che diviene “corpo”.

E se in opere come Malumazac del 1990 il segno inizia nuovamente ad allargarsi, ma non come groviglio bensì come traccia libera che si espande, in opere come Tromboloide del 1992 l’opera stessa diventa sagoma fatta esclusivamente di segno e il supporto è ritagliato attorno al segno stesso. Svolta, prende impossibili diagonali, alle volte torna indietro, si stratifica, poi si innalza, è come un’onda che si increspa e poi esplode nella libertà assoluta di una superficie che – ed è questo il filo conduttore di questa nuova fase, quella dei Novanta, più matura dell’artista – non finisce più sul proprio perimetro ma idealmente inizia a ampliarsi e sfrangiarsi del tutto sullo spazio attorno. Questa attitudine poi si svilupperà completamente negli anni più recenti, soprattutto negli interventi che realizza o sulle tele sagomate e assemblate, messe assieme a mo’ di arcipelago sprigionando un’energia sempre inesausta.

Energia. La pittura di Asdrubali è un concentrato che concilia riflessione e azione, impeto e calma, quella che occorre nello spazio concentrato dello studio, luogo di elaborazione progettuale, ma anche di allenamento verso quel continuo evolversi del segno stesso.

Tromboloide è una delle opere centrali di un transito in grado di generare nuove possibili traiettorie: il segno qui fa emergere un’altra delle identità della pittura di Asdrubali. Da un lato c’è quello netto, profondamente denso, totalizzante, e poi c’è la traccia del pennello semi asciutto che genera altre prospettive interne. Quindi la pittura non è soltanto il risultato della sua azione su una superficie ma anche il suo farsi, il suo essere processo.

La mostra poi prosegue con un’ampia sezione, divisa nelle due gallerie, di opere degli anni Duemila e, soprattutto, di quelli più recenti, dove l’energia di Asdrubali si è completamente dilatata e in cui la superficie assume un ruolo a volte perfino primario nella definizione degli spazi e delle prospettive delle pennellate, che si fanno sempre più tumultuose, irradianti, talvolta nevrotiche, iperattive, avvolgenti, dilatate, in un continuo rincorrersi di asimmetrie, di rinunce a una possibile regola stagnante.

Anche nell’opera recente comprendiamo come la ricerca di Asdrubali sia un battito cardiaco di un’esperienza che esplora il problema interno della pittura, ovvero l’energia e il vuoto.

In occasione della mostra è stato pubblicato un catalogo bilingue con un saggio di Lorenzo Madaro, la riproduzione delle opere esposte nelle due gallerie e un aggiornato apparato bio-bibliografico.

#AArteInvernizzi #abstract #abstractArt #art #arte #arteAstratta #catalogo #GalleriaArtra #GianniAsdrubali #LorenzoMadaro

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la sorpresa malwarica della domenica (l’attacco alla supply chain di OpenVSX mi fa passare brutti minuti)


Dopo i vari complotti ai miei danni… e prima gli scherzi degli spiriti, e poi i malware autunnali che colpiscono il mio corpo, e pure tutte le cose pericolosamente problematiche per essere anche solo scritteOggi pomeriggio mi è arrivata un’altra sorpresa: i fottuti virus sul PC. (E no, non è perché sto continuando ad usare Windows 10 una decina di giorni dopo la data di fine vita… non c’è nessuna falla nel sistema operativo di mezzo, bensì, anche stavolta, solo i potery forty.) 😰
💖💣, [26/10/2025 13:19]https://www.truesec.com/hub/blog/glassworm-self-propagating-vscode-extensionpotrei avere malware sul PC.💖💣, [26/10/2025 13:20]💖💣, [26/10/2025 13:20]💖💣, [26/10/2025 13:21]ma come cazzo si fa.💖💣, [26/10/2025 13:24]ora devo fare una scansione completa sperando di non trovare niente.
Ho semplicemente aperto VSCodium per fare la mia programmazione, perché sennò il fine settimana non sono contenta, lo sappiamo già… ed è arrivato un popup di Windows Defender, che si lamentava di un file JavaScript nella cartella di un’estensione installata dell’IDE. Purtroppo, cercandolo online, scopro che il merdone ha probabilmente ragione: il file è probabilmente infetto (non lo so con certezza, perché non volevo sbloccarlo col rischio che venisse eseguito, quindi l’ho fatto sparire)… perché, a quanto sembra, c’è stato di recente un attacco alla filiera (o “supply chain“, come piace dirlo agli altri) che ha colpito alcune estensioni VSCode… e zio cane. 😐

I link interessanti sono su memos.octt.eu.org/m/GdeyW5UqDV…, e stavolta sono forse interessanti davvero, perché il malware, “GlassWorm“, è una cosa assurda, a livello tecnico… Usa la blockchain di Solana per salvare i riferimenti allo stage 2, probabilmente per essere indistruttibile, perché se qualcuno gli leva di mezzo il server di comando e controllo questi possono sempre aggiornare il payload sulla blockchain e avere tutto ancora funzionante, una roba da pazzi… e poi, il codice malevolo nascosto nei file JavaScript è codificato con caratteri Unicode che appaiono vuoti, ma ovviamente vengono decodificati in quello che serve, e bleah. Ma non è questo il punto… 🤥

In pratica, quello che è successo — e non capisco perché lo scopro solo ora, e non mi sia invece arrivata indirettamente la notizia pochi giorni fa — è che questo malware prende di mira le estensioni per VSCode — principalmente quelle ospitate su OpenVSX, ma si sa già di almeno una infetta anche sullo store di Microsoft — per replicarsi e diffondersi sui PC degli sviluppatori di software, e da lì fare cose brutte… Innanzitutto rubare i dati di varie estensioni browser di criptovalute (e vabbè che se tieni le criptovalute sul PC anziché sul telefono stai proprio chiedendo che ti vengano rubate), perché evidentemente questi stronzi non hanno fantasia… poi credenziali Git, NPM, OpenVSX, questa roba qui, appunto per spargere codice malevolo… e, si dice, installare varie schifezze persistenti. 😭

Non so se sia più ironico il fatto che non ho praticamente mai beccato malware sui PC in anni e anni di pirateria e cose particolari, eppure mi deve succedere oggi in un modo che non potevo ragionevolmente prevenire — anche perché io non installo estensioni troppo ad minchiam, nel possibile faccio attenzione, ma a volte tocca installare il pacchetto sfigato gestito da qualcuno a caso non malevolo, ma che suo malgrado si è fatto bucare — per il solo peccato di scrivere codice ed usare VSCodium per farlo… Oppure, se la cosa che veramente mi deve far incazzare è che le estensioni bucate sono per ora ancora una quindicina, eppure proprio una (1) è capitato che l’avessi, quindi che combinazione… Ma è tutto così fottutamente assurdo. 💥

Per fortuna, (anche se non so quanto devo davvero fidarmi di un simile risultato, e mi chiedo se forse non dovrei prendere provvedimenti più forti; ma se devo cambiare le password impazzisco, e idem se devo reinstallare il sistema, quindi spero di no…) da diverse scansioni complete, una con Defender ed una con Kaspersky, esclusi i file dell’estensione infetta che poi ho giustamente anche disinstallato da VSCodium, il PC risulta pulito; e, anche controllando a manina i servizi di Windows, le operazioni programmate all’avvio, e le chiavi di registro riportate negli articoli sopra, non ho trovato nulla di strano, così come non vedo richieste agli indirizzi IP noti di questo merdone attraverso WireShark. 🙄

Quindi… è possibile che Defender abbia bloccato il codice malevolo in un momento in cui si, l’IDE ha letto il file che lo conteneva, ma non effettivamente eseguito, perché questa estensione (sissel.shopify-liquid@4.0.1) magari non era una di quelle che gira a vuoto, e io in cosa stavo lavorando oggi (e ieri) non avevo niente che causasse l’effettivo caricamento dell’estensione? Mi verrebbe da chiedermi perché minchia la rilevazione sia avvenuta solo oggi, visto che l’estensione è bucata da apparentemente una bella settimana, e quindi dovevo avere in teoria già minimo da ieri la versione schifosa, visto che VSCode maledetto aggiorna in automatico le estensioni senza dire niente… ma evidentemente Microsoft ha il culo comodo nell’aggiornare le definizioni. 😤

Allora, in sostanza, spero vivamente che questo coglione marcio non sia riuscito ad installarmi sul computer RAT, HVNC, o proxy per i propri usi schifosi, altrimenti sono rogne… Se avete consigli, a parte l’idea di smettere di programmare software, vi ringrazio in anticipo; per ora ho disattivato l’aggiornamento automatico di tutte le estensioni, così, semmai qualcun’altra viene fottuta, io non lo sarò. Però, a parte gli scherzi, viviamo veramente in un mondo di merda se i malware non sono più “vinci la partita a carte se non vuoi che ti cancello il disco“, e invece sono “mi nascondo per fotterti”… e se per prenderli non serve fare nulla di incauto, ma basta appena esistere ed usare software scritto da altri!!! 😩

#GlassWorm #malware #OpenVSX #virus #VSCode

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Ritorna Mauro Balboni con L’orsa che mangiava ciliegie

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​L’orsa che mangiava ciliegie


​(Mauro Balboni, in uscita a inizio 2026)​

L’orsa che mangiava ciliegie. I castori che nuotano sotto i palazzi della city finanziaria. Il lupo in giardino. Le foreste ripariali a 20 km da piazza Duomo. Le scale dei fiumi dove passano i grandi storioni dopo 60 anni di assenza. La foresta lasciata evolvere secondo le sue leggi. I bisonti di Giulio Cesare e Asterix. I miracolosi boschi delle risorgive nella pianura più cementificata d’Europa. E molto altro.Cos’è: un bestiario da leggende metropolitane? No: sono incontri reali con la nuova natura europea. La wilderness diversamente selvaggia che sta prendendo forma nel primo continente che la wilderness la cancellò quasi dovunque. Eppure, sta ritornando. Qui e là, a brandelli, più spesso che no ferocemente avversati.

Un racconto di crisi e cambiamento


​L’orsa che mangiava ciliegie di Mauro Balboni racconta inevitabilmente la crisi ecologica e climatica che stiamo vivendo, e non potrebbe essere diversamente.

Ma, per una volta, dalla parte di quello che sta provando ad adattarsi. Quello che ogni anno aggiunge un anello nel tronco anche se deformato da siccità e inquinanti ambientali. Quello che è tornato a scorrere dove non scorreva più. Quello che riappare su montagne da dove pensavamo di averlo scacciato per sempre. Quello che non ha voce ma deve essere fatto conoscere, per evitare che venga perso di nuovo.

Le domande che dobbiamo farci


Sono incontri che spalancano la porta direttamente sui grandi temi del nostro tempo: il clima, la difesa dagli eventi metereologici estremi, i servizi ecosistemici, la vivibilità dell’ambiente costruito, l’overtourism. Che ci parlano di amnesia ecologica generazionale, di rewilding, di quale ruolo per le aree protette. Di quale futuro ci aspetta.

L’orsa che mangiava ciliegie ci conduce ad affrontare domande per le quali non abbiamo ancora risposte, ma che forse aprono uno spiraglio di speranza: quell’orsa, quei castori, quelle nuove foreste, quegli storioni sono qui per rimanerci? Sono ecologicamente reversibili, i disastri dell’Epoca Umana?​

Il rewilding e la coesistenza tra uomo e natura selvatica


​Il concetto di “rewilding” non è più una visione romantica, ma un approccio pratico alla conservazione, basato sul lasciare spazio ai processi naturali e sul ritorno, spesso spontaneo, delle specie chiave. Il fenomeno narrato da Balboni si inserisce perfettamente in questo contesto europeo, dove i lupi tornano ad attraversare le Alpi e i castori rimodellano i corsi d’acqua a ridosso delle aree urbane. Questo ritorno della fauna selvatica pone però un’ardua sfida: la coesistenza. Se da un lato il ripristino della biodiversità porta benefici tangibili, come una maggiore resilienza agli eventi climatici estremi o la fornitura di servizi ecosistemici essenziali, dall’altro lato, richiede una profonda revisione del rapporto tra uomo e fauna selvatica. Il libro di Balboni, dunque, non celebra solo il trionfo della natura, ma indaga anche le complesse dinamiche sociali, economiche e culturali che si attivano quando la wilderness irrompe nella quotidianità antropizzata.​

La resilienza naturale contro la crisi delle risorse


Questa prospettiva, ricca di incontri sorprendenti, offre un contrasto significativo con le preoccupazioni più drammatiche espresse dall’autore in merito alla sicurezza alimentare e alla gestione delle risorse, temi centrali nel suo precedente saggio, “Il pianeta dei frigoriferi” (2022). Dopo aver analizzato lucidamente le criticità strutturali e globali dell’impronta umana sulle risorse, l’autore in questa nuova opera rivolge lo sguardo ai segnali di resilienza che la natura, nonostante tutto, continua a offrire. L’orsa che mangiava ciliegie si presenta quindi come un invito a considerare i meccanismi di adattamento del mondo naturale non come un’alternativa alle soluzioni tecnologiche o politiche, ma come una parte essenziale e forse decisiva per immaginare un futuro sostenibile, dove uomo e natura possano trovare un nuovo equilibrio.

​Mauro Balboni


Mauro Balboni è nato a Bolzano nel 1958 e vive oggi in Svizzera (dopo essere passato per Austria e Inghilterra). Si è laureato in Scienze Agrarie all’Università di Bologna. È stato dirigente di livello internazionale nell’agroindustria, per la quale ha lavorato sia nella ricerca & sviluppo che negli affari governativi. Ha lavorato oltre 30 anni nella ricerca e sviluppo della grande industria agrochimica, la maggior parte dei quali come dirigente con responsabilità europee e globali. Ha vissuto a Milano, Bologna, Vienna, Oxford, Zurigo. Oggi risiede tra la Svizzera e il lago di Garda, dove ha trovato la sua vera life mission, quella di conservare un biotopo di prati magri e i suoi legittimi residenti: le “carote ametista”, le cavallette dalle ali blu, le api, le farfalle e le orchidee rare. Dal 2017 scrive sui temi della sicurezza alimentare globale e dell’impronta del cibo sulle risorse e gli ecosistemi, prima con Il Pianeta mangiato e più recentemente con Il pianeta dei frigoriferi (edito da Scienza Express e uscito a maggio 2022). Nel resto del suo tempo gira l’Europa con il camper, a piedi o in bicicletta anche alla ricerca di agricolture e di cibi presenti, passati e futuri.

#Balboni #Resilienza #Rewilding #saggio

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Tra i blog Wordpress Federati rilanciati dal nostro account non poteva mancare quello della nuova associazione per la promozione del #Fediverso: Fedimedia

Fedimedia Italia nasce dalla collaborazione tra diverse realtà legate al software libero e in particolare al Fediverso.

Cosa intende promuovere @Fedimedia Italia APS ⁂?

– Il Fediverso italiano, come spazio digitale federato, inclusivo e sostenibile.
– Servizi open source, etici e rispettosi della privacy.
– Alternative europee concrete alle piattaforme delle Big Tech.

Per seguire l'account dal fediverso puoi seguire @Fedimedia Italia APS - Web

Se vuoi essere aggiornato sulle notizie che riguardano il Fediverso, segui il gruppo Activitypub @Che succede nel Fediverso?

fedimedia.it/



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Bombardamenti alleati in provincia di Como durante la seconda guerra mondiale


All’inizio dell’autunno 1944, la linea del fronte in Italia si stabilizzò sull’Appennino Tosco Emiliano, sulla Famosa Linea Gotica. L’offensiva alleata, per sfondare la linea difensiva tedesca, fece uso di un massiccio intervento dell’aviazione anglo-americana, che ebbe come obiettivi la distruzione di ogni deposito di carburanti e munizioni (anche minimo), l’attacco a strade, ponti, ferrovie, treni, autoveicoli. In questa strategia di attacco, si collocò il duplice bombardamento aereo subito da Erba nei giorni 30 settembre e 1 ottobre 1944, il più sanguinoso attacco aereo in tutta la Provincia di Como, ad opera di bombardieri medi americani tipo Martin B-26 C “Marauder” del 17° Bombardment Group U.S.A.A.F., particolarmente del suo 95° Squadron, facente parte del 42° Bomb Wing dipendente dalla XIIª Tactical Air Force, in quel periodo di stanza a Poretta nella Corsica settentrionale, al comando del Col. R.O. Harrell <88. Don Erminio Casati, prevosto di Erba, nel “Liber Chronicus” della parrocchia, scrisse per l’anno 1944: “[…] Le ansie e i timori si accrescono per l’avvicinarsi dei fronti e per la minaccia delle incursioni aeree. Arrivano anche nella nostra parrocchia gruppi di SS italiane e tedesche […]. Con l’accondiscendenza dell’autorità comunale installano un parco di automezzi al cosiddetto Campo Sportivo lungo il Lambrone e un deposito di benzina lungo la ferrovia Nord vicino alla Cascina Sassonia, attirando così l’attenzione dei bombardieri nemici. E purtroppo quanto si temeva avvenne e con tragiche conseguenze. Il 30 settembre di questo anno, vigilia della tradizionale Festa del S. Rosario, verso le ore 14, verso il Palanzone si vedevano sbucare alcuni lucenti apparecchi inglesi <89, subito dopo si udiva lo schianto spaventoso delle bombe cadute nelle vicinanze del Mercato. Il prevosto accorse subito verso tale località e si trovò dinnanzi ad uno spettacolo terrificante. Giunto nella corte dei signori Molteni e Nava in via Diaz 8, fra le rovine vedeva straziate tre vittime: due giovani spose e la loro suocera. In piazza del Mercato un deserto sconvolto da un terremoto con grida disperate di spavento e di invocazioni. Il lavatoio all’imbocco della via S. Rocco, schiantato e stritolato e le donne che stavano lavando, sfracellate in modo orribile: di una giovane presente non se ne ebbe più traccia: rimase dispersa dalle bombe cadute sul lavatoio. E la distesa di campagne dietro la piazza Santa Eufemia fin giù al deposito della benzina verso le Cascine Lovatella-Sassonia e Prà del Matto, tutta crivellata di bombe che distrussero ogni cosa e seminarono la morte, colpendo con schegge micidiali quasi tutte le persone che pacificamente stavano cogliendo uva dai filari delle viti sparsi per quei campi. Purtroppo le bombe o per errore o di proposito furono sganciate in modo che quasi non colpirono l’obbiettivo militare che era il deposito della benzina, ma portarono rovina e morte a poveri inermi. Una delle località più colpite fu la via Cattaneo, dove alcune case furono completamente abbattute” <90.
La prima incursione, probabilmente per un tragico errore di puntamento del velivolo capo formazione, fallì l’obiettivo sganciando le bombe sull’abitato. Gli americani usarono bombe speciali dirompenti, spolettate per causare il massimo effetto scheggia, ordigni di non grande peso ma micidiali contro bersagli estesi e poco protetti quali automezzi, depositi, persone <91. Vennero, inoltre, crivellati di colpi uno stabilimento tessile, subito a nord del deposito e l’adiacente ferrovia. Essendo stato mancato il bersaglio, il piano Alleato di sistematica eliminazione degli obiettivi già pianificati, imponeva una seconda missione, che il 1° ottobre colpiva finalmente il deposito, sconvolgendo ancora l’abitato di Erba, dove complessivamente ci furono 77 morti (60 per il primo attacco e 17 per il secondo), e oltre 200 feriti, molti dei quali terribilmente mutilati <92. Il quotidiano “La Provincia” <93 diede rilievo
all’episodio con l’intento di alimentare l’ostilità verso gli Alleati, facendo leva sul dolore della popolazione, ma non una parola fu scritta, vista la censura, sul deposito di benzina e munizioni, situato troppo vicino all’abitato. Il deposito era stato trasportato ad Erba dall’Alpe del Viceré per allontanarlo dal “Campeggio”, dove stava per installarsi un battaglione di SS italiane <94.
Il 10 gennaio 1945 Erba fu mitragliata da alcuni aerei alleati, con un morto e tre feriti, il 5 febbraio, vi fu un’altra incursione con un’azione di mitragliamento che coinvolse l’Alpe del Viceré, ferendo due persone. L’obiettivo era il Villaggio Alpino dei Fasci Italiani all’Estero (detto “Campeggio”), dove si era insediato un reparto di SS italiane. <95 Tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio ’45, le incursioni si intensificarono. Aerei singoli mitragliavano tutto ciò che si muoveva per strada. Uno di questi aerei, la sera del 29 gennaio 1945, fece una strage di pendolari a Lambrugo, attaccando un treno delle Ferrovie Nord: ci furono 7 morti e numerosi feriti. Così narrò il tragico episodio, il parroco di Lambrugo, Don Edoardo Arrigoni (“Liber Chronicus”, pagine 265-266): “[…] I treni erano presi di mira dagli aeroplani alleati ed erano diminuiti di numero, e quelli mantenuti, fatti in ora oscure per sottrarli all’osservazione aerea. Anche la ferrovia Nord ha dovuto limitarsi a questa situazione. Nonostante questa prudenza, una sera, e precisamente quella del 29 gennaio, mentre l’unico treno stava per entrare nella stazione di Lambrugo, favoriti da una magnifica luna che faceva spiccare sulla neve alta un metro la lunga teoria di carrozze, alcuni aeroplani, a bassissima quota, lo mitragliavano causando la morte di sette persone e ferendone circa una quarantina”. Il treno fu colpito nel tratto che va da Cascina Maria di Lurago al ponte sulla statale Como-Bergamo. Il convoglio si fermò immediatamente con la motrice riparata sotto il ponte e tutti i passeggeri che erano rimasti illesi fuggirono per i campi innevati in preda alla paura e in cerca di un rifugio. Proseguiva così il suo racconto il parroco: “Al primo rumore di mitragliamento, prendendo gli oli santi, mi portai sul posto, e nella confusione, nello strazio, dei morenti e dei feriti, procurai di amministrare l’Estrema Unzione sotto condizione a coloro che mi fu possibile. Le salme vennero provvisoriamente messe nella saletta di aspetto della Stazione. Il pavimento venne macchiato dal sangue uscito in abbondanza dalle tremende ferite operate dalle pallottole esplosive. Per grazia di Dio la nostra popolazione fu risparmiata da sì tremenda strage. I giorni seguenti si svolsero i solenni funerali e il salone dell’asilo venne trasformato in Camera ardente. Le salme vennero di poi trasportate ai propri Comuni di origine. La popolazione partecipò tutta al funerale, meritando la riconoscenza dei parenti delle vittime” <96. Nello stesso giorno, tra Canzo ed Asso, alcui vagoni di un treno passeggeri, furono mitragliati senza conseguenze <97. L’unica via di fuga lungo le strade, per tentare di salvarsi dai mitragliamenti, era di infilarsi in una “buca di sicurezza”. Purtroppo nelle vie di collegamento tra Como-Milano-Varese-Erba e Lecco, queste buche a metà febbraio 1945, non erano ancora state scavate <98. “La Provincia” del 12 aprile 1945, segnalava la distruzione di carri trainati da cavalli a Lurago, Merone e Rogeno <99. Ormai gli attacchi aerei erano un tiro a segno senza obiettivi di rilievo militare, ma di sicuro effetto psicologico.

[NOTE]88 Cfr. AA.VV., Civico Museo Archeologico città di Erba, Obbiettivo Erba. I bombardamenti alleati del 1944 sulla città, Ed. Malinverno, Como 1994, p.14;
89 Erano in realtà americani; come da copia degli atti ufficiali dell’aviazione dell’esercito americano (U.S.A.A.F.), vedi: AA.VV., Civico Museo Archeologico città di Erba, op. cit., p.13;
90 Cfr. “Liber Chronicus”, della parrocchia di Santa Maria Nascente di Erba, anno 1944, fogli s.n.;
91 Cfr. AA.VV., Civico Museo Archeologico città di Erba, op. cit., pp.16-17-18;
92 Cfr. AA.VV., Civico Museo Archeologico città di Erba, op. cit., p.19;
93 Cfr. “La Provincia di Como”, 1 ottobre 1944, foglio s.n.; Vedi Appendice: Doc. (33); Cfr. “La Provincia di Como”, 2 ottobre 1944, foglio s.n.; Vedi Appendice: Doc. (34); Cfr. “La Provincia di Como”, 3 ottobre 1944, foglio s.n.; Vedi Appendice: Doc. (35);
94 Cfr. AA.VV., ISCPAPC, Taccuino degli anni difficili. (Luoghi, persone, documenti, ricordi), 1943-1945, Ed. Nodo libri, Como 2006, p.83;
95 Cfr. “La Provincia di Como”, 6 febbraio 1945, foglio s.n.;
96 Cfr. Riva Gaetano, Lambrugo e il suo monastero, Edizione a cura dell’Amministrazione comunale di Lambrugo, stampato da Modulimpianti s.n.c. Capriate San Gervasio, Bergamo 1990, p.364;
97 Cfr. “La Provincia di Como”, 30 gennaio 1945, foglio s.n.; Vedi Appendice: Doc.(36);
98 Cfr. Roncacci Vittorio, La calma apparente del lago. Como e il Comasco tra guerra e guerra civile, Macchione Editore Varese 2003, p.325;
99 Cfr. “La Provincia di Como”, 12 aprile 1945, foglio s.n.
Laura Bosisio, Guerra e Resistenza in Alta Brianza e Vallassina, Tesi di Laurea, Università Cattolica del Sacro Cuore – Milano, Anno Accademico 2008-2009

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due di uno / agostino di scipio


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Agostino Di Scipio, DUE DI UNO
for sopranino recorder, violin and live electronics

Antonio Politano – recorder
Haesung Choe – violin
Agostino Di Scipio – live electronics

live recording of the first world performing

#agostinoDiScipio #antonioPolitano #haesungChoe #post2025


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oggi, 26 ottobre, a roma: cerimonia finale della ix edizione del premio zavattini


Si tiene oggi, domenica 26 ottobre 2025 alle ore 11:00, presso il Cinema Nuovo Aquila (Via L’Aquila 66/74, Roma), la Cerimonia di premiazione della IX edizione del Premio Cesare Zavattini, il concorso dedicato al riuso del cinema d’archivio, rivolto a giovani filmmaker che vogliono sperimentare nuove forme di racconto attraverso materiali audiovisivi del passato. In tale ambito saranno presentati i progetti vincitori e consegnati i relativi riconoscimenti.

premio zavattini 2025

All’evento saranno presenti componenti della Giuria, presieduta dal regista Roland Sejko e composta da Monica Maurer, Benni Atria, Ivelise Perniola e Alessia Petitto; il presidente della Fondazione AAMOD Vincenzo Vita e i rappresentanti degli Enti che hanno sostenuto e collaborato con l’iniziativa; il direttore del Premio Antonio Medici, la coordinatrice Aurora Palandrani, i tutor che hanno seguito lo sviluppo dei progetti, Luca Onorati, Giovanni Piperno e Chiara Ronchini.

Nell’ambito dell’iniziativa sarà inoltre proiettato il breve cortometraggio Tentativi di analisi, vincitore del Premio Memory Ciak, nato dalla collaborazione tra Bookciak, Azione!, la Fondazione AAMOD e il Premio Cesare Zavattini. Presenteranno il film l’autore, Pietro Bonaccio, e Gabriella Gallozzi, ideatrice e direttrice di Bookciak, Azione!

Per partecipare è necessario compilare il modulo al seguente link:

https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLScoK9FURPM4w6ErMw9D_9t288pPpNfok3gW4MSv_LjX9e7NYw/viewform

PROGETTI VINCITORI:

Altrimenti inventa di Meriam Jarboua
Un film che affronta l’assenza di rappresentazioni visive dei migranti nordafricani in Italia negli anni Ottanta e Novanta del Novecento, proponendo un originale e sperimentale lavoro di “reinvenzione” dell’archivio mancante, che parte dalla propria storia familiare e approda a una dimensione più collettiva, interrogandosi sui temi dell’identità e della memoria.

Milano Infetta di Tommaso Cohen
Attraverso la storia dello spazio occupato Virus di Milano, base del nascente movimento punk italiano sgomberato nel 1984, esplora rabbia e desideri giovanili utilizzando poco noti materiali d’archivio, e nello stesso tempo allarga lo sguardo a una città che lasciandosi alle spalle Resistenza e lotte operaie sta diventando capitale degli affari e del glamour.

Nido di vespe di Riccardo Calisti e Giovanni Mauriello
Con ironia e leggerezza, la coppia di autori intreccia la propria storia con quella del quartiere romano di Torpignattara, tra intimità e memoria collettiva, con un approccio meta-narrativo che stratifica diverse dimensioni di racconto intorno ai temi del nido.

La Giuria della IX edizione del Premio Cesare Zavattini ha inoltre assegnato una Menzione speciale al progetto Noialtre di Michele Sammarco.

Il Premio Cesare Zavattini/UnArchive è un progetto della Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico ETS.

La IX edizione dell’iniziativa è stata realizzata con il sostegno della Direzione del Cinema del MIC, Istituto Luce Cinecittà e Nuovo Imaie, con la partnership di Home Movies, in collaborazione con Cineteca Sarda, Archivio delle Memorie Migranti, Premio Bookciak, Azione!, Deriva Film, Officina Visioni, UCCA, FICC, ANCR. Media partner: Radio Radicale e Diari di Cineclub.

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Pier Paolo Pasolini: cinquant’anni oltre il sogno e il sangue

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Il 2 novembre 1975, sulla spiaggia dell’Idroscalo di Ostia, il corpo di Pier Paolo Pasolini trovò la sua fine terrena. Oggi, a cinquant’anni da quella notte brutale, il vuoto lasciato dalla sua assenza non è affatto una mancanza, ma una presenza che pulsa, profetica, nel cuore del nostro presente. La ricorrenza non è una semplice commemorazione, ma la dolorosa constatazione di quanto la sua voce, stroncata con violenza, risuoni oggi più urgentemente che mai in un’Italia e in un’Europa che sembrano aver disimparato, ancora una volta, la lezione della Storia.

Il Tempo Circolare e la Scena Immutabile: “Il Sogno di una Cosa”


Prendiamo a prestito il titolo del suo primo romanzo, completato nel 1949 e pubblicato nel 1962: “Il sogno di una cosa”. Non è solo il racconto della vita, degli amori e delle difficoltà dei giovani contadini istriani nella Trieste del dopoguerra, tra la speranza di una riforma agraria, l’attrazione per il comunismo e la dura realtà di un’esistenza in bilico. È, soprattutto, una metafora della condizione umana incagliata in un tempo che non passa, ma scorre ripetendosi.

Pasolini, attraverso gli occhi di questi giovani, disillusi eppure animati da una “fame di vita” quasi sacra, ci mette di fronte all’illusione del progresso lineare. Le scenografie mutano: i campi istriani si sono trasformati in periferie metropolitane, il linguaggio dei giovani è passato dal dialetto al neovolgare televisivo, i partiti si sono sciolti e ricomposti in sigle irriconoscibili. Mutano gli attori, sì, ma il dramma resta lo stesso. La Storia è un loop infinito dove la speranza è sempre tradita dalla forza inesorabile del potere e dell’omologazione.

Questo è il cuore della sua lungimiranza: la capacità di vedere che sotto la vernice del boom economico, della tolleranza apparente e del benessere consumistico si nascondeva un meccanismo di controllo molto più capillare e distruttivo di qualsiasi fascismo storico. Il potere, per Pasolini, non si manifestava più nella violenza aperta, ma nella capacità di “annullare” le differenze, di sedare le coscienze, di trasformare i singoli in masse indistinte di consumatori acritici.
La nostra epoca, in questo senso, è l’apoteosi del fenomeno che in psicologia è definito “Presentismo”: una condizione mentale e culturale che enfatizza in modo esagerato il momento attuale, ignorando o distorcendo il passato e rendendo difficile proiettare un futuro autentico. Viviamo nel “qui e ora” assoluto del feed digitale e della notizia lampo, soffrendo di una memoria storica cortissima che ci impedisce di imparare dagli errori già commessi. Ricaschiamo negli stessi polarismi, nelle stesse isterie collettive, nelle stesse fascinazioni per il “capo” o per la soluzione semplice, perché abbiamo dimenticato che il passato è pieno di moniti gridati. Pasolini, il poeta che aveva fatto della memoria e della tradizione (il mondo contadino, il sottoproletariato) il suo baluardo, è il più grande antidoto a questo male.

L’Intellettuale scellerato: impegno politico e attualità sconvolgente


L’impegno politico e sociale di Pier Paolo Pasolini fu un atto dirompente, un’abiura costante di ogni facile compromesso. Egli non fu mai un intellettuale organico, ma un “corsaro” che navigava contro la corrente. La sua militanza, pur avendo avuto radici nel Partito Comunista Italiano (dal quale fu allontanato per moralismo borghese, salvo poi restarne un compagno critico e dolente per tutta la vita), fu innanzitutto un’etica, un’estetica e una “scandalosa” coerenza.
I suoi ideali non erano formule astratte, ma l’amore viscerale per ciò che era autentico e non contaminato: la cultura popolare, il mondo dei “ragazzi di vita”, la purezza violenta del sacro. Era un marxista eretico, un cattolico ateo, un tradizionalista rivoluzionario. Il suo è l’impegno di chi sa che la lotta è persa in partenza, ma lotta lo stesso per dovere morale, per l’onore della verità.
Quanta della sua visione è oggi incredibilmente attuale?

La critica al “Nuovo Potere” e all’omologazione


Pasolini aveva capito che il vero genocidio non sarebbe stato compiuto con i carri armati, ma con la televisione e la merce. La sua denuncia della mutazione antropologica degli italiani, trasformati da popolo di civiltà pre-industriale (con i suoi valori e le sue sacralità) a massa di consumatori indifferenziati, è la fotografia esatta del nostro presente digitale e globalizzato. La sua furia contro l’omologazione linguistica e culturale è la medesima che oggi potremmo rivolgere all’appiattimento algoritmico e al linguaggio semplificato dei social media.

L’attacco alla borghesia e alla classe dirigente


I suoi articoli sui “Corriere della Sera”, raccolti poi in “Scritti Corsari” e “Lettere Luterane”, sono sferzate morali che, se pubblicate oggi, farebbero tremare le fondamenta del potere. Pasolini denunciava la corruzione morale e politica della classe dirigente democristiana, l’ipocrisia della magistratura e dei media. In un momento politico tanto delicato, caratterizzato da populismi polarizzanti, da una crisi etica della rappresentanza e da un uso massivo della MENZOGNA come strumento di governo, le sue parole sulla necessità di un risveglio etico rimangono il più potente invito alla resistenza intellettuale.
L’Ecologia e la Sacralità della Natura: Pasolini fu uno dei primi a denunciare il degrado ambientale come una diretta conseguenza del modello di sviluppo capitalistico, industriale e consumistico. Vedeva nella distruzione del paesaggio la distruzione della storia e dell’anima popolare. La sua ecologia era una ecologia del sacro.
Pasolini era un lungimirante perché possedeva uno sguardo che era insieme storico e mitico. Guardava al passato per capire il presente e intuire il futuro. Il suo era l’occhio del profeta che non predice, ma avverte con passione.

Il mistero e il silenzio: la morte sospetta e “Io So”


La morte di Pasolini resta una delle pagine più oscure e dolorose della storia italiana. Nonostante la condanna iniziale del “ragazzo di vita” Pino Pelosi, ritrattata anni dopo, l’esecuzione sommaria di Pasolini fu da subito percepita come qualcosa di più complesso di un delitto a sfondo sessuale finito male.
Pasolini era un uomo che sapeva troppo e che non aveva paura di dirlo. La sua vera “condanna a morte” fu scritta da lui stesso nell’articolo “Io So”, pubblicato su “Mondo Nuovo” il 14 novembre 1974 (e poi in “Scritti Corsari”). Nonostante l’uso del titolo “Io so ma non ho le prove”, il testo è un atto d’accusa devastante contro il potere, la cui corruzione non era più un fatto isolato, ma un sistema. Pasolini puntava il dito contro i mandanti nascosti delle stragi (come quelle di Piazza Fontana o l’Italicus), ipotizzando che dietro gli esecutori fascisti ci fossero gli apparati dello Stato, la borghesia industriale e finanziaria.
“Io so” è un testo di un coraggio inaudito. Egli dichiara di sapere chi sono i responsabili e i mandanti, ma si ferma all’ammissione di non avere le prove giudiziarie per incriminarli. Questa mossa non è una ritirata, ma un atto politico: Pasolini vuole che la sua accusa, basata su indizi e una comprensione profonda delle dinamiche del potere, diventi un imperativo morale e civile. La morte del poeta, l’uomo che sapeva, non ha zittito la sua denuncia; l’ha incisa a fuoco nella memoria collettiva, trasformandola in un simbolo eterno della lotta tra la Verità e l’Oscurità. L’ipotesi che la sua morte fosse un omicidio politico, collegato forse al furto delle bobine del film Salò o alle sue indagini private sulla corruzione e le stragi, non è mai stata completamente accantonata, e periodicamente nuove inchieste e riaperture del caso tentano di far luce sui “mandanti ignoti” che, cinquant’anni dopo, restano impuniti.

L’attentato all’Italicus (1974)


La strage del treno Italicus avvenne il 4 agosto 1974. Una bomba ad alto potenziale esplose nella quinta carrozza dell’espresso Roma-Brennero, mentre il convoglio transitava nella galleria di San Benedetto Val di Sambro, sull’Appennino tosco-emiliano.
Vittime e Conseguenze: L’attentato causò la morte di 12 persone e il ferimento di altre 48. Fu uno degli atti più gravi della cosiddetta “strategia della tensione” in Italia.
Responsabilità: Le indagini stabilirono la matrice neofascista dell’attentato.

Il riferimento nell’articolo “Io so”


Pochi mesi dopo l’attentato all’Italicus, il 14 novembre 1974, Pier Paolo Pasolini pubblicò sul Corriere della Sera l’articolo-manifesto “Che cos’è questo golpe? Io so”, poi incluso negli Scritti corsari.
In questo testo, Pasolini non solo nomina l’attentato, ma lo inserisce in una lista di crimini di Stato e di depistaggio, attribuendone la responsabilità a un “vertice” politico-istituzionale.
Il passaggio cruciale è la sua accusa diretta e provocatoria:
«Io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato “golpe” (e che in realtà è una serie di “golpe” istituitasi a sistema di protezione del potere). Io so i nomi dei responsabili della strage di Milano del 12 dicembre 1969. Io so i nomi dei responsabili delle stragi di Brescia e di Bologna dei primi mesi del 1974. Io so i nomi del “vertice” che ha manovrato, dunque, sia i vecchi fascisti ideatori di “golpe”, sia i neo-fascisti autori materiali delle prime stragi, sia infine, gli “ignoti” autori materiali delle stragi più recenti.»

Sebbene Pasolini non citi l’Italicus esplicitamente in quel passaggio (parlando genericamente delle “stragi di Brescia e di Bologna dei primi mesi del 1974”, riferendosi alla strage di Piazza della Loggia e all’Italicus che avvenne in agosto, ma che era parte della stessa stagione di violenza), l’intero contesto della sua accusa abbracciava pienamente anche l’attentato al treno.
Molti commentatori e documenti successivi hanno chiarito che l’Italicus era inteso come parte integrante di quella “serie di golpe istituitasi a sistema”.

Il significato della denuncia


Per Pasolini, l’Italicus e le altre stragi non erano atti isolati di terrorismo “nero”, ma strumenti di un “potere” occulto e trasversale (che egli definiva la Democrazia Cristiana e i suoi apparati deviati) il cui scopo era:
Protezione del Potere: Stabilizzare l’establishment politico impedendo l’accesso al governo alle forze di sinistra (il Partito Comunista Italiano).

Strategia della Tensione: creare paura e caos nel Paese, spingendo l’opinione pubblica a chiedere misure di ordine e sicurezza, rafforzando così il controllo dello Stato.
L’inclusione dell’Italicus e degli altri atti terroristici in un’unica, lucida accusa di alto tradimento, dimostra il coraggio intellettuale di Pasolini nel denunciare ciò che molti sapevano ma non osavano dire apertamente, rischiando la propria incolumità. La sua morte, avvenuta un anno dopo la pubblicazione di “Io so”, è stata per molti una tragica, sebbene non provata giudiziariamente, conseguenza di quel coraggio.

Il ruolo di Piazza Fontana nell’articolo “Io so”


Pasolini utilizza la strage di Piazza Fontana (Milano, 12 dicembre 1969) come punto di partenza per la sua denuncia contro l’establishment politico-istituzionale italiano.
L’Accusa ai Mandanti: Pasolini dichiara di sapere chi ha voluto l’attentato, distinguendo tra gli esecutori materiali e coloro che, nell’ombra, hanno fornito la protezione politica per rendere possibile e coprire il crimine.
«Io so i nomi dei responsabili della strage di Milano del 12 dicembre 1969.»


Il “vertice” del potere


L’intellettuale non si ferma ai soli neofascisti, ma punta il dito contro il “vertice” della Democrazia Cristiana e degli apparati di Stato deviati (come sezioni dei servizi segreti e intelligence) che avrebbero manovrato gli attentati. Piazza Fontana è vista come la prima azione di una “strategia della tensione” volta a destabilizzare il Paese per impedire l’accesso al governo alle forze di sinistra.

Connessione con altre stragi


Nel testo, Piazza Fontana è collegata direttamente ad altre stragi che hanno devastato l’Italia:
«Io so i nomi dei responsabili delle stragi di Brescia e di Bologna dei primi mesi del 1974 [riferimento a Piazza della Loggia e all’Italicus].»
“Io so. Ma non ho le prove.”
La parte più famosa e politicamente potente dell’articolo è la formula con cui Pasolini bilancia la sua accusa con l’assenza di prove legali:
«Io so tutti questi nomi e so tutti i fatti (attentati alle istituzioni e stragi) di cui si sono resi colpevoli. Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi. Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico.»
Pasolini rivendica, in questo modo, un ruolo di “detective” morale e politico che, grazie alla sua lucidità e alla capacità di connettere informazioni pubbliche e verità taciute, arriva a una verità che il sistema giudiziario, per depistaggio o incapacità, non riesce a raggiungere. Piazza Fontana è l’emblema di questa verità occultata.

L’istante superbo: la poesia di un sogno


Nella Trieste post-bellica e popolare del romanzo “Il sogno di una cosa”, c’è un momento di sospensione, una frattura lirica nel racconto crudo della povertà e della lotta. Un’istantanea che Pasolini usa per descrivere un gruppo di giovani.
Il Nini era leggero, Eligio un matto: ma in quel momento avevano tutti un’aria molto severa, quasi superba; ridevano con l’aspetto di ridere fra loro per fatti tutti speciali, che l’altra gioventù intorno doveva ascoltare tutta ammirata.
Ecco l’interpretazione poetica e coinvolgente di questa frase, che non nomina i personaggi ma coglie l’essenza dell’istante:
C’è un’aria che non è di questo mondo, uno scarto di luce tra la miseria e l’infinito. Sono corpi nati per la fatica, per l’ombra breve del campo e la polvere della strada, eppure in un attimo si accendono, si fanno sculture viventi di un’arcana, fragile superbia. Non è arroganza, ma la subitanea consapevolezza di un segreto.
Il riso che li solca è un crinale netto sul paesaggio della vita comune. Non è gioia sguaiata; è un’eco profonda, un mormorio cifrato che nasce da un luogo che solo loro conoscono. Essi condividono l’evidenza di un fatto speciale, una verità colta in un lampo di visione, forse la semplice, bruciante constatazione di essere vivi, di essere giovani, o forse l’amaro sapore di un futuro che si sa già beffardo.
In quel momento, la leggerezza, la follia, il disordine dell’esistenza si compattano in una severità quasi sacerdotale. Si ergono, inermi, a detentori di un codice non scritto. La gioventù intorno, quella che non ha ancora avuto il battesimo del fuoco e della disillusione, è condannata all’ascolto, all’ammirazione muta. Essi sono l’altare dove si celebra la promessa e la condanna, l’intuizione che il mondo è crudele ma che la bellezza della lotta è l’unica moneta di scambio che valga la pena spendere.
Quell’istante è l’unico vero atto di resistenza: il trionfo effimero della coscienza sull’ineluttabile, il momento in cui l’anima popolare, prima di essere annientata dall’omologazione, rivendica la sua dignità suprema: quella di sognare una cosa e di riderne, in segreto, con la superbia dei giusti. È l’ultima, indimenticabile fiammata di un mondo che Pasolini sapeva di aver già perduto.
«Ma quelli erano i giorni della speranza: la guerra pareva ormai lontana e, per la gioventù, cominciava la vita.»

Commemorazioni a Roma: Cinquanta Anni Dopo


La maggior parte delle iniziative rientra nel grande progetto multidisciplinare promosso da Roma Capitale, intitolato “PPP Visionario”, in corso dal 14 ottobre fino all’8 dicembre 2025.

Rassegna Diffusa “PPP Visionario”
Descrizione: Un vasto programma di oltre cento appuntamenti che celebra l’eredità di Pasolini, coinvolgendo teatro, cinema, arte, incontri, percorsi urbani e sport.
Luoghi: Eventi diffusi tra il centro di Roma e le periferie amate da Pasolini (es. Tor Bella Monaca, Garbatella, Quarticciolo, Idroscalo di Ostia).
Date: Dal 14 ottobre all’8 dicembre 2025.
Link Utile: Pagina ufficiale Roma Capitale – PPP Visionario

Eventi Sportivi e Commemorativi
Pasolini era un grande appassionato di calcio, e il programma include eventi sportivi in suo onore:
Quadrangolare Calcistico “PPP50: Pasolini Gioca Ancora”
Luogo: Stadio dei Marmi “Pietro Mennea” (Viale delle Olimpiadi 60, Municipio XV).
Data: 1° novembre 2025.
Dettagli: Partecipazione prevista di squadre come la Nazionale Attori, la Nazionale Giornalisti e il Campidoglio FC.

“La Corsa di Miguel – Staffetta Pasolini”
Luogo: Stadio dei Marmi “Pietro Mennea”.
Data: 31 ottobre 2025.
Dettagli: Evento sportivo per ricordare il poeta e la sua passione per lo sport.

PODEMA (Partita di calcio e Incontri)
Luogo: Idroscalo di Ostia e Porto di Roma.
Data: 31 ottobre 2025 (pomeriggio/sera).
Dettagli: Evento sportivo-culturale con una partita di calcio tra la Nazionale Poeti e quella dei Giornalisti. Sono previsti incontri e collegamenti video con personalità del mondo del calcio come Roberto Mancini e Fabio Capello.

Mostre e Iniziative Espositive

Mostra Fotografica “Franco Pinna e Pier Paolo Pasolini – Viaggio al termine del Mandrione”
Luogo: Casa del Cinema (Largo Marcello Mastroianni, 1 – Villa Borghese).
Date: Visitabile fino al 30 novembre 2025.
Dettagli: L’esposizione, a cura di Fondazione Cinema per Roma, è dedicata al famoso reportage fotografico realizzato con Franco Pinna sulle borgate romane.
Mostra Fotografica “Dentro la Roma di Pasolini”
Luogo: Biblioteca Guglielmo Marconi (Via Gerolamo Cardano, 135, Municipio XI).
Data: Inaugurazione il 30 ottobre 2025 (ore 10:30).
Dettagli: Mostra ispirata al volume “La Roma di Pasolini” di Dario Pontuale, ripercorrendo i luoghi del poeta tra centro e periferie.
Link Utile: Biblioteche di Roma – PPP Visionario

Teatro e Spettacoli

“Ragazzi di vita e Petrolio. Pasolini dalla parola alla scena”
Luogo: Teatro Elsa Morante (Piazzale Ezio Tarantelli, 20, Municipio IX).
Data: 30 ottobre 2025 (ore 15:00 e 18:00).
Dettagli: Spettacolo e selezione di testi a cura di Roberto Scarpetti, in collaborazione con il Teatro di Roma.

“Feroce. L’ultima notte di Pasolini”
Luogo: Teatro.
Date: 1° novembre (ore 21:00) e 2 novembre 2025 (ore 17:30).
Link Utile: La Voce del Lazio

“3 novembre 1975. Oratorio per i 50 anni dalla morte di Pier Paolo Pasolini”
Luogo: Teatro Argentina (Largo di Torre Argentina, 52).
Data: 3 novembre 2025.
Dettagli: Ideazione e regia di Giacomo Bisordi, con drammaturgia di Fabio Condemi.

“Pasolini. Una storia romana”
Luogo: Teatro Tor Bella Monaca (Via Bruno Cirino, 5, Municipio VI).
Data: 26 ottobre 2025 (ore 17:30).
Dettagli: Spettacolo di e con Massimo Popolizio, nell’ambito del progetto “Le Voci del Presente 2025”.

Incontri e Convegni

Conversazione: Pasolini, il cinema e i Vangeli
Dettagli: L’evento prevede un dialogo tra il regista Martin Scorsese (in collegamento video) e Padre Antonio Spadaro, focalizzato sul rapporto tra l’opera cinematografica pasoliniana e le tematiche religiose.

Maratona Pasoliniana
Luogo: Teatro India (Lungotevere Vittorio Gassman, 1, Municipio XI).
Data: 8 novembre 2025 (ore 10:30).
Dettagli: Reading di brani scelti di Pasolini a cura del Municipio Roma XI e Biblioteche di Roma.

Convegno “Un Poeta che non muore. Pier Paolo Pasolini 1975-2025”
Luogo: Teatro del Lido di Ostia (Via delle Sirene, 22, Ostia, Municipio X).
Data: 26 maggio 2025.
Dettagli: Primo convegno nazionale per l’anniversario, con focus sul dialogo intergenerazionale e il coinvolgimento degli studenti di Ostia.
Link Utile: Centro Studi Pier Paolo Pasolini Casarsa

Incontri tematici alla Biblioteca Guglielmo Marconi (Municipio XI)
14 novembre 2025 (ore 17:30): “I nomi di Pasolini” con Sandra Giuliani e Dario Pontuale.
28 novembre 2025 (ore 17:30): “Il reale del cinema”, sulle fotografie di set pasoliniane.

#Pasolini

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WordPress e l’IA, parte seconda


A marzo 2024, per non consentire ai motori di IA di fare la scansione di quanto scritto, wordpress aveva dato istruzioni su come fare. Lo scrissi qui.

Ora volevo andare a rivedere quella impostazione e il percorso segnato allora non esiste più. Mi sono quindi affidato con fiducia all’assistente virtuale gestito dall’IA. (Se sentite puzza di sarcasmo siete nel giusto.)

La conversazione è stata questa [in grassetto i miei commenti]:

Io: Cerco la pagina dove disabilitare “Prevent third-party sharing”

IA: Sembra che tu voglia parlare con una persona. Il supporto umano è disponibile solo con il nostro paid plans. Per il supporto della community, visita i nostri forum.

Io: Come disabilitare la scansione dei motori di intelligenza artificiale?

IA: Sembra che tu voglia parlare con una persona. Il supporto umano è disponibile solo con il nostro paid plans. Per il supporto della community, visita i nostri forum.

Io: No, voglio parlare con l’IA. Rispondimi.

[Mi piaceva parlarci alla pari, ma niente, non funziona.]

IA: Sembra che tu voglia parlare con una persona. Il supporto umano è disponibile solo con il nostro paid plans. Per il supporto della community, visita i nostri forum.

[Sembra che ci sia un argomento tabù. O forse non lo conosce. Chi può saperlo?]

Io: Quante cose posso disabilitare dall’interfaccia di impostazioni?

IA: Ciao! Nell’interfaccia delle impostazioni di WordPress.com puoi disabilitare diverse funzioni come la visibilità sui motori di ricerca, i commenti, i pingback, e varie opzioni di privacy e condivisione. Vai su Impostazioni → Generali per iniziare – cosa stai cercando di modificare nello specifico?

Io: la visibilità dai motori di IA.

IA: Sembra che tu voglia parlare con una persona. Il supporto umano è disponibile solo con il nostro paid plans. Per il supporto della community, visita i nostri forum.

Io: Hai l’ordine di non parlare di intelligenza artificiale?

IA: No, posso parlare di intelligenza artificiale! Per quanto riguarda la scansione dei motori di IA, WordPress.com non ha ancora un’opzione specifica per bloccare solo i bot di IA mantenendo attiva l’indicizzazione sui motori di ricerca tradizionali.
Attualmente puoi solo disabilitare completamente la visibilità sui motori di ricerca andando su Impostazioni → Privacy e selezionando “Scoraggia i motori di ricerca dall’indicizzare questo sito” – ma questo blocca tutto, non solo l’IA. Ti serve qualcosa di più specifico?

[Interessante. Si ricorda quanto chiesto prima e sembra dia un suggerimento. Ma…]

Io: A marzo 2024, dal pannello impostazioni di wordpress -> generali -> privacy -> Prevent third-party sharing for ilcomizietto.wordpress.com: ON -> salva impostazioni. Ora è ancora possibile?

IA: Sembra che tu voglia parlare con una persona. Il supporto umano è disponibile solo con il nostro paid plans. Per il supporto della community, visita i nostri forum.

Io: Ok, come disabilitare la visibilità nei motori di ricerca?

IA: Mi dispiace, in questo momento sono offline. Torna più tardi o chiedi aiuto nei nostri forum.

[E niente, si è stancato. I server fanno la nanna. Oppure l’ho mandato in tilt, come un flipper qualsiasi.]


L’impostazione generale -> privacy è solo per chi paga. Quindi mi rassegno a non poter scegliere. Ma io sono tignoso. E infatti l’impostazione c’è ancora. Ma leggermente più nascosta. Ora il giro è questo, dalla bacheca:

Impostazioni -> generale -> in fondo alla pagina c’è Impostazioni sito WordPress.com -> clicca Gestisci gli abbonamenti regalo, la proprietà e altri strumenti del sito su WordPress.com -> impostazioni -> generale -> visibilità del sito -> clic sulla freccia a lato -> pubblico -> Impedisci la condivisione con terze parti per il sito ON|OFF come gradito -> Salva.

Comodo, vero?

Che poi questa impostazione possa impedire alle IA di fare la scansione di quanto scrivo è un atto di fede, ma questa è un’altra storia.

#intelligenzaArtificiale


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inciampamento dell’octo di ieri quasi prevenuto per magia divina (stavo per inciampare sul marciapiede ma mi sono raddrizzata)


Oggi è sabato sera, e quindi, come è ormai tradizione, ho fin troppo da programmare, ma non ho nulla da dire… Tuttavia, considerato che stasera il famoso terremoto l’ho sentito pure io, e dunque i tempi sembrano pericolosamente maturi perché la mia esistenza possa purtroppo terminare a breve, nella malaugurata ipotesi in cui la situazione dovesse peggiorare come ha già fatto in passato in queste terre… Racconterò come stavo non per morire, ma comunque per farmi non proprio bene, ieri mattina, cosa per fortuna non avvenuta… è bene che io mi prenda un minimo di tempo per raccontare le storielle divertenti prima di dimenticarmele ma, soprattutto, prima che muoio. 😳

Ieri mattina ero circa in ritardo per prendere l’autobus, e quindi, pur non dovendo correre, ho ovviamente dovuto tenere un passo veloce e sostenuto per non rischiare di raggiungere la fermata troppo tardi… che non è inusuale per me, quindi è strano che sia successo proprio quello che è successo. Praticamente, ad un certo punto del marciapiede su cui stavo, proprio in mezzo davanti a me, c’era un vecchio, che si muoveva fin troppo lentamente… quindi, per non dover uccidere il ritmo, ho dovuto in un attimo spostarmi verso il bordo esterno del marciapiede. Peccato che, forse perché ero ancora mezza fatta di sonno, o forse perché lo spazio di manovra era poco, perché proprio in quel punto c’era anche un palo, sono inciampata nel classico modo alla Taiga Aisaka o alla Usagi Tsukino. 😭

Non mi ricordo (perché sul momento ovviamente non ho processato la cosa, e a ripensarci pochi istanti o minuti dopo non ci ho capito niente) nemmeno come sia possibile che, inciampando nel bordo sinistro del marciapiede (relativamente alla mia direzione, il marciapiede era sulla destra della strada), io sia finita verso destra, quindi di nuovo dentro il marciapiede… ma ci stavo per finire di faccia, che non è proprio un ottimo modo di iniziare la giornata, direi; e, se non di faccia, certamente con le mani, quindi con buona probabilità di spaccare pure il telefono, che avevo in mano. Il bello però è che, in qualche modo, in realtà, non sono caduta… sono riuscita a ribilanciarmi in alto, e continuare a camminare senza nemmeno fermarmi… anche se mi pare di aver fatto molto rumore nella cosa, quindi ancora mi chiedo se il vecchio ha notato che stavo per scapezzarmi qualche metro avanti a lui… 😦

La cosa in realtà non dovrebbe essere tanto strana… suppongo che, nella realtà, fuori dai manga, per gente fisicamente giovane (pure se magari tremendamente vecchia dentro come me), riuscire a non cascare per terra di faccia camminando per strada sia la normalità, e non una roba stupefacente… eppure, a pensarci, quello che mi è successo mi sembra semplicemente rara fortuna; una gentile concessione da parte degli spiriti che, seppur hanno questo terribile vizio di farmi di continuo scherzi di pessimo gusto, non vogliono veramente farmi del male… Perché, a parte che se ero abbastanza addormentata da inciampare, non capisco come io abbia fatto allora a salvarmi dal cadere… ma avevo lo zaino mezzo pesante addosso, ovviamente (con dentro il PC che fa gran parte della massa e dell’area, e oggetti misti). 🙀

Questo è in effetti un bel problema di fisica, che non ho idea di come trasformare in dati formali, e quindi certamente non posso risolvere, ma lascerò l’esercizio ai lettori, come si suol dire per chi non ha voglia di ragionare quando scrive (io, e gli autori dei libri di matematica)… Sono stata capace di raddrizzarmi durante la caduta nonostante lo zaino, o magari, di contro, proprio grazie allo zaino? E, inoltre, sono inciampata anche per colpa dello zaino, o questo non ha fatto praticamente differenza nel momento di terrore? Non è ovviamente la prima volta che rischio di capitombolare malamente su semplici marciapiedi e con indosso scarpe normali, comode, ma ora non ricordo tutte le variabili delle altre volte. L’importante è che, alla fine, il bus che ho preso è stato quello per l’università, come da piani, e non ho dovuto piuttosto aspettare quello per l’ospedale… 🥴
I always feel so bad when I overtake old people on the pavement like sorry for youthmaxing and agilitymogging you/I hate it when young people overtake me when I'm walking on the pavement, it feels like they're youthmaxxing and agilitymogging me…Ma inoltre, posando questa roba e parlando invece di quelle leggi naturali non scritte… è per caso possibile che questo evento sia da imputare ad un potenziale karma negativo che ho accumulato youthmaxxando e agilitymoggando praticamente ogni giorno vecchi per strada, semplicemente superandoli in continuazione camminando? Per favore, astenersi moralisti da questa domanda in particolare, che il dubbio è serio… Cioè, io mica lo faccio apposta ad essere più veloce di loro, è che ho la mia vita e i miei tempi e sono sempre di fretta e quindi volente o nolente devo fare un po’ di gaming con le gambe… sotto sotto dispiace anche a me di sottoporre i poveri anziani a queste umiliazioni, ma non ho deciso io di avere 21 anni. 💔
#camminare #fretta #inciampare #marciapiede

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Festa di Halloween 2025 a Jincheng


La tanto attesa "Festa di Halloween 2025" si svolgerà oggi (25) nel comune di Jincheng. L'amministrazione comunale di Jincheng ha organizzato questa manifestazione creativa e divertente, che avrà luogo dalle 18:00 alle 21:00 nell'area compresa tra il Temp

La tanto attesa “Festa di Halloween 2025” si svolgerà oggi (25) nel comune di Jincheng. L’amministrazione comunale di Jincheng ha organizzato questa manifestazione creativa e divertente, che avrà luogo dalle 18:00 alle 21:00 nell’area compresa tra il Tempio di Beizhen e l’angolo di Zhongxing Road, numero 146.

L’evento sarà articolato nelle seguenti fasi:

1. Preparazione dell’Area Evento: Dalle 19:00 di ieri fino alle 24:00 di oggi, sabato 25 ottobre

2. **Parata di Halloween**: La celebre “Parata di Costume” avrà luogo dalle 18:30 alle 19:30 (con orario di raduno dalle 17:50 alle 18:20). Il percorso della parata partirà dal Tempio di Beizhen, passando per Zhipu North Road, Mofan Street, il Portale della Fedeltà, Ju Guang Road, e ritornerà al Tempio di Beizhen.

3. Concorso de Costumi: Si svolgerà dalle 19:30 alle 21:00 presso il palco situato all’incrocio tra Zhongxing Road e Minsheng Road.

Il Dipartimento di Polizia del Distretto di Jincheng prevede una grande affluenza di persone e veicoli per l’evento. Per garantire la sicurezza dei partecipanti e la fluidità del traffico, verranno implementate misure di controllo del traffico nelle strade circostanti l’evento. Si invitano tutti i partecipanti e gli automobilisti a seguire le indicazioni fornite dagli agenti di polizia.

Fonte: Kinmen Daily


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Di conseguenza non risultavano diplomatici epurati


I momenti di svolta per la diplomazia italiana furono rappresentati dal crollo del fascismo e dall’armistizio. Come è stato scritto, la scelta della maggioranza dei diplomatici fu quella di aderire al Regno del Sud. Le ragioni alla base di questa scelta furono varie e in parte convergenti: motivazioni di carattere ideologico, convinzioni personali, lealtà dinastica, e spesso una realistica interpretazione delle svolte verificatesi tra il 25 luglio e l’8 settembre influirono, separatamente o insieme, nell’orientare la decisione dei funzionari. In generale, dopo la formazione della Repubblica Sociale, la scelta di obbedire ad uno dei due stati italiani allora esistenti si rivelò in ogni caso problematica per non pochi dirigenti. Secondo la condivisibile valutazione di Ganapini, “la dialettica tra «carriera», tradizione di corpo, falsa coscienza della neutralità del ruolo pubblico o anche privato fu molto complessa non solo in tutti i settori dell’amministrazione dello Stato ma nell’intera società italiana” <51.
Al ministero degli Esteri i funzionari in servizio alla data dell’8 settembre 1943 erano 490 <52. Dopo la liberazione di Roma iniziò la verifica della condotta del personale di carriera ai fini della conferma del mantenimento in servizio o dell’eventuale epurazione. Non si trattò solamente di un’esigenza avvertita dalle forze politiche antifasciste: l’avvio dell’epurazione rappresentava anche l’adempimento di precise disposizioni alleate <53. L’organo al quale furono affidati i compiti di individuare i responsabili dei crimini del passato regime e di comminare le relative sanzioni fu l’Alto Commissariato per le Sanzioni contro il Fascismo, istituito il 27 luglio 1944 attraverso il decreto legislativo luogotenenziale n. 159 <54. Il decreto era articolato in cinque Titoli. Il primo definiva il reato di fascismo, mentre il quinto istituiva l’Alto Commissariato. L’articolo 2 del Titolo I enunciava che: «[…] i membri del governo fascista ed i gerarchi del fascismo, colpevoli di aver annullato le garanzie costituzionali, distrutte le libertà popolari, creato il regime fascista e compromesse e tradite le sorti del Paese condotto all’attuale catastrofe, sono puniti con l’ergastolo e, nei casi di più grave responsabilità, con la morte» <55. Gli altri articoli del Titolo I erano formulati per epurare quanti all’interno dello stato avevano sfruttato il regime per favorire la carriera personale <56. E’ importante, inoltre, distinguere l’epurazione condotta dai partigiani, quella portata avanti dal governo militare alleato nella zone del fronte e quella condotta dai governi provvisori italiani nelle zone liberate. Nel presente paragrafo si fa riferimento a quest’ultimo tipo di epurazione e si citeranno soprattutto i casi di quei diplomatici che hanno avuto un ruolo nelle relazioni italo-tedesche <57.
Il conte Carlo Sforza fu nominato Alto Commissario e fu lo stesso esponente antimonarchico, in seguito, a decidere di scegliere tra i partiti del CLN altri due commissari aggiunti per essere assistito nell’attività di epurazione. La scelta, come è noto, ricadde su Mario Berlinguer, esponente del partito d’azione, e su Mauro Scoccimarro, appartenente al partito comunista <58. Il loro compito fu quello di stabilire le pene dei delitti fascisti e di operare l’epurazione dell’apparato statale e governativo <59. Alla data del 15 gennaio 1945 i funzionari collocati a riposo dalla commissione preposta all’epurazione del ministero degli Esteri erano 84 <60. Dei restanti 406, 135 erano considerati così compromessi che furono deferiti a giudizio; 51 fra questi furono prosciolti, 7 furono quelli rimossi da ogni incarico, 10 furono retrocessi, ammoniti o dovettero subire sanzioni disciplinari di altro tipo <61. Gli atti della commissione appositamente istituita per gli Esteri dimostrano l’elevato numero di procedimenti nei confronti del personale appartenente alla carriera diplomatico-consolare <62. Tra il 1944 e la fine del 1945 la carriera di circa 219 funzionari su 490 fu passata al setaccio dalla Commissione di epurazione. Tra questi figuravano importanti nomi della diplomazia italiana. Tra i diplomatici più noti erano compresi Raffaele Guariglia, Renato Prunas e Augusto Rosso (quest’ultimo era stato, insieme a Prunas, tra i primi Segretari Generali del ministero dopo il 25 luglio 1943), tutti deferiti al giudizio di epurazione <63.
Francesco Babuscio Rizzo <64, entrato in carriera nel 1925 e primo ambasciatore italiano nella Repubblica federale tedesca, risultava in possesso della qualifica di “ante marcia” ed era accusato <64 di aver fatto parte delle squadre d’azione fasciste <65. Per tali motivi durante il regime, secondo la Commissione di epurazione, Babuscio Rizzo raggiunse in meno di quattordici anni il grado elevato di ministro Plenipotenziario di seconda classe <66, scavalcando altri funzionari con la stessa anzianità. Nel 1939 fu inviato a Tirana in qualità di Consigliere di legazione per collaborare con Francesco Jacomoni all’occupazione militare dell’Albania <67. Infine dal febbraio al luglio del 1943, Babuscio
Rizzo ricoprì la carica di Capo di Gabinetto del ministero. In questo ruolo nella primavera del 1943 fu tra gli autori insieme a Giuseppe Bastianini (sottosegretario agli Esteri), Leonardo Vitetti <68 e Luca Pietromarchi (entrambi Ministri plenipotenziari di prima classe) della controversa «Carta d’Europa», presentata dal regime fascista ai vertici del Terzo Reich a Klessheim (7-10 aprile 1943). Il progetto della «Carta d’Europa» rappresentava il punto di vista italiano sul “nuovo ordine europeo” la cui realizzazione era prevista in seguito alla vittoria definitiva dell’Asse. Nel difficile contesto degli ultimi mesi di vita dell’alleanza politico-militare italo-tedesca, tale prospetto rifletteva la volontà dell’Italia di limitare la progressiva subordinazione nei confronti dell’alleato tedesco (aumentata proporzionalmente alle sconfitte militari dell’Italia) immaginando piccoli spazi di autonomia anche per gli stati occupati, tuttavia i rappresentanti tedeschi rifiutarono recisamente il progetto presentato dall’Italia <69. Dopo il 25 luglio del 1943 Babuscio Rizzo fu nominato ambasciatore in Vaticano e da quella sede riuscì a superare indenne il processo di epurazione. Il ministero degli Esteri scavalcò l’Alto Commissariato adducendo che l’opera di Babuscio Rizzo era particolarmente «utile per il normale sviluppo dei rapporti tra il Governo Italiano e la Santa Sede» <70. La risposta dell’Alto Commissariato non si fece attendere e ribaltando la giustificazione politica presentata dal ministero comunicava che: «[…] la importanza delle sue attuali funzioni anziché ostare alla sospensione, come codesto Ministero opina, la rende invece ancor più necessaria, non essendo certo compatibile, per chi ha avuto, notoriamente, tanta parte nel passato regime, di seguitare ancora a rappresentare l’Italia all’estero e di svolgere, per di più, delicate trattative presso Governi stranieri» <71. Le lacune della documentazione non consentono una dettagliata ricostruzione dei vari passaggi (molto probabilmente subì retrocessioni di carriera), tuttavia il conferimento del grado di ambasciatore a Babuscio Rizzo nei primi anni Cinquanta, in occasione della sua missione a Bonn, attesta che egli superò la fase dell’epurazione in assenza di pregiudizi politici per il futuro proseguimento della carriera.
Il console Guglielmo Arnò, nel 1946 a capo della delegazione degli osservatori italiani ai processi contro i criminali nazisti di Dachau e Norimberga, era entrato in sevizio in seguito alla legge del 1927 che prevedeva il reclutamento senza regolare concorso di alcuni “benemeriti della causa fascista” allo scopo di fascistizzare il ministero <72. Anche il primo rappresentante diplomatico italiano nella Bizona nel 1947, Vitale Gallina, era un “ventottista” <73. Il Console Gallina era inoltre accusato dalla Commissione di epurazione di essere stato durante il regime uno stretto collaboratore del generale Enzo Emilio Galbiati, dal 1941 a capo della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale.
Aldo Morante, addetto commerciale della rappresentanza diplomatica italiana in Germania nel 1947, uno dei protagonisti della riorganizzazione delle relazioni economiche italo-tedesche, era stato littore della cultura e dal 1939 al 1941 redattore della rivista «Civiltà fascista». Roberto Chastel «ventottista», Console generale a Francoforte sul Meno negli anni Cinquanta, era stato messo a riposo senza diritto di pensione nel gennaio del 1945 per aver collaborato nell’inverno del 1943-1944 con Mazzolini alla riorganizzazione del ministero degli Esteri di Salò <74. Massimo Magistrati, nel 1950 in servizio presso il ministero a Roma come capo del Servizio Cooperazione Europea ed esperto di questioni tedesche, era stato negli anni Trenta uno dei funzionari più protetti da Ciano, del quale era anche cognato. Prima della guerra in qualità di Consigliere di legazione a Berlino, Magistrati era stato uno dei principali artefici e sostenitori dell’alleanza italo-tedesca <75. Sulla rapidissima carriera di Magistrati la scheda redatta dalla Commissione di epurazione per gli Esteri riportava: «[…] il Magistrati ha fatto una rapidissima carriera, tanto che, assunto nel 1925, si è trovato, nel 1938, dopo una serie di avanzamenti non altrimenti giustificabili, Ministro plenipotenziario di II classe, in un grado, cioè alquanto superiore a quello corrispondente alla sua anzianità, fra tutti i Ministri plenipotenziari di II classe in carica nel 1943 egli era quello pervenuto in quel grado nella spazio di tempo più breve» <76.
Per questi diplomatici gli elementi di compromissione con il regime non erano limitati all’uso della tessera del partito fascista ai fini dell’acquisizione di vantaggi economici o di carriera, ma avevano implicato l’attiva adesione e partecipazione ai progetti espansionistici del fascismo della seconda metà degli anni Trenta.
Le richieste di sospensioni dal servizio, di privazione del grado, dello stipendio e del diritto alla pensione, qualora fossero state interamente accolte, avrebbero provocato la completa decapitazione dei vertici e dei ruoli della diplomazia italiana <77. Raffrontato con altri ministeri, l’alto numero dei licenziamenti all’interno del ministero degli Esteri costituì, secondo Woller, un’eccezione nell’ambito della pubblica amministrazione, soprattutto perché il governo italiano agiva in questo settore sotto gli occhi dell’opinione pubblica internazionale e non poteva fare altro che dimostrare severità e rigore <78. I giudizi e le valutazioni sulla politica di defascistizzazione e sulle sanzioni adottate dai governi italiani nel periodo 1943-1948 sono oggetto di dibattito fra gli storici <79. Le fonti a disposizione dimostrano che le Commissioni di epurazione svolsero il compito per cui erano state istituite. Il periodo 1944-1946 segnò una volontà di discontinuità da parte delle forze antifasciste e le nomine degli ambasciatori “politici” nelle principali sedi estere, come precedentemente presentato, ne rappresentavano una prova. Allo stesso tempo il conferimento dell’incarico di ambasciatore a rappresentanti della sfera politica era il sintomo di una viva preoccupazione dei partiti del CLN sulla presentabilità internazionale dei vertici del corpo diplomatico italiano. Negli anni seguenti una serie di circostanze e di interessi politici indusse il governo prima ad arginare e poi ad annullare i risultati dell’epurazione <80. Infatti, in un rapporto del ministero dell’Interno del 18 agosto 1952, contenente i dati sui dipendenti statali dispensati dal servizio per effetto dell’epurazione, erano scomparsi gli 84 funzionari messi a riposo nel gennaio del 1945 dalla Commissione di epurazione, di conseguenza non risultavano diplomatici epurati <81.

[NOTE]51 Cfr. L. GANAPINI, La Repubblica delle camicie nere. I combattenti, i politici, gli amministratori, i socializzatori, Milano, 1999, p. 274.
52 Cfr. la Lista dell’epurazione dai ruoli della carriera diplomatico-consolare alla data del 15 gennaio 1945, in Acs, Allied Control Commission in Italy: Informazioni – Headquarters Allied Commission (10000) – Civil Affairs (105) \892.
53 Già nel corso della Conferenza di Mosca (18 ottobre – 11 novembre 1943) le potenze alleate concordarono una serie di misure volte alla soppressione delle organizzazioni e delle istituzioni create dal fascismo e alla rimozione dei capi fascisti e dei generali dell’esercito sospettati di essere criminali di guerra. Cfr. E. AGA-ROSSI, L’ Italia nella sconfitta, cit., pp. 130-150. Il problema dell’epurazione nei confronti di quanti all’interno delle istituzioni avevano più o meno attivamente sostenuto il regime fascista rappresenta un tema estremamente complesso. Per uno sguardo d’insieme cfr. H. WOLLER, I conti con il fascismo, cit., e ID., «Ausgebligene Säuberung?» Die Abrechnung mit dem Faschismus in Italien, in K-D. HENKE, H. WOLLER (hrsg.), Politische Säuberung in Europa. Die Abrechnung mit dem Faschismus und Kollaboration nach dem Zweiten Weltkrieg, München, 1991, pp. 148-191.
54 Cfr. Acs, Presidenza del Consiglio dei Ministri (d’ora in avanti Pcm), Alto Commissariato per le Sanzioni contro il Fascismo, Titolo I. Cfr. anche H. WOLLER, I conti con il fascismo, cit., pp. 187-260.
55 Ibid.
56 Ibid.
57 Per una contestualizzazione delle diverse operazioni di epurazione cfr. H. WOLLER, I conti con il fascismo, cit., pp. 188-286.
58 D. IVONE, Raffaele Guariglia, cit., pp. 80-83. Nel corso dell’attività di epurazione si alternarono diversi commissari, tra cui anche Nenni e il comunista Grieco.
59 H. WOLLER, I conti con il fascismo, cit., pp. 200-260.
60 Cfr. la Lista dell’epurazione dai ruoli della carriera diplomatico-consolare alla data del 15 gennaio 1945, cit.
61 Ibid.; cfr. anche H. WOLLER, I conti con il fascismo, cit., p. 249; D. IVONE, Raffaele Guariglia, cit., pp. 83-85.
62 La documentazione completa prodotta dalla Commissione di epurazione per il ministero degli affari Esteri è in Acs, Pcm, Alto Commissariato per le Sanzioni contro il Fascismo, Titolo III, Affari dell’epurazione del personale delle amministrazioni dello Stato, fasc. 12-3: personale diplomatico.
63 Su Prunas cfr. G. BORZONI, Renato Prunas diplomatico (1892-1951), Soveria Mannelli, 2004, pp. 434-450; sulle vicende di Guariglia e Rosso cfr. D. IVONE, Raffaele Guariglia, cit.
64 Francesco Babuscio Rizzo (1897-1983). Laureato in giurisprudenza presso l’Università di Firenze; nel 1925 intraprese la carriera diplomatica. Prima della seconda guerra mondiale svolse missioni a Berna, Buenos Aires, Digione, Shanghai, Pechino e Tirana. Dal 1939 al febbraio 1943 fu Consigliere di legazione presso lo stato del Vaticano. Capo di Gabinetto presso il ministero durante gli ultimi mesi del regime fascista (febbraio-luglio 1943). Dopo la caduta di Mussolini e la formazione del governo Badoglio fu nuovamente inviato in Vaticano. Babuscio Rizzo risulta essere uno dei diplomatici su cui la Commissione di epurazione addetta al dicastero degli Esteri ha prodotto più fascicoli di documentazione. Prosciolto dalle accuse fu inviato come ambasciatore a Dublino dal 1946 al 1949. Nel 1949 divenne capo della Missione diplomatica italiana in Germania e dal 1951 al 1954 primo Ambasciatore d’Italia presso la Repubblica Federale tedesca. Nel febbraio del 1955 fu inviato come ambasciatore in Brasile.
5 Cfr. Acs, Pcm, Alto Commissariato per le Sanzioni contro il Fascismo, Titolo III, Affari dell’epurazione del personale delle amministrazioni dello Stato, fasc. 12-3: personale diplomatico, sottofasc.: Francesco Babuscio Rizzo.
66 Undici erano i gradi della carriera diplomatica, gli ambasciatori rivestivano il secondo grado. I ruoli erano stati fissati con il R.D. del 14 agosto 1931. Quest’ultimo prevedeva i ruoli di: Ambasciatore, Ministro plenipotenziario di prima classe, Ministro plenipotenziario di seconda classe, Consigliere di legazione, Primo Segretario di legazione di prima classe, Primo Segretario di legazione di seconda classe, Console generale di prima classe, Console generale di seconda classe, Console di prima classe, Console di seconda classe, Console di terza classe, Viceconsole di prima classe, Viceconsole di seconda classe e Addetti consolari. Cfr. E. SERRA, La diplomazia in Italia, Milano, 1984, pp. 44-45.
67 La figura di Francesco Babuscio Rizzo ritorna più volte nel noto studio di Davide Rodogno. Sul ruolo del ministero degli Esteri nell’occupazione dell’Albania scrive Rodono: «Va inoltre rilevato che in Albania il Ministero degli Esteri ebbe un ruolo preminente rispetto agli altri organi dello stato, sia per l’interessamento di Ciano, sia perché il Sottosegretario di stato per gli affari albanesi – poi Ufficio Albania – s’insediò presso questo ministero e sovrintese a tutti i rapporti che interessarono i due paesi, impartendo al luogotenente (Francesco Jacomoni) le direttive della sua azione politica». Cfr. D. Rodogno, Il nuovo ordine mediterraneo. Le politiche di occupazione dell’Italia fascista (1940-1943), Torino, 2002, p. 87. Babuscio Rizzo è citato alle pp. 66, 161, 486, 506.
68 Accusato e poi prosciolto dalla Commissione per l’epurazione. Nell’autunno del 1943 seguì per due mesi il governo fascista a Salò e poi disertò tornando clandestinamente a Roma per attendere l’arrivo degli alleati. Cfr. Acs, Pcm, Alto Commissariato per le Sanzioni contro il Fascismo, Titolo III, Affari dell’epurazione del personale delle amministrazioni dello Stato, fasc. 12-3: personale diplomatico, sottofasc.: Leonardo Vitetti.
69 La carta, scrive Rodogno, prevedeva quattro punti: «il rispetto del principio di nazionalità e il diritto degli stati di costituirsi sulla base dell’omogeneità etnica; il rispetto della piena sovranità e del libero ordinamento interno degli stati europei; il principio della collaborazione fondata sulla coscienza dell’unità morale dell’Europa e sul pieno e libero sviluppo delle individualità nazionali; la promessa che le potenze dell’Asse avrebbero guidato l’Europa verso una pacifica vita internazionale, da attuare con un’equa distribuzione delle risorse economiche del mondo, con una reale collaborazione di lavoro, di produzione e scambi fra tutte le nazioni […] È indubbio – continua Rodogno – che il progetto “nuova Europa” fu un tentativo meramente propagandistico, un espediente per trovare una via d’uscita alla drammatica realtà italiana. Tuttavia offre lo spunto per domandarsi quanto la visione del nuovo ordine, nel 1943, si differenziasse dai progetti del 1940-41. Dopo due anni d’esperienza a fianco dell’alleato, in una situazione prossima alla catastrofe, gli italiani criticavano i nazisti per l’assenza di una visione politica “comunitaria” ed europea e rimproveravano loro il fatto che non bastasse organizzare gerarchicamente l’Europa. Sostenevano la necessità di costituire le basi di una cooperazione politica ed economica sulle “forze vive dei popoli”, senza sfruttare brutalmente i territori occupati, ma convogliando e potenziando quelle forze che sarebbero state decisive per il dopo, nella lotta contro le grandi forze extraeuropee. Erano vivamente preoccupati al pensiero di poter essere associati e considerati complici del terrore nazista e consapevoli che l’odio e l’avversione nei confronti dei nazisti erano aumentati in maniera massiccia a seguito delle catastrofi dell’inverno 1942-43, quando i resti dell’armata italiana in Russia erano rientrati e migliaia di sopravvissuti avevano stigmatizzato il comportamento dei soldati tedeschi nei loro confronti. Ma tra la visione fascista del nuovo ordine europeo e quella nazista vi fu davvero un abisso ideologico e politico?». Cfr. D. RODOGNO, Il nuovo ordine mediterraneo, cit., pp. 65-66. Dello stesso autore si veda anche ID., Die faschistische Neue Ordnung und die politisch-ökonomische Umgestaltung des Mittelmeerraums 1940 bis 1943, in L. KLINKHAMMER, A. OSTI GUERRAZZI, T. SCHLEMMER (hrsg.), Die Achse im Krieg. Politik, Ideologie und Kriegführung 1939-1945, Paderborn, 2010, pp. 211-231.
70 Cfr. Acs, Pcm, Alto Commissariato per le Sanzioni contro il Fascismo, Titolo III, Affari dell’epurazione del personale delle amministrazioni dello Stato, fasc. 12-3: personale diplomatico, sottofasc.: Francesco Babuscio Rizzo.
71 Ibid.
72 Cfr. Acs, Pcm, Alto Commissariato per le Sanzioni contro il Fascismo, Titolo III, Affari dell’epurazione del personale delle amministrazioni dello Stato, fasc. 12-3: personale diplomatico, sottofasc.: Guglielmo Arnò.
73 Cfr. Acs, Pcm, Alto Commissariato per le Sanzioni contro il Fascismo, Titolo III, Affari dell’epurazione del personale delle amministrazioni dello Stato, fasc. 12-3: personale diplomatico, sottofasc.: Vitale Gallina.
74 Cfr. Acs, Pcm, Alto Commissariato per le Sanzioni contro il Fascismo, Titolo III, Affari dell’epurazione del personale delle amministrazioni dello Stato, fasc. 12-3: personale diplomatico, sottofasc.: Roberto Chastel.
75 Cfr. Acs, Pcm, Alto Commissariato per le Sanzioni contro il Fascismo, Titolo III, Affari dell’epurazione del personale delle amministrazioni dello Stato, fasc. 12-3: personale diplomatico, sottofasc.: Massimo Magistrati.
76 Ibid.
77 Tra gli alti gradi della carriera diplomatica, nel novembre del 1944, gli Ambasciatori sotto processo erano 10 su 19, tra cui: Raffaele Guariglia, Giuseppe Bastianini, Augusto Rosso, Giacomo Paolucci De Calboli, Gino Buti, Ottavio De Peppo, Francesco Pittalis. Più della metà dei Ministri plenipotenziari di prima classe in servizio, 8 su 15, furono rinviati a giudizio: Pellegrino Chigi, Leonardo Vitetti, Luca Pietromarchi, Armando Ottaviano Koch, Attilio De Cicco, Francesco Fransoni, Enrico Bombieri, Luigi Maccotta. Numerosi anche quelli di grado inferiore: Emanuele Grazzi (Ministro plenipotenziario di seconda classe), Filippo Caffarelli (Ministro plenipotenziario di seconda classe), Massimo Magistrati (Ministro plenipotenziario di seconda classe), Ubaldo Rochira (Ministro plenipotenziario di seconda classe), Luigi Vidau (Ministro plenipotenziario di seconda classe), Giuseppe Cosmelli (Ministro plenipotenziario di seconda classe), Luigi Cortese (Ministro plenipotenziario di seconda classe), Tommaso Bertelé (Ministro plenipotenziario di seconda classe), Giovanni De Astis (Ministro plenipotenziario di seconda classe), Francesco Babuscio Rizzo (Ministro plenipotenziario di seconda classe), Gaetano Vecchiotti (Console generale di prima classe), Carlo Bossi (Console generale di prima classe), Umberto Natali (Console generale di prima classe), Quinto Mazzolini (Console generale di
prima classe), Enrico Liberati (Console generale di prima classe), Camillo Giuriati (Console generale di prima classe), Salvatore Meloni (Console generale di prima classe), Giuseppe De Angelis (Console generale di prima classe), Alfredo Angeloni (Console generale di prima classe), Luigi Ottaviani (Console generale di seconda classe), Ettore Perrone (Console generale di seconda classe), Guglielmo Rulli (Console generale di seconda classe), Blasco Lanza D’Ajeta (Console generale di seconda classe), Mario Carosi (Console generale di seconda classe), Italo Zappoli (Console generale di seconda classe), Adolfo Alessandrini (Primo segretario di legazione), Antonio Rosset Deandrè (Primo segretario di legazione), Giuseppe Tommasi (Primo segretario di legazione), Angelino Corrias (Primo segretario di legazione), Antonio Venturini (Primo segretario di legazione, uno dei funzionari italiani che nell’agosto del 1943 decise di attuare una vorace rapina della Grecia occupata seguendo modalità del tutto simili a quella effettuata dai nazisti), Giuseppe Batta Serra di Cassano (Console di prima classe), Camillo Leonini (Console di prima classe), Antonio Valentini (Segretario di prima classe agli Affari Albanesi), Vincenzo Speranza (Console di prima classe), Michele Barillari (Console di prima classe). Cfr. Acs, Pcm, Alto Commissariato per le Sanzioni contro il Fascismo, Titolo III, cit. 78 Cfr. H. WOLLER, I conti con il fascismo, cit., p. 249.
79 Per una panoramica delle linee fondamentali del dibattito cfr. P. ALLOTTI, Studi recenti sull’epurazione nel secondo dopoguerra, in «Mondo Contemporaneo», 2008, 1, pp. 149-168.
80 L’Alto Commissariato fu abolito il 31 marzo del 1946. Il 22 giugno dello stesso anno fu promulgata la famosa amnistia proposta da Togliatti qualche mese prima anche in vista del referendum istituzionale del 2 giugno. Tra il 1948 e il 1949 il governo De Gasperi varò due decreti che favorirono il reintegro dei dirigenti delle amministrazioni statali ancora fuori servizio per effetto dell’epurazione. Nel 1953 ci fu l’amnistia definitiva che permise anche a chi era sfuggito ed era latitante di chiudere i conti col passato. Cfr. Ibid., pp. 513-559. A differenza di molti storici italiani Woller non crede al mito dell’epurazione mancata. Cfr. Ibid., pp. 569-576. La stessa presenza di ambasciatori politici si rivelò in seguito una parentesi. A partire dal 1948, infatti, solo pochi politici preferirono continuare l’attività di ambasciatori. Tra questi Manlio Brosio (liberale) e Sergio Fenoaltea (azionista).
81 Cfr. la Comunicazione del Ministero dell’Interno alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, 18 agosto 1952, in Acs, Pcm, Gabinetto, Affari Generali, 1951-1954, Busta 10124.
Filippo Triola, La costruzione delle relazioni politiche ed economiche tra l’Italia e la Germania occidentale dopo la seconda guerra mondiale (1945-1951), Tesi di dottorato, Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, 2012

#ambasciatori #commissione #consoli #diplomatici #epurazione #fascismo #FilippoTriola #FrancescoBabuscioRizzo #guerra #GuglielmoArnò #MassimoMagistrati #reintegrazione #Repubblica #RobertoChastel #Salò #VitaleGallina

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oggi, 25 ottobre, a roma, presso lo studio campo boario: “80 fiori”, di louis zukofsky


OGGI, sabato 25 ottobre 2025, alle ore 18:00,
presso lo Studio Campo Boario
(Roma, viale del Campo Boario 4a)

80 FIORI
LOUIS ZUKOFSKY​ E L’OGGETTIVISMO AMERICANO

Per il ciclo “Retrospettive” – del CentroScritture – presentazione del libro
80 fiori, di Louis Zukofsky (Benway Series, 2024)

centroscritture.it/event-detai…

con Giulio Marzaioli, Paul Vangelisti, e la traduttrice, Rita Florit
coordinamento di Valerio Massaroni​

copertina di "80 fiori", di Louis Zukofsky (Benway Series, 2024)
benwayseries.wordpress.com/202…

​Il lettore parte […] per un’avventura in miniatura e meravigliosamente divertente, che corrisponde alla moltitudine in fiore evocata dal poeta. Gran parte dell’impresa dell’affrontare questo testo sta nel dover seguire le improvvisazioni di Zukofsky sulla tradizione floreale e sul linguaggio. Nonostante le osservazioni, anche da parte di commentatori favorevoli, sull’impossibile densità o sull’impenetrabilità di 80 Flowers, penso sia meglio cercare di assecondare la passione del poeta per le fonti classiche e shakespeariane e per il gioco numerico, e lasciarsi guidare dal suo orecchio inesauribilmente attento alla sinergia del linguaggio. Florit cita spesso il fondamentale studio di Michele Joy Leggott, Reading Zukofsky’s 80 Flowers (1989), che interpreta le fitte interazioni linguistiche del poeta come un viaggio contemplativo, o come uno splendido erbario. Come Zukofsky ha scritto nel suo taccuino, le poesie o i fiori «avrebbero avuto origine dai miei libri precedenti, dei quali sarebbero una sintesi». […]

— dalla postfazione di Paul Vangelisti

logo dello Studio Campo Boario

#80Flowers #AlbertoDAmico #BenwaySeries #GiulioMarzaioli #lettura #LouisZukofsky #MicheleJoyLeggott #objectivism #oggettivismo #oggettivismoAmericano #PaulVangelisti #poesia #poesie_ #presentazione #reading #ReadingZukofskyS80Flowers #RitaFlorit #scritturaDiRicerca #scrittureDiRicerca #StudioCampoBoario #ValerioMassaroni

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Inchiostro, i giovani che scelgono l’impegno. Non facciamo finta di non vederli


“Dove sono i giovani? Cosa fanno? Non si interessano di niente, non leggono, non fanno politica…”. Chi condivide questo atteggiamento critico e scettico verso la gioventù attuale avrebbe dovuto fare un salto, mercoledì scorso, al Bastione degli Infetti, dove si è svolta la festa di Inchiostro, il mensile universitario – di cui Argo ha parlato – che presentava il suo quarto numero, il primo […]

Leggi il resto: argocatania.it/2025/10/25/inch…

#BastioneDegliInfetti #InChiostro #Palestina #UniversitàDiCatania

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oggi, 25 ottobre, a roma, spazio modulo: “l’opera come processo”, a cura di sara davidovics


Nella cornice del ROME ART WEEK 2025
in collaborazione con il CentroScritture

Oggi, sabato 25 ottobre, dalle ore 18:30 alle 21:30
Spazio MODULO
(via Ottobiano 31, Roma)

è lieto di presentare

Progetto 5 | L’opera come processo
a cura di Sara Davidovics


Cingolani | Cipitelli | Gualtieri | Orecchini | Schiavone
=
Cinque artisti chiamati a confrontarsi sul tema del processo compositivo dell’opera
in relazione con uno spazio ambiente ricavato all’interno di uno studio d’artista

locandina: Spazio MODULO presenta "Progetto 5 | L’opera come processo", a cura di Sara Davidovics - con opere di Cingolani | Cipitelli | Gualtieri | Orecchini | Schiavone
cliccare per ingrandire

Comunicato stampa:
slowforward.net/wp-content/upl…
_

#CentroScritture #DavideGualtieri #FabioOrecchini #IvanSchiavone #LauraCingolani #PierpaoloCipitelli #RAW #RAWRomeArtWeek #RomeArtWeek #SaraDavidovics #SpazioMODULO

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Sto configurando Actions Ring di Logitech per Lightroom Classic, supporta anche il mio “vecchio” MX Master 3.
Si preannuncia interessante!!!

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“Exploring SFW Content On The Hub” — “Esplorando Contenuti SFW Sull’Hub”


Conosco da tempo immemore il famoso meme per cui qualcuno va su PornHub e assolutamente non per guardare contenuti disgustosi, signora mia, ci mancherebbe, ovviamente guardo solo roba per bene lì sopra, che però su altri siti per qualche motivo non è stata caricata, e quindi mannaggia… Eppure, io pensavo fosse appunto un meme; sapevo che stranamente lì sopra si trovano anche video non pornografici, ed esattamente da ciò sarebbe nato il ridere, ma credevo fossero comunque delle rarità… e, invece, sotto sotto, l’ipotetica scusa di cui sopra potrebbe per qualcuno non essere una scusa, ma la verità. (No, dai, non prendiamoci in giro.) 😳

youtube.com/watch?v=ZsxgSk09eD…

PornHub non lo uso (anche perché mi fa paura che, come Facebook, sia fatto in PHP… e intendo PHP vecchio, col routing di merda che negli URL include .php)… ma, di contro, su YouTube ho infatti trovato questo bel video pazzo, dove questo qui spiega le varie cose safe-for-work (cioè, video che potrebbero stare ovunque) che ha trovato proprio lì sopra, e non a caso: A quanto pare, il sito ha proprio una categoria chiamata SFW, dove vengono inserite le cose che porni non sono… e, tutto sommato, non sono affatto poche. 🤯

La cosa che meno mi stupisce è che ci siano video di gaming, perché, come lui stesso dice nel video, i gamer sono praticamente scarafaggi che senza fatica infestano l’intero Internet dall’alba dei tempi — e, aggiungerei io, proprio come scarafaggi temo che riuscirebbero a resistere anche se una bomba atomica virtuale si abbattesse sull’intera rete togliendo di mezzo tutti gli altri — però fa comunque impressione… Soprattutto se il motivo è che su PornHub, contemporaneamente, da un lato si ottengono più visualizzazioni per gli standard di canali medio-piccoli rispetto a YouTube (!), e dall’altro si guadagnano più soldi da queste (e beh, da quel che so PornHub è anche peggio di YouTube senza ad-block, con pubblicità di provenienza più che dubbia, quindi ha senso; i gooner mi correggano se sbaglio). 🥴

Poi, ok, il resto è roba un po’ mista… musica, e anche questo forse non stupisce troppo conoscendo le menti degli artisti, video a caso che ricordano un po’ le istanze PeerTube sfigate, ma direi che se voglio vedere quelli me ne vado appunto su PeerTube, propaganda religiosa, ma anche quella si trova praticamente su qualsiasi sito di condivisione di video, e i commenti dicono che si trovano anche lezioni di matematica, di cui il tizio nel video non ha parlato… e a questo punto io davvero non so più in che linea temporale sto vivendo. Ah e, infine, c’è una specie di meta secondario all’interno di tutto questo, per cui alcuni utenti che caricano video SFW li titolano come se fossero roba NSFW… e un pochino ridere in effetti fa. 💃

La cosa per me relativamente stupefacente, però, è che questa parte del sito non è roba nuova… eppure ha senso, altrimenti non credo che il meme sarebbe mai nato già tanto tempo fa, non essendoci altrimenti stati video SFW caricati in generale, penso. Cercando "pornhub sfw" sul web (virgolette incluse, altrimenti escono solo risultati del sito di PornHub… ‘stammerda sarebbe da chiudere anche solo per la quantità di SEO spam che fa secondo me), infatti, ci sono vari articoli di testate risalenti addirittura al decennio scorso che parlano di questa cosa… e ho trovato un comunicato della piattaforma di fine 2018 dove annunciano la nuova categoria praticamente come una presa per il culo a Starbucks, che ha voluto vietare ai clienti di guardare porno nei loro negozi: pornhub.com/press/show?id=1741. (…Ma chi cazzo è che guarda i porno mentre prende il caffé al gusto di diabete??? Non penso ci sia nessuno che si impegna così nel rovinare contemporaneamente il corpo e la mente!) 🧸


Octt è un’entità completamente safe-for-work, ma forse il suo corpo è comunque interessante. Ora puoi scoprire le conseguenze che ha subito a causa della medicina moderna, su stuffoctt: Intervista alla ragazza magica dopo 50 giorni di terapia riparatoria della discrepanza corporea. (Messaggio promocttionale, ormai ci sto prendendo gusto a fare spam contestualizzato così.)

#pornhub #SFW #video

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Treno Jazz ETR425.057 in transito a Bolgheri (20/01/2024)


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