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incredulità universitaria infinitamente aumentante con contorno di disperazione certa!


Io ormai davvero non riesco più a crederci, e giuro, lo giuro sul più grande buco nero dello spazio, ma, ogni singola volta che penso che all’università le cose siano così sul fondo da non poter davvero peggiorare, puntualmente in qualche modo riescono a farlo, e io sono costretta ogni volta ad alzare la mia soglia di stupore… Però, per quanto non c’è mai un fondo al peggio, la sopportazione ha un tetto, e se lo si colpisce poi sono guai, eheh… quindi, come cazzo la mettiamo, che qui il collasso sembra ogni giorno più vicino? Tra le lezioni, e i professori, e ora addirittura non solo… mannaggia allo zio catramista e tutti coloro che mi hanno ingannata, prima nello studiare a proprio questo istituto, e poi a frequentare proprio il dipartimento di informatica… 😭

Innanzitutto, io sono sbigottita di come in questo posto riescano ad avere o server scassati, o sysadmin incompetenti, o entrambi, ma è fottutamente incredibile: per almeno 24 ore, o forse anche di più, i siti del dipartimento erano completamente morti, via. Me ne sono accorta (così come altri) ieri pomeriggio, domenica, nel momento in cui ho pensato che, forse, dovrei vedere di fare i “compiti” dei miei corsi, che siamo a metà novembre… e quindi, volevo prendere del materiale necessario dall’e-learning, ma OPS, server non raggiungibile; ed era così fino a poco fa, nonché stamattina (e persino da eduroam, non solo da reti esterne). (…Avranno per caso sistemato adesso solo per farmi fare più brutta figura in questo post, sapendo di quando lo avrei scritto per lamentarmi?) 🌠

Già che ‘sta roba accada proprio nel solo momento in cui penso di dover studiare, un evento di per sé rarissimo, è una riconferma di quanto l’universo allinei sempre le cose più impossibili proprio sulla mia persona… ma comunque, cazzarola, ma si può avere un down del genere, dell’intero server di merda, per un giorno? Io potrei anche capire se fosse semplicemente esploso Moodle (no, in realtà no, perché suppongo che ci siano stronzi pagati coi miei soldi per mantenere i servizi web, ma lasciamo stare), ma era proprio il server, e anche i siti statici in HTML bianco e nero lezzo dei professori (tipo quello che il prof. di Android usa per distribuire i materiali al posto di Moodle, altra merda che mi serve…) erano irraggiungibili. (Anche se, pensate, questi siti dei prof. non hanno nemmeno l’HTTPS, quindi che ne parliamo a fare…) 💀

Poi, vabbè: a casa, a “voler” studiare succede questo… ma a lezione… la sensazione di star facendo ogni volta avanti e indietro per nessun cazzo di motivo è sempre più forte. Ci sta la materia costruita sulle pippe mentali che, vai a vedere, è così pippata che a lezione non assorbo né la teoria teorica, né quella da applicare alla pratica; però, poi, basta fare i quiz nel tempo libero il giorno prima, e fare l’esame non è un problema… Poi, c’è quella col professore che quando c’è è fisicamente iperattivo, ma mentalmente afflosciante, e che però in questi giorni non c’è, perché deve andare a delle conferenze in non ho capito quale posto della culandia, e boh… oggi al suo posto c’era il tutor, che doveva far vedere come installare le schifezze Java necessarie al corso… perché, giustamente, questo è l’unico corso che ha “programmazione” nel nome, ma in cui si programma solo dopo metà dall’inizio, figurarsi… E, infine, l’ultima roba, che manco voglio dire ora, sennò mi addormento. Insomma, che minchia stiamo a fare? 😐

Che poi, non sono solo stupida per andare a st’università negli orari stabiliti, ma proprio ritardata… almeno, venerdì sicuramente lo sono stata. Perché, lo scorso venerdì, come gli altri, ci sono andata presto… quando, in realtà, la prima lezione del giorno, grazie al professore sparente, per l’appunto, non c’era. In parte io non ho capito da come l’ha detto, perché avevo capito l’assenza si sarebbe protratta di chissà quanti giorni (…ancora non ho capito se torna la settimana prossima, oppure alla fine di questa, per giunta), ma lui, anziché dire i fottuti numeri dei giorni in questione, lo ha spiegato a modo suo, vabbè… Ma, in parte, mi sono direttamente confusa con la lezione di dopo per quel giorno, perché pure l’altro prof. ha detto che stiamo per finire, o qualcosa del genere, e boh. 🌋

Per fortuna, il fatto che l’altro professore ancora, quello del giovedì pomeriggio passato, non ci fosse, l’ho perfettamente recepito, quindi… la settimana scorsa ho sprecato sì 2 ore di sonno una mattina, e che palle, ma non un intero pomeriggio… e allora, comunque ringrazio il cielo. È però certamente simpatico che nessuno di ‘sti professoroni abbia inviato messaggi (attraverso Moodle… quando non era down, si intende) per avvisare tutti e con certezza, non solo i poveri sfigati in aula nel loro momento di inizio lezione, di queste assenze, per giunta tutti nello stesso periodo… eppure, tutti i prof. degli scorsi anni lo hanno sempre fatto, porca troia! (…Mi sa però che, a questo punto, ho già esagerato coi ringraziamenti, e farei meglio piuttosto a pregare il cielo affinché distrugga definitivamente questo posto, così magari la finiamo.) 🎰
me waiting for myschool to explode
#informatica #universita


lavoro ignegnisoftico dalla fogna universitaria è quindi il momento di iniziare a soffrire (la mia situazione assurda ad Ingegneria del Software)


Quest’anno, come ho già detto, ma non più di troppo, a questa università sto raggiungendo picchi di imprevista pazzia che io proprio… temevo, forse, sotto sotto, ma non immaginavo davvero. Ma il problema non è solo la noia mortale, che vabbé, ci ho fatto pace con il fatto che sarà la mia croce, credo, anche perché quella veramente mi colpisce durante tutti i corsi… bensì, c’è una materia in particolare che credo mi manderà definitivamente ai matti, ma in un modo squisitamente diverso da come lo fanno le materie con cui sono storicamente bisticciata, tipo quelle perlopiù matematiche: Ingiegnieria (si, con 3 i, e se potessi ce ne ficcherei pure una quarta) del software… 🙀

La storia con questa merda è stata davvero spassosa finora, per questo primo mese e mezzo, ma da qui in avanti non posso più mettere la realtà sotto il tappeto, e quindi non mi resta che piangere. Sostanzialmente, l’esame pratico di questo corso consiste nello sviluppare una roba (e fin qui, se non sto bruciata, non ci sono problemi), seguendo i principi di programmazione (ok…) e in parte organizzazione che si studiano nel programma (e già da qui, insomma…), in un gruppo di persone, altrimenti detto team nel gergo di tutte queste vere e proprie pippe mentali… e da qui è nato tutto il problema. 😝
“pair up into groups!”(i'm gonna be alone as always)
Mi causa infatti molte risate constatare ogni giorno di essere un’assoluta emarginata sociale, e di non essere in confidenza con letteralmente nessuno nella mia classe (mentre, accontentandomi più o meno di circa una conoscenza reciproca base-media, le anime totali salgono a non più di 1), ma ciò ha comportato inevitabilmente problemi per questo corso: per la prima deadline (altra parola che mamma mia), per giunta così ravvicinata che io manco me ne sono accorta e già era passata, a 2 settimane dall’inizio dei corsi, i gruppi si erano già tutti formati, ed io non ero in nessuno… Ed ecco, ovviamente il professore, che ha i suoi anni (la sua foto sul sito e lui fisicamente sembrano due persone diverse… ma non sono qui per giudicare, un bacino al prof.) sapeva che situazioni del genere possono capitare, quindi mi avrebbe combinata in un gruppo con i (pochissimi) altri sfigati rimasti fuori… ma questi poi hanno a quanto pare smesso di venire a lezione (e beh, non li biasimo), quindi sono rimasta definitivamente da sola. 🥰

La soluzione assurda che il capo (e beh, all’interno di questa gigantesca simulazione da circo aziendale si potrebbe dire che egli ha proprio quel ruolo) ha quindi cacciato, alla fine, sarebbe di lavorare su un progetto degli anni passati, aggiungendo delle funzionalità nuove (tutto ovviamente proporzionato al fatto di essere da sola), ma comunque secondo tutte le innumerevoli pippe mentali del caso… praticamente, simulando di star lavorando in team in modo asincrono, come se io fossi arrivata lì dopo appunto un annetto (o più, boh) che i primi schiavi—ehm, volevo dire sviluppatori—hanno realizzato il progetto, poi questo è stato fermo, e ora vada rimesso in moto. Ed allora, ahimè, da qui in poi non posso solo disegnare tutto il giorno sia a lezione che a casa, bensì devo iniziare a capire come cazzo lavorare a ‘sta robaccia… che non è solo scrivere codice, ma anche aggiornare documenti e schemini dell’altro mondo secondo cosa è richiesto; è questo il brutto. 💩

Vabbé, per oggi la disperazione è già abbastanza… magari, prima di chiudere, vediamo un altro aspetto divertente di tutta la faccenda: una ulteriormente incredibile quantità di tempo (2-3 settimane) è stata ben persa ultimamente, perché, per arrivare a questa soluzione, prima il professore ha fatto passare un po’ di tempo, poi io con la mia testa rotta ho procrastinato di quasi una (1) settimana l’inviargli una mail per confermargli i fatti per procedere, lui poi mi ha risposto solo l’altro ieri, ma io infine non me ne sono accorta se non stamattina — perché, a quanto pare, l’inoltro di GMail (verso la mia casella self-hostata, che uso in sola lettura) va in sciopero per le mail che sono tipo thread (cosa che stranamente proprio ora deve rompere i maroni, nonostante non sia mai successa in 2 anni di università, zio cane), e quindi ho scoperto di aver avuto risposta solo oggi dal prof. personalmente… odio Google odio Google odio Google… Però pazienza: senza questa marciscenza, non sarei più io, quindi ci sta che almeno un corso a semestre deve andarmi di traverso. (Prima o poi però mi andrà l’anima di traverso, oooh, non avete idea…) 👌

#IngegneriaDelSoftware #università


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Copertine belle: Sylvie Courvoisier & Wadada Leo Smith – Angel Falls [Intakt, 2025]


Cover and Booklet Art: Sophie Bouvier Ausländer.

Il disco è una specie di botta e risposta tra il piano di Courvoisier e la tromba di Smith. Mi rendo conto che detta così non è una cosa molto attraente, ma me sta piacendo (contro tutte le previsioni, tra l’altro). Su bandcamp c’è solo il primo pezzo, sul tubo nulla, ma sono sicuro che da qualche parte lo troverete.
Un dipinto astratto sui toni dell'arancione. In alcuni punti ci sono dei cerchi di un arancione più intenso, come dei soli; altrove è puntinato con un colore più scuro e occasionalmente macchiato con un colore vicino al rosso; ci sono poi delle righe sghembe che attraversano il dipinto in verticale (una sola, più o meno al centro) e in orizzontale. Il titolo e i nomi dei compositori si trovano sulla parte alta e centrale del dipinto, il primo è scritto in azzurro e i secondi in giallo; in basso a sinistra, in verticale da sotto a sopra, è scritto il nome dell'etichetta
#albumCovers #AngelFalls #copertineBelle #SophieBouvierAusländer #SylvieCourvoisier #WadadaLeoSmith

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E si va di clip della quattordicesima diretta di Super Mario Party: Jamboree!


E si va di clip della quattordicesima diretta di Super Mario Party: Jamboree!
#clip #marioparty

Video is too big

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news.creeperiano99.it/2025/11/…

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Nando Dalla Chiesa e la ribellione alla supremazia dell’inglese


Di Antonio Zoppetti

Voglio segnalare un (rarissimo) articolo che affronta il problema dell’inglese divenuto la lingua internazionale della scienza e ne coglie acutamente sia le ricadute linguistiche sull’italiano – a partire dal proliferare degli anglicismi – sia le connessioni socio-politiche, visto che la diffusione dell’inglese come lingua “franca” è una conseguenza del predominio statunitense sullo scenario mondiale. Un predominio tutto novecentesco che sembra destinato a entrare in crisi.

Il pezzo si intitola “Dopo Mamdani, forse verrà il momento in cui torneremo a parlare il nostro italiano” ed è uscito la settimana scorsa su Il fatto quotidiano. L’autore è Nando Dalla chiesa, di cui avevo già segnalato un altro pezzo, uscito qualche anno fa sullo stesso giornale, che denunciava un vero e proprio “assalto contro la lingua italiana” in atto da molto tempo.

Dalla Chiesa riprende un dibattito che da qualche tempo si è sollevato nel mondo, un dibattito che in Italia è ignorato e sottaciuto:

“Negli scorsi mesi è successo un fatto importante. Un gruppo di reputate riviste scientifiche ha posto un problema tipico del nuovo secolo: se sia cioè fondata la pretesa dell’editoria accademica che i contributi degli autori siano scritti in inglese. Pretesa che va a nozze con la capricciosa abitudine di considerare di valore superiore i risultati di ricerca pubblicati in quella lingua. Perché?, si chiedono le riviste.”

Di solito i giornali – che sono tra i principali “untori” dell’itanglese – talvolta affrontano la questione degli anglicismi con insipidi e marginali articoletti di costume. Ma anche i linguisti – a parte poche eccezioni – sembrano incapaci di cogliere il fenomeno dell’anglicizzazione sul piano extralinguistico e sociale, perché ragionano per compartimenti stagni.
Invece di contare gli anglicismi (ormai “incontabili” e incontenibili) per concludere che sono “pochi” o che sono “una moda passeggera” o che si affermano perché sono parole più sintetiche o internazionali (delle spiegazioni davvero imbarazzanti), Dalla Chiesa sviscera il problema con ben altro spessore, e il fenomeno è finalmente letto nella sua complessità che ha a che fare con il “prevalere incontrastato” dell’”imperialismo economico americano”.

“Vi fu un tempo – scrive l’autore – in cui si pensò che la supposta fine delle ideologie più la globalizzazione avrebbero costretto tutti gli ambienti scientifici a uniformarsi alla supremazia dell’inglese, esattamente come nel secolo precedente le diplomazie si erano acconciate alla supremazia del francese. Il che nell’Italia millenaria terra di conquista, e nelle nostre università, si è verificato in forme senz’altro più acute (per restare all’Europa) che non in Spagna, Francia o Germania. Ma oggi che il mondo degli alti studi e della ricerca non è più riducibile – se mai lo è stato – a quello anglofono”.

Gli articoli scientifici in inglese sono attualmente più letti e appaiono più prestigiosi, ma se si escludono le “conseguenze pratiche di bassa cucina che ne sono derivate, a partire da certe carriere parassitarie (l’amicizia con il caporedattore di una rivista gallese che fa più titolo della qualità di una onesta ricerca pubblicata in portoghese o tedesco)” bisogna invece andare “al sodo della questione”.

La domanda che pone chi si “ribella” al globalese è:

“Perché l’intera comunità scientifica mondiale dovrebbe parlare e scrivere nella lingua madre di una sua stretta minoranza? Forse una ragione demografica? No, perché oggi tra le lingue europee quella più parlata al mondo come lingua madre è lo spagnolo. Una ragione di egemonia economica? Nemmeno. Oggi la Cina si avvia a competere con gli Stati Uniti e a sopravanzarli in almeno due continenti.”

“Fu un mio amico manager – continua Dalla Chiesa – a segnalarmi alcuni anni fa il cambiamento in corso. Durante un viaggio in Cina si accorse che gli interlocutori locali capivano perfettamente l’inglese ma rifiutavano di usarlo come lingua per la conversazione, esigendo la presenza degli interpreti. La delegazione cinese non si assoggettava a parlare l’inglese (come invece la delegazione italiana) per orgoglio ma più ancora per consapevolezza della propria forza.”

A proposito dell’ascesa economica della Cina, va detto che se in un primo tempo la sua espansione nello scenario globale è avvenuta attraverso l’inglese, che veniva incentivato nei programmi scolastici e considerato centrale, negli ultimi anni questa politica si è invertita per favorire il cinese. E così non solo l’inglese perde importanza nella scuola primaria e secondaria, ma anche all’università i punteggi legati alla sua conoscenza sono stati abbassati, mentre in molti settori la ricerca scientifica in lingua cinese resiste all’inglese molto meglio di quanto non avvenga in Italia e in molti altri Paesi. Davanti a questa svolta che mette in discussione la primazia dell’inglese sul piano internazionale, un anglomane come Federico Rampini qualche tempo fa si strappava disperato i capelli, perché questa decisione politica mandava definitivamente in frantumi l’idea di realizzare il progetto dell’anglicizzazione del mondo che evidentemente è il suo sogno, oltre che quello dei Paesi anglofoni dominanti che hanno tutta la convenienza a rendere la propria lingua naturale come qualcosa di universale. Ma chi non ha la mente colonizzata capisce benissimo che anche gli italiani – come i cinesi – avrebbero tutto l’interesse di investire sulla propria lingua come strumento di cultura invece di sposare la “lingua dei padroni” che fa tabula rasa del plurilinguismo.

In questo scenario, “la strategia trumpiana per rendere l’America di nuovo ‘grande’ non inverte la tendenza” dell’esportazione dell’angloamericano in ogni settore, osserva Dalla Chiesa, e infatti si può aggiungere che proprio Trump, con un decreto del marzo 2025, ha per la prima volta ufficializzato l’inglese come lingua unica degli Usa, ribaltando i provvedimenti che risalivano a Clinton che al contrario favorivano il plurilinguismo, con linee guida per le agenzie governative che tenevano conto del fatto che molti americani non comprendono benissimo l’inglese, e che la percentuali degli ispanofoni è non solo altissima, ma anche in forte crescita. La svolta di Trump sancisce invece la primazia dell’inglese, che diviene un requisito anche per gli immigrati e gli americani di seconda generazione.

Il nuovo sindaco di New York, “una città di immigrati, costruita da immigrati e oggi guidata da un immigrato”, per riprendere il discorso di Mamdani, è dunque una novità in controtendenza che secondo Dalla Chiesa potrebbe comportare conseguenze “molto più ampie di quanto si pensi, e non solo sul piano strettamente politico. Ma anche su altri. Per esempio quello linguistico.”

Noi italiani – conclude il giornalista – possediamo infatti “l’immenso patrimonio della lingua latina, che ha innervato anche il tedesco e l’inglese. Eppure siamo stati capaci per istintivo servilismo (o forse anche per ignoranza del latino) di trasformare in parole inglesi le parole dei nostri antenati. Avete notato in quanti convegni e conversazioni amicali troviamo un italiano che invece di dire che il tale talento o pregio è un ‘plus’ della tale persona o azienda o istituzione, dice ‘plas’, esattamente ‘plas’, americanizzando compiaciuto la propria lingua? L’hanno chiamata internazionalizzazione. Ma ora fra Trump e Mamdani tutto cambia. Non solo la lingua dell’impero può declinare mentre alza la voce ma addirittura la democrazia americana può portare al potere culture e religioni altrui.”

Personalmente non sono così ottimista sull’impatto che il neosindaco della Grande Mela potrebbe avere sulle politiche di Trump e sullo scenario globale, soprattutto dal punto di vista linguistico. La nota positiva è invece che spuntino articoli del genere, che se non altro pongono sul tavolo una questione che non ha spazio nel dibattito pubblico e politico italiano. E soprattutto, la novità che forse deriva da Mamdani è il fatto che la questione dell’anglicizzazione venga finalmente colta anche a sinistra, che da sempre l’ha ignorata e archiviata come qualcosa di destra.

A dire il vero l’interesse delle destre nei confronti della lingua italiana andrebbe analizzato un po’ meglio, sotto la sua patina talvolta nostalgica e superficiale. Che cosa ha fatto per la lingua italiana il governo Meloni, per esempio? A essere ottimisti niente. A essere realisti la sta continuando ad affossare.

Non dovremmo dimenticare che Meloni, insieme a Rampelli, Lollobrigida e altri esponenti di Fratelli d’Italia, quando erano all’opposizione hanno presentato innumerevoli proposte di legge in difesa della lingua italiana (mai discusse) anche volte ad arginare l’invadenza dell’inglese. Nel 2018 avevo dedicato loro uno sfottò, visto che in un disegno di legge in proposito avevo trovato vari copia-e-incolla presi da questo sito finiti nel documento presentato in Parlamento.

Poi, però, una volta divenuta presidente del consiglio, la Meloni si è immediatamente presentata come “underdog”, ha pensato bene di varare il ministero del “made in Italy” invece che del prodotto italiano, mentre il ministro del turismo Daniela Santanché ha inaugurato un progetto per la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale italiano denominato in itanglese: “Open to meraviglia”. Intanto, l’onorevole Rampelli avrebbe voluto varare una legge per l’italiano identica a quelle già sfornate in passato che prevedeva persino le multe davanti agli anglicismi istituzionali, mentre l’onorevole Menia avrebbe voluto introdurre nella Costituzione che la nostra lingua è l’italiano. Eppure, sotto le chiacchiere, nulla è stato fatto, nonostante la maggioranza avrebbe i numeri per fare qualcosa di concreto. In compenso sono aumentati i corsi universitari in lingua inglese invece che in italiano, e gli anglicismi continuano a crescere a scapito dell’italiano.

E allora, visto che la tutela della nostra lingua non è né di destra né di sinistra, ma è qualcosa che ci riguarda tutti, non resta che ribadire che davanti al globalese occorrerebbe un movimento – non bipartisan, ma trasversale – in grado di produrre una visone politica della lingua che in Italia manca.

L’inglese internazionale non ci conviene, come non conviene alla Cina, e andrebbe perlomeno messo in discussione. In gioco non c’è solo la nostra lingua e cultura, ci sono enormi implicazioni economiche, etiche e cognitive. Occorre un dibattito culturale che non c’è. Occorre che i “ribelli” che non si piegano alla lingua dominante confluiscano in un movimento più ampio che non riguardi solo la lingua delle riviste scientifiche, ma si estenda a tutti gli ambiti della nostra società.

E la speranza è che articoli come questo di Nando dalla Chiesa si moltiplichino, invece di rimanere uno sprazzo. Chissà mai che finalmente anche a sinistra ci si renderà conto che la questione dell’inglese internazionale e dell’invasione degli anglicismi non è affatto una cosa di destra.

#anglicismiNellItaliano #inglese #interferenzaLinguistica #itanglese #linguaItaliana #paroleInglesiNellItaliano #politicaLinguistica #rassegnaStampa #scienza

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‘la finestra di antonio syxty’: podcast sul libro di gian paolo guerini “XI-XX (dal primo al senza numero) secondo volume”


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*

Antonio Syxty in conversazione con Gian Paolo Guerini e Maximilian Lösch
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XI-XX (dal primo al senza numero) secondo volume _
Finito di stampare in ottobre 2024 da [dia•foria
info e acquisti: info@diaforia.org e diaforia@gmail.com

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materiali recenti o recentissimi su ‘pontebianco’, ‘compostxt’, ‘differx’, ‘gammm’ et alia

il tenente / anonimo. 1952. ocr 2025
il cinema sovversivo surrealista, lettrista, situazionista, anarchista. l’essenziale in 40 schede
enzo patti : asemismo
Maliheh Afnan
surrism-phonoethics
neutopia : rivista del possibile
inventario / ermanno guantini. 2025
ebook: il poeta è un delinquente / e. montaccini, m. morea, b. zito. 2022-25
photoasemia / miron tee. 2025
Un catalogo di opere di Hanne Darboven, dallo Studio Bruno Tonini
Slowscan vol 40
Il libro di Frank, by CAConrad


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il tenente / anonimo. 1952. ocr 2025


Il Tenente Art. S.P.E. Franco ‘japer-to he prestato servizio presso it IVY Gruppo cannoni (la 88/27 da me ewlarnato din 1 watt otto-hre 1952 al 30 giugno 1952 quale U.T.G. di CruDpo dal 1 ottobre 1951 al 15 febbraio Comando di Grppo dal 16 febbraio 195′, e quake Coanaapee del Reparto u 1.95n1 Augno_1952.i • • .Ufficiale in possess° di ott-c.,„4;.1,i46120 fisich

• eceellente pre-otanza mi=
litare. D’ intellicenza sveglia,ot:W..ma memoriatpercezione prontaldiligen= ; te, ordinatotrazionale nella concezione e nolla attuazione,svelto e sicu=
I 11 a 0 1
ro nell’esecuzione degli ordibi ricevuti.Si distingue per elevati senti= ‘ menti motali e per l’entusiasmo e la passione con cui presta servizio. Ha dato prove di profOndo attaccamento al dovereed elevato spirit° di sett’: sacrificio e di sager anteporre con encomiabile spontaneity le esigenze e gli interessi del servizio a personali e famigliari. Si affeziona ai Suoi Superiori prodigandosi nell’interpretatiiitla con asso=
luta fedelth loro pensiero. Di oRrtftere aperto,onesto. Ineocepibile nel su_ comportamento in
servizio e fuo
zio; riguar(![url=https://ohai.social/users/OsO]OsO[/url] verso i Superior* ottirif ta
con colleghi, giusto,umano, fraternO con gli inferiri sui quail eserci s to profondo ascendente ottedendone nel contempo.anuirazione. P Eccezzionalmente a posto dal punto di vista professionale, possiedd, so= pratutto nel cameo tecnico una sk.iacata preparazione e cognizioni ai:profon* 0 b che suscita negli allievi.g 0
dite che gli consentono di raggiungere risultati veramente moripmmktmittIx
brillanti nel cameo addestrativo n61 quale si distingue per la rapids e rationale applicazione del metodo e l’interesse
In particolare, nell’aadestramento degli specializ ati per it tiro e per
le trasmissioni ha saputo realizzate, non ostante l’esiguith del persona=
le, una felice suddivisione per n-u,#ei che, dal punto di vista funziona= le, ha risposto ally perfezione duraute te le esercitaziomi estive.
Quale Comandante del R.C.G. tamento ha preso saldamente
it
Ten
all
0 0 it campo primaverile sia durant
Tai_)rta dopo un rapido e pronto orien=
o
it reparto svol endo proficua optima!’ di comando e rivelando non comuni do. i di organizzatore ed aniclatore. Prededente mansio= it
In tale periodo, egli ha continua to svolgere
anche la
ne di U.T.G. prodigandosi nel se:cvizio can sin olare fervors ed entusia= ato non solo all’addestr
mo. In tutto tale perido Ten Laports ha cr uto non solo all’addestra

_

*
da un ritrovamento di
Alberto D’Amico

#anonimo #ocr #post2025


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Caricata la diretta per intero di Kirby Air Riders: Global Test Ride – Round 2, visto che la connessione ci ha voluto be…

Caricata la diretta per intero di Kirby Air Riders: Global Test Ride – Round 2, visto che la connessione ci ha voluto bene, dividendo la diretta in 5 segmenti

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news.creeperiano99.it/2025/11/…

Questa voce è stata modificata (13 ore fa)

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difficile dormenza dell’octo per motivi strani e non rivisti (la notte passata ci ho messo molto per addormentarmi perché boh)


Non so che ha di strano la giornata solare di ieri, domenica… cose assurde dietro cose assurde dietro cose che lasciamo stare; ma, la sua notte in particolare, parlando di qualcosa di cui almeno si può un po’ ridere, è stata uno schifo, nessuno ha idea di quanto! Anche se in questo momento forse farei meglio a pensare ad altro, questa cosa devo assolutamente raccontarla, perché ha un che di mistico (e perché i miei post sono in fondo sempre anche formule magiche contro il ripetersi delle maledizioni che racconto… o, almeno, questa è la mia idea, ma alcune volte pare persino trovare riscontro nella realtà). 🥱
"Did you sleep well lastnight?"Yeah, wonderfully
È stata una notte buia (…e, oltre che grazie ar cazzo, mi sento di dire menomale) e, almeno per quanto riguarda me, tempestifera, perché ci ho messo una insolitamente lunga quantità di tempo a prendere sonno, a causa di disperazione interna non meglio discernibile. Non so esattamente quanto tempo, io direi alcuni quarti d’ora, però è in ogni caso strano… non mi capitava da un bel po’, ed è veramente palloso quando succede. A dire il vero, nell’ultima settimanella mi è capitato di metterci a volte più tempo per addormentarmi, ma era giusto per il freddo che, maledizione, sta aumentando… invece, questa notte boh. 🧸

Sicuramente, o almeno così sento essere le mie vibe, avevo troppi pensieri ansiogeni per la testa — …che, purtroppo ci sono anche ora, se non addirittura aumentati… quindi, nel momento in cui mi arrenderò all’andare a letto stasera, avrò pure un po’ di paura che il tutto si ripeta… — però, in effetti, è stata una più grande combinazione di cose strane. Prima mi triggeravo perché, toccandomi in faccia, c’erano in uno spigolo dei peletti che sporgevano troppo, ma la pinzetta per tirarli fuori era giustamente sulla scrivania… e io, di uscire fuori dal lettino, in cui mi ero accuratamente sotterrata per non provare freddo, non ne avevo proprio voglia… Poi, mi sa che i danni subiti dal computer si stanno iniziando a riversare sulla mia psiche, perché sentivo lievemente il rumore delle ventole rotte… che il mio cervello si stava per forza inventando, perché il PC era ormai spento, anche se solo dopo un’intera giornata di uso con quel problema di merda che da un po’ è diventato costante, e dovrei forse investigare… 😩

Come se non bastasse, verso le 9 di mattina mi sono svegliata sentendo dei rumori, durati per forse una decina di minuti, che non capivo… Sembrava che qualcuno stesse tentando di entrare in un locale per scopi loschi prendendo a botte la saracinesca, anziché usare un metodo più decente… ma, oggettivamente, l’orario non è molto confacente a questo tipo di attività criminali, e quindi, dopo qualche minuto (ce n’è voluto comunque di tempo, col ritardo che ho, oh!) ho dovuto scartare l’ipotesi. Quando mi sono poi anche alzata, più tardi, ho chiesto ai miei genitori, che mi hanno detto che era semplicemente il negozio di merda sotto casa che sta sfondando la parete per ridisporre gli spazi… la domenica mattina, pensate voi in che razza di città vivo. 🤯

Alla fine dei conti, alle 11:46 mi sono per qualche motivo alzata… forse avevo la vescica pesante, o forse la notte di sonno scomodo mi ha lasciata talmente seccata da volermi far scappare… e, facendo i conti, avrei dormito 8 ore o poco meno, che per una domenica mattina è davvero un peccato, una roba disdicevole! In realtà, la Mi Band segna 8 ore e 10 minuti ma, a parte non aver rilevato il momento in cui mi sono svegliata prima, mi segna l’inizio del sonno per le 3:36 che… non so dire se è accurato o no. Io direi di non aver passato 1 ora in quello stato fatto di niente e al contempo pieno di troppo, nel tentare di prendere sonno… ma, per la mia esperienza, perdo molto la cognizione del tempo in quei casi, quindi magari l’accessorio cinese ha ragione. 🤷

C’è chi, allora, prima di dormire, per proiettarsi bene all’altro mondo, fa la preghierina… ma io, che mi ritengo l’essere superiore fisicamente osservabile di tutto l’universo, non saprei proprio a chi farla. E c’è chi invece legge… ma io perdo continuamente l’abitudine. Così come c’è chi si addormenta con le app dei video corti aperti… ma io non sono così ritardata, e quindi non le uso nemmeno in primo luogo. Ma, mi sa che, per precauzione, potrei almeno fare del fottuto gaming. Perché secondo me è stata anche la mancanza di quello che, assieme al non aver avuto tempo di scrivere il post che invece poi ho fatto la mattina dopo — perché ho ahimè passato l’intero sabato a programmare (eccallà), distraendomi solo con lieve shitposting — mi ha forse rovinato l’umore, perché sono arrivata a fine giornata senza aver potuto fare tutto quello che mi ero prefissata… 🙄

#notte #sonno


Stasera mi è per qualche motivo bastato uscire fuori dalla mia cavernifera cameretta, ben riscaldata dalle mie emissioni d'aria e suppongo dal PC fisso mezzo rotto, per sentire il freddo... non particolarmente addosso, ma sulle manine!!! E io come straminchia faccio, se le mie bellissime e morbide e adorabili manine diventano freddine da un momento all'altro... sono cucinata—cioè, volevo dire, sono congelata. 😭
Quindi, mi trovo davvero costretta a pullare (usare) questa mossa: ossia pullare (tirare) giù le maniche della felpa (leggermente grossa, per fortuna) il più possibile. E... inevitabilmente, devo ammetterlo, ciò è fin troppo comfy... questo immediato tepore che avvolge la manina appena viene ricoperta per bene... la sicurezza che offre ai ditini parzialmente confinati dal perimetro della manica felpiaca... aaahhh... Non dico che questa cosa da sola dà un senso all'inverno per me, però certamente in estate non è un lusso vivibile... 🥰😍☺️(Peccato solo che, di continuo, la manica risale un po'. 💔)
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Luciano G. Calì ci racconta la prima presentazione a Grosseto di “Oltre il potere”, libro dei GD. Prossima tappa il 20 novembre 2025 a Roma.


L'iniziativa è stata una positiva occasione di discussione

Si è svolta il 7 novembre 2025 presso Palazzo Aldobrandeschi a Grosseto l’ anteprima nazionale di presentazione del libro “Oltre il potere. Una prospettiva giuridica per le lotte sociali”.

Nell’iniziativa organizzato congiuntamente da Giuristi Democratici Grosseto, FIAP Toscana, Working Class Hero OdV ed ANPI Grosseto “Carla Nespolo” si è fatto anche il punto attorno al Referendum Costituzionale sulla separazione delle carriere dei magistrati. L’incontro moderato dai due portavoce GD grossetani Luciano G. Calì e Massimo de Felice ha visto la presenza di due dei curatori del volume, gli avvocati Pietro Adami e Paolo Solimeno.

Giuristi Democratici di Grosseto hanno ritenuto che l’iniziativa potessa rappresentare non solo un valido momento culturale ma anche un messaggio di carattere unitario in vista di quello che sarà il Referendum Costituzionale sulla separazione delle carriere dei magistrati.

Una scommessa riuscita come ci racconta Luciano G. Calì nell’intervista che vi proponiamo ed in cui gli abbiamo anche chiesto di raccontarci brevemente gli impegni locali dell’associazione.

La prossima presentazione di “Oltre il potere” sarà il 20 novembre 2025 a Roma all’interno della Rassegna “Muoversi nella notte” presso La CAVe Largo Giovan Battista Marzi 1 dove insieme al curatore del volume Pietro Adami interverranno alcune ed alcuni dei redattori: Simonetta Crisci, Luca Baiada, Antonello Ciervo, Roberto De Angelis, Luigi Galloni, Pierluigi Panici.

INTERVISTA A LUCIANO G. CALI

  • L’iniziativa che avete fatto ha avuto un valore che va oltre la presentazione del libro stesso. E’ stata l’occasione per mettere insieme persone di ambiti diversi?

Assolutamente sì. Erano presenti colleghi, esperti di diritto ma la cosa importante per noi è che fosse presente la cittadinanza. Abbiamo voluto improntare il momento d’incontro come qualcosa che avesse un carattere divulgativo non solo giuridico, cercando di dare naturalmente dei messaggi chiari e rispondendo nella parte finale alle domande da parte del pubblico. Il tutto a partire dal libro che è molto interessante, sfaccettato dal punto di vista delle tematiche trattate nei diversi capitoli, è che però offre anche una sorta di racconto unitario rispetto ad alcuni temi, come quello dell’autonomia differenziata o come la parte relativa alla separazione delle carriere dei magistrati. Su quest’ultimo argomento con Pietro Adami c’è stata la possibilità di approfondire come la questione non riguardi solo specificatamente i magistrati ma invece come siamo di fronte ad una reinterpretazione di quello che la politica attuale vuole fare della magistratura. E’ stato importante soffermarsi in maniera complessiva su questo tema.

Rispetto ai capitoli presenti nel libro abbiamo trattato anche altri temi come quello dell’antifascismo. La presenza di FIAP Toscana e di Anpi Grosseto è stata molto importante, perché queste due storiche associazioni hanno dato il loro punto di vista e c’è stata la possibilità di valorizzare quello che è stato fatto con l’Avv. Paolo Solimeno che ha curato gli aspetti legati a ricorsi al TAR degli ultimi anni sulla toponomastica fascista in Maremma.

Per cui l’incontro è stato un momento per poter riprendere quanto fatto negli anni passati e rilanciare l’azione in una prospettiva futura.

  • Il libro non vuole rivolgersi solo al mondo dei giuristi ma provare a riflettere su questioni che anche se sembrano solo giuridiche riguardano in realtà tutta la società. Dal pubblico che domande ci sono state?

Ci sono state domande che riguardavano l’interpretazione di alcuni elementi particolari per capire anche il tipo di chiavi di lettura rispetto al perché esistano certe cose. Una domanda, per esempio, ha riguardato il reddito di cittadinanza. Altre la parte relativa alla normativa della violenza sulle donne, con la sollecitazione da parte del pubblico a capire che tipo di impostazione il libro dei GD poteva dare rispetto alla società. Il ventaglio delle sollecitazioni è stato molto ampio. In una iniziativa di due ore è un compito improbo sia per i relatori che per i moderatori portare a compimento tutte le questioni poste. A mio avviso, la cosa più interessante successa è che non soltanto c’è stato un grande interesse ma che si è sentita l’esigenza di approfondire ulteriormente le questioni discusse rispetto a questo primo incontro.

  • Uno degli scopi del libro è proprio aprire delle discussioni, stimolare un percorso di work in progress. Per chiudere l’intervista volevamo domandarti quali sono le tematiche che vi vedono maggiormente impegnati come GD nel vostro territorio. Ci puoi fare una breve carrellata?

Ci sono due brevissime colleghe che si occupano in modo particolare dello sportello di assistenza al cittadino con tutto quello che riguarda la parte relativa alla consulenza che una volta facevano i sindacati o le federazioni dei contribuenti. E’ una esigenza molto sentita perché negli ultimi tempi è venuta a mancare questa disponibilità di base. Le due avvocatesse fanno sostanzialmente un’attività pro bono senza naturalmente andare a incidere sulla valutazione successiva ma queste informazioni di base vengono considerate molto utili da parte dei cittadini.

Un’altra cosa importante di cui si occupa Massimo De Felice è la parte che riguarda questioni inerenti l’ambito sociosanitario, in modo particolare la parte relativa al fenomeno delle deleghe. Non parliamo naturalmente di chi non ha la possibilità di procedere in autonomia ma di chi ha bisogno del cosiddetto amministratore di sostegno. In questo caso spesso e volentieri a occuparsene sono dei familiari che però sono privi di formazione di base. Organizziamo degli incontri per dare una formazione utile, facendo un quadro generale e dando informazioni specifiche, utili per chi non ha una formazione di carattere giuridico ma che deve potersi orientare rispetto a quelle che sono le responsabilità non poche dell’intera questione.

  • Possiamo dire che vi occupate di questioni che a prima vista non sembrano solo giuridiche ma che intrecciano il piano giuridico e che molte volte fanno sì che i cittadini vadano veramente in panico non sapendo come muoversi?

Ti faccio l’esempio delle DAT. Anche in questo caso si cerca di dare un’impronta di carattere divulgativo. Tutti più o meno sappiamo cosa sono le Disposizioni anticipate di trattamento ma in pochi sanno come comportarsi o come redirgerle in maniera corretta.

Operiamo in un territorio, quello grossetano, dove la media di età della popolazione è superiore ai 50 anni (parliamo di 55 anni, in provincia di Grosseto), non esistono fabbriche ormai da oltre 20 anni mentre ci sono di medie e piccole attività. Non c’è comparto tessile o industria pesante, la struttura che offre più lavoro complessivamente è quella del comparto sanitario pubblico, un lavoro sindacalizzato, fatto abbastanza bene e storicamente supportato anche dai sindacati. In questa situazione, al di là di quello che possono essere le consulenze di carattere professionale, c’è poco e tanti non hanno la disponibilità economica per accedere a informazioni di base.

Ciò che cerchiamo di fare in maniera volontaria parte dalla convinzione che se vuoi vivere in una società serena e in pace con se stessa, questa deve essere una società informata. Su questo aspetto per quanto ci riguarda cerchiamo di fare la nostra parte.

Naturalmente il gruppo di Giuristi Democratici Grosseto non è costretto a scalare vette inarrivabili, possiamo comunque affermare che è un impegno che siamo felici di portare avanti richiamandoci costantemente ai princìpi ed ai valori della Costituzione Repubblicana.

Segui in FB Giuristi Democratici Grosseto

Per contatti: giuristidemocraticigrosseto@gmail.com


“Oltre il potere. Una prospettiva giuridica per le lotte sociali” – È disponibile il libro a cura dei Giuristi Democratici


Il libro “Oltre il potere. Una prospettiva giuridica per le lotte sociali” – Momo Edizioni sviluppa, sistematizza e allarga il lavoro contenuto nel Libro bianco dell’Associazione Giuristi Democratici. Il volume, frutto di contributi elaborati collettivamente, spazia tra molteplici aspetti per stimolare la ricerca di una visione complessiva e coordinata, utile non solo agli addetti ai lavori del mondo giuridico.

La presentazione del volume in quarta di copertina evidenzia già la peculiarità di un lavoro oltre modo necessario in un momento in cui il protagonismo sociale, soprattutto delle nuove generazioni, si riaffaccia prepotentemente nelle piazze e nelle iniziative che attraversano le nostre città.

Uno dei nodi cruciali della nostra epoca è il progressivo abbandono di una visione sistematica della società. Ne derivano la frammentazione delle idee e delle proposte e la rinuncia a disegnare complessivamente e coerentemente il sistema. L’associazione Giuristi Democratici nel corso degli anni ha profuso il proprio impegno concreto e ha sviluppato un dibattito interno proficuo e vivace. A un certo punto si è deciso di fare un salto di qualità. Provare a rendere coerenti analisi e proposte di trasformazione. Un concetto guida è stato determinante: l’attacco e il superamento del potere.

Puoi ordinare il libro “Oltre il potere. Una prospettiva giuridica per le lotte sociali”:

  • nelle librerie in tutta Italia

All’Avv. Pietro Adami, che ha curato il volume e scritto la premessa abbiamo chiesto quali sono gli aspetti essenziali che fanno di “Oltre il potere. Una prospettiva giuridica per le lotte sociali” un libro utile ed importante da leggere.

INTERVISTA ALL’AVV. PIETRO ADAMI

* Qual è il fine del libro “Oltre il potere. Una prospettiva giuridica per le lotte sociali”?

Il fine del libro è quello di mettere a sistema una serie di riflessioni effettuate dai Giuristi Democratici negli ultimi anni. Ci riferiamo a riflessioni che non sono mai solo teoriche ma derivano da un’esperienza di impegno, di difesa, di cause portate avanti e di vicende seguite direttamente nel campo del reale. Le conoscenze che abbiamo voluto socializzare non sono astratte, derivano dal nostro lavoro al fianco dei movimenti o nell’ambito delle battaglie che ci hanno visto impegnati, come quelle referendarie —pensiamo al referendum sull’acqua o quello sulla riforma costituzionale— o da esperienze di difesa di singoli individui. Questo bagaglio di esperienze ci ha portato a maturare delle convinzioni.

Negli anni passati avevamo iniziato un lavoro embrionale per raccogliere non solo i nostri saperi ma anche le nostre proposte di riforma. Siamo partiti da questo e nelle nostre assemblee abbiamo deciso insieme di voler provare a mettere all’interno di un’unica riflessione non solo tutto quello che abbiamo “pensato”, ma anche quelle che sono le nostre proposte di riforma per la società e quindi del sistema.

La nostra è un’associazione variegata sia come componenti, avvocati, magistrati, funzionari, docenti e studenti universitari e settori di cui si occupa, diritto penale, amministrativo, civile, del lavoro, internazionale (ndr: per via della complessità del tema non abbiamo messo nulla di ‘internazionale’; semmai faremo una seconda opera). A partire da questa complessità e ricchezza abbiamo scelto di provare a vedere se riuscivamo a costruire un testo in cui ci fosse sicuramente analisi ma anche una prospettiva di riforma. Elaborare insieme e proporre quello che noi vorremmo, mettendo volta per volta anche una sorta di conclusione rispetto a come dovrebbe cambiare la normativa a nostro giudizio.

È stato un processo complesso. Abbiamo costituito delle commissioni settoriali che hanno discusso e proposto testi che poi abbiamo insieme elaborato, per certi versi sfrondato per cercare di avere un’uniformità comunicativa. Abbiamo cercato di rimodulare parti di pura riflessione, senza mai dimenticare i concetti fondamentali, per arrivare a centrare il punto: la norma oggi è così e deve cambiare in questi termini.

Il libro è redatto dall’Associazione Nazionale Giuristi Democratici, ma non è un libro per giuristi. Le proposte di riforma, per esempio, del diritto del lavoro, sulla reintroduzione dell’articolo 18, sono proposte di riforma giuridica in cui il cambiamento della norma è finalizzato a un cambiamento di rapporti sul posto di lavoro.

Non è un libro per i giuristi, è invece al contrario un libro dei giuristi, che deriva da quello che hanno raccolto all’interno della società e che si rivolge alla società con delle proposte. Proposte per il diritto di famiglia, il diritto del lavoro, sulla partecipazione democratica. I capitoli sono tanti, arrivando a proposte dettagliate sia in alcuni settori meno appariscenti, che in quelli più alla ribalta. Facciamo l’esempio del carcere: ci sono una serie di proposte concrete per la gestione della situazione carceraria. Quando abbiamo fatto circolare attraverso i nostri circuiti la prima versione del libro, abbiamo avuto una serie di indicazioni di ritorno, che abbiamo discusso e tenuto presenti all’interno della versione finale.

Il fine del libro è quello di offrire un programma di trasformazione della società, almeno sotto alcuni aspetti, che sia coordinato e che discenda da un’idea di fondo.

* Il metodo che avete scelto per redigere il libro rappresenta una sperimentazione innovativa che si affianca alle finalità del volume. Ne puoi parlare brevemente?

Il metodo è partecipato. Se ne parla sempre, ma una cosa è dirlo e un’altra farlo. Abbiamo voluto farlo realmente. Ci abbiamo messo diversi anni. Se vuoi veramente che le cose emergano dal tessuto sociale, dai movimenti, dagli incontri, devi ascoltare veramente quello che emerge e poi elaborarlo. Il materiale che emerge è in forma di bisogni e deve essere trasformato in una proposta normativa. In questo sta il nostro ruolo: trasformare il bisogno in una proposta normativa.

È un lavoro che non finisce. Ci sono ancora altri settori, altri aspetti della nostra vita collettiva che dobbiamo esplorare. All’interno di questo percorso aspettiamo risposte e proposte che noi poi potremo tradurre. Quindi nel libro non c’è la visione “finale” di come si deve trasformare la società, ma una proposta che continua ad essere discussa con altri, con gli attori di queste vicende per perfezionarsi ulteriormente. Questa operazione non finirà mai perché a mano a mano che emergono problemi, nuove visioni, nuovi ragionamenti si deve ripartire, aggiornare, modificare.

L’obiettivo del libro non è mettere un punto fermo ma stimolare un dibattito e nello stesso tempo fare in modo che ci sia una visione complessiva della trasformazione della società.

********************************************************************************************************

Oltre il potere. Una prospettiva giuridica per le lotte sociali” a cura di Pietro AdamiMomo EdizioniProgetto grafico di Gianmarco MecozziPrima edizione Ottobre 2025

INDICE

  • Premessa a cura di Pietro Adami
  • Repubblica e Costituzione
  • Unione Europea
  • Costituzione della Terra
  • Autonomia differenziata
  • Beni comuni
  • Strumenti di democrazia diretta
  • Indipendenza e autonomia della magistratura, cultura della giurisdizione
  • Vincoli di bilancio
  • Tutela dell’ambiente
  • Asilo, respingimenti e ONG
  • La normativa antifascista
  • Democrazia digitale
  • Lo stato sociale digitale
  • Diritto penale
  • Crimini di sistema
  • Contro la violenza sulle donne
  • L’uso di nuove tecnologie digitali nelle indagini penali
  • La parte offesa
  • Carcere
  • Ergastolo ostativo
  • Regime detentivo speciale ex art. 41-bis O.P.
  • Riportare la Costituzione sui luoghi del lavoro
  • Delocalizzazioni
  • Diritto di cittadinanza sociale, diritto al lavoro e al reddito
  • Reddito di cittadinanza e riassorbimento della disoccupazione
  • Seconde generazioni
  • Qualcosa sui Giuristi Democratici



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Giustamente muore internet in questo preciso istante…

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il tenente / anonimo. 1952. ocr 2025


Il Tenente Art. S.P.E. Franco ‘japer-to he prestato servizio presso it IVY Gruppo cannoni (la 88/27 da me ewlarnato din 1 watt otto-hre 1952 al 30 giugno 1952 quale U.T.G. di CruDpo dal 1 ottobre 1951 al 15 febbraio Comando di Grppo dal 16 febbraio 195′, e quake Coanaapee del Reparto u 1.95n1 Augno_1952.i • • .Ufficiale in possess° di ott-c.,„4;.1,i46120 fisich

• eceellente pre-otanza mi=
litare. D’ intellicenza sveglia,ot:W..ma memoriatpercezione prontaldiligen= ; te, ordinatotrazionale nella concezione e nolla attuazione,svelto e sicu=
I 11 a 0 1
ro nell’esecuzione degli ordibi ricevuti.Si distingue per elevati senti= ‘ menti motali e per l’entusiasmo e la passione con cui presta servizio. Ha dato prove di profOndo attaccamento al dovereed elevato spirit° di sett’: sacrificio e di sager anteporre con encomiabile spontaneity le esigenze e gli interessi del servizio a personali e famigliari. Si affeziona ai Suoi Superiori prodigandosi nell’interpretatiiitla con asso=
luta fedelth loro pensiero. Di oRrtftere aperto,onesto. Ineocepibile nel su_ comportamento in
servizio e fuo
zio; riguar(!oso verso i Superior* ottirif ta
con colleghi, giusto,umano, fraternO con gli inferiri sui quail eserci s to profondo ascendente ottedendone nel contempo.anuirazione. P Eccezzionalmente a posto dal punto di vista professionale, possiedd, so= pratutto nel cameo tecnico una sk.iacata preparazione e cognizioni ai:profon* 0 b che suscita negli allievi.g 0
dite che gli consentono di raggiungere risultati veramente moripmmktmittIx
brillanti nel cameo addestrativo n61 quale si distingue per la rapids e rationale applicazione del metodo e l’interesse
In particolare, nell’aadestramento degli specializ ati per it tiro e per
le trasmissioni ha saputo realizzate, non ostante l’esiguith del persona=
le, una felice suddivisione per n-u,#ei che, dal punto di vista funziona= le, ha risposto ally perfezione duraute te le esercitaziomi estive.
Quale Comandante del R.C.G. tamento ha preso saldamente
it
Ten
all
0 0 it campo primaverile sia durant
Tai_)rta dopo un rapido e pronto orien=
o
it reparto svol endo proficua optima!’ di comando e rivelando non comuni do. i di organizzatore ed aniclatore. Prededente mansio= it
In tale periodo, egli ha continua to svolgere
anche la
ne di U.T.G. prodigandosi nel se:cvizio can sin olare fervors ed entusia= ato non solo all’addestr
mo. In tutto tale perido Ten Laports ha cr uto non solo all’addestra

_

*
da un ritrovamento di
Alberto D’Amico

#anonimo #ocr #post2025

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il cinema sovversivo surrealista, lettrista, situazionista, anarchista. l’essenziale in 40 schede


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[e consigliata anche un’occhiata al blog xxmila leghe : xxmilaleghe.noblogs.org/]

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server inserverante e soluzione insorprendente (fix PHP su nginx lento che va in timeout senza motivo)


A quanto pare, gli spiriti stanno preparando per me (cioè, contro di me) nuove sgradite sorprese sul campo digitale, e adesso hanno iniziato ad interferire lievemente col mio meraviglioso e amatissimo server, senza il quale le mie giornate sarebbero inevitabilmente più difficili, creando problemi inspiegabili davvero originali… O almeno, ieri sera mi si è dal nulla presentato esattamente 1 problema strano, e per fortuna credo di averlo risolto… ma, spero davvero che dietro l’angolo di questa piccola cosa non ci sia in realtà la nascita di una nuova saga di bestemmie, perché francamente non ne ho proprio voglia; le cose devono fottutamente funzionare, per me ma anche per i miei ammiratori (altrimenti detti “utenti” da sysadmin meno magici)! 😤

Ciò che è accaduto è che ieri pomeriggio, via via, un po’ alla volta, ho iniziato a vedere alcune delle mie cose hostate che risultavano di continuo andare giù e tornare su, dal mio monitor di uptime… precisamente, tutte cose PHP ospitate sul mio coso principale; invece, tutte le altre app non-PHP, o anche quelle PHP dentro container Docker dedicati, non davano alcun segno di rogna. Più tardi, poi, la cosa è (ovviamente, figuriamoci) a dir poco peggiorata, perché le maledette cose in questione o ci mettevano intere decine di secondi a rispondere, o andando down poi non tornavano su; o, almeno, rimanevano giù per un bel po’, al punto che personalmente me ne sono accorta nel provare ad usarle (e, in tal caso, precisamente, provando a caricarle si otteneva un errore 504 Gateway Time-out di nginx). 😩

Il perché di tutto ciò era ormai un fottuto mistero. Il fatto che facesse avanti e indietro tra la morte assoluta e la vita incerta mi faceva pensare ad un’indisponibilità di risorse sul sistema, ma non c’era nulla di prettamente saturo; e comunque, per l’appunto, qualsiasi altra cosa girava normalmente. L’unica cosa che cambiata dal prima al dopo di questo problema è che avevo aggiornato dei pacchetti rimasti vecchi sul sistema base (non nel container LXC dove mi girano nginx e PHP, eh), avevo liberato un po’ di spazio su disco, avevo riavviato il sistema… e si era riaccesa la mia VM Windows, che a volte si spegne; non so precisamente se perché QEMU si incula quando il disco è troppo pieno, o se perché c’è un memory leak da qualche parte in ciò che hosto, e magari la quantità di RAM libera che ho a server appena riacceso non è mai quella che ho dopo qualche giorno. 🤨

La cosa è a questo punto strana oltre ogni comprensione anche aliena, perché ho notato che, spegnendo la VM, i problemi del PHP sparivano… e, riaccendendola, in un attimo ricomparivano… mentre non cambiava niente semplicemente riavviando ancora il server o il servizio di php-fpm. Quindi, di base, la mia intuizione di una mancanza di risorse, forse, non era sbagliata, ma ancora non ho capito perché cazzo tutte le altre cose giravano perfettamente… e, se è per questo, perché questo problema è apparso solo adesso e non, che so, l’altro giorno, in cui pure la VM era accesa. Ad ogni modo, magrissima consolazione, perché io pretendo, e sul server devo avere TUTTO, pur sapendo di avere un margine di manovra bassino… nel senso, dovrei sicuramente comprare RAM extra per questo affare, perché 8 GB sono davvero pochi e mi costringono a tenerne altrettanti di swap, e forse dovrei anche comprare un SSD più grande, ma le cose costano e io sono tirchia… 😵

Comunque, era sotto sotto chiaro che il problema in questione era solo un capriccio di PHP, perché altrimenti il tutto non si spiega… Quindi, con la giusta dose di disperazione, ho iniziato a cercare… e, incredibilmente, ho trovato una soluzione, anche se chi l’ha chiesta aveva un problema diverso dal mio: php fpm – PHP scripts suddenly load very slow on Apache – Server Fault. Non ho capito neanche io che cavolo vuol dire, ma nella pratica, dopo aver constatato di avere anche io almeno 1 riga di warning nei miei log come quella presa in esame (anche se, a me si tratta di una ogni tot, però, non di uno spam continuo), ho modificato la proprietà max_children nel file /etc/php/7.0/fpm/pool.d/www.conf, portandola dal misero default di 5 ad un numero più grosso di 25. 😶

Con questa magia, riavviato php-fpm, i problemi sono apparentemente spariti, e anche stamattina la VM è ancora accesa, ma ora il PHP si comporta a modino. Anche se, così, il mistero non fa altro che infittirsi ancora; e, decisamente, seppur il problema sia risolto, il dubbio non è svelato, e temo non lo sarà mai. Su StackExchange c’è chi dice che il default di 5 è bassissimo, e va alzato per praticamente qualsiasi sito… ma, allo stesso tempo, qualcuno dice invece che i problemi apparsi sono un sintomo di qualcosa che usa troppe risorse, e che col tempo peggiorerà ancora di più (per esempio, una query database lenta)… BAH! Ma ehi… da sysadmin, considerato anche che non mi pagano abbastanza e che lavoro solo io qui, mi concentrerò sul risolvere solo le rogne, mentre i misteri oscuri li lascerò a chi ha più esperienza con l’occulto non-informatico… basta che ora Proxatore e compagnia funzionano!!! 😘
he's working so hard to destroybrainrot 😝🥰
#nginx #php #phpFpm #server #sysadmin

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Orti della Susanna a Cibali, un cuore verde per Catania


Catania ha un cuore verde che la maggior parte dei catanesi non conosce nemmeno. Si trova a Cibali e, sebbene sia circondato da palazzi, strade, negozi, si è conservato integro e incontaminato, raggiungendo un equilibrio sistemico unitario che è molto importante mantenere tale.

Parliamo degli Orti della Susanna, un’area di grande valore naturalistico, ricchissima di biodiversità e con […]

Leggi il resto: argocatania.it/2025/11/16/orti…

#CentroDirezionaleCibali #ComuneDiCatania #DipartimentoAmbienteRegioneSicilia #OrtiDellaSusanna #RegioneSiciliana #Sciara #SoprintendenzaCatania #verdePubblico #verdeUrbano

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oggi, 16 novembre: ryoji ikeda a roma


romaeuropa.net/festival-2025/m… (music for strings)

romaeuropa.net/festival-2025/u… (ultratronics)

#Auditorium #experimentalMusic #glitch #music #MusicForStrings #musicA_ #RyojiIkeda #Ultratronics

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oggi, 16 novembre, a palermo: asemismo

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Al CENTRO CELESTE, 16 novembre:
ASEMISMO a cura di Nicolò D’Alessandro ed Enzo Patti. Ingresso libero. Solo su prenotazione al numero 3286661168 fino a esaurimento posti.

#art #arte #arteAsemica #asemic #asemicArt #asemicWriting #asemismo #CentroCeleste #GaetanoRappo #mostra #mostraAPalermo #NicolòDAlessandro #scritturaAsemica

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🔴 In diretta ora! Proseguono le partite online! – Super Mario Party Jamboree ITA #15 📺 Guarda ora su you

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Proseguono le partite online! – Super Mario Party Jamboree ITA #15

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Proseguono le partite online! – Super Mario Party Jamboree ITA #15


Salve a tutti ragazzi! Eccoci di nuovo in live su Super Mario Party Jamboree!Vediamo se siamo ancora bravi a giocarci!✅ Buona Visione 🎵 Tutte le musiche riprodotte nella schermata del countdown e fine della diretta sono disponibili su https://music.creepe

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Salve a tutti ragazzi! Eccoci di nuovo in live su Super Mario Party Jamboree!
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Droghe, che fare? Abbiamo un piano. Intervista a Pino di Pino, Presidente di ITARdD


Note dalla Contro-Conferenza nazionale sulle droghe autoconvocata

Il 7 e l’8 novembre 2025 si è tenuta a Roma la VII Conferenza Nazionale sulle Dipendenze, organizzata dal Governo. Un evento ufficiale previsto dalla normativa finalizzato ad aggiornare ogni tre anni la situazione del fenomeno delle dipendenze, la risposta del sistema dei servizi e le indicazioni generali d’azione.

Negli stessi giorni della Conferenza ufficiale si è svolta sempre a Roma la Contro-Conferenza nazionale sulle droghe autoconvocata organizzata da numerose associazioni, reti, Enti Locali, realtà in prima linea che non sono state volutamente invitate alla Conferenza ufficiale.

Per capire le motivazioni della Contro-Conferenza, approfondire i danni che le politiche governative stanno causando abbiamo intervistato Pino di Pino, Presidente di ITARdD rete di operatori, operatrici, persone che usano droghe, associazioni e enti locali che promuove, sostiene e difende la riduzione del danno in Italia.

L’intervista offre un panorama dei temi trattati nella Contro Conferenza, le cui proposte finale sono contenute in un Piano sulle droghe e si conclude suggerendo alcuni terreni d’iniziativa su cui sarebbe importante aprire il confronto anche nel mondo giuridico per contribuire ad un cambiamento di rotta: l’abolizione delle sanzioni amministrative, la regolazione dei mercati e una maggiore accessibilità delle misure alternative alla detenzione.

INTERVISTA A PINO DI PINO

  • Puoi spiegarci le motivazioni della Conferenza alternativa?

Si è resa necessario organizzare la Contro Conferenza per diverse ragioni.

Questo Governo prima della Conferenza governativa sulle droghe aveva già presentato il suo bigliettino da visita con una serie di provvedimenti, come il Decreto anti-rave, il Decreto Caivano, l’inasprimento delle pene per i fatti di lieve entità legati al traffico di droghe, la proibizione del CBD. Tutte scelte che avevano già evidenziato chiaramente la sua linea politica sulle droghe. Inoltre, nonostante la disponibilità delle associazioni che poi hanno vita alla Contro Conferenza a partecipare ai tavoli preliminari, così come era stato nel 2021 con la Ministra Dadone, tutte queste realtà non sono state coinvolte nel percorso della Conferenza governativa. Stiamo parlando esperienze della società civile come Itardd o Itanpud rete delle persone che usano droghe. Nella preparazione della Conferenza sono state completamente escluse le voci di chi le droghe le usa. Voci che invece nella conferenza del 2021 erano state ampiamente rappresentate nei tavoli preliminari e durante la Conferenza.

Di fronte a questo atteggiamento di esclusione, ad una generale impostazione criminologica e patologica sulle droghe ed avendo il governo chiarito fin dal principio che l’approccio della riduzione del danno sarebbe stato escluso dalla Conferenza, ci è sembrato logico organizzare uno spazio che contrastasse questa visione delle politiche sulle droghe.

  • Nella presentazione della Contro Conferenza si è scelto di dire chiaramento “abbiamo un piano per le droghe” . L’idea è stata quella di dar vita ad un momento non solo di critica a quello che non fa il governo ma anche per proporre un punto di vista non solo teorico ma anche pratico d’azione differente. Cosa intendete quando parlare di un vostro Piano per le droghe?

Il nostro piano viene portato avanti ogni giorno dalle persone che lavorano nei servizi sia pubblici che del privato sociale che fanno la riduzione del danno. E’ il piano che agiamo quando si tratta di prendersi cura delle persone e si fonda sulla libertà di scelta, l’autodeterminazione, il rispetto della dignità umana e dei diritti umani.

Quando si parla di leggi e legislazioni è un piano che, anche riferendosi ad alcune esperienze internazionali che sono state anche invitate, affronta il tema della regolazione legale delle sostanze stupefacenti con un approccio laico e scientifico. Il grosso dei danni delle droghe è prodotto dal proibizionismo, dal fatto che le droghe siano illegali. Ovviamente figuriamoci se il governo Meloni poteva mettere queste cose all’ordine del giorno della Conferenza.

  • In generale su tanti aspetti da parte del Governo c’è un proliferare di decreti, leggi, leggine, norme che vanno ad appesantire una impostazione generale riassumibile come “tutti in carcere. Punto.” di qualsiasi cosa si stia parlando. Sul tema delle sostanze, quali sono le normative peggiorate dal governo? Sul tema delle sostanze, quali sono le normative peggiorate dal governo?

Non solo da parte di questo governo ma in generale da parte del sistema penale italiano l’accesso alle misure alternative dovrebbe essere completamente ripensato. Le persone detenute e che sono tossicodipendenti o che comunque usano droghe dovrebbero avere la possibilità di accedere prima possibile alle misure alternative, non solo dopo aver scontato un certo periodo di pena, domiciliari piuttosto che inserimenti in comunità terapeutiche.

D’altronde questo governo proibisce sostanze come la CBD che non hanno nemmeno alcun effetto psicotropo.

Se pensiamo che un terzo dei detenuti in Italia dichiara di fare uso di droghe ed è entrato in carcere perché usa droghe, mettere mano all’aspetto penale è un altro aspetto fondamentale se vogliamo effettivamente che le persone possano prendersi cura di sé. Sappiamo bene che il carcere non è di certo il posto in cui uno può prendersi cura di sé.

C’è una continua tensione panpenalista. Continuare ad aumentare le pene insieme alla pressione penale su comportamenti sociali è decisamente una strategia notoriamente della destra italiana e forse non solo.

Pensiamo all’esponenziale aumento di detenuti minori frutto del decreto Caivano. Fino a un anno o due fa avevamo le carceri che esplodevano ed ora cominciamo ad avere anche gli istituti di esecuzione penale minorile che esplodono. Un parallelismo preoccupante lo si può vedere nei fatti come quelli successi al Beccaria di Milano. Le stesse violenze che sono perpetrate nelle carceri per adulti cominciano a esplodere anche nelle carceri per minori. Al di là del fatto che se sei un aguzzino, sei un aguzzino bisogna anche riflettere che diventi un aguzzino forse anche più facilmente in un contesto di continua pressione e sollecitazione. Un altro grave aspetto è che cominciano a suicidarsi anche minori detenuti.

In generale sappiamo che le droghe sono usate sempre come un pretesto: difendere la società dalle droghe e da chi le vende è sempre stato il pretesto per aumentare la pressione penale, adesso addirittura nei confronti dei minori.

  • L’ impostazione che passa attraverso l’appesantimento delle pene e il carcere – pensiamo per esempio anche alle misure del codice stradale – è un fenomeno italiano che in qualche maniera riverbera una tendenza europea o viceversa è un fenomeno italiano che va contro una sorta di tendenza generale europea?

È una tendenza italiana che smentisce non solo una tendenza europea, ma una tendenza globale.

L’esempio più eclatante di ciò che sta succedendo a livello internazionale potrebbe essere rappresentato dagli Stati Uniti d’America. Prima che si affacciasse Trump, nell’arco di cinque anni hanno cambiato completamente la loro posizione passando dall’essere lo Stato capofila della “guerra alla droga”, che fu lanciata proprio da Nixon nel 1961 con la Convenzione di New York, a essere la federazione nella quale più Stati legalizzano e regolamentano le droghe. Non stiamo parlando solo di marijuana visto che ci sono Stati americani che hanno regolamentato gli psichedelici. L’amministrazione Biden aveva investito 4 miliardi di dollari nella riduzione del danno, ci sono stanze del consumo a New York e in altre città americane.

Ci sono paesi come la Nuova Zelanda che regolamenta gli stimolanti, paesi come la Colombia in cui è depositato un disegno di legge per regolare la produzione e la vendita della cocaina, in Uruguay continuando ciò che è stato fatto da Moïjca in materia di legalizzazione, la marijuana è monopolio dello Stato.

In Europa il Governo italiano è ancor più isolato.

La strategia sulle droghe dell’Unione Europea si basa sulla riduzione della domanda, quindi tutti quei servizi e strategie che servono a far sì che le persone non si droghino o smettano di drogarsi, ovvero prevenzione e cura oltre che riduzione dell’offerta.

Il Governo italiano come riduzione dell’offerta si limita a incentivare pattuglie in strada che pescano solo pesci piccoli, che molto spesso sono vittime della violenza delle grandi organizzazioni criminali. Nelle carceri ci sono questi detenuti e non i grandi trafficanti. Per cui la scelta del Governo italiano è una scelta che non ha senso. La cosidetta “guerra alla droga” l’abbiamo persa almeno vent’anni fa. Sul fatto che sia ora di smettere di combattere la “guerra sulla droga” ci sono diverse sollecitazioni e ne voglio ricordare solo due. La prima è quella dell’Alto Commissariato ONU per i diritti umani, ospite alla Contro Conferenza, che sottolinea come la guerra alla droga è comunque una violazione dei diritti umani perché per esempio impedisce a chi si droga molto spesso di accedere ai servizi che si occupano della salute, La seconda è la dichiarazione conclusiva della Conferenza dell’ONU di Vienna dell’anno scorso, sottoscritta anche dall’Italia, fortemente condizionata dal fatto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’Alto Commissariato ONU per i diritti umani stanno dicendo la loro sulle strategia e le politiche sulle droghe, che parla di accesso alla salute e al benessere, di riduzione del danno e di decriminalizzazione dei consumi di droghe.

  • Finché le droghe restano illegali si producono guadagni che fanno di questo lucroso traffico uno dei pilastri del Pil Mondiale. Perciò il concetto di “guerra alla droga” dovrebbe essere un’autoguerra di chi governa e di chi ha la ricchezza praticamente contro se stesso.

Sì tanto più che l’alta finanza, che poi condiziona pesantemente le politiche statali e globali, è a dir poco infiltrata dalle gigantesche organizzazioni di narcotraffico.

  • In conclusione volevamo chiederti se dalla Contro-Conferenza sono emersi temi che potrebbero essere occasione di impegno da parte del mondo giuridico?

La prima cosa che può interessare i giuristi è l’appello a un fronte sempre più ampio che, come dire, promuova referendum o iniziative di legge popolare per abolire le sanzioni amministrative. Che una persona perda la patente se viene sorpreso in possesso di droghe anche se non è alla guida, è un’ingiustizia incredibile. Su questa specifica questione la rete che ha promosso la Contro Conferenza ha intenzione di costruire delle iniziative nel prossimo futuro.

La seconda cosa è la regolazione dei mercati, cioè pensare a delle soluzioni e delle iniziative che legalizzino le droghe, quantomeno a cominciare dalla marijuana ma senza fermarsi solo a questa sostanza.

La terza cosa che può interessare i giuristi è l’appello condiviso da tutta la Contro Conferenza a pensare come rendere più accessibili e più facili le misure alternative perché le carceri non si riempiano di persone che ci arrivano per delle difficoltà sociali dettate dallo stigma e dalla criminalizzazione. E’ un meccanismo perverso: finisci in carcere per un comportamento individuale che non nuoce a nessuno e lì impari a fare il delinquente vero. Sei costretto, come dire, a finire in un vortice, a rimanere inchiodato nella tua posizione che non è di consumatore di droghe ma di soggetto marginale, vittima di violenza giuridica istituzionale.


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20 novembre, alatri: “videoarte e arte”, di s. bordini e v. catricalà

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Giovedì 20 novembre – ore 18:00 – presso la Biblioteca totiana di Alatri, presentazione del volume Videoarte e arte di Silvia Bordini e Valentino Catricalà. Presente l’autrice, in dialogo con Augusto Dolce e Antonio Trimani.

Maggiori informazioni: https://www.visionimolteplici.it/2025/11/04/videoarte-arte-bordini/

Via Emanuele Lisi, 2 Alatri (FR) – info@bibliotecatotiana.it

#AntonioTrimani #art #arte #AugustoDolce #BibliotecaTotiana #SilviaBordini #ValentinoCatricalà #videoarte #VideoarteEArte

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roma, 21 novembre: mostra di opere asemiche di annalisa retico


Annalisa Retico espone i suoi lavori asemici a Roma, presso la libreria El Topo di Via delle Acacie 15 C, da venerdì prossimo, 21 novembre, fino al 18 gennaio 2026.
Vernissage venerdì 21 novembre, dalle ore 19.

#AnnalisaRetico #art #arte #asemic #asemicWriting #asemismo #ElTopo #inaugurazione #mostra #scritturaAsemica #vernissage

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quixote / bruce baillie. 1965

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Co-founder of Canyon Cinema and the San Francisco Cinematheque and one of the godparents of experimental film, Bruce Baillie (1931-2020) has forged a singular path in his visionary explorations of the world, his exquisite treatment of light and fragmented storytelling influencing successive generations of like-minded filmmakers. Shot on a cross-country journey during 1964 and 1965, is the Baillie film most in need of rediscovery. Joining the ranks of Bob Dylan, Robert Frank and Jack Kerouac in chronicling a tumultuous period in American history from the road, Baillie sets out “to show how in the conquest of our environment in the New World, Americans have isolated themselves from nature and from one another”.

#Baillie #BobDylan #BruceBaillie #CanyonCinema #cinema #experimentalFilm #film #fragmentedStorytelling #JackKerouac #onTheRoadInChroniclingATumultuousPeriodInAmericanHistoryFromTheRoad #RobertFrank #SanFranciscoCinematheque #USA #video

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il novembre di déclic


*

il podcast del 3 novembre: slowforward.net/2025/11/03/oca…

#AngeloCalvisi #AntonioFrancescoPerozzi #déclic #editoriaIndipendente #FrancescaPerinelli #prosa #prosaBreve #prose


“oca tre toc to”, di francesca perinelli (déclic, 2025) @ finestra di antonio syxty (podcast)


open.spotify.com/embed/episode…

open.spotify.com/episode/4tmyT…

il libro: declicedizioni.it/prodotto/oca…

L’incontro vede in conversazione Antonio Syxty con Francesca Perinelli e Antonio Francesco Perozzi.

“prima d’allora, venivamo al mondo con platone, plutarco e plotino, che sceglievano noi per vivere la loro vita.”

Quattro linee mimetico-digressive, figlie di un gioco linguistico elementare e portatrici di altrettanti blocchi di disomogeneità stilistica, si incrociano ignorandosi. I loro titoli non suggeriscono un’interpretazione complessiva: l’attribuzione dei referenti è per chi si ostina a cercare una via d’uscita tra false metafore, accostamenti incongrui e coordinate ingannevoli. Meglio sarebbe accettare l’insignificanza dell’accumulo, l’indistinzione cui approda l’autocelebrazione, la ripetizione pornografica degli schemi, adattabili a ogni frangente della vita. la risata come seria ipotesi di salvezza.

Carlo Sperduti: redazione e impaginazione

Progetto grafico e immagine di copertina: Resli Tale

#AntonioFrancescoPerozzi #AntonioPerozzi #AntonioSyxty #CarloSperduti #déclic #déclicEdizioni #FrancescaPerinelli #LaFinestraDiAntonioSyxty #MTM #MTMManifattureTeatraliMilanesi #ocaTreTocTo #ResliTale #scritturaDiRicerca #scrittureDiRicerca #transgenericità


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“i lustrascarpe”: anche in pdf il saggio di giuseppe garrera e sebastiano triulzi su amelia rosselli


torrossa.com/it/resources/an/5…

Giuseppe Garrera, Sebastiano Triulzi

Amelia Rosselli : i lustrascarpe


2022 – Aras Edizioni

54 p.

Un pamphlet letterario su Amelia Rosselli e sulle “ragioni” profonde della sua pazzia come proiezione onirica e lucidissima dell’Italia del suo tempo. Giuseppe Garrera e Sebastiano Triulzi rileggono la sua accecante parabola di vita e poesia alla luce della contiguità tra regime fascista e Repubblica, dell’Italia come realtà postfascista, secondo la grande intuizione di Pier Paolo Pasolini. Dunque, non donna prigioniera di un’infanzia traumatizzata ma donna e poeta consapevole della persistenza del male e del potere della Storia. Il caso Amelia Rosselli è episodio emblematico di poesia belligerante e di resistenza, in cui la sua storia personale coincide con la storia politica dell’Italia.

torrossa.com/it/resources/an/5…

#AmeliaRosselli #Aras #ArasEdizioni #fascismo #GiuseppeGarrera #iLustrascarpe #lItaliaComeRealtàPostfascista #pdf #poesia #postfascismo #SebastianoTriulzi #Torrossa #trauma

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rinascita della merdaposta octosa in momento di morte (potrebbe appena nascere l’era dello shitposting veramente mio su Sharkey)


Ieri sera mi sono in qualche modo parzialmente svegliata (…astenersi da dubbi sulla congruenza temporale di tutta la cosa, ma credo che ormai chiunque dovrebbe avere abitudine con l’incredibilità del mio essere) dal mio assopimento indescrivibile, e ho per qualche motivo pensato, testuali parole: Se ora ipoteticamente rifinisco col riscocciarmi della mia vita attuale, allora ritornerò a rishitpostare… e, in effetti, da lì fino ai momenti più vicini dell’attuale momento del giorno odierno (anche detto “le ultime 16 ore o giù di lì”), sta accadendo proprio questo. 🤯

È un fatto curioso, che esce fuori nel bel mezzo di quello che non posso definire se non come un momento di crisi: ho il terribile bisogno di sfruttare le mie giornate per scrivere robaccia più o meno pazza — si, per distrarmi dagli orrori, ma anche più semplicemente per godere di cose non altrimenti esistenti — ma le idee sono sempre più o meno inesistenti… o, almeno, questo è il punto di vista che mi parrebbe più che lecito tenere, le idee sono attualmente indisponibili per creare cose goduriosamente lunghe ed adeguatamente strutturate… ma i semi dovrebbero esserci… 😼

E quindi beh, magari non ho la forza che vorrei, così come la visione chiara che mi servirebbe, per piantare questi semi per bene… ma, se l’alternativa è perderli — cioè dimenticarmi le idee microscopiche, lasciare che tutto sfumi sempre in un nulla assoluto, pentendomi continuamente di aver lasciato tempo al sole di tramontare e poi risorgere senza che io abbia avuto modo di causare un adeguato dissesto nel tessuto che compone l’essenza iperuranica dell’universo stesso ogni giornoperché invece non sparare questi sputi a destra e a manca, sopra e sotto, lasciando e accettando pure che mi finiscano negli occhi se non faccio abbastanza attenzione, sperando che piantine di fantasia spuntino fuori, per quanto magari sfigate e deformi? 😈

Dunque, almeno idealmente, è tornata appunto l’ora di shitpostare… ma in un modo diverso dal passato. Non solo il diretto motivo di fondo è questo gran pippone qui, ma ormai ho accettato — anche se, non lo nascondo, sempre con una grossa fatica ogni giorno — di essere io un essere troppo etereo, troppo più sopra alla realtà degli esseri umani terrestri per poter mai essere da questi totalmente compresa e riconosciuta nella mia personalità magicheggiante, almeno finché sarò in vita… E quindi, se in passato lo shitposting è sempre stato nella mia testa un metodo, per ricercare attenzioni e bacini (simbolici, ovviamente… oppure no???) che mai sono arrivati, ora deve essere piuttosto il mio fine… il mio fine per non fare io una brutta fine, diciamo. 🔥

Per fortuna, si dà il caso che il mio server Sharkey — cioè, microblogging theaded godurioso selfhostato — io lo abbia già, da quando lo installai mesi fa per quel segreto esperimento malato che alla fine, per via di limitazioni tecniche, non andò mai in porto (…per ora), quindi fanculo alle esitazioni: ho subito iniziato a cucinare (…e, forse, non a cucinarmi). Sfruttando a mio vantaggio i thread infiniti, ho già scritto senza remore varie cose svitate, lasciando che gli aggiornamenti fluissero ed andassero ad aggiungersi naturalmente ad ogni cosa precedente… ma, di cucinamento pur sempre si tratta, perché le parole che lì in mezzo finiscono non sono mai a caso, ma sempre accuratamente pesate (e, con il giusto occhio di riguardo per l’ortografia, di cui gli shitposter amatoriali, ben distanti dalla mia perfezione, mancano). 😘

shark.octt.eu.org/embed/user-t…

Non posso sapere con assoluta certezza se questa roba durerà più di qualche giorno, magari finendo per diventare una mia totalizzante abitudine di vita, come quella che ormai da incontabili mesi è per me scrivere almeno un post lungo di questi ogni giorno… oppure se invece, come tutte le altre volte in cui ho preso in mano la Misschiave o il Mastodonte o persino il Whazzappo (oltre ad altre cose che non nomino… principalmente perché non ho come deformarne i nomi in modo spassoso), mi dimenticherò involontariamente del tutto in un battibaleno, magari finendo per fare pure finta che non sia mai successo niente… Però, penso sinceramente (o spero, boh) che, accettando dentro di me il fatto di non poter mai ricevere vero grande interesse, come invece ho sempre sperato ognuna di quelle altre volte, quindi finendo per scrivere davvero solo per me, io possa divertirmi e basta. 🙏

Come si suol dire… nella vita, o caghi o sei cagato… ed io, con tutta questa merda in testa, rientro decisamente nella prima categoria, di conseguenza non posso appartenere alla seconda; ma, l’importante, in fondo, è che la cacca sia fragrante per me che la produco, non per forza anche per chi scrolla il bagno dopo di me. Detto questo, anche se so che nessuno avrà interesse ad ingoiarsi questi miei stronzi dal Fediverso, stamattina ho comunque sistemato il mio profilo Sharkey con tutti i dettagli che mi mancavano (…si potrebbe dire che ho aggiunto le mattonelle al bagno), e ho in realtà anche settato il bridge RSS su un vecchio canale Telegram — che prima divenne inattivo e io riciclai a pattumiera, mentre con oggi riciclo a gabinetto — per chi mai volesse scoprire cosa scrivo quando non scrivo (mentre non voglio spammare il canale principale): @OctoMediaJournal (e… non fate caso alla vecchia bio, che ancora non ho cambiato). Nel caso, buona evacuazione a tutti… 💣


Se ora ipoteticamente rifinisco col riscocciarmi della mia vita attuale, allora ritornerò a rishitpostare, per favore inviate merda da lanciare sul muro per vedere se qualcosa resta appiccicato 🤩

Questa voce è stata modificata (3 giorni fa)

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Centoventisette associazioni chiedono all’Unione Europea di cambiare rotta in merito alle proposte Digital Omnibus:

Ciò che viene presentato come “razionalizzazione tecnica” delle legislazione digitale dell’UE è, in realtà, un tentativo di smantellare in segreto le tutele più forti contro le minacce digitali. Si tratta di tutele che garantiscono la sicurezza dei dati di tutti e la […]

aisa.sp.unipi.it/appello-contr…


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Indice dei contenuti

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Spazi di parole

versi inediti ed editi

Alessandra Maltoni

Silloge

AltroMondo Editore

28 febbraio 2024

12.85 x 0.53 x 19.84 cm

82 pp.

amazon.it/Spazi-Parole-Versi-i…

“Spazi di parole” di Alessandra Maltoni: poesia, memoria e riflessione nel tempo del cambiamento



Un viaggio poetico tra pandemia, introspezione e memoria condivisa


La silloge poetica Spazi di parole di Alessandra Maltoni nasce nel periodo sospeso della pandemia da Covid-19, un tempo in cui la quotidianità è stata rivoluzionata e il mondo ha dovuto fare i conti con fragilità, solitudine e nuove consapevolezze.

In questo contesto, le poesie diventano frammenti di un diario emotivo che attraversa paura, smarrimento, rinascita e desiderio di osservare la realtà con occhi diversi. Inoltre, ogni componimento offre uno spaccato autentico dell’esperienza collettiva, rendendo la silloge una testimonianza poetica del cambiamento.

Di conseguenza, Spazi di parole non si limita a descrivere un periodo storico, ma propone un percorso di introspezione capace di parlare direttamente a chi legge, invitandolo a riconoscersi nelle emozioni espresse dall’autrice.


Dante come musa poetica: un ponte tra passato e contemporaneità


Uno degli aspetti più originali della silloge è il ruolo centrale di Dante Alighieri, che diventa una vera e propria musa poetica. Tuttavia, il riferimento a Dante non resta confinato alla citazione culturale: nelle poesie, il Sommo Poeta assume una funzione simbolica, dialogando idealmente con la contemporaneità.

Attraverso questa scelta, Alessandra Maltoni costruisce un ponte tra la Divina Commedia e il nostro presente, intrecciando temi come:

  • la solitudine del lockdown,
  • la ricerca di senso nel caos,
  • il rapporto fragile tra uomo e natura,
  • la necessità di rinascere e vedere il mondo con uno sguardo rinnovato.

Inoltre, la copertina dell’artista Roberto Pagnani, ispirata al Paradiso e alla figura di Beatrice, rafforza ulteriormente il legame visivo e simbolico tra la tradizione dantesca e l’epoca attuale.


Poesie che raccontano ambiente, amore e vita reale


Pur nascendo nel contesto del Covid, Spazi di parole amplia lo sguardo e affronta tematiche universali, motivo per cui rappresenta una silloge poetica estremamente attuale. Maltoni esplora, ad esempio:

  • l’inquinamento e l’impatto dell’industria sull’ambiente,
  • l’amore nella sua dimensione più autentica,
  • la vulnerabilità dell’essere umano nelle sfide moderne,
  • la forza emozionale delle piccole cose quotidiane.

Grazie a un linguaggio limpido e a metafore evocative, la poetessa crea un duplice livello di lettura: uno immediato, accessibile anche a chi si avvicina per la prima volta alla poesia contemporanea, e uno più profondo, che invita a riflettere sul nostro tempo.


Uno stile semplice e coinvolgente, pensato per arrivare al cuore


La forza di Spazi di parole risiede nello stile diretto e nella chiarezza con cui Maltoni trasforma esperienze complesse in immagini poetiche immediatamente comprensibili. Inoltre, l’uso dei versi liberi rende la lettura fluida e inclusiva, permettendo a pubblico ampio di entrare senza difficoltà nel mondo dell’autrice.

Questo approccio, semplice ma mai banale, consente alla silloge di parlare a lettori con gusti diversi: dagli esperti di poesia contemporanea ai neofiti che cercano testi capaci di emozionare e far riflettere allo stesso tempo.


La poesia come spazio di rinascita e consapevolezza


Nel suo insieme, Spazi di parole è più di una raccolta poetica. È un invito a rallentare, ascoltare e riconoscere le proprie emozioni, spesso messe da parte nella frenesia quotidiana. Attraverso l’eco dantesca, la sensibilità delle immagini e la sincerità dei temi trattati, il libro si trasforma in uno spazio di cura e rinascita interiore.

Inoltre, la silloge mostra come la poesia possa diventare un linguaggio terapeutico, capace di ricostruire legami con se stessi e con gli altri.


Perché leggere “Spazi di parole”


Questa silloge poetica rappresenta una lettura preziosa per chi ama comprendere il nostro presente non solo attraverso cronache e analisi, ma anche tramite la sensibilità artistica. In particolare, il libro:

  • offre una testimonianza poetica autentica del tempo del Covid,
  • dialoga con la tradizione dantesca in modo innovativo,
  • affronta temi universali con uno stile chiaro e coinvolgente,
  • stimola una riflessione personale sul cambiamento,
  • risulta accessibile anche ai lettori meno abituati alla poesia.

Spazi di parole non racconta soltanto, ma accompagna e trasforma.


Biografia di Alessandra Maltoni


Alessandra Maltoni, poetessa e scrittrice italiana contemporanea, nasce a Ravenna, città simbolo dell’arte bizantina e custode delle spoglie di Dante Alighieri. Questa vicinanza culturale influenza profondamente la sua formazione: sin da giovane, infatti, Maltoni sviluppa una forte passione per la Divina Commedia e per la struttura analitica e simbolica dei versi danteschi.

Nel 1998 ottiene una borsa di studio in architettura dall’ABACUS e prosegue gli studi presso l’Università di Bath, approfondendo le tecnologie High Tech. Tuttavia, parallelamente alla sua carriera tecnica, coltiva la vocazione letteraria. Dal 2000 pubblica poesie, racconti e saggi, affermandosi nel panorama culturale italiano.

Nel corso degli anni ottiene numerosi riconoscimenti, tra cui il Gran Premio Mogol 2022, il Premio Navarro 2021, il Premio Internazionale Nuove Lettere, il Premio Il Delfino e un riconoscimento dalla Sorbona di Parigi per il saggio La chiesa della cipolla a due passi da Dante. Le sue opere vengono tradotte in inglese e spagnolo e studiate in diverse realtà accademiche europee.

Il suo stile poetico è definito “vigoroso, graffiante, emotivamente incisivo”, e la poetessa stessa considera la scrittura come una forma di Health Therapy, un mezzo per connettere emozioni, territorio e consapevolezza personale.

Tra le sue pubblicazioni più note troviamo:
Tracce di riflessione nell’ombra poetica (2001),
Patchwork poetico (2006),
Domande tra porto e mare (2009),
La poesia cambierà il mondo (2019),
Spazi di parole (2024)
e Sogni a colori. Viaggio attraverso il Venezuela (2025).

Inoltre, Maltoni ha fondato un centro servizi culturali e da anni promuove concorsi, eventi e progetti dedicati alla poesia e ai giovani autori. La sua presenza nel panorama letterario nazionale è costante e riconosciuta, tanto da essere inserita nel dizionario poetico di WikiPoesia.

Oggi è considerata una delle voci più originali e sensibili della poesia italiana contemporanea.


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Cometa Lemmon con tracce satellitari e scie luminose di aerei

edu.inaf.it/astrofoto/cometa-l…

Un nuovo scatto della cometa Lemmon, che ci sta per salutare, sempre sopra i cieli della Sicilia.

#cometa #cometaLemmon

@astronomia @astronomia

Emanuele Nifosi Cometa Lemmon Evidenza
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oggi, 14 novembre, a roma: presentazione di “come l’amore di un timpano per una pupilla”, di rossella or


oggi, venerdì 14 novembre, ore 18
Libreria TOMO
via degli Etruschi, 4 – Roma

presentazione del libro

Rossella Or, Come l'amore di un timpano per una pupilla (ed. Argo, 2025)
cliccare per ingrandire

COME L’AMORE DI UN TIMPANO E UNA PUPILLA


di Rossella Or

(Argolibri, collana Talee, 2025)

In dialogo con l’autrice:
Giorgiomaria Cornelio
Lidia Riviello
Fabio Orecchini
Claudio Orlandi

Letture di Rossella Or

Evento FB
info sul volume

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