Steve Earle & The Dukes - Terraplane (2015)
Casomai qualcuno se lo chiedesse (ma il dato possiede anche un suo senso “narrativo”), la Terraplane, fino al 1934 EssexTerraplane, era un modello di automobile prodotto da una casa di Detroit, la Hudson Motor Company, e molto diffuso negli Stati Uniti ai tempi della Grande Depressione... Leggi e ascolta...
Need help with nVidia GPU
Hi, I'm trying to install Linux (OpenSUSE, to be precise) on my other PC and struggling with getting the GPU working properly.
The system has an RTX 3060ti and an i5 6600k. Two displays are connected, one to the dGPU and the other to the iGPU.
First issue was the installer not displaying any graphics, but launching with nomodeset allowed me to work around the issue.
When I booted into the installed system (and after disabling nomodeset), I could only get video out of the iGPU, so I figured it did not install any drivers and searched for official documentation. I found this article and followed the instructions, installing the G06 driver, but it could not load.
I thought that the guide was outdated, so I looked for other drivers, and found the new Open drivers. Following this guide I got them to install and load, but still no graphics, but this time I could restart the display manager and get it to work. I unplugged the display from the iGPU and that seems to have fixed it.
Unfortunately when trying to run a game (I could only try ProjectDiva Megamix+ and another game which I know is unreliable) I couldn't get dxvk to work, it would always give me a "directx 11 not found" error. The other game I mentioned runs on dx9 and had similar issues, failing to create a graphics context from what I can tell from the logs.
The first game runs if I force WineD3D. On my primary PC running OpenSUSE with an RX 9070xt and on my Steam Deck the game works perfectly.
I will try reinstalling everything, in case I screwed up something installing the drivers. What should I do if that doesn't solve it?
Thanks
Edit: forgot to mention, I'm trying to use OpenSUSE Tumbleweed and after installing the nvidia drivers I installed libvulkan (both the 64 and 32 bit versions)
Edit 2: thanks everyone for the help. I ended up reinstalling with the iGPU disabled and it now seems to work well.
Installation of NVIDIA drivers on openSUSE and SLE
This blogpost covers only installation of G06 drivers, i.e. drivers for GPUs >= Maxwell, i.e.Stefan’s openSUSE Blog
Second, I suppose you installed the proprietary drivers, but your GPU is a 30xx so you should really get the open drivers instead. There's a paragraph on that in the page you linked, try that and see if it works.
RRF Kaos. LA sicurezza informatica in Italia
RRF Kaos. La sicurezza informatica in Italia
The Waterboys - Modern Blues (2015)
The Waterboys pubblicheranno il loro nuovo album intitolato Modern Blues su etichetta Harlequin And Clown, via Kobalt Label Services, il prossimo 20 Gennaio 2015. Registrato a Nashville, il disco è stato prodotto dal leader della band Mike Scott e mixato da Bob Clearmountain... Leggi e ascolta...
Xiaomi SU7 Ultra v Tesla Model S Plaid: DRAG RACE
- YouTube
Profitez des vidéos et de la musique que vous aimez, mettez en ligne des contenus originaux, et partagez-les avec vos amis, vos proches et le monde entier.youtube.com
pewpew doesn't like this.
Feddit Un'istanza italiana Lemmy reshared this.
Explore Street View and add your own 360 images to Google Maps.
Explore Street View and add your own 360 images to Google Maps.
Learn how to navigate and use Street View. Explore the world without leaving your couch and create and add your own images into Google Maps.Google Maps Street View
RRF Cultura. Fénelon. Le avventure di Telemaco. C'è cortigiano e cortigiano
Citroën - Arriva la C3 elettrica a 6.900 euro (con gli incentivi)
Arriva la Citroën C3 elettrica a 6.900 euro (con gli incentivi) | Quattroruote.it
Entra in gamma la versione d’attacco Urban Range con batteria da 30 kWh, che nel ciclo urbano assicura un’autonomia di 304 chilometriClaudio Todeschini (Quattroruote)
Pier Paolo Pasolini: cinquant’anni oltre il sogno e il sangue
Indice dei contenuti
Toggle
- Il Tempo Circolare e la Scena Immutabile: “Il Sogno di una Cosa”
- L’Intellettuale scellerato: impegno politico e attualità sconvolgente
- La critica al “Nuovo Potere” e all’omologazione
- L’attacco alla borghesia e alla classe dirigente
- Il mistero e il silenzio: la morte sospetta e “Io So”
- L’attentato all’Italicus (1974)
- Il riferimento nell’articolo “Io so”
- Il significato della denuncia
- Il ruolo di Piazza Fontana nell’articolo “Io so”
- Il “vertice” del potere
- Connessione con altre stragi
- L’istante superbo: la poesia di un sogno
- Commemorazioni a Roma: Cinquanta Anni Dopo
Il 2 novembre 1975, sulla spiaggia dell’Idroscalo di Ostia, il corpo di Pier Paolo Pasolini trovò la sua fine terrena. Oggi, a cinquant’anni da quella notte brutale, il vuoto lasciato dalla sua assenza non è affatto una mancanza, ma una presenza che pulsa, profetica, nel cuore del nostro presente. La ricorrenza non è una semplice commemorazione, ma la dolorosa constatazione di quanto la sua voce, stroncata con violenza, risuoni oggi più urgentemente che mai in un’Italia e in un’Europa che sembrano aver disimparato, ancora una volta, la lezione della Storia.
Il Tempo Circolare e la Scena Immutabile: “Il Sogno di una Cosa”
Prendiamo a prestito il titolo del suo primo romanzo, completato nel 1949 e pubblicato nel 1962: “Il sogno di una cosa”. Non è solo il racconto della vita, degli amori e delle difficoltà dei giovani contadini istriani nella Trieste del dopoguerra, tra la speranza di una riforma agraria, l’attrazione per il comunismo e la dura realtà di un’esistenza in bilico. È, soprattutto, una metafora della condizione umana incagliata in un tempo che non passa, ma scorre ripetendosi.
Pasolini, attraverso gli occhi di questi giovani, disillusi eppure animati da una “fame di vita” quasi sacra, ci mette di fronte all’illusione del progresso lineare. Le scenografie mutano: i campi istriani si sono trasformati in periferie metropolitane, il linguaggio dei giovani è passato dal dialetto al neovolgare televisivo, i partiti si sono sciolti e ricomposti in sigle irriconoscibili. Mutano gli attori, sì, ma il dramma resta lo stesso. La Storia è un loop infinito dove la speranza è sempre tradita dalla forza inesorabile del potere e dell’omologazione.
Questo è il cuore della sua lungimiranza: la capacità di vedere che sotto la vernice del boom economico, della tolleranza apparente e del benessere consumistico si nascondeva un meccanismo di controllo molto più capillare e distruttivo di qualsiasi fascismo storico. Il potere, per Pasolini, non si manifestava più nella violenza aperta, ma nella capacità di “annullare” le differenze, di sedare le coscienze, di trasformare i singoli in masse indistinte di consumatori acritici.
La nostra epoca, in questo senso, è l’apoteosi del fenomeno che in psicologia è definito “Presentismo”: una condizione mentale e culturale che enfatizza in modo esagerato il momento attuale, ignorando o distorcendo il passato e rendendo difficile proiettare un futuro autentico. Viviamo nel “qui e ora” assoluto del feed digitale e della notizia lampo, soffrendo di una memoria storica cortissima che ci impedisce di imparare dagli errori già commessi. Ricaschiamo negli stessi polarismi, nelle stesse isterie collettive, nelle stesse fascinazioni per il “capo” o per la soluzione semplice, perché abbiamo dimenticato che il passato è pieno di moniti gridati. Pasolini, il poeta che aveva fatto della memoria e della tradizione (il mondo contadino, il sottoproletariato) il suo baluardo, è il più grande antidoto a questo male.
L’Intellettuale scellerato: impegno politico e attualità sconvolgente
L’impegno politico e sociale di Pier Paolo Pasolini fu un atto dirompente, un’abiura costante di ogni facile compromesso. Egli non fu mai un intellettuale organico, ma un “corsaro” che navigava contro la corrente. La sua militanza, pur avendo avuto radici nel Partito Comunista Italiano (dal quale fu allontanato per moralismo borghese, salvo poi restarne un compagno critico e dolente per tutta la vita), fu innanzitutto un’etica, un’estetica e una “scandalosa” coerenza.
I suoi ideali non erano formule astratte, ma l’amore viscerale per ciò che era autentico e non contaminato: la cultura popolare, il mondo dei “ragazzi di vita”, la purezza violenta del sacro. Era un marxista eretico, un cattolico ateo, un tradizionalista rivoluzionario. Il suo è l’impegno di chi sa che la lotta è persa in partenza, ma lotta lo stesso per dovere morale, per l’onore della verità.
Quanta della sua visione è oggi incredibilmente attuale?
La critica al “Nuovo Potere” e all’omologazione
Pasolini aveva capito che il vero genocidio non sarebbe stato compiuto con i carri armati, ma con la televisione e la merce. La sua denuncia della mutazione antropologica degli italiani, trasformati da popolo di civiltà pre-industriale (con i suoi valori e le sue sacralità) a massa di consumatori indifferenziati, è la fotografia esatta del nostro presente digitale e globalizzato. La sua furia contro l’omologazione linguistica e culturale è la medesima che oggi potremmo rivolgere all’appiattimento algoritmico e al linguaggio semplificato dei social media.
L’attacco alla borghesia e alla classe dirigente
I suoi articoli sui “Corriere della Sera”, raccolti poi in “Scritti Corsari” e “Lettere Luterane”, sono sferzate morali che, se pubblicate oggi, farebbero tremare le fondamenta del potere. Pasolini denunciava la corruzione morale e politica della classe dirigente democristiana, l’ipocrisia della magistratura e dei media. In un momento politico tanto delicato, caratterizzato da populismi polarizzanti, da una crisi etica della rappresentanza e da un uso massivo della MENZOGNA come strumento di governo, le sue parole sulla necessità di un risveglio etico rimangono il più potente invito alla resistenza intellettuale.
L’Ecologia e la Sacralità della Natura: Pasolini fu uno dei primi a denunciare il degrado ambientale come una diretta conseguenza del modello di sviluppo capitalistico, industriale e consumistico. Vedeva nella distruzione del paesaggio la distruzione della storia e dell’anima popolare. La sua ecologia era una ecologia del sacro.
Pasolini era un lungimirante perché possedeva uno sguardo che era insieme storico e mitico. Guardava al passato per capire il presente e intuire il futuro. Il suo era l’occhio del profeta che non predice, ma avverte con passione.
Il mistero e il silenzio: la morte sospetta e “Io So”
La morte di Pasolini resta una delle pagine più oscure e dolorose della storia italiana. Nonostante la condanna iniziale del “ragazzo di vita” Pino Pelosi, ritrattata anni dopo, l’esecuzione sommaria di Pasolini fu da subito percepita come qualcosa di più complesso di un delitto a sfondo sessuale finito male.
Pasolini era un uomo che sapeva troppo e che non aveva paura di dirlo. La sua vera “condanna a morte” fu scritta da lui stesso nell’articolo “Io So”, pubblicato su “Mondo Nuovo” il 14 novembre 1974 (e poi in “Scritti Corsari”). Nonostante l’uso del titolo “Io so ma non ho le prove”, il testo è un atto d’accusa devastante contro il potere, la cui corruzione non era più un fatto isolato, ma un sistema. Pasolini puntava il dito contro i mandanti nascosti delle stragi (come quelle di Piazza Fontana o l’Italicus), ipotizzando che dietro gli esecutori fascisti ci fossero gli apparati dello Stato, la borghesia industriale e finanziaria.
“Io so” è un testo di un coraggio inaudito. Egli dichiara di sapere chi sono i responsabili e i mandanti, ma si ferma all’ammissione di non avere le prove giudiziarie per incriminarli. Questa mossa non è una ritirata, ma un atto politico: Pasolini vuole che la sua accusa, basata su indizi e una comprensione profonda delle dinamiche del potere, diventi un imperativo morale e civile. La morte del poeta, l’uomo che sapeva, non ha zittito la sua denuncia; l’ha incisa a fuoco nella memoria collettiva, trasformandola in un simbolo eterno della lotta tra la Verità e l’Oscurità. L’ipotesi che la sua morte fosse un omicidio politico, collegato forse al furto delle bobine del film Salò o alle sue indagini private sulla corruzione e le stragi, non è mai stata completamente accantonata, e periodicamente nuove inchieste e riaperture del caso tentano di far luce sui “mandanti ignoti” che, cinquant’anni dopo, restano impuniti.
L’attentato all’Italicus (1974)
La strage del treno Italicus avvenne il 4 agosto 1974. Una bomba ad alto potenziale esplose nella quinta carrozza dell’espresso Roma-Brennero, mentre il convoglio transitava nella galleria di San Benedetto Val di Sambro, sull’Appennino tosco-emiliano.
Vittime e Conseguenze: L’attentato causò la morte di 12 persone e il ferimento di altre 48. Fu uno degli atti più gravi della cosiddetta “strategia della tensione” in Italia.
Responsabilità: Le indagini stabilirono la matrice neofascista dell’attentato.
Il riferimento nell’articolo “Io so”
Pochi mesi dopo l’attentato all’Italicus, il 14 novembre 1974, Pier Paolo Pasolini pubblicò sul Corriere della Sera l’articolo-manifesto “Che cos’è questo golpe? Io so”, poi incluso negli Scritti corsari.
In questo testo, Pasolini non solo nomina l’attentato, ma lo inserisce in una lista di crimini di Stato e di depistaggio, attribuendone la responsabilità a un “vertice” politico-istituzionale.
Il passaggio cruciale è la sua accusa diretta e provocatoria:
«Io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato “golpe” (e che in realtà è una serie di “golpe” istituitasi a sistema di protezione del potere). Io so i nomi dei responsabili della strage di Milano del 12 dicembre 1969. Io so i nomi dei responsabili delle stragi di Brescia e di Bologna dei primi mesi del 1974. Io so i nomi del “vertice” che ha manovrato, dunque, sia i vecchi fascisti ideatori di “golpe”, sia i neo-fascisti autori materiali delle prime stragi, sia infine, gli “ignoti” autori materiali delle stragi più recenti.»
Sebbene Pasolini non citi l’Italicus esplicitamente in quel passaggio (parlando genericamente delle “stragi di Brescia e di Bologna dei primi mesi del 1974”, riferendosi alla strage di Piazza della Loggia e all’Italicus che avvenne in agosto, ma che era parte della stessa stagione di violenza), l’intero contesto della sua accusa abbracciava pienamente anche l’attentato al treno.
Molti commentatori e documenti successivi hanno chiarito che l’Italicus era inteso come parte integrante di quella “serie di golpe istituitasi a sistema”.
Il significato della denuncia
Per Pasolini, l’Italicus e le altre stragi non erano atti isolati di terrorismo “nero”, ma strumenti di un “potere” occulto e trasversale (che egli definiva la Democrazia Cristiana e i suoi apparati deviati) il cui scopo era:
Protezione del Potere: Stabilizzare l’establishment politico impedendo l’accesso al governo alle forze di sinistra (il Partito Comunista Italiano).
Strategia della Tensione: creare paura e caos nel Paese, spingendo l’opinione pubblica a chiedere misure di ordine e sicurezza, rafforzando così il controllo dello Stato.
L’inclusione dell’Italicus e degli altri atti terroristici in un’unica, lucida accusa di alto tradimento, dimostra il coraggio intellettuale di Pasolini nel denunciare ciò che molti sapevano ma non osavano dire apertamente, rischiando la propria incolumità. La sua morte, avvenuta un anno dopo la pubblicazione di “Io so”, è stata per molti una tragica, sebbene non provata giudiziariamente, conseguenza di quel coraggio.
Il ruolo di Piazza Fontana nell’articolo “Io so”
Pasolini utilizza la strage di Piazza Fontana (Milano, 12 dicembre 1969) come punto di partenza per la sua denuncia contro l’establishment politico-istituzionale italiano.
L’Accusa ai Mandanti: Pasolini dichiara di sapere chi ha voluto l’attentato, distinguendo tra gli esecutori materiali e coloro che, nell’ombra, hanno fornito la protezione politica per rendere possibile e coprire il crimine.
«Io so i nomi dei responsabili della strage di Milano del 12 dicembre 1969.»
Il “vertice” del potere
L’intellettuale non si ferma ai soli neofascisti, ma punta il dito contro il “vertice” della Democrazia Cristiana e degli apparati di Stato deviati (come sezioni dei servizi segreti e intelligence) che avrebbero manovrato gli attentati. Piazza Fontana è vista come la prima azione di una “strategia della tensione” volta a destabilizzare il Paese per impedire l’accesso al governo alle forze di sinistra.
Connessione con altre stragi
Nel testo, Piazza Fontana è collegata direttamente ad altre stragi che hanno devastato l’Italia:
«Io so i nomi dei responsabili delle stragi di Brescia e di Bologna dei primi mesi del 1974 [riferimento a Piazza della Loggia e all’Italicus].»
“Io so. Ma non ho le prove.”
La parte più famosa e politicamente potente dell’articolo è la formula con cui Pasolini bilancia la sua accusa con l’assenza di prove legali:
«Io so tutti questi nomi e so tutti i fatti (attentati alle istituzioni e stragi) di cui si sono resi colpevoli. Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi. Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico.»
Pasolini rivendica, in questo modo, un ruolo di “detective” morale e politico che, grazie alla sua lucidità e alla capacità di connettere informazioni pubbliche e verità taciute, arriva a una verità che il sistema giudiziario, per depistaggio o incapacità, non riesce a raggiungere. Piazza Fontana è l’emblema di questa verità occultata.
L’istante superbo: la poesia di un sogno
Nella Trieste post-bellica e popolare del romanzo “Il sogno di una cosa”, c’è un momento di sospensione, una frattura lirica nel racconto crudo della povertà e della lotta. Un’istantanea che Pasolini usa per descrivere un gruppo di giovani.
Il Nini era leggero, Eligio un matto: ma in quel momento avevano tutti un’aria molto severa, quasi superba; ridevano con l’aspetto di ridere fra loro per fatti tutti speciali, che l’altra gioventù intorno doveva ascoltare tutta ammirata.
Ecco l’interpretazione poetica e coinvolgente di questa frase, che non nomina i personaggi ma coglie l’essenza dell’istante:
C’è un’aria che non è di questo mondo, uno scarto di luce tra la miseria e l’infinito. Sono corpi nati per la fatica, per l’ombra breve del campo e la polvere della strada, eppure in un attimo si accendono, si fanno sculture viventi di un’arcana, fragile superbia. Non è arroganza, ma la subitanea consapevolezza di un segreto.
Il riso che li solca è un crinale netto sul paesaggio della vita comune. Non è gioia sguaiata; è un’eco profonda, un mormorio cifrato che nasce da un luogo che solo loro conoscono. Essi condividono l’evidenza di un fatto speciale, una verità colta in un lampo di visione, forse la semplice, bruciante constatazione di essere vivi, di essere giovani, o forse l’amaro sapore di un futuro che si sa già beffardo.
In quel momento, la leggerezza, la follia, il disordine dell’esistenza si compattano in una severità quasi sacerdotale. Si ergono, inermi, a detentori di un codice non scritto. La gioventù intorno, quella che non ha ancora avuto il battesimo del fuoco e della disillusione, è condannata all’ascolto, all’ammirazione muta. Essi sono l’altare dove si celebra la promessa e la condanna, l’intuizione che il mondo è crudele ma che la bellezza della lotta è l’unica moneta di scambio che valga la pena spendere.
Quell’istante è l’unico vero atto di resistenza: il trionfo effimero della coscienza sull’ineluttabile, il momento in cui l’anima popolare, prima di essere annientata dall’omologazione, rivendica la sua dignità suprema: quella di sognare una cosa e di riderne, in segreto, con la superbia dei giusti. È l’ultima, indimenticabile fiammata di un mondo che Pasolini sapeva di aver già perduto.
«Ma quelli erano i giorni della speranza: la guerra pareva ormai lontana e, per la gioventù, cominciava la vita.»
Commemorazioni a Roma: Cinquanta Anni Dopo
La maggior parte delle iniziative rientra nel grande progetto multidisciplinare promosso da Roma Capitale, intitolato “PPP Visionario”, in corso dal 14 ottobre fino all’8 dicembre 2025.
Rassegna Diffusa “PPP Visionario”
Descrizione: Un vasto programma di oltre cento appuntamenti che celebra l’eredità di Pasolini, coinvolgendo teatro, cinema, arte, incontri, percorsi urbani e sport.
Luoghi: Eventi diffusi tra il centro di Roma e le periferie amate da Pasolini (es. Tor Bella Monaca, Garbatella, Quarticciolo, Idroscalo di Ostia).
Date: Dal 14 ottobre all’8 dicembre 2025.
Link Utile: Pagina ufficiale Roma Capitale – PPP Visionario
Eventi Sportivi e Commemorativi
Pasolini era un grande appassionato di calcio, e il programma include eventi sportivi in suo onore:
Quadrangolare Calcistico “PPP50: Pasolini Gioca Ancora”
Luogo: Stadio dei Marmi “Pietro Mennea” (Viale delle Olimpiadi 60, Municipio XV).
Data: 1° novembre 2025.
Dettagli: Partecipazione prevista di squadre come la Nazionale Attori, la Nazionale Giornalisti e il Campidoglio FC.
“La Corsa di Miguel – Staffetta Pasolini”
Luogo: Stadio dei Marmi “Pietro Mennea”.
Data: 31 ottobre 2025.
Dettagli: Evento sportivo per ricordare il poeta e la sua passione per lo sport.
PODEMA (Partita di calcio e Incontri)
Luogo: Idroscalo di Ostia e Porto di Roma.
Data: 31 ottobre 2025 (pomeriggio/sera).
Dettagli: Evento sportivo-culturale con una partita di calcio tra la Nazionale Poeti e quella dei Giornalisti. Sono previsti incontri e collegamenti video con personalità del mondo del calcio come Roberto Mancini e Fabio Capello.
Mostre e Iniziative Espositive
Mostra Fotografica “Franco Pinna e Pier Paolo Pasolini – Viaggio al termine del Mandrione”
Luogo: Casa del Cinema (Largo Marcello Mastroianni, 1 – Villa Borghese).
Date: Visitabile fino al 30 novembre 2025.
Dettagli: L’esposizione, a cura di Fondazione Cinema per Roma, è dedicata al famoso reportage fotografico realizzato con Franco Pinna sulle borgate romane.
Mostra Fotografica “Dentro la Roma di Pasolini”
Luogo: Biblioteca Guglielmo Marconi (Via Gerolamo Cardano, 135, Municipio XI).
Data: Inaugurazione il 30 ottobre 2025 (ore 10:30).
Dettagli: Mostra ispirata al volume “La Roma di Pasolini” di Dario Pontuale, ripercorrendo i luoghi del poeta tra centro e periferie.
Link Utile: Biblioteche di Roma – PPP Visionario
Teatro e Spettacoli
“Ragazzi di vita e Petrolio. Pasolini dalla parola alla scena”
Luogo: Teatro Elsa Morante (Piazzale Ezio Tarantelli, 20, Municipio IX).
Data: 30 ottobre 2025 (ore 15:00 e 18:00).
Dettagli: Spettacolo e selezione di testi a cura di Roberto Scarpetti, in collaborazione con il Teatro di Roma.
“Feroce. L’ultima notte di Pasolini”
Luogo: Teatro.
Date: 1° novembre (ore 21:00) e 2 novembre 2025 (ore 17:30).
Link Utile: La Voce del Lazio
“3 novembre 1975. Oratorio per i 50 anni dalla morte di Pier Paolo Pasolini”
Luogo: Teatro Argentina (Largo di Torre Argentina, 52).
Data: 3 novembre 2025.
Dettagli: Ideazione e regia di Giacomo Bisordi, con drammaturgia di Fabio Condemi.
“Pasolini. Una storia romana”
Luogo: Teatro Tor Bella Monaca (Via Bruno Cirino, 5, Municipio VI).
Data: 26 ottobre 2025 (ore 17:30).
Dettagli: Spettacolo di e con Massimo Popolizio, nell’ambito del progetto “Le Voci del Presente 2025”.
Incontri e Convegni
Conversazione: Pasolini, il cinema e i Vangeli
Dettagli: L’evento prevede un dialogo tra il regista Martin Scorsese (in collegamento video) e Padre Antonio Spadaro, focalizzato sul rapporto tra l’opera cinematografica pasoliniana e le tematiche religiose.
Maratona Pasoliniana
Luogo: Teatro India (Lungotevere Vittorio Gassman, 1, Municipio XI).
Data: 8 novembre 2025 (ore 10:30).
Dettagli: Reading di brani scelti di Pasolini a cura del Municipio Roma XI e Biblioteche di Roma.
Convegno “Un Poeta che non muore. Pier Paolo Pasolini 1975-2025”
Luogo: Teatro del Lido di Ostia (Via delle Sirene, 22, Ostia, Municipio X).
Data: 26 maggio 2025.
Dettagli: Primo convegno nazionale per l’anniversario, con focus sul dialogo intergenerazionale e il coinvolgimento degli studenti di Ostia.
Link Utile: Centro Studi Pier Paolo Pasolini Casarsa
Incontri tematici alla Biblioteca Guglielmo Marconi (Municipio XI)
14 novembre 2025 (ore 17:30): “I nomi di Pasolini” con Sandra Giuliani e Dario Pontuale.
28 novembre 2025 (ore 17:30): “Il reale del cinema”, sulle fotografie di set pasoliniane.
Pier Paolo Pasolini: cinquant'anni oltre il sogno e il sangue
Pier Paolo Pasolini: cinquant'anni oltre il sogno e il sangue - Controinformazione - Il Mago di OzCristina Desideri (Magozine.it)
Il blogverso italiano di Wordpress reshared this.
The glaring security risks with AI browser agents
The glaring security risks with AI browser agents | TechCrunch
New AI browsers from OpenAI and Perplexity promise to increase user productivity, but they also come with increased security risks.Maxwell Zeff (TechCrunch)
Vuoi chiacchierare in italiano in completo anonimato?
Iscriviti alla community aperta e libera italiana su SimpleX!
SimpleX è l’app di messaggistica senza identificazione, senza numeri di telefono, senza iscrizione per parlare in completo anonimato!
reshared this
Torres - Sprinter (2015)
Mackenzie Scott, Torres per gli amici, ha 24 anni, ma sulle spalle già un sontuosissimo debut (l’eponimo Torres) con cui ha contemporaneamente sfiorato il cuore e preso a pugni lo stomaco di molti, me compreso. Una chitarra, la leggenda vuole comprata dai genitori dopo molti sacrifici, e tante cose da dire con una voce tutt’altro che anonima... Leggi e ascolta...
Dalle fiamme nascono figure: Dhokra è l'India che perpetua nel metallo un repertorio ancestrale - Il blog di Jacopo Ranieri
Dalle fiamme nascono figure: Dhokra è l'India che perpetua nel metallo un repertorio ancestrale - Il blog di Jacopo Ranieri
Ci sono gesti che trascendono il trascorrere dei secoli e in determinati casi, addirittura dei millenni. Convenzioni semplici, comunemente ripetute nella vita di ogni giorno.Jacopo (Il blog di Jacopo Ranieri)
Cédric Philibert : « La sobriété est indispensable, les énergies renouvelables aussi »
Cet article est offert, mais Lemmy supprime généralement les paramètres d'URL également utilisés pour les analyses.
Vous devez copier-coller ceci pour accéder gratuitement à l'article et à sa source originale :
alternatives-economiques.fr/ce…
This post uses a gift link, but lemmy usually removes URL parameters which are also used for analytics.
You need to cut and paste this to access the article on its original source for free:
alternatives-economiques.fr/ce…
Cédric Philibert : « La sobriété est indispensable, les énergies renouvelables aussi »
Selon le spécialiste de l’énergie, les politiques de sobriété ne suffiront pas à diminuer drastiquement les émissions de gaz à effet de serre. Il faudra pour cela utiliser massivement les énergies renouvelables.Lou-Eve Popper (Alternatives Economiques)
Fourteen black paintings
In un'intervista del 2014 Robert Wyatt dice: “Sono abituato a domande come: ‘Pensi che l’arte politica abbia qualche effetto?’ La mia risposta è: se Stevie Wonder o chi per lui canta una canzone d’amore non la giudicherai mica dall’effetto, se insomma Stevie ce l’ha fatta o no a conquistare quella ragazza”
Parlo di questo, di Fourteen Black Paintings di Peter Gabriel e del potere nel nuovo post del Musicofilo: marcozanetti.it/blog/da-questo…
TIL the World Wide Web Consortium changed their logo on 1 October
The World Wide Web Consortium (W3C) adopts a new logo to signal positive changes
W3C is rolling out a new logo, following W3C’s formation in 2023 as a non-profit, public-interest organization, and the recent release of strategic objectives to support W3C’s roadmap.W3C
like this
Which piefed instances defederate from the triad and similar instances?
like this
Yeah, I feel you. Except for special circumstances I actually prefer not to block people so they can't stealth-disagree with me without me getting a chance to yell back at them in turn.
Personally, my feeling is that it's also actually better not to shut out the triad instances. That's actually what they want. That is the entire reason and rationale why they block so aggressively, that they want to create a little bubble where no one calls them out on stuff. Shunning them just helps them do that. It's actually gotten worse in the time I've been around on Lemmy, I think, and I think it is from people turning them off at least as much as it is from their own blocks from their side. At present, they will sometimes come out and say stuff that is just total nonsense that is in line with the hivemind and then seem to be genuinely surprised if someone reacts negatively to it. And, they think that anything not in the triad is "the lib instances" and seem to think that it's a minority category or something, and again seem sincerely surprised sometimes if some indication emerges that it's not popular. I don't think that used to happen, I think they used to have an awareness of where the dividing-lines of different echo chambers were even if they and I would disagree about which one is "right."
None of this is to say you shouldn't block them or find a fully defederated place of course. Just giving my thoughts on it.
Yeah, I think there's a delicate balance here. Extremism thrives and tends to get even more extreme in bubbles. So in some ways it is vital that people actually try to make dialogue with them to potentially pull them back or at least keep them from drifting further.
But on the other hand, once the extremist bubble is big enough, if you just let them interact with the rest, they can spread a lot of toxocity and do a lot of damage which you also want to avoid.
So I don't think there's a clear-cut right choice here. If someone's up to it, actually making the effort to engage with them could be avery good strategy. But if someone's too stressed out by that, disengaging is clearly better.
But I think this is where the fediverse model has unique potential to do something good here. Some communities can block, some can engage. Some users can block, some can engange or even flop back and forth. It allows for more dynamic relationships and choices which I think os absolutely vital when there's no one right choice to deal with a situation/group/person.
once the extremist bubble is big enough, if you just let them interact with the rest, they can spread a lot of toxocity and do a lot of damage which you also want to avoid
Yeah, 100% agree. There is a benefit to free exchange of communication, it is one of the most effective ways of tearing down authoritarian structures, but absolutely at the same time once it's interfering with your own quiet enjoyment and ability to communicate internally it might be time to shut it out. I actually sometimes just don't participate at all in the political communities on lemmy.world for exactly that reason; it is often so toxic that it shuts down even the ability for people to have a normal conversation. Such a noisy tide of people will emerge to exercise Lemmy Reading Comprehension and give random hostility that you can't hear the other calm people. That's also the issue with Hexbear. That whole event where one of the more permissive instances thought about refederating with them, and they immediately brigaded that very discussion post to hurl abuse at everyone and so the conclusion was "lol never mind," is a good example.
There's also an important factor of whether the people in the community you're talking to are open to change. Lemmy.ml seems obviously to me to be mostly genuine people who are on some level interested in conversation and care about these topics, which is one reason I lean towards keeping engagement with them even if sometimes is a ridiculous conversation. But at the same time, I don't really fuck with Hexbear or with UniversalMonk much, because it just doesn't seem that there's much to be gained. If someone's whole overarching goal whenever they interact with outsiders is going to be "doing a bit," then what's the point. You're just the cat playing with their little toy-on-a-stick because they're waving it around, at that point.
It is one way when you post into a Lemmy community - the Lemmy instance will forward your post on to lemmy.ml even if you've blocked it.
But in a PieFed.social community it won't send to any instance you've blocked.
Primo appello alle comunità educanti d'Italia
crosspostato da: mastodon.bida.im/users/graffio…
Primo appello alle comunità educanti d'ItaliaRiceviamo e volentieri pubblichiamo.
Colleghe, colleghi, madri, padri, alle nostre allieve e allievi di ogni colore, genere, orientamento, provenienza.
Noi siamo il prodotto di 35 anni di lotte, dalla riforma Berlinguer al taglio di un anno di istruzione tecnica e professionale, in via di realizzazione da parte del Ministro Valditara. Alcune abbandonate, alcune perse,…
pillole.graffio.org/pillole/pr…
@scuola
Simenon. Lettera al mio giudice.
Nathaniel Rateliff & The Night Sweats – Omonimo (2015)
Sicuramente, il disco che mi appresto a recensire sarà in cima alla mia personale lista dei migliori dell’ anno, un’ autentica sorpresa.
Questo cantautore cresciuto in Missouri, ma spostatosi appena diciottenne a Denver, proprio per inseguire il suo sogno di musicista a tempo pieno, prima su territori folk rock con i dischi... Leggi e ascolta...
Spie e Agenti della Serenissima. Il primo servizio segreto del mondo. L'articolo odierno di SnapHistory. https://app.snaphistory.io/articles/public/75b6c7201da198e5b9388dff262c5d60/1
app.snaphistory.io/articles/pu…
Top Republicans stand by president's poop video
Top Republicans stand by president's poop video
It's 2025 agitprop, as Trump views his critics under his shit-dumping rule.Mother Jones
100_kg_90_de_belin likes this.
Furgoni e bus elettrici sono già più convenienti di quelli diesel, i camion ancora no: ecco come il costo iniziale si ripaga e in quanti anni
Furgoni e bus elettrici sono già più convenienti di quelli diesel, i camion ancora no: ecco come il costo iniziale si ripaga e in quanti anni
Uno studio stima i vantaggi economici della transizione all'elettrico. Motus-E: «Serve una rete di ricarica più capillare per i mezzi pesanti»Gianluca Brambilla (Open)
Cosa significa per la Francia la condanna di Nicolas Sarkozy
Cosa significa per la Francia la condanna dell'ex presidente Nicolas Sarkozy
Sarkozy è stato condannato a cinque anni di carcere per associazione a delinquere nell'ambito di un complesso schema che avrebbe coinvolto l'ex regime libico di Muammar GheddafiSophia Khatsenkova (Euronews.com)
pewpew
in reply to Maven • • •