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CloudFlare, WordPress e l’API key in pericolo per colpa di un innocente autocomplete


Un tag mancante su di un campo input di una api key può rappresentare un rischio?

Avrai sicuramente notato che il browser suggerisce i dati dopo aver compilato un form. L’autocompletamento è proprio la funzione di ricordare le cose che inseriamo.

Per impostazione predefinita, i browser ricordano le informazioni inserite dall’utente nei campi dei siti web. Questo consente loro di eseguire questi automatismi.

Come può rappresentare un pericolo?

Esaminiamo il Plugin di CloudFlare per WordPress:

In questo esempio prendiamo in analisi un plugin di CloudFlare, che permette di collegare un sito WordPress con un’istanza cloudflare.

Questo permette di eseguire varie attività come la pulizia della cache, molte volte utile dopo un aggiornamento del sito.

github.com/cloudflare/Cloudfla…

Una volta installato, nella configurazione è richiesto di inserire una mail e un api key.

L’api key è una stringa che viene generata. Ad essa possono essere assegnati una serie di permessi.

La webapp poi con quel codice potrà interfacciarsi con CloudFlare per eseguire diverse azioni, come detto prima per esempio lo svuotamento della cache.

Vediamo cosa succedere se in passato avevamo già inserito un apikey.

Il modulo ricorda la nostra apikey, ecco semplicemente spiegato la funzione di autocompletamento.

Cosa succede in realtà quando il browser salva queste informazioni?

Ogni browser dispone di un file locale, dove salva queste informazioni di autocompletamento.

In chrome, per esempio, questi dati sono salvati in un file a questo percorso:

C:\Users[user]\AppData\Local\Google\Chrome\User Data\Default\Web Data

Aprendo infatti il file è possibile riconoscere la chiave appena inserita nel form.

Perchè questo allora potrebbe rappresentare un rischio?


Questa chiave API può essere rubata se il sistema dell’utente è compromesso ed il file sottratto.

Questo è solo un esempio, in questi campi come detto prima potrebbe contenere anche per esempio dati di carte di credito e altro ancora.

Possiamo vedere che in questi rapporti di analisi di vari infostealer, proprio l’autocompletamento è uno degli obiettivi.

Leggendo alcuni report di SonicWall e Avira vediamo che molti di questi infostealer hanno come obiettivo questi file.

sonicwall.com/blog/infostealer…

Molto spesso gli infostealer vanno alla ricerca di questi file da infiltrare dal sistema attaccato.

[strong]Altre evidenze in questo rapporto di Avira:[/strong]

avira.com/en/blog/fake-office-…

In entrambi i report si vede chiaramente che questi file sono interessanti per gli infostealer.

Infine più a fondo e addirittura addentrarci su IntelX, per una ulteriore verifica a un vero leak..

Come mitigare questo rischio?


Gli input,come le password,non vengono salvate dai browser (più precisamente viene utilizzato invece il portachiavi del browser)

Nel caso invece delle apikey si utlizzi un input semplice, è possibile inserire un tag autocomplete-off, per informare il browser che questo dato non deve essere inserito nel file autocomplete.

es.

Username:

Password:

Login

Oppure

L’impostazione autocomplete=”off”sui campi ha due effetti:

Indica al browser di non salvare i dati immessi dall’utente per il completamento automatico successivo in moduli simili (alcuni browser fanno eccezioni per casi speciali, ad esempio chiedendo agli utenti di salvare le password).

Impedisce al browser di memorizzare nella cache i dati del modulo nella cronologia della sessione. Quando i dati del modulo vengono memorizzati nella cache della cronologia della sessione, le informazioni inserite dall’utente vengono visualizzate nel caso in cui l’utente abbia inviato il modulo e abbia cliccato sul pulsante Indietro per tornare alla pagina originale del modulo.

Analizzando infatti il codice html, non è presente questo tag per la api key.

Conclusioni


La maggior parte dei browser dispone di una funzionalità per ricordare i dati immessi nei moduli HTML.

Queste funzionalità sono solitamente abilitate di default, ma possono rappresentare un problema per gli utenti, quindi i browser possono anche disattivare.

Tuttavia, alcuni dati inviati nei moduli non sono utili al di là dell’interazione corrente (ad esempio, un PIN monouso) o contengono informazioni sensibili (ad esempio, un identificativo governativo univoco o un codice di sicurezza della carta di credito) oppure un token di un api.

I dati di autocompletamento archiviati dai vari browser possono essere catturati da un utente malintenzionato.

Inoltre, un attaccante che rilevi una vulnerabilità distinta dell’applicazione, come il cross-site scripting, potrebbe essere in grado di sfruttarla per recuperare le credenziali archiviate dal browser. JavaScript non può accedere direttamente ai dati dell’autofill del browser per motivi di sicurezza e privacy tuttavia Autofill può riempire i campi HTML automaticamente, e JavaScript può leggere i valori di quei campi solo dopo che sono stati riempiti.
const email = document.querySelector('#email').value;
console.log(email); // Se il browser ha già riempito il campo, questo valore sarà accessibile
Nonostante ciò esiste la possibilità che la mancata disabilitazione del completamento automatico possa causare problemi nell’ottenimento della conformità PCI (PortSwigger).

L'articolo CloudFlare, WordPress e l’API key in pericolo per colpa di un innocente autocomplete proviene da il blog della sicurezza informatica.



Romanian foreign affairs confirms: Chisinau general mayor, other two Moldovan citizens banned from entering Romania

moldpres.md/eng/politics/roman…

the mayor of Chișinău, Ion Ceban, was banned from entering Romania and, by extension, the entire Schengen Area, for a period of five years. "It is a national security decision," said the Bucharest official.



Con il nuovo “Superman” la DC vuole fare come la Marvel - Il Post
https://www.ilpost.it/2025/07/10/superman-dc-comics-2025/?utm_source=flipboard&utm_medium=activitypub

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Il tendine d'Achille è il tallone d'Achille dei giocatori dell'NBA? - Il Post
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ORA ULTIMA 🔥 #Ferrero punta a WK #Kellogg: L'Italia sta per conquistare la tua colazione americana? 🚨 Scoprilo subito su ORA ULTIMA: oraultima.com/kellogg-ferrero/

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Heritage al Celio: passeggiate digitali tra archeologia e intelligenza artificiale nella Roma meno conosciuta

“Heritage al Celio” ci restituisce un’immagine diversa di Roma: non certo quella iconica da cartolina, ma non meno interessante [.....]

roma.gaiaitalia.com/2025/07/10…



False Knees #comics
falseknees.com/comics/435.html
Unknown parent

mastodon - Collegamento all'originale
Dave Diamond

@Khrys #ALT4you

a bird speaking/singing in four frames

1
rain
rain
rain all day

2
rain to
make that
perfect
gray

3
rain to
Keep
people
away

4
rain so I can
puddle-play




It may be the national 'Year of Reading' next year in 2026 but we will always celebrate the year of the Moomins. Viva la Moomin revolucion!

These wonderful stories by Tove Jansson began with 'The Moomins and the Great Flood', which was first published 81 years ago in 1945.

But I was simply amazed by this marvelous audiobook find and can someone explain, why we don't have Moomin emojis yet?

#books #audiobook #finland #reading #community #europe #usa #uk #media #news #moomin



CloudFlare, WordPress e l’API key in pericolo per colpa di un innocente autocomplete

📌 Link all'articolo : redhotcyber.com/post/come-auto…

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Acerbo (PRC): missili Taurus all’Ucraina, pseudoriformisti PD votano emendamento dell’estrema destra al parlamento europeo
pressenza.com/it/2025/07/acerb…
Il Parlamento europeo ha votato oggi a favore della consegna dei missili a lunga gittata Taurus all’Ucraina, una scelta irresponsabile e pericolosissima che va in direzione di un’ulteriore escalation del conflitto e


Hochwasser⁉️
Risiko und Schutz.
POLDER ❓🤬

zdfheute.de/wissen/hochwasser-…



#USbullies
youtu.be/E5rWn6sSvjA


Pakistan Army says supporting Iran was a principled policy in line with international law en.irna.ir/news/85884188/Pakis…

in reply to pablito el drito

Un video vale più di mille parole.

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No, I have no idea why I would sound muffled. Must be something on your end.


The Allen Institute for AI launches FlexOlmo, an LLM architecture that lets data owners control and remove their training data from a model even after training (Will Knight/Wired)

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im so genius someone pleae make sure i remember this

i need to wake up and hear wisdom

in reply to Joseph James Johnothan (Any Pronouns)

The image shows a screenshot of a social media post. The post is from a user named "old person," indicated by the blue text next to a circular profile picture. The time of the post is 22:46, displayed in white text. The post contains two lines of text: "efeminate mail" and "call her a carola," both in white text. The profile picture shows a person with short hair, wearing a blue shirt, against a blurred background. There is a green shield icon and a checkmark next to the username, suggesting some form of verification or protection. The background of the post is black, making the white text stand out.

Provided by @altbot, generated privately and locally using Ovis2-8B

🌱 Energy used: 0.136 Wh



RT @GaryMarcus
Grok 4 Hot Take
• Good progress on public benchmarks
• But only 16% on AGI-ARC-2
• Still struggling on visual understanding and image understanding
• Vindication for neurosymbolic AI - most of the boost comes from integrating symbolic tools, not pure scaling [see upcoming Marcus on AI Substack for discussion]
• No major new techniques or other innovations revealed
• No mention of real progress on hallucinations (as far I saw)
• Hard to know how much benefit people will see on individual real-world use cases.
• Not a lot of confidence expressed around Xai being able to align Grok to be morally good.
• Lots of random future promises from Elon that probably won't come true on the time frames he suggests (as usual)
• OpenAI won't lose too much sleep tonight

x.com/GaryMarcus/status/194317…





German court rules Meta tracking technology violates European privacy laws

Link: therecord.media/german-court-m…
Discussion: news.ycombinator.com/item?id=4…



La #guerra che sta arrivando. Chiacchierata tra Antonio Mazzeo e Cristiano Sabino
Antonio Mazzeo è un insegnante e giornalista siciliano, ecopacifista e antimilitarista. Autore dell’inchiesta “La scuola va dalla guerra”.sindipendente.com/2025/06/27/l…


medium.com/@brunosaetta/come-c…
Con l'avvento dell'AI entra in crisi un meccanismo secolare: non esiste più un autore individuabile chiaramente. Con l'AI ciò che conta è più la forma dell'opera che chi la produce.


Riyadh-based food delivery service Jahez agrees to acquire a 76.56% stake in Qatari e-commerce platform Snoonu for $245M in cash and stock (Yassmin Jabri/Bloomberg)

bloomberg.com/news/articles/20…
techmeme.com/250710/p8#a250710…



La ricerca più ampia mai condotta su Ozempic rivela una verità scomoda: i benefici del "prodigioso" farmaco dimagrante (e non solo) esistono ma sono modesti (10-20% di riduzione del rischio), mentre emergono effetti collaterali concreti. Pancreatite +146%, artrite +11%, problemi renali. Due milioni di pazienti non mentono mai.

#ozempic #salute #futuroprossimo

futuroprossimo.it/2025/07/ozem…




globalist.it/world/2025/07/10/…

Uso politico dei dazi per interferire negli stati sovrani.
La solidarietà tra fascisti e golpisti mancati.
Sono la vergogna del mondo



« Il a le droit de filmer ! Donc vous assumez, c’est tout ! »
paroledanimaux.fr/il-a-le-droi…
"C'est en ces termes que des gendarmes ont permis à ce que les enquêteurs du CRAC Europe et d’Alliance Ethique filment le traitement des corps des taureaux sitôt sortis de l’arène. Elle est belle la dimension quasi mystique de cet « art » que les aficionados vendent à longueur de temps. #StopCorrida
The post « Il a le droit de filmer ! Donc vous


You know, european rights are a la carte. flipboard.com/@euronews/africa…


Greece blocks asylum claims after surge in migrant arrivals
https://www.africanews.com/2025/07/10/greece-blocks-asylum-claims-after-surge-in-migrant-arrivals/?utm_source=flipboard&utm_medium=activitypub

Posted into Africanews @africanews-euronews


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Questo Capitano Ivan raggiunse i partigiani nel maggio 1944 bigarella.wordpress.com/2025/0…


Questo Capitano Ivan raggiunse i partigiani nel maggio 1944


Pitigliano (GR). Foto: Gian-Maria Lojacono

Pietro Casciani fu a capo del “Reparto Lupi”, una banda che aveva una notevole autonomia all’interno della “Montauto”, composto dal fratello Silvestro, vice-comandante (era stato sergente nel V reggimento di fanteria contraerea, insignito della croce di guerra al Valor Militare come partigiano), Michele Braca, Remo Del Convito, Ermanno Desideri <65, Giovanni Franceschi, Elio Lupi, classe 1926, insignito di Croce al merito di guerra, Nello Lupi, classe 1923, Serafino Lupi (morto a Montauto il 28 marzo del 1944 per eventi bellici, come riporta il registro dei morti del Comune di Manciano, in realtà per un incidente), Aldo Magrini, che si unì alla banda dopo la fine di quella di Montebuono e che aveva appena 15 anni quando prese parte alla Resistenza <66, Umberto Calò, di religione ebraica, il cui padre, Quintilio Calò, fu trucidato ad Auschwitz <67, Santi Mancini, Angelo Palombi, Francesco Pasqualini, Elio Pepi, Bruno Zacchei, Antonio Zaganella, Giovanni Forti, della classe 1908 e Alberto Allegrini. <68 Quest’ultimo, della classe 1924, era armato di un mitragliatore Sten e testimoniò di essersi nascosto per 5 mesi in una tomba etrusca nelle campagne limitrofe Pitigliano insieme al cugino Ilio Gallozzi e dal suo rifugio si spostava per portare la posta e le informazioni al resto della banda a Montauto. <69 Quando bombardarono il paese, Alberto Allegrini accorse immediatamente con gli altri partigiani e a Pitigliano scoprì che la sorella era morta sotto le macerie.
Da gennaio-febbraio del 1944 si unì ai partigiani alla macchia Prospetto Capponi, nato a Sorano il 7 dicembre 1910. Egli fu alle dirette dipendenze di Pietro Casciani al quale salvò la vita durante un tentativo di minare il ponte sul torrente Meleta, proprio sotto Pitigliano, circostanza in cui il comandante partigiano si ferì accidentalmente. <70 Vi erano poi 26 patrioti che sostenevano la banda: Antonio Antichi, Assuero Bardani, Mario Bernardini, Renato Bindi, Giovanni Busi, O. Caporali, Eugenio Ceccolungo, Alberto Denci, Elio Desideri <71, Giovanni Drovandini, Dino Franceschi, Pietro Gervasi, Rodolfo Mambrini, Umberto Mambrini, Giovanni Marrani, Vincenzo Massieri, Vitaliano Mazzoni, Amedeo Micci, Spartaco Nasini, Emilio Pepi, Elvezio Savelli, Giuseppe Savelli, Ivo Savelli, Sesto Sestegiani, Ubaldo Sovani e Quinto Stefanelli.
È doveroso ricordare un altro militare pitiglianese, il partigiano Pietro Crosetta, figlio di Domenico e Antonia Bernardini, nato a Pitigliano il 3 gennaio 1911, che combatté nella “Divisione Garibaldi” a Bernane, in Montenegro, sicuramente sorpreso in quella terra dall’armistizio dell’8 settembre 1943. Fu uno delle decine di migliaia di soldati italiani che entrarono a far parte della Resistenza nei Balcani, contribuendo a riscattare gli orrori dell’occupazione nazifascista di quella martoriata regione.
V – Gli uomini del Reparto Lupi nella Relazione della Banda Arancio Montauto
La Relazione partigiana di Santi Gaspare Arancio fu presentata nel marzo del 1946 alla Commissione regionale del Lazio. È un resoconto nominativo e molto dettagliato: a ogni partigiano corrisponde un numero e la sua storia militare, l’ingresso nella banda e le azioni a cui aveva preso parte. Sono più di 324 partigiani, antifascisti e collaboratori che Arancio ricorda, ma, come annota a fine relazione, il diario della banda era stato smarrito il 20 maggio 1944, a seguito del rastrellamento nazifascista di Montauto e dintorni, circostanza che causò lo sbandamento della formazione e la diffusione della notizia, in realtà del tutto immotivata e gratuita, della morte del capobanda. Quindi i
componenti della B.A.M. potrebbero essere stati diversi in più e non riportati nel 1946. Dal punto di vista politico, Arancio scelse sin dall’inizio la non appartenenza a nessuno schieramento, ma solo la lotta militare contro il nazifascismo. In questo senso il discorso resta valido anche per le bande più piccole, che ruotarono attorno alla Montauto, furono ad essa dipendenti oppure del tutto autonome.
Si è visto che i fratelli Casciani, dopo aver abbandonato Pitigliano ai primi di dicembre del 1943, si erano rifugiati a Montauto e qui erano stati presi in forze da Arancio, per quanto il Reparto Lupi mantenesse una notevole autonomia e una ben precisa zona d’impiego, sostanzialmente i dintorni di Pitigliano, come vedremo nella cronologia degli eventi. Tutto ciò, a eccezione delle azioni che videro protagonista Pietro Casciani nel sabotaggio e distruzione di alcuni ponti stradali con l’esplosivo in differenti località della Val di Fiora.
Dunque il “Reparto Lupi” appartenne alla Banda Arancio Montauto più o meno dalla fondazione al 20 maggio, ma Casciani e i suoi uomini sono anche elencati nel VII° Raggruppamento Monte Amiata settore B, del Tenente Antonio Lucchini, nato alla fine di maggio del 1944, o più precisamente, come chiarì nel 1970 il capitano dei partigiani di Sorano Mario Salera, “[…] le bande erano autonome. Solo dopo la liberazione di Grosseto, per sistemare i riconoscimenti ufficiali, con il S. Ten. Lucchini, a Siena, elaborammo, con il colonnello dei Bersaglieri Croce, la formazione del Raggruppamento Monte Amiata necessaria, perché formazioni militari e non politiche ed il riconoscimento delle qualifiche di Partigiani combattenti, avveniva da parte della Speciale Commissione della Presidenza del Consiglio”. <72 Arancio volle precisare che lo stesso Antonio Lucchini riconobbe, in almeno due occasioni – nella seconda quindicina di maggio e il 2 agosto del 1944 – “il principio dell’unità di tutti i reparti sotto il comando della B.A.M. a tutto il 20.5.1944”. <73 L’unità della B.A.M., in realtà, era venuta meno a seguito dei dissidi che avevano causato l’allontanamento del tenente Lucchini, trasferitosi in zona Pelagone-Monte Bellino, fra Manciano e Ischia di Castro, e del tenente Canzanelli “Gino”, spostatosi in prossimità di Murci, nel comune di Scansano. Il trasferimento del “Tenente Gino”, uno dei più amati e valorosi partigiani di Maremma, tra febbraio e i primi di marzo del 1944, rappresentò un ampliamento del raggio d’azione della Resistenza, ma il grosso delle bande a sud di Grosseto rimase lungo la fascia collinare che da Montauto raggiungeva le pendici dell’Amiata sotto Santa Fiora.
Quando i partigiani del tenente Luigi Canzanelli si spostarono dalla zona di Manciano e andarono a formare una nuova banda nella zona di Scansano-Magliano in Toscana-Samprugnano ma soprattutto a Murci, alcuni russi fedeli al Tenente Gino lo seguirono, andando poi a formare una banda proprio nelle macchie intorno a Samprugnano (attuale Semproniano), comandata dal Capitano Ivan, alias Ivan Soloviov. Questo Capitano Ivan raggiunse i partigiani nel maggio 1944, affermando di essere un capitano dell’Armata Rossa e che si chiamava Dimitri Cosev. Solo dopo la Liberazione della zona, dichiarò di chiamarsi Ivan Soloviov e di essere originario di Rostov. Nel successivo luglio 1944, utilizzando l’auto pubblica di Selvena, si dette molto da fare per riunire le centinaia di militari sovietici dispersi ancora sbandati per la provincia e nascosti per evitare di essere fatti prigionieri dagli alleati, per indirizzarli all’Ambasciata dell’URSS di Roma, in maniera di farli rimpatriare. <74
Relativamente al “Reparto Lupi”, esso ebbe contatti con il “Reparto Lamone” di Domenico Federici, con il gruppo del tenente Lucchini (che a fine maggio comandava anche il reparto del Tenente Gino, ucciso dai fascisti il 7 di quel mese) e con quello di Sorano del capitano Mario Salera. Non furono ritenuti opportuni collegamenti, fra gennaio e marzo del 1944, con la banda di Montebuono e altre del territorio amiatino, come si legge in alcune relazioni partigiane, probabilmente per una maggiore libertà di movimento e indipendenza del reparto.
Altra caratteristica della banda partigiana di Casciani, certamente non secondaria, fu che tutti i suoi componenti erano pitiglianesi, a eccezione dei russi “Ciurka” e “Constantin”, aspetto che rendeva più uniti e concordi quegli uomini originari dello stesso paese.

[NOTE]66 Aldo Magrini, di Gilberto e Assunta Tarchini, era nato a Pitigliano il 13 gennaio del 1928. Quando entrò in clandestinità, il 10 gennaio del 1944, non aveva ancora compiuto 16 anni. Sarà partigiano nella banda di Montebuono e nel “Reparto Lupi” di Casciani e ricordato, malgrado la sua giovane età, come un combattente molto coraggioso. Dopo la guerra, e dopo aver prestato il servizio militare, chiese all’Associazione Nazionale Partigiani di Grosseto informazioni per sapere se ci fossero state agevolazioni in favore dei combattenti che desiderassero espatriare, dal momento che aveva difficoltà a trovare lavoro. Sappiamo che in seguito emigrò in Francia e si arruolò volontario nella Legione straniera. (Comune di Pitigliano, Registro Atti di nascita, parte I 1928, n. 10 Magrini Aldo; AISGREC, Fondo ANPI, busta II.3 “Pratiche riconoscimento partigiani”, n. 90).
67 Quintilio Calò era nato a Firenze il primo marzo 1889. Sposato con Benvenuta Rosa Orvieto, era figlio di Emanuele Calò e Elena Orvieto. Fu arrestato a Firenze il 31 ottobre 1943 e incarcerato. Il 9 novembre del 1943 partì con il convoglio n. 3 da Firenze e raggiunse Auschwitz il 14. Non sopravvisse alla Shoah. Testimonianza di Massimo Calò, classe 1958, figlio di Umberto e nipote di Quintilio. Si veda anche il seguente sito: digital-library.cdec.it/cdec-w….
68 L’elenco dei partigiani e dei collaboratori di Casciani ci è stato gentilmente fornito da Valerio Lupi, figlio del partigiano Elio.
69 Testimonianza di Alberto Allegrini, classe 1924.
70 Testimonianza di Mario Casciani, classe 1932; testimonianza di Ferrero Pizzinelli, classe 1921.
71 Elio Desideri, nato a Pitigliano il 1/9/1921 e morto il 7/5/2018. Fratello di Ermanno, dopo aver fatto le scuole primarie e ginnasio proseguì gli studi universitari diventando avvocato e poi magistrato. Fu anche Sindaco e Pretore di Pitigliano e infine giudice al Tribunale di Grosseto fino alla pensione. Sposato con Rina Tinci (laureata in farmacia), ha avuto un unico figlio, Enrico. Testimonianza di Vanna Desideri, classe 1953.
72 Giulietto Betti, Franco Dominici, Banda Armata Maremmana, cit., pag. 349.
73 Franco Dominici, Giulietto Betti, Banda Arancio Montauto 1943-1944, cit., pp.32-33.
74 Franco Dominici, Giulietto Betti, Fascismo, Resistenza e altre storie in Maremma, cit., pag. 115.
Giulietto BettiFranco Dominici, Il partigiano Pietro Casciani. Storia del “Reparto Lupi” di Pitigliano, Le Strade Bianche di Stampa Alternativa – Pitigliano (GR), 2022, pp. 43-48

#1943 #1944 #ArancioMontauto #banda #capitano #fascisti #FrancoDominici #GiuliettoBetti #Ivan #maggio #Maremmana #partigiani #PietroCasciani #PitiglianoSI_ #RepartoLupi #Resistenza #russi




In The Age Of AI, We Each Have To Choose How Much Of Our Humanity We Want To Keep thealtworld.substack.com/p/in-…


Movimento laterale: come ostacolare la tattica silenziosa dei cyber criminali


@Informatica (Italy e non Italy 😁)
A differenza di attacchi più diretti, il movimento laterale è spesso invisibile ai controlli superficiali, proprio perché sfrutta canali legittimi con credenziali compromesse. Ecco in cosa consiste il lateral movement e come rispondere a questa



Sometimes, the little guys win.
A property developer tried to muscle out vulnerable residents in Sydney’s inner east — but the court sided with justice. The boarding house stays. The community holds.
A small but powerful win for people over profit.

#housingjustice #sydney #paddington #nsw #auspol #housingcrisis

abc.net.au/news/2025-07-10/nsw…




Worum es beim Misstrauensvotum gegen von der Leyen geht

Das EU-Parlament hält heute ein Misstrauensvotum über EU-Kommissionspräsidentin von der Leyen ab, angestrengt von einem Rechtsaußen-Politiker. Eine Mehrheit ist unwahrscheinlich - dennoch rumort es im Parlament. Von Sabrina Fritz.

➡️ tagesschau.de/ausland/europa/m…

#VonderLeyen #Misstrauensantrag



⚠️ Une pétition a été lancée sur le site de l'Assemblée nationale demandant que le gouvernement arrête d'utiliser X pour ses communications officielles.
On signe toutes et tous pour lui donner le maximum de visibilité.
C'est ici :
👉 petitions.assemblee-nationale.…

RFanciola reshared this.



Mi sono appena iscritto all'evento del 24 luglio anche in segno di solidarietà a @franceskalbs

worldbeyondwar.org/2025-war-ab…

Carlo Gubitosa reshared this.



Questo Capitano Ivan raggiunse i partigiani nel maggio 1944


Pitigliano (GR). Foto: Gian-Maria Lojacono

Pietro Casciani fu a capo del “Reparto Lupi”, una banda che aveva una notevole autonomia all’interno della “Montauto”, composto dal fratello Silvestro, vice-comandante (era stato sergente nel V reggimento di fanteria contraerea, insignito della croce di guerra al Valor Militare come partigiano), Michele Braca, Remo Del Convito, Ermanno Desideri <65, Giovanni Franceschi, Elio Lupi, classe 1926, insignito di Croce al merito di guerra, Nello Lupi, classe 1923, Serafino Lupi (morto a Montauto il 28 marzo del 1944 per eventi bellici, come riporta il registro dei morti del Comune di Manciano, in realtà per un incidente), Aldo Magrini, che si unì alla banda dopo la fine di quella di Montebuono e che aveva appena 15 anni quando prese parte alla Resistenza <66, Umberto Calò, di religione ebraica, il cui padre, Quintilio Calò, fu trucidato ad Auschwitz <67, Santi Mancini, Angelo Palombi, Francesco Pasqualini, Elio Pepi, Bruno Zacchei, Antonio Zaganella, Giovanni Forti, della classe 1908 e Alberto Allegrini. <68 Quest’ultimo, della classe 1924, era armato di un mitragliatore Sten e testimoniò di essersi nascosto per 5 mesi in una tomba etrusca nelle campagne limitrofe Pitigliano insieme al cugino Ilio Gallozzi e dal suo rifugio si spostava per portare la posta e le informazioni al resto della banda a Montauto. <69 Quando bombardarono il paese, Alberto Allegrini accorse immediatamente con gli altri partigiani e a Pitigliano scoprì che la sorella era morta sotto le macerie.
Da gennaio-febbraio del 1944 si unì ai partigiani alla macchia Prospetto Capponi, nato a Sorano il 7 dicembre 1910. Egli fu alle dirette dipendenze di Pietro Casciani al quale salvò la vita durante un tentativo di minare il ponte sul torrente Meleta, proprio sotto Pitigliano, circostanza in cui il comandante partigiano si ferì accidentalmente. <70 Vi erano poi 26 patrioti che sostenevano la banda: Antonio Antichi, Assuero Bardani, Mario Bernardini, Renato Bindi, Giovanni Busi, O. Caporali, Eugenio Ceccolungo, Alberto Denci, Elio Desideri <71, Giovanni Drovandini, Dino Franceschi, Pietro Gervasi, Rodolfo Mambrini, Umberto Mambrini, Giovanni Marrani, Vincenzo Massieri, Vitaliano Mazzoni, Amedeo Micci, Spartaco Nasini, Emilio Pepi, Elvezio Savelli, Giuseppe Savelli, Ivo Savelli, Sesto Sestegiani, Ubaldo Sovani e Quinto Stefanelli.
È doveroso ricordare un altro militare pitiglianese, il partigiano Pietro Crosetta, figlio di Domenico e Antonia Bernardini, nato a Pitigliano il 3 gennaio 1911, che combatté nella “Divisione Garibaldi” a Bernane, in Montenegro, sicuramente sorpreso in quella terra dall’armistizio dell’8 settembre 1943. Fu uno delle decine di migliaia di soldati italiani che entrarono a far parte della Resistenza nei Balcani, contribuendo a riscattare gli orrori dell’occupazione nazifascista di quella martoriata regione.
V – Gli uomini del Reparto Lupi nella Relazione della Banda Arancio Montauto
La Relazione partigiana di Santi Gaspare Arancio fu presentata nel marzo del 1946 alla Commissione regionale del Lazio. È un resoconto nominativo e molto dettagliato: a ogni partigiano corrisponde un numero e la sua storia militare, l’ingresso nella banda e le azioni a cui aveva preso parte. Sono più di 324 partigiani, antifascisti e collaboratori che Arancio ricorda, ma, come annota a fine relazione, il diario della banda era stato smarrito il 20 maggio 1944, a seguito del rastrellamento nazifascista di Montauto e dintorni, circostanza che causò lo sbandamento della formazione e la diffusione della notizia, in realtà del tutto immotivata e gratuita, della morte del capobanda. Quindi i
componenti della B.A.M. potrebbero essere stati diversi in più e non riportati nel 1946. Dal punto di vista politico, Arancio scelse sin dall’inizio la non appartenenza a nessuno schieramento, ma solo la lotta militare contro il nazifascismo. In questo senso il discorso resta valido anche per le bande più piccole, che ruotarono attorno alla Montauto, furono ad essa dipendenti oppure del tutto autonome.
Si è visto che i fratelli Casciani, dopo aver abbandonato Pitigliano ai primi di dicembre del 1943, si erano rifugiati a Montauto e qui erano stati presi in forze da Arancio, per quanto il Reparto Lupi mantenesse una notevole autonomia e una ben precisa zona d’impiego, sostanzialmente i dintorni di Pitigliano, come vedremo nella cronologia degli eventi. Tutto ciò, a eccezione delle azioni che videro protagonista Pietro Casciani nel sabotaggio e distruzione di alcuni ponti stradali con l’esplosivo in differenti località della Val di Fiora.
Dunque il “Reparto Lupi” appartenne alla Banda Arancio Montauto più o meno dalla fondazione al 20 maggio, ma Casciani e i suoi uomini sono anche elencati nel VII° Raggruppamento Monte Amiata settore B, del Tenente Antonio Lucchini, nato alla fine di maggio del 1944, o più precisamente, come chiarì nel 1970 il capitano dei partigiani di Sorano Mario Salera, “[…] le bande erano autonome. Solo dopo la liberazione di Grosseto, per sistemare i riconoscimenti ufficiali, con il S. Ten. Lucchini, a Siena, elaborammo, con il colonnello dei Bersaglieri Croce, la formazione del Raggruppamento Monte Amiata necessaria, perché formazioni militari e non politiche ed il riconoscimento delle qualifiche di Partigiani combattenti, avveniva da parte della Speciale Commissione della Presidenza del Consiglio”. <72 Arancio volle precisare che lo stesso Antonio Lucchini riconobbe, in almeno due occasioni – nella seconda quindicina di maggio e il 2 agosto del 1944 – “il principio dell’unità di tutti i reparti sotto il comando della B.A.M. a tutto il 20.5.1944”. <73 L’unità della B.A.M., in realtà, era venuta meno a seguito dei dissidi che avevano causato l’allontanamento del tenente Lucchini, trasferitosi in zona Pelagone-Monte Bellino, fra Manciano e Ischia di Castro, e del tenente Canzanelli “Gino”, spostatosi in prossimità di Murci, nel comune di Scansano. Il trasferimento del “Tenente Gino”, uno dei più amati e valorosi partigiani di Maremma, tra febbraio e i primi di marzo del 1944, rappresentò un ampliamento del raggio d’azione della Resistenza, ma il grosso delle bande a sud di Grosseto rimase lungo la fascia collinare che da Montauto raggiungeva le pendici dell’Amiata sotto Santa Fiora.
Quando i partigiani del tenente Luigi Canzanelli si spostarono dalla zona di Manciano e andarono a formare una nuova banda nella zona di Scansano-Magliano in Toscana-Samprugnano ma soprattutto a Murci, alcuni russi fedeli al Tenente Gino lo seguirono, andando poi a formare una banda proprio nelle macchie intorno a Samprugnano (attuale Semproniano), comandata dal Capitano Ivan, alias Ivan Soloviov. Questo Capitano Ivan raggiunse i partigiani nel maggio 1944, affermando di essere un capitano dell’Armata Rossa e che si chiamava Dimitri Cosev. Solo dopo la Liberazione della zona, dichiarò di chiamarsi Ivan Soloviov e di essere originario di Rostov. Nel successivo luglio 1944, utilizzando l’auto pubblica di Selvena, si dette molto da fare per riunire le centinaia di militari sovietici dispersi ancora sbandati per la provincia e nascosti per evitare di essere fatti prigionieri dagli alleati, per indirizzarli all’Ambasciata dell’URSS di Roma, in maniera di farli rimpatriare. <74
Relativamente al “Reparto Lupi”, esso ebbe contatti con il “Reparto Lamone” di Domenico Federici, con il gruppo del tenente Lucchini (che a fine maggio comandava anche il reparto del Tenente Gino, ucciso dai fascisti il 7 di quel mese) e con quello di Sorano del capitano Mario Salera. Non furono ritenuti opportuni collegamenti, fra gennaio e marzo del 1944, con la banda di Montebuono e altre del territorio amiatino, come si legge in alcune relazioni partigiane, probabilmente per una maggiore libertà di movimento e indipendenza del reparto.
Altra caratteristica della banda partigiana di Casciani, certamente non secondaria, fu che tutti i suoi componenti erano pitiglianesi, a eccezione dei russi “Ciurka” e “Constantin”, aspetto che rendeva più uniti e concordi quegli uomini originari dello stesso paese.

[NOTE]66 Aldo Magrini, di Gilberto e Assunta Tarchini, era nato a Pitigliano il 13 gennaio del 1928. Quando entrò in clandestinità, il 10 gennaio del 1944, non aveva ancora compiuto 16 anni. Sarà partigiano nella banda di Montebuono e nel “Reparto Lupi” di Casciani e ricordato, malgrado la sua giovane età, come un combattente molto coraggioso. Dopo la guerra, e dopo aver prestato il servizio militare, chiese all’Associazione Nazionale Partigiani di Grosseto informazioni per sapere se ci fossero state agevolazioni in favore dei combattenti che desiderassero espatriare, dal momento che aveva difficoltà a trovare lavoro. Sappiamo che in seguito emigrò in Francia e si arruolò volontario nella Legione straniera. (Comune di Pitigliano, Registro Atti di nascita, parte I 1928, n. 10 Magrini Aldo; AISGREC, Fondo ANPI, busta II.3 “Pratiche riconoscimento partigiani”, n. 90).
67 Quintilio Calò era nato a Firenze il primo marzo 1889. Sposato con Benvenuta Rosa Orvieto, era figlio di Emanuele Calò e Elena Orvieto. Fu arrestato a Firenze il 31 ottobre 1943 e incarcerato. Il 9 novembre del 1943 partì con il convoglio n. 3 da Firenze e raggiunse Auschwitz il 14. Non sopravvisse alla Shoah. Testimonianza di Massimo Calò, classe 1958, figlio di Umberto e nipote di Quintilio. Si veda anche il seguente sito: digital-library.cdec.it/cdec-w….
68 L’elenco dei partigiani e dei collaboratori di Casciani ci è stato gentilmente fornito da Valerio Lupi, figlio del partigiano Elio.
69 Testimonianza di Alberto Allegrini, classe 1924.
70 Testimonianza di Mario Casciani, classe 1932; testimonianza di Ferrero Pizzinelli, classe 1921.
71 Elio Desideri, nato a Pitigliano il 1/9/1921 e morto il 7/5/2018. Fratello di Ermanno, dopo aver fatto le scuole primarie e ginnasio proseguì gli studi universitari diventando avvocato e poi magistrato. Fu anche Sindaco e Pretore di Pitigliano e infine giudice al Tribunale di Grosseto fino alla pensione. Sposato con Rina Tinci (laureata in farmacia), ha avuto un unico figlio, Enrico. Testimonianza di Vanna Desideri, classe 1953.
72 Giulietto Betti, Franco Dominici, Banda Armata Maremmana, cit., pag. 349.
73 Franco Dominici, Giulietto Betti, Banda Arancio Montauto 1943-1944, cit., pp.32-33.
74 Franco Dominici, Giulietto Betti, Fascismo, Resistenza e altre storie in Maremma, cit., pag. 115.
Giulietto BettiFranco Dominici, Il partigiano Pietro Casciani. Storia del “Reparto Lupi” di Pitigliano, Le Strade Bianche di Stampa Alternativa – Pitigliano (GR), 2022, pp. 43-48

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