Etiopia, 6 milioni di euro italiani per l’ospedale di Adwa mentre gli sfollati in Tigray muoiono di fame
L’ospedale di Adwa, nello stato regionale del Tigray, da una semplice tenda oggi è uno dei più grandi ospedali della regione settentrionale dell’Etiopia.
“L’ospedale Kidane Mehret di Adwa prgettato per offrire 200 posti letto, è stato costruito di fianco alla missione salesiana. Le attività sanitarie sono state avviate nella prima ala da marzo 2019, con 27 posti letto iniziali.A causa di una grave crisi politica e militare tra il governo centrale ed il partito al potere nel Tigray, la regione di Adwa è stata al centro di un conflitto armato tra novembre 2020 e novembre 2022.
Il Kidane Mehret è rimasto l’unico nel raggio di centinaia di chilometri in grado di poter offrire assistenza sanitaria ai feriti ed ai malati.” Amici di Adwa ONLUS
Deve ancora espandersi e rafforzare la sua sua capacità e i suoi servizi grazie alla sovvenzione di 6 milioni di euro da parte del governo italiano.
L’accordo è stato firmato presso l’ambasciata italiana ad Addis Abeba tra Agostino Palese, ambasciatore italiano e Worknesh Mekonnen, la direttrice dell’ UNOPS – Ufficio delle Nazioni Unite per i servizi ed i progetti in Etiopia.
L’UNOPS per nome della direttrice in Etiopia e rappresentante presso l’African Union, supervisionerà la consegna del progetto che dovrebbe durare fino a 36 mesi.
La direttrice dell’ UNOPS ha dichiarato:
“L’Etiopia ha affrontato molteplici sfide umanitarie che si sovrappongono, mettendo a rischio la vita e il sostentamento di milioni di persone e guidando continuamente verso l’alto i bisogni urgenti di sostegno umanitario.A tal fine questo impegno del governoitaliano verso il popolo del’Etiopia è immenso. Questo è il terzo progetto che stiamo firmando col governo italiano nel 2023 e vorrei ringraziare il governo italiano per l’impegno continuo per la causa orientato a migliorare la vita delle persone che serviamo. Sono anche grata che abbia scelto UNOPS per realizzare questo particolare progetto. Nella massima misura possibile UNOPS garantirà che il progetto sia costruito sull’etica della resilienza climatica e dei principi di inclusività.”
L’Ambasciatore italiano dal suo canto ha espresso la speranza che l’Osp. Kidane possa essere esempio per gli hospice di tutta la regione e il piano del governo italiano di intervento anche nelle regioni di Amhara e Afar.
Ha aggiunto:
“L’iniziativa mostra il forte impegno del governo italiano a sostenere, rafforzare e migliorare il settore sanitario in Etiopia. Con questo progetto, l’Italia, sostituendo sostanzialmente il contributo della riabilitazione infrastrutturale del settore sanitario in Tigray, pone l’Italia in prima linea nell’azione per ricostruire, sostenere e rafforzare il servizio sanitario nella parte del Paese interessati da quasi 2 anni di guerra. E’ attraverso il potenziamento dell’ospedale Kidane Mehret che vogliamo contribuire alla realizzazione di un ospedale di riferimento per l’intera area per garantire l’accesso alla salute per tutti.”
Venerdì 4 agosto 2023 la Dottoressa Nonhlanhla Dlamini, WHO Ethiopia, ha fatto visita all’ Ayder Hospital di Mekelle.
“Ieri, la dott.ssa Dlamini con il suo team ha visitato l’ospedale specialistico #Ayder di #Mekelle #Tigray . Si sono svolte fruttuose discussioni con la dirigenza dell’ospedale, incentrate sul rafforzamento dei servizi sanitari e sull’affrontare le principali priorità sanitarie dell’ospedale.”
Giovedì 3 agosto 2023 il Dr. Hale Teka, lanciava un appello:
“Questa MRI – macchina per risonanza magnetica da 3 Tesla del valore di 300 milioni sta perdendo il suo potenziale magnetico a causa della mancanza di manutenzione. Se non mantenuta urgentemente, la risonanza magnetica diventerà presto del metallo inutile. L’Ayder Hospital ha un disperato bisogno di 30 milioni di Birr per ripararlo.Poiché la risonanza magnetica ora non funziona, i pazienti che necessitano del servizio stanno percorrendo circa 900 chilometri per ottenere una scansione. Salva la macchina, salva vite.”
Milioni di euro, ma l’urgenza per la sopravvivenza è ora
I due anni di guerra ed i successivi 9 mesi passati dall’accordo di cessazione ostilità firmato a Pretoria, oggi agosto 2023, ha portato a delle conseguenze umanitarie disastrose ancora in atto. Il tutto aggravato dal blocco del supporto alimentare di WFP e USAID a partire da marzo 2023 per quasi 6 milioni di persone in Tigray e nel resto d’Etiopia da giugno: sono 20 milioni oggi le persone in attesa.
La situazione dei campi IDP, per sfollati interni in Tigray é atroce e disumana
Le persone vivono in agonia giorno per giorno, mendicando di giorno nella speranza di trovare cibo o supporto. Decine di migliaia soffrono la fame per mancanza di cibo che dovrebbero fornire le agenzie umanitarie, ma che, nonostante l’accordo di tregua in atto, non ricevono le dovute cure ed assistenza.
Ho condiviso su un precedente aggiornamento la testimonianza di Marco Sassi, presidente VIM-Volontari Italiani Madagascar, coordinamento di 120 associazioni, in visita in campi per sfollati ad Abi Adi.Campi IDP a Shire, Tigray – Etiopia – Agosto 2023 – Credits Marco Sassi
Oggi riporto integralmente un suo nuovo aggiornamento del 4 agosto 2023:
“Refugee Camp di Shirè, Tigray Centrale. Mi mancano le parole. Mi sono mancate a lungo durante la visita al campo autocostruito intorno alle scuole primarie di Shirè, 6500 famiglie, 34.000 persone che vivono solo qua. E nel woreda di Shirè ce ne sono altri 18 così, in condizioni disumane.Mentre lo visitavo in compagnia del Comiteè di gestione, eletto dai rifugiati stessi, mi rimbalzavano in modo ossessivo in testa le parole e le immagini di “Se questo è un uomo” e dei lager.
Solo negli ultimi 2 giorni sono morte 4 persone per fame, 16 nelle ultime settimane. Sono 7 mesi che non ricevono nulla.
Mi era montata una rabbia che stava per esplodere, forse frenata solo dalle emozioni.
Rabbia perché ci sono Agenzie internazionali delle UN, come Unicef, Unhcr e OIM che hanno messo i loro stemmi nel campo. E ci sono pure le grandi INGO’s, – e io i nomi li faccio, oh se li faccio! – come World Vision, Plan, Danish Refugee Council, che hanno messo loghi e striscioni.
Ma la verità è che non fanno nulla, non distribuiscono cibo, non hanno medicine, fanno finta di fare assistenza medica – che non c’è!! – e hanno portato solo 150 tende (senza nient’altro) , del tutto insufficienti e gli altri se le sono costruite da soli!
Gli ho chiesto se hanno mai visto al campo dei ferenji (i bianchi)… NOOOO!!!
I “bianchi” stanno chiusi nei loro palazzi di lusso, con paghe stratosferiche e non vanno al campo – forse anche per paura delle critiche – e mandano di tanto in tanto i loro luogotenenti locali (quasi tutti della capitale, dell’etnia responsabile del genocidio da cui sono scappati) a fare qualche passerella o a montare qualche tendone più grande “di richiamo fotografico”, ma completamente vuoto e inutile. Quelli del DRC sono venuti , hanno portato una scrivania al comitteè e sono spariti. Ma hanno affittato – con finanziamento della UE ! – un intero palazzo di lusso!
Milioni di euro che spariscono nel nulla!
Il campo è stato allagato da una tempesta d’acqua una settimana fa, con tanta acqua che ha portato via un bambino, ma nessuno è venuto ad aiutarli!
Vivono dormendo per terra, con la TBC e altre malattie respiratorie sempre più diffuse, ma non hanno farmaci.
Ci sono moltissime donne con HIV, spesso a seguito dello stupro delle truppe eritree e delle milizie irregolari Fano, ma non hanno nulla. Sembra che l’HIV sia diffuso anche tra i bambini.
Si nutrono dei resti del cibo della popolazione residente in città, facendo elemosina, mandando i bambini a lustrare le scarpe.
Già… i bambini…. Quelli per i quali siamo stra-sicuri che UNICEF e UNHCR provvedano alla loro istruzione… e invece sono 3 anni che non vanno a scuola e nessuno se ne occupa!
E sono moltissimi i bambini denutriti e in evidentissimo ritardo di sviluppo rispetto all’età, con braccine del diametro di pochi cm, che fanno venire il magone in gola a toccarli. HANNO FAME!!
Nelle tende fradicie, su materassi e coperte fradicie, con fango e acqua, vivono anche in famiglie di 7- 8, nelle mini tende dell’OIM ne avevano sistemati anche il doppio, prima che scoppiasse una mini-rivolta.
Sono completamente abbandonati, sono tenuti all’oscuro di tutto e non sanno quali sono le risorse a loro disposizione (ma che bella “cooperazione”); sono incazzati neri contro le ong, che sfrecciano con fuoristrada nuovissimi, ma nessuno sa che cosa fanno o che cosa devono fare.Nel campo si muore di fame, ci sono migliaia di topi che portano malattie, si muore di malaria, di polmonite, si muore di malnutrizione, di sporcizia e mancanza di latrine decenti per tutti.
Sono disperati ma composti. Almeno per ora.Tutti mi chiamavano dentro il loro cantuccio, quando ce l’avevano. Alcuni dormono sul nudo pavimento esterno della scuola, per terra. In una foto ci sono dei cenci per terra. Sono il letto di un ragazzo che ha combattuto ed è rimasto mutilato; sono il suo letto. A fianco dei teli separano le “casine” open air di altrettante famiglie.
Nelle aule vivono anche 40-50 persone, 7- 8 famiglie, ogni letto una famiglia, eh sì, ….perché in un letto si dorme in 5.
I bambini sono denutriti, in evidente stato di ritardo di sviluppo rispetto all’età, hanno braccine di pochi cm di diametro. E’ una cosa che toglie il fiato.
Anche perchè con i soldi elargiti da UE e Stati vari avremmo dovuto occuparci di loro. Sono imbestialito.
Mi allargo: pensate di continuare a sostenere con i vostri contributi o 5×1000 l’Unicef?! Liberi, ma facciamo in modo di separare le nostre strade, datemi la possibilità di togliervi l’amicizia.Povera gente tradita: sono scappati dai Woreda occidentali di Humera e Dashan, a piedi, camminando per 4 o 5 giorni, facendo i funerali di quelli che morivano per strada uccisi dalla fatica, dalla sete, dalle milizie Fano o da quelle eritree se li trovavano sui monti.
Sanno di non poter tornare a casa. Le loro terre – tra le più fertili del Paese – e le loro case sono state occupate dalle milizie Fano, che non se vanno e non hanno alcuna intenzione di farlo, in barba agli Accordi di Pace. E mi fa ancora più incazzare, perché quando sento parlare di guerra in Ucraina e di tutte le attenzioni tra quei due popoli che non vogliono far la pace, bene, qua, nonostante i 600.000 morti degli Accordi di Pace sono stati firmati, il Tigray li ha rispettati e le altre parti no, ma la comunità internazionale se ne frega! Ma allora, ditemi, quando cazzo arriva il momento di mandare quei pagliacci dei Caschi Blu dell’ONU che paghiamo ognuno come nababbi, per stare intanati da qualche parte a non fare niente?!
Qua muoiono le persone perché non possono tornare alle loro case occupate e non restituite secondo gli Accordi di Pace! Ma chi cazzo glielo racconta la prossima volta di “fare la pace”?! Moriranno tutti fino alla fine prima di farsi fregare un’altra volta!
Sono mortificato, arrabbiato, ho pianto e ho avuto il magone per ore.
Ma non finisce qua.
Sono venuto fino qua, per vedere, per capire, e ho capito cose che non dovevo vedere.
E a chi si chiede “perché sei andato”, rispondo “perché non siamo andati”, tutti!, a squarciare quel velo oscurante che hanno fatto calare benissimo sopra questo dramma, che nessuno deve conoscere, nessuno deve vedere. Il genocidio più terribile degli ultimi anni, dimenticato.
Morire per fame, no, la mia religione laica non me lo concede.
E nemmeno di tacere.”
Le volontà politiche di sospensione alimentare e di gestione della crisi fanno morire persone ogni istante
Dopo la sospensione del supporto alimentare per milioni di persone da parte di agenzie umanitarie preposte a questo onere e responsabilità, non è giunta ancora alcuna dichiarazione ufficiale sulla ripresa delle attività da parte né di WFP né di USAID.
Il WFP aveva precedentemente dichiarato che probabilmente avrebbe ripreso le consegne verso la fine di luglio 2023. Tempo massimo superato e dal WFP alcuna dichiarazione.
Le persone continuano a morire di fame, adulti e bambini.
La scelta politicizzata di sospensione alimentare è stata ulteriormente politicizzata dalle volontà del Segretario americano Antony Blinken di comune accordo con il primo ministro etiope.
Venerdì 4 agosto 2023 il Dipartimento di Stato americano ha rilasciato un comunicato sul confronto telefonico avuto tra le due parti in cui si può leggere la volontà di costituire nuove sovrastrutture per “aiutare i bisognosi”.
“Il Segretario e il Primo Ministro hanno discusso della creazione di un sistema di distribuzione degli aiuti umanitari con una supervisione rafforzata per raggiungere l’obiettivo condiviso di riavviare gli aiuti alimentari il prima possibile.“
WFP e USAID si fanno attendere, come gli aiuti per milioni di persone in attesa, non si sa ancora per quanto.
Approfondimenti:
- [Analisi] Etiopia, in Tigray l’impatto della sospensione del supporto alimentare potrebbe essere peggiore dell’assedio.
- Etiopia, Aggiornamenti dal Tigray – 26 Luglio 2023
- Etiopia, la crisi umanitaria in Tigray continua, ma per l’Italia si è risolto tutto con l’accordo di Pretoria
- [Archivio] 2 anni di aggiornamenti su Tigray ed Etiopia
Etiopia, Come la guerra e le crisi nel Tigray hanno innescato un boom di agricoltura urbana
Autore: Kifle Woldearegay
Contributi di: Lyla Mehta, Tanvi Bhatkal e Ben O’Donovan-Iland
Il Tigray, nell’Etiopia settentrionale, è stato devastato da una guerra brutale dal novembre 2020, che comprendeva un assedio e un blocco che ha interrotto tutte le comunicazioni e i servizi più essenziali, insieme ai rifornimenti umanitari. Mentre un accordo di pace firmato nel novembre 2022 cercava di porre fine al conflitto armato, in realtà permangono sfide significative per quanto riguarda la fornitura di servizi essenziali alla popolazione di circa sei milioni.
A causa della guerra, ci sono stati notevoli problemi di sicurezza e questo ha portato a una totale interruzione del flusso di cibo e forniture agricole, contanti, medicine, carburante e altro ancora . Anche se circa 5 milioni di tigrini hanno dovuto affrontare la fame indotta dalla guerra, il Programma alimentare mondiale (PAM / WFP) ha sospeso gli aiuti alimentari (decisione controversa), apparentemente a causa di alcuni episodi di furto e saccheggio. Le famiglie della regione sono state quindi costrette a cercare metodi di sopravvivenza alternativi.
I principali centri urbani come la città di Mekelle, la capitale del Tigray, hanno visto una migrazione significativa di persone provenienti da piccole città e aree rurali, con circa 2,7 milioni di sfollati. Inoltre, le persone che sono fuggite nelle aree rurali durante il conflitto hanno iniziato a tornare nelle aree urbane. Ciò ha esercitato ulteriore pressione sui servizi cittadini sovraccarichi: negozi, ristoranti e venditori ambulanti devono ancora riaprire; le carenze di energia elettrica sono all’ordine del giorno, portando le persone a usare la legna da ardere per riscaldarsi e cucinare; la mancanza di approvvigionamento idrico significa che le persone sono costrette a utilizzare l’acqua non trattata dei corsi d’acqua e dei pozzi aperti per uso domestico; la carenza di forniture mediche sta costringendo le persone a ricorrere a forme di cura più tradizionali.
Verso l’agricoltura urbana
Nel bel mezzo di queste sfide significative, la ricerca del progetto Towards Brown Gold sta dimostrando che molte persone che vivono nei principali centri urbani, in particolare a Mekelle, si stanno impegnando in pratiche agricole urbane, come gli orti, come mezzo di sostentamento e sopravvivenza.
Questo non è un nuovo approccio. L’agricoltura urbana era all’ordine del giorno dell’Ufficio per l’agricoltura e lo sviluppo rurale del Tigray, così come dei consigli comunali, nella regione del Tigray per alcuni anni prima dell’inizio del conflitto. È stato praticato su piccola scala, in particolare per promuovere le piccole imprese e creare posti di lavoro nella regione. Dopo la guerra, tuttavia, l’agricoltura urbana è stata praticata a livelli senza precedenti.
Alcuni dei principali fattori abilitanti che incoraggiano le persone a farlo sono:
- Conoscenze e pratiche pregresse relative all’agricoltura urbana come ortaggi, frutta;
- Sforzi di sensibilizzazione da parte del Bureau of Agricultural attraverso i media (principalmente programmi radiofonici) e la fornitura di sementi e piantine, sebbene limitati;
- Fornitura temporanea da parte delle autorità locali di terreni aperti alle comunità locali (come bordi stradali, cantieri vuoti, spazi nelle scuole e nelle università, argini di torrenti/fiumi e altro) per uso agricolo urbano. Anche le discariche di rifiuti sono state convertite e utilizzate per l’agricoltura urbana, una pratica che ha anche contribuito a creare un ambiente pulito;
- I prezzi elevati del cibo e la scarsa disponibilità nei mercati hanno incoraggiato le persone a impegnarsi nell’agricoltura urbana poiché le persone non hanno altra alternativa che provare qualsiasi opzione di sostentamento, inclusa l’agricoltura urbana.
Opportunità e problemi emergenti
L’agricoltura urbana contribuisce a proteggere la catena di approvvigionamento alimentare a Mekelle. Di fronte a gravi carenze alimentari da fuori città, le persone impegnate in pratiche agricole urbane possono avere cibo a sufficienza per i propri bisogni, oltre a eccedenze da vendere ai mercati. L’approvvigionamento principale proviene da frutta e verdura, in particolare quelli essenziali per cucinare e nutrirsi come cavoli, cipolle, peperoni, pomodori e aglio.
Mekelle si trova nella regione arida e semi-arida del Tigray, il che significa che l’approvvigionamento idrico è scarso. Pertanto, le famiglie hanno avuto accesso all’acqua da una varietà di fonti, tra cui pozzi, ruscelli, sorgenti, acque di scolo e altro ancora.
Alcune di queste fonti d’acqua, sebbene sconsigliate per il consumo diretto, vengono utilizzate per scopi agricoli. Le prove sulla qualità delle fonti idriche a Mekelle mostrano che l’acqua è adatta per scopi di irrigazione, sebbene sia necessario un monitoraggio continuo della qualità per garantire che rimanga sicura da usare. Ciò è particolarmente vero in quanto gran parte della ricarica dell’acqua proviene dai sistemi settici e fognari della città.
L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha stabilito degli standard per l’uso delle acque reflue per l’irrigazione e diversi paesi e città stanno utilizzando questi standard per promuovere l’agricoltura urbana, di cui Mekelle è uno. Tuttavia, con il rapido emergere dell’economia circolare, in particolare con l’agricoltura urbana, stanno sorgendo diverse questioni e problemi critici per ulteriori interventi efficaci, ricerca e innovazione.
- In che modo un’economia circolare olistica può essere sistematicamente integrata nella pianificazione urbana come opzione di sopravvivenza per le persone e come componente importante per lo sviluppo socio-economico nel ripristino e nella ricostruzione postbellica?
- In che modo è possibile sviluppare ulteriori nuove idee su come i rifiuti liquidi urbani (come i rifiuti umani o animali) vengono percepiti e utilizzati per promuovere approcci di economia circolare, in particolare nelle città e nei paesi in rapida urbanizzazione dei paesi a basso e medio reddito?
- In che modo i comuni e le comunità possono progettare, creare e fornire una pianificazione urbana integrata per promuovere approcci di economia circolare che considerino le interazioni dinamiche (in termini di spazio e tempo) di acqua, rifiuti (sia solidi che liquidi), ambiente, infrastrutture e esseri umani ?
Spostandosi verso Brown Gold
L’espansione e la promozione osservate dell’agricoltura urbana nelle principali città del Tigray durante la guerra e le crisi è un forte esempio di come un’economia circolare può aiutare le persone a far fronte a sfide difficili. I governi, i donatori, gli istituti di ricerca e le organizzazioni esecutive devono imparare dalla portata e dai vantaggi dell’espansione dell’economia circolare nel Tigray.
La piena ed efficace attuazione di un’economia circolare, in particolare dell’agricoltura urbana, richiede un cambio di paradigma in quattro modi principali: uno, nel modo in cui il suolo urbano è pianificato e utilizzato; due, nel modo in cui i rifiuti liquidi urbani sono percepiti dalla collettività; tre, nella comprensione delle interazioni dinamiche di acqua, rifiuti, infrastrutture e esseri umani negli ambienti urbani; e quattro, sui vantaggi multidimensionali dell’economia circolare come meccanismo di sopravvivenza temporaneo e come strategia di adattamento alla crisi climatica a lungo termine.
Per passare con successo all’oro marrone, è necessario implementare e potenziare in modo sistematico lo sviluppo dell’economia circolare, supportato da politiche, strategie e quadri normativi appropriati, integrati con lo sviluppo di capacità, la ricerca e le innovazioni.
FONTE: medium.com/@TowardsBrownGold/h…
Stoccolma, 52 feriti, 100 detenuti negli scontri al festival eritreo
FONTE: AFP
Più di 50 persone sono rimaste ferite e dozzine sono state arrestate giovedì a Stoccolma quando sono scoppiati scontri durante un festival filogovernativo eritreo, hanno detto funzionari della polizia e della sanità, con manifestanti antigovernativi che hanno distrutto proprietà nel sito.
“Un altro raduno pubblico ha avuto luogo vicino al luogo del festival, durante il quale è scoppiata una violenta rivolta”, ha detto la polizia, aggiungendo in un comunicato di aver arrestato “un centinaio di persone”.
La polizia ha affermato di essere rimasta sulla scena in un sobborgo a nord-ovest di Stoccolma e di “continuare i suoi sforzi per interrompere atti criminali e ristabilire l’ordine”.
Hanno anche affermato di aver aperto un’indagine su disordini violenti e incendi dolosi, oltre a ostacolare il lavoro della polizia e dei servizi di soccorso.
Circa 1.000 manifestanti antigovernativi autorizzati a tenere una protesta nelle vicinanze hanno sfondato una barriera della polizia mentre prendevano d’assalto il festival, ha riferito il tabloid Expressen.
Hanno abbattuto le tende del festival, usando le punte delle tende come armi contro la polizia e lanciando pietre contro gli agenti, ha detto il giornale.
La polizia ha detto che almeno 52 persone hanno richiesto cure mediche, sul posto o presso cliniche e ospedali locali.
Alle 19:00 (15:00 GMT), 15 persone erano state portate in ospedale, ha dichiarato l’autorità sanitaria regionale della regione di Stoccolma in una dichiarazione separata.
Otto di loro hanno riportato “ferite gravi”, mentre gli altri sette hanno riportato “ferite lievi”, secondo l’autorità, che ha aggiunto di avere più unità sulla scena.
“È un’operazione complicata ed estesa. Ci sono molte persone in movimento sul posto e il numero totale di feriti non è ancora chiaro”, ha detto Patrik Soderberg, capo medico della regione di Stoccolma.
I filmati della scena mostravano auto e almeno una tenda in fiamme, che mandavano in aria grandi nuvole di fumo nero.
La polizia ha chiuso un tratto della vicina autostrada E18 in entrambe le direzioni mentre le persone in fuga hanno bloccato la strada.
Il festival Eritrea, che si tiene da molti anni, prevede seminari, dibattiti e conferenze, oltre a musica, un bazar e una fiera.
L’appuntamento è da giovedì a domenica.
FONTE: The Guardian
Dozzine di feriti dopo che i manifestanti hanno preso d’assalto il festival eritreo a Stoccolma
Gli oppositori del governo eritreo hanno abbattuto le tende e dato fuoco alle auto, con “circa 100” persone arrestate
La polizia ha dichiarato di aver aperto un’indagine per disordini violenti e incendi dolosi, nonché per ostruzione al lavoro della polizia e dei servizi di soccorso. Fotografia: Magnus Lejhall/TT News Agency/AP
Più di 50 persone sono rimaste ferite e decine sono state arrestate a Stoccolma dopo che gli oppositori del governo eritreo hanno preso d’assalto un evento nella capitale svedese organizzato da sostenitori del regime.
Circa 1.000 manifestanti antigovernativi che erano stati autorizzati a tenere una protesta nelle vicinanze hanno sfondato una barriera della polizia, abbattendo le tende del festival e incendiando stand e veicoli.
“Un altro raduno pubblico ha avuto luogo vicino al luogo del festival, durante il quale è scoppiata una violenta rivolta”, ha detto la polizia, aggiungendo in un comunicato di aver arrestato “un centinaio di persone”.
La polizia ha affermato di essere rimasta sul posto, in un sobborgo a nord-ovest di Stoccolma, e di “continuare i suoi sforzi per interrompere atti criminali e ristabilire l’ordine”.
Tra le 100 e le 200 persone sono state arrestate, secondo un portavoce della polizia. La polizia ha dichiarato di aver anche aperto un’indagine per disordini violenti e incendi dolosi, nonché per ostruzione al lavoro della polizia e dei servizi di soccorso.
I manifestanti contro il governo eritreo hanno preso d’assalto il festival all’aperto, dando fuoco alle bancarelle e abbattendo le tende. Fotografia: Magnus Lejhall/TT News Agency/AP
La polizia ha detto che almeno 52 persone hanno richiesto cure mediche, sul posto o presso cliniche e ospedali locali. Alle 19:00 (15:00 GMT), 15 persone erano state portate in ospedale, ha dichiarato l’autorità sanitaria della regione di Stoccolma in una dichiarazione separata. Otto delle persone hanno riportato “ferite gravi”, mentre le altre sette hanno riportato “ferite lievi”, secondo l’autorità, che ha affermato di avere più unità sulla scena.
La Svezia ospita decine di migliaia di persone con radici eritree. Il festival dedicato al patrimonio culturale dell’Eritrea è un evento annuale che si tiene dagli anni ’90, ma secondo i media svedesi è stato criticato perché sarebbe servito come strumento promozionale e fonte di denaro per il governo della nazione africana.
“Questo non è un festival, stanno insegnando ai loro figli l’incitamento all’odio”, ha detto il manifestante Michael Kobrab all’emittente svedese TV4.
I gruppi per i diritti umani descrivono l’Eritrea come uno dei paesi più repressivi del mondo. Da quando ha ottenuto l’indipendenza dall’Etiopia tre decenni fa, la piccola nazione del Corno d’Africa è stata guidata da un presidente, Isaias Afwerki, che non ha mai tenuto un’elezione. Milioni di persone sono fuggite da condizioni come la coscrizione militare forzata.
Anche un partecipante al festival, Emanuel Asmalash, ha parlato con TV4, accusando i manifestanti di essere “terroristi” dall’Etiopia.
Il ministro della giustizia svedese, Gunnar Strömmer, ha dichiarato in una dichiarazione scritta all’agenzia di stampa svedese TT: “Non è ragionevole che la Svezia venga trascinata in questo modo nei conflitti interni di altri paesi.
“Se fuggi in Svezia per sfuggire alla violenza, o sei in visita temporanea, non devi causare violenza qui. Le risorse della polizia sono necessarie per scopi diversi dal tenere separati gruppi diversi l’uno dall’altro”.
Approfondimento: Svezia, festival eritreo, perché il ministro si sbaglia sulla sua interruzione
Svezia, festival eritreo, perché il ministro si sbaglia sulla sua interruzione
Fonte: Mirjam van Reisen
Mi oppongo fermamente alla reazione del ministro della Giustizia #Svezia , Gunnar Strömmer, ha dichiarato in una dichiarazione scritta all’agenzia di stampa svedese TT in seguito alla violenta rottura del festival #Eritrea #PFDJ per i seguenti motivi:
1. Il Ministro della giustizia ha la responsabilità di garantire che i richiedenti asilo siano protetti e sicuri. I festival sono uno strumento del regime dittatoriale dell ‘#Eritrea per minare la protezione, la sicurezza e l’incolumità dei rifugiati eritrei. Il ministro è responsabile di fermarlo;
2. Il lungo braccio del regime rafforza la sua attività criminale organizzata a livello internazionale attraverso Eriblood, una milizia privata che opera sul suolo svedese. L’onorevole ministro è responsabile di questo e dovrebbe fermarlo. È antidemocratico e al di fuori dell’ordinamento giuridico svedese e dell’UE
3. Il poeta e scrittore Dawid Isaac è detenuto in carcere in #Eritrea da più di due decenni senza processo. I profughi chiedono la sua libertà. È il simbolo della libertà di parola che in Eritrea non esiste. Il Ministro ha il mandato e il dovere di adoperarsi per la sua liberazione
4. La violenza genocida dell ‘#Eritrea contro il #Tigray non dovrebbe essere promossa da incitamento all’odio e propaganda durante un festival in Svezia. Il ministro è responsabile di garantire che la perpetrazione di crimini atroci sia perseguita nell’ambito del sistema internazionale per prevenire tali crimini
5. I rifugiati dall ‘#Eritrea fuggono dai crimini contro l’umanità perpetrati dal regime in #Eritrea e in #Libia contro di loro. Il ministro dovrebbe combattere l’impunità e porre fine a tale perpetrazione in modo che le persone possano costruire la propria vita con le loro famiglie nelle loro case
6. Il lungo braccio di #Eriblood o “52” è noto per aver iniziato la violenza che il regime usa come capro espiatorio dei rifugiati #Eritrei . Il ministro è incaricato di indagare su eventuali collegamenti di 52 all’inizio della violenza delle manifestazioni pacifiche come strumento di capro espiatorio
7. Le milizie 52 #Eriblood dovrebbero essere proibite in #Svezia e in Europa in quanto violano lo spirito delle leggi antiterrorismo per proteggere la legge e l’ordine nel nostro continente. Nessuna violenza da parte di milizie straniere private dovrebbe essere condonata. Ministro: è una linea rossa
8. lui ha detto: “Non è ragionevole che la Svezia sia trascinata nei conflitti interni di altri paesi. Se fuggi in Svezia per sfuggire alla violenza o per una visita, non devi causare violenza. Le risorse della polizia sono necessarie per scopi diversi dal tenere separati gruppi diversi l’uno dall’altro”.
9. La mia osservazione è che il Ministro della Giustizia #Svezia dovrebbe essere informato dell’attività criminale perpetrata durante i festival organizzati dal Regime dell’ #Eritrea in Svezia – dove ciò è stato segnalato per la prima volta nel 2013 e lavorare sodo per porre fine a questi festival criminali
[Analisi] Etiopia, in Tigray l’impatto della sospensione del supporto alimentare potrebbe essere peggiore dell’assedio.
L’articolo che segue (con una mia contestualizzazione) è la traduzione integrale dell’analisi di Duke Barbridge per Tghat che identifica l’aggravamento della situazione di vita per milioni di persone in Tigray, stato regionale etiope, dopo la decisione da parte di WFP e USAID di sospendere la fornitura alimentare umanitaria.
Contesto
Nel novembre 2020 in Tigray è iniziata una guerra regionale che ha coinvolto anche Eritrea e indirettamente soldati somali e che oggi viene definita la più atroce degli ultimi anni. Le stime parlano di più 600.000 morti tra i civili e sono state perpetrate attività di pulizia etnica, sostituzione demografica sul popolo tigrino, crimini di guerra e contro l’umanità in cui sono implicati tutte le forze coinvolte in prima linea.
Guerra combattuta nel totale blackout elettrico, comunicativo di 2 anni e nell’isolamento e confinamento di più di 6 milioni di persone nel Tigray per strategia militare dettata da scelte politiche ben precise: anche dopo l’accordo di tregua gli invasori eritrei e le milizie e le forze amhara (in parte ancora occupanti varie zone della regione) hanno continuato a perpetrare abusi e violenze.
Oggi la sopravvivenza delle persone che vivono per la maggior parte in zone rurali, per i milioni di sfollati e per le persone affette da patologie croniche o di primo soccorso è ancora appesa ad un filo: manca ancora tutto anche se ci sono notizie di una certa ripresa (come la recente apertura delle università di Mekelle ed Adigrat) e voglia di ricostruzione. Nonostante l’accordo di tregua siglato il novembre 2022, le forniture umanitarie, il materiale salvavita medico e alimentare si fanno attendere.
Archivio di 2 anni: Tigray : la Guerra Genocida Dimenticata dal Mondo – Archivio
Per l’Italia del governo Meloni si è tutto risolto con il viaggio di propaganda della Premier in Etiopia fotografata insieme agli abbracci ed ai sorrisi dei bambini sventolanti la bandiera italiana congiuntamente ad una precedente visita del Premier etiope Abiy Ahmed Ali in cui è stato siglato un accordo triennale del valore di 182 milioni di euro per supportare la filiera agroalimentare, del té e del caffe etiopi.
Per l’Italia dei media politicizzati che seguono lo scoop si è risolto tutto il 2 novembre 2022 a Pretoria, quando con la mediazione dell’Unione Africana, governo centrale etiope e rappresentanti del Tigray hanno siglato l’accordo di “cessazione ostilità”, di tregua, di non guerra. I media del tricolore quindi si sono sentiti legittimati a non scriverne più dell’attuale crisi umanitaria del Tigray.
I media in Italia non rendono nota nemmeno l’attuale instabilità sociale nella vicina regione Amhara in cui c’è un fermento di violenze ed attacchi tra forze di polizia regionali, federali e fazioni “ribelli” di milizie che secondo fonti governative starebbero intaccando stabilità e pace nell’area e coinvolgendo anche i civili come vittime degli attacchi fratricidi.Premier Meloni, missione Etiopia – Africa / #PianoMattei? (Foto Ansa)
La recente visita in Tigray (1 agosto 2023) di Marco Sassi, presidente VIM – Volontari Italiani Madagascar coordinamento di 120 associazioni, ha messo in luce la realtà di vita degli IDP, degli sfollati nei campi di accoglienza di Abi Adi.
“Campo profughi di Abi Addi (Tigray). In questo campo 1200 bambini vengono sfamati una volta al giorno con gli aiuti intermittenti della diaspora, raccolti da una suora ortodossa, una sorta di piccola Madre Teresa di Calcutta, che ho incontrato alla sera. Non hanno altri aiuti da 7 mesi. Sono alla fame. Il campo era una scuola, che ovviamente non funziona, anche perchè mancherebbero i maestri.
Qua ad Adi Abbi sono stati uccisi dagli Eritrei centinaia di civili, tra cui 3 operatori umanitari di MSF, tra cui la spagnola Maria Hernandez.
Sono in disperata ricerca di aiuti e sono alla disperazione. Oggi i bambini non hanno mangiato, non c’erano scorte, quelle poche sono state rovinate da una tempesta d’acqua.”
Campi IDP Abi Adi – grave situazione umanitaria e di vita di migliaia di sfollati in Tigray
In un successivo aggiornamento ha denunciato:
Non ho segnale per scrivere tutto quello che penso dell’Unicef e delle altre grandi Agenzie UN e ong che sono passate a fare promesse da marinaio. Meglio che non abbia segnale.
126 morti per fame in questo altro campo profughi dimenticato di Abi Addi, in una scuola dove si sono rifugiate 2700 persone, che non ricevono aiuti alimentari da 7 mesi.
Vivono in 50 persone in ciascuna delle aule, sono allo stremo, alcune aspettano la morte per terra.
Sono scappate tutte dalla zona di Humera, Western Tigray, occupato da milizie irregolari Fano, che stanno continuando nel loro genocidio, del tutto indifferenti agli Accordi di Pretoria.
Temo che presto la situazione possa implodere nuovamente, se non si ritirano le milizie Fano e le truppe eritree dal Nord Tigray, spalleggiate da quelle somale, entrambe responsabili di eccidi di massa di civili inermi, stupri, evirazioni di bambini, torture, razzie e ogni altra barbarie possibile.
Non ho segnale per scrivere tutto quello che penso dell’Unicef e delle altre grandi Agenzie UN e ong che sono passate a fare promesse da marinaio. Meglio che non abbia segnale.
Perchè questa è una situazione disumana e non si può accettare che chi si è salvato dalla guerra muoia per la fame.
Solo qua ci sono state 126 decessi per fame, molti negli ultimi giorni, ma gli IDP’s ad Adi Abbi sono 70.000 e sono tutti nelle stesse condizioni di abbandono.
Le preziose testimonianze condivise da Marco Sassi corroborano, confermano l’analisi dati esposti da Duke Barbridge sulla gravità di vita per milioni di persone in Tigray dettate da volontà e scelte politicizzate.
L’impatto della sospensione degli aiuti nel Tigray potrebbe essere peggiore dell’assedio.
Secondo la prima importante valutazione condotta dopo la sospensione degli aiuti alimentari, nel giugno 2023 più famiglie tigrine si trovano nella fase peggiore dell’insicurezza alimentare in almeno due zone (centrale e sudorientale) rispetto a un anno fa . Lo studio condotto dai ricercatori del Tigray Health Research Institute e delle università Mekelle e Adigrat e rivisto da Tghat media ha rilevato che più di un bambino su dieci sotto i due anni soffriva di malnutrizione acuta grave e che il tasso di malnutrizione acuta grave per i bambini sotto i due anni cinque era del 38%, che supera la soglia per la carestia. I dati del nuovo studio suggeriscono che l’impatto dell’assedio sulla sicurezza alimentare nel Tigray, come osservato nella valutazione del giugno 2022 del WFP, è stato meno grave dell’impatto della sospensione osservato il mese scorso.
Questo sviluppo arriva solo quattro mesi dopo una precedente valutazione fatta dal Programma Alimentare Mondiale (WFP) poco prima della sospensione degli aiuti e mai pubblicata, secondo la quale la grave insicurezza alimentare si era dimezzata nel Tigray dall’accordo di Pretoria e quasi la metà del popolazione bisognosa aveva ricevuto assistenza alimentare nell’ultimo mese.
In difesa della decisione sempre più controversa di sospendere gli aiuti, il Direttore Esecutivo del WFP Cindy McCain ha descritto un completo fallimento della risposta alla carestia nei mesi precedenti la sospensione degli aiuti in una recente intervista per Devex con Teresa Welch:
“La maggior parte della deviazione degli aiuti è avvenuta a dicembre e gennaio, ha detto McCain, ma il WFP l’ha scoperto solo ‘molto più tardi’. Lo ha definito “un disastro tutto intorno”. […] McCain ha affermato che il WFP ha adottato un approccio “senza rimpianti” per fornire aiuti alimentari in Etiopia, seguendo un principio umanitario secondo cui in un contesto di emergenza, le decisioni possono essere prese con minore riguardo alle conseguenze a lungo termine perché il bisogno immediato è così acuto . […] ‘Ha fallito’, ha detto McCain di quell’approccio.
È interessante notare che McCain si concentra su dicembre e gennaio come il punto in cui si è verificata la maggior parte della diversione per due motivi. In primo luogo, la quantità di cibo distribuito nel Tigray a febbraio e marzo 2023 ha superato la distribuzione di dicembre e gennaio di circa un milione di razioni. Se l’indagine sul furto di aiuti ha rilevato che la quantità di cibo deviato è diminuita mentre è aumentata la quantità di cibo distribuito, sembrerebbe rappresentare un progresso senza la necessità di una sospensione. In secondo luogo, alla fine di gennaio il WFP ha lanciato una valutazione alimentare, che avrebbe fornito una visione diretta della portata della diversione e del suo impatto sull’insicurezza alimentare nel Tigray. Tranne che la valutazione di febbraio non ha registrato alcuna prova di un recente “disastro”.
Tre conclusioni dai due studi inediti
Le conclusioni che si possono trarre da entrambi gli studi sottolineano la necessità dell’immediata ripresa degli aiuti e contraddicono direttamente la giustificazione del WFP per la sospensione degli aiuti al Tigray alla fine di marzo , all’inizio della stagione di magra agricola, mentre 5,4 milioni di persone cercano di sopravvivere fino al raccolto autunnale.
Conclusione 1: il cibo distribuito dopo l’accordo di Pretoria raggiungeva i beneficiari bisognosi a partire dal febbraio 2023.
Il numero di intervistati nella valutazione del WFP di febbraio che ha riferito di aver ricevuto assistenza alimentare nel mese precedente era paragonabile alla scala di distribuzione riportata dall’Etiopia Food Cluster. Il grafico seguente mostra essenzialmente quanti intervistati avrebbero dovuto dire ai ricercatori di aver ricevuto assistenza alimentare nel mese precedente al momento in cui è stata messa in campo ciascuna valutazione alimentare. Quando sono state condotte le interviste per la valutazione di febbraio (dal 26 gennaio al 23 febbraio), tra il 37 e il 46% delle persone bisognose avrebbe dovuto ricevere cibo nelle quattro settimane precedenti. La valutazione ha rilevato che il 46% di oltre 4.000 famiglie aveva ricevuto cibo nel mese precedente.
Questa scoperta non smentisce le segnalazioni di dirottamento o furto di aiuti, né suggerisce che i bisogni delle persone più vulnerabili del Tigray siano stati soddisfatti. Tuttavia, dimostra che, secondo il WFP a febbraio, la prevalenza dell’abuso era sufficientemente bassa a febbraio da eludere il rilevamento nel più grande studio di valutazione alimentare eseguito nel Tigray dall’inizio della guerra. Ciò suggerisce fortemente che il furto e la deviazione erano gestibili appena prima della sospensione degli aiuti a livello regionale.
Conclusione 2: la riuscita distribuzione dell’assistenza alimentare internazionale sembra aver contribuito al primo periodo di progressi contro la grave insicurezza alimentare nel Tigray dal 2021.
Come mostra il grafico successivo, tra giugno 2022 e febbraio 2023, il tasso di grave insicurezza alimentare nel Tigray è sceso di oltre la metà, passando dal 47% al 21% complessivamente, con le diminuzioni più significative osservate nelle zone centrali e nord-occidentali. I ricercatori hanno riscontrato riduzioni a due cifre della grave insicurezza alimentare in ogni zona accessibile.
È difficile prevedere l’impatto complessivo della distribuzione del cibo sulla grave insicurezza alimentare a causa dell’ampia gamma di fattori che potrebbero spingere ulteriormente una famiglia verso la fame. Tuttavia, il miglioramento su questa scala suggerisce che la distribuzione degli aiuti alimentari stava generando risultati positivi per coloro che li ricevevano. La netta riduzione della grave insicurezza alimentare unita al forte aumento delle famiglie che hanno dichiarato di aver ricevuto assistenza alimentare nell’ultimo mese sono forti indicazioni che l’approccio adottato dal WFP e da altre agenzie internazionali di aiuto nel Tigray stava finalmente iniziando a compiere progressi significativi sulla questione.
Conclusione 3: A giugno, l’impatto della sospensione degli aiuti sulla grave insicurezza alimentare nel Tigray era già peggiore di quanto non fosse l’anno scorso alla fine dell’assedio, quando gli aiuti alimentari non erano ancora un fattore.
L’impatto della sospensione del cibo è già stato devastante per le persone che hanno subito una campagna di genocidio e fame armata. Secondo i dati più recenti disponibili dalle zone sudorientali e centrali, la grave insicurezza alimentare è aumentata notevolmente ed è più diffusa ora di quanto non fosse durante l’assedio. Come mostrato nel grafico successivo, il tasso di grave insicurezza alimentare è quasi raddoppiato nella zona sudorientale e quasi triplicato nella zona centrale dopo la sospensione.
Come indicato nel primo grafico, al momento delle interviste per la valutazione del giugno 2022, gli aiuti alimentari non avevano ancora raggiunto un numero sufficiente di famiglie per costituire un fattore di sicurezza alimentare. Le condizioni in questo momento avrebbero rispecchiato quattro mesi di pieno assedio che hanno preceduto la valutazione piuttosto che la temporanea ripresa dell’accesso agli aiuti che aveva raggiunto meno del 10% nelle quattro settimane precedenti la ricerca sul campo. Durante le interviste per la valutazione del giugno 2023 nessuno aveva ricevuto aiuti nelle ultime quattro settimane e la grave insicurezza alimentare era di cinque punti percentuali più alta in entrambe le zone rispetto a un anno prima.
Non c’è motivo di credere che le famiglie tigrine nelle altre zone del Tigray stiano meglio di quelle della zona sud-orientale e centrale. Vi sono tutte le ragioni per credere che le condizioni siano ancora peggiori in luoghi come Endabaguna , dove decine di migliaia di sfollati tigrini avevano perso l’ultimo giro di distribuzione di cibo e sono stati abbandonati dal WFP prima della sospensione.
Come ha riferito la scorsa settimana un operatore umanitario ad Adwa, il numero dei morti e degli affamati è sconosciuto perché c’è poca speranza per le persone di trovare cure per la malnutrizione nelle strutture sanitarie. Quindi, stanno morendo a casa.
“Quindi, stanno morendo a casa.”
Come mostrato nel grafico finale, all’inizio della sospensione gli operatori sanitari del Tigray avevano scorte sufficienti per curare più di 11.000 bambini sotto i cinque anni affetti da malnutrizione acuta grave (SAM), a giugno la fornitura di alimenti terapeutici, formule e medicinali era stato ridotto di oltre due terzi. Secondo la più recente valutazione alimentare, il tasso di SAM nei bambini sotto i due anni nella woreda di Adwa era di un astronomico 30% a giugno. Secondo la dashboard di gestione SAM di Nutrition Cluster solo 41 bambini sono stati ricoverati per malnutrizione grave durante quel mese, in calo rispetto ai 1.631 di marzo.
Controllo più informale?
“Fino al 2022, il direttore nazionale del WFP per l’Etiopia non credeva che ci fossero stati decessi legati alla fame nel Tigray”
È agghiacciante vedere gli alti dirigenti del WFP rilasciare dichiarazioni sul Tigray che sembrano contraddire i propri dati. Fino al 2022, il direttore nazionale del WFP per l’Etiopia non credeva che ci fossero stati decessi legati alla fame nel Tigray sulla base di ciò che ha descritto nel suo libro di memorie come “ qualche controllo informale “. Valutazioni più formali dell’OIM-DTM hanno rilevato che circa 100.000 bambini di età inferiore ai cinque anni sono stati sfollati nella zona nord-occidentale del Tigray, che è la più grande area di operazioni del WFP nel Tigray. Di questi bambini, più della metà viveva in un sito di accoglienza che (a) aveva ricoverato almeno un bambino in cure speciali per malnutrizione acuta grave e (b) non aveva ricevuto assistenza alimentare negli ultimi tre mesi.
Era, ed è tuttora, compito del WFP fornire assistenza alimentare per evitare che i bambini nella zona nord-occidentale del Tigray muoiano di fame. In passato, gli alti dirigenti del WFP non credevano nelle morti per fame. Oggi, l’alta dirigenza non crede che la distribuzione di cibo nel Tigray sia un modo efficace per impedire loro di morire di fame.
“Oggi, l’alta dirigenza non crede che la distribuzione di cibo nel Tigray sia un modo efficace per impedire loro di morire di fame.”
Lo sforzo umanitario nel Tigray è stato debole nel gennaio 2023 rispetto all’entità del bisogno, ma non è stato il “disastro” descritto da McCain. Il disastro è stato creato dalla sospensione degli aiuti e oggi sta uccidendo i tigrini. I donatori e i responsabili politici devono spingere il WFP per la trasparenza in modo che i dirigenti senior, piuttosto che le famiglie affamate, siano ritenuti responsabili di decisioni sbagliate.
Autore: Duke Burbridge – è stato Senior Research Associate presso l’International Center for Religion & Diplomacy (ICRD) per quindici anni, dove ha fornito supporto alla ricerca per programmi di costruzione della pace basati sulla comunità in paesi colpiti da conflitti come Pakistan, Yemen e Colombia. Durante la sua permanenza all’ICRD, Burbridge ha anche condotto ricerche sul ruolo dell’istruzione nella radicalizzazione e nel reclutamento in gruppi estremisti violenti in Arabia Saudita e Pakistan e sul ruolo dei leader religiosi conservatori nel contrastare l’estremismo violento nello Yemen e nell’Africa settentrionale e orientale. Ha lasciato il campo nel 2021 per scrivere un libro sulla riforma della costruzione della pace guidata dall’esterno. Ha sospeso il libro per aumentare la consapevolezza del genocidio in atto nel Tigray.
Foto: Mercanti che vendono legumi e legumi, Adi Haqi Market, Mekelle, Tigray | Attestazione: Goyteom Gebreegziabher ( Goyteom37 )
FONTE: tghat.com/2023/08/03/new-data-…
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“Estate 2023. Viaggiare veloci e sicuri, ma senza rinunciare alla privacy”
Nuovo appuntamento con la rubrica Privacy weekly, tutti i venerdì su StartupItalia. Uno spazio dove potrete trovare tutte le principali notizie della settimana su privacy e dintorni.
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Report 2022 - Stato dei # diritti digitali e dell'inclusione in 24 paesi africani
#Africa #AI #digitalrights #Londa
Questa edizione di Londa si concentra su questioni trasversali che interessano i diritti digitali e la libertà di Internet nel 2022. Valuta inoltre l'impatto e le prestazioni del Universal Service Fund’s nei 24 paesi esaminati
Grazie a @Davide Tommasin ዳቪድ per la segnalazione
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Etiopia, Aggiornamenti dal Tigray – 26 Luglio 2023
Smembrata la forza tigrina
Il vice dell’amministrazione ad interim Tadesse Werede (Gen.) afferma che oltre 50.000 ex combattenti del TDF – Tigray Defence Forces sono stati smobilitati come parte dell’accordo di pace – CoHA.
Tadesse Werede, deputato dell’IRA e capo del segretariato di gabinetto per la pace e la sicurezza, ha affermato che il processo fa parte dell’accordo di Pretoria e del piano esecutivo firmato a Nairobi come riferito da Tigrai TV.
Le forze del Tigray hanno iniziato a smobilitare i loro combattenti il 26 maggio, precedute dalla consegna delle loro armi alle forze di difesa nazionali etiopi – ENDF – Etiopian National Defence Forces.
Le forze tigrine hanno consegnato gli armamenti pesanti nel gennaio di quest’anno in una guarnigione ad Agulae, nel Tigray orientale.
La sopravvivenza degli sfollati in Tigray tra fame e alluvioni
Goyteom Gebreegziabher, Specialista della gestione dei bacini idrici e Programma di gestione sostenibile del territorio (SLMP) in Tigray, condivide foto e video degli sfollati interni del campo ad Abi Adi colpiti da forti piogge, alluvioni che hanno intaccato le scorte alimentari, lasciando così 7000 bambini “a pancia vuota”. (Video)Sfollati e alluvionati del campo di Abi Adi, nel Tigray centrale – Luglio 2023
Proteste per mancanza di fertilizzanti
Gli agricoltori di diverse parti d’Etiopia continuano a protestare contro la mancata consegna tempestiva di fertilizzante, l’ultima avvenuta nella zona di Hadiya, ex regione delle Nazioni, Nazionalità e Popoli del Sud – SNNP (oggi Southern Ethiopia Regional State). Il Ministero dei Trasporti e della Logistica in risposta ha dichiarato che sta intensificando una campagna per il trasporto di fertilizzanti massicci accumulati al porto di Gibuti.
A seguito di una campagna lanciata la scorsa settimana, sono state trasportate più di 60mila tonnellate di fertilizzante dal porto di Gibuti tra il 21 e il 23 luglio. 439 autocarri pesanti transfrontalieri e 25 vagoni ferroviari sono stati dispiegati consentendo il trasporto quotidiano di oltre 20mila tonnellate di fertilizzanti ai centri di distribuzione nell’entroterra, secondo il ministero .
Lunedì 24 luglio sei contadini sono stati arrestati e molti sono rimasti feriti a seguito di colpi di pistola sparati dalla polizia per disperdere i manifestanti nella città di Hosanna.
Un contadino che ha partecipato alle proteste ha dichiarato ad Addis Standard che:
“Siamo in guai seri; se non prendiamo urgentemente fertilizzante, l’anno prossimo saremo mendicanti”
Un altro ha dichiarato:
“Non abbiamo visto alcun fertilizzante dalla primavera. Ma ci è stato detto dal governo che è stato distribuito.
Quando chiediamo, ci dicono di aspettare, ma non abbiamo ancora visto nulla.”
Altre parole da un altro agricoltore:
“Siamo in guai seri; se non riceviamo concime urgente, saremo mendicanti l’anno prossimo” aggiungendo che il fertilizzante che forniva il governo aveva un prezzo di 3800 birr a quintale, mentre quello sul mercato è di 12.000 birr, cifra che la maggior parte non può permettersi.
Aggiungendo delle considerazioni:
“Ci dicono che non c’è fertilizzante, da dove lo prendono i commercianti allora? Come finisce nelle loro mani?”
Sempre lunedì, la polizia della regione di Amhara ha intercettato un rimorchio illegale carico di 400 quintali di fertilizzante, partito dal porto di Gibuti e diretto a destinazione nella città di Wereta.
Gli agricoltori in molte parti della regione di Amhara hanno protestato per mesi contro la mancanza di fertilizzanti , ma la crisi della fornitura di fertilizzanti si estende ad altre regioni tra cui Oromia, Sidama e Tigray, ulteriormente aggravata dal diffuso commercio illegale.
Secondo la società statale Ethiopian Agricultural Businesses Corporation – EABC, che si occupa dell’approvvigionamento di fertilizzanti, ha acquistato quasi 14 milioni di quintali di fertilizzanti per l’attuale stagione agricola, di cui 11,9 milioni di quintali (85,5%) sono stati importati dall’estero.
Martedi 25 luglio, sempre secondo EABC, la nave chiamata MV Hamburg Eagle ha consegnato ulteriori 600mila quintali di NPS
Si prevede che altri 2 milioni 9mila 750 quintali di urea raggiungano il porto di Gibuti nei prossimi giorni.
Le condizioni della coltivazione rimane critica per molte aree d’Etiopia, considerando questo il periodo adatto alla coltivazione: se passa troppo tempo non ci sarà alcun raccolto.
USA, la posizione controversa in tutela di nuovi accordi economici
Molly Phee, assistente del Segretario di Stato degli USA per gli Affari Africani ha detto che non c’è ancora alcuna decisione riguardo la ripresa di accordi commerciali AGOA con l’Etiopia, ma è tema di confronto interno.
Tali dichiarazioni fatte pubblicamente in conferenza stampa presso il Centro Stampa Esteri del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti a Washington DC.
Molly Phee ha anche commentato l’impegno degli Stati Uniti sulle violazioni dei diritti umani commesse durante la guerra del Tigray e i conflitti in corso nelle regioni Oromia e Amhara.
Approfondimenti
Tre membri del Congresso statunitense, in contrapposizione alla tutela di accorid economici USA all’ Etiopia, chiedono sanzioni contro i responsabili di violazioni dei diritti umani nel Tigray occidentale.
Brad Sherman, James P. McGovern e Lloyd Doggett hanno inviato una lettera al Segretario di Stato Antony Blinken e al Segretario del Tesoro Janet Yellen, chiedendo sanzioni per il blocco dei visti e per il controllo dei beni finanziari contro il colonnello Demeke Zewdu e Belay Ayalew. Human Rights Watch li ha identificati come figure centrali nella detenzione arbitraria in corso, tortura e pulizia etnica nella regione.
Il governo etiope ha respinto le accuse, etichettando il report “distorto e fuorviante” e accusando HRW di perseguire un’agenda politica sotto le spoglie dei diritti umani. Il governo ha utilizzato fin dal’inizio la strategia di screditare tutte le accuse di responsabilità di crimini di guerra e contro l’umanità in cui è stato implicato nella guerra iniziata nel novembre 2020 in Tigray.
Approfondimenti:
- Etiopia, la pulizia etnica persiste nonostante la tregua in Tigray
- Etiopia, legittimata da USA ed Europa, ostacola la giustizia per le vittime di guerra in Tigray
- Etiopia, la repressione continua – Padre Serekebirhan Weldesamuel, detenuto ad Addis Abeba
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“INTELLIGENZA ARTIFICIALE, TRA PAURE E OPPORTUNITÀ”
INTELLIGENZA ARTIFICIALE, TRA PAURE E OPPORTUNITÀ. Ne scrivo su LiberEtàQui il link all’anteprima libereta.it/test/wp-content/up…
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Etiopia, la crisi umanitaria in Tigray continua, ma per l’Italia si è risolto tutto con l’accordo di Pretoria
In Etiopia, precisamente nello stato regionale del Tigray, il 4 novembre 2020 è iniziata una guerra definita una veloce “azione di polizia” dal Premier etiope Aby Ahmed Ali.
Guerra per fermare i membri del partito TPLF -Tigray People’s Liberation Front e tutti i suoi sostenitori. Il casus belli è stato l’attacco alle caserme del nord in cui erano dislocati i militari dell’ ENDF – Ethiopian National Defence Forces. Attaccati da parte di membri del TPLF, ma rivendicato dai leader tigrini come azione preventiva e difensiva dettata da tensioni pregresse.
Dichiarazioni contese e rivendicazioni sulle responsabilità e giustificazioni che però sul campo, fin da subito hanno determinato attività fratricide e i risvolti etnici e genocidi verso milioni di civili di etnia tigrina.
Massacri, esecuzioni extragiudiziali (o bruciati vivi), stupri e fame come armi di guerra. Campi e raccolti bruciati, bestiame rubato o macellato come strategia per affamare il popolo del Tigray, droni per attaccare target considerati dalla difesa etiope, magazzini o aree occupate dai così detti “dissidenti”, “ribelli” e definiti terroristi dalla legge etiope a partire dal maggio 2021: sistematicamente bombardati per mezzo droni in aree di mercati, residenziali come asili. Decine di migliaia di vittime. Target di bombardamenti, distruzioni e saccheggi anche in luoghi di culto, chiese, monasteri, patrimoni dell’ umanità e culturali. Attaccati anche le strutture sanitarie ed ospedali. Le forze alleate amhara direttamente coinvolte in attività di pulizia etnica e sostituzione demografica sfollando i tigrini dal Tigray occidentale.
Le forze militari coinvolte: quelle tigrine, il TDF – Tigray Defence Forces e la fazione etiope dell’ ENDF- Ethiopian National Defence Forces con le forze militari regionali Amhara, la milizia Fano e ufficiosamente l’esercito eritreo.
L’esercito del Presidente eritreo Isaias Afwerki ha invaso fin dall’inizio il suolo etiope nella regione tigrina, ma per molti mesi Abiy Ahmed Ali ha sempre negato la loro presenza.
Come il suo alleato etiope, il dittatore eritreo Isaias Afwerki nel febbraio 2023, ospitato dal Presidente Ruto in Kenya, ha negato platealmente in un comizio pubblico tutti i crimini di guerra di cui si è macchiato il suo esercito: stupri, saccheggi, distruzioni e massacri. Tra i ranghi delle truppe eritree sono stati mandati a morire in prima linea anche cadetti dell’ esercito somalo formati in Eritrea negli anni precedenti, falsamente informati che sarebbero stati preparati per missioni somale in Qatar.
Come parlare di guerra civile, come categorizzata dai media occidentali, se nel conflitto hanno partecipato anche “forze esterne” come eritrei e somali?
La legge etiope del maggio 2021 ha legittimato indirettamente e normativamente la persecuzione di persone di etnia tigrina per il solo sospetto di essere collusi con i membri del TPLF, considerati dissidenti. Oltre alle confermate attività di pulizia etnica nella zona del Tigray occidentale da parte delle forze amhara, ci sono state deportazioni, arresti di massa e detenzioni di tigrini di ogni età e sesso, donne in gravidanza e bambini. Arresti e detenzioni in abuso del diritto umanitario come denunciato molteplici volte dalle agenzie internazionali come HRW – Human Rights Watch e Amnesty Int. Ancora oggi su queste detenzioni non si hanno notizie. Sono stati arrestati anche uomini e donne di chiesa.
Uno dei casi eclatanti, per cui in Italia si è parlato di Tigray, è stato l’arresto di dei frati, sacerdoti e dei volontari salesiani. Campanilismo mediatico.
Approfondimento:
Etiopia, Perseguire Crimini Contro l’Umanità: Dov’é La Legge?
La guerra è stata combattuta per 2 anni nel totale blackout comunicativo (interrotte linee telefoniche e dati/internet) ed elettrico: considerato il più lungo blackout della storia.
Alcun media, giornalista o comparto umanitario poteva entrare nel Tigray.
Il governo etiope si è fatto artefice per volontà politiche, di aver bloccato l’accesso umanitario per milioni di persone in Tigray macchiandosi di crimini di guerra, come denunciato da un report del team di esperti sul diritto umanitario dell’ONU. Il report ha indicato che tutte le forze in guerra hanno perpetrato crimini verso i civili.
- La guerra attualmente è stata definita la più atroce degli ultimi anni.
- Le stime parlano di più di 600.000 morti e vittime tra i civili.
- Si stimano centinaia di migliaia di stupri verso donne di etnia tigrina come arma di guerra e vendetta per non far più generare nuove generazioni di tigrini.
Nonostante il 2 novembre 2022 si sia arrivato a negoziati e alla firma di un accordo di cessazione ostilità tra governo centrale etiope e TPLF, diversi punti dell’accordo dopo 9 mesi sono ancora disattesi: il ritiro delle “forze straniere” dalla regione, ermeticamente definite così le forze amhara e quelle eritree (Eritrea che non è stata interpellata o inclusa nei negoziati)
Gli amhara occupanti ancora oggi il Tigray occidentale perché rivendicato tale area come giuridicamente di loro proprietà, ma accusati dopo la firma dell’accordo, di continuare a perpetrare attività di pulizia etnica e di sostituzione demografica.
L’ esercito eritreo anche se in gran parte si è ritirato in Eritrea, diversi gruppi sono ancora presenti ed hanno ripiegato defilandosi in aree periferiche dei grandi centri e in aree rurali. Oggi sono ancora presenti nella woreda [distretto] di Irob perpetrando abusi e denunciati pochi mesi fa di aver bloccato il supporto umanitario in zona Zalambessa.
La giustizia di transizione, per cui il governo etiope ha dichiarato volontà di seguirne il processo e per cui l’ IRA, il governo temporaneo in Tigray (costituito come da accordo di Pretoria) ha dato piena disponibilità e collaborazione, è in totale stallo sia in Etiopia che dal punto di vista diplomatico internazionale.
I media in Italia, durante i 2 anni di guerra genocida, non hanno dato giusto risalto e prodotto alcuna informazione per dar degna visibilità e denuncia alla disumanità ed alle atrocità che stavano accadendo a milioni di persone.
Le istituzioni italiane del governo attuale e precedente non hanno ancora dato una risposta ai tanti appelli della diaspora che chiede giustizia, trasparenza e supporto per famigliari e società tigrina che da troppo sta soffrendo.
Oggi, dopo 9 mesi dai negoziati mediati dall’ Unione Africana a Pretoria, Sud Africa e conseguente firma dell’accordo, i media italiani si sono sentiti legittimati a chiudere completamente l’informazione sulle conseguenze che ha prodotto quella guerra.
Oggi in Tigray si parla ancora di migliaia di morti per fame (quelli censiti ufficialmente – non avremo mai modo di sapere l’esatto numero di persone morte silenziosamente per fame). A causa dello scandalo del dirottamento del materiale alimentare umanitario e di corruzione all’interno del sistema militare e governativo etiope, il WFP – World Food Programme e l’ USAID a marzo 2023 hanno bloccato il supporto al Tigray ed a giugno 2023 in altre aree dell’Etiopia, lasciando 20 milioni di persone bisognose in balia degli eventi e dei loro destini.Grazie a Duke Burbridge per la condivisione di questo grafico.
Approfondimento:
Lo scandalo del dirottamento del materiale alimentare umanitario
La tregua regge, ma milioni di persone sono ancora in balia degli eventi senza supporto
Secondo il Tigray Regional Health Bureau, tra marzo e aprile, c’è stato un aumento del 28% nel numero di bambini sotto i cinque anni che muoiono per malnutrizione acuta. La colpa è stata imputata principalmente alla cessazione degli aiuti delle agenzie umanitarie al Tigray.
I bambini vengono ricoverati con cure speciali per malnutrizione in tutta Etiopia a un ritmo allarmante nel 2023. Nel Tigray, per ragioni poco trasparenti, i bambini ricoverati per malnutrizione acuta grave – SAM – non vengono dimessi.
Recentemente grazie ad un altro aggiornamento dal ricercatore Duke Burbridge è stato messo in luce che oltre la distribuzione di generi alimentari è sospesa dalla fine di marzo 2023, l’assistenza nutrizionale ai neonati e alle madri in gravidanza o che allattano è stata dimezzata già ad aprile.Etiopia, Tigray: La distribuzione di generi alimentari è sospesa dalla fine di marzo. L’assistenza nutrizionale ai neonati e alle madri incinte o che allattano è stata dimezzata ad aprile.
La ricostruzione della società regionale tigrina non vede ancora la luce in fondo al tunnel.
Osservatori già nel 2022 indicavano una regressione di decenni sullo sviluppo socio economico che ha comportato la guerra per lo stato regionale del Tigray.
Sistema scolastico distrutto, milioni di giovani studenti tra pandemia e guerra hanno perso più di 3 anni di formazione ed educazione. Oggi ci sono difficoltà perché manca il materiale, le strutture, ma anche per la mancata bonifica del suolo dagli ordigni bellici inesplosi (per cui anche gli agricoltori sono rimasti feriti durante le attività di aratura). Molti edifici scolastici oggi sono occupati da migliaia di sfollati che non possono tornare a casa per paura o per mancanza di mezzi di sussistenza. Il sistema sanitario è stato distrutto per il 90%, dichiarato già nel 2021: oggi le conseguenza per i malati ed i pazienti sono catastrofiche perché se ci sono piccoli passi positivi, comunque la fornitura di materiale igienico/sanitario e medicinali è ancora sotto la soglia che permetterebbe di assistere e curare le persone.
Recentemente, luglio 2023, è stato condiviso uno studio sul’impatto di devastazione e conseguenze che ha prodotto la guerra di 2 anni su bambini, ragazzi, genitori e insegnanti considerando il contesto formativo e dell’istruzione.
Di seguito una inforgrafica riassuntiva:
Fonti informative video per raccontare la catastrofe attuale in Tigray
Tigrai TV è una delle poche fonti informative che evidenzia e denuncia costantemente le attuali gravi carenze alimentari e sanitarie (problemi dei civili e delle decine di migliaia di sfollati, IDP) condividendo per mezzo video le testimonianze dirette delle persone che oggi cercano solo di sopravvivere.
Di seguito vengono segnalate le notizie degli ultimi mesi sulla crisi umanitaria in atto.
- Nella zona centrale del Tigray, viene denunciato che la mancanza di trasporti verso le strutture sanitarie aggrava la situazione dei pazienti.
- Mentre a Samre la fame e la mancanza di cibo ogni giorno continua a far aumentre il numero di morti tra i bambini.
- Pazienti diabetici e bambini a Gijet soffrono per l’assenza di medicine.
- I malati di cancro ai reni nel Tigrai continuano a soffrire a causa della scarsità di cure mediche essenziali.
- Gli agricoltori di Dogua Temben affermano che la loro produttività agricola (proprio nel periodo delle piogge idoneo alla coltivazione) è minacciata dalla scarsità di fertilizzanti.
- Le malattie precedentemente monitorate e tenute sotto controllo hanno ripreso a circolare come epidemie.
- La sospensione degli aiuti da parte di WFP e USAID sta peggiorando le condizioni di vita degli IDP, degli sfollati disabili con malattie croniche.
- In tutto questo catastrofico contesto di crisi umanitaria, le forze Amhara continuano a rappresentare una minaccia per la sicurezza nelle zone di confine, sottraendo fertilizzanti agli agricoltori dle Tigray.
- Il 15 luglio a Shire le decine di campi IDP che accolgono migliaia di sfollati, sono stati sommersi da acqua e fango a causa delle alluvioni del periodo. Ironia tragica e drammatica, non è solo la mancanza d’acqua ad uccidere le persone, ma alle volte è la troppa acqua che può ammazzare.
Da fonte amica e informata sui fatti, ma che si terrà anonima per tutelare la sua incolumità, giungono notizie e conferme che in Tigray in zona di confine con l’Eritrea la situazione è ancora instabile. I civili non hanno alcuna protezione e i gruppi eritrei continuano a saccheggiare e reprimere i tigrini. Gli sfollati interni, IDP, se tornano a casa rischiano la vita. Tutto il contesto aggravato dalla mancanza di supporto alimentare.
Sul numero di IDP non c’è trasparenza. Le dichiarazioni dello IOM non danno chiarimenti sul numero aggiornato di quante persone sfollate ci siano oggi in Tigray. In un ultimo report pubblicato viene dichiarato infatti: “La regione Tigray è stata coperta in questo round, ma i dati sono stati condivisi separatamente.” Nel report non ci sono note, dettagli ed informazioni su tali dati separati.
L’ Emergency Coordination Center – ECC del Tigray ha condiviso un aggiornamento operativo datato 21 luglio 2023
L’aggiornamento del 21 luglio 2023, come riporta Duke Burbridge su Tghat, ha sottolineato che il report è parziale e manca l’esposizione di diverse criticità e che la sospensione del cibo sta causando l’aumento di sfollamenti nel Tigray. Mentre il JEOP ha completato la raccolta dei dati per nuovi obiettivi, il WFP sta lottando per fare progressi.
Gli sfollati di Endabaguna non hanno ricevuto cibo.
Duke Burdbridge ha voluto riassumere i punti fondamentali del report dell’ ECC Tigray che riporto di seguito:
Accessibilità regionale
- Una bozza di mappa dell’accessibilità mostra che alcune aree nella zona sud e nord-ovest sono considerate accessibili ora, ma le rotte di rifornimento nel Tigray sono tutte sospese ad eccezione del corridoio Semera-Mekelle.
Cluster Alimentare
- La sospensione del cibo sta contribuendo a un aumento degli sfollati nel Tigray e i 37.000 sfollati interni di Endabaguna non hanno ancora ricevuto cibo.
- Le aree del Tigray sono ancora inaccessibili, comprese la zona orientale (Erob [Irob], Zala Anbesa [Zalambessa], Gulo Mekeda), la zona centrale (Egela) e la zona nord-occidentale (Dima, Tahtay Adiyabo).
- Ci sono ancora tasse informali (shake down) [tangenti da pagare] lungo le rotte verso il Tigray.
- Segnala che è in fase di implementazione un nuovo sistema di targeting. Il JEOP sembra aver completato la raccolta dei dati nella zona centrale, orientale, sud-orientale e metà della zona meridionale. Il WFP è ancora alla fase 1 di 3.
- Menziona uno sforzo collettivo per “monitorare la situazione”, verificare i rapporti di morte non confermati e confutare qualsiasi disinformazione.
- è aumentato l’accattonaggio osservabile nelle principali città, i bambini sono esposti allo sfruttamento mentre cercano di lavorare per il cibo.
- le madri malnutrite e i loro bambini sono maggiormente a rischio durante il parto, ma non fornisce alcuna informazione su come ciò abbia avuto un impatto su madri e bambini nel Tigray.
- Segnala che la mancanza di assistenza alimentare è un fattore importante nella bassa iscrizione e frequenza scolastica.
- Riferisce che alcuni allevatori sono costretti a vendere i loro animali da tiro e da riproduzione per il cibo.
- Ribadisce che l’assistenza alimentare e gli input agricoli sono urgentemente necessari per facilitare il ritorno degli sfollati dalle aree agricole in tempo per piantare.
Distretto Agricoltura
- Viene coltivato solo il 42% della superficie totale coltivata nel Tigray.
- Solo il 19% dei fertilizzanti e il 12% dei semi necessari sono stati ricevuti nel Tigray.
- Le infestazioni da parassiti sono presenti in 34 woreda, nella maggior parte dei casi non ci sono sostanze chimiche da controllare.
- Gli input agricoli sono estremamente necessari e scarseggiano.
Contesto Istruzione
- I programmi di alimentazione scolastica sono stati tagliati dal WFP per la pausa estiva, ancora in corso in altri siti per 7.634 bambini.
- Il resoconto della visita ad Adigrat ha mostrato che 3 scuole su 4 erano ancora utilizzate per ospitare sfollati interni. In alcuni casi le lezioni si tengono accanto alle aree in cui vivono gli sfollati.
Contesto Salute
- l’ECC riferisce che circa il 75% delle strutture sanitarie sta segnalando ora, che è ancora al di sotto della media nazionale, questo include il 100% delle strutture del sud-est e di Mekelle; 99% di Centrale; 80% del nord-ovest; 77% dell’est; 50% del sud.
- Segnala importanti focolai di malaria e infezioni acute del tratto respiratorio (ritenuto essere COVID 19); possibile focolaio di morbillo nelle città di Ofla, Hawzen, Adi-Gudom, Asgeda, Adi-Haki, Shire, Hintalo e Axum.
- Segnala un’epidemia di pertosse a Endamekoni.
- Il report non segnala casi di colera. [NB questo è allarmante a causa delle recenti segnalazioni e conferme di 13.000 casi di colera e 100 morti nel Tigray]
Continua la poca trasparenza che è un fattore aggravante per poter gestire e coordinare le attività per tutelare le vite di milioni di persone.
Poi arrivano le foto che, senza tanti giri di parole, dimostrano la situazione delle persone nelle tante aree rurali, sono la maggior parte che costituiscono la morfologia del Tigray.
Questo è Kiros Kiflu. Ha avuto una vita felice con sua moglie e sei figli. Possedeva 5 acri di terreno agricolo e più di 25 capi di bestiame. Kiflu non è mai stato affamato o indigente. Due anni fa è stato #sfollato dalla sua casa a Humera, Tigray occidentale (zona di attività di pulizia etnica da parte amhara) Kiflu oggi, però, non sa dove siano i suoi figli e sua moglie. Ha perso tutti i suoi averi oltre ad essere separato dalla sua famiglia. Oggi tutto ciò che ha è la roccia che usa come cuscino, una stuoia che è metà di quanto è alto ed il suo bastone.
La giustizia per le vittime lascia spazio agli accordi economici per “stabilità e sviluppo” dei governanti
Il governo etiope fin dall’inizio ha cercato di screditare e delegittimare le investigazioni del team di esperti di diritto umanitario ONU – ICHREE – propagandandola come attività di ingerenza esterna verso l’Etiopia come Stato Sovrano e rivendicando la sua sovranità mascherandola da campagna pro panafricanismo dal basso, dal popolo.
Approfondimento:
Quattro Modi in Cui il Governo Etiope Manipola i Media – AA African Arguments
HRW – Human Rights Watch recentemente in risposta ha dichiarato:
“I tentativi dell’Etiopia di porre fine al mandato dell’ICHREE durante il suo mandato non hanno precedenti. Non solo suggerisce che gli Stati possono manovrare politicamente per ribaltare le decisioni del Consiglio dei diritti umani per evitare il controllo indipendente e la responsabilità, ma potrebbe anche costituire un pericoloso precedente per quanto riguarda il controllo internazionale e l’impunità per le violazioni dei diritti altrove.”
Per i crimini di guerra in cui il governo etiope è implicato, l’America a partire dal 1 gennaio 2022 ha messo in vigore la sanzione che l’ha vista esclusa dall’African Growth and Opportunity Act – AGOA.
HRW come per l’Etiopia, ha bacchettato, anche le dichiarazioni del segretario americano Antony Blinken:
“Nella sua determinazione sulle atrocità di marzo, Blinken ha sostanzialmente riconosciuto che le violazioni [in Tigray] non erano cessate, affermando che “le violazioni dei diritti umani nell’Etiopia settentrionale [media ed istituzioni fanno fatica a citare Tigray n.d.a.] sono notevolmente diminuite”, non che si fossero fermate. Avrebbe dovuto seguire la determinazione dell’atrocità con sforzi per renderla importante in modi concreti. Può ancora.”
Nel contempo gli USA di Joe Biden confermano la loro posizione rivolta all’economia e legittimati dall’accordo di Pretoria, con Europa a seguire, stanno riprendendo e continuando a ripristinare e normalizzare le relazioni e accordi economici con il governo etiope.
La stessa America cha recentemente ha ritrattato la sua posizione in tutela dei diritti umani con uno smacco per la memoria e la giustizia di tutte le vittime della guerra genocida iniziata in Tigray. A detta di una recente notifica interna del Dipartimento del Tesoro americano, la revoca legale unilaterale di tale designazione per l’Etiopia per cui non è più coinvolta in un “modello di gravi violazioni dei diritti umani”, aprirà la strada per poter riprendere l’invio di aiuti economici USA ed internazionali al paese dell’Africa orientale.
Anche l’Italia del governo Meloni ha firmato accordi triennali con il governo etiope di Abiy Ahmed Ali per un totale di 182 milioni di euro per accordi di cooperazione, supporto della filiera agro alimentare e sostanzialmente per crescita e sviluppo economico. La stessa premier Meloni e i media italiani a seguire, hanno rilanciato in maniera propagandistica parole come “Piano Mattei” per l’Africa (di cui non si hanno ancora dettagli) e accordi e stretta sui legami economici con l’Etiopia, ma alcuna parola in tutela di giustizia e diritti degli individui, dei milioni di persone prese in mezzo a guerre non loro.
Da ricordare che in tutto questo la priorità sono le persone e le loro vite e le persone non mangiano soldi.
WFP aveva dichiarato che avrebbe ripreso la consegna di nuovi round di materiale alimentare a partire da fine luglio, ma ancora oggi, ad una settimana da fine mese, non ci sono comunicati ed aggiornamenti ufficiali dall’agenzia umanitari.
Sono quasi 6 milioni di persone oggi in Tigray ad attendere, oltre che giustizia per le centinaia di migliaia di vittime, cibo e cure mediche.
Un totale di 20 milioni in tutta Etiopia ad attendere supporto alimentare urgente, conseguenza di guerra e siccità.
L’accordo di tregua era necessario, ma la crisi umanitaria è ancora in atto.
Mai come oggi, il cibo ed il supporto medico sono letteralmente di vitale importanza per tutelare la vita di milioni di persone.
“Digital Framework e trasferimento dei dati negli USA”
Domani avrò il piacere di partecipare a partire dalle 15.30 al webinar organizzato da ASSODATA “Digital Framework e trasferimento dei dati negli USA” Qui le informazioni complete assodata.it/webinar-dpf-25-lug…
“Sul caso Purgatori si è passato il limite. Il diritto di cronaca non è senza confini”
Ne scrivo oggi su HuffingtonPost Italia nella rubrica Governare il Futuro Qui il testo completo huffingtonpost.it/rubriche/gov…
PRIVACYDAILY
Dopo quasi 50 anni nelle guerre crittografiche gli oppositori della crittografia hanno ancora torto
@Informatica (Italy e non Italy 😁)
I tentativi da parte di Stati Uniti e Regno Unito di richiedere backdoor nelle app di messaggistica sicure sono un enorme passo nella direzione sbagliata. In questo momento, abbiamo bisogno di più crittografia, non di meno
> «In questo momento, abbiamo bisogno di più crittografia end-to-end. Ci sono poche prove che l'indebolimento della crittografia intaccherà molto il traffico di fentanil nelle nostre strade. Ma dopo la decisione #Dobbs della Corte Suprema degli Stati Uniti , la crittografia end-to-end è ora un mezzo fondamentale per contrastare i tentativi di perseguire le donne che cercano di abortire negli stati in cui i politici rivendicano le loro principali scelte di vita. L'anno scorso, Meta ha consegnato i messaggi privatida un utente di Facebook alla polizia del Nebraska che ha portato ad accuse di reato contro una madre che ha aiutato sua figlia a porre fine a una gravidanza con pillole abortive. Se quei messaggi fossero stati protetti dalla crittografia end-to-end, come lo sono i messaggi di WhatsApp e Signal, le autorità non sarebbero state in grado di leggerli. Se la "cecità deliberata" è vietata, fai attenzione allo spionaggio diffuso per scoprire chi potrebbe cercare di abortire.»
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Cina ed Etiopia promettono una cooperazione più profonda mentre Wang Yi visita Addis Abeba
La Cina e l’Etiopia hanno promesso di rafforzare la cooperazione in vari campi, tra cui lo sviluppo verde, l’economia digitale e l’agricoltura durante il viaggio in Etiopia dell’alto diplomatico cinese Wang Yi.
Wang, direttore dell’Ufficio della Commissione centrale per gli affari esteri, ha visitato la capitale dell’Etiopia, Addis Abeba, in vista del 13° incontro dei consiglieri per la sicurezza nazionale dei BRICS e degli alti rappresentanti per la sicurezza nazionale a Johannesburg, in Sudafrica, dal 24 al 25 luglio.
Il primo ministro etiope Abiy Ahmed Ali ha avuto colloqui con Wang venerdì.
Abiy ha parlato molto bene dei risultati dello sviluppo della Cina, affermando che la ferma adesione della Cina al proprio percorso di sviluppo e il suo rapido sviluppo economico e sociale costituiscono un grande esempio per altri paesi in via di sviluppo. Ha aggiunto che l’Etiopia non dimenticherà mai il forte sostegno della Cina quando l’Etiopia ha affrontato difficoltà, e il suo paese considera la Cina un grande e affidabile amico.
L’Etiopia è disposta a imparare dall’esperienza di sviluppo della Cina, sforzarsi di raggiungere l’autosufficienza agricola e una rapida crescita economica e promuovere uno sviluppo verde e sostenibile, ha affermato Abiy.
Sugli affari internazionali, Abiy ha sottolineato che l’Etiopia si attiene fermamente al principio della Cina unica e sostiene la posizione della Cina negli affari internazionali. L’Etiopia parteciperà attivamente alla costruzione congiunta della Belt and Road Initiative (BRI), ed è pronta a cooperare con la Cina in vari campi e a spingere per un maggiore sviluppo delle relazioni bilaterali, ha aggiunto Abiy.
Wang ha salutato l’amicizia Cina-Etiopia, affermando che in quanto partner cooperativi strategici globali, Cina ed Etiopia condividono obiettivi e obiettivi comuni e hanno condotto una proficua cooperazione nell’ambito della BRI e del Forum sulla cooperazione Cina-Africa.
Ha sottolineato che la Cina è stata al fianco del popolo etiope nel momento critico in cui l’Etiopia stava salvaguardando la sua pace e stabilità nazionale, e continuerà a stare al fianco del popolo etiope mentre il paese dell’Africa orientale entra in una nuova fase di ripristino della pace e ricostruzione nazionale.
La Cina è disposta a collaborare con l’Etiopia per attuare congiuntamente le prospettive sulla pace e lo sviluppo nel Corno d’Africa e sostenere il popolo africano nella risoluzione delle questioni africane alla maniera africana, ha osservato Wang. Sosterrà fermamente l’Etiopia nella salvaguardia della sua sovranità nazionale e integrità territoriale, sosterrà il paese nell’adempimento del suo impegno per la solidarietà e la stabilità nazionale e lo aiuterà a svolgere un ruolo più importante negli affari regionali e internazionali, ha aggiunto.
La Cina è disposta a continuare a rafforzare il coordinamento strategico con l’Etiopia, approfondire la cooperazione pragmatica in vari campi, difendere congiuntamente gli interessi fondamentali dei due paesi e gli interessi comuni dei paesi in via di sviluppo e salvaguardare le norme fondamentali delle relazioni internazionali, ha affermato Wang.
“Nella cooperazione della Cina con l’Africa, la Cina non ha mai interferito negli affari interni di altri paesi, ha vincolato condizioni politiche o cercato interessi geopolitici”
“Nella cooperazione della Cina con l’Africa, la Cina non ha mai interferito negli affari interni di altri paesi, ha vincolato condizioni politiche o cercato interessi geopolitici”, ha affermato Wang, aggiungendo che la Cina è pronta a lavorare con l’Etiopia e altri paesi africani per rafforzare la cooperazione nel commercio e negli investimenti, sviluppo verde, economia digitale, salute e altri campi e aprire costantemente nuove prospettive per la cooperazione Cina-Africa.
Ha affermato che la Cina incoraggia le imprese competenti e rispettabili a investire e fare affari in Etiopia ed è pronta a svolgere un ruolo positivo nell’alleviare la pressione del debito sull’Etiopia. L’alto diplomatico ha aggiunto che si spera che l’Etiopia promuova attivamente un solido ambiente imprenditoriale e che adotterà misure pratiche ed efficaci per garantire la sicurezza delle istituzioni e del personale cinesi nel Paese.
Wang ha anche tenuto colloqui con il vice primo ministro etiope e ministro degli Esteri Demeke Mekonnen venerdì.
FONTE: news.cgtn.com/news/2023-07-21/…
PRIVACYDAILY
Manipulative EU opinion poll no justification for indiscriminate chat control
The EU Department of the Interior DG Home claims to have proven with a Eurobarometer opinion poll that the vast majority of the EU population wants total chat control. Unfortunately this was never asked for, or only in a misleading way.
No mention of chat control
Citizens aged 18 and over were asked in many different ways whether depictions of child sexual abuse online should be automatically detected – to which most repondents agreed. However, they could not understand from these questions that private messages are to be indiscriminately searched with error-prone algorithms.
Automatic detection? Yes, please.
Only one question was asked about “messages (e.g. email, chat)” (question 9): Should service providers “detect child sexual abuse material and grooming conversations in messages (e.g. email, chat) when there is a significant risk of child sexual abuse on a particular platform?“
The wording of this question suggests that it was possible to accurately and reliably detect only “child sexual abuse material and grooming conversations”, i.e. without any false positives. However, since in reality up to 80 % of machine-reported private messages and photos turn out to be criminally irrelevant, respondents were misled by this question.
When citizens were asked in another survey whether they wanted their own private messages to be searched without suspicion for suspicious material, after revealing the high risk of false positives, the result was exactly the opposite: 72% of citizens rejected this monstrous idea.
The question about “a particular platform” is also manipulative, because chat control threatens to affect any service.
Fear-mongering
Question 7 on support for the proposed chat control regulation claimed: “If this [regulation] is not passed by August 2024, detection of child sexual abuse in online exchanges – voluntary or not – will become illegal.” Here, no respondent could understand that “online exchanges” meant private messages. Furthermore, the question omits that the method of “voluntary chat control” used by US big tech violates our fundamental rights and is already now illegal – lawsuits are pending.
Paternalism of young people concealed
Important parts of the proposal are completely missing in the EU survey, such as the planned exclusion of young people under 16 from installing most apps. When we commissioned a survey among young people on this, the response was overwhelming rejection.
Conclusion
The mother of chat control, Home Affairs Commissioner “Big Sister” Johansson, continues her information war on digital privacy of correspondence with this manipulative survey. It is our responsibility to drown this government propaganda in tireless education about the truth on chat control. Everyone is called upon to help!
“La tecnologia è globale. Le leggi sono locali. Ecco perché così non può funzionare.”
Nuovo appuntamento con la rubrica Privacy weekly, tutti i venerdì su StartupItalia. Uno spazio dove potrete trovare tutte le principali notizie della settimana su privacy e dintorni.
PRIVACYDAILY
Abuse survivor files suit against #ChatControl searches in private messages
Today, a child sexual abuse survivor from Bavaria, supported by the German Society for Civil Liberties (GFF), filed a lawsuit against tech corporation Meta’s practise of scanning direct messages in search of potentially illegal content.[1] Schneider (name changed) wants to be able to exchange confidential direct messages with other abuse victims without having to fear that these exchanges will be classified as “suspicious” and read by Meta’s algorithms.
With his lawsuit, Schneider wants to stop the practice of US digital corporations such as Meta, Google and Microsoft of indiscriminate and error-prone searches of private messages for supposedly suspicious content (so-called voluntary chat control or chat control 1.0) and overturn the corresponding EU regulation from 2021. The background to the lawsuit is a planned successor regulation, with which this message and chat control, which has so far only been practised by US providers, is to become mandatory for all providers of email, messenger and chat services (so-called chat control 2.0 or child sexual abuse regulation, CSAR).
Pirate Party MEP Patrick Breyer, who himself went to court last year against voluntary chat control[2] and is currently negotiating the proposed regulation on mandatory chat control, explains:
“Abuse victims have long criticised that chat control harms them by destroying private spaces for calls for help, exchange, therapy and counselling instead of helping them.[3] But the fact that an abuse victim now feels compelled to take legal action against chat control means: never again will ‘Big Sister’ Commissioner Johansson and the other masterminds of this unprecedented attack on private and secure communication be able to presume to speak for ‘the victims’ of sexual abuse.
“This Big Brother attack on our mobile phones, private messages and photos, planned by the EU Commission and already voluntarily carried out by US tech companies with the help of error-prone algorithms, is a giant step towards a Chinese-style surveillance state. Chat control is like the post office opening and scanning all letters – ineffective and illegal.
“Even the most intimate nude photos and sex chats can suddenly end up with company staff or the police. Those who destroy the digital secrecy of correspondence destroy trust. We all depend on the security and confidentiality of private communication: People in need, victims of abuse, children, the economy and also state authorities.
“Organised child porn rings do not use e-mails or messenger services, but sealed-off self-operated forums. With its plans for chat control, the EU Commission is putting the general security of our private communications and public networks, business secrets and state secrets at risk out of short-term surveillance desires. What we need is deletion instead of snooping – that’s what I’m fighting for as a pirate politically and also in court!”
Background:
Today’s lawsuit makes serious accusations against the method of chat control practiced in the US: it does not curb the spread of abusive depictions, overburdens law enforcement and criminalizes young people for sharing consensual photos. Even before that, a representative survey of minors had shown that they reject the chat control scanning that ostensibly serves to protect them.
[4]Swedish EU Internal Affairs Commissioner Ylva Johansson is the mastermind behind the unprecedented EU ChatControl scheme which she named “mandatory detection”.
[1] Press release on the lawsuit: freiheitsrechte.org/en/ueber-d…
Background information: freiheitsrechte.org/en/themen/…
Statement of claim (in German): freiheitsrechte.org/uploads/do…
[2] Breyer’s lawsuit: patrick-breyer.de/en/meta-face…
[3] Criticism from other abuse victims: linkedin.com/pulse/why-i-dont-…
[4] Criticism from minors: patrick-breyer.de/en/chatcontr…
mogis.info/static/media/upload…
[4] Criticism from minors: patrick-breyer.de/en/chatcontr…
Here is the Meloni model: paying dictators and regimes to keep migrants captive
The Meloni model is the same as the British one adopted by Boris Johnson in Rwanda. Dictators and regimes are paid to hold migrants captive.
by Luca Casarini
(The following article is machine translated using Google Translate)
There was a time when ” civilized countries “ went to Africa to capture men and women, to enslave them and put them to work. Instead, this is the time where states and governments that are always civilized do everything to bring back to Africa women, men and children who come from there, driven by forced migration. At the time of the slaves, in the markets of human beings created directly in European and American ports, the price was fixed on the basis of the build, the apparent state of health (one looked at the teeth, like horses or the eyes, like fish when you buy it at the counter), and the function.
A ” male beast” of burden could be worth a lot, but even a beautiful ” female beast” for reproduction, also considering the use for itself that the owner could have made of it, brought in a lot to human traffickers. Today however, thanks to modernization, the price for a man, woman or child is set in a standard manner on a national basis. For example, for every human being that the United Kingdom delivers to Rwanda for detention in the small African country, the price is fixed at 1,68,000 pounds . The English public debate, also driven by the rejection by the English Court of Appeal of what is defined by the judges as a “inhuman programme” , is much more heated if we talk about the economic aspects: within the same majority of Prime Minister Sunak, son of immigrants and great sponsor of the deportations of those of today, there are those who are indignant about the squandering: in fact, keeping a refugee inside the United Kingdom would cost thirty thousand pounds less!
The European Union, after some customary indignation over the British project, actually seems to have been inspired: the discussion, led by the Italian government, with Tunisia and Libya is exactly this. The European plan, signed in Luxembourg by the Union’s interior ministers, saw only two countries against it, Poland and Hungary. Which, as we know, would eliminate the root problem of black migrants, with a “final solution”. After the ratification of the new “pact for migration and asylum” issued by the Luxembourg summit, it will be possible to deport ” irregular migrants, present on European territory ” to“safe third countries ” outside the borders of the Union, obviously in exchange for lavish funding for these same countries, which will have to set up detention camps for the deportees.
There is another radical difference between the time when human beings went to pick them up at their homes, and the time when we pay to get rid of them: in the first case, the “goods” had to arrive as healthy as possible, because they were sold at the end of the journey. Today however, if they die earlier, it’s less money to get out. The “Rwanda project” does not belong to Sunak, the current British prime minister. It was his predecessor Boris Johnson who conceived it and tried, unsuccessfully due to strong opposition from human rights organizations, the Church and the judges, to implement it. But why Rwanda? For the great willingness to enter this new business of “legal” human trafficking on the part of its president, the sixty-three year old Paul Kagame , considered the hero who stopped, 27 years ago, the genocide of a million people of Tutsi and “moderate” Hutu ethnicity , organized by Hutu militias financially supported by France. Even in this terrible story, the “civilized world” has something to do with it.
Not only France, but just think that already in 1924 Belgium “received” Rwanda as a gift from the League of Nations. To organize the colony, the Belgians choose the Tutsi as kapo, and the Hutu as slaves. Why? The Tutsi have a light complexion, and according to the dictates of nineteenth-century physiognomy, they are for this reason “more reliable” for the white masters. The Hutus, black and squat in build, are the beasts of burden. The third ethnic group in the region, the Twa, are pygmies. For white masters comparable to forest monkeys. The 1994 genocide it comes from here. It goes through the expulsion of the Tutsis from Rwanda at the end of the Belgian colonial rule . Paul Kagame, is the Tutsi leader of the Rwandan Patriotic Front, which fights for the return of refugees, which officially takes place in 1993 with the Arusha agreements. From that moment the Hutu militias plan the genocide. With French complicity, the “interahamwe” which means ” those who work together” are created and armed.
Lists of Tutsi exponents to be killed are drawn up; thousands and thousands of machetes are purchased in China, through the Chillington company of Kigali , which will be used materially to slaughter women, men and children. “Radio Machete ” is created , the “Free Radio and Television of the Thousand Hills” as they define it, which serves to coordinate and incite the Hutus to ” complete the job” of exterminating the “cockroaches”. Hutus who refuse to cooperate in the village-by-village mass murders are also slaughtered. Kagame, with the Tutsi, manages to put an end to the massacre in July 1994.To give the proportion of what happened, it must be known that over a million people were slaughtered in just one hundred days, with an average of four hundred every hour.
Can a country, one of the smallest in Africa, where a similar tragedy occurred less than thirty years ago, be today the “safe place” in which to forcibly deport refugees from all over the world? Kagame, the president who has ruled for two decades, says yes. “My government is motivated to provide this welcome by altruism and moral responsibility ”. But critics are not lacking even if dissident voices, like other Tutsi members of Kagame ‘s Patriotic Front , have mysteriously disappeared, or been killed, like Patrick Karegeya, whose story is well told in the book Do not disturb: the story of a political murder and an African regime gone bad,by the English journalist Michela Wrong . Detractors argue that the reason for this willingness to act as a refugee camp for Europe is economic and image.
“The migration agreements with the West are part of Rwanda’s drive to recycle its image abroad ,” Professor Haastrup, a professor of international politics at the University of Stirling in Great Britain , told the New York Times . To finance the camps project, more than one hundred million dollars have already been diverted through UN programs , 140 million seem to have already been collected by the United Kingdom, and the three-year contract with Denmark for the deportation of refugees also seems very substantial. To “sell” its service, the government of Kigali needs to present well what it offers: tours have been organized with international journalists and media, to visit the center of Gashora, about 40 miles south of the capital Kigali.
“Bare but clean rooms, with double beds” as the New York Times writes . To then add: “The center is fenced off. But guests get three meals a day and can bond with each other by preparing traditional foods. They can also play volleyball.” A Mediterranean club for deportees. Kagame, who was re-elected for the third time in the last elections with 99% of the votes, has not organized a visit to another place. It is located in the Gikondo district in Kigali and is called “Kwa Kabuga” .
Since 2021 Human Rights Watch has denounced its inhumane conditions. Even street children end up there, when it is necessary to “clean up” the city center. Of course, the promotional tour for journalists is not enough to explain where tens of thousands of refugees from Burundi, Congo, Eritrea, Somalia, Sudan are being held . Which are already in Rwanda, but no one shows where and under what conditions. Giorgia Meloni , who immediately offered help and solidarity to the British premier after the judicial blockade of the British deportations to Rwanda, wants to do the same, but in Tunisia. Minniti has already done it in Libya , just continue.And how much will a “nigger” cost to send back to Tunisia? Will they be cheaper than Rwanda?
Source: unita.it/2023/07/04/ecco-il-mo…
“Normativa copyright e diritti dei direttori di doppiaggio”
Questa sera a partire dalle 20.30 nella sala Gian Maria Volontè della Casa del Cinema di Roma avrò il piacere di partecipare all’incontro “Normativa copyright e diritti dei direttori di doppiaggio” organizzato da ADID per discutere di AI e le sue ricadute sulla privacy.
PRIVACYDAILY
Etiopia, legittimata da USA ed Europa, ostacola la giustizia per le vittime di guerra in Tigray
Dopo 2 anni di guerra genocida iniziata il 4 novembre 2020 in Tigray, stato regionale settentrionale dell’ Etiopia, ancora oggi, dopo quasi 9 mesi dalla firma dell’ accordo di cessazione ostilità firmato a Pretoria, continuano abusi, violenze e violazioni.
Continuano le morti per fame di adulti e bambini.
Da marzo 2023 in Tigray e da giugno 2023 nel resto d’Etiopia, le agenzie umanitarie WFP e USAID hanno fatto la scelta politicizzata di bloccare la fornitura alimentare per 20 milioni di persone bisognose di supporto alimentare.
Approfondimenti:
- Scandalo della deviazione del materiale di supporto alimentare per il Tigray
- Archivio di 2 anni di aggiornamenti sulla guerra genocida in Tigray dimenticata dla resto del mondo
Diversi punti dell’accordo di Pretoria (CoHA) ancora oggi sono disattesi.
Il ritiro dell’occupazione amhara dall’area aoccidentale del Tigray: le forze amhara hanno perpetrato, anche dopo l’accordo di tregua, attività di pulizia etnica verso i civili etiopi di etnia tigrina.
Il ritiro delle forze eritree, che anche durante e dopo i tavoli di negoziato del 2 novembre 2022, hanno continuato con abusi, saccheggi e repressione, uccisioni di civili tigrini. Oggi i soldati dell’esercito eritreo risultano parzialmente ritirati, perché nelle zone del Tigray dell’estremo nord est, nella woreda (distretto) di Irob sono ancora presenti.
L’accesso incondizionato al supporto umanitario come vuole l’accordo di Pretoria, proprio per la presenza di queste “forze esterne” (come sono state implicitamente nominate nel “contratto di tregua” le forze amhara ed eritree) hanno condizionato i movimenti umanitari nella regione del Tigray.
Il sistema sanitario distrutto per il 90% durante 2 anni di guerra genocida combattuta in totale blackout comunicativo ed elettrico, ha tenuto in scacco quasi 7 milioni di civili. Ancora oggi molte zone rurali, la maggior parte dello staot regionale, sono in balia degli eventi, come le loro comunità. Ancora oggi anche grossi centri sanitari, ospedali come ad Adwa, a Mekelle, nonostante siano passati quasi 8 mesi dall’accordo che ha impartito dei punti fondamentali per la ricostruzione e la rinascita di una popolazione distrutta, massacrata e martoriata da una guerra non loro, non arrivano a risollevarsi, non hanno il giusto supporto di materiale per poter curare vecchi e nuovi pazienti. Gli aiuti che arrivano oggi sono doverosi, ma ancora unagoccia di acqua in mezzo al deserto.
L’accordo però è una raccolta di linee guida che non può essere fine a se stesso, ma deve considerarsi strumentale a salvare milioni di persone e tutelarne i diritti come individui e parte della società.
Quelle persone in Tigray che oggi continuano a soffrire per il mancato rispetto di vari punti di quel stesso accordo che invece dovrebbe tutelarle.
La catastrofe umanitaria continua in Tigray
In data di scrittura di questo articolo (19 luglio 2023) sono passati 112 giorni dall’inizio della sospensione di materiale umanitario da parte del WFP e USAID rivolto a milioni di persone in Tigray.Grazie a Duke Burbridge per la condivisione di questo grafico.
La fame artificiosamente indotta dal’uomo e da scelte politiche, porta alla luce atrocemente casi come quello di Tsige Shishay.
Il maglione rosa che indossa riporta tragicamente la scritta “bello” sul davanti.
Tsige Shishay ha 10 anni, ma pesa appena 10 kg. Il suo medico a Mekelle dice che sta morendo, una nuova vittima di una grave carenza di cibo in una regione devastata da due anni di guerra e lotta contro gli stenti: siccità e cambiamenti climatici sono solo fattori complementari che aggravano la vita di milioni di persone oggi.
Il personale dell’Ayder Hospital a Mekelle ha detto che otto bambini sono morti lo scorso maggio.Tsige Shishay, il cui maglione rosa dice “bello” sul davanti, ha 10 anni ma pesa appena 10 kg – Ayder hospital Mekelle – Tigray
- Nella zona centrale del Tigray, viene denunciato che la mancanza di trasporti verso le strutture sanitarie aggrava la situazione dei pazienti.
- Mentre a Samre la fame e la mancanza di cibo ogni giorno continua a far aumentre il numero di morti tra i bambini.
- Pazienti diabetici e bambini a Gijet soffrono per l’assenza di medicine.
- I malati di cancro ai reni nel Tigrai continuano a soffrire a causa della scarsità di cure mediche essenziali.
- Gli agricoltori di Dogua Temben affermano che la loro produttività agricola (proprio nel periodo delle piogge idoneo alla coltivazione) è minacciata dalla scarsità di fertilizzanti.
- Le malattie precedentemente monitorate e tenute sotto controllo hanno ripreso a circolare come epidemie.
- La sospensione degli aiuti da parte di WFP e USAID sta peggiorando le condizioni di vita degli IDP, degli sfollati disabili con malattie croniche.
- In tutto questo catastrofico contesto di crisi umanitaria, le forze Amhara continuano a rappresentare una minaccia per la sicurezza nelle zone di confine, sottraendo fertilizzanti agli agricoltori dle Tigray.
- Il 15 luglio a Shire le decine di campi IDP che accolgono migliaiai di sfollati, sono stati sommersi da acqua e fango a causa delle alluvioni del periodo. Ironia tragica e drammatica, non è solo la mancanza d’acqua ad uccidere le persone, ma alle volte è la troppa acqua che può ammazzare.
Alluvione campi IDP Shire, Tigray Etiopia 15 luglio 2023
Anche la repressione a sfondo etnico continua: un caso eclatante e recente subìto da Aba Serekebirhan Weldesamuel che una volta atterrato in Etiopia all’areoporto di Bole, Addis Ababa, voleva continuare il viaggio verso Mekelle per rivedere la proria famiglia. E’ stato detenuto al’areoporto dalle forze di polizia per 3 giorni senza motivo ed estradato senza foglio di via verso Nuova Delhi, India come scalo prima di tornare in Australia.
L’Etiopia ostacola la giustizia per le vittime in Tigray
Nell’accordo di tregua un altro punto fondamentale è quello della giustizia di transizione.
In base all’accordo di cessazioni ostilità – CoHA, firmato congiuntamente al TPLF – Tigray People’s Liberation Front, l’Etiopia si è impegnata ad attuare una “politica nazionale di giustizia transitoria globale volta alla responsabilità, all’accertamento della verità, al risarcimento delle vittime, alla riconciliazione e alla guarigione”.
Il processo manca di trasparenza ed è conseguenza di una strategia nota ben prima della stipula dell’accordo negoziato a Pretoria e mediato dall’ African Union.
Un fatto eclatante che conferma tale strategia, sono le parole esclusive dell’ex ministro delle donne e della gioventù Filsan Abdi che al Washington Post aveva denunciato:
“La guerra ha polarizzato il paese così profondamente che so che molte persone mi etichetteranno come bugiarda semplicemente perché dico che anche il governo ha fatto cose dolorose e orribili”, ha detto Filsan. “Non sto dicendo che erano solo loro. Ma io c’ero. Ero alle riunioni di gabinetto e sono andata a incontrare le vittime. Chi può dirmi cosa ho fatto e cosa non ho visto?”
Era stata incaricata dal governo etiope di creare una task force investigativa in Tigray per indagare sulle diffuse denunce di stupro e sul reclutamento di bambini soldato.
“Abbiamo riportato le storie più dolorose e ogni parte era implicata”
Sottolineando:
“Ma quando ho voluto pubblicare le nostre scoperte, mi è stato detto che stavo oltrepassando il limite. “Non puoi farlo”, mi ha chiamato e mi ha detto un funzionario molto in alto nell’ufficio di Abiy. E ho detto: ‘Mi hai chiesto di trovare la verità, non di fare un’operazione di propaganda. Non sto cercando di far cadere il governo: c’è un’enorme crisi di stupri per l’amor di Dio. I bambini soldato vengono reclutati da entrambe le parti. Ho le prove sulla scrivania davanti a me.”
Il governo etiope è anche stato sempre ostile verso l’ingerenza straniera e sulle molteplici richieste ed appelli per indagini indipendenti per la giustizia delle vittime di guerra. Fin dall’inizio ha ostacolato l’accesso al Tigray a media, umanitari e funzionari di diritti umani legittimando la propria posizione con il detto “soluzioni africane ai problemi africani”.
Il governo etiope è implicato, come tutte le altre forze coinvolte nella guerra genocida in Tigray, in crimini di guerra. Nello specifico il governo ha intenzionalmente fatto ostruzionismo bloccando di fatto l’accesso ed il supporto umanitario nello stato regionale del Tigrai verso milioni di civili bisognosi di supporto.
USA ed Europa perseguendo il sistema capitalistico legittimano la strategia dell’Etiopia
I 6 milioni di persone in Tigray che hanno subìto crimini di guerra non vedranno alcuna responsabilità perché in gran parte è consrguenza legittimata da USA ed Europa che continuano a ripristinare e normalizzare le relazioni economiche con il governo etiope.
Una evidente dimostrazione di doppi standard da parte della così detta comunità internazionale se accostata al contesto ucraino. Milioni di rifugiati scappati dalla guerra e dall’invasione russa in patria ed accolti in Italia in pochi mesi. Il governo ha predisposto agevolazioni fiscali per tutti gli italiani che avessero dato disponibilità di accoglienza. Non si può dire che lo stesso furgone (#LoStessoFurgone come hashtag su Twitter) per andare a recuperare gli ucraini su linea di confine per portarli in salvo in Italia sia utilizzato come mezzo (metafora di scelte politiche non discriminanti e in tutela dei diritti universali di ogni individuo, nessuno escluso) anche per tutte quelle persone che scappano dalle guerre come per esempio quella genocida in Tigray.
Approfondimenti:
- Etiopia, guerra economica tra USA e Russia sulla pelle di milioni di persone in Tigray [BRICS e G7]
- Etiopia, 182 milioni di euro siglati tra la Presidente Giorgia Meloni e il Primo Ministro etiope in visita in Italia
- An indifferent world looks on as Ethiopia obstructs justice for Tigray
“In un mondo consumato dal conflitto in Ucraina e intrappolato in un tiro alla fune tra superpotenze, la responsabilità per le atrocità nel Tigray rimane una prospettiva lontana. Considerazioni strategiche si riflettono nei tentativi di rafforzare i legami [economici USA ed Europa] con il governo [etiope] piuttosto che rimproverarlo.Ma restituire il pieno sostegno all’Etiopia senza passi concreti per porre fine all’impunità destabilizzerà ulteriormente un paese sempre più fragile. I tigrini continuano a essere soggetti a violazioni dei diritti umani mentre il conflitto ribolle in Amhara e Oromia, con il potenziale per inghiottire il paese nella violenza.”
Aaron Maasho & Martin Witteveen
Aaron Maasho ha lavorato come direttore delle comunicazioni dell’EHRC da luglio 2020 a novembre 2021.
Martin Witteveen, un esperto di diritto penale internazionale, ha prestato servizio presso EHRC fino a febbraio 2022 per sviluppare una strategia di risposta rapida per situazioni di emergenza in materia di diritti umani
Le iniziative delle altre Autorità
“Il GDPR in ambito assicurativo” (Giuffrè Editore) di Rudi Floreani e Stefano Petrussi
PRIVACYDAILY
Una grave lesione dello stato di diritto. Un passo verso la democrazia illiberale. Non in Polonia, né in Ungheria ma in Italia. Il post di Marco Taradash
@Politica interna, europea e internazionale
Riproponiamo il post di Marco Taradash su quella che è a tutti gli effetti una forzatura dell'esecutivo sul terzo potere. Questo l'episodio cui si fa riferimento.
«La presidente del Consiglio Meloni ha annunciato ieri un prossimo decreto legge per correggere una interpretazione delle norme sui reati di criminalità organizzata contenuta in una sentenza della Corte di Cassazione, interpretazione che, a suo dire, indebolisce la lotta alla mafia.
Nella sentenza, che riguarda un episodio minore della criminalità camorristica, vengono riconfermate tuttavia le precedenti sentenze della Cassazione a sezioni Unite, a partire dal 2005. Ma il governo intende fornire, con decreto legge, una “interpretazione autentica” delle norme.
I giuristi potranno approfondire gli aspetti tecnici, ma il senso politico è devastante.
La sentenza richiamata è del marzo 2022. Un anno e mezzo fa. Come mai Meloni ritiene oggi di intervenire per “necessità e urgenza”?
Forse per dare l’ennesima sberla al suo ministro della Giustizia, sperando magari che le sue verificate doti di incassatore finiscano per esaurirsi e Nordio tolga il disturbo?
O forse per presentarsi alla cerimonia in onore di Paolo Borsellino con la scimitarra fra i denti e non subire le contestazioni che le considerazioni di Nordio sul concorso esterno le avrebbero potuto procurare?
Entrambe le cose, a mio parere.
Ma ciò che mi preoccupa è il precedente che si verrebbe a creare. Il Governo Meloni intende intervenire sulle sentenze dei tribunali correggendo di volta in volta attraverso decreti legge l’ermeneutica consolidata? Non siamo di fronte a un primo passo verso l’eversione costituzionale che potrebbe essere richiamato in futuro ogni volta che il governo né sentisse la necessità?
Guardate che ciò che oggi fa Meloni in Italia è ciò che i suoi alleati europei hanno già fatto nelle loro “nazioni”. Paludare una lesione al principio della separazione dei poteri del mantello corrusco della “lotta alla mafia”, ammantare un abuso di potere delle vesti insanguinate delle vittime della mafia, suscita repulsione e inquietudine.»
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La destra italiana si è sempre considerata sotto assedio della magistratura, quindi non mi stupiscono questi loro attacchi. D'altronde ne parlavano sempre anche prima.
Che poi, forse è corretto dire che la destra italiana è sotto assedio della magistratura, ma bisogna anche ricordare che quell'area politica è piena di politici xhe hanno commesso reati o azioni ambigue che sono meritevoli di indagini.
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Poliverso - notizie dal Fediverso ⁂ reshared this.
@Hari Seldon il vittimismo sempre e comunque è sempre stato la cifra politica dei movimenti politici identitari e incapaci. È il fatto di mostrarsi sempre sotto assedio, in un'emergenza continua non è altro che il modo più evidente con cui si esprime questo vittimismo programmatico
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“Smart Bus Huawei – Parole O_stili”
Oggi a partire dalle 18.00 avrò il piacere di partecipare all’evento Smart Bus Huawei – Parole O_stili nella Sala Caduti di Nassirya, Senato della Repubblica, Palazzo Madama per sensibilizzare i ragazzi sul tema dei pericoli del digitale e della privacy e per fornirgli degli strumenti di protezione, prima di tutto culturali.
“Privacy Framework: liberi tutti?”
Nella rubrica Garantismi oggi ho parlato con Matteo Flora di Privacy Framework Qui il video completo all’intervista
brozu
in reply to Informa Pirata • • •Alcune volte mi trovo in disaccordo con lui, ma rimane uno dei principali e unici attori di molte battaglie importantissime.
È importante ci sia gente così.
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Rozaŭtuno, Hari Seldon, Krusty, lilae21, Matte, Informa Pirata e Alex 🐭 like this.
Hamster42
in reply to Informa Pirata • • •Son contento che almeno per questa volta posso andare a votare convinto di non essere lì a votare il meno peggio.
Considerando la mia zona comunque, l'unico dubbio per questa votazione è se il candidato del cdx prenderà tanti voti o estremamente tanti voti, a prescindere da chi sia
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