Pirates: Cannabis reform now needed at EU level
Brussels/Berlin, 23/02/2024 – Today, the German Bundestag is expected to adopt the law on the controlled use of cannabis[1]. Among other things, the possession of up to 50 grams in private spaces and up to 25 grams in public spaces will be legalised. Pirates welcome this long overdue initiative and have also been advocating legislative measures for the decriminalisation and legalisation of private cannabis consumption at EU level.
Pirate Party MEP Patrick Breyer comments:
“The ‘war on cannabis’ was never winnable, contradicts the reality of life and has only played into the hands of organised crime. Criminal law is the wrong means of achieving a responsible approach to drugs. It is high time that the established parties put an end to their failed policy of cannabis prohibition. In future, countless hours of police and judicial work can be devoted to important tasks such as the prosecution of domestic burglaries. Although it is long overdue, I am pleased that Germany is leading the way here among the major EU member states. We Pirates can now campaign even more resolutely at European level for a future-oriented and legally secure solution for the responsible use of cannabis.”
Mikuláš Peksa, MEP of the Czech Pirate Party and co-founder of the cross-party interest group in the EU Parliament on personal cannabis use [2], comments:
“The EU must now look to Germany and take a leaf out of its book when it comes to taking the right steps towards cannabis liberalisation. In the European Parliament, my cross-party group is vehemently scrutinizing all options for legalization within the EU legal framework. We are bringing almost all parties to the table and discussing realistic, effective solutions. Because at the moment there is an unacceptable patchwork of regulations in EU countries that puts young people in prison for a “victimless crime”. Private cannabis use is a matter of personal freedom. The current legal provisions also contradict the principles of freedom of movement. EU citizens are used to a certain level of security when crossing borders with other EU Member States and the current state of cannabis legalisation in various Member States undermines these rights.”
Anja Hirschel, lead candidate of the Pirate Party Germany for the 2024 European elections, comments:
“After we Pirates have been demanding it for years, common sense is finally making its way into the Bundestag. Things should now move quickly, and a further delay in legalisation due to an alleged overburdening of the judiciary can easily be avoided: If the political will is there, time limit regulations can provide clarity. What is currently unnecessarily burdening the judiciary with additional work is the fact that there is no uniform approach and public prosecutors are conducting their investigations according to their own criteria. As soon as the criminalisation of cannabis use is ended, previously tied-up capacities will be freed up for these cases. This will therefore also benefit our legal system. At EU level, I would also use my mandate to advocate for legalisation.”
[1] bundestag.de/dokumente/textarc…
[2] european-pirateparty.eu/member…
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Operazione internazionale contro il più grande gruppo di ransomware al mondo. Aiuta il portale “No More Ransom”
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In un'azione coordinata supportata da #Eurojust ed #Europol, le autorità giudiziarie e di polizia di 10 paesi diversi hanno colpito #LockBit, l'organizzazione di ransomware più attiva al mondo.
Due membri del team ransomware sono stati arrestati in Polonia e Ucraina.
Inoltre, le forze dell’ordine hanno compromesso la piattaforma principale di LockBit e rimosso 34 server nei Paesi Bassi, Germania, Finlandia, Francia, Svizzera, Australia, Stati Uniti e Regno Unito.
LockBit è emerso per la prima volta alla fine del 2019, inizialmente chiamandosi ransomware “ABCD”. Da allora, è cresciuto rapidamente e nel 2022 è diventato la variante di ransomware più diffusa a livello mondiale. Si ritiene che gli attacchi LockBit abbiano colpito oltre 2.500 vittime in tutto il mondo. Il gruppo operava come "ransomware-as-a-service", il che significa che un team principale crea il proprio malware e gestisce il proprio sito Web, concedendo in licenza il proprio codice agli affiliati che lanciano attacchi.
L'azione congiunta ha permesso alle diverse forze di polizia di prendere il controllo di gran parte delle infrastrutture che permettono il funzionamento del ransomware LockBit, compresa la darknet, e, in particolare, il "muro della vergogna" utilizzato per pubblicare i dati delle vittime che si sono rifiutate di pagare il riscatto. Questa azione ha interrotto la capacità della rete di operare. Le autorità hanno inoltre congelato più di 200 conti di criptovaluta collegati all'organizzazione criminale.
Questa operazione internazionale segue una complessa indagine condotta dalla National Crime Agency del Regno Unito. Supportate da Eurojust ed Europol, le forze dell'ordine di altri nove paesi hanno lavorato su questo caso in stretta collaborazione con l'Agenzia nazionale anticrimine, comprese le autorità di Francia, Germania, Svezia, Paesi Bassi, Stati Uniti, Svizzera, Australia, Canada e Giappone.
Il caso è stato aperto presso Eurojust nell’aprile 2022 su richiesta delle autorità francesi. Il Centro europeo per la criminalità informatica (EC3) di Europol ha organizzato riunioni operative per sviluppare le piste investigative in preparazione della fase finale dell’indagine.
La polizia giapponese, la National Crime Agency e il Federal Bureau of Investigation hanno unito le loro competenze tecniche per sviluppare strumenti di decrittazione progettati per recuperare i file crittografati dal ransomware LockBit.
Queste soluzioni sono state rese disponibili gratuitamente sul portale “No More Ransom”, disponibile in 37 lingue.
Finora, più di 6 milioni di vittime in tutto il mondo hanno beneficiato di No More Ransom, che contiene oltre 120 soluzioni in grado di decrittografare più di 150 diversi tipi di ransomware.
Oltre le verie Autorità Giudiziarie dei Paesi interessati, hanno preso parte all'indagine le seguenti autorità di polizia:
Regno Unito: National Crime Agency, South West Regional Organized Crime Unit
Stati Uniti: Federal Bureau of Investigation – Newark
Francia: JUNALCO (National Jurisdiction Against Organized Crime) e Gendarmerie Nationale
Germania: Dipartimento centrale per la criminalità informatica del Nord Reno-Westfalia (CCD), Ufficio statale per le indagini penali dello Schleswig-Holstein (LKA Schleswig-Holstein), Ufficio federale della polizia criminale (Bundeskriminalamt)
Svezia: Centro svedese per la criminalità informatica,
Paesi Bassi: Team Cybercrime Zeeland-West-Brabant, Team Cybercrime Oost-Brabant, Team High Tech Crime);
Australia: Polizia federale australiana Canada: Polizia a cavallo reale canadese
Giappone: Agenzia nazionale di polizia ·
Svizzera: Polizia cantonale di Zurigo.
_Editato con GoOnlineTools_
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Riciclaggio da Riga a Berlino attraverso Malta. Perquisizioni anche in Italia
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Oltre 100 perquisizioni in un'operazione su larga scala contro una rete criminale russo-eurasiatica e un istituto finanziario con sede a Malta presumibilmente coinvolto in servizi di riciclaggio di denaro svolte dalle autorità nazionali di Lettonia, Germania, Francia, Italia e Malta hanno effettuato. Per l'Italia hanno svolto le attività la Procura della Repubblica di Roma e la Guardia di Finanza - Nucleo Polizia Economica e Finanziaria di Roma. Quattro i sospetti che sono stati arrestati durante la giornata di azione sostenuta da #Eurojust ed #Europol. Potenziali sospettati e testimoni sono stati interrogati anche in Lettonia, Germania, Estonia e Malta.
Nel corso delle azioni sono stati impiegati oltre 460 agenti di polizia per effettuare le perquisizioni. La Germania ha inoltre schierato quattro agenti per supportare le indagini e le perquisizioni in Lettonia e Malta. Oltre agli arresti sono stati sequestrati diversi conti bancari e proprietà.
Dalla fine del 2015 l'istituto finanziario maltese ha riciclato almeno 4,5 milioni di euro in procedimenti criminali. La somma totale del denaro riciclato potrebbe ammontare a decine di milioni di euro. L'istituto finanziario e il gruppo criminale organizzato dietro di esso offrivano servizi di riciclaggio di denaro attraverso una rete di false imprese e individui che erano amministratori registrati, senza svolgere alcuna attività commerciale reale.
Il gruppo criminale organizzato operava principalmente da Riga e Berlino. Le indagini sono state avviate nel 2021 dalle autorità lettoni dopo aver notato trasferimenti di denaro insoliti dalla Lettonia all'istituto finanziario maltese. Contemporaneamente le autorità tedesche avevano avviato indagini su flussi di denaro sospetti che coinvolgevano lo stesso istituto finanziario.
Durante la giornata dell’azione, Europol ha inviato un esperto di riciclaggio di denaro in Lettonia e ha allestito un ufficio mobile presso il centro di coordinamento di Eurojust per supportare l’operazione. Da dicembre 2021 Europol sostiene le indagini fornendo analisi operative e finanziarie e competenze operative. L'Agenzia ha inoltre sostenuto la squadra investigativa comune e ha fornito sostegno finanziario al caso.
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Public »Going Dark« Consultation: Pirate MEPs call for an end to the undemocratic surveillance forge
The EU High-Level Group (HLG) on access to data for effective law enforcement, also known as the #EUGoingDark group, is consulting non-governmental organisations today. Newly published documents confirm criticism by Pirate Party Members of the European Parliament.
MEP Patrick Breyer (Pirate Party / Greens/EFA) comments:
„The #EUGoingDark work group should be dissolved! I have received the answer to my latest request for documents conceding that this group sees itself as “first step in the preparatory process of possible legislative proposals” (PDF). This makes it clear that undemocratic preliminary negotiations are conducted here with the predefined goal to re-introduce EU-wide blanket data retention of citizen’s communications data, to undermine secure encryption and to introduce the »Security by Design«-concept that should better be called »Surveilance by Design«. The group is undemocratic because NGOs and scientists are prevented from participating on an equal footing. How is equal participation supposed to work if NGOs have access neither to the actual meetings of the group and its sub-groups, nor to other participants nor to the actual work documents? It must be assumed that today’s input of NGOs has no chance of helping to shape the final result in favor of civil liberties. Meanwhile European and US-American police are forging surveillance plans behind closed doors. Belgium, for example, presented its unlawful data retention act as exemplary and spread the false claim that without data retention there is a need to resort to more intrusive methods of investigation. NGOs on the other hand, were only invited to today’s separate meeting after public pressure. The real purpose of this exercise is to keep them away from the table where the actual proposals are drafted. The results of the #EUGoingDark-group, which are to be presented as early as mid-2024, will be undemocratic and non-transparent. They must therefore not be used as legislative or political proposals. As the #EUGoingDark working group cannot achieve a useful result with this working method, the group should be dissolved.“
Marcel Kolaja, Member and Quaestor of the European Parliament for the Czech Pirate Party, comments:
“The right to privacy is a fundamental human right. Yet in recent years we have seen more and more attempts to challenge it. Whether it is the attempt to impose blanket spying on private messages or the legalisation of biometric cameras. The #EUGoingDark group is just another example of the way that many lawmakers see privacy as a burden rather than a priority. If it were a priority, we could observe a transparent debate that actively seeks out all relevant opinions. Instead, only representatives of the police or intelligence services were selectively invited, while representatives of human rights NGOs were left out. I find this practice unacceptable. The debate on privacy should be treated with the utmost respect. The #EUGoingDark group utterly fails to meet this requirement.”
Mikuláš Peksa, Member of the European Parliament for the Czech Pirate Party, comments:
“Activities and goals of this particular group present an attack on everything that keeps us safe in the online environment. We are used to see similar institutions in China’s digital dictatorship, where they persecute, bully and attack Tibetans and their fundamental rights, as well as Uighurs and other groups of citizens. In free and democratic Europe, such a thing has no place. Our private data should stay private, always.“As Pirates, we call on the Commission to ensure the right to anonymity, free speech, access to information and right to encryption to all European citizens. Those protect not only citizens from data breaches, but also whistleblowers, human rights defenders and other activists.”
Anja Hirschel, top candidate of the German Pirate Party for the 2024 European elections, comments:
“The composition of the committee, in particular the exclusion of NGOs, already clearly shows what kind of encroachments on digital freedoms citizens are to face here: Even deeper and easier access to our data. Every previously private area is to be scrutinised in future. And this is being done by a working group that has its own interests in this data and has also avoided the public eye for the preparations themselves. Instead of the next step towards transparent citizens, we need more transparent EU policy!”
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EU parliamentarians call for protection of Julian Assange from possible extradition to the USA
46 Members of the European Parliament today made a final appeal to the UK Home Secretary to protect Wikileaks founder Julian Assange and prevent his possible extradition to the United States. The day before the final court hearing on Julian Assange’s extradition, the signatories emphasise their concerns about the Assange case and its impact on press freedom, as well as the serious risks to Assange’s health if he is extradited to the US.
According to the letter, the US government is attempting to use the Espionage Act, which was passed in 1917, against a journalist and publisher for the very first time. If the US succeeds and Assange is extradited, this would redefine investigative journalism. It would extend the application of US criminal laws internationally and apply it to a non-US citizen without a corresponding extension of First Amendment rights.
Patrick Breyer, Member of the European Parliament for the Pirate Party Germany and co-initiator of the letter, comments:
“Europe is watching the UK and its respect for human rights and the Human Rights Convention closely. Britain’s relationship with the EU is at stake.
The imprisonment and prosecution of Assange sets an extremely dangerous precedent for all journalists and press freedom. Any journalist could be prosecuted in the future for publishing ‘state secrets’. Representatives of the US government have confirmed to me that the standards applied to Assange would also be applied to any other journalist. We cannot accept this to happen.
The public has a right to know about state crimes committed by those in power so that they can stop them and bring the perpetrators to justice. With Wikileaks, Julian Assange has started an era where injustice can no longer be swept under the carpet – now it is up to us to defend transparency, accountability and our right to the truth.”
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Trilogue deal: EU extends error-prone bulk chat control scanning of private messages by US internet companies
This morning, the EU Parliament and EU Council reached a trilogue agreement on the extension of the controversial, error-prone voluntary bulk scanning of private messages and photos for suspected content by US internet companies such as Meta (Instagram, Facebook), Google (GMail) and Microsoft (X-Box) until April 2026 (so-called chat control 1.0 or interim ePrivacy derogation regulation). The deal is to be approved in a fast-track procedure before the European elections. The EU Parliament majority originally only wanted to extend the regulation by 9 months in order to switch as quickly as possible to targeted surveillance of suspects and a far more effective approach to protecting children, including by safer default settings and design of internet services, proactive searches for freely accessible CSAM, removal obligations and setting up an EU child protection centre. Instead, the EU Parliament today agreed to extend the status quo by more than twice the period of time originally envisaged.
Pirate Party MEP and digital freedom fighter Patrick Breyer, who is taking legal action against Meta’s scanning of direct messages, criticises:
”The EU Parliament wants to end blanket chat controls that violate fundamental rights, but with today’s deal it is cementing them. The EU Parliament wants a much stronger and court-proof protection against child abuse online, but today’s deal achieves nothing at all to better protect our children. With so little fighting spirit, further extensions of the status quo are likely to follow and a better protection for our children is increasingly becoming unlikely. Victims of child sexual abuse deserve better!
The EU Commission, EU governments and an international surveillance-industrial network have unfortunately succeeded in scaring the parliamentary majority about a supposed ‘legal gap’ as a consequence of phasing out bulk chat control mass surveillance. In reality, bulk scanning makes no significant contribution to saving abused children or convicting abusers, but instead criminalises thousands of minors, overburdens law enforcement officers and opens the door to arbitrary private justice by internet companies. If, according to the EU Commission, only one in four reports is relevant for the police, this means 750,000 leaked private beach photos, nude images and intimate coversations of Europeans without any law enforcement relevance every year. Our chats and photos are not safe in the hands of unknown moderators abroad and do not belong there. The EU regulation on voluntary chat control is obsolete and violates our fundamental right to privacy: Social networks that classify as ‚hosting services‘ do not need a regulation to screen public posts to begin with. And the error-prone scanning of private communications by Zuckerberg’s Meta group will soon be a thing of the past anyway thanks to the announced introduction of end-to-end encryption.
As a Pirate, I am working to stop the illegal bulk chat control scanning in court. We will be watching every move of the EU Commission which now has more time to find majorities in the EU Council in favour of the extreme dystopia of mandatory chat control 2.0 to destroy digital privacy of correspondence and secure encryption, including by manipulating critical EU states using infamous PR campaigns and misinformation.”
Today‘s agreement still requires approval by the EU Parliament and EU Council. At the beginning of March, the EU interior ministers will once again discuss the EU Commission’s parallel proposal to destroy digital privacy of correspondence and secure encryption (Chat Control 2.0 or permanent child sexual abuse regulation). So far, there has been no agreement between supporters and opponents among the EU governments, meaning that this project is on hold or possibly even dead.
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Lotta agli hacker malintenzionati: smantellato il gruppo ransomware Hive ma c’è una nuova taglia su di loro
Gli attacchi ransomware Hive avevano causato gravi interruzioni nelle operazioni quotidiane delle vittime in tutto il mondo e hanno influenzato le risposte alla pandemia di COVID-19. Il gruppo utilizzava un modello ransomware-as-a-service (RaaS) con amministratori, a volte chiamati sviluppatori, e affiliati. RaaS è un modello basato su abbonamento in cui gli sviluppatori o gli amministratori sviluppano un ceppo di ransomware e creano un'interfaccia facile da usare con cui farlo funzionare e quindi reclutano affiliati per distribuire il ransomware contro le vittime.
È stato utilizzato altresì un modello di attacco definito “a doppia estorsione”. Prima di crittografare il sistema della vittima, l'affiliato avrebbe esfiltrato o rubato dati sensibili. L'affiliato ha quindi chiesto un riscatto sia per la chiave di decrittazione necessaria per de-crittografare il sistema della vittima sia per la promessa di non pubblicare i dati rubati. Gli attori di Hive hanno spesso preso di mira i dati più sensibili nel sistema di una vittima per aumentare la pressione a pagare. Dopo che una vittima aveva pagato, gli affiliati e gli amministratori dividevano il riscatto in percentuali pari a 80/20.
A distanza di poco più di 11 mesi da quando l'FBI ha dichiarato di aver chiuso la rete dell'organizzazione criminale, Il governo degli Stati Uniti ha assegnato una taglia extra di 5 milioni di dollari ai membri della banda di ransomware Hive: la seconda ricompensa del genere in un anno.
Intanto, i criminali online continuano a fare soldi con le loro richieste di estorsione, con dozzine di nuovi arrivati che sono entrati nella mischia solo lo scorso anno.
Chainalysis, nella sua analisi del 2023 pubblicata questa settimana (leggi qui, in inglese => Ransomware Hit $1 Billion in 2023 (chainalysis.com)), ha stimato che lo scorso anno le squadre di ransomware hanno incassato più di 1 miliardo di dollari in pagamenti estorti in criptovaluta dalle vittime, rispetto ai 567 milioni di dollari del 2022. La società di analisi delle criptovalute ha anche osservato che la rimozione di Hive probabilmente ha avuto un ruolo non banale nel calo dei pagamenti di ransomware nel 2022, che altrimenti sarebbero aumentati dal 2019.
La stima di 130 milioni di dollari dell'FBI "potrebbe non raccontare tutta la storia", osserva il rapporto, perché tiene conto solo dei riscatti direttamente evitati dalle chiavi del decrittatore. Da parte sua, Chainalysis ritiene che il fallimento di Hive abbia probabilmente evitato pagamenti di ransomware per almeno 210,4 milioni di dollari.
"Durante i sei mesi in cui l'FBI si è infiltrata in Hive, il totale dei pagamenti di ransomware per tutti i ceppi ha raggiunto i 290,35 milioni di dollari", ha osservato Chainalysis. "Ma i nostri modelli statistici stimano un totale previsto di 500,7 milioni di dollari durante quel periodo di tempo, sulla base del comportamento degli aggressori nei mesi precedenti e successivi all'infiltrazione, e si tratta di una stima conservativa."
European Court of Human Rights bans weakening of secure end-to-end encryption – the end of EU‘s chat control CSAR mass surveillance plans?
The European Court of Human Rights yesterday banned a general weakening of secure end-to-end encryption. The judgement argues that encryption helps citizens and companies to protect themselves against hacking, theft of identity and personal data, fraud and the unauthorised disclosure of confidential information. Backdoors could also be exploited by criminal networks and would seriously jeopardise the security of all users’ electronic communications. There are other solutions for monitoring encrypted communications without generally weakening the protection of all users, the Court held. The judgement cites using vulnerabilities in the target’s software or sending an implant to targeted devices as examples.
Member of the European Parliament and digital freedom fighter Patrick Breyer (Pirate Party) comments:
“With this outstanding landmark judgement, the ‘client-side scanning’ surveillance on all smartphones proposed by the EU Commission in its chat control bill is clearly illegal. It would destroy the protection of everyone instead of investigating suspects. EU governments will now have no choice but to remove the destruction of secure encryption from their position on this proposal – as well as the indiscriminate surveillance of private communications of the entire population!
Secure encryption saves lives. Without encryption, we can never be sure whether our messages or photos are being disclosed to people we don’t know and can’t trust. So-called ‘client-side scanning’ would either make our communications fundamentally insecure, or European citizens would no longer be able to use Whatsapp or Signal at all, because the providers have already contemplated that they would discontinue their services in Europe. It is a scandal that the EU Council’s latest draft position still envisages the destruction of secure encryption. We Pirates will now fight even harder for our digital privacy of correspondence!”
Background: The EU Commission and an industrial network of surveillance authorities are calling for generally searching private communications using error-prone technology, including on end-to-end encrypted messengers, for indications of illegal content. This could only be implemented by undermining secure end-to-end encryption. The majority of EU governments support the initiative, but a blocking minority is preventing a decision. The EU interior ministers want to discuss the bill again at the beginning of March. Under massive pressure from Pirates and civil society, the EU Parliament has rejected the destruction of secure encryption and indiscriminate chat control. However, this is only the starting position for possible negotiations with the EU Council, once it agrees on a position. Meta has announced that it will start encrypting direct messages via Facebook and Instagram in the course of this year and discontinue its current voluntary chat control surveillance on these messages. Nevertheless, the EU is in the process of extending the authorisation for voluntary chat control.
Breyer’s information page on chat control
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FRONTEX FORNISCE I DATI DEGLI ATTRAVERSAMENTI DELLE FRONTIERE A GENNAIO. IL PICCO SULLA ROTTA DELL'AFRICA OCCIDENTALE
Frontex, l’Agenzia della guardia di frontiera e costiera dell’ #UE deputata a sostenere gli Stati Membri gestione delle frontiere esterne e nella lotta alla criminalità transfrontaliera, ha fornito una propria analisi dell’andamento degli attraversamenti nel mese di gennaio.
Secondo questo studio, Il numero di attraversamenti irregolari delle frontiere verso l'Unione europea è sceso a quasi 14 000 a gennaio, in calo di circa un terzo rispetto a dicembre ed è stato più o meno in linea con il totale dello stesso mese dello scorso anno. Quasi tutte le principali rotte migratorie hanno registrato un calo mensile che va dal -71% nel Mediterraneo centrale al -30% nei Balcani occidentali.
In controtendenza è stata la rotta migratoria dell'Africa occidentale, dove il numero di arrivi ha superato i 6 600 nel periodo di gennaio, solitamente tranquillo, quasi il 50% in più rispetto a dicembre e 10 volte la cifra riportata un anno fa. La regione ha rappresentato quasi la metà di tutti i rilevamenti di attraversamenti irregolari delle frontiere a gennaio.
L'anno scorso, la rotta dell'Africa occidentale ha registrato il maggiore aumento percentuale di attraversamenti irregolari.
Negli ultimi mesi, i gruppi criminali coinvolti nel traffico di esseri umani in Mauritania hanno colto rapidamente le opportunità offerte dall'aumento della domanda da parte dei migranti subsahariani in transito nel loro paese che cercano di entrare nell'Unione europea attraverso le Isole Canarie. Negli ultimi mesi, i trafficanti di esseri umani hanno stipato un numero crescente di migranti su piccole barche da pesca in legno conosciute come Cayucos, mettendo in pericolo la vita delle persone a bordo.
I punti salienti dei dati di migrazione includono:
• La rotta dell'Africa occidentale rappresenta quasi la metà di tutti gli attraversamenti irregolari nel mese di gennaio.
• Il Mediterraneo centrale registra il calo maggiore (-71% su base mensile)
• Le prime tre nazionalità su tutte le rotte sono siriani, afghani e maliani, anche se le autorità stanno ancora determinando la nazionalità di un gran numero di migranti in arrivo.
• Sulla rotta della Manica, il numero di rilevamenti di persone che cercavano di attraversare il Regno Unito si è attestato a quasi 3200, più o meno in linea con la cifra di gennaio 2023.
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Pirates don’t support flawed AI Act
Today, the European Parliament’s lead committees on the Artificial Intelligence Act (AI Act), the IMCO and LIBE committees, approved the trilogue results of the law in a joint vote. In its current form, the legislative text will allow Member States to introduce biometric mass surveillance using flawed facial recognition technology. That’s why Pirate Party Members of the European Parliament are opposing the deal. Nevertheless, the Pirate Party succeeded in protecting fundamental rights and privacy to a huge extent, for instance by banning social scoring systems or including e-proctoring on the list of high-risk applications.
Marcel Kolaja, Member and Quaestor of the European Parliament for the Czech Pirate Party and Member of the Internal Market committee (IMCO), comments:
“Unfortunately, despite the good position of the European Parliament, the national governments managed to cripple the AI Act. Hence, the Pirates cannot support it. That does not mean that the legislation doesn’t have some positive aspects. Thanks to improvements which I proposed, students won’t be discriminated when during exams. The practice called e-proctoring may falsely accuse students of cheating, especially those with disabilities or those with dark skin. And the AI Act will put a stop to that by requiring stricter criteria for such AI usage. I also appreciate the ban on social scoring systems as we know them from China. It is an endless pity how such promising legislation has gone awry at the last minute and that we therefore cannot vote in favor.”
Patrick Breyer, Member of the European Parliament for the German Pirate Party and Member of the Civil Liberties committee (LIBE), comments:
“With this AI law, it appears the EU intends to compete with China not only technologically but also in terms of high-tech repression. Chilling monitoring of our behaviour and ubiquitious real-time face surveillance in public spaces, error-prone biometric identification used on CCTV recordings even for petty offences, racial classification of persons, unscientific AI ‚video lie detector‘ technology – none of these dystopian technologies will be off limits for EU governments, including illiberal governments such as Hungary’s. Rather than protecting us from these authoritarian instruments, the AI Act provides an instruction manual for governments to roll out biometric mass surveillance in Europe. As important as it is to regulate AI technology, defending our democracy against being turned into a high-tech surveillance state is not negotiable for us Pirates.
The EU’s AI Act opens the door to permanent facial surveillance in real time: Over 6,000 people are wanted by European arrest warrant for the offences listed in the AI Act. Any public space in Europe can be placed under permanent biometric mass surveillance on these grounds. This law legitimises and normalises a culture of mistrust. It leads Europe into a dystopian future of a mistrustful high-tech surveillance state.”
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Il Numero unico di emergenza europeo 1.1.2 ( e l’App Whereareu)
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L’11 febbraio ricorre in tutta la #UE la Giornata europea celebrativa del Numero unico di emergenza (NUE) europeo 1.1.2 (uno-uno-due), istituita sin dal 2009, con l’adozione di una dichiarazione congiunta del #parlamentoEuropeo, del #consigliodellUnioneeuropea e della #commissioneEuropea, al fine di incrementare la conoscenza del servizio e dei suoi vantaggi da parte dei cittadini europei.
Per quanto riguarda l’Italia, Il Numero unico europeo delle emergenze è operativo in 13 Regioni, con 18 Centrali uniche di risposta (CUR), che garantiscono la copertura del servizio ad oltre 38 milioni di abitanti, pari a circa il 65% della popolazione nazionale.
Il servizio permette, digitando l'uno-uno-due sia da rete fissa che da rete mobile, di richiedere il tipo di soccorso di cui necessita (sanitario, Forze di polizia, Vigili del fuoco e soccorso in mare). La chiamata viene raccolta dalla CUR (Centrale unica di risposta) che, dopo le prime verifiche, la inoltra con i dati di localizzazione del chiamante e del tipo di soccorso richiesto alla sala operativa competente (carabinieri, polizia di stato, eccetera) per materia e territorio al fine di garantire l’intervento. I cittadini possono così raggiungere, naturalmente gratuitamente, attraverso un solo numero, tutti i servizi di emergenza forniti dalle Istituzioni pubbliche, con la garanzia di un accesso multilingue.
Tutte le chiamate sono localizzate; una funzione utile in città, che può rivelarsi indispensabile per le chiamate provenienti da aree extra urbane, dove può risultare difficile fornire indicazioni precise e tempestive per essere raggiunti dai soccorsi. A tale proposito, dal 2022 l’Italia si è adeguata ai migliori standard tecnologici aggiungendo ai dati di localizzazione provenienti dalla rete telefonica quelli generati dallo smartphone. In questo ambito, ci piace segnalare una app per smartphone collegata al servizio uno-uno-due: si tratta di < Where Are U>, una app per l'emergenza collegata alle Centrali Uniche di Risposta (CUR) del NUE 112, che permette di effettuare una chiamata di emergenza con il contestuale invio della posizione esatta del chiamante (rileva la posizione tramite GPS e/o rete dati e la mostra sul telefono; al momento della chiamata la posizione viene trasmessa tramite rete dati o tramite SMS se la rete dati non è disponibile. Il doppio canale di trasmissione assicura sempre l'invio della posizione ogniqualvolta sia possibile effettuare una telefonata) che ha l’utilissima funzione della “chiamata silenziosa”: l'app consente infatti di effettuare volontariamente una chiamata muta; con appositi pulsanti è possibile segnalare il tipo di soccorso richiesto. Nelle immagini sottostanti la schermata della app e le città metropolitane/province in cui è attivo il servizio.
Pensate inoltre che le Centrali uniche di risposta effettuano una rilevante azione di filtro delle chiamate improprie (non di emergenza) pari – nel 2023 - a ben il 45% del totale delle richieste. Questo consente di liberare le centrali operative degli enti di pronto intervento da una significativa mole di lavoro, consentendo di concentrare le risorse sugli effettivi soccorsi richiesti.
In Italia, ogni chiamata di emergenza riceve normalmente una risposta in poco più di 7 secondi, con tempi complessivi di gestione della chiamata in linea con il disciplinare tecnico. Nel caso in cui il contatto con la centrale non avvenga per qualsivoglia ragione, l’utente viene immediatamente richiamato. Nel corso del 2023, le Centrali uniche di risposta operanti sul territorio hanno gestito oltre 21 milioni di telefonate, assicurando la ricezione anche delle chiamate di emergenza generate direttamente dalle autovetture in caso di incidente automobilistico grazie al sistema e-Call. Nel 2023, le segnalazioni gestite con tale modalità sono state oltre 120.000, con l’inoltro di 7084 chiamate per interventi riconosciuti dalla C.U.R. come effettivamente necessari.
L’Italia ha sempre avuto una particolare attenzione a garantire l’accesso delle persone sorde al servizio di emergenza. Già dal 2021 è attivo il servizio “112Sordi” erogato su tutto il territorio nazionale con un sistema completamente gratuito, che consente l’utilizzo di una chat testuale in tempo reale, la condivisione della posizione geografica, la possibilità di ricevere immagini utili in attesa dei soccorsi e di rispondere a domande interattive estremamente semplici e veloci. Lo scorso anno 482 persone sorde sono state soccorse con questo speciale sistema a loro dedicato.
Il modello di Numero unico di emergenza europeo sviluppato in Italia, fortemente permeato da tecnologie sempre più sofisticate, messe gratuitamente al servizio della sicurezza dei cittadini, esprime una forte collaborazione istituzionale che vede il governo del sistema affidato ad una regia integrata tra Stato e Regioni.
Tutte le componenti del NUE 1.1.2. (ministero dell’Interno, ministero delle Imprese e del Made in Italy, ministero della Difesa, ministero dell’Economia e Finanze, dipartimento delle Politiche europee della Presidenza del consiglio dei ministri, ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ministero della Salute e Conferenza Stato Regioni) sono rappresentate nella Commissione consultiva del ministero dell’Interno. A livello territoriale sono le Prefetture capoluogo di Regione a coordinare i gruppi di monitoraggio, nel cui ambito sono rappresentate tutte le componenti istituzionali coinvolte.
Darwin, tecnologia, società e il caso del Fediverso
Siamo al quarto anno di Darwin Day e anche stavolta cercheremo di festeggiarlo con una (lunga) riflessione che, prendendo spunto da quella teoria del caos che viene fissata per la prima volta nell’opera darwiniana, cerca di applicarla a realtà molto diverse. L’abbiamo fatto con le bufale, con la democrazia e la politica, con la comunicazione e i social in tempi di guerra e oggi lo faremo con…
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VERSIONE ITALIANA UE, ENISA CELEBRA 20ESIMO ANNIVERSARIOL’ENISA – Agenzia dell’Unione europea per la sicurezza informatica – festeggia quest’anno il suo 20° anniversario in un momento molto complesso per il mondo legato ai dati, alla conservazione e alla loro trasmissione. Il Documento Unico di Programmazione 2024-2026 dell’ente descrive la pianificazione dell’agenzia e che sarà il punto …
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Darwin, tecnologia, società e il caso del Fediverso. Torna il nostro consueto appuntamento con il #DarwinDay
Il post poliverso.org/display/0477a01e… è stato pubbicato anche su @Che succede nel Fediverso?
Come ogni anno (questa è la quarta volta) cercheremo di festeggiare il #DarwinDay con una riflessione che, prendendo spunto da quella teoria del caos che viene fissata per la prima volta nell'opera darwiniana, cerca di applicarla a realtà molto diverse. Oggi lo faremo parlando di fediverso, tecnologia e società.
Tra la fine del 2022 e quella del 2023 il Fediverso si è evoluto da fenomeno di nicchia, conosciuto al massimo da una comunità ristretta e orgogliosamente alternativa, ad argomento di tendenza per un pubblico generalista.
Contro ogni previsione e malgrado la sua apparente marginalità, le recenti condizioni ambientali (come l’insofferenza degli utenti verso il giardino recintato dei social tradizionali o la necessità delle aziende informatiche di reinventarsi) hanno premiato le caratteristiche del Fediverso che è diventato esso stesso un fattore di condizionamento ambientale per tutto il mondo dei social e del web.
Su quanto sia determinante il condizionamento ambientale e i meccanismi con cui esso agisce, la biologia evolutiva ci ha fornito un quadro concettuale così valido da poter essere impiegato anche oltre l’ambito biologico, per capire ad esempio il motivo per cui nella storia si sono affermate certe popolazioni, certe ideologie, certe tecnologie: non per un particolare merito, ma solo perché spesso le condizioni ambientali ne rendevano vantaggiose alcune caratteristiche. Inoltre l’affermazione di queste realtà determinavano a loro volta alcune modificazioni dello scenario che in seguito avrebbero premiato coloro che erano già forti o, paradossalmente, avrebbero agevolato altri nuovi attori concorrenti.
Il Fediverso rappresenta uno di questi casi: esiste da quasi un decennio, ma fino alla metà del 2022 non aveva riscosso particolare successo, né aveva inciso su alcun aspetto della tecnologia o, tantomeno, della società. A un osservatore imparziale il Fediverso sarebbe anzi sembrato un “caso di insuccesso” anche solo per il disinteresse di quello che doveva essere il suo pubblico ideale: infatti, benché una buona parte degli utenti storici del Fediverso fosse costituita da attivisti appartenenti alle più note comunità legate al software libero (quella dei linuxiani o quella dei wikipediani o quella degli hacker, per esempio), solo una minoranza di questi attivisti aveva un account nel Fediverso, mentre la maggior parte di essi preferiva frequentare i social commerciali.
Che il Fediverso potesse avere un successo così grande da poter diventare un fattore di condizionamento ambientale, abbiamo faticato a capirlo anche noi amministratori di istanza (se non lo sapete, siamo amministratori di tre istanze: poliverso.org, feddit.it e poliversity.it), sebbene quella del Fediverso fosse già la comunità basata su software open source più numerosa al mondo (già a inizio 2022 si contavano più di 400.000 utenti attivi nel Fediverso, contro i 32.000 di Wikipedia che pure è una comunità costituita da centinaia di milioni di utenti!); eppure tutto è cambiato quando nell’arco di un anno sono avvenuti tre eventi dirompenti: gli effetti dell’acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk, la svolta "autoritaria" di Reddit e il lancio di Threads da parte di Meta.
Questi tre eventi sono stati sicuramente causati dalle recenti politiche USA sui tassi di interesse che, impedendo alle Big Tech di attingere a finanziamenti a costo zero, le costringe a reinventarsi dopo anni di vita facile; ma al di là delle cause che li hanno determinati, quello che importa è che tali eventi hanno agito sul Fediverso come farebbe una fionda gravitazionale su una sonda interplanetaria: l’immensa massa critica delle tre piataforme, Twitter Reddit e Instagram, ha attratto il fediverso e l’ha rilanciato a una velocità impensabile.
Con il primo evento, l’epifania del Fediverso ha assunto la forma di Mastodon, un software nato dall’ingegneria inversa operata su Twitter. Il primo fattore ambientale ad averlo agevolato è stato l’aumento dell’avversione per Twitter da parte del pubblico più progressista (o, come dicono gli anglosassoni, “liberal”) e il fatto che proprio quel pubblico potesse contare su un prodotto nato a immagine e somiglianza (ma anche in opposizione a Twitter). Le reazioni scomposte del suo nuovo proprietario (il blocco degli account che pubblicizzavano Mastodon e degli stessi link verso le istanze più importanti) insieme ad altri provvedimenti (i licenziamenti, la limitazione delle API, le spunte blu a pagamento), hanno confermato il già pessimo pregiudizio degli utenti più insofferenti, accelerando la migrazione già in atto.
Il secondo evento è stato determinato dalle scelte dell’AD di Reddit, Steve Huffman che, annunciando l’accesso a pagamento alle API, avrebbe reso impossibile l’esistenza delle amatissime app non ufficiali. In questo caso, la migrazione è avvenuta verso un altro progetto del Fediverso, ossia Lemmy: la migliore alternativa federata a Reddit ha avuto un incremento tale da diventare il secondo servizio del Fediverso dopo Mastodon per utenti attivi.
A differenza dei due precedenti, il terzo evento non è stato provocato da una qualche tempesta reputazionale (non sarebbe stato insolito, considerando l’impatto talvolta drammatico delle creature di Zuckerberg sulla politica o la società), ma da un contributo attivo. Meta ha inaugurato Threads, un social di microblogging ispirato a Mastodon, pensato per attrarre gli utenti del vecchio Twitter (e del nuovo Bluesky) e già predisposto per interoperare con il Fediverso. Con Threads il Fediverso è diventato un “inserto” allegato a Instagram, il social più attivo e giovanile della scuderia di Meta, e l’entità di questa operazione ci racconta forse più cose sulla grandezza di Instagram che sull’importanza del Fediverso, ma il risultato è stato comunque l’adesione (anche se per ora quasi totalmente incompleta) di centinaia di milioni di utenti al Fediverso.
All’impatto determinato da questi tre eventi si è aggiunto anche quello, meno rilevante ma comunque significativo, dell’apertura al Fediverso di realtà come Wordpress, TumbIr, Flipboard, Discourse: questa “corsa all’apertura” ha probabilmente fatto preoccupare lo stesso Bluesky, che non fa parte del Fediverso, ma che ha deciso finalmente di aprire i suoi post al pubblico almeno in sola lettura e che nei giorni scorsi ha liberalizzato le iscrizioni che prima erano consentite solo su invito.
L’impatto sulla società digitale
L’impatto di Threads sui social network e sulla stessa comunità del “Fediverso libero” è stato spiegato su diverse testate e noi stessi ne abbiamo parlato su quste pagine, ma (anche se quasi tutti i nostri lettori conoscono il Fediverso) conviene fermarsi un momento sul concetto di interoperabilità tra piattaforme federate: questa è la possibilità di trasmettere in modo comprensibile, tra i diversi software installati su diversi server, tutte le informazioni su come descrivere “oggetti” (utenti o messaggi), “eventi” (dare o ricevere like, chi segue chi) e “visibillità” (chi può vedere cosa).
Il “protocollo” che fissa queste regole, il cosiddetto ActivityPub, fa funzionare il fediverso come un sistema di centri ricreativi convenzionati tra loro: i social come Mastodon o Friendica (su qualsiasi server si trovino) sono come comunità abitative: gli utenti li “abitano” come farebbero con motel, resort o campeggi e fruiscono di piattaforme di pubblicazione come Peertube e Funkwhale come farebbero con cinema e auditorium; tutti possono andare dovunque e restare vicendevolmente in contatto.
ActivityPub non è certo il migliore dei protocolli possibili, ma alcune sue caratteristiche ne hanno reso possibile il successo:
1. la diffusione: dieci milioni di utenti sono un pubblico interessante;
2. la versatilità: tanti utenti con esigenze diverse hanno fatto nascere progetti diversi: una palestra di ingegneria del software e ingegneria inversa (spesso si tratta di cloni di piattaforme famose) che ha attirato l’interesse delle aree ricerca e sviluppo;
3. il fattore “conoscenza aperta”: uno standard aperto attira chi sviluppa software libero ed ecco una biblioteca aperta in cui gli sviluppatori hanno potuto leggersi, copiarsi, infettarsi, ispirarsi e ramificare le proprie esperienze;
4. l’indeterminazione: ActivityPub non è un protocollo perfetto (complesso, documentato male e soggetto a processi decisionali poco chiari) ma questo ha fatto germinare tante idee utili a risolvere volta per volta problemi inattesi;
5. compatibilità con le attuali condizioni abientali: per i social commerciali in crisi reputazionale, reduci da fallimenti (qualcuno ha detto Metaverso?), incapaci di attirare nuovi utenti, colpiti dalle normative europee e sempre meno innovativi, il Fediverso è diventato un serbatoio di soluzioni e di utenti; e una terra promessa, per gli utenti delusi dai social.
Come spesso avviene, la fitness darwiniana conta più delle qualità intrinseche e così ormai nessun soggetto dei social, del web in generale e della produzione e fruizione dei contenuti potrà fare a meno di implementare strumenti di comunicazione con il Fediverso, né di riservare risorse allo sviluppo di soluzioni compatibili con il protocollo ActivityPub.
Il Fediverso è così diventato una di quelle realtà che modificano la realtà, così come quando l’atmosfera terrestre, satura di CO2, ha agevolato gli organismi che la utilizzavano per accrescersi ed espellevano ossigeno come prodotto di scarto; ma in tal modo la proliferazione di quegli organismi ha modificato l’ambiente rendendo l’atmosfera più ricca di ossigeno e determinando lo sviluppo delle specie più adattate a respirarlo.
Una società interoperabile?
Ma ActivityPub riverserà ossigeno nella nostra società reale? Quale sarà questo ossigeno? Quali saranno le specie che questo ecosistema potrà avvantaggiare?
L’interoperabilità ha diverse analogie con l’ossigeno, che può essere un gas instabile e infiammabile ma anche necessario a respirare: nell’economia dei servizi, l’interoperabilità espone i “gestori” a più imprevisti rispetto a un sistema chiuso, oltre al fatto che chi detiene un monopolio guarda all’interoperabilità come a un rischio esistenziale; tuttavia il consumatore-utente può solo essere avvantaggiato quando si sottrae al controllo di un unico fornitore.
Il valore dell’interoperabilità non è stato ancora apprezzato nella cultura di massa: i cittadini, le associazioni civiche, le unioni sindacali o gli stessi partiti, preferiscono ancora le strutture piramidali chiuse (o “federate” solo al proprio interno). D’altra parte le migliori élites intellettuali dell’Unione Europea hanno intuito da qualche anno che il valore dell’interoperabilità deve essere promosso.
La tecnologia è naturalmente l’aspetto in cui è più facile favorire l’interoperabilità, cosa che la Commissione Europea sta facendo sia in generale, con la pressione normativa determinata da Digital Markets Act e Digital Service Act, sia nello specifico, col finanziamento di progetti basati proprio su ActivityPub: la Next Generation Internet Initiative, che ha finanziato diversi progetti del Fediverso come Mastodon, PeerTube, Pixelfed, GoToSocial, Lemmy e Owncast, ha motivato chiaramente la finalità di queste iniziative:
“Nell’ambito della Next Generation Internet Initiative, abbiamo lavorato verso futuri alternativi di Internet per creare un’Internet resiliente, affidabile e sostenibile. Questi futuri alternativi hanno una cosa in comune: si basano su tecnologie comuni: standard aperti, software e hardware libero&open‑source e dati aperti. Questi sono ingredienti ideali per ripristinare la salute di Internet perché consentono ai singoli utenti e alla comunità di gestire i propri servizi Internet piuttosto che elevare una singola entità aziendale in una sovrapposizione dominante (link)”
e, più oltre,
“Offrendo ai cittadini un'alternativa ai principali attori commerciali, ActivityPub fornisce gli elementi concettuali per una cooperazione trasversale. Apre inoltre la porta a un’adozione diffusa del Fediverso, rendendo Internet nuovamente un’infrastruttura decentralizzata in grado di accogliere la diversità (grassetto nostro), formando un’alternativa libera e più democratica alla situazione odierna”
La diversità è quindi ufficialmente uno dei valori guida dell’Unione Europea: non solo la semplice tutela della diversità, ma la promozione della diversità futura. Con la NGI Initiative, la UE è forse la prima entità che abbia investito deliberatamente sulla diversità come risorsa per il futuro.
Infatti la lezione di Darwin ci ha insegnato che se una “specie” presenta maggiore variabilità, allora alcuni dei suoi membri potranno avere più spesso caratteristiche diverse che in futuro potranno determinare una capacità adattativa utile al momento opportuno, portando alla sopravvivenza di quei membri o, almeno, allo sviluppo di una nuova specie “figlia”. E infatti, avere stanziato degli investimenti (cifre tutto sommato limitate, ma indicative comunque di un certo coraggio visionario), su progetti diversi basati su ActivityPub, ci ha consentito oggi di disporre di un bouquet di soluzioni nuove, forse non sempre del tutto mature, ma che possono costituire dei semilavorati o almeno laboratori di idee utili ad affrontare problemi che ieri non eravamo neanche in grado di pensare.
E l’interoperabilità, intesa come il modo di mettere in comunicazione e far collaborare entità diverse malgrado le rispettive differenze, potrebbe essere l’ossigeno che, anche al di fuori dell’ambito tecnologico, offrirà un habitat ideale alla diversità ed è proprio qui che la nostra società potrà fare tesoro del modello del Fediverso e valutare quanto sia possibile investire in una ricerca etica e politica finalizzata a sperimentare forme di aggregazione sociali partecipate, interoperabili e aperte.
La gestione delle diversità può essere il principio per la costituzione di nuove organizzazioni sociali e, a offrirci un interessante modello “in vitro” dei sistemi di convivenza civica, potrebbero essere proprio le differenti gestioni delle istanze del Fediverso, le loro prassi di moderazione, i rapporti tra un’istanza e un’altra, le forme con cui queste istanze si organizzano e si autoregolano in funzione dei fattori ambientali.
Ancora più attuale è il modo in cui il fediverso ha gestito la convivenza a fronte delle recenti “grandi migrazioni”, del ricambio generazionale (i geek della prima ora, gli ex tweeter della prima migrazione, i redditors della terza, i curiosi dell’ultima), della gentrificazione di alcune istanze, dell’affermazione identitaria o dello spopolamento che ne ha caratterizzato altre: tutto ciò ci offre esempi di come può essere gestito un mondo policentrico e interculturale a “demografia differenziata” come quello in cui ci troviamo oggi.
Infine il modo in cui queste comunità reagiscono all’invazione da parte di BigTech come Meta, in base alla propria cultura di comunità o agli strumenti messi a disposizione dai software con cui funzionano le diverse istanze, è un interessante “ambiente di simulazione” per studiare come una società può reagire e resistere a una rivoluzione religiosa, a campagne di marketing politico e disinformazione oppure a una privatizzazione o, al contrario, a una collettivizzazione della società.
Sia chiaro: il Fediverso è un tema ancora troppo recente perché rilevare il suo influsso sulle teorie sociali e politiche; gli stessi seguaci di Abdullah Öcalan non si sono ancora accorti che il “confederalismo democratico” è oggi l’elaborazione politica che meglio rispecchia la gestione delle istanze del Fediverso e del sistema di cittadinanze trasversali dei suoi utenti. E se già è più pensabile calare la struttura federata nella società reale, ancora più complesso è traslare il concetto di interoperabilità nei processi sociali e politici.
Forse il “protocollo ActivityPub” della società futura risiederà nei nuovi metodi di democrazia partecipativa, ausiliaria a quella delle cadenze elettorali; o in nuove modalità per far comunicare e mettere a fattor comune diverse organizzazioni sindacali e associazioni di quartiere; o nell’elaborazione di nuovi concetti di transazione economica e di proprietà; e tutto ciò magari porterà a una rielaborazione di forme già conosciute in passato, come il corporativismo o il modello dei soviet, ma senza la struttura piramidale che li caratterizzava.
L’esperienza tuttavia ci mostra che capire quale sarà l’ActivityPub dietro al “Fediverso della società”, va al di là del nostro perimetro di conoscibilità. La lezione del Fediverso è che un nuovo modello arriva con più facilità se ci si allena a elaborare più “modelli possibili” e per farlo bisogna esercitare la fantasia: non solo quella che nasce dalla spontaneità, ma anche quella che deriva dalla conoscenza, quella grazie alla quale si possono realizzare costruzioni intellettuali come i protocolli informatici e il codice con cui sono scritti i software, come le regole di convivenza e i processi previsti per tutelare la privacy degli utenti, come la cultura progettuale e finanziaria per rendere i progetti sostenibili dal punto di vista economico e ambientale, e come la cultura sociale di tutti quegli utenti che si sono mostrati pronti ad apprezzare un ambiente piacevole, paritario e aperto come il Fediverso.
Le condizioni che hanno decretato il “successo” di ActivityPub e del Fediverso sono quindi contingenti, ma quelle -ben più importanti- che hanno permesso di realizzarlo prima che avesse successo, dipendono dal fatto che utenti e sviluppatori sono il prodotto di una società mediamente molto istruita e che dispone di un agevole accesso alla conoscenza.
Probabilmente riconosceremo il “fediverso della società” solo quando ci comparirà davanti ben vestito e con un grande cartello in mano, ma per ora possiamo renderne più facile la sua nascita, creando un sistema che incentivi sempre più istruzione (istruzione, non formazione) per tutte le fasce sociali e -non meno importante- tutte le fasce di età, incoraggiando il confronto transfrontaliero per renderlo più sostenibile e accessibile a tutti coloro che vogliano imparare o insegnare: un tale rimescolamento consentirà di contaminare culture e generazioni diverse con metodologie, conoscenze e didattiche diverse e sarà il miglior antidoto all’impoverimento, all’obsolescenza o al vero e proprio sottosviluppo che già colpisce alcuni sistemi educativi nazionali.
Ecco allora che lo scenario che ha prodotto il Fediverso può farci capire quanto il diritto all’istruzione e il diritto alla conoscenza siano ancora gli ingredienti più importanti per costruire una società evoluta. E forse proprio la tecnologia del Fediverso ci aiuterà a creare ambienti e strumenti per promuovere attivamente questi due diritti fondamentali, rivolgendosi con qualcuno dei suoi progetti, alle realtà che più di tutte ne condizionano l’esercizio: la scuola, la ricerca e l’editoria, ossia i tre settori fondamentali per costruire nuovi linguaggi o per recuperarne di meno nuovi, così da consentire a culture e società differenti di comunicare, riconoscersi e “interoperare” più facilmente l’una con l’altra.
Informa Pirata
*Darwin, tecnologia, società e il caso del Fediverso. Torna il nostro consueto appuntamento con il #DarwinDay* Il post https://poliverso.org/display/0477a0...poliverso.org
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Spunti di riflessione
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Arma dei Carabinieri italiana e la Polizia di Malta (Pulizija) impegnati in un'operazione contro una rete criminale coinvolta nel favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, nella frode documentale e nella falsificazione di valuta.
Nove arresti a Napoli e lo smantellamento di sette tipografie contraffatte sono il risultato di una prolungata attività di indagine avviata dal Comando Carabinieri Antifalsificazione Monetaria di Roma nel settembre 2020. I sequestri comprendono centinaia di documenti di identità falsi, apparecchiature e materiali contraffatti nonché altri beni, per un valore complessivo di circa 1 milione di euro.
I membri della rete criminale avrebbero agevolato l'immigrazione clandestina attraverso la produzione e la diffusione di patenti di guida, documenti di immatricolazione e documenti di identificazione nazionale falsi, nonché falsificazione e traffico di banconote in valuta estera.
Il gruppo criminale è stato particolarmente attivo in Italia e a Malta, dove ha distribuito grandi quantità di passaporti vergini falsi a migranti irregolari provenienti da paesi sub-sahariani e del Medio Oriente. I documenti falsificati, di qualità particolarmente elevata, hanno permesso ai migranti di imbarcarsi su voli da Malta e dall'Italia verso numerose destinazioni dell'Europa occidentale. Le autorità hanno sequestrato molti di questi documenti contraffatti in Belgio, Svizzera, Francia e Italia.
L'indagine ha inoltre rivelato che il gruppo criminale era coinvolto in una serie di altre attività criminali, tra cui l'occultamento di veicoli rubati e la produzione di grandi quantità di banconote da 20.000 franchi congolesi contraffatte. Si stima che banconote contraffatte per un valore totale di 54 milioni di franchi congolesi (circa 18.000 euro) siano state prodotte con l'intenzione di essere introdotte nel sistema finanziario della Repubblica Democratica del Congo.
Anche #Europol ha sostenuto questa indagine facilitando lo scambio di informazioni, coordinando le attività operative e fornendo supporto analitico operativo su misura, nonché con due esperti – uno specialista nel traffico di migranti e uno nella contraffazione monetaria – per supportare le attività sul campo effettuando un controllo incrociato delle informazioni operative raccolte in tempo reale.
Per saperne di più sul Comando carabinieri Anfalsificazione Monetaria =>
carabinieri.it/chi-siamo/oggi/…
#Armadeicarabinieri #ComandoCarabinieriAntifalsificazioneMonetaria #Pulizija #Malta
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ANCHE L’AEROPORTO DI FIUMICINO NEI CONTROLLI STRAORDINARI DI EUROPOL CONTRO IL TRAFFICO DI STUPEFACENTI
Europol ha sostenuto una “settimana d'azione” guidata dalla Spagna contro il traffico di droga attraverso gli aeroporti, incentrata sui controlli del traffico passeggeri e merci sia sui voli diretti che su quelli in coincidenza, principalmente dalle Americhe. La settimana d'azione, che si è svolta in 61 aeroporti tra l'11 e il 18 dicembre 2023, ha coinvolto anche #Frontex, #INTERPOL attraverso il progetto #AIRCOP (di cui vi parliamo più sotto) e le autorità di contrasto di 36 paesi, compresa l’Italia.
Durante la settimana, le autorità coinvolte hanno effettuato controlli sui passeggeri e sui loro bagagli, nonché sui pacchi e sulle spedizioni di merci, in 61 principali aeroporti, compreso quello di Roma-Fiumicino "Leonardo Da Vinci". I controlli miravano ad accertare il possesso o il traffico di sostanze stupefacenti, soprattutto di cocaina, provenienti dall'America Latina. Un altro obiettivo era rafforzare la cooperazione tra le autorità di polizia e doganali su entrambe le sponde dell'Atlantico.]
La fase operativa, incentrata sull'intensificazione della sicurezza negli aeroporti, è stata preparata durante una fase preliminare di intelligence. Ciò ha portato all'analisi delle informazioni rilevanti relative ai flussi di traffico di droga, all'identificazione di possibili sospetti e al modus operandi oltre allo sviluppo di attività coordinate da svolgere durante la settimana di azione.
L'operazione ha conseguito questi risultati: 46 arresti, 356.464 kg di cannabis, 354.209 kg di cocaina, 37 kg di droghe sintetiche, 101.559 kg altri farmaci.
#Europol ha facilitato lo scambio di informazioni e ha fornito supporto analitico continuo durante la settimana di azione.
Le attività operative si sono svolte in 29 aeroporti in Europa, 32 tra Africa, Americhe e Caraibi.
Paesi partecipanti:
Gli Stati membri dell' #UE partecipanti sono stati: Austria, Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Francia, Germania, Irlanda, Italia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Slovenia e Svezia.
Le Agenzie coinvolte, come sopra cennato: Europol, Frontex, INTERPOL attraverso il progetto AIRCOP.
AIRCOP è un progetto multi-agenzia attuato dall' #UNODC (L’ agenzia delle Nazioni Unite per il controllo della droga e crimine) in collaborazione con l'INTERPOL e l'Organizzazione Mondiale delle Dogane (#OMD). Mira a rafforzare le capacità degli aeroporti internazionali di individuare e intercettare passeggeri, merci e posta ad alto rischio, come contributo alla lotta contro le droghe illecite e altre merci illecite (come i prodotti della fauna selvatica o i prodotti medici falsificati), le minacce legate al terrorismo (come le armi o i potenziali combattenti terroristi stranieri), la tratta di esseri umani e il traffico di migranti. Mira, inoltre, a facilitare la comunicazione e il coordinamento tra i paesi di origine, di transito e di destinazione per smantellare i flussi illeciti transfrontalieri e le reti criminali.
AIRCOP è implementato in 41 aeroporti in Africa, America Latina e Caraibi, Medio Oriente, Europa sud-orientale e Sud-est asiatico.
Police data sharing: “Prüm II” lacks safeguards
Today, MEPs approved the trilogue outcome of the regulation for automated data exchange for police cooperation (“Prüm II”). Pirate Party Members of the European Parliament voted against Prüm II, because this unprecedented rise in personal data sharing among EU police forces lacks sufficient safeguards for affected individuals. Extending the existing system to soon include facial images and police records further accelerates this trend.
Patrick Breyer, Member of the European Parliament for the German Pirate Party, comments:
“While police cooperation in Europe is of vital importance, it needs to respect the rule of law. But Europe-wide networked facial databases enable biometric mass surveillance in public spaces, which is an error-prone technology that regularly misidentifies citizens. The lack of safeguards for this data sharing monster called “Prüm II” is deeply worrying and opens the door for misuse of police power. No amount of mass surveillance can make up for authorities repeatedly having failed to watch terrorists-to-be known to the police long before they carried out an attack. In countering crimes and terrorism there is no deficit in surveillance, there is a deficit in targeted enforcement.”
Marcel Kolaja, Member and Quaestor of the European Parliament for the Czech Pirate Party, comments:
“Even the current system under which the police databases of individual Member States are linked has a number of flaws because it does not sufficiently protect civil liberties. It deserves a reform. But not one that turns a few partial problems into a single large one. I cannot therefore at this time support a stronger interconnection of the national databases. Moreover, the rules we have voted on today extend the scope of the system to include police records. This includes those that have been created on the basis of a mistaken assumption or hearsay. The review of the rules should focus on making the system more secure and enable sharing relevant data in order to make law enforcement more effective – not on including irrelevant information.“
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Ricercato dall'Italia per traffico di droga, il 26enne Kevin Kurti è stato arrestato nella sua casa di Durazzo. Considerato artefice dell'accordo tra camorra e ‘ndrangheta
Kevin Kurti, ricercato dall'Italia per traffico di droga è stato arrestato a Durazzo. È accusato dalle autorità italiane di traffico di droga. Il ventiseienne è stato localizzato nella sua abitazione di Durazzo, e durante l'arresto non ha opposto resistenza. È considerato un intermediario dei boss del narcotraffico. Il comunicato della polizia albanese: “Come risultato delle intense azioni di tracciamento e localizzazione per la cattura dei cittadini ricercati, che vengono condotte nell'ambito della mega-operazione 'Stato di diritto', nonché come risultato del continuo scambio di informazioni tra Interpol Tirana e Interpol Roma , i servizi della Direzione delle Forze Operative Speciali hanno portato a termine l'operazione di polizia denominata 'Operativa'. Nel corso dell'operazione, a Durazzo, il cittadino K.K., 26 anni, dichiarato ricercato internazionalmente, è stato individuato, catturato e arrestato provvisoriamente, per essere estradato in Italia”.
Kevin Kurti era sfuggito all'operazione di tre settimane fa dei carabinieri del Nucleo investigativo di Napoli (leggi qui sul nostro blog => noblogo.org/cooperazione-inter… ), allorquando sono state arrestate 32 persone, appartenenti a due organizzazioni criminali dedite al traffico e allo spaccio internazionale di droga. L'organizzazione trafficava cocaina, marijuana ed eroina. La via della droga era tra i Paesi Bassi e la Spagna.
Kurti era uno dei due albanesi coinvolti nell’organizzazione, ed è considerato il perno attorno al quale è stato stretto l'accordo tra Simone Bartiromo, elemento di spicco dell'organizzazione indagata, e Sebastiano Romeo, un 'fornitore' calabrese di cocaina con sede a Bianco. Le indagini non si sono mai fermate e i Carabinieri, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e con la preziosa collaborazione dello SCIP (Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia) e della Polizia albanese, hanno rintracciato Kurti a Durazzo. Ora è rinchiuso in un carcere albanese, in attesa di estradizione.