Testing Whether Fast Charging Kills Smartphone Batteries, and Other Myths
Calendar aging of NMC Li-ion cells at 50 ℃ at various SoCs. (Credit: Wiljan Vermeer, IEEE, 2021)
With batteries being such an integral part of smartphones, it’s little wonder that extending the period between charging and battery replacement has led to many theories and outright myths about what may affect the lifespan of these lithium-ion batteries. To bust some of them, [HTX Studio] over on YouTube has spent the past two years torturing both themselves and a myriad of both iOS and Android phones to tease out some real-life data.
After a few false starts with smaller experiments, they settled on an experimental setup involving 40 phones to investigate two claims: first, whether fast charging is worse than slow charging, and second, whether limiting charging to 80% of a battery’s capacity will increase its lifespan. This latter group effectively uses only 50% of the capacity, by discharging down to 30% before recharging. A single control phone was left alone without forced charge-discharge cycles.
After 500 charge cycles and 167 days, these three groups (fast, slow, 50%) were examined for remaining battery capacity. As one can see in the above graphic for the Android group and the similar one for iOS in the video, the results are basically what you expect. Li-ion batteries age over time (‘calendar aging’), with temperature and state-of-charge (SoC) affecting the speed of this aging process, as can be seen in the SoC graph from an earlier article that we featured on built-in batteries.
It seems that keeping the battery as cool as possible and the SoC as low as possible, along with the number of charge-discharge cycles, will extend its lifespan, but Li-ion batteries are doomed to a very finite lifespan on account of their basic chemistry. This makes these smartphone charging myths both true, but less relevant than one might assume, as over the lifespan of something like a smartphone, it won’t make a massive difference.
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Truffe online in aumento: Google svela le tattiche più pericolose del 2025
Le truffe continuano a rappresentare una delle principali minacce globali, alimentate da reti criminali transnazionali che sfruttano la tecnologia per colpire individui e aziende. Secondo il rapporto State of Scams 2025 della Global Anti-Scam Alliance, basato su un sondaggio condotto su 46.000 persone in tutto il mondo, il 57% degli adulti ha subito almeno una truffa nell’ultimo anno, mentre il 23% ha dichiarato di aver perso denaro a causa di queste attività fraudolente.
Con l’evoluzione del panorama delle minacce, i criminali digitali stanno impiegando l’intelligenza artificiale per automatizzare e rendere più credibili i loro schemi. Google, da parte sua, ha annunciato di utilizzare tecnologie AI avanzate per individuare e bloccare queste frodi in continua evoluzione, condividendo periodicamente rapporti e aggiornamenti sulle nuove tendenze individuate dai propri analisti.
Truffe legate a offerte di lavoro online
Tra i fenomeni in crescita, si registra un aumento delle truffe di reclutamento, dove i criminali si spacciano per aziende legittime o per agenzie governative. Queste campagne sfruttano falsi siti web di ricerca lavoro, email di phishing e annunci ingannevoli per raccogliere dati bancari e documenti personali.
In molti casi vengono richiesti “costi di registrazione” o “spese di elaborazione” anticipati, mentre falsi moduli di candidatura e videointerviste servono a distribuire malware come Trojan ad accesso remoto (RAT) o infostealer.
Google sottolinea che le proprie politiche sulla rappresentazione ingannevole vietano annunci che impersonano aziende o promuovono offerte di lavoro false. Le protezioni integrate in Gmail, Google Messaggi e la verifica in due passaggi aiutano a ridurre significativamente il rischio di furto di credenziali.
Un promemoria importante: nessuna azienda seria richiede pagamenti per ottenere un impiego o per completare una candidatura.
Estorsione tramite recensioni negative
Un’altra minaccia crescente riguarda l’estorsione ai danni delle aziende attraverso recensioni false. Gli attaccanti avviano campagne di review bombing pubblicando recensioni negative non autentiche per poi contattare i titolari, spesso tramite app di messaggistica, chiedendo un pagamento in cambio della rimozione dei commenti.
Google conferma di monitorare costantemente queste attività su Google Maps, rimuovendo recensioni ingannevoli e implementando un nuovo sistema che consente ai commercianti di segnalare tentativi di estorsione direttamente dal profilo aziendale.
Gli esperti raccomandano di non pagare mai il riscatto e di conservare prove (screenshot, email, chat) da consegnare alle autorità competenti.
Falsi prodotti di intelligenza artificiale
Il crescente interesse verso l’AI è diventato una nuova arma per i truffatori. Si moltiplicano infatti le imitazioni di servizi di intelligenza artificiale popolari, che promettono accessi “gratuiti” o “premium” a strumenti di tendenza.
Dietro queste offerte si nascondono app dannose, siti di phishing o estensioni del browser infette, distribuite anche tramite malvertising e account social compromessi.
Google vieta la pubblicità di software malevoli e rimuove regolarmente le app fraudolente dal Play Store e le estensioni sospette da Chrome Web Store.
Gli utenti sono invitati a scaricare software solo da fonti ufficiali, controllare con attenzione gli URL e diffidare di versioni gratuite di programmi a pagamento.
App VPN false e malware nascosti
Gli analisti hanno individuato una crescita significativa di app VPN contraffatte, create per sottrarre dati personali. Queste applicazioni fingono di garantire anonimato e sicurezza ma, una volta installate, distribuiscono malware bancari, RAT e infostealer.
Spesso vengono promosse attraverso pubblicità ingannevoli o esche a sfondo sessuale per attirare utenti in cerca di privacy online.
Il sistema Google Play Protect, basato sull’apprendimento automatico, rileva e blocca queste app. Inoltre, la protezione antifrode avanzata impedisce l’installazione di software sospetti provenienti da fonti esterne.
Gli esperti raccomandano di scaricare VPN solo da store ufficiali, controllare le autorizzazioni richieste e non disattivare il software antivirus.
Truffe di recupero crediti e frodi secondarie
Un fenomeno particolarmente insidioso è quello delle truffe di recupero beni, in cui i criminali contattano persone già vittime di frodi precedenti promettendo di aiutarle a recuperare i fondi persi.
I truffatori si fingono investigatori, studi legali o agenzie governative, chiedendo un pagamento anticipato per avviare la pratica. Alcuni siti falsi, creati con l’aiuto dell’intelligenza artificiale, riproducono in modo realistico loghi e documenti ufficiali, rendendo più difficile distinguere la truffa dalla realtà.
Google ha introdotto sistemi di notifica antifrode su Google Messaggi e Telefono, che avvisano gli utenti in tempo reale quando una conversazione mostra segnali di rischio.
Le autorità invitano a non fornire mai accesso remoto a sconosciuti e a verificare sempre la legittimità dell’organizzazione tramite canali ufficiali.
Truffe stagionali e shopping online
Durante i periodi di festività, come Black Friday e Cyber Monday, si registra un picco nelle truffe di e-commerce. I criminali creano falsi negozi online, promuovono offerte “troppo belle per essere vere” e utilizzano campagne di phishing per rubare dati e denaro.
In questo periodo aumentano anche i falsi messaggi relativi a spedizioni, premi e rimborsi.
Per contrastare tali schemi, Google ha potenziato le funzioni di Navigazione sicura e Protezione avanzata su Chrome e Pixel 9, integrando modelli Gemini locali per individuare comportamenti sospetti.
Gli utenti dovrebbero diffidare di sconti eccessivi, utilizzare solo metodi di pagamento sicuri e prestare attenzione a comunicazioni che sollecitano azioni immediate.
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Abbiamo esaminato 3 casi attuali che mostrano le dimensioni della crisi della libertà di stampa:
• lo scontro giuridico-politico (Assange),
• il contesto estremo della guerra (Gaza),
• la minaccia diretta al…
Alle Origini di UNIX: il Nastro dei Bell Labs ritrovato in uno scantinato dell’Università dello Utah
Un raro ritrovamento risalente ai primi giorni di Unix potrebbe riportare i ricercatori alle origini stesse del sistema operativo.
Un nastro magnetico etichettato “UNIX Original From Bell Labs V4 (Vedi Manuale per il formato)” è stato scoperto presso l’Università dello Utah: probabilmente una copia originale di UNIX Fourth Edition, creata presso i Bell Labs intorno al 1973.
Il professor Robert Ricci della Kahlert School of Computing lo ha annunciato in un post su Mastodon. Ha affermato che il nastro è stato trovato da alcuni dipendenti che stavano pulendo un magazzino. Il professore ha riconosciuto la calligrafia sull’etichetta come quella del suo supervisore, Jay Lepreau, morto nel 2008.
Se la firma del nastro corrisponde al suo contenuto, la scoperta ha un valore storico: rimangono solo pochi frammenti di UNIX V4, un po’ di codice sorgente e pagine di manuale, nonché il “Programmer’s Manual ” del novembre 1973.
Fu nella quarta edizione che il kernel Unix e le utilità di base furono riscritti per la prima volta in C, segnando una svolta nella storia dei sistemi operativi.
Ricci ha sottolineato che il nastro recuperato sarà donato al Computer History Museum di Mountain View, in California. Secondo Google Maps, il viaggio dallo Utah al museo è di 1.245 km, ovvero circa 12 ore di macchina.
Il professore ha chiarito che un membro dello staff consegnerà personalmente il reperto, anziché spedirlo per posta, per evitare danni.
In seguito il team scoprì che molto probabilmente il nastro era arrivato all’università negli anni ’70 a Martin Newell , lo stesso ricercatore che aveva creato la famosa “Utah Teapot “, diventata un oggetto 3D iconico nella computer grafica.
Al Kossow, curatore dell’archivio software Bitsavers e dipendente del museo, guiderà l’operazione di recupero dati. Ha annunciato sulla mailing list del TUHS che intende leggere le informazioni utilizzando un convertitore analogico-digitale multicanale, memorizzando i dati in circa 100 GB di RAM e quindi elaborandoli con Readtape, un programma scritto dall’ingegnere Len Shustek.
Secondo Kossow, il nastro 3M lungo 360 metri, probabilmente un nastro a nove tracce (un supporto simile risalente agli anni ’70), viene spesso digitalizzato con successo. In un’altra lettera al TUHS, ha sottolineato che il ritrovamento è così raro che lo metterà in cima alla sua lista di priorità.
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Turisti della guerra a Sarajevo, Procura di Milano apre inchiesta su presenza di cecchini italiani
La Procura di Milano ha aperto un’inchiesta su presunti “turisti della guerra” italiani che negli anni ’90 avrebbero partecipato all’assedio di Sarajevo come cecchini, pagando per sparare sui civiliGiorgia Orlandi (Euronews.com)
A Bruxelles si decide di rinnegare la privacy dei cittadini per favorire la piccola oligarchia delle aziende IA europee (che poi finiranno in mano statunitense)
I funzionari dell'Unione Europea sono pronti a sacrificare alcune delle loro più preziose norme sulla privacy in favore dell'intelligenza artificiale, nel tentativo di dare una spinta al business in Europa riducendo la burocrazia.
La Commissione Europea presenterà un pacchetto "omnibus digitale" entro la fine del mese per semplificare molte delle sue leggi in materia di tecnologia. L'esecutivo ha insistito sul fatto che sta solo eliminando il superfluo attraverso emendamenti "mirati", ma le bozze di documenti ottenute da POLITICO mostrano che i funzionari stanno pianificando modifiche di vasta portata al Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) a vantaggio degli sviluppatori di intelligenza artificiale.
La revisione proposta rappresenterà un vantaggio per le aziende che lavorano con l'intelligenza artificiale, mentre l'Europa si affanna per rimanere competitiva economicamente sulla scena mondiale.
politico.eu/article/brussels-k…
Brussels knifes privacy to feed the AI boom
Draft proposals obtained by POLITICO show EU is breaking sacred privacy regime to placate industry.Ellen O'Regan (POLITICO)
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Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni
giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.
Lentamente muore chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza, per inseguire un
sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.
Lentamente muore chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità.
(Pablo Neruda, "Lentamente muore")
[AF]2050
in reply to Informa Pirata • • •Vedo che il prossimo anno sarà meno rosea di questa merdata di anno.
Traditori...
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Informa Pirata
in reply to [AF]2050 • •