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Sull'utilizzo dello schwa, Chiara Valerio, oltre a non utilizzarlo, fornisce un ulteriore spunto di riflessione:

Condivide l'uso dello «schwa» come desinenza per maschile e femminile? «No, per niente. Come autrice non lo uso e penso che sia sbagliato normare il linguaggio a priori. Siamo la prima generazione che non cerca di definire le cose attraverso la lingua ma che, invece, si lascia definire dalla lingua».

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in reply to Rosita C

punto di vista privilegiato di chi è rappresentato in una società che tende a standardizzare... non ci facciamo definire dalla lingua, usiamo la lingua per rappresentare più identità differenti. Scrivo con lo schwa da 7 anni e più affronto il tema più mi rendo conto che manca un neutro nella nostra lingua...
in reply to adriananselmo

@adriananselmo ovviamente siamo per la libertà. Ciascuno fa come crede. Io resto d'accordo con Chiara Valerio, questo non significa che ci sia una mancanza di rispetto.
in reply to Rosita C

@adriananselmo
Ho una buona opinione di Chiara Valerio, la trovo sempre molto attenta al tema delle varie identità e che se ne porti rispetto. La ascolto anche per saperne di più in merito. Mi è chiaro che, essendo in linea con la lingua che mi definisce, mi avvalgo della fortuna di non sentirmi esclusa. Non significa però che voglia appositamente ignorare o negare che esistano altre identità, perchè non uso la schwa. Penso pure che non esiste termine per un genitore che perde il figlio.
Questa voce è stata modificata (12 ore fa)
in reply to Silvia

@eccosilvia sarà che io invece la considero una grande ipocrita e neanche mi piace la Gheno che invece è stata promotrice dello schwa. Credo comunque che il tuo esempio non regga. Non si tratta di definire una situazione particolare ma di uscire dal concetto di normalità e binarismo di genere, entrambi condizionamenti culturali... illuminante in questo senso è Questioni di un certo genere de Il Post...

@ro

in reply to adriananselmo

@adriananselmo Sì, non sono la stessa cosa. Intendevo sottolineare che la lingua non aiuta a definire, solo che avevo finito i caratteri. Mi manca la sintesi.
@ro
in reply to adriananselmo

@adriananselmo

Scusa ma quando mai Gheno è stata promotrice dello schwa?

La seguo da anni e non fa che ripetere che lo schwa è sperimentazione e il suo uso è limitato alla comunità LGBTQIA+.

E mi meraviglio di Chiara Valerio che considero una persona intelligente e che però qui rilancia la bufala secondo cui qualcuno vorrebbe imporre lo schwa.

in reply to Max 🇪🇺🇮🇹

@max infatti ne parla da anni, l'ha usato in più occasioni, mi pare anche in un suo libro, se questo non significa essere promotrice... non l'ha inventato lei come spesso è stato detto ma ne ha promosso l'uso in diverse occasioni fino ad oggi in cui ha fatto un mezzo passo indietro, perché indubbiamente lo schwa ha dei limiti notevoli...
in reply to adriananselmo

@adriananselmo

Usare qualcosa è diverso da promoverne l'uso, nel primo caso si riconosce l'utilità di qualcosa e nel secondo ci si impegna per convincere altri a fare altrettanto.

Io non ho mai visto un suo impegno per la diffusione dello schwa, ha spiegato perché alcuni gruppi lo usano e ha spiegato come andrebbe usato (spiegazione che dev'essere caduta nel vuoto perché vedo che molti continuano a pensare che basti metterlo in fondo ad una parola...).

in reply to Max 🇪🇺🇮🇹

@max che è quello che ha fatto per anni... ma facciamo che hai ragione che stare qui a spaccare il capello in quattro si ottiene solo di distrarsi dalla questione principale...
in reply to adriananselmo

@adriananselmo

Vabbè, finiamola qui ma sarebbe tanto facile sostenere le tue ragioni citando qualche articolo di Gheno in cui spinge perché lo schwa esca dal recinto LGBTQIA+ e si diffonda per il mondo, visto che sono anni che ne promuoverebbe l'uso dovrebbero essercene parecchi.

Anzi, lo faccio io, in questo Tedx Gheno parla dello schwa, sono solo 10 minuti, se qualcuno è interessato se lo può vedere e farsi una sua opinione.

youtu.be/UCx9t2OLOSY?feature=s…

in reply to Silvia

@eccosilvia è una persona molto intelligente. Appunto, non è una questione di mancanza di rispetto, le identità sono libere di esistere. Le etichette ghettizzano e non uniscono. Il dolore di perdere un figlio è disumano, pare sia difficile pure definire quello che sta accadendo a Gaza, se genocidio o no...

@adriananselmo