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Cosa ci guadagna Meta a "entrare nel Fediverso"? Nulla di economicamente rilevante, almeno nell'immediato. Il progetto è "soltanto" di natura strategica

@Che succede nel Fediverso?

Riportiamo per intero la nostra risposta a un thread comparso su feddit.it e in particolare all'osservazione di @Darjuz (È un’azienda è ovvio che cerca di inserirsi in un ambito che le sembra promettente per farsi i soldi…)

Non saprei. Il Fediverso non è facilmente monetizzabile e quella che sta facendo Meta non è un’operazione ad alto rendimento sebbene sia sicuramente un’operazione a bassissimo costo.

Quello che Facebook non può sopportare è il fatto che gli utenti socializzino al di fuori del suo giardino recintato, in cui le persone sono costrette a consumare nel baretto aziendale! Per il momento sono pochi utenti, ma la minaccia può essere devastante sul lungo termine.

Ora, in qualsiasi azienda, se esiste un rischio esistenziale, si cerca di di battersi fino in fondo per eliminarlo o mitigarne gli effetti. Come ultima soluzione ci si può assicurare contro quel rischio.

Siamo arrivati al nocciolo della questione: questa iniziativa di Meta, non è altro che un piccolo costo assicurativo.

Come funziona questa assicurazione? Mi sembra abbastanza chiaro: Meta si trova a muovere truppe in un terreno sconosciuto per portare, come direbbe un’altra simpatica realtà che abbiamo imparato a conoscere meglio in quest’ultimo anno e mezzo, un’operazione speciale per degratuitizzare il Fediverso.

Questa operazione presenta una grandissima possibilità di successo, considerando l’immensa sproporzione a favore di Meta. Inoltre, sempre per riprendere la metafora Ucraina, Zuckerberg confida nell’avidità di alcuni importanti amministratori di istanza: «questi amministratori hanno concentrato sulle proprie istanze la maggior parte degli utenti del Fediverso, quindi parlano la mia stessa lingua e quindi saranno alleati della mia impresa contro il temibile spettro della gratuità. Basterà far avere loro quattro spicci e un piatto di lenticchie»

Funzionerà questa strategia? Ci sono molti elementi che suggeriscono di sì. Esattamente come la Russia aveva sufficienti elementi per immaginare una conquista dell’Ucraina in tempi piuttosto rapidi, perché « Noi siamo una superpotenza e tutti i russofoni d’Ucraina ci saluteranno come liberatori e imbraceranno le armi contro il loro governo antirusso»

Naturalmente, Questa è l’unica cosa che insegni la storia, anche i piani ben studiati non per questo si concretizzano…

Ecco perché è importante dare seguito alla proposta di defederazione delle istanze di Zuckerberg: Il motivo è che non bisogna mai dare nulla per scontato!

PS: riportiamo anche le osservazioni completamente diverse di @Uriel Fanelli (no, molto probabilmente non lo troverete perché avrà bloccato voi o la vostra istanza... 🙃) che prevede la volontaria non federazione da parte di Meta.

Immagine ripresa dall'articolo di Pradeep Viswanathan su Big Tech Wire



è ovvio che cerca di inserirsi in un ambito che le sembra promettente per farsi i soldi


Non saprei. Il Fediverso non è facilmente monetizzabile e quella che sta facendo Meta non è un'operazione ad alto rendimento sebbene sia sicuramente un'operazione a bassissimo costo.

Quello che Facebook non può sopportare è il fatto che gli utenti socializzino al di fuori del suo giardino recintato, in cui le persone sono costrette a consumare nel baretto aziendale! Per il momento sono pochi utenti, ma la minaccia può essere devastante sul lungo termine.

Ora, in qualsiasi azienda, se esiste un rischio esistenziale, si cerca di di battersi fino in fondo per eliminarlo o mitigarne gli effetti. Come ultima soluzione ci si può assicurare contro quel rischio.

Siamo arrivati al nocciolo della questione: questa iniziativa di Meta, non è altro che un piccolo costo assicurativo.

Come funziona questa assicurazione? Mi sembra abbastanza chiaro: Meta si trova a muovere truppe in un terreno sconosciuto per portare, come direbbe un'altra simpatica realtà che abbiamo imparato a conoscere meglio in quest'ultimo anno e mezzo, un'operazione speciale per degratuitizzare il Fediverso.

Questa operazione presenta una grandissima possibilità di successo, considerando l'immensa sproporzione a favore di Meta. Inoltre, sempre per riprendere la metafora Ucraina, Zuckerberg confida nell'avidità di alcuni importanti amministratori di istanza: «questi amministratori hanno concentrato sulle proprie istanze la maggior parte degli utenti del Fediverso, quindi parlano la mia stessa lingua e quindi saranno alleati della mia impresa contro il temibile spettro della gratuità. Basterà far avere loro quattro spicci e un piatto di lenticchie»

Funzionerà questa strategia? Ci sono molti elementi che suggeriscono di sì. Esattamente come la Russia aveva sufficienti elementi per immaginare una conquista dell'Ucraina in tempi piuttosto rapidi, perché « Noi siamo una superpotenza e tutti i russofoni d'Ucraina ci saluteranno come liberatori e imbraceranno le armi contro il loro governo antirusso»

Naturalmente, Questa è l'unica cosa che insegni la storia, anche i piani ben studiati non per questo si concretizzano...

Ecco perché è importante dare seguito alla proposta di defederazione delle istanze di Zuckerberg: Il motivo è che non bisogna mai dare nulla per scontato!


in reply to Poliverso - notizie dal fediverso

Boh, io sono qui da poco e ammetto di essere ignorante di queste cose, ma io sarei per la defederazione immediata. Con le corporazioni è bene sempre non fidarsi.

— e non solo non fidarsi di loro, ma sopratutto sempre opporsi 😅

Questa voce è stata modificata (9 mesi fa)

fran doesn't like this.

in reply to Robaque

Mi piace come ragioni
in reply to LadroDiGalline

Però certo è meglio anche approfondire la propria conoscenza haha

Mi ha convinto molto questa pagina linkata da questo comment


"If Meta joins the Fediverse, Meta will be the only one winning"

Consiglio vivamente di leggerlo. L'articolo spiega come, già in passato, google abbia sfruttato XMPP e l'abbia gettato via una volta capito che non gli serviva piú, facendo perdere tutto al progetto: utenti, reputazione, soldi, risorse, tempo.

Microsoft ha e sta continuando a mettere i bastoni tra le ruote a libreoffice utilizzando i formati proprietari.

L'autore dice di non commettere lo stesso errore, di non lasciare che meta acquisisca influenza sul fediverso, e che quindi inizi a dettare legge (Perché avere utenti vuol dire avere potere. Guarda google: oggigiorno ogni sito web a scopo di lucro viene costruito secondo gli standard dettati da google per essere trovati sul loro motore di ricerca e per essere correttamente visualizzato su chrome. Dato che google chrome/search ha così tanti utenti, tutti i siti fanno quello che dicono loro per farsi trovare).

"So che tutti sogniamo di avere tutti i nostri amici e familiari sul Fediverse, in modo da evitare completamente le reti proprietarie. Ma il Fediverse non cerca il dominio del mercato o il profitto. Il Fediverse non cerca la crescita. Offre un luogo di libertà. Le persone che si uniscono al Fediverse sono quelle che cercano la libertà. Se le persone non sono pronte o non cercano la libertà, va bene. Hanno il diritto di rimanere su piattaforme proprietarie. Non dovremmo costringerli a entrare nel Fediverse. Non dovremmo cercare di includere il maggior numero di persone a tutti i costi. Dovremmo essere onesti e fare in modo che le persone si uniscano al Fediverse perché condividono alcuni dei valori che vi stanno dietro.

Competendo contro Meta nell'ideologia della crescita senza cervello a tutti i costi, siamo certi di perdere. Loro sono i maestri di questo gioco. Stanno cercando di portare tutti nel loro campo, per far sì che le persone competano contro di loro usando le armi che vendono."


Questa voce è stata modificata (9 mesi fa)
in reply to Poliverso - notizie dal fediverso

Ciao, sono qui da poco anche io, ma sinceramente non capisco perché questa situazione viene vista come un attacco o una guerra.

Meta è una azienda informatica che sta lanciando un nuovo prodotto. Per farlo ha scelto di utilizzare un linguaggio ed una piattaforma già esistenti, e qualunque siano i suoi motivi ha tutto il diritto di farlo.

Non può imporre scelte agli altri attori della piattaforma. Farà delle proposte, forse, come possono essere le richieste di federazione, ma poi ogni altro attore deciderà come reagire.

Chi scrive qui probabilmente non è un fan dell'impostazione di business di aziende come meta, e fa bene a segnalare tutte le nefandezze (vedi il meme sui permessi richiesti dalle app), ma allo stesso tempo tutti noi siamo clienti di quelle stesse aziende (usiamo WhatsApp, usiamo Google maps, ecc.).

Insomma, non penso che sia utile per nessuno fare la guerra alle cose nuove che nascono. Guardiamole, studiamole e magari spieghiamo i loro potenziali pericoli a chi non li coglie. Ma non rimaniamo nemmeno ciechi di fronte alle possibilità che offrono.

don't like this

in reply to Casiraghi

Sono abbastanza d'accordo con il tuo discorso tranne per questa parte:

ma allo stesso tempo tutti noi siamo clienti di quelle stesse aziende (usiamo WhatsApp, usiamo Google maps, ecc.).


Molti di quelli che sono qui non utilizzano e soprattutto non vorrebbero utilizzare WhatsApp e Google Maps ma spesso e volentieri ne sono obbligati. Per WhatsApp ne sono obbligati perché utilizza un protocollo proprietario e se tutta la tua famiglia usa WhatsApp ne sei obbligato anche tu. Google invece ha creato un ecosistema così dipendente da sé stesso che alcune applicazioni (non sue, degli altri!) non funzionano se non si ha installato Google Maps sul proprio smartphone.

Insomma seppur capisco il tuo discorso non darei così per scontato che tutti (soprattutto qui dentro) utilizzino senza problemi le applicazioni delle Big Tech. Sul mio smartphone per esempio c'è installato GrapheneOS e non c'è traccia di alcuna applicazione Google.

Detto questo, come dicevo sono abbastanza d'accordo con quanto dici. Un po' perché non amo molto la narrativa bellicosa né quella del bene vs male o del noi contro loro. Sono tendenzialmente per il costruire anziché demolire. Tuttavia comprendo le paure di molti: dietro l'ascia di guerra si nasconde soprattutto paura. Paura che Meta, e non è difficile immaginarlo, imbracci la strategia dell'EEE arrivando qui come un bulldozer e spianando tutto. La paura è che i server che si federano con loro esplodano per via del numero gigantesco di utenti che si porta dietro e la paura che inizino, come hanno sempre fatto tutte le corporazioni, a fare forzature sui protocolli liberi per poi distinguersi e farne uno tutto loro lasciando tutti gli altri con le braghe calate.

Se posso ti consiglio questo articolo chiamato WhatsApp e l’addomesticamento degli utenti che ho personalmente tradotto in italiano e portato su Le Alternative per farlo conoscere a più persone possibili. La trovo una bella esperienza passata da non dimenticare.


WhatsApp e l’addomesticamento degli utenti

Indice dei contenuti

Oggi vi proponiamo un articolo molto interessante, non è scritto di nostro pugno ma è stato tradotto da noi grazie anche all’ausilio di Mate Translate. L’articolo originale è di Rohan Kumar e ci è piaciuto talmente tanto da volerlo proporre anche qui su Le Alternative.

E qui si vede in tutto il suo splendore la bellezza della licenza Creative Commons. Infatti così come il nostro blog, anche quello di Seirdy (il nickname dell’autore) è CC BY-SA 4.0. Significa che chiunque (anche a fine commerciale) può riprodurre, condividere e modificare i nostri testi l’importante è che si attribuisca la paternità del testo e, soprattutto, che venga distribuito con la stessa licenza.

Altri articoli che potete leggere che abbiamo tradotto sono: Perché la crittografia è importante: 10 fatti per sfatare i miti, Cos’è Google FLoC? e Mi serve una VPN per non essere tracciato?

Il secondo episodio di questo articolo è stato tradotto qui: Proteggere le piattaforme aperte.

Da qui inizia l’articolo originariamente scritto da Rohan Kumar e sotto licenza CC BY-SA 4.0 ed è stato scritto il 27 gennaio 2021.
WhatsApp e l’addomesticamento degli utenti
Non ho mai usato WhatsApp e non lo farò mai. Nonostante questo, sento il bisogno di scrivere un articolo su WhatsApp poiché è un caso di studio perfetto per cercare di capire una categoria di modelli di business che chiamo: addomesticamento degli utenti. L’addomesticamento degli utenti è, secondo me, uno dei principali problemi che affliggono l’umanità e merita una spiegazione dettagliata.

WhatsApp non è stata la prima app di messaggistica del suo genere e probabilmente non sarà l’ultima. Ho semplicemente scelto di concentrarmi su WhatsApp per i suoi recenti problemi di privacy.

Cominciamo.
L’ascesa di WhatsApp
Per chi non lo conoscesse, WhatsApp è uno strumento che rende comoda e facile a Facebook la sua missione principale: l’ottimizzazione e la vendita all’asta del comportamento umano (comunemente nota come “pubblicità mirata”). WhatsApp ha inizialmente persuaso le persone ad acconsentire a questo consentendo loro di inviarsi messaggi di testo su Internet, cosa che era già possibile combinando un’interfaccia utente facile da imparare e un marketing di successo. Si è poi espanso per includere funzionalità come chiamate vocali e video gratuite. Le chiamate gratuite l’hanno aiutata a crescere fino a diventare la piattaforma di comunicazione de facto in diverse parti del mondo.

Avere un proprio sistema di chat proprietario incompatibile con altri client ha permesso a WhatsApp di costruire un effetto di rete: gli utenti esistenti sono prigionieri perché lasciare WhatsApp significa perdere la capacità di comunicare con gli utenti di WhatsApp. Le persone che vogliono cambiare app devono convincere anche tutti i loro amici a cambiare; questo include amici (e parenti) meno inclini alla tecnologia che hanno già avuto molta difficoltà a imparare a utilizzare WhatsApp.

Nel mondo di WhatsApp, le persone che vogliono rimanere in contatto devono rispettare le seguenti regole:

  • tutti devono utilizzare solo il client WhatsApp proprietario per inviare messaggi; lo sviluppo di client alternativi non è supportato;
  • il telefono di tutti deve eseguire un sistema operativo supportato. Poiché gli sviluppatori di WhatsApp scriveranno solo un programma per i sistemi operativi più diffusi, il duopolio Android e iOS si rafforza;
  • gli utenti dipendono completamente dagli sviluppatori di WhatsApp. Se gli sviluppatori di WhatsApp decidono di includere funzionalità ostili nell’app, gli utenti devono accettarlo. Non possono passare a un server o client diverso senza allontanarsi da WhatsApp e perdere quindi la capacità di comunicare con tutti i loro contatti WhatsApp.

Addomesticamento degli utenti
WhatsApp è cresciuto intrappolando persone, precedentemente libere, nel suo recinto e cambiando le loro abitudini per creare dipendenza dai loro padroni. Nel corso del tempo, questo ha reso difficile o impossibile tornare al loro stile di vita precedente. Questo processo dovrebbe sembrarti familiare: è stranamente simile all’addomesticamento degli animali. Per questo ho deciso di chiamarlo addomesticamento degli utenti: eliminare l’autonomia degli utenti per intrappolarli e metterli al servizio dei fornitori.

Ho scelto questa metafora perché l’addomesticamento degli animali è un processo graduale che non è sempre volontario e in genere ruota attorno a un gruppo che diventa dipendente da un altro. Sappiamo ad esempio che l’addomesticamento dei cani è iniziato con la sua socializzazione, con conseguente selezione parzialmente artificiale che ha promosso geni che hanno portato a una maggiore cordialità e dipendenza dagli esseri umani 1.

Che sia volontario o meno, l’addomesticamento dell’utente segue quasi sempre gli stessi tre passaggi:

  • un alto livello di dipendenza dell’utente da un fornitore di software;
  • incapacità per gli utenti di controllare il proprio software, attraverso almeno uno dei seguenti metodi:
    • impedire la modifica del software;
    • impedire la migrazione su una piattaforma diversa;
  • lo sfruttamento di utenti ormai prigionieri che non sono in grado di resistere.

Il completamento dei primi due passaggi ha lasciato gli utenti di WhatsApp vulnerabili all’addomesticamento degli utenti. Con gli investitori a cui rispondere, avevano tutte le ragioni per implementare funzionalità ostili all’utente senza conseguenze.

Quindi, ovviamente, lo hanno fatto.
La discesa di WhatsApp
L’addomesticamento ha uno scopo: consente a una specie maestra di sfruttare le specie addomesticate per il proprio guadagno.

Recentemente, WhatsApp ha aggiornato la sua politica sulla privacy per consentire la condivisione dei dati con Facebook. Gli utenti che hanno accettato di utilizzare WhatsApp in base alla sua precedente politica sulla privacy avevano quindi due opzioni: accettare la nuova politica o non poter più utilizzare WhatsApp. L’aggiornamento dell’informativa sulla privacy di WhatsApp è un classica esca: WhatsApp ha attirato gli utenti con un’interfaccia elegante e l’impressione di privacy, li ha addomesticati per togliere loro l’autonomia per migrare e quindi ha fatto marcia indietro sul suo precedente impegno per la privacy con conseguenze minime. Ogni passaggio di questo processo ha permesso il passo successivo; se l’addomesticamento dell’utente non avesse avuto luogo, sarebbe stato facile per la maggior parte degli utenti allontanarsi senza problemi.

Quelli di noi che stavano suonando l’allarme qualche anno fa hanno vissuto un breve momento di beatitudine sadica quando siamo passati dall’essere dei “fastidiosi e paranoici teorici della cospirazione” a “fastidiosi”.
Un tentativo di controllo dei danni
L’operazione bait-and-switch (esca e interruttore) ha causato un contraccolpo abbastanza significativo consentendo a una notevole minoranza di utenti di migrare su altre piattaforme; questo numero si è rivelato essere leggermente superiore rispetto a quello che WhatsApp probabilmente si aspettava. In risposta, WhatsApp ha ritardato la modifica e ha pubblicato il seguente annuncio:
Image/PhotoAnnuncio di WhatsApp
L’annuncio elenca vari dati che WhatsApp non raccoglie o condivide. Indorare la pillola della raccolta dati elencando i dati non raccolti è fuorviante. WhatsApp non raccoglie campioni di capelli o scansioni retiniche; non raccogliere queste informazioni non significa che rispetti la privacy perché non cambia le informazioni effettivamente raccolte da WhatsApp.

In questo annuncio WhatsApp nega di “mantenere la cronologia dei destinatari dei messaggi inviati o delle chiamate effettuate”. Raccogliere dati non equivale a “mantenere la cronologia”; è possibile che i metadati vengano inseriti in un algoritmo prima di essere scartati. Un modello può quindi imparare che due utenti si chiamano frequentemente senza conservare i registri dei metadati per ogni chiamata. Il fatto che abbiano scelto specificamente di formulare questo tipo di narrativa implica che WhatsApp raccoglie già questa classe di dati o ha deliberatamente lasciato la porta aperta alla raccolta in futuro.

L‘attuale politica sulla privacy di WhatsApp al momento rivela che raccolgono considerevoli metadati utilizzati per il marketing attraverso Facebook.
Libertà del software
Di fronte all’addomesticamento degli utenti, fornire software che aiuti gli utenti è un modo per fermare il loro sfruttamento. L’alternativa è semplice: che il servizio agli utenti sia il vero obiettivo.

Per evitare di essere controllati dal software, gli utenti devono averne il controllo. Il software che consente agli utenti di avere il controllo è chiamato software libero. La parola “libero” in questo contesto si riferisce alla libertà e al prezzo (nota di Le Alternative: questa frase può suonare strana in italiano perché in inglese parliamo di free software dove free significa sia libertà che gratis). La libertà del software è simile al concetto di open source; quest’ultimo è una propaggine del primo focalizzato su benefici pratici più business-friendly piuttosto che sull’etica. Un termine meno ambiguo che si riferisce in modo neutrale al software libero e open source è FOSS (o anche FLOSS 2).

Altri hanno spiegato i concetti fondamentali alla base del software libero e la sua importanza meglio di me, quindi non entrerò nei dettagli. Si tratta di quattro libertà essenziali:

  • la libertà di eseguire il programma come si desidera, per qualsiasi scopo;
  • la libertà di studiare il funzionamento del programma, e di adattarlo alle proprie esigenze.;
  • la libertà di ridistribuire le copie in modo da poter aiutare gli altri;
  • la libertà di migliorare il programma e di distribuirne i miglioramenti.

Guadagnare con FLOSS
L’obiezione più comune che sento fare è che il software libero rende più difficile fare soldi.

La chiave per fare soldi con FOSS è rendere il software un complemento di altri servizi più redditizi. Questi includono supporto alla vendita, personalizzazione, consulenza, formazione, hosting gestito, hardware e certificazioni. Molte aziende utilizzano questo approccio invece di creare software proprietario: Red Hat, Collabora, System76, Purism, Canonical, SUSE, Hashicorp, Databricks e Gradle sono alcuni nomi che mi vengono in mente.

L’hosting gestito non è un paniere dove tenere tutte le tue uova perché giganti come AWS (Amazon Web Services) possono fare lo stesso a un prezzo inferiore. Essere uno sviluppatore può dare un vantaggio in aree come la personalizzazione, il supporto e la formazione; non offre un vantaggio così ovvio quando si tratta di hosting.
FOSS non è sempre sufficiente
Il software libero è un requisito necessario, ma a volte insufficiente, per costruire l’immunità all’addomesticamento. Altre due condizioni riguardano la semplicità e le piattaforme aperte.
Semplicità
Quando il software diventa troppo complesso, deve essere mantenuto da un grande team. Gli utenti che non sono d’accordo con un fornitore non possono facilmente eseguire il fork e mantenere una base di codice gigantesca, soprattutto se il software in questione contiene potenzialmente vulnerabilità di sicurezza. La dipendenza dal fornitore può diventare piuttosto problematica quando la complessità fa salire alle stelle i costi di sviluppo; il fornitore potrebbe ricorrere all’implementazione di funzionalità ostili all’utente per rimanere a galla.

Il software complesso che non può essere sviluppato da un diverso gruppo di persone crea dipendenza, primo passo per l’addomesticamento degli utenti. Questo da solo è sufficiente per aprire la porta a sviluppi problematici.
Caso di studio: Mozilla e il Web
Mozilla era un barlume di speranza nelle guerre dei browser, uno spazio dominato da pubblicità, sorveglianza e vendor lock-in. Sfortunatamente, lo sviluppo di un motore per browser è un compito monumentale abbastanza difficile tanto da far rinunciare anche colossi come Opera e Microsoft che ora hanno il loro browser basato su Chromium. I browser diventati molto più complessi di semplici lettori di documenti: si sono evoluti in applicazioni, con proprie tecnologie per accelerazione GPU, Bluetooth, autorizzazioni, enumerazione dei dispositivi, codec multimediali di gruppo, DRM 3, API di estensione, strumenti di sviluppo… l’elenco potrebbe continuare. Ci vogliono miliardi di dollari l’anno per rispondere alle vulnerabilità in una superficie di attacco così massiccia e tenere il passo con uno standard che cresce a un ritmo così preoccupante. Quei miliardi devono arrivare da qualche parte.

Mozilla ha finito per dover fare importanti compromessi per rimanere a galla. Ha fatto accordi milionari con società di ricerca palesemente ostili agli utenti (Google) e ha aggiunto annunci e bloatware come Pocket, un segnalibri proprietario parzialmente finanziato dalla pubblicità. Da quando ha acquisito Pocket (per diversificare le sue fonti di reddito), Mozilla non ha ancora mantenuto le sue promesse: mentre il codice sorgente dei client è stato reso open source, il codice del server rimane proprietario. L’apertura del codice e la riscrittura di porzioni, se necessario, sono comprensibilmente un compito importante dovuto in parte alla complessità di Pocket.

Importanti fork (cos'è un fork?) come Pale Moon non sono in grado di tenere il passo con la crescente complessità dei moderni standard web. In effetti, Pale Moon ha recentemente dovuto migrare il suo codice da GitHub da quando GitHub ha iniziato a utilizzare Web Components, una funzionalità troppo complessa per Pale Moon da supportare. È quasi impossibile avviare un nuovo browser da zero e raggiungere i colossi che hanno funzionato con somme annuali ridicolmente alte per decenni. Gli utenti possono scegliere tra un motore di browser sviluppato da Mozilla, una società pubblicitaria (Blink by Google) o un fornitore di soluzioni monopolistiche (WebKit di Apple). WebKit non sembra male, ma gli utenti saranno impotenti se Apple deciderà mai di fare marcia indietro.

Per riassumere: la complessità della piattaforma Web ha costretto Mozilla, l’unico sviluppatore di motori di browser che afferma di “essere progettato per le persone e non per il profitto”, a implementare funzionalità ostili all’utente nel suo browser. La complessità del Web ha lasciato agli utenti una scelta limitata tra tre grandi attori con conflitti di interesse le cui posizioni diventano sempre più radicate nel tempo.

Per la cronaca, non penso che Mozilla sia una cattiva organizzazione; piuttosto, penso che sia sorprendente che siano in grado di fare così tanto senza ulteriori compromessi in un sistema che praticamente lo richiede. Il loro prodotto principale è ancora FOSS e le build di terze parti con patch molto leggere rimuovono le antifeature.
Piattaforme aperte
Per evitare che un effetto di rete si trasformi in vendor lock-in, il software che incoraggia naturalmente un effetto di rete deve far parte di una piattaforma aperta. Nel caso di software di comunicazione/messaggistica, dovrebbe essere possibile creare client e server alternativi compatibili tra loro per impedire il completamento dei primi due passaggi dell’addomesticamento degli utenti.
Caso di studio: Signal
Da quando un certo venditore di auto ha twittato “Use Signal”, un gran numero di utenti ha obbedientemente cambiato la propria app di messaggistica. Al momento della scrittura, i client e i server Signal sono FOSS e utilizzano alcuni dei migliori E2EE là fuori; tuttavia, non ne sono un fan.

Sebbene i client e i server di Signal siano FOSS, Signal è ancora una piattaforma chiusa. Il co-fondatore di Signal Moxie Marlinspike è piuttosto critico nei confronti delle piattaforme aperte e federate, descrivendo la sua logica per mantenere Signal una piattaforma chiusa in un post sul blog 4. Significa che non esiste un modo supportato per sviluppare un server alternativo supportato dai client Signal o un client alternativo che supporti i server Signal. Il primo passo per l’addomesticamento dell’utente è quasi completo.

Oltre ad avere un singolo client e server, c’è un solo provider di server Signal: Signal Messenger LLC. La dipendenza degli utenti da questo provider di server centrale gli è esplosa addosso durante la recente crescita di Signal che ha causato tempi di inattività per oltre un giorno, rendendo ogni utente di Signal incapace di inviare messaggi fino a quando il singolo fornitore non ha risolto il problema.

Le persone cercano ancora di sviluppare client alternativi: un fork (cos'è un fork?) di Signal chiamato LibreSignal ha tentato di far funzionare Signal su build Android rispettose della privacy senza Google Play Services proprietari. Quel fork (cos'è un fork?) si è spento dopo che Moxie ha chiarito che non era d’accordo con un’app di terze parti che utilizzava i server di Signal. La decisione di Moxie è comprensibile, ma la situazione avrebbe potuto essere evitata se Signal non avesse dovuto fare affidamento su un singolo provider di server.

Se Signal decide di aggiornare le sue app per includere una funzione ostile all’utente, gli utenti saranno altrettanto indifesi come lo sono ora con WhatsApp. Anche se non penso che questo sia probabile, la piattaforma chiusa di Signal lascia gli utenti vulnerabili all’addomesticamento degli utenti.

Nonostante non mi piaccia particolarmente Signal, l’ho comunque consigliato ai miei amici non tecnici perché era l’unico messenger abbastanza privato per me e abbastanza semplice per loro. Se avesse avuto bisogno di impostazioni particolari (creazione di account, aggiunta manuale di contatti, ecc.), uno dei miei amici sarebbe rimasto con Discord o WhatsApp. Direi qualcosa di simpatico o di sfacciato come “ti sei riconosciuto eh?” se ci fosse anche solo la minima possibilità che arrivasse così lontano nella lettura di questo articolo!
Spunto di riflessione
I due casi di studio precedenti – Mozilla e Signal – sono esempi di organizzazioni ben intenzionate che involontariamente rendono gli utenti vulnerabili all’addomesticamento. Il primo ha una mancanza di semplicità ma incarna un modello di piattaforma aperta. Il secondo è una piattaforma chiusa con un alto grado di semplicità. L’intento non entra in gioco quando si considerano i tre passaggi e le contromisure dell’addomesticamento dell’utente.

@paulsnar@mastodon.technology ha evidenziato un potenziale conflitto tra semplicità e piattaforme aperte:

“Ho l’impressione che ci sia una certa tensione tra semplicità e piattaforme aperte; ad esempio Signal, in un certo senso è semplice proprio perché è una piattaforma di fatto chiusa, o almeno così ha sostenuto Moxie. A sua volta, Matrix è superficialmente semplice, ma il protocollo è in realtà (secondo me) abbastanza complesso proprio perché è una piattaforma aperta.”
@paulsnar@mastodon.technology


Non ho una risposta semplice a questo dilemma. È vero che Matrix è estremamente complesso (rispetto ad alternative come IRC o anche XMPP), ed è vero che è più difficile costruire una piattaforma aperta. Detto questo, è certamente possibile fronteggiare e padroneggiare la complessità durante lo sviluppo di una piattaforma aperta: Gemini, IRC ed e-mail sono alcuni esempi. Mentre gli standard di posta elettronica non sono semplici come Gemini e IRC, si evolvono lentamente; questo impedisce che le implementazioni debbano recuperare il ritardo come fanno i browser Web e i client / server Matrix.

Non tutti i software devono produrre miliardi. La federazione consente a servizi e reti come il Fediverso e XMPP di scalare fino a un gran numero di utenti senza costringere un singolo colosso a vendere la propria anima per pagare il conto. Sebbene i modelli di business anti-addomesticamento siano meno redditizi, consentono comunque la creazione delle stesse tecnologie che sono state abilitate dall’addomesticamento degli utenti. Quello che manca è un budget pubblicitario; la più grande pubblicità che alcuni di questi progetti ottengono sono lunghi post di blog non pagati.

Forse non abbiamo bisogno di inseguire la crescita e cercare di “diventare enormi”. Forse possiamo fermarci dopo aver raggiunto la sostenibilità e la sicurezza finanziaria e rendere possibile alle persone di fare di più con meno.
Note di chiusura
Prima che si trasformasse in una sorta di manifesto, questo post doveva essere una versione ampliata di un commento che ho lasciato sotto un post sul Fediverso di Binyamin Green.

Inizialmente avevo deciso di espanderlo nella sua forma attuale per motivi personali. Al giorno d’oggi, le persone chiedono una spiegazione approfondita ogni volta che mi rifiuto di usare qualcosa che tutti usano (WhatsApp, Microsoft Office, Windows, macOS, Google Docs…). Di solito ignorano la spiegazione, ma se ne aspettano comunque una. La prossima volta che li incontrerò, avranno dimenticato la nostra conversazione precedente e ricominceranno con le stesse identiche domande. Giustificare tutte le mie scelte di vita inviando affermazioni logicamente corrette nel vuoto – sapendo che tutto ciò che dico sarà ignorato – è un processo emotivamente drenante che ha messo a dura prova la mia salute mentale negli ultimi anni; inviare ai miei amici questo articolo e cambiare argomento dovrebbe farmi risparmiare qualche capello grigio negli anni a venire.

Questo articolo estende le filosofie guida del Software Libero e dei movimenti Copyleft. Grazie a Barna Zsombor per avermi dato un buon feedback su IRC.

Dal momento che 2900 parole non erano abbastanza, ho scritto un follow-up: Mantenere le piattaforme aperte. Dai un’occhiata se hai trovato interessante questo articolo (nota di Le Alternative, abbiamo tradotto anche questo e lo trovate qui!).

Hai domande o qualche commento su questo articolo? Puoi parlarne su Feddit, un'alternativa italiana e decentralizzata a Reddit gestita da noi: clicca qui!

  • Pierotti, R.; Fogg, B. (2017). The First Domestication: How Wolves and Humans Coevolved. Yale University Press[]
  • Molti all’interno del movimento del software libero non amano il termine “open source” per una serie di motivi; altri usano i termini “libero” e “open source” in modo intercambiabile. Infine, molti venditori usano la parola “libero” per riferirsi al prezzo piuttosto che alla libertà, spingendo alcuni sostenitori del software libero ad adottare il termine “libre”. Tutto ciò può creare confusione, motivo per cui preferisco acronimi come FLOSS per descrivere l’intersezione di questi termini.[]
  • Defective by Design[]
  • Il post sul blog di Moxie ha generato molte risposte. Due buoni follow-up sono su Linux Weekly News e un post sul blog di Matrix.org[]

#addomesticamento #mozilla #open-source-2 #signal #utenti #whatsapp

https://www.lealternative.net/?p=27911


J. Alfred Prufrock reshared this.

in reply to skariko

Grazie, spunti molto interessanti e mi trovo d'accordo, hai specificato meglio di me il tema whatsapp / maps 👍🏻

Aggiungo anche io un link che ho trovato molto interessante, ed è la posizione ufficiale del curatore di Mastodon sulla questione.

in reply to Casiraghi

Mah, il problema è che Meta lancia un prodotto con scopi chiari, ovvero monetizzare il più possibile con mezzi più o meno opachi. Il fediverso invece non è l'ennesima tecnologia del momento, è più un modo di dissociarsi da questa mentalità costruendo istanze più a misura di umano.
Per questo va bene il "guardiamole, studiamole", però credo sia il caso di evitarle come la peste, perché tanto già sappiamo quali sono queste "opportunità".
Inoltre il fatto che grandi aziende si interessino al protocollo ActivityPub, che è aperto, mi preoccupa un bel po'. Non è mai successo che un azienda che detiene un monopolio de facto abbia usato la sua potenza per influenzare uno standard vero? VERO? [meme di anakin e padme]
in reply to LadroDiGalline

Beh è più o meno quello che G00gle sta facendo con la posta elettronica. Però non vedo altrettanta preoccupazione ne vedo gente che proponga di isolare/defederare Gm4il...

@notizie@Casiraghi

Questa voce è stata modificata (9 mesi fa)
in reply to (zerouno)

Perché non puoi. In realtà lo fa Google al contrario: decide se sei SPAM o no. E tu sei fuori dal mondo.
in reply to La Scimmia di Mare

Se hai però tutte le impostazioni buone e corrette (DMARC e compagnia) non esiste per ora questo problema in realtà. Uso un dominio personale su Proton da tempo e non è mai finito in spam da nessuna parte, nemmeno da Google.
Questa voce è stata modificata (9 mesi fa)
in reply to skariko

Io ho avuto esperienza opposta, ma confesso in pochi casi (e per poco tempo)
in reply to (zerouno)

Eggià. Quando un servizio è in posizione dominante diventa difficile da estirpare. Per questo sarebbe il caso di agire prima che Meta diventi dominante sul fediverso.
Comunque di questa cosa se ne parla da un bel po', vedi
[https://www.lealternative.net/2019/10/28/alternative-a-gmail/] e
[https://www.lealternative.net/2021/12/15/degooglizzazione/]


Alternative a Gmail

Indice dei contenuti

In questo articolo parleremo di tutte le alternative a Gmail, libere e possibilmente open-source. Vi siete mai chiesti perché Gmail è gratis? Perché mai Google dovrebbe regalarvi 15gb di spazio gratuito ed una casella di posta gratuita senza avere nulla in cambio?
Google tramite Gmail ha accesso alle vostre email. Per libero accesso si intende che le mail non sono crittografate zero-knowledge e di conseguenza Google può leggere non solo i metadati della vostra email, come ad esempio a chi mandate una mail e a che ora, ma può anche leggere il contenuto stesso della mail!

Privacy? Le alternative a Gmail la rispettano

Abbiamo già affrontato l’argomento privacy negli altri articoli, soprattutto in alternative a Google Search. Se utilizzate altri servizi di Google come Maps o Chrome Google triangolerà tutte queste informazioni e le aggiungerà a tutto quello che ricevete e che scrivete per email. Sapevate che Google ad esempio traccia tutti gli acquisti effettuati online? Tiene traccia di tutto e lo riunisce in un unico database dove non potete nemmeno cancellarli tutti insieme, dovreste farlo manualmente uno ad uno. A voi Google aveva mai chiesto esplicitamente di poterlo fare? A noi non sembra.

Una mail privata è possibile con le alternative a Gmail

Ecco perché in questo articolo analizzeremo tutte le alternative a Gmail! Vi raccomandiamo di mettervi in testa una cosa importante. Google basa la maggior parte dei suoi guadagni sulla pubblicità. È, di fatto, un’agenzia pubblicitaria. Tutti i servizi di Google sono gratuiti perché analizzano tutto quello che fate online e non solo.

Alcuni servizi di posta, come ad esempio ProtonMail e Tutanota, criptano le email sui propri server e hanno un elevato costo di gestione. Inoltre se l’azienda non guadagna attraverso la profilazione pubblicitaria deve far pagare i servizi ed è per questo che tutte le alternative a Gmail che vi proponiamo sono a pagamento.

Quando parliamo di crittografia zero-knowledge significa che nessuno, nemmeno chi gestisce il sito, può leggere il contenuto della mail. Solo ed esclusivamente voi con la vostra password, come è giusto che sia e come dovrebbero essere tutte le informazione che considerate informazioni private.

Alternative a Gmail: cambiare indirizzo email è facile!

Non lasciatevi ingannare dalla pigrizia e nemmeno dalla paura di perdere email o di “doverlo dire a tutti”. Intanto è importante farlo per tutti gli acquisti ed i viaggi ad esempio così da non essere più analizzati e profilati. E questo si può fare in pochissimo tempo: prima di fare un acquisto cambiate l’indirizzo email associato, di solito è un’operazione da 2 minuti. Abbiamo inoltre creato un articolo su Come andarsene da Gmail dove spieghiamo tutti i passaggi necessari.

Ad esempio rischierete di perdere email: vi basterà inoltrarle tutte al nuovo indirizzo: andate sulle impostazioni di Gmail. Poi nell’etichetta Inoltro e POP/IMAP. Qui potrete inoltrare tutte le email al vostro nuovo indirizzo così da essere sicuri di non perderne neanche una! Pian piano poi modificate le varie iscrizioni (se volete, non siete nemmeno obbligati e lasciare Gmail solo per le futilità) ed il gioco è fatto.

Per le conversazioni private invece vi basterà un’operazione ancora più semplice: sempre in impostazioni di Gmail, nell’etichetta Generali in fondo trovate il “Risponditore automatico“. Scrivete un messaggio dove avvisate chi vi scrive che avete cambiato indirizzo email e di cambiarlo a loro volta in rubrica. Et voilà, in pochi minuti avete risolto!

Attenzione, alcune spiegazioni necessarie

Come ci è stato fatto giustamente notare su Twitter questo articolo può creare confusione su alcuni punti e pensiamo sia importante specificare un paio di cose. Purtroppo cercando di riassumere tanti concetti alcune cose possono risultare spiegate di fretta o male:

  • solo due dei servizi qui sotto offrono email crittografate con zero accesso da parte dei provider e sono ProtonMail e Tutanota. Tutti gli altri provider potenzialmente possono leggere e analizzare le vostre email tanto quanto Gmail ma, a differenza di Google, non è il loro mestiere guadagnare sui vostri dati.
  • quando mandate una mail da ProtonMail questa sarà al sicuro solo sui server di ProtonMail. Se mandate una mail a un indirizzo Gmail (o ricevete una mail da una persona che usa Gmail) inevitabilmente questa mail potrà essere analizzata. Il punto è un altro: non permettere al proprio provider di analizzare i propri acquisti o i propri consumi.
  • se avete la necessità di avere una conversazione privata le mail non nascono per questo scopo. Potete utilizzare la crittografia PGP se il vostro interlocutore la utilizza ma generalmente è consigliato spostare la conversazione altrove come ad esempio Signal o alternative simili.

ProtonMail

open source
server in data center di proprietà
crittografia zero-knowledge impossibile per ProtonMail leggere le vostre email
no IMAP, possibile solo su desktop con loro bridge
ricerca all’interno dei messaggi solo versione a pagamento altrimenti ricerca solo nell’oggetto
indirizzo .onion disponibile

Il primo servizio di posta elettronica criptata che vi segnaliamo è ProtonMail. Nasce nel 2013 in Svizzera presso il CERN. I suoi server sono situati in Svizzera, quindi sono fuori dalla giurisdizione degli Stati Uniti e della UE, e sono gestiti da loro proprio per evitare che qualcun altro ci debba mettere le mani e doversi quindi fidare di terzi. Secondo la legge svizzera se un paese straniero volesse mettere sotto sorveglianza la vostra casella email deve prima passare da un tribunale svizzero ed è soggetto a trattati internazionali. ProtonMail è dunque sicuro, criptato e libero da qualsiasi interferenza e da qualunque tracker. Attualmente viene offerto un servizio gratuito base con alcuni limiti, un servizio Plus con 5GB di spazio a 4€ al mese ed è compreso anche un alias per il dominio pm.me.

La migliore delle alternative a Gmail

A questo proposito: Gmail vi ha fatto credere che dovete tenere tutte le mail per sempre. Ma pensate se ha davvero senso questa cosa e approfittatene per fare un po’ di sana pulizia. In ogni caso comunque è possibile importare email anche da Gmail. ProtonMail ha inoltre da poco rilasciato la crittografia in OpenPgP, una libreria di crittografia open-source. Ultima cosa molto importante, ProtonMail è l’unico servizio di posta elettronica con un indirizzo Tor!
ANDROID è disponibile l’app su Play Store. Non ancora su F-Droid ma la versione open-source è in sviluppo.
APPLE STORE è disponibile anche sull’App Store.

Da poco Proton Mail è diventata parte di Proton 1 e di tutto l’ecosistema crittografato insieme a Proton Drive, Proton VPN e Proton Calendar.

CONTRO
Non ci sono particolari pareri contrari a questo servizio di posta elettronica. Il loro servizio è interamente open-source, le loro app non lo sono ancora completamente ma dovrebbero diventarlo a breve. Il calendario è stato da poco messo in beta e tutti possono provare ad utilizzarlo. Secondo noi tra tutte le alternative a Gmail è la soluzione migliore.

visita il sito scarica da Play Store scarica per iOS indirizzo .onion | Tutanota

server green
server in Germania
crittografia end-to-end impossibile per Tutanota leggere le vostre email
open source
no IMAP
ricerca all’interno dei messaggi (anche se un po’ lenta)

Un altro servizio di posta crittografato, sicuro ed open-source è Tutanota. Le app di Tutanota sono open-source ma la loro non è una crittografia PGP. È comunque una alternativa validissima e molto più economica di altre, costa solo 12€ all’anno per 1GB oppure e ogni 10GB extra costano 24€. Hanno un comodissimo calendario criptato e a breve dovrebbe essere disponibile un cloud drive criptato. Tutanota è una società tedesca.
E sono così fighi da aver creato un loro CAPTCHA 2 pur di non utilizzare quello di Google!

ANDROID è disponibile sia su Play Store che in versione open-source su F-Droid.
APPLE STORE è disponibile anche sull’App Store.

CONTRO
Non ci sono particolari contro per questo servizio di posta, provate la versione gratuita e se vi piace usatelo!

visita il sito scarica da Play Store scarica da F-Droid scarica per iOSPosteo

server green

open source
sì IMAP

Posteo è un altro servizio di posta tedesco completamente open source. Oltretutto utilizza solamente energia pulita e sostenibile grazie a Greenpeace Energy. Le mail sono criptate e sicure. Il loro account parte a 1€ al mese ed è uno dei più convenienti in assoluto.
ANDROID ed APPLE STORE non esiste un programma di posta per smartphone sviluppato da Posteo, per poter leggere le mail dovete usare un vostro client e impostare il server IMAP.

CONTRO
Non avere un proprio programma di posta proprietario per alcuni è un vantaggio per altri è uno svantaggio, purtroppo non tutti sono in grado di impostare in autonomia un server IMAP su un client di posta.

visita il sitoMailbox

server green
server in Germania
sì IMAP

Mailbox.org è una società tedesca che offre una suite alternativa completa per contrastare Google. Sicura, anonima e totalmente priva di pubblicità e trackers. In più i suoi server sono tutti in Germania e, non per ultimo, funzionano con energia verde al 100%. Insomma le premesse per una grande casella email ci sono tutte. La mail è infatti criptata e sicura. In più Mailbox ha tutto un suo ecosistema che fa davvero una seria concorrenza a Google. Con Mailbox avrete una casella email, calendari e rubriche condivisibili anche con utenti che non hanno un account su Mailbox. In più c’è tutto un ottimo e sicuro servizio cloud criptato dove potreste voler mettere le vostre foto, video e documenti.

Hanno inoltre anche un servizio di Office online, quindi è anche una ottima alternativa a Google Docs. Potrete quindi aprire file docx o odt senza davvero nessun problema. I documenti sono anche condivisibili con chiunque di esterno. Non è gratis (ma si può provare gratuitamente per 30 giorni) ma non ha un costo eccessivo. Con 1€ al mese avete 2GB di mail e 100MB di cloud. Ma potete facilmente calcolare online la vostra necessità. Ultimo, ma non meno importante, è possibile utilizzare un dominio personalizzato. Potrete leggere le mail ed il loro cloud con due diverse applicazioni scaricabili dal Play Store. OX Mail e OX Drive.

CONTRO
Purtroppo ci è sembrato di capire che non c’è nulla di open source nel loro progetto. Inoltre le loro app sul Play Store hanno voti molto bassi anche se non ne comprendiamo pienamente il motivo.

visita il sito scarica OX Mail scarica OX DriveInfomaniak

server green
azienda svizzera e server in Svizzera
server in data center di proprietà
sì IMAP

Di Infomaniak ci fidiamo particolarmente, non per niente l’abbiamo scelto come nostro hosting. È una società attenta sia al pianeta che alle persone ed è particolarmente incentrata alla privacy 3.

Offrono gratuitamente una casella email con spazio illimitato se acquistate con loro un dominio. Inoltre a soli 1.50€ al mese potete includere altre cinque caselle di posta e una serie di servizi utili come calendario e rubrica che possono sostituire il pacchetto di Google. È secondo noi una delle offerte migliori che si possono trovare per un dominio personale. La loro webmail è stata da poco interamente rifatta ed è esteticamente davvero molto gradevole.

Da poco tempo esiste l’applicazione ufficiale kMail per leggere la posta. È open source 4 e disponibile, in beta, sul Play Store, su F-Droid e anche su iOS.

Inoltre se associate anche il loro prodotto kDrive (una alternativa a Google Drive) è possibile avere anche un vero e proprio ecosistema completo da utilizzare con un vostro dominio.

È da poco disponibile anche un servizio gratuito da 20GB con inoltre altri 3GB gratuiti da usare per kDrive con dominio @ik.me.

CONTRO
Non è prodotto del tutto economico soprattutto se volete accoppiarlo con il servizio kDrive anche se in realtà, secondo la nostra tabella, è quella più conveniente quando si parla di prezzo €/GB. Di base è una mail professionale che difficilmente vi deluderà.

visita il sito email gratuitaServerMX

azienda italiana con server in Europa
sì IMAP

Azienda italiana con server in Europa 5 che offre email a pagamento con domini gratuiti di loro proprietà (esempio: servermx.it) oppure da usare con un vostro dominio. Offrono anche un servizio di calendario e contatti grazie ai protocolli CardDAV e CalDAV. Una cosa interessante è che non si limitano ad avere una sola webmail ma è possibile leggere la propria posta su Roundcube, su SquirrelMail, su SOGo 2 e SOGo 5, su AfterLogic e naturalmente sfruttando il protocollo IMAP dunque su qualsiasi programma di posta vogliate sia su desktop che su smartphone.

I prezzi non sono alti e partono da 1€ al mese e le problematiche sui loro server sembrano contenute: support.servermx.com.

CONTRO
Hanno un limite un po’ basso per l’invio di email, ciò non è certamente un problema per un utilizzo normale e semplice ma potrebbe diventare tedioso se utilizzato ad esempio con Delta Chat.

visita il sitoStartMail

server in Olanda
sì IMAP

L’azienda è la stessa di StartPage, con sede in Olanda, di cui abbiamo già parlato nell’articolo sulle alternative a Google Search. È un servizio di email criptate che accetta Bitcoin come pagamento. Non sembra esistere una versione totalmente gratuita ma solo un free trial il prezzo minimo da pagare è di 59.95€ l’anno per 10GB di spazio. Le mail sono sicure e la crittografia è PGP.

CONTRO
Non c’è e non è in programma un calendario e non è possibile avere una versione gratuita limitata.

visita il sitoDisroot

open source
server in Olanda
sì IMAP

Ultima alternativa a Gmail, si chiama Disroot e ne abbiamo già parlato nella nostra pagina sui progetti etici. Offrono tra le altre cose un servizio di posta elettronica gratuito fino ad 1GB e mandare allegati fino a 50MB 6. Si può pagare qualcosa in più al mese per avere più spazio, fino a un massimo di 54GB. I loro server sono tenuti da volontari e le mail non sono criptate, tuttavia è possibile utilizzare PGP.
ANDROID e APPLE STORE non esistono app proprietarie, se volete utilizzarlo sui cellulari dovrete impostare il vostro client di posta preferito.

CONTRO
Non è una azienda solida ma un gruppo di volontari che tengono in piedi i server. Noi non ci faremmo troppo affidamento se non per mail a cui teniamo poco. Ci segnalano infatti ripetuti problemi con la posta di Outlook 7, fermo restando che con molta probabilità la colpa è di Microsoft non è comunque piacevole avere una mail che non funziona al 100% con tutti i domini. I problemi con Microsoft sembrano essere rientrati. È comunque un servizio etico e sicuro.

visita il sitoAltre alternative a Gmail

Queste alternative, invece, le conosciamo un po’ meno ma sono comunque generalmente consigliate a chi vuole trovare un’alternativa a Gmail.

  • Runbox, ha i server in Norvegia e i suoi piani annuali sono davvero molto interessanti. Offrono email crittografate e i suoi server vanno tutti a energia idroelettrica. Non hanno una loro applicazione ma potete leggerla su qualunque app volete come ad esempio K-9 Mail o FairEmail;
  • Mailfence, un altro provider europeo molto interessante con sede in Belgio. Email crittografate e compatibile con le chiavi OpenPgP. Il prezzo non è alto e offrono anche uno spazio gratuito per 500MB di email. Anche loro non offrono una loro applicazione ma potete usare K-9 Mail o FairEmail; Di recente è diventata partner di Mozilla Thunderbird 8 ed è possibile creare un indirizzo email direttamente dall’applicazione;
  • Eclipso, è un provider europeo con sede in Germania. La sua webmail è davvero molto semplice ed essenziale e il piano gratuito è parecchio limitato: non è possibile utilizzare IMAP e contiene pubblicità. Tuttavia basta 1€ al mese per passare ad un piano a pagamento con alcune caratteristiche interessanti come l’accesso ad un Drive personale con connessione CalDAV/WebDAV da 10GB, l’eliminazione della pubblicità e 10GB per le vostre email. Si possono scegliere diversi domini oltre a quello di default che è eclipso.eu.
  • Kolab Now, li abbiamo già conosciuti per le alternative a Google Calendar. È un provider molto interessante con server in Svizzera. Il costo è abbastanza alto e lavorano solo con software open source. Come dicevamo offrono anche altri servizi come ad esempio calendario e contatti;
  • Thexyz, un provider canadese che offro email crittografate. Molto interessante e con prezzi non troppo alti. Offrono anche molto spazio, nella versione Premium infatti avrete ben 25GB a vostra disposizione;
  • Soverin, se volete acquistare un dominio personale Soverin può fare al caso vostro. Non dispongono di un loro indirizzo email ma potrete usare un vostro dominio e ricevere 25GB con la possibilità di usare anche IMAP a 39€ l’anno. I loro server sono in Olanda e la loro policy è decente;
  • Migadu, altra opzione interessante che non offre un proprio indirizzo email ma utilizzabile solo con il proprio dominio. Creata in Svizzera ma con i server in Francia 9 ha una buona policy e va molto bene solo se pensate di utilizzare poco la mail. Permette infatti di avere pressoché infiniti domini e indirizzi ma potrete mandare e ricevere solo poche email al giorno. Ad esempio nella versione Micro potete ricevere solo 200 email e mandarne 20;
  • Swisscows, il motore di ricerca Swisscows propone una casella email gratuita (espandibile a pagamento) con dominio @swisscows.email. La mail non è crittografata end-to-end come Tutanota o ProtonMail ma permette di utilizzare la propria chiave PGP facilmente. La webmail è un classico client Roundcube.
  • Gandi.net, provider francese per registrare domini. Anche in questo caso se volete un indirizzo email personale con un vostro dominio utilizzare Gandi può essere una scelta intelligente. Insieme al dominio offrono 2 caselle email con 3GB di spazio incluso. Anche Gandi.net, come Mailfence, è partner di Mozilla Thunderbird;

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https://www.lealternative.net/?p=349


in reply to (zerouno)

Bhe in realtà molta gente (sopratutto power user, come al solito) si sta spostando.
Io per primo ho un mare di amici ancora con libero e qualcuno migrato su mail tipo Proton