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Xi Jinping critica le amministrazioni locali cinesi per lo sviluppo eccessivo dell’intelligenza artificiale


Il 17 luglio, il Quotidiano del Popolo – organo ufficiale del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese – ha pubblicato un articolo di prima pagina che ha svelato un intervento piuttosto raro e diretto di Xi Jinping. Nel corso della Conferenza sul Lavoro Urbano del Comitato Centrale del PCC, tenutasi il 14 luglio, il Segretario generale e Presidente della Cina ha criticato apertamente le amministrazioni locali per l’eccessivo slancio nello sviluppo di settori emergenti come intelligenza artificiale, potenza di calcolo e veicoli a nuova energia.

Xi Jinping ha domandato provocatoriamente ai funzionari presenti:

“Quando si tratta di progetti, ci sono diverse cose: intelligenza artificiale, potenza di calcolo e veicoli a nuova energia. Tutte le province del Paese devono sviluppare industrie in queste direzioni?”

Nel suo discorso, Xi ha puntato il dito contro la tendenza diffusa tra i quadri dirigenti locali a “fingere di sapere e atteggiarsi a moralisti”, criticando quello che ha definito il comportamento dei cosiddetti funzionari “da tre pacche”: che si danno pacche sul petto per vantarsi, sulla testa per mostrarsi pensosi e sul sedere per lavarsene poi le mani. Ha ribadito la necessità per i funzionari locali di mantenere una visione equilibrata dei risultati politici, invitandoli a non puntare unicamente sulla crescita del PIL, ma a considerare anche il livello del debito, evitando di lasciare i problemi irrisolti alle generazioni future.

Secondo Bloomberg, è raro che i media ufficiali cinesi pubblichino interventi così informali e critici da parte dei massimi vertici, segnale di una crescente preoccupazione del governo centrale per la corsa cieca delle amministrazioni locali verso i settori più “alla moda”. Una corsa che rischia di alimentare la sovraccapacità produttiva, innescare una concorrenza interna spietata, comprimere i margini aziendali e la crescita salariale, rafforzare le pressioni deflazionistiche e, in ultima analisi, provocare tensioni nel commercio internazionale.

Xi ha poi riconosciuto che la colpa immediata può ricadere sui funzionari locali, ma ha lasciato intendere che il problema affonda le radici anche nel modello di governance attuale. Negli ultimi anni, infatti, lo stesso Xi ha promosso la cosiddetta “nuova produttività di qualità” e le “tre nuove misure”, creando un clima in cui chi non si adegua rischia almeno la destituzione, se non addirittura un’indagine per corruzione. Di fronte a simili pressioni, i funzionari locali finiscono per accelerare a tutti i costi nuovi progetti, contribuendo così all’attuale problema della sovraccapacità.

Durante il suo intervento, Xi ha osservato:

“Il processo di industrializzazione ha richiesto all’Occidente centinaia di anni, mentre a noi solo pochi decenni. Ma, guardando più a fondo, abbiamo ancora molte carenze da colmare, e questo richiederà tempo. Lo stesso vale per l’urbanizzazione: non possiamo limitarci all’apparenza senza sostanza. Alcune cose richiedono una dura battaglia, altre necessitano di sforzi prolungati”.

Questo messaggio arriva in un momento di forte pressione interna ed esterna. Il 16 luglio, il premier Li Qiang ha presieduto la riunione esecutiva del Consiglio di Stato, chiedendo di regolamentare la concorrenza irrazionale nel settore dei veicoli a nuova energia. Già il 1° luglio, durante la riunione della Commissione centrale per gli affari economici e finanziari, Xi Jinping aveva sottolineato la necessità di contenere la concorrenza disordinata basata sui prezzi al ribasso, di ritirare in modo ordinato la capacità produttiva arretrata e di regolamentare gare e appalti pubblici secondo le norme vigenti.

Un messaggio chiaro che, se da un lato denuncia gli eccessi locali, dall’altro mette in luce la complessità di un modello economico che Xi stesso ha contribuito a plasmare.

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