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Elogio e difesa di Ilaria Salis



Ilaria Salis, scrivono le gazzette a metà 2024, è una maestra lombarda da anni detenuta in Ungheria.
Per aver spaccato la testa a due neonazisti, sembra.
Complimenti ai neonazisti che si fanno ridurre in quelle condizioni da una donna alta e pesante la metà di loro, ma non è questo l'argomento che interessa approfondire.
Per toglierla dai guai una formazione politica ha avuto l'idea di candidarla alle elezioni europee di giugno. La cosa è riuscita altre volte, e a trarne vantaggio sono stati anche individui piuttosto discutibili per contro proprio (*), nonostante le immeritate sventure giudiziarie.
A ventiquattro ore dal voto il gazzettificio "occidentalista" è andato a cercare precedenti del 2008 per descrivere Ilaria Salis come occupante di case popolari, così come nel 2006 era andato a cercare la visura catastale di Francesco Saverio Caruso per farlo figurare come latifondista, e nel 2011 i trascorsi di Giuliano Pisapia per additarlo come ladro di automobili.
Il passare degli anni sembra non avere alcun effetto sulla pratica politica "occidentalista", cui si deve non piccola parte dello sporco anche morale giustamente ascritto agli ambienti del democratismo rappresentativo. Solo che stavolta il colpo non è riuscito e Ilaria Salis è stata eletta.
Venti anni fa il web era ancora retaggio di una minoranza cosapevole. Dieci anni fa era dominio incontrastato del mainstream che lo aveva occupato in blocco, e di "reti sociali" che ripetevano ecoicamente contenuti sifilitici. Adesso esiste forse quel tanto di spirito critico e di anticorpi che consente di rintuzzare le operazioni più sfacciate.


(*) "Messo alle strette dagli inquirenti, si rotola per terra nella cella, schiumando bava e sangue". Questi i toni con cui Enzo Tortora aveva descritto il mostro Pietro Valpreda sul repellente "La Nazione" di Firenze. Enzo Tortora viene immancabilmente ricordato come un perseguitato dalla magistratura; Pietro Valpreda -che in carcere rimase più di tre anni prima di essere assolto con tante scuse- ha riscosso meno elogi.