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La matita Blackwing


Si dice che la Blackwing sia una tra le migliori matite per la scrittura. Si dice che l'abbiano usata John Steinbeck, Truman Capote, Stephen Sondheim. Anche Chuck Jones – il creatore di Bugs Bunny e Daffy Duck – pare utilizzasse una Blackwing per i suoi schizzi. Perché parlo della Blackwing? Perché anch'io ne sto usando una per scrivere la prima bozza di questo testo. Grigia, dotata di gomma per cancellare di forma piatta e di colore rosa, montata su un portagomma dorato, la Blackwing ha un design distintivo ed elegante. Ma a renderla speciale rispetto ad altre matite di qualità simile è una scorrevolezza senza pari. Usando io stesso una Blackwing per scrivere queste note, appunto, ho potuto verificarne personalmente la differenza. Inoltre, la Blackwing mantiene la punta più a lungo di altre matite che mi sia capitato di usare, un grande vantaggio per chi scrive o disegna. Appena estratta dal temperamatite, la punta della Blackwing è spaventosamente affilata. È curioso come nessuno scrittore l’abbia mai immaginata come un'arma per commettere un delitto. Eppure, le matite sono state usate in questo senso in diverse opere. Nel film Il cavaliere oscuro di Christopher Nolan, ad esempio, il Joker, interpretato da Heath Ledger, esegue quello che viene comunemente definito “il trucco della matita”. Dopo aver giocato con una matita, facendola roteare tra le dita, la fa “scomparire” nel collo di un uomo, uccidendolo. Nemmeno in questo caso la matita usata era una Blackwing [Arrivato a questo punto della bozza ho dovuto rifare la punta alla mia matita]. Né avrebbe potuto esserlo, dal momento che nel 2020, anno di realizzazione del film, la Blackwing non era in commercio. Prodotta per la prima volta nel 1934 dalla Eberhard Faber Pencil Company, la Blackwing uscì di produzione nel 1998. Nel 2010, l'azienda Palomino rilevò il marchio e fece rivivere un mito fino ad allora rimasto un oggetto da collezione.

#scrittura #letteratura #collezionismo #cinema

Nota: Questo post non ha alcun intento promozionale o commerciale.


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La matita Blackwing


Si dice che la Blackwing sia una tra le migliori matite per la scrittura. Si dice che l'abbiano usata John Steinbeck, Truman Capote, Stephen Sondheim. Anche Chuck Jones – il creatore di Bugs Bunny e Daffy Duck – pare utilizzasse una Blackwing per i suoi schizzi. Perché parlo della Blackwing? Perché anch'io ne sto usando una per scrivere la prima bozza di questo testo. Grigia, dotata di gomma per cancellare di forma piatta e di colore rosa, montata su un portagomma dorato, la Blackwing ha un design distintivo ed elegante. Ma a renderla speciale rispetto ad altre matite di qualità simile è una scorrevolezza senza pari. Usando io stesso una Blackwing per scrivere queste note, appunto, ho potuto verificarne personalmente la differenza. Inoltre, la Blackwing mantiene la punta più a lungo di altre matite che mi sia capitato di usare, un grande vantaggio per chi scrive o disegna. Appena estratta dal temperamatite, la punta della Blackwing è spaventosamente affilata. È curioso come nessuno scrittore l’abbia mai immaginata come un'arma per commettere un delitto. Eppure, le matite sono state usate in questo senso in diverse opere. Nel film Il cavaliere oscuro di Christopher Nolan, ad esempio, il Joker, interpretato da Heath Ledger, esegue quello che viene comunemente definito “il trucco della matita”. Dopo aver giocato con una matita, facendola roteare tra le dita, la fa “scomparire” nel collo di un uomo, uccidendolo. Nemmeno in questo caso la matita usata era una Blackwing [Arrivato a questo punto della bozza ho dovuto rifare la punta alla mia matita]. Né avrebbe potuto esserlo, dal momento che nel 2020, anno di realizzazione del film, la Blackwing non era in commercio. Prodotta per la prima volta nel 1934 dalla Eberhard Faber Pencil Company, la Blackwing uscì di produzione nel 1998. Nel 2010, l'azienda Palomino rilevò il marchio e fece rivivere un mito fino ad allora rimasto un oggetto da collezione.

#scrittura #letteratura #collezionismo #cinema

Nota: Questo post non ha alcun intento promozionale o commerciale.


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L'istinto paterno del criminale


In Ignazio Denner di E.T.A. Hoffmann, il brigante che dà il nome al racconto commette ogni sorta di nefandezza, incluso l'infanticidio del figlio di Andrea, il guardacaccia protagonista della storia, e di sua moglie Giorgina. Prima che la coppia si renda conto della vera identità dell'uomo che ospitano occasionalmente, scambiandolo per un mercante di passaggio, Denner si mostra sinceramente interessato al bambino. Manifesta ai genitori l'intenzione di sottrarlo alla miseria in cui vive, di offrirgli un'educazione, lo vezzeggia e lo tratta quasi come un figlio, giustificando il suo comportamento con il fatto di non aver egli stesso dei figli.

Come spesso accade, i criminali amano comportarsi e mostrarsi come padri amorevoli. Questo atteggiamento, così come il professarsi profondamente religiosi, probabilmente nasce dal bisogno di mascherare la loro natura malvagia e di aggrapparsi a qualcosa che renda sopportabile una vita vissuta negli abissi più oscuri dell'animo umano. Di certo non si tratta di amore sincero o di rispetto, considerando che alcuni di questi cosiddetti padri amorevoli non esitano a sciogliere bambini nell'acido o a ripudiare, e persino uccidere, il proprio figlio per convenienza o per non infrangere le regole del crimine.

#Letteratura #ETAHoffmann #Criminalità #Infanticidio


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