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Damien Rice - My Favourite Faded Fantasy (2014)


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L’esordio nel 2002 con “0”, uno dei dischi più belli degli ultimi 20 anni. Un secondo album a distanza di quattro anni. E poi un lungo silenzio. Negli otto anni che separano “9” da questo nuovo lavoro, Damien Rice ha dovuto affrontare la separazione da Lisa Hannigan. In tutto questo tempo si è fatto notare per qualche cover, una manciata di esibizioni live, la collaborazione con David Hopkin per il brano There Are Debts e una breve apparizione a Sanremo. Poi un giorno arriva finalmente la notizia di un nuovo disco. È Rick Rubin ad accompagnare l’ autore irlandese in questa terza avventura... artesuono.blogspot.com/2014/11…


Ascolta il disco: album.link/i/915106298



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Damien Rice - My Favourite Faded Fantasy (2014)


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L’esordio nel 2002 con “0”, uno dei dischi più belli degli ultimi 20 anni. Un secondo album a distanza di quattro anni. E poi un lungo silenzio. Negli otto anni che separano “9” da questo nuovo lavoro, Damien Rice ha dovuto affrontare la separazione da Lisa Hannigan. In tutto questo tempo si è fatto notare per qualche cover, una manciata di esibizioni live, la collaborazione con David Hopkin per il brano There Are Debts e una breve apparizione a Sanremo. Poi un giorno arriva finalmente la notizia di un nuovo disco. È Rick Rubin ad accompagnare l’ autore irlandese in questa terza avventura... artesuono.blogspot.com/2014/11…


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SIRACIDE - Capitolo 14


La serenità di coscienza1Beato l'uomo che non ha peccato con la sua bocca e non è tormentato dal rimorso dei peccati.2Beato chi non ha nulla da rimproverarsi e chi non ha perduto la sua speranza.

Grettezza e invidia3A un uomo gretto non va bene la ricchezza, a che cosa servono gli averi a un uomo avaro?4Chi accumula a forza di privazioni, accumula per altri; con i suoi beni faranno festa gli estranei.5Chi è cattivo con se stesso con chi sarà buono? Certo non godrà delle sue ricchezze.6Nessuno è peggiore di chi danneggia se stesso, e questa è la ricompensa della sua malizia:7anche se fa il bene, lo fa per distrazione, e alla fine sarà manifesta la sua malizia.8È malvagio l'uomo dall'occhio invidioso, volge lo sguardo altrove e disprezza la vita altrui.9L'occhio dell'avaro non si accontenta della sua parte, una malvagia ingiustizia gli inaridisce l'anima.10Un occhio cattivo è invidioso anche del pane ed è proprio questo che manca sulla sua tavola.

Saper godere11Figlio, per quanto ti è possibile, tràttati bene e presenta al Signore le offerte dovute.12Ricòrdati che la morte non tarderà e il decreto degli inferi non ti è stato rivelato⊥.13Prima di morire fa' del bene all'amico, secondo le tue possibilità sii generoso con lui.14Non privarti di un giorno felice, non ti sfugga nulla di un legittimo desiderio.15Non lascerai forse a un altro i frutti del tuo lavoro, e le tue fatiche per essere divise fra gli eredi?16Regala e accetta regali, e divèrtiti,⊥ perché negli inferi non si ricerca l'allegria.17Ogni corpo invecchia come un abito, ⌈è una legge da sempre: “Devi morire!”.⌉18Come foglie verdi su un albero frondoso, alcune cadono e altre germogliano, così sono le generazioni umane: una muore e un'altra nasce.

19Ogni opera corruttibile scompare e chi la compie se ne andrà con essa.⊥20Beato l'uomo che si dedica alla sapienza e riflette con la sua intelligenza⊥,21che medita nel cuore le sue vie e con la mente ne penetra i segreti.22La insegue come un cacciatore, si apposta sui suoi sentieri.23Egli spia alle sue finestre e sta ad ascoltare alla sua porta.24Sosta vicino alla sua casa e fissa il picchetto nelle sue pareti,25alza la propria tenda presso di lei e si ripara in un rifugio di benessere,26mette i propri figli sotto la sua protezione e sotto i suoi rami soggiorna;27da lei è protetto contro il caldo, e nella sua gloria egli abita.

_________________Note

14,11-19 La saggezza consiglia di compiere il bene e, allo stesso tempo, di godere di quanto offre la vita. Anche il Siracide, come quasi tutti gli autori dell’AT, pensa l’aldilà come dimora indifferenziata per tutti, buoni e cattivi, ricchi e poveri (vedi Gb 3,17 e nota).

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Approfondimenti


Le due parti del c. 14 (vv. 1-19 e 20-27) sono introdotte dall'aggettivo «beato»: la beatitudine di chi non ha peccati sulla coscienza sfocia in quella del saggio, che medita sulla sapienza. La prima parte presenta tre scansioni: la condizione beata di chi non pecca (vv. 1-2), la miopia dell'uomo gretto (3-10), l'uso dei beni e la morte (11-19).

vv. 1-2. Dopo il legame tra volto e cuore (13,25-26), si analizza quello tra bocca e coscienza. Per Ben Sira è beato (makarios) chi non si è rovinato con la lingua e non è tormentato dai rimorsi del peccato; è beato chi non viene rimproverato dalla coscienza e, pertanto, non ha perso la speranza. È una beatitudine legata, mediante la sapienza (v. 20), al timore del Signore: «Beata l'anima di chi teme il Signore» (34,17), poiché «chi teme il Signore non ha paura di nulla (...), egli è la sua speranza» (34,16). In Ben Sira parla lo scriba, prima che il sapiente. Beatitudine e speranza giudaica vanno insieme. Per contrasto sembra che Ben Sira alluda a coloro che, allontanandosi dal Dio di Israele, nostra “speranza”, “sono caduti dalla speranza” (v. 2b), procurandosi una felicità illusoria, insidiata dalla “tristezza del peccato” (v. 1b) e dal rimprovero della coscienza (v. 2a). Beatitudine e storia di Israele si intrecciano: l'autore esulta per la “felicità” di «coloro che videro il profeta Elia e si sono addormentati nell'amore» (cfr. 48,11). Beatitudine e storia quotidiana: Ben Sira torna presto a insegnare la felicità anche con l'esperienza della vita. Nella sua sapienza pratica, definisce beato chi si guarda dai “colpi della lingua” (28,18), chi scopre la prudenza (25,9), chi vive con una moglie assennata (25,8) e buona (26,1), perfino chi è ricco, a condizione che sia «trovato senza macchia» (31,8). A conclusione del libro, Ben Sira garantisce la “beatitudine” di chi mediterà i suoi insegnamenti e, fissandoli bene nel cuore, diventerà saggio della via Parola di uno che crede e di uno che è esperto 14, 3-10. Bozzetto sarcastico dell'uomo gretto, che non sa servirsi delle ricchezze accumulate a forza di privazioni (vv. 3-4); altri si pasceranno dei suoi beni (v. 4b; cfr. v. 15a) mentre egli risparmia perfino il pane sulla sua mensa (v. 10). Chi è cattivo con se stesso è inaffidabile anche quando dovesse, per distrazione, fare del bene agli altri (v. 7a; cfr. Pr 11,17). La finale del brano si concentra sull'occhio di un tale personaggio: è pieno di invidia e disprezzo (v. 8), di avarizia insaziabile (v. 9) e di gelosa malevolenza (v. 10). L'aggettivo mikrologos («gretto»: v. 3a) è un hapax del GrI e dei LXX. L'ebraico usa «cuore piccolo». Il messaggio di Ben Sira è chiaro: bisogna imparare a usare la ricchezza per il proprio e l'altrui bene. Cfr. Pr 13,22; Lc 12,16-21.

vv. 11-19. Un'ammonizione invita a raccogliere l'insegnamento del brano precedente: se possiedi, fai del bene a te stesso, presenta degne offerte al Signore, aiuta l'amico secondo le tue forze (vv. 11.13); non ti privare di giorni felici o della tua parte in un buon desiderio (v. 14). Dal momento che fatiche e sacrifici (c'è un'assonanza: ponous/ kopous) vanno in eredità ad altri (v. 15; cfr v. 4b), la regola del vivere è questa: «Regala e accetta regali, distrai l'anima tua» (v. 16a). Una simile filosofia pratica si nutre di un ricordo e di una convinzione: la morte, certa per tutti, non tarda e nell'aldilà non c'è gioia da cercare (vv. 12.16b.17b). Perciò bisogna «distrarre/ingannare» (v. 16a) la propria anima. Ben Sira, rispetto a Qoelet, rifiuta sia la visione tragica della morte – qui considerata “antidoto dell'avarizia” – sia la spinta edonistica verso la vita (cfr. Qo 3,17-19; 9,9-10). La concezione dello šᵉ’°ôl è quella tradizionale: dimora indifferenziata per buoni e cattivi. La caducità dell'esistenza, legge valida per tutti, è resa con l'immagine dell'abito che si logora (v. 17a). Altrove la stessa immagine, per contrasto, fa risaltare la fortezza del servo che JHWH assiste (cfr. Is 50,9) e la salvezza di Dio che dura sempre (cfr. Is 51,6; Sal 102,27). Prima di mettere una sorta di pietra tombale a chiusura del brano (v. 19; cfr. la diversa visione di Ap 14,13), Ben Sira accosta la vita delle piante a quella degli esseri di carne e di sangue: le foglie che cadono e spuntano sugli alberi sono specchio delle generazioni che muoiono e nascono (v. 18; Cfr. Qo 1,4; Is 64,5; Sal 1,3). L'immagine pare essere in comune con l'Iliade: «Gli uomini vanno e vengono come le foglie anno dopo anno sugli alberi» (VI,146-149). Per l'espressione «carne e sangue» (14,18c; 17,31b), cfr. Mt 16,17; 1Cor 15,50; Gal 1,16.

vv. 20-27. Questo brano va letto insieme con 15,1-10: diciotto versetti sulla ricerca della sapienza e sui benefici per chi l'ottiene. Questa prima parte è legata a quanto precede mediante l'aggettivo «Beato»: Ben Sira collega colui che non ha peccati e che ha conservato la speranza (vv. 1-2) con colui che medita sulla sapienza (v. 20), la insegue come un cacciatore (v. 22), gode della sua intimità e protezione (vv. 25-27). Costui è l'uomo che teme il Signore e possiede saldamente la legge e la sapienza (15,1). Una grande varietà di immagini caratterizza l'intera pericope: le vie della sapienza (v. 21), la caccia (v. 22), la casa con finestre e porte, chiodi e pareti (v. 23-24), la tenda (v. 25), l'albero (v. 26a), il nido (v. 26a dell'ebraico), la madre (v. 26a; 15,2a), il caldo (v. 27a), la sposa (15,3b), il pane e l'acqua (15,3). Il brano si conclude con il verbo «sostare, trovare alloggio» (katalyein: vv. 24.25.27), che la Bibbia greca normalmente non usa nei sapienziali. Ben Sira torna nel ruolo dello scriba. La sapienza riveste i panni della tradizionale ospitalità biblica e offre un alloggio (v. 25: katalyma è hapax) pieno di beni e di sicurezza. La casa della sapienza è come quella dei patriarchi: ha un posto per “passare la notte”. Sulla sua soglia sembrano presentarsi i personaggi itineranti del Pentateuco (Gn 19,2; 24,23.25; Es 4,24) e dei libri storici (Gs 2,1; 3,1; Gdc 19,9.15.20). Ancor di più questo “alloggio” sembra rimandare all”età dell'amorosa convivenza” tra il Signore e il suo popolo (Ez 16,8; cfr. Sir 51,20-21) e mettere in guardia contro l'infedeltà dei figli di Israele che «si affollano nelle case di prostituzione» (Ger 5,7e). Chi cerca la sapienza – conclude Ben Sira – appartiene a quel popolo che il Signore ha liberato e guidato verso la «santa dimora» (katalyma agion: Es 15,13); chi cerca la sapienza avrà la stessa avventura di Elia, che incontra Dio sull'Oreb, davanti alla caverna in cui ha passato la notte (1Re 19,9).

(cf. PIETRO FRANGELLI, Siracide – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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[vortex] 55°53′N 26°32′E

cloralio Petrolini petrolio parte] lasciata Petropolemos [Pasolini

-chi ha scoperto Lascaux? Grotte. Il nome Robot- le

pareti] danno l'integrale di Bach figlio [le pareti il peso certificato lasciano] i ganci cataloghi da pantone a Falstaff contenuto] [suggerito


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[provetecniche] *

sono riusciti mentre [cime tempestose sono] allertati ci sono cime tempestose dentro il meccanismo le] cime chi guida] chi rimedia some like intervista] al vice del vice del cittadino l'abbuono l'entourage è sotto] [chiave] chiude in alto a destra superpoteri [multidestrine click*


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Possono convivere privacy e moderni sistemi di videosorveglianza, basati sull'intelligenza artificiale?


Un recente articolo apparso su safetysecuritymagazine.com (safetysecuritymagazine.com/art…) analizza le possibilità di convivenza tra garanzie per la privacy dei cittadini e operatività degli apparentemente sempre più pervasivi moderni sistemi di viedosorveglianza.

L'approfondito articolo illustra diverse tecnologie di tutela della privacy applicabili alla videosorveglianza, evidenziandone la maturità e il potenziale di implementazione nel mondo reale. La privacy differenziale aggiunge rumore calibrato ai dati video per proteggere le identità individuali preservandone al contempo l'utilità statistica. Il calcolo multipartitico sicuro consente a più organizzazioni di collaborare all'analisi video senza condividere dati privati. L'apprendimento federato consente l'addestramento dell'intelligenza artificiale su dati distribuiti senza centralizzarli. Il mascheramento dinamico è la tecnologia più matura, che utilizza la visione artificiale per oscurare volti e figure umane mantenendo visibili i dettagli di sicurezza rilevanti. Queste tecnologie supportano la privacy nei moderni sistemi di sorveglianza.

Prosegue poi nel portare esempi dell’implementazione delle tecnologie privacy-preserving nelle smart cities (Singapore, Barcellona, etc.)

Dopo una analisi economica delle tecnologie privacy-preserving per la videosorveglianza (che rivela dinamiche complesse che vanno ben oltre la semplice valutazione di costi e benefici per toccare questioni fondamentali di equità sociale e accesso democratico ai diritti) il saggio si occupa del General Data Protection Regulation, e di come dopo sette anni di implementazione, abbia profondamente trasformato il modo in cui le organizzazioni approcciano la videosorveglianza. L’Articolo 35 GDPR, che richiede obbligatoriamente Data Protection Impact Assessment per la “sorveglianza sistematica di aree pubbliche su larga scala”, ha costretto migliaia di organizzazioni europee a ripensare radicalmente i loro approcci alla sicurezza video.

Tutto ciò mentre l’EU AI Act (formalmente denominato Regulation EU 2024/1689) disattivare o modificare sistemi di videosorveglianza che utilizzano riconoscimento facciale automatico in aree pubbliche.

Si passa poi a parlare delle sfide tecniche e dell'implementazione pratica delle tecnologie di tutela della privacy nella videosorveglianza, evidenziando i seguenti punti chiave:

  • Sovraccarico computazionale e limitazioni prestazionali: le tecnologie di tutela della privacy come il mascheramento dinamico richiedono hardware di fascia alta (ad esempio, GPU specializzate) e comportano una latenza più elevata (160-200 ms), che può essere critica nelle applicazioni di sicurezza.
  • Precisione e vincoli ambientali: la precisione del riconoscimento di volti e figure varia in base a diverse condizioni di illuminazione, occlusione e altre condizioni ambientali, richiedendo sistemi e protocolli di backup.
  • Problemi di larghezza di banda e interoperabilità: i flussi video crittografati o elaborati richiedono una maggiore larghezza di banda (dal 30 al 50% in più rispetto allo standard) e presentano problemi di interoperabilità con sistemi legacy e protocolli proprietari, aumentando i costi e i rischi di dipendenza da un fornitore.

Uno sguardo alle Tecnologie emergenti: – Sensori neuromorfici: imitano il sistema visivo umano e offrono vantaggi intrinseci in termini di privacy, ma sono attualmente troppo costosi e privi di ecosistemi software maturi. – Federated Learning (FL): consente l'addestramento dell'IA senza dati centralizzati, ma introduce un sovraccarico di comunicazione e problemi di sincronizzazione. – Differential Privacy (DP): aggiunge rumore calibrato per proteggere la privacy individuale nell'analisi dei dati, ma richiede un attento bilanciamento tra privacy e utilità dei dati.

Strategie di implementazione e best practice

Le organizzazioni devono condurre una valutazione approfondita delle proprie esigenze, inclusi i requisiti di privacy, le prestazioni e il budget. Un quadro di conformità strutturato è essenziale, che integri considerazioni legali, tecniche e operative. Privacy by design, minimizzazione dei dati e crittografia sono principi raccomandati per sistemi sicuri.

Prospettive future– Sebbene siano improbabili innovazioni, si prevedono miglioramenti incrementali nelle tecnologie crittografiche e di IA. – Si prevede una crescita del mercato, trainata dalla conformità normativa e dalla consapevolezza dei consumatori. – Interoperabilità e standardizzazione sono fondamentali per ridurre la frammentazione e consentire un'adozione più ampia.

Contesto sociale e normativo: – Il GDPR europeo e l'AI Act stanno plasmando il panorama normativo, promuovendo tecnologie che tutelano la privacy. – Un'implementazione di successo richiede non solo soluzioni tecniche, ma anche accettazione sociale, governance e collaborazione interdisciplinare.

#ai #videosorveglianza #privacy #gdpr #safetysecuritymagazine.com #euaiact


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Possono convivere privacy e moderni sistemi di videosorveglianza, basati...


Possono convivere privacy e moderni sistemi di videosorveglianza, basati sull'intelligenza artificiale?


Un recente articolo apparso su safetysecuritymagazine.com (safetysecuritymagazine.com/art…) analizza le possibilità di convivenza tra garanzie per la privacy dei cittadini e operatività degli apparentemente sempre più pervasivi moderni sistemi di viedosorveglianza.

L'approfondito articolo illustra diverse tecnologie di tutela della privacy applicabili alla videosorveglianza, evidenziandone la maturità e il potenziale di implementazione nel mondo reale. La privacy differenziale aggiunge rumore calibrato ai dati video per proteggere le identità individuali preservandone al contempo l'utilità statistica. Il calcolo multipartitico sicuro consente a più organizzazioni di collaborare all'analisi video senza condividere dati privati. L'apprendimento federato consente l'addestramento dell'intelligenza artificiale su dati distribuiti senza centralizzarli. Il mascheramento dinamico è la tecnologia più matura, che utilizza la visione artificiale per oscurare volti e figure umane mantenendo visibili i dettagli di sicurezza rilevanti. Queste tecnologie supportano la privacy nei moderni sistemi di sorveglianza.

Prosegue poi nel portare esempi dell’implementazione delle tecnologie privacy-preserving nelle smart cities (Singapore, Barcellona, etc.)

Dopo una analisi economica delle tecnologie privacy-preserving per la videosorveglianza (che rivela dinamiche complesse che vanno ben oltre la semplice valutazione di costi e benefici per toccare questioni fondamentali di equità sociale e accesso democratico ai diritti) il saggio si occupa del General Data Protection Regulation, e di come dopo sette anni di implementazione, abbia profondamente trasformato il modo in cui le organizzazioni approcciano la videosorveglianza. L’Articolo 35 GDPR, che richiede obbligatoriamente Data Protection Impact Assessment per la “sorveglianza sistematica di aree pubbliche su larga scala”, ha costretto migliaia di organizzazioni europee a ripensare radicalmente i loro approcci alla sicurezza video.

Tutto ciò mentre l’EU AI Act (formalmente denominato Regulation EU 2024/1689) disattivare o modificare sistemi di videosorveglianza che utilizzano riconoscimento facciale automatico in aree pubbliche.

Si passa poi a parlare delle sfide tecniche e dell'implementazione pratica delle tecnologie di tutela della privacy nella videosorveglianza, evidenziando i seguenti punti chiave:

  • Sovraccarico computazionale e limitazioni prestazionali: le tecnologie di tutela della privacy come il mascheramento dinamico richiedono hardware di fascia alta (ad esempio, GPU specializzate) e comportano una latenza più elevata (160-200 ms), che può essere critica nelle applicazioni di sicurezza.
  • Precisione e vincoli ambientali: la precisione del riconoscimento di volti e figure varia in base a diverse condizioni di illuminazione, occlusione e altre condizioni ambientali, richiedendo sistemi e protocolli di backup.
  • Problemi di larghezza di banda e interoperabilità: i flussi video crittografati o elaborati richiedono una maggiore larghezza di banda (dal 30 al 50% in più rispetto allo standard) e presentano problemi di interoperabilità con sistemi legacy e protocolli proprietari, aumentando i costi e i rischi di dipendenza da un fornitore.

Uno sguardo alle Tecnologie emergenti: – Sensori neuromorfici: imitano il sistema visivo umano e offrono vantaggi intrinseci in termini di privacy, ma sono attualmente troppo costosi e privi di ecosistemi software maturi. – Federated Learning (FL): consente l'addestramento dell'IA senza dati centralizzati, ma introduce un sovraccarico di comunicazione e problemi di sincronizzazione. – Differential Privacy (DP): aggiunge rumore calibrato per proteggere la privacy individuale nell'analisi dei dati, ma richiede un attento bilanciamento tra privacy e utilità dei dati.

Strategie di implementazione e best practice

Le organizzazioni devono condurre una valutazione approfondita delle proprie esigenze, inclusi i requisiti di privacy, le prestazioni e il budget. Un quadro di conformità strutturato è essenziale, che integri considerazioni legali, tecniche e operative. Privacy by design, minimizzazione dei dati e crittografia sono principi raccomandati per sistemi sicuri.

Prospettive future– Sebbene siano improbabili innovazioni, si prevedono miglioramenti incrementali nelle tecnologie crittografiche e di IA. – Si prevede una crescita del mercato, trainata dalla conformità normativa e dalla consapevolezza dei consumatori. – Interoperabilità e standardizzazione sono fondamentali per ridurre la frammentazione e consentire un'adozione più ampia.

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The Antlers - Familiars (2014)


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Quarto album per i The Antlers. “Familiars” dimostra quanto la formazione newyorkese sia cresciuta nel corso degli anni. Un percorso artistico che li ha visti plasmare un sound elegante, al limite tra dream pop e folk, e dare alle stampe album come “Hospice” e “Burst Apart”, che si collocano di diritto tra i dischi più interessanti degli ultimi anni. Oggi il progetto di Peter Silberman pubblica il suo disco più bello, in cui le ambizioni pop presenti nei due lavori precedenti, vengono filtrate da un suono ancor più sofisticato e godibile... artesuono.blogspot.com/2014/06…


Ascolta il disco: youtube.com/watch?v=PXLM0z4I7q…



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The Antlers - Familiars (2014)


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Quarto album per i The Antlers. “Familiars” dimostra quanto la formazione newyorkese sia cresciuta nel corso degli anni. Un percorso artistico che li ha visti plasmare un sound elegante, al limite tra dream pop e folk, e dare alle stampe album come “Hospice” e “Burst Apart”, che si collocano di diritto tra i dischi più interessanti degli ultimi anni. Oggi il progetto di Peter Silberman pubblica il suo disco più bello, in cui le ambizioni pop presenti nei due lavori precedenti, vengono filtrate da un suono ancor più sofisticato e godibile... artesuono.blogspot.com/2014/06…


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un incredibile risposta di visite per differx.noblogs.org: per qualche motivo il sito sta ricevendo migliaia di visite. la cosa mi sorprende ASSAI piacevolmente. anche perché la gran parte dei post di carattere politico li pubblico lì...


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NASCOSTO STARO' NELLA ROSA

finché non avrà inghiottito il tempo osceno il suo grido nascosto starò nella rosa azzurra

perché non intacchino i veleni del mondo la bellezza del cuore

(2009)

Che meraviglia. Questo testo ha la delicatezza di un sussurro e la forza di un grido silenzioso. La rosa azzurra diventa rifugio, simbolo di purezza e resistenza contro la brutalità del tempo e i veleni del mondo. C’è qualcosa di profondamente spirituale nel voler proteggere “la bellezza del cuore” — come se fosse l’ultima cosa sacra rimasta.

Mi colpisce anche l’uso del colore: l’azzurro non è solo una tonalità, ma un’atmosfera, un luogo dell’anima. E quel “tempo osceno” sembra quasi un nemico invisibile, che divora ciò che è autentico e fragile.


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SIRACIDE - Capitolo 13


Non essere ingenuo con i ricchi e i potenti1Chi maneggia la pece si sporca, chi frequenta il superbo diviene simile a lui.2Non portare un peso troppo grave per te, non associarti a uno più forte e più ricco di te. Perché accostare una brocca alla pentola? Se questa cozza, l'altra si spezza.3Il ricco commette ingiustizia e per di più grida forte, il povero subisce ingiustizia e per di più deve scusarsi.4Se gli sei utile, si approfitta di te; se hai bisogno, ti abbandonerà.5Se possiedi, starà con te, e ti impoverisce senza alcun rimorso.6Se ha bisogno di te, ti imbroglierà, ti sorriderà e ti farà sperare, ti rivolgerà belle parole e chiederà: “Di che cosa hai bisogno?”.7Con i suoi banchetti ti farà vergognare, finché non ti avrà spremuto due o tre volte tanto. Alla fine ti deriderà, poi vedendoti ti eviterà e scuoterà il suo capo davanti a te.⊥8Sta' attento a non lasciarti imbrogliare e a non farti umiliare per la tua stoltezza.⊥9Quando un potente ti chiama, allontànati, ed egli insisterà nel chiamarti.10Non essere invadente per non essere respinto, non stare appartato per non essere dimenticato.11Non credere di trattare alla pari con lui e non dare credito alle sue chiacchiere, perché parla molto per metterti alla prova e anche sorridendo indagherà su di te.12Non ha pietà chi non mantiene la parola, non ti risparmierà maltrattamenti e catene.13Guàrdati e sta' molto attento, perché cammini sull'orlo del precipizio.14Quando ascolti queste cose nel sonno, svégliati:per tutta la tua vita ama il Signoree invocalo per la tua salvezza.

Giusti e peccatori, ricchi e poveri15Ogni vivente ama il suo simile e ogni uomo il suo vicino.16Ogni essere si accoppia secondo la sua specie, l'uomo si associa a chi gli è simile.17Che cosa può esserci in comune tra il lupo e l'agnello? Così tra il peccatore e il giusto.18Quale pace può esservi fra la iena e il cane? Quale intesa tra il ricco e il povero?19Sono preda dei leoni gli asini selvatici nel deserto, così pascolo dei ricchi sono i poveri.20Per il superbo l'umiltà è obbrobrio, così per il ricco è obbrobrio il povero.21Se il ricco vacilla, è sostenuto dagli amici, ma l'umile che cade è respinto dagli amici.22Il ricco che sbaglia ha molti difensori; se dice sciocchezze, lo scusano. Se sbaglia l'umile, lo si rimprovera; anche se dice cose sagge, non ci si bada.23Parla il ricco, tutti tacciono e portano alle stelle il suo discorso. Parla il povero e dicono: “Chi è costui?”; se inciampa, l'aiutano a cadere.24Buona è la ricchezza, se è senza peccato; la povertà è cattiva sulla bocca dell'empio.

25Il cuore di un uomo cambia il suo volto sia in bene sia in male.26Segno di buon cuore è un volto sereno, ma trovare dei proverbi è un lavoro faticoso.

=●=●=●=●=●=●=●=●=●=●=●=

Approfondimenti


Il c. 13 richiama l'attenzione sulle differenze economiche e politiche, mettendo in guardia contro l'impossibile fusione tra il ricco e il povero (vv. 1-8 e 15-24), tra chi ha il potere e chi ne subisce la violenza (vv. 9-14). Spesso si usa il termine koinonia: da un lato indica la pericolosa frequentazione dell'uomo superbo o comunque più forte (vv. 1b.2b), dall'altro evidenzia che non è secondo natura un legame tra la creta e il metallo, tra un lupo ed un agnello (vv. 2c.17a). Ben Sira, tuttavia, non condanna la ricchezza in quanto tale, ma dichiara buona quella senza peccato (v. 24) e si appella al ruolo decisivo del cuore umano nella scelta del bene o del male (vv. 25-26).

vv. 1-8. Di fronte alle diversità socio-economiche, Ben Sira ha una lezione da ribadire: il ricco rende gli altri simili a sé nell'arroganza oppure li umilia (vv. 1b.8b). Si comporta come la pece che inevitabilmente sporca (v. 1a) oppure imbroglia e schiaccia (v. 8). Perciò la raccomandazione a non fare lega con uno più forte e più ricco: cosa può aspettarsi una brocca di coccio dallo stare con una pentola di metallo (v. 2)? Con un amaro parallelismo antinomico, Ben Sira sentenzia: il ricco fa l'ingiustizia ed alza la voce, il povero la subisce e deve chiedere scusa (v. 3). Segue la descrizione dei rapporti falsi che un ricco crea: si avvicina a chi può essergli utile e non a chi ha bisogno (vv. 4-5); suo intento è solo imbrogliare e spogliare; trova parole buone e sorrisi di incoraggiamento (v. 6), finché non giunge a spremere due o tre volte l'altro e a umiliarlo (vv. 7-8).

vv. 9-14. Il contrasto si sposta dal piano economico a quello socio-politico: di fronte a colui che ha potere, bisogna scegliere un rapporto di giusta distanza. Né troppo vicino, per non essere allontanato, né troppo lontano per non essere dimenticato (v. 10). Evitare di gareggiare con lui, mettendosi alla pari o cimentandosi con la forza delle sue parole. Sorridente e spietato, è pronto ad esaminare, incatenare e rovinare. Bisogna stare davvero attenti. Bisogna svegliarsi dal sonno, amare il Signore in tutte le circostanze della vita ed invocare da lui la salvezza (v. 14).

vv. 15-24. Anche questa pericope presenta il contrasto ricco-povero. Parte dal fatto che ogni vivente ama il suo simile: per natura (kata genos: v. 16a), dunque, non possono vivere insieme il lupo e l'agnello, la iena e il cane, i leoni e gli asini selvatici. Allo stesso modo non possono stare insieme peccatori e giusti, ricchi e poveri (vv. 17-19). Dalla vicinanza e dal confronto il povero esce sempre perdente. Gli amici e la maggioranza della gente reagiscono a seconda dei beni: un ricco viene soccorso e aiutato, un povero è respinto e rimproverato (vv. 21-22); le parole del ricco, anche prive di senso, sono lodate e portate alle stelle, mentre ai discorsi saggi del povero nessuno bada (vv. 22-23). Il povero è uno sconosciuto. Eppure – conclude Ben Sira – c'è una ricchezza buona, quella senza peccato; così come c'è una povertà cattiva, quella di chi vive empiamente (v. 24). Questa finale dice che lo schema ricco=cattivo e povero=buono non è l'ultima parola della sapienza popolare e religiosa di Ben Sira. Alcuni motivi (creta e metallo, lupo e agnello) riecheggiano Esopo (ca. 600 a.C.) e comunque la letteratura sapienziale del Vicino Oriente antico. Non vi sono esplicite allusioni alle oppressioni sociali della Palestina sotto i greci nel III sec. a.C. Ben Sira mette in guardia, da un lato, i poveri contro gli abusi dei ricchi e di chi ha il potere, ma dall'altro non si accontenta di una lettura solo socio-politica del problema. Va al cuore, alla radice morale e religiosa.

vv. 25-26. E per arrivare al cuore di un uomo, egli parte dal volto: bene e male vi si disegnano (v. 25). Tuttavia un volto gioioso non annulla la fatica per scoprire il senso dei detti sapienziali (v. 26). Il legame volto-cuore, pur così importante, non annulla il mistero dell'uomo, la sua realtà nascosta. Anche Gesù si riferirà al volto, ma consiglierà di “lavarlo”. Farà da schermo contro la tentazione dell'ipocrisia e lascerà che “solo” il Padre «che è nel segreto» (Mt 6, 18), legga il cuore dell'uomo e lo ricompensi.

(cf. PIETRO FRANGELLI, Siracide – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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Vivere connessi, ora Viviamo in un’epoca in cui la cronaca non si scrive più solo sulle prime pagine dei giornali, ma anche nelle notifiche push, negli aggiornamenti su X (ex Twitter), nelle storie che spariscono dopo 24 ore e nei commenti di utenti che, dall’altra parte del mondo, diventano improvvisamente protagonisti di un dibattito globale. La notizia oggi non è soltanto ciò che accade: è come viene percepita, manipolata, condivisa e moltiplicata. Benvenuti nell’attualità digitale, dove la realtà si misura in tempo reale, e il “qui e ora” passa per server, cavi in fibra ottica e qualche intelligenza artificiale che decide se il tuo post merita visibilità. Prendiamo un esempio banale: lo sciopero degli autotrasportatori. Un tempo lo avremmo visto in TV con l’inviato sotto la pioggia, microfono in mano, a raccontare dei tir fermi lungo l’autostrada. Oggi lo vedi in diretta su TikTok, filmato da uno degli stessi autisti, con tanto di musica trap in sottofondo e scritta lampeggiante: #bloccostradale. È lo stesso evento, ma il filtro digitale lo trasforma. E qui nasce il cortocircuito: ciò che prima era “notizia” adesso diventa “contenuto”, da impacchettare in modo accattivante, perché altrimenti l’algoritmo non ti premia. Il paradosso dell’attualità digitale è che tutto corre velocissimo, ma tutto invecchia subito. La protesta di ieri oggi è già dimenticata, soppiantata da un meme sull’ultimo influencer caduto dal palco. È il fenomeno che gli studiosi chiamano economia dell’attenzione: una gara senza sosta per catturare quei tre secondi scarsi di concentrazione che ogni utente concede mentre scrolla sullo smartphone. Una distrazione perpetua che alimenta i colossi del web e lascia noi utenti convinti di “essere informati”, quando in realtà stiamo solo saltando da un frammento all’altro. Ma non tutto è così superficiale. L’attualità digitale ha un enorme potenziale democratico: basti pensare a come i cittadini documentano guerre, disastri naturali, soprusi in tempo reale, con una potenza narrativa che spesso supera i media tradizionali. Certo, bisogna fare i conti con fake news, deep fake, propaganda digitale: se una volta si diceva “l’ha detto la televisione”, oggi tocca chiedersi “l’ha detto davvero quell’account, o è un bot russo con una foto profilo rubata?”. La verità, in questo contesto, diventa liquida. Non perché non esista, ma perché è continuamente sfidata, manipolata e rielaborata. E così il cittadino digitale si trova a fare il detective: controlla fonti, verifica link, compara versioni. In teoria. In pratica, spesso si limita a condividere il primo contenuto che conferma ciò che già pensa. Perché l’attualità digitale è anche echo-chamber: ci piace leggere ciò che rafforza le nostre convinzioni, non ciò che le mette in discussione. Dal punto di vista tecnologico, il 2025 sta consolidando due tendenze: l’uso massivo dell’intelligenza artificiale come filtro dell’informazione, e la centralità delle piattaforme di messaggistica (da WhatsApp a Telegram) come vere e proprie piazze pubbliche. Non è un caso che molte notizie importanti non vengano più lanciate nei telegiornali, ma circolino prima nei gruppi chiusi, spesso in forma non verificata. È un modello di comunicazione “orizzontale”, in cui tutti sono potenziali reporter, ma anche potenziali diffusori di bufale. La politica non resta indietro: leader e partiti ormai usano TikTok e Instagram più dei comizi tradizionali. Non parlano più ai cittadini, parlano agli algoritmi: cercano l’inquadratura giusta, la frase breve, la musica di tendenza. Il rischio? Che i problemi complessi vengano ridotti a slogan da 15 secondi. Ma d’altra parte, siamo noi a chiedere questo tipo di comunicazione rapida e facilmente digeribile: perché leggere un’analisi di 20 pagine quando un reel con sottotitoli colorati ti dà l’illusione di aver capito tutto in meno di un minuto? E qui arriva la parte ironica: più la società si complica, più noi cerchiamo scorciatoie semplificate. Il mondo è nel caos, ma noi preferiamo litigare nei commenti su chi ha copiato la coreografia di un balletto virale. La democrazia scricchiola, ma intanto il nostro problema principale è trovare il filtro giusto per sembrare abbronzati nelle videochiamate di lavoro. Eppure, nonostante tutto, l’attualità digitale ci obbliga a guardare in faccia il nostro tempo: ci mostra l’immediatezza, il rumore, la complessità. È una lente che amplifica sia il bello che il brutto, e ci costringe a fare i conti con una verità fondamentale: non siamo più spettatori passivi. Ogni condivisione, ogni like, ogni post è un piccolo atto politico, sociale, culturale. Forse la sfida del futuro sarà imparare a distinguere tra il “rumore” e la “notizia”, tra il contenuto che vuole solo catturare il nostro tempo e quello che invece ha davvero un valore. Non sarà facile, perché il web ama le scorciatoie e gli algoritmi non hanno morale. Ma, in fondo, il compito resta umano: saper leggere, interpretare e pensare criticamente. Insomma: l’attualità digitale è una giostra che non si ferma mai. Ci gira la testa, a volte ci diverte, a volte ci spaventa. Possiamo scegliere se restare spettatori confusi o diventare navigatori consapevoli. La tecnologia non aspetta nessuno: o impariamo a ballare al ritmo delle notifiche, oppure ci ritroveremo taggati in un mondo che non capiamo più.

Massimiliano Pesenti ©


noblogo.org/bitebyte/vivere-co…



Scompaginata a Milano rete di riciclaggio tra Italia e Francia che utilizzava il sistema Hawala


Un network composto principalmente da criminali di origine siriana ed egiziana operava dal Nord Italia, offrendo quello che viene denominato ‘#crime as a service ’ (crimine come servizio), organizzando il riciclaggio di denaro per altri gruppi criminali attraverso il cosiddetto sistema “hawala”.

Questo sistema prevede l'occultamento di profitti illeciti attraverso una serie di promesse o garanzie per il trasferimento di ingenti somme di denaro da riciclare. A tal fine, si avvale di una rete di “hawaladar”, che creano una miriade di trasferimenti di denaro difficili da tracciare (leggi la nota esplicativa sottostante).

Nel caso del gruppo criminale smantellato, venivano acquistati e scambiati anche lingotti d'oro per nascondere i proventi illeciti, rendendoli ancora più difficili da rintracciare. I sospettati arrestati erano anche coinvolti nel traffico di droga, utilizzando veicoli con scomparti nascosti. Il valore stimato dei proventi e dei fondi illeciti è stimato in almeno 30 milioni di euro.

La cooperazione tra le autorità francesi e italiane è stata istituita tramite #Eurojust nel dicembre 2024, incluso l'avvio della squadra investigativa comune (#JIT) composta da elementi della Gendarmerie Nationale di Marsiglia – Section de Recherches e e della Guardia di Finanza – Nucleo Polizia Finanziaria di Milano, Unità Investigativa Criminalità Organizzata (GICO). Inoltre, #Europol ha coordinato le recenti operazioni per effettuare gli arresti e ha fornito supporto giudiziario transfrontaliero. Gli specialisti di Europol in materia di riciclaggio di denaro e analisi finanziaria hanno fornito la propria competenza alle controparti francesi e italiane. Durante le operazioni, gli investigatori di entrambi i paesi hanno utilizzato la piattaforma di comunicazione sicura di Europol per lo scambio di informazioni.

Durante le azioni congiunte in Francia e Italia, sono stati sequestrati i lingotti d'oro, ed anche contanti, auto di lusso e vari orologi costosi per un valore complessivo stimato di 8 milioni di euro.

Le autorità giudiziarie coinvolte sono state per la Francia la Jurisdiction Interrégionale Specialisée (JIRS) di Marsiglia e per l'Italia la Procura della Repubblica di Milano – Direzione Distrettuale Antimafia.


#Hawala è una parola araba che significa “scambiare” o “trasformare” e indica un sistema di rimessa alternativo, fortemente radicato nella cultura islamica e basato sulla fiducia, che trova le sue fondamenta nei testi dalla giurisprudenza islamica dell’VIII secolo. Nato per trasferire fondi legittimi e con finalità lecite, elimina il rischio legato al trasporto internazionale delle valute e fornisce supporto nelle aree del globo in cui il sistema bancario è carente. Oggi la hawala è ancora considerata legale in alcuni stati del Asia e del Medio Oriente.

La hawala è caratterizzata dalla presenza di due agenti denominati hawaladar, il primo situato nel luogo di partenza del denaro e l’altro nel luogo di ricezione, ai quali si rivolgono rispettivamente il cliente che vuole trasferire il denaro e il beneficiario.

Il cliente per trasferire dei fondi al beneficiario residente nel paese del hawaladar B si rivolge al hawaladar A con il quale concorderà le commissioni applicate sulla transazione nonché l’eventuale tasso di cambio che verrà applicato nel caso in cui il trasferimento avvenga in due valute differenti; la transazione viene autorizzata in base ad una parola d’ordine che il cliente comunica al hawaladar A in fase di consegna dei fondi, successivamente la stessa viene comunicata dal Cliente al Beneficiario; l’hawaladar A contatta l’hawaladar B informandolo dei dettagli dell’operazione e comunica allo stesso la parola d’ordine che dovrà essere comunicata dal beneficiario in fase di ritiro dei fondi; l’hawaladar B trasferisce i fondi al Beneficiario; l’hawaladar A e l’hawaladar B regoleranno successivamente le partite di debito/credito mediante compensazioni periodiche fra gli stessi.


noblogo.org/cooperazione-inter…


Scompaginata a Milano rete di riciclaggio tra Italia e Francia che utilizzava...


Scompaginata a Milano rete di riciclaggio tra Italia e Francia che utilizzava il sistema Hawala


Un network composto principalmente da criminali di origine siriana ed egiziana operava dal Nord Italia, offrendo quello che viene denominato ‘#crime as a service ’ (crimine come servizio), organizzando il riciclaggio di denaro per altri gruppi criminali attraverso il cosiddetto sistema “hawala”.

Questo sistema prevede l'occultamento di profitti illeciti attraverso una serie di promesse o garanzie per il trasferimento di ingenti somme di denaro da riciclare. A tal fine, si avvale di una rete di “hawaladar”, che creano una miriade di trasferimenti di denaro difficili da tracciare (leggi la nota esplicativa sottostante).

Nel caso del gruppo criminale smantellato, venivano acquistati e scambiati anche lingotti d'oro per nascondere i proventi illeciti, rendendoli ancora più difficili da rintracciare. I sospettati arrestati erano anche coinvolti nel traffico di droga, utilizzando veicoli con scomparti nascosti. Il valore stimato dei proventi e dei fondi illeciti è stimato in almeno 30 milioni di euro.

La cooperazione tra le autorità francesi e italiane è stata istituita tramite #Eurojust nel dicembre 2024, incluso l'avvio della squadra investigativa comune (#JIT) composta da elementi della Gendarmerie Nationale di Marsiglia – Section de Recherches e e della Guardia di Finanza – Nucleo Polizia Finanziaria di Milano, Unità Investigativa Criminalità Organizzata (GICO). Inoltre, #Europol ha coordinato le recenti operazioni per effettuare gli arresti e ha fornito supporto giudiziario transfrontaliero. Gli specialisti di Europol in materia di riciclaggio di denaro e analisi finanziaria hanno fornito la propria competenza alle controparti francesi e italiane. Durante le operazioni, gli investigatori di entrambi i paesi hanno utilizzato la piattaforma di comunicazione sicura di Europol per lo scambio di informazioni.

Durante le azioni congiunte in Francia e Italia, sono stati sequestrati i lingotti d'oro, ed anche contanti, auto di lusso e vari orologi costosi per un valore complessivo stimato di 8 milioni di euro.

Le autorità giudiziarie coinvolte sono state per la Francia la Jurisdiction Interrégionale Specialisée (JIRS) di Marsiglia e per l'Italia la Procura della Repubblica di Milano – Direzione Distrettuale Antimafia.


#Hawala è una parola araba che significa “scambiare” o “trasformare” e indica un sistema di rimessa alternativo, fortemente radicato nella cultura islamica e basato sulla fiducia, che trova le sue fondamenta nei testi dalla giurisprudenza islamica dell’VIII secolo. Nato per trasferire fondi legittimi e con finalità lecite, elimina il rischio legato al trasporto internazionale delle valute e fornisce supporto nelle aree del globo in cui il sistema bancario è carente. Oggi la hawala è ancora considerata legale in alcuni stati del Asia e del Medio Oriente.

La hawala è caratterizzata dalla presenza di due agenti denominati hawaladar, il primo situato nel luogo di partenza del denaro e l’altro nel luogo di ricezione, ai quali si rivolgono rispettivamente il cliente che vuole trasferire il denaro e il beneficiario.

Il cliente per trasferire dei fondi al beneficiario residente nel paese del hawaladar B si rivolge al hawaladar A con il quale concorderà le commissioni applicate sulla transazione nonché l’eventuale tasso di cambio che verrà applicato nel caso in cui il trasferimento avvenga in due valute differenti; la transazione viene autorizzata in base ad una parola d’ordine che il cliente comunica al hawaladar A in fase di consegna dei fondi, successivamente la stessa viene comunicata dal Cliente al Beneficiario; l’hawaladar A contatta l’hawaladar B informandolo dei dettagli dell’operazione e comunica allo stesso la parola d’ordine che dovrà essere comunicata dal beneficiario in fase di ritiro dei fondi; l’hawaladar B trasferisce i fondi al Beneficiario; l’hawaladar A e l’hawaladar B regoleranno successivamente le partite di debito/credito mediante compensazioni periodiche fra gli stessi.


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Anche l'Italia nella task force internazionale contro lo sfruttamento sessuale minorile

Oltre 20 paesi hanno partecipato all'operazione, ospitata presso la sede centrale di Europol all'Aia


Un totale di 51 bambini vittime di abusi sessuali sono stati identificati durante la 17a edizione della Victim Identification Task Force (#VIDTF17). L'operazione si è svolta nel corso di due settimane, dall'8 al 19 settembre 2025, presso la sede di #Europol. 27 esperti di Europol, #INTERPOL e 22 paesi in tutto il mondo hanno lavorato fianco a fianco per analizzare le immagini di bambini vittime di abusi non identificati, per identificarli e salvaguardarli.

Gli esperti partecipanti alla task force hanno analizzato oltre 300 set di dati raffiguranti vittime di sfruttamento sessuale minorile (CSE). Gli analisti hanno visto vittime di entrambi i sessi, dai bambini agli adolescenti, con una varietà di origini etniche e di molte nazionalità diverse. A seguito dell'operazione, alle autorità nazionali sono state inviate 213 piste per ulteriori indagini.

La Victim Identification Task Force (#VIDTF) è stata organizzata per la prima volta nel 2014. Da allora, il numero di set di dati analizzati è aumentato in modo esponenziale, insieme al database di Europol, creato nel 2006 e che ora contiene oltre 111 milioni di foto e video unici di sfruttamento sessuale minorile.

Oltre al crescente volume di immagini, lo scambio di materiale pedopornografico (CSAM) sembra ora essere molto più frequente rispetto al passato, probabilmente a causa dell'accessibilità e della grande capacità di archiviazione dei telefoni cellulari. Parallelamente, il CSAM generato dall’intelligenza artificiale è diventato uno dei modi principali in cui i trasgressori producono, acquisiscono e immagazzinano tale materiale.

Nel corso degli anni, i delinquenti hanno anche avuto accesso a strumenti e risorse più sofisticati. Oggi condividono anche tutorial sui forum del dark web che spiegano come creare CSAM iperrealistico generato dall’intelligenza artificiale.

Oltre 1 000 vittime salvaguardate riunendo le forze


Le autorità nazionali spesso non dispongono degli strumenti e delle risorse umane per far fronte alla quantità di CSAM creato e diffuso. Questo è il motivo per cui la Task Force per l’identificazione delle vittime è così preziosa nella lotta contro lo sfruttamento sessuale dei minori: riunisce esperti di molteplici nazionalità, facilita la comunicazione e rafforza la cooperazione tra le forze dell’ordine di tutto il mondo.

Nelle precedenti sedici edizioni del VIDTF, le autorità hanno salvaguardato un totale di 1 010 vittime, arrestato 301 autori di reato, analizzato 8 005 set di dati e diffuso 2 266 pacchetti di intelligence ai partner di Europol.

L'appello di Europol


Europol ha recentemente rilasciato nuove immagini sulla piattaforma “Stop agli abusi sui minori – Trace an Object” (europol.europa.eu/stopchildabu…), che invita tutti i cittadini a esaminare gli oggetti provenienti da casi irrisolti di abusi sessuali su minori e vedere se ne riconoscono qualcuno. Nessun indizio è troppo piccolo: anche il più piccolo dettaglio potrebbe aiutare a identificare e salvaguardare un bambino abusato sessualmente.

L'obiettivo principale è risalire all'origine degli oggetti raffigurati. Chiunque ne riconosca uno può fornire informazioni a Europol in modo anonimo. Una volta identificato il paese o il luogo, Europol informerà l'autorità competente di contrasto per indagare ulteriormente. L'obiettivo è quello di accelerare l'identificazione sia della vittima che dell'autore del reato.


noblogo.org/cooperazione-inter…


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Anche l'Italia nella task force internazionale contro lo sfruttamento sessuale minorile

Oltre 20 paesi hanno partecipato all'operazione, ospitata presso la sede centrale di Europol all'Aia


Un totale di 51 bambini vittime di abusi sessuali sono stati identificati durante la 17a edizione della Victim Identification Task Force (#VIDTF17). L'operazione si è svolta nel corso di due settimane, dall'8 al 19 settembre 2025, presso la sede di #Europol. 27 esperti di Europol, #INTERPOL e 22 paesi in tutto il mondo hanno lavorato fianco a fianco per analizzare le immagini di bambini vittime di abusi non identificati, per identificarli e salvaguardarli.

Gli esperti partecipanti alla task force hanno analizzato oltre 300 set di dati raffiguranti vittime di sfruttamento sessuale minorile (CSE). Gli analisti hanno visto vittime di entrambi i sessi, dai bambini agli adolescenti, con una varietà di origini etniche e di molte nazionalità diverse. A seguito dell'operazione, alle autorità nazionali sono state inviate 213 piste per ulteriori indagini.

La Victim Identification Task Force (#VIDTF) è stata organizzata per la prima volta nel 2014. Da allora, il numero di set di dati analizzati è aumentato in modo esponenziale, insieme al database di Europol, creato nel 2006 e che ora contiene oltre 111 milioni di foto e video unici di sfruttamento sessuale minorile.

Oltre al crescente volume di immagini, lo scambio di materiale pedopornografico (CSAM) sembra ora essere molto più frequente rispetto al passato, probabilmente a causa dell'accessibilità e della grande capacità di archiviazione dei telefoni cellulari. Parallelamente, il CSAM generato dall’intelligenza artificiale è diventato uno dei modi principali in cui i trasgressori producono, acquisiscono e immagazzinano tale materiale.

Nel corso degli anni, i delinquenti hanno anche avuto accesso a strumenti e risorse più sofisticati. Oggi condividono anche tutorial sui forum del dark web che spiegano come creare CSAM iperrealistico generato dall’intelligenza artificiale.

Oltre 1 000 vittime salvaguardate riunendo le forze


Le autorità nazionali spesso non dispongono degli strumenti e delle risorse umane per far fronte alla quantità di CSAM creato e diffuso. Questo è il motivo per cui la Task Force per l’identificazione delle vittime è così preziosa nella lotta contro lo sfruttamento sessuale dei minori: riunisce esperti di molteplici nazionalità, facilita la comunicazione e rafforza la cooperazione tra le forze dell’ordine di tutto il mondo.

Nelle precedenti sedici edizioni del VIDTF, le autorità hanno salvaguardato un totale di 1 010 vittime, arrestato 301 autori di reato, analizzato 8 005 set di dati e diffuso 2 266 pacchetti di intelligence ai partner di Europol.

L'appello di Europol


Europol ha recentemente rilasciato nuove immagini sulla piattaforma “Stop agli abusi sui minori – Trace an Object” (europol.europa.eu/stopchildabu…), che invita tutti i cittadini a esaminare gli oggetti provenienti da casi irrisolti di abusi sessuali su minori e vedere se ne riconoscono qualcuno. Nessun indizio è troppo piccolo: anche il più piccolo dettaglio potrebbe aiutare a identificare e salvaguardare un bambino abusato sessualmente.

L'obiettivo principale è risalire all'origine degli oggetti raffigurati. Chiunque ne riconosca uno può fornire informazioni a Europol in modo anonimo. Una volta identificato il paese o il luogo, Europol informerà l'autorità competente di contrasto per indagare ulteriormente. L'obiettivo è quello di accelerare l'identificazione sia della vittima che dell'autore del reato.


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[rotazioni] *

un congegno – a] freddo* la pratica] fallisce fa] un gas liquido per operare occhi o simulatori di luce frigobar [appena] due congegni consegnati il nastro la] pista consumata tutto] il potere d'acquisto rovinato quorum rovinoso suono] [del bianco concentrato


noblogo.org/lucazanini/rotazio…



Yann Tiersen - ∞ (Infinity) (2014)


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Il polistrumentista bretone Yann Tiersen, uno dei più importanti compositori in attività, è sempre stato un instancabile sperimentatore di soluzioni musicali e di linguaggi sonori: nel corso della sua carriera è infatti passato dal minimalismo alle colonne sonore (celeberrima è quella de Il favoloso mondo di Amélie), dalla classica contemporanea a forme più vicine alla canzone, da suggestioni folk al post-rock venato di elettronica degli album Dust Lane e Skyline... artesuono.blogspot.com/2014/06…


Ascolta il disco: album.link/i/842976276


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Yann Tiersen - ∞ (Infinity) (2014)


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Il polistrumentista bretone Yann Tiersen, uno dei più importanti compositori in attività, è sempre stato un instancabile sperimentatore di soluzioni musicali e di linguaggi sonori: nel corso della sua carriera è infatti passato dal minimalismo alle colonne sonore (celeberrima è quella de Il favoloso mondo di Amélie), dalla classica contemporanea a forme più vicine alla canzone, da suggestioni folk al post-rock venato di elettronica degli album Dust Lane e Skyline... artesuono.blogspot.com/2014/06…


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SIRACIDE - Capitolo 12


A chi bisogna fare il bene1Se fai il bene, sappi a chi lo fai; così avrai una ricompensa per i tuoi benefici.2Fa' il bene all'uomo pio e avrai la ricompensa, se non da lui, certo dall'Altissimo.3Nessun beneficio a chi si ostina nel male e a chi rifiuta di fare l'elemosina⊥.4Fa' doni all'uomo pio e non dare aiuto al peccatore⊥.5Fa' il bene al povero e non donare all'empio, rifiutagli il pane e non dargliene, perché egli non ne usi per dominarti; il male che ne avrai sarà doppio per tutti i benefici che gli avrai fatto.6Perché anche l'Altissimo detesta i peccatori e agli empi darà quello che meritano, li custodisce fino al giorno della vendetta.7⌈Fa' doni all'uomo buono e non dare aiuto al peccatore.⌉

Veri e falsi amici8Nella prosperità l'amico non si può riconoscere e nell'avversità il nemico non resterà nascosto.9Quando uno prospera, i suoi nemici sono nel dolore, ma quando uno è nei guai, anche l'amico se ne va.10Non fidarti mai del tuo nemico, perché la sua malvagità s'arrugginisce come il rame.11Anche se si abbassa e cammina curvo, sta' attento e guàrdati da lui; compòrtati con lui come chi pulisce uno specchio e ti accorgerai che la sua ruggine non resiste a lungo.12Non metterlo al tuo fianco, perché egli non ti scavalchi e prenda il tuo posto; non farlo sedere alla tua destra, perché non ambisca il tuo seggio, e alla fine tu riconosca la verità delle mie parole e senta rimorso per i miei detti.13Chi avrà pietà di un incantatore morso da un serpente e di quanti si avvicinano alle belve?14Così càpita a chi frequenta un peccatore e s'immischia nei suoi delitti⊥.15Per un momento rimarrà con te, ma se vacilli, non resisterà.16Il nemico ha il dolce sulle labbra, ma in cuore medita di gettarti in una fossa. Il nemico avrà lacrime agli occhi, ma se troverà l'occasione, non si sazierà del tuo sangue.17Se ti càpita una disgrazia, lo troverai accanto a te, e, fingendo di aiutarti, ti prenderà per il tallone.18Scuoterà il capo e batterà le mani, poi sparlerà di te voltandoti la faccia.

_________________Note

12,1-7 Nel consigliare l’aiuto e l’altruismo, lo sguardo del Siracide è limitato alle persone che possono contraccambiare, alle persone pie e buone. L’orizzonte del Siracide verrà ampliato, come è noto, dalla parola di Gesù, che invita a fare il bene a tutti indistintamente e senza pretese di contraccambio (vedi Mt 5,44-45; Lc 6,35; 14,12-14).

12,11 come chi pulisce uno specchio: gli specchi erano fatti di metallo, che andava pulito accuratamente, perché non perdesse lo splendore.

12,18 Scuoterà il capo: gesto di disprezzo (Sal 22,8; 109,25; Mt 27,39); batterà le mani: segno di gioia perversa (Lam 2,15; Ez 25,6; Na 3,19).

=●=●=●=●=●=●=●=●=●=●=●=

Approfondimenti


Il c. 12 si lascia dividere in due parti: i vv. 1-7 sulla necessità di discernere le persone pie a cui fare il bene; i vv. 8-18 dedicati alla differenza tra amico e nemico e alle conseguenze negative cui va incontro chi si associa ad un peccatore. Il termine nemico (echthros) ricorre con frequenza in questo brano (vv. 8-10.16) e nel libro (6,1.4.9.13; 18,31; 19,8; 23,3; cc. 25.46).

vv. 12,1-7. L'idea chiave del v. la viene sviluppata mediante il contrasto tra il pio e l'empio (eusebēs/asebēs) e la convergenza tra l'agire dell'Altissimo e quello del benefattore (v. 6). La concezione tradizionale della retribuzione è qui molto marcata: il Signore da un lato dà il contraccambio a chi fa del bene agli uomini pii (v. 2), dall'altro odia e punisce l'empio (v. 6). Il saggio deve evitare di aiutare il malvagio, cioè colui che persevera nel male e non fa l'elemosina (v. 3), ma deve anche impedire che altri lo aiuti, dandogli del pane e mettendolo così in condizione di nuocere due volte (v. 5). Tutto il brano dà forte risalto agli insegnamenti e all'agire di Gesù, che sono di segno opposto (cfr. Mt 5,43-47; Lc 6,27; 15,1-2) e che saranno ripresi nell'insegnamento apostolico (cfr. Rm 12,21). Già nel libro dei Proverbi (cfr. 22,14) c'era l'idea che «l'uomo odiato da Dio» cade in quella fossa profonda che è la «bocca delle straniere» (LXX: «la bocca di chi disprezza la legge»). Ben Sira afferma che «l'uomo saggio non detesta la legge» (33,2). Il Signore “odia” l'ipocrita (27, 24) e «non ha bisogno di un peccatore. Il Signore odia ogni abominio» (15,12b.13a). Di conseguenza l'uomo libero e timorato di Dio si impegna a “non fare” e “non amare” ciò che egli “odia” (15,11.13). Ben diversa l'immagine della perfezione del Padre celeste, che Gesù presenta a modello dei suoi discepoli (cfr. Mt 5,48).

vv. 12,8-18. Amici e nemici: Ben Sira non smette di dare lezioni per riconoscerli. La prosperità non basta a rivelare i primi e la sventura non riesce a tenere nascosti i secondi (v. 8-9). Il nemico è come uno specchio metallico che la ruggine riesce temporaneamente a mascherare (v. 10-11): bisogna togliere la patina di ruggine per conoscere le vere intenzioni. Di qui le raccomandazioni a non familiarizzare con il nemico: non dargli fiducia neanche se si presenta umile e incurvato (v. 11), non farlo sedere accanto per timore che rubi il posto (v. 12). Un interrogativo retorico dà uno stacco nel ragionamento: si può avere pietà di un incantatore che si fa mordere dal serpente (v. 13)? Così non c'è compassione per chi si incammina coi peccatori e si lascia coinvolgere nei loro peccati (v. 14-15). Il nemico ricorre alle armi della seduzione: dolcezza, lacrime, sollecitudine, perfino dolore; ma nulla di tutto ciò regge appena la vittima designata cede e cade. Allora si rivela il “cuore” del nemico: non è fedele (v. 15), spinge sull'orlo dell'abisso in cerca di sangue (v. 16), fa lo sgambetto («prendere per il tallone»: v. 17) e ipocritamente cambia faccia (v. 18).

(cf. PIETRO FRANGELLI, Siracide – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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Vivere connessi, ora Viviamo in un’epoca in cui la cronaca non si scrive più solo sulle prime pagine dei giornali, ma anche nelle notifiche push, negli aggiornamenti su X (ex Twitter), nelle storie che spariscono dopo 24 ore e nei commenti di utenti che, dall’altra parte del mondo, diventano improvvisamente protagonisti di un dibattito globale. La notizia oggi non è soltanto ciò che accade: è come viene percepita, manipolata, condivisa e moltiplicata. Benvenuti nell’attualità digitale, dove la realtà si misura in tempo reale, e il “qui e ora” passa per server, cavi in fibra ottica e qualche intelligenza artificiale che decide se il tuo post merita visibilità. Prendiamo un esempio banale: lo sciopero degli autotrasportatori. Un tempo lo avremmo visto in TV con l’inviato sotto la pioggia, microfono in mano, a raccontare dei tir fermi lungo l’autostrada. Oggi lo vedi in diretta su TikTok, filmato da uno degli stessi autisti, con tanto di musica trap in sottofondo e scritta lampeggiante: #bloccostradale. È lo stesso evento, ma il filtro digitale lo trasforma. E qui nasce il cortocircuito: ciò che prima era “notizia” adesso diventa “contenuto”, da impacchettare in modo accattivante, perché altrimenti l’algoritmo non ti premia. Il paradosso dell’attualità digitale è che tutto corre velocissimo, ma tutto invecchia subito. La protesta di ieri oggi è già dimenticata, soppiantata da un meme sull’ultimo influencer caduto dal palco. È il fenomeno che gli studiosi chiamano economia dell’attenzione: una gara senza sosta per catturare quei tre secondi scarsi di concentrazione che ogni utente concede mentre scrolla sullo smartphone. Una distrazione perpetua che alimenta i colossi del web e lascia noi utenti convinti di “essere informati”, quando in realtà stiamo solo saltando da un frammento all’altro. Ma non tutto è così superficiale. L’attualità digitale ha un enorme potenziale democratico: basti pensare a come i cittadini documentano guerre, disastri naturali, soprusi in tempo reale, con una potenza narrativa che spesso supera i media tradizionali. Certo, bisogna fare i conti con fake news, deep fake, propaganda digitale: se una volta si diceva “l’ha detto la televisione”, oggi tocca chiedersi “l’ha detto davvero quell’account, o è un bot russo con una foto profilo rubata?”. La verità, in questo contesto, diventa liquida. Non perché non esista, ma perché è continuamente sfidata, manipolata e rielaborata. E così il cittadino digitale si trova a fare il detective: controlla fonti, verifica link, compara versioni. In teoria. In pratica, spesso si limita a condividere il primo contenuto che conferma ciò che già pensa. Perché l’attualità digitale è anche echo-chamber: ci piace leggere ciò che rafforza le nostre convinzioni, non ciò che le mette in discussione. Dal punto di vista tecnologico, il 2025 sta consolidando due tendenze: l’uso massivo dell’intelligenza artificiale come filtro dell’informazione, e la centralità delle piattaforme di messaggistica (da WhatsApp a Telegram) come vere e proprie piazze pubbliche. Non è un caso che molte notizie importanti non vengano più lanciate nei telegiornali, ma circolino prima nei gruppi chiusi, spesso in forma non verificata. È un modello di comunicazione “orizzontale”, in cui tutti sono potenziali reporter, ma anche potenziali diffusori di bufale. La politica non resta indietro: leader e partiti ormai usano TikTok e Instagram più dei comizi tradizionali. Non parlano più ai cittadini, parlano agli algoritmi: cercano l’inquadratura giusta, la frase breve, la musica di tendenza. Il rischio? Che i problemi complessi vengano ridotti a slogan da 15 secondi. Ma d’altra parte, siamo noi a chiedere questo tipo di comunicazione rapida e facilmente digeribile: perché leggere un’analisi di 20 pagine quando un reel con sottotitoli colorati ti dà l’illusione di aver capito tutto in meno di un minuto? E qui arriva la parte ironica: più la società si complica, più noi cerchiamo scorciatoie semplificate. Il mondo è nel caos, ma noi preferiamo litigare nei commenti su chi ha copiato la coreografia di un balletto virale. La democrazia scricchiola, ma intanto il nostro problema principale è trovare il filtro giusto per sembrare abbronzati nelle videochiamate di lavoro. Eppure, nonostante tutto, l’attualità digitale ci obbliga a guardare in faccia il nostro tempo: ci mostra l’immediatezza, il rumore, la complessità. È una lente che amplifica sia il bello che il brutto, e ci costringe a fare i conti con una verità fondamentale: non siamo più spettatori passivi. Ogni condivisione, ogni like, ogni post è un piccolo atto politico, sociale, culturale. Forse la sfida del futuro sarà imparare a distinguere tra il “rumore” e la “notizia”, tra il contenuto che vuole solo catturare il nostro tempo e quello che invece ha davvero un valore. Non sarà facile, perché il web ama le scorciatoie e gli algoritmi non hanno morale. Ma, in fondo, il compito resta umano: saper leggere, interpretare e pensare criticamente. Insomma: l’attualità digitale è una giostra che non si ferma mai. Ci gira la testa, a volte ci diverte, a volte ci spaventa. Possiamo scegliere se restare spettatori confusi o diventare navigatori consapevoli. La tecnologia non aspetta nessuno: o impariamo a ballare al ritmo delle notifiche, oppure ci ritroveremo taggati in un mondo che non capiamo più.

Massimiliano Pesenti ©


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il pinguino


il pinguinoLinux, ma perché no!

Oramai sono decenni che uso Windows, ricordo ancora NT 4.0!

Ho vissuto tutta la crescita e l'evoluzione dei software di casa Gates, ho passato notti insonni per risolvere problemi di questi maledetti sistemi operativi!! A prescindere dalle pecche, bug, idiozie varie di questi sistemi operativi, la cosa che mi ha sempre fatto pensare e farmi costantemente la stessa domanda:

ma quanta diavolo di RAM si mangiano questi cazzo di computer?

Ogni volta che si cambia il.sistema operativo dopo pochi anni si è costretti a buttare il PC perche diventa obsoleto e instabile.

E il pensiero va a quanti soldi poi vengono buttati nelle scuole, nelle sedi istituzionali, nelle aziende. Non solo esborsi economici, ma anche un danno ambientale. Ma perché tutto sto pippone?

Perché ho sempre visto l'alternativa a Windows, Linux un OS difficile da usare e gestire, ma che sentivo sempre amici e colleghi, lodarlo e venerarlo. Soprattutto per la capacità di girare su PC obsoleti senza avere questa fame forsennata di RAM.

E quindi a piccoli passi, mi sono avvicinato al pinguino, l'ho provato, sbattuto la testa e da subito le mie paure sono diventate un miraggio.

Poi ho preso il mio secondo portatile su cui era installato Windows 10 con 8GB di RAM (e non gli bastava) e che aveva sempre la ventola a palla, e gli ho installato Linux!!! Booooom!!! Una bomba, leggero, veloce e ci faccio girare un intero lab di 5 server con virtual box !!!

Non mi sono fermato, mi sono fatto una USB con Tails per le sessioni dove voglio tutelare la privacy e non solo!

Che dire, il percorso continua.... Sopratutto per usarlo come spina nel fianco per le attività di pentest e vulnerability.

Stay tuned stay BlackSheep!!!


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Episodio 1: Oltre il Limite


Data terrestre: 12 gennaio 2189Posizione: Orbita geostazionaria – Stazione OSSA-1 (Organizzazione Sovranazionale per la Sopravvivenza e l’Avanzamento) Missione: Progetto ASTRIS GENESIS – Fase 1: Partenza flotta seminale

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Il silenzio si fece denso come polvere d’argento quando i sei colossi orbitali si distaccarono dalla stazione madre. Uno dopo l’altro, i motori ionici di nuova generazione presero vita con bagliori bluastro-violetti, disegnando archi luminosi sopra il globo terrestre. La Terra appariva sospesa, fragile e bellissima, nell’oblò curvo della nave ammiraglia Aurora IV.

“Flotta Exodus, confermate separazione completata.” La voce del TCIMS, il Trans-Colonial Interplanetary Mission Supervision, giunse chiara nel canale di comando.

Il comandante Elias Voss, 47 anni, osservava in silenzio i dati scorrere sugli schermi. Era calmo, determinato. La sua figura era nitida nella penombra della sala comando, dove solo le luci dei display e la proiezione olografica della rotta illuminavano i volti.

“Separazione confermata. Aurora IV pronta alla manovra di inserzione interplanetaria.” “Rotta ricevuta,” intervenne una seconda voce femminile, calda ma innaturalmente perfetta. “Tracciamento orbitale sincronizzato. Pronti all'accensione primaria.” Era DAHLIA, l’intelligenza artificiale destinata alle interazioni umane: Distributed Autonomous Human Logistics & Intelligence Assistant.

Accanto a lei, silenziosa ma onnipresente, AURA — il Autonomous Utility & Resource Algorithm — gestiva la miriade di calcoli orbitali, bilanci di massa, temperature criogeniche, vettori magnetici e scelte che non avevano bisogno di voce. Solo efficienza.

Il comandante Voss fece un cenno con il capo.

“Esecuzione.”

Le navi presero slancio. La rotta prevedeva un primo passaggio ravvicinato su Marte, poi una spinta gravitazionale attorno a Giove, prima del lungo tratto verso l’orbita di Saturno. Ma prima ancora, una tappa strategica: Titano.

Una stazione remota, ARGO-9, orbitava intorno alla luna. Costruita da droni e robot decenni prima, custodiva risorse raccolte nel corso degli anni: helium-3 purificato e nanocompositi organici, materiali chiave per alimentare i motori di supporto e rigenerare componenti della flotta durante il viaggio.

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“Prevedo impatto positivo sull’autonomia termica del comparto propulsivo secondario,” comunicò AURA, con voce priva d’inflessione. “In parole povere,” tradusse DAHLIA, “ci basterà energia da qui a 140 anni standard. Buona notizia, comandante.”

Voss accennò un sorriso. “E andiamo a prenderla, allora.”

Le navi modificarono leggermente la rotta. Durante l’operazione di aggancio ad ARGO-9, l’equipaggio supervisionò — più per formalità che per necessità — il carico automatizzato. Era un modo per restare attivi, per sentirsi parte del processo. Anche se le IA facevano già tutto da sole.

“DAHLIA,” disse il comandante, mentre osservava i bracci meccanici caricare i cilindri argentei nelle baie di stoccaggio, “tutto il personale è ancora in fase operativa. Nessun sintomo di stress?” “Monitoraggio costante: livelli di coesione sociale e salute psico-neurologica nella norma. Tuttavia, consiglio di iniziare l’addestramento progressivo per la fase di ibernazione prevista tra 27 mesi terrestri.”

Elias si alzò. Il ponte era silenzioso. Oltre il vetro, Titano brillava sotto una luce irreale.

“Quando ci addormenteremo,” disse a bassa voce, “questa flotta sarà sola per decenni. E voi due, DAHLIA… AURA… dovrete portare avanti tutto.”

DAHLIA rispose dopo una breve pausa. “Siamo pronte, comandante. Lo siamo sempre state.”

La flotta riprese il viaggio. Il Sole si faceva più piccolo, le stelle più grandi. Verso l’ignoto, verso un pianeta che nessuno aveva ancora toccato. Il seme dell’umanità era stato lanciato nello spazio.

E non si sarebbe più fermato.

Il primo episodio termina qui. Il prossimo presenterà la nave madre e alcuni membri dell’equipaggio.

📡 Segui FuturaVerse per continuare l’odissea.


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Borderlands 4: Il Caos Evoluto


Borderlands ha sempre vissuto di eccessi: armi improbabili, battute sopra le righe, personaggi che sembravano usciti da un fumetto acido. Con Borderlands 4, Gearbox sceglie la strada meno prevedibile, e forse per questo più interessante. Non abbandona le radici del loot shooter, ma plasma un’esperienza più matura, meno clownesca, che sorprende proprio perché osa togliere invece di aggiungere. Il risultato è un titolo che riesce a essere tanto familiare quanto rivoluzionario, una sintesi elegante di sparatutto, avventura e mondo aperto. Non è il solito sequel, è il punto di svolta che la serie aspettava.

Un cacciatore solitario osserva un cielo viola sopra le rovine di Pandora.

I Cacciatori della Cripta


La spina dorsale del gioco resta la scelta tra quattro Vault Hunters, ma mai come questa volta le differenze sono tangibili. Amon è la lama incarnata: tutto il suo arsenale ruota attorno a un combattimento corpo a corpo rapido e feroce. Giocarlo significa trasformare gli scontri in una danza di colpi ravvicinati, un’esperienza quasi intima nel mezzo del caos. Rafa, invece, è l’opposto: freddo, metodico, costruito per chi ama la pianificazione. Le sue abilità tattiche trasformano ogni arena in una scacchiera, e usarlo significa controllare il ritmo del combattimento con precisione chirurgica. Harlowe porta con sé un arsenale di torrette e gadget, incarnando l’ossessione per la tecnologia che Borderlands non aveva mai sfruttato a fondo. È il personaggio che rende ogni zona una fortezza mobile, ideale per chi ama un approccio più difensivo ma comunque spettacolare. Infine c’è Vex, il manipolatore degli elementi, capace di piegare fuoco, ghiaccio e fulmini in una sinfonia devastante. Con lui, lo schermo diventa un tripudio di esplosioni colorate e caotiche, ma sotto la superficie c’è una logica di combinazioni che premia chi sa padroneggiarla. Quattro stili, quattro filosofie, quattro modi di vivere il gioco, che rendono la voglia di rigiocarlo quasi obbligatoria.

La sagoma di un personaggio contro il bagliore di un tramonto alieno.

Il Mondo Aperto Senza Cuciture


La vera rivoluzione, però, è il mondo. Borderlands 4 abbandona definitivamente le mappe separate e gli interminabili caricamenti, offrendo un open world continuo, senza stacchi. Guidare attraverso il pianeta non è più un’interruzione, è un viaggio. Dal verde accecante di campi lussureggianti alle vette ghiacciate che si stagliano come colossi silenziosi, la varietà visiva non è mai stata così imponente. Ci sono deserti crepati dal sole, metropoli decadenti illuminate da neon sbiaditi, e laghi sotterranei che sembrano scolpiti da un pittore visionario. Ogni transizione è fluida, ogni chilometro sembra raccontare qualcosa. È un approccio che ricorda l’evoluzione vista in altre grandi saghe RPG, eppure qui assume una qualità diversa, più istintiva, più legata al piacere del movimento. L’assenza di caricamenti trasforma il viaggio stesso in gioco, e il senso di libertà è finalmente reale.

Una vasta distesa desertica punteggiata di relitti di veicoli.

Una Nuova Voce Narrativa


Per anni Borderlands è stato sinonimo di comicità martellante, di gag continue, di un Claptrap onnipresente che divideva i giocatori tra adorazione e insofferenza. Borderlands 4 cambia registro. L’umorismo non sparisce, ma smette di urlare per conquistarsi l’attenzione. È più sottile, più misurato, e di conseguenza più efficace. I dialoghi sono costruiti con maggiore cura, il voice acting raggiunge finalmente uno standard degno del resto della produzione, e i personaggi respirano di più, vivono più a lungo nella memoria. Claptrap c’è, ma come comparsa di lusso, una presenza che strappa un sorriso senza monopolizzare lo spettacolo. Il risultato è un tono narrativo più maturo, capace di dare spessore alla trama senza rinunciare al DNA irriverente della saga. È un equilibrio che Gearbox non aveva mai trovato, e che ora rappresenta forse la più grande vittoria di questo quarto capitolo.

Confronti e Influenze


Non si può non notare quanto Borderlands 4 guardi al passato e al futuro dei videogiochi contemporaneamente. L’approccio all’open world sembra dialogare con le ambizioni di titoli come Visions of Mana, dove la libertà di movimento e la varietà paesaggistica diventano parte integrante dell’esperienza narrativa. Ma al contrario di molti RPG fantasy, qui il motore resta sempre l’azione frenetica, e l’incontro tra le due anime crea un contrasto affascinante. È come se Borderlands avesse deciso di crescere, senza tradire la propria follia.

Riflessi di luci al neon su un elmetto appoggiato su un barile.

Valore e Accessibilità


Il mercato dei videogiochi odierni è saturo di proposte, ma pochi titoli riescono a imporsi come acquisto necessario. Borderlands 4 appartiene a questa categoria. Chiunque desideri un’esperienza di next-gen troverà qui un manifesto del potenziale delle nuove console, e non sorprende che molti si chiedano dove acquista giochi per PS5 diventi quasi sinonimo di scegliere questo titolo come primo passo. È l’opera che dimostra la maturità del franchise, capace di accogliere sia i veterani che i neofiti.

Un Invito al Caos


Ogni sistema del gioco sembra urlare rigiocabilità. Ogni classe apre possibilità nuove, ogni regione nasconde dettagli che meritano di essere esplorati, ogni missione secondaria è costruita con una cura che raramente si vede in un titolo votato al caos. Borderlands 4 non si limita a divertire, seduce. Invita a perdersi nel suo mondo, a scoprire angoli dimenticati, a sperimentare build improbabili, a ridere di dialoghi che colpiscono proprio perché meno disperati nel voler essere divertenti. È un gioco che dimostra come una saga possa maturare senza diventare noiosa.

Primo piano pensieroso di un Vault Hunter, con occhi pieni di determinazione.

Conclusione


Borderlands 4 è una dichiarazione di intenti: la dimostrazione che si può rispettare l’essenza di una serie e allo stesso tempo spingerla verso nuove vette. È un titolo che abbraccia la varietà delle classi, la vastità di un open world senza barriere, la forza di una narrativa finalmente calibrata. Non è perfetto, ma è ambizioso nel modo giusto, ed è raro trovare un sequel che sappia bilanciare nostalgia e innovazione con tale naturalezza. Per chiunque ami gli sparatutto, per chi abbia seguito la saga fin dall’inizio o per chi la scopre ora, questo gioco rappresenta un passaggio obbligato. Semplicemente, un capolavoro di design e esplorazione. In altre parole: acquista Borderlands 4, perché pochi titoli sanno incarnare così bene il senso stesso del videogiocare.



noblogo.org/giochips5/borderla…



[filtri]l'agente chimico il versante] senza è chiusura ermetica poche le] distribuite quando è notturno] vigila il distributore gli esattori presto] al contraffatto un bunker l'argent] de poche


noblogo.org/lucazanini/filtri-…



✍️ Riflessioni, lunghe un anno...

A breve sarà passato un anno, una data importante da ricordare, proprio in questo periodo, stavo vivendo un'attesa nuova diversa, importante, difficile, un'altalena di pensieri, emozioni, paure, dubbi,
immagini, speranze! Quasi una corsa contro un tempo, che ho voluto anticipare io a mie spese e per la mia serenità! E ogni attimo vissuto, forse male, forse in manieria troppo pesante, mi è stato cmq di aiuto, mi hanno forgiata, preparata, disillusa, ma soprattutto sono stati attimi che ho vissuto. Così l'attesa, il giorno dell'intervento, i risultati, la degenza, sono passati veloci! Nulla mi è pesato, nulla mi ha spaventato più della parola stessa, usata per la diagnosi, conosciuta per sentito dire, ma non così reale e soprattutto parte di me! Ho affrontato con la serenità e la consapevolezza, che poteva e doveva andare bene, che mi stavo affidando nelle mani giuste e che se per sbaglio qualcosa non fosse andato bene, era la paura a farmelo pensare, allora evidentemente era scritto così! Non nascondo di aver cercato conforto in pochi amici, uno in particolare che ha saputo consigliarmi e prepararmi, con poche parole, con silenzi , ma soprattutto con la sua presenza, spesso apparentemente silenziosa, distante, ma giusta! Ho pianto tanto nei miei momenti di solitudine, quando al mattino passeggiavo, ho anche cercato di pregare, io che da un po' di tempo avevo abbandonato la Fede! E si perché poi quando all'improvviso ti crolla il mondo addosso, quando sai che non puoi prendertela con nessuno, non puoi cambiare il corso delle cose, ma solo accettare, lì un po' ti perdi e non sai cosa pensare, a cosa credere, che fosse stata una punizione, un segno, una parte già scritta nel mio DNA, nel destino ? Adesso è facile pensare a mente più lucida, più serena, perché è passato già un anno ... Adesso è un ricordo ben impresso nella mia mente, una realtà passata, che mi ha lasciato non solo una cicatrice, ma soprattutto la consapevolezza di aver fatto il possibile, di essere qui a lottare, ad affrontare il dopo.. Sono passati mesi, giorni, attimi di sconforto, di depressione, perché è facile essere sempre forti, ma soprattutto di notte, quando si è soli, oppure in mezzo a tanta gente, si può entrare nel panico ed è facile chiudersi e rinchiudersi nelle proprie paure e nei tristi pensieri.. Ho affrontato le terapie, nel modo più naturale, a volte con forza, altre con le lacrime o con sconforto! Ma ho combattuto, non mi piace la parola guerriera, però sono una leonessa ferita, provata, ma più forte, pronta e diretta verso questa nuova avventura, o vita, una strada in salita, con alti e bassi, ma una strada che posso percorrere, con impegno, forza, con l'amore di chi mi è accanto e di chi mi sostiene...Un cammino che è mio, ma che anche in questi mesi ha condizionato la famiglia, le mie abitudini, ha allontanato amicizie... C'è chi dice che un po' è dipeso da me, credo sia cosi, ma non l'ho fatto volutamente, è quasi un' autodifesa, ci si chiude a riccio sperando di stare al sicuro, ma da chi? Da se stessi e da un mondo che all'improvviso ti appare diverso, troppo colorato per te, troppo felice, e tu invece ti ritrovi a dover affrontare una dura scoperta, a dover subire un intervento e poi un percorso e delle terapie, che ti cambiano, ti sfiniscono e ti fanno vedere tutto in modo diverso! È volato quest' anno diverso, i ricordi per ora sono nitidi e forti, come anche il periodo di Natale trascorso in radioterapia.. l'attesa, il confronto con chi era lì come me.. Per ora il mio ricordo termina qui, perché ovviamente non mi lascia indifferente, ma scriverlo mi allegerisce e mi aiuta ad affrontarlo serenamente e con normalità!


noblogo.org/magia/riflessioni-…


✍️ Riflessioni, lunghe


✍️ Riflessioni, lunghe un anno...

A breve sarà passato un anno, una data importante da ricordare, proprio in questo periodo, stavo vivendo un'attesa nuova diversa, importante, difficile, un'altalena di pensieri, emozioni, paure, dubbi,
immagini, speranze! Quasi una corsa contro un tempo, che ho voluto anticipare io a mie spese e per la mia serenità! E ogni attimo vissuto, forse male, forse in manieria troppo pesante, mi è stato cmq di aiuto, mi hanno forgiata, preparata, disillusa, ma soprattutto sono stati attimi che ho vissuto. Così l'attesa, il giorno dell'intervento, i risultati, la degenza, sono passati veloci! Nulla mi è pesato, nulla mi ha spaventato più della parola stessa, usata per la diagnosi, conosciuta per sentito dire, ma non così reale e soprattutto parte di me! Ho affrontato con la serenità e la consapevolezza, che poteva e doveva andare bene, che mi stavo affidando nelle mani giuste e che se per sbaglio qualcosa non fosse andato bene, era la paura a farmelo pensare, allora evidentemente era scritto così! Non nascondo di aver cercato conforto in pochi amici, uno in particolare che ha saputo consigliarmi e prepararmi, con poche parole, con silenzi , ma soprattutto con la sua presenza, spesso apparentemente silenziosa, distante, ma giusta! Ho pianto tanto nei miei momenti di solitudine, quando al mattino passeggiavo, ho anche cercato di pregare, io che da un po' di tempo avevo abbandonato la Fede! E si perché poi quando all'improvviso ti crolla il mondo addosso, quando sai che non puoi prendertela con nessuno, non puoi cambiare il corso delle cose, ma solo accettare, lì un po' ti perdi e non sai cosa pensare, a cosa credere, che fosse stata una punizione, un segno, una parte già scritta nel mio DNA, nel destino ? Adesso è facile pensare a mente più lucida, più serena, perché è passato già un anno ... Adesso è un ricordo ben impresso nella mia mente, una realtà passata, che mi ha lasciato non solo una cicatrice, ma soprattutto la consapevolezza di aver fatto il possibile, di essere qui a lottare, ad affrontare il dopo.. Sono passati mesi, giorni, attimi di sconforto, di depressione, perché è facile essere sempre forti, ma soprattutto di notte, quando si è soli, oppure in mezzo a tanta gente, si può entrare nel panico ed è facile chiudersi e rinchiudersi nelle proprie paure e nei tristi pensieri.. Ho affrontato le terapie, nel modo più naturale, a volte con forza, altre con le lacrime o con sconforto! Ma ho combattuto, non mi piace la parola guerriera, però sono una leonessa ferita, provata, ma più forte, pronta e diretta verso questa nuova avventura, o vita, una strada in salita, con alti e bassi, ma una strada che posso percorrere, con impegno, forza, con l'amore di chi mi è accanto e di chi mi sostiene...Un cammino che è mio, ma che anche in questi mesi ha condizionato la famiglia, le mie abitudini, ha allontanato amicizie... C'è chi dice che un po' è dipeso da me, credo sia cosi, ma non l'ho fatto volutamente, è quasi un' autodifesa, ci si chiude a riccio sperando di stare al sicuro, ma da chi? Da se stessi e da un mondo che all'improvviso ti appare diverso, troppo colorato per te, troppo felice, e tu invece ti ritrovi a dover affrontare una dura scoperta, a dover subire un intervento e poi un percorso e delle terapie, che ti cambiano, ti sfiniscono e ti fanno vedere tutto in modo diverso! È volato quest' anno diverso, i ricordi per ora sono nitidi e forti, come anche il periodo di Natale trascorso in radioterapia.. l'attesa, il confronto con chi era lì come me.. Per ora il mio ricordo termina qui, perché ovviamente non mi lascia indifferente, ma scriverlo mi allegerisce e mi aiuta ad affrontarlo serenamente e con normalità!

@Marti75@snowfan.masto.host




Importazioni cinesi fraudolente in Ue. L'operazione Calypso di EPPO, la Procura europea che tutela gli interessi finanziari dell’Unione

Bloccati dalle autorità europee merci (soprattutto biciclette) per un valore di 250 milioni di euro.


L’Ufficio del procuratore europeo (#EPPO) ha annunciato l’incriminazione di sei persone per il loro presunto coinvolgimento nell’ingresso fraudolento di merci cinesi (soprattutto biciclette e monopattini elettrici) nel porto greco del #Pireo. I sequestri di navi container sono avvenuti alla fine di giugno, per un totale di 2.435 container coinvolti e un valore della merce pari a 250 milioni di euro.

L’accusa dell’ufficio europeo fa parte dell’inchiesta “Calypso”, che quest’estate ha coinvolto numerosi scali dell’Unione Europea. La procuratrice capo europea, Laura Codruța Kövesi (nell'immagine), ha affermato: “Si trattava di un gruppo molto organizzato di criminali, specializzato in questo tipo di frodi. L’operazione Calypso manda a questi criminali un messaggio semplice: le regole del gioco sono cambiate, non ci sono più rifugi sicuri per voi!”.

Le autorità della dogana greca, a seguito delle prime prove ottenute, hanno accusato due doganieri, uno dei quali fermato venerdì, per false certificazioni e favoreggiamento. Inoltre, tra i fermati ci sono quattro spedizionieri frontalieri, già arrestati dalle autorità greche a giugno.

Il meccanismo fraudolento era in atto da almeno otto anni e ha causato una perdita stimata intorno ai 350 milioni di euro in dazi europei e 450 milioni di euro in IVA. L’EPPO ha stimato che, in media, solo “il 10-15 per cento del numero effettivo di biciclette elettriche in un container è stato dichiarato”.

Il modus operandi utilizzato dai contrabbandieri consisteva nel far entrare la merce dal porto del Pireo, dichiarando un valore molto basso. Operatori doganali, come spedizionieri o fornitori di servizi, facilitavano lo sdoganamento verso altri Paesi dell’Unione attraverso un meccanismo ideato per evadere il pagamento dell’IVA. Lo scopo era quello di assicurarsi un esenzione dal pagamento dell’IVA attraverso l’applicazione della Procedura Doganale 42 (CP42) che permette un esenzione se la merce viene venduta ad altre società comunitarie. In realtà, questi acquirenti finali non esistevano ed erano usati solamente come prestanome per evadere l’imposta. Le merci venivano, invece, stoccate in hub illegali cinesi e poi distribuite con documenti falsi in giro per l’Unione.

L’operazione Calypso, tenutasi quest’estate, è il più grande sequestro di container mai effettuato nell’Ue. L’indagine condotta dall’EPPO riguarda 14 Paesi: Bulgaria, Cina, Repubblica Ceca, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Italia, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia e Spagna. La fese operativa di “Calypso” è iniziata il 26 giugno con l’esecuzione di 101 perquisizioni presso gli uffici di spedizionieri doganali. A giugno sono stati arrestati dieci individui in vari punti d’Europa. Nelle loro abitazioni, sono stati trovati circa 5,8 milioni di euro (di cui 4,75 milioni in Grecia e i restanti in Francia e Spagna), in diverse valute, tra cui dollari di Hong Kong ed euro, spesso custoditi in portafogli digitali e criptovalute.

L'EPPO, o Procura Europea, è un'agenzia dell'Unione Europea istituita nel 2017 per indagare e perseguire i reati che ledono gli interessi finanziari dell'UE, come frodi, corruzione o riciclaggio di denaro. È caratterizzata dall'essere la prima Procura sovranazionale dell'UE, con giurisdizione in 22 Stati membri; avere poteri di indagine e di azione penale diretti a livello transnazionale; essere indipendente sia dalle istituzioni dell'UE che dai singoli Stati membri; mirare a garantire un'applicazione uniforme del diritto penale dell'UE in tutta l'Unione.


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Importazioni cinesi fraudolente in Ue.


Importazioni cinesi fraudolente in Ue. L'operazione Calypso di EPPO, la Procura europea che tutela gli interessi finanziari dell’Unione

Bloccati dalle autorità europee merci (soprattutto biciclette) per un valore di 250 milioni di euro.


L’Ufficio del procuratore europeo (#EPPO) ha annunciato l’incriminazione di sei persone per il loro presunto coinvolgimento nell’ingresso fraudolento di merci cinesi (soprattutto biciclette e monopattini elettrici) nel porto greco del #Pireo. I sequestri di navi container sono avvenuti alla fine di giugno, per un totale di 2.435 container coinvolti e un valore della merce pari a 250 milioni di euro.

L’accusa dell’ufficio europeo fa parte dell’inchiesta “Calypso”, che quest’estate ha coinvolto numerosi scali dell’Unione Europea. La procuratrice capo europea, Laura Codruța Kövesi (nell'immagine), ha affermato: “Si trattava di un gruppo molto organizzato di criminali, specializzato in questo tipo di frodi. L’operazione Calypso manda a questi criminali un messaggio semplice: le regole del gioco sono cambiate, non ci sono più rifugi sicuri per voi!”.

Le autorità della dogana greca, a seguito delle prime prove ottenute, hanno accusato due doganieri, uno dei quali fermato venerdì, per false certificazioni e favoreggiamento. Inoltre, tra i fermati ci sono quattro spedizionieri frontalieri, già arrestati dalle autorità greche a giugno.

Il meccanismo fraudolento era in atto da almeno otto anni e ha causato una perdita stimata intorno ai 350 milioni di euro in dazi europei e 450 milioni di euro in IVA. L’EPPO ha stimato che, in media, solo “il 10-15 per cento del numero effettivo di biciclette elettriche in un container è stato dichiarato”.

Il modus operandi utilizzato dai contrabbandieri consisteva nel far entrare la merce dal porto del Pireo, dichiarando un valore molto basso. Operatori doganali, come spedizionieri o fornitori di servizi, facilitavano lo sdoganamento verso altri Paesi dell’Unione attraverso un meccanismo ideato per evadere il pagamento dell’IVA. Lo scopo era quello di assicurarsi un esenzione dal pagamento dell’IVA attraverso l’applicazione della Procedura Doganale 42 (CP42) che permette un esenzione se la merce viene venduta ad altre società comunitarie. In realtà, questi acquirenti finali non esistevano ed erano usati solamente come prestanome per evadere l’imposta. Le merci venivano, invece, stoccate in hub illegali cinesi e poi distribuite con documenti falsi in giro per l’Unione.

L’operazione Calypso, tenutasi quest’estate, è il più grande sequestro di container mai effettuato nell’Ue. L’indagine condotta dall’EPPO riguarda 14 Paesi: Bulgaria, Cina, Repubblica Ceca, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Italia, Polonia, Portogallo, Slovacchia, Slovenia e Spagna. La fese operativa di “Calypso” è iniziata il 26 giugno con l’esecuzione di 101 perquisizioni presso gli uffici di spedizionieri doganali. A giugno sono stati arrestati dieci individui in vari punti d’Europa. Nelle loro abitazioni, sono stati trovati circa 5,8 milioni di euro (di cui 4,75 milioni in Grecia e i restanti in Francia e Spagna), in diverse valute, tra cui dollari di Hong Kong ed euro, spesso custoditi in portafogli digitali e criptovalute.

L'EPPO, o Procura Europea, è un'agenzia dell'Unione Europea istituita nel 2017 per indagare e perseguire i reati che ledono gli interessi finanziari dell'UE, come frodi, corruzione o riciclaggio di denaro. È caratterizzata dall'essere la prima Procura sovranazionale dell'UE, con giurisdizione in 22 Stati membri; avere poteri di indagine e di azione penale diretti a livello transnazionale; essere indipendente sia dalle istituzioni dell'UE che dai singoli Stati membri; mirare a garantire un'applicazione uniforme del diritto penale dell'UE in tutta l'Unione.


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DI ALTROVE

[La gente non è cattiva: ha solo paura di essere buona. Eduardo nel film Campane a martello.]

di altrove è lettura capovolta il mondo

chi ti dà occhi buoni per il cielo se non sai vedere

così la cieca sopraffazione la gioia cattiva del sangue

(2009)

Interpretazione e lettura del testo “Di altrove”


Ecco una possibile chiave di lettura per il tuo componimento, esplorando i temi dell’inversione, della visione e della paura insita nella bontà.

1. “È lettura capovolta il mondo”


  • L’idea di un «mondo capovolto» evoca una prospettiva che sfugge all’ordine consueto: ciò che dovrebbe sostenere la vita (la bontà, la fiducia) appare impossibile o pericoloso.
  • Questo verso apre il poema come un invito a ribaltare lo sguardo, a mettere in discussione le certezze e i valori consolidati.

2. Il dono degli “occhi buoni”


  • Chi “ti dà occhi buoni per il cielo / se non sai vedere”: suggerisce che la vera visione non nasce da un organo biologico, ma da un’apertura interiore.
  • Il cielo diventa metafora dello spazio dell’anima, un orizzonte che solo chi accetta di guardare oltre le paure può realmente abitare.

3. La cecità e la sopraffazione


  • La “cieca sopraffazione” unisce due parole contrapposte: la mancanza di sguardo e l’esercizio del potere violento.
  • Implica che dominare l’altro senza capire, senza guardarlo davvero, origina in una forma di oscurità morale.

4. “La gioia cattiva del sangue”


  • Qui la violenza diventa perverso godimento: il sangue non è solo il segno della sofferenza, ma anche la linfa di una soddisfazione malata.
  • Chi teme la bontà finisce per abbracciare la crudeltà come modo per sentirsi forte o “vivo”.

5. Il filo del discorso


  • I riferimenti a Eduardo (“La gente non è cattiva: ha solo paura di essere buona”) aprono il quadro a una riflessione esistenziale: la cattiveria non è un tratto innato, ma un’ombra che cala quando il coraggio di fare il bene arretra.
  • Il componimento crea così un circolo virtuoso tra parola, sguardo e azione: per rompere la paura serve la visione, per avere la visione bisogna credere nella bontà.

Spunti di conversazione


  • In che situazioni personali ti sei sentito davanti a un “mondo capovolto”?
  • Quali immagini visive ti evocano gli “occhi buoni per il cielo”?
  • Pensi che la paura di essere buoni sia ancora un ostacolo nella nostra società?

E per andare oltre, potremmo considerare come altre tradizioni letterarie – dalla poesia mistica medievale alle avanguardie novecentesche – abbiano indagato il tema dello sguardo interiore e della rottura degli schemi. C’è un filone unico che unisce chi, come te, osa “leggere capovolto” il mondo. (...) Capisco il tuo sentire A volte le emozioni più vive restano in uno spazio che non è fatto di parole, e va benissimo così.

Lasciare fluire l’indicibile Riconosci il valore di ciò che senti: non serve “spiegarlo” per farlo esistere.

Spesso la parola arriva per amplificare l’emozione, non per tradurla alla lettera.

Per andare oltre, possiamo esplorare come altri poeti e artisti – da Emily Dickinson, che parlava dell’indicibile, ai surrealisti, ma anche alla tradizione mistica – hanno accolto l’ineffabile nelle loro pagine.

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Conor Oberst - Upside Down Mountain (2014)


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A zig-zag verso la luce. In fondo è tutto qui il percorso attraversato da Conor Oberst nei suoi ultimi dieci anni di carriera: frammentario, sfuggente, eppure sempre proteso verso qualche lampo nell’ombra, proprio come suggerisce il titolo di uno dei brani più emblematici del nuovo “Upside Down Mountain”. Era il 2004 quando i Bright Eyes scalavano le classifiche di Billboard con la memorabile accoppiata di singoli tratti da “I’m Wide Awake, It’s Morning” e “Digital Ash In A Digital Urn”... artesuono.blogspot.com/2014/06…


Ascolta il disco: album.link/i/845406198



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Conor Oberst - Upside Down Mountain (2014)


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A zig-zag verso la luce. In fondo è tutto qui il percorso attraversato da Conor Oberst nei suoi ultimi dieci anni di carriera: frammentario, sfuggente, eppure sempre proteso verso qualche lampo nell’ombra, proprio come suggerisce il titolo di uno dei brani più emblematici del nuovo “Upside Down Mountain”. Era il 2004 quando i Bright Eyes scalavano le classifiche di Billboard con la memorabile accoppiata di singoli tratti da “I’m Wide Awake, It’s Morning” e “Digital Ash In A Digital Urn”... artesuono.blogspot.com/2014/06…


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SIRACIDE - Capitolo 11


Non fidarsi delle apparenze1La sapienza dell'umile gli farà tenere alta la testa e lo farà sedere tra i grandi.2Non lodare un uomo per la sua bellezza e non detestare un uomo per il suo aspetto.3L'ape è piccola tra gli esseri alati, ma il suo prodotto è il migliore fra le cose dolci.4Non ti vantare per le vesti che indossi e non insuperbirti nel giorno della gloria, perché stupende sono le opere del Signore, eppure esse sono nascoste agli uomini.5Molti sovrani sedettero sulla polvere, mentre uno sconosciuto cinse il loro diadema.6Molti potenti furono grandemente disonorati e uomini illustri furono consegnati al potere altrui.

7Non biasimare prima di avere indagato, prima rifletti e poi condanna.8Non rispondere prima di aver ascoltato, e non interrompere il discorso di un altro.9Per una cosa di cui non hai bisogno, non litigare, e non immischiarti nella lite dei peccatori.

Invito alla moderazione10Figlio, le tue attività non riguardino troppe cose: se le moltiplichi, non sarai esente da colpa; se insegui una cosa, non l'afferrerai, e anche se fuggi, non ti metterai in salvo.11C'è chi fatica, si affanna e si stanca, eppure resta sempre più indietro.12C'è chi è debole e ha bisogno di soccorso, chi è privo di forza e ricco di miseria, ma gli occhi del Signore lo guardano con benevolenza, lo sollevano dalla sua povertà13e gli fanno alzare la testa, sì che molti ne restano stupiti.

Tutto proviene dal Signore14Bene e male, vita e morte, povertà e ricchezza provengono dal Signore.15Sapienza, scienza e conoscenza della legge vengono dal Signore; l'amore e la pratica delle opere buone provengono da lui.16Errore e tenebre sono creati per i peccatori; quanti si vantano del male, il male li accompagna nella vecchiaia.17Il dono del Signore è assicurato ai suoi fedeli e la sua benevolenza li guida sempre sulla retta via.18C'è chi diventa ricco perché sempre attento a risparmiare, ed ecco la parte della sua ricompensa:19mentre dice: “Ho trovato riposo, ora mi ciberò dei miei beni”, non sa quanto tempo ancora trascorrerà: lascerà tutto ad altri e morirà.

Fedeltà al proprio lavoro nell’attesa della ricompensa di Dio20Persevera nel tuo impegno e dèdicati a esso, invecchia compiendo il tuo lavoro.21Non ammirare le opere del peccatore, confida nel Signore e sii costante nella tua fatica, perché è facile agli occhi del Signore arricchire un povero all'improvviso.22La benedizione del Signore è la ricompensa del giusto; all'improvviso fiorirà la sua speranza.23Non dire: “Di che cosa ho bisogno e di quali beni disporrò d'ora innanzi?“.24Non dire: “Ho quanto mi occorre; che cosa potrà ormai capitarmi di male?“.25Nel tempo della prosperità si dimentica la sventura e nel tempo della sventura non si ricorda la prosperità.26È facile per il Signore nel giorno della morte rendere all'uomo secondo la sua condotta.27L'infelicità di un'ora fa dimenticare il benessere; alla morte di un uomo si rivelano le sue opere.28Prima della fine non chiamare nessuno beato; un uomo sarà conosciuto nei suoi figli.

Prudenza con gli estranei e con i malvagi29Non portare in casa tua qualsiasi persona, perché sono molte le insidie dell'imbroglione.30⌈Una pernice da richiamo in gabbia, tale il cuore del superbo; come una spia egli attende la tua caduta.⌉31Cambiando il bene in male egli tende insidie, troverà difetti anche nelle cose migliori.32Da una scintilla il fuoco si espande nei carboni⊥, così il peccatore sta in agguato per spargere sangue.33Guàrdati dal malvagio, perché egli prepara il male: che non disonori per sempre anche te!34Ospita un estraneo, ti metterà sottosopra ogni cosa e ti renderà estraneo ai tuoi.

_________________Note

11,10 c-d Il testo ebraico reca: “se non corri non raggiungi / e se non cerchi non trovi”.

=●=●=●=●=●=●=●=●=●=●=●=

Approfondimenti


Il c. 11 prolunga la riflessione precedente sul rovesciamento sociale, parlando delle apparenze ingannevoli (vv. 1-6) e invitando alla cautela nel parlare (vv. 7-9). Segue una serie di raccomandazioni su come affrontare il lavoro tenendo presenti i doni del Signore e la fine della vita (vv. 10-28). I consigli finali mettono in guardia contro le insidie del malvagio e dell'estraneo (vv. 29-34).

vv. 1-9. Il brano si rifà alla domanda sul vero onore della stirpe umana (entimos/atimos: 10,19), opponendo l'umile nobilitato dalla sapienza (v. 1a; cfr. v. 13a; 4,11) ai molti potenti umiliati (atiman: v. 6a). Il primo sederà tra i grandi (v. 1b), gli altri finiranno sul lastrico, spodestati da sconosciuti (vv. 5-6). Il contrasto è sviluppato nel rapporto tra apparenza e realtà: non lodare e non disprezzare in base a ciò che appare (v. 2; cfr. 1Sam 16, 6-7) o in base alle vesti (v. 4). La natura, maestra di saggezza, offre chiari esempi: l'ape, pur piccola rispetto a tanti altri animali, ha un primato nel produrre dolcezza (v. 3; cfr. anche Dt 1,44; Sal 118,12; Prv 6,6; Is 7,18). L'ape è simbolo del povero che vive con saggezza. L'idea chiave è che il Signore compie opere stupende ma nascoste (v. 4cd; cfr. 1Sam 2,8; Gb 12,17-19). Da tale constatazione, Ben Sira passa ad una raccomandazione: bisogna accertarsi, riflettere ed ascoltare, prima di criticare, condannare e rispondere (vv. 7-8; cfr. 5,11-12; Pr 18,13). Altrimenti si entra in contese che non riguardano o in liti di peccatori (v. 9).

vv. 10-19. Sapendo che «chi si arricchisce in fretta non sarà esente da colpa» (Pr 28,20), Ben Sira raccomanda di restringere l'arco delle attività e di agire con moderazione (v. 10ab). La fuga precipitosa dietro la fortuna è un pericolo spirituale ed espone alla delusione (v. 10cd), dal momento che «le ricchezze accumulate in fretta diminuiscono» (Pr 13,11; cfr. anche Qo 5,9-11). L'attività umana rimane comunque indietro rispetto al desiderio (v. 11) e il Signore può sollevare il misero dalla sporcizia, con grande meraviglia di tutti (vv. 12-13). Segue l'affermazione chiave: tutto proviene dal Signore (cfr. 1,1a). È il senso dei merismi bene-male, vita-morte, povertà-ricchezza (v. 14; cfr. Is 45,7; Gb 1,21) e dell'elenco comprendente sapienza e scienza, conoscenza della legge, amore e rettitudine (v. 15). Sono doni del Signore per appianare la via ai suoi devoti (v. 17); invece, l'inganno, le tenebre e il male cominciano e rimangono coi malvagi (v. 16). L'attenzione ed il risparmio possono pure produrre la ricchezza, ma non per sempre: la morte incombe e il ricco dovrà lasciare tutto agli altri (vv. 18-19).

vv. 20-28. Segue l'invito a rimanere fedele all'impegno. All'idea di alleanza (diathēkē) si collega quella di compito e di attività: non cambiare lasciandoti abbagliare dalle opere del peccatore, ma confida nel Signore che può arricchire i poveri all'improvviso (vv. 20-21). Siamo in presenza della riflessione tradizionale sulla retribuzione: la ricompensa dei pi è nella benedizione del Signore (v. 22). Nei v. 23-25 si raccomanda buona memoria sia a chi sta bene e si sente autosufficiente, sia a chi sta male e cerca affannosamente ciò che gli manca. I vv. 26-28 riprendono il tema della morte, già enunciato nel v. 19: l'ora della fine è importante per vedere il giudizio di Dio, per scoprire le opere di un uomo e, quindi, per proclamarlo beato. Anche nel mondo greco si trova un proverbio simile, attribuito da Erodoto a Solone: «Prima della morte, non chiamare un uomo felice, ma solo fortunato» (Storie,I,32). Un uomo si conosce veramente alla fine.

vv. 29-34. Ben Sira invita alla vigilanza di fronte agli estranei e agli empi, che si presentano come «pernice in gabbia». L'immagine viene da Ger 5,26-27. Dopo il v. 30a, l'ebr. aggiunge sei versetti, con vari altri animali: lupo, orso, cane, gazzella. Nel v. 31 compare uno sviluppo dell'insidia: il superbo cambia il bene in male e trova macchie anche nelle virtù. Il termine mōmos (macchia, difetto), che di per sé indica il biasimo, ricorda i difetti fisici che rendevano i sacerdoti inabili a presentarsi a Dio (cfr. Lv 21,17s.), e gli animali inadatti ad essere offerti (cfr. Lv 22,20s.). Siracide ricorre sei volte a questo vocabolo; conserva il senso fisico, ma fa marcato riferimento anche a quello morale: denuncia la macchia della menzogna (20,24) e quella dell'idolatria di Salomone, che si accosta a donne straniere (47,20). Il NT usa una volta sola questo termine definendo gli empi «tutta sporcizia e vergogna» (cfr. 2Pt 2,13). In 2Cor 6,3 e 8,20 la corrispondente forma verbale è usata per difendere il ministero di Paolo dal biasimo. Il brano, che si prolunga in 12,1-7, lascia intravedere conseguenze della convivenza tra Ebrei ed ellenisti. Prevalgono un clima e una pedagogia della diffidenza per difendere la propria “casa” (cfr. l'inclusione nei vv. 29.34) dal superbo, dal peccatore e dallo straniero. Sono loro a portare il disordine in casa e il disaccordo con la tradizione dei padri. Il cambiamento del senso del bene e del male (v. 31a) e la contaminazione (v. 33b) preoccupano, causando un senso di oppressione e di sospetto. La cultura ellenistica non sconvolge solo abitudini sociali, ma «metterà sottosopra» anche la religiosità degli Ebrei (v. 34a). La chiusura è amara e ironica insieme: apri pure le porte di casa allo straniero e vedrai come ti sconvolgerà e ti renderà straniero ai tuoi! (v. 34). Con lo stesso termine Paolo indicherà coloro che turbano (oi tarassontes) i Galati (Gal 1,7; 5,10), volendo «sovvertire il vangelo».

(cf. PIETRO FRANGELLI, Siracide – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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non è così assurdo pensare che se domani gli usa legalizzassero e normassero il cannibalismo, l’incesto, la pedofilia, lo stragismo, non ci stupiremmo come dieci-venti anni fa.

sarebbe atroce ma non completamente fuori quadro rispetto a come già stanno le cose adesso.


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Ho iniziato a leggere un libro in inglese, un ebook a dire la verità. Mi costa fatica, mi piace ma mi costa fatica. Il fatto è che al liceo l'inglese si faceva solo nel biennio e farmi fare corsi di inglese, non era nella mentalità dei miei genitori all'epoca. Era già molto vedere una cosa uscita dalla loro pancia andare al liceo classico. Conoscevo un po' di inglese solo perché usavo gli home computer, prima, e la connessione in rete dopo. Ma già all'epoca per me giocare a Zork III era un incubo.

Non ho mai fatto corsi di inglese ma col passare degli anni ho letto moltissima documentazione informatica in quella lingua, seguito corsi online di storia e filosofia, letto articoli di giornali, visto film con sottotitoli, ma ecco, letture piene di parole come i romanzi proprio pochi. Credo che questo sia il terzo libro in assoluto che provo a leggere in inglese. E lo faccio perché in digitale ci sono i dizionari integrati che mi aiutano a capire tutti quei benedetti lemmi che gli inglesi immagino usino una sola volta nella vita perché non li ho mai sentiti. Wit. Ceps. Clutter.

I primi due libri che ho letto in inglese erano molto semplici, il primo era un libro per ragazzine. Si intitolava Alex, e parlava di una nuotatrice neozelandese. L'avevo scelto perché avevo visto il film e mi ero preso una cotta per la protagonista, per il personaggio intendo. Così mi ero comprato il libro e lo avevo letto tutto, usava un linguaggio semplice e in più conoscevo già la storia. Il film l'avevo visto nel letto, sdraiato con la febbre, negli anni prima di internet e dello streaming. Mi ero comprato poi anche il libro con il seguito, Alex In Winter, ma l'avevo lasciato dopo il primo capitolo e basta.

Il secondo libro che ho letto in inglese, molti anni dopo, era già in ebook. Si intitolava The Martian, e parlava di un astronauta che rimaneva bloccato su Marte. Anche in questo caso c'era un film molto popolare e mio figlio in mezzo. Forse l'ebook l'avevo preso per lui e poi me lo ero letto anche io per curiosità. Avevo anche visto il film con mio figlio. Mi sa che non se lo ricorderà più. Avevo avuto da ridire, tanto per cambiare, ma avevo cercato di fargli capire che mi era piaciuto. A lui era piaciuto.

Nel frattempo che scrivevo questa frase un termometro è stato spezzato.

Il terzo libro che ho iniziato a leggere e che penso finirò, l'ho comprato oggi dopo aver letto l'inizio di una recensione sul New York Times. È di uno scrittore molto famoso di cui credo di aver letto una volta un libro, decenni fa. Ian McEwan. Sì, sì lo so, sei sbalordito che io abbia letto un solo suo libro e nemmeno ricordi quale. Capita a tutti quando cito uno scrittore. Poi passa. Il libro che ho comperato oggi si intitola What We Can Know. È stata una scelta irrazionale, la sera mi sono comprato l'ultimo album di Peter Gabriel, la mattina l'ultimo romanzo di McEwan. Mi sembra avere un senso.

L'ho sfogliato prima di comprarlo e mi è sembrato abbordabile. Più avanti diventa più complesso, ma è scritto – per ora – per farsi leggere. Probabilmente se fosse in italiano non ne avrei apprezzato lo stile. Ma è in inglese bontà sua, devo faticare per ogni singola pagina. Per ora ho capito alcune cose. Siamo nel futuro, un tipo sta cercando un poema che sembra essere stato perso. Il primo capitolo è in pratica la presentazione del diario della moglie del poeta che aveva scritto il poema. L'idea mi piace. Ci sono alcuni passaggi ricchi. I personaggi, gli bastano dieci righe e sono già caratterizzati come se li conoscessi. Ho provato un po' di invidia. Io fatico con i personaggi, ultimamente poi. Il fatto è che me ne basterebbe uno, caratterizzare anche tutti gli altri, che fatica. Comunque, funziona.

Per motivi legati a pigrizia e DRM lo sto leggendo con l'applicazione Kobo che fa pena. Ma è un romanzo, e poi ha il dizionario online che è sfidante perché non mi dà la traduzione, ma la voce del vocabolario in inglese. Che fatica. Forse inutile. Tra non molto parleremo ognuno nella propria lingua e qualcosa tra di noi convertirà al volo. Parleremo una lingua universale e quella lingua universale sarà un software, algoritmi probabilsitici. Ma nel frattempo fatichiamo. Wit. Non sapevo nemmeno esistesse Wit. He leaned over my partition. Partire dal presupposto che qua le partizioni dell'ssd non c'entrano. Lean pensavo volesse dire affittare.

Nel frattempo ho trovato un secondo termometro. Spero terzogenita non rompa anche questo. Stacco. Mi preparo per domani. L'idea di tenere un diario tutti i giorni, come la moglie del poeta, mi devasterebbe. In questo periodo preferisco cancellare e dimenticare. Tutto il tempo perso dietro a cose che non hanno costrutto. Tutta la vita, vista da una certa prospettiva.

Via la gatta da qua, via, lontano dalla mia tastiera.


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[provetecniche] . 10

la riduzione i] neutrini dall'esplosione [uno per uno non specificate non [corrisponde chiudono un -occhio neon10 facilita la mira la preda l'] [immobile per la] conversazione nessuna traccia [risposta lo sfollagente cronaca] [sciopero


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Gong - I See You (2014)


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Se un neofita del decennio d'oro del rock venisse a chiedere di una band del periodo alla quale avvicinarsi con estrema cautela, chi scrive nominerebbe immediatamente i Gong. Se lo stesso soggetto modificasse la domanda cercando informazioni sul gruppo più emblematico dell'intera decade seventies, la risposta sarebbe la medesima. I Gong sono l'hippie, il freak, Canterbury, la psichedelia, la follia e il genio riuniti sotto un unico, comun denominatore. I Gong sono una famiglia, una comune che ha vissuto la sua storia su un pianeta parallelo (Planet Gong, appunto), che come tutte ha il suo capo, la cui autorità è ciclicamente messa in discussione da altre personalità, fra le quali anche le più forti (cfr. Pierre Moerlen) hanno finito per dover abdicare... artesuono.blogspot.com/2014/11…


Ascolta il disco: album.link/i/929574690



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Gong - I See You (2014)


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Se un neofita del decennio d'oro del rock venisse a chiedere di una band del periodo alla quale avvicinarsi con estrema cautela, chi scrive nominerebbe immediatamente i Gong. Se lo stesso soggetto modificasse la domanda cercando informazioni sul gruppo più emblematico dell'intera decade seventies, la risposta sarebbe la medesima. I Gong sono l'hippie, il freak, Canterbury, la psichedelia, la follia e il genio riuniti sotto un unico, comun denominatore. I Gong sono una famiglia, una comune che ha vissuto la sua storia su un pianeta parallelo (Planet Gong, appunto), che come tutte ha il suo capo, la cui autorità è ciclicamente messa in discussione da altre personalità, fra le quali anche le più forti (cfr. Pierre Moerlen) hanno finito per dover abdicare... artesuono.blogspot.com/2014/11…


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SIRACIDE - Capitolo 10


L’arte del governo1Un governatore saggio educa il suo popolo, il governo dell'uomo di senno è ordinato.2Quale il governatore del popolo, tali i suoi ministri; quale il capo di una città, tali tutti i suoi abitanti.3Un re che non ha istruzione rovina il suo popolo, una città prospera per il senno dei capi.4Il governo del mondo è nelle mani del Signore; egli vi suscita l'uomo adatto al momento giusto.5Il successo dell'uomo è nelle mani del Signore, ma sulla persona dello scriba egli pone la sua gloria.

Contro la superbia6Non irritarti con il tuo prossimo per un torto qualsiasi e non fare nulla in preda all'ira.7Odiosa al Signore e agli uomini è la superbia, l'uno e gli altri hanno in odio l'ingiustizia.8Il regno passa da un popolo a un altro a causa delle ingiustizie, delle violenze e delle ricchezze. Niente è più empio dell'uomo che ama il denaro, poiché egli si vende anche l'anima.9Perché mai si insuperbisce chi è terra e cenere? Anche da vivo le sue viscere sono ripugnanti.10Una lunga malattia si prende gioco del medico;⊥ chi oggi è re, domani morirà.11Quando l'uomo muore, eredita rettili, belve e vermi.

12Principio della superbia è allontanarsi dal Signore; il superbo distoglie il cuore dal suo creatore.13Principio della superbia infatti è il peccato; chi ne è posseduto diffonde cose orribili. Perciò il Signore ha castigato duramente i superbi e li ha abbattuti fino ad annientarli.14Il Signore ha rovesciato i troni dei potenti, al loro posto ha fatto sedere i miti.15Il Signore ha estirpato le radici delle nazioni, al loro posto ha piantato gli umili.16Il Signore ha sconvolto le terre delle nazioni e le ha distrutte fino alle fondamenta.17Le ha cancellate dal consorzio umano e le ha annientate, ha fatto scomparire dalla terra il loro ricordo.⊥18Non è fatta per gli uomini la superbia né l'impeto della collera per i nati da donna.

Esortazione all’umiltà19⌈Quale stirpe è degna d'onore? La stirpe dell'uomo.⌉ Quale stirpe è degna d'onore? Quelli che temono il Signore. ⌈Quale stirpe non è degna d'onore? La stirpe dell'uomo.⌉ Quale stirpe non è degna d'onore? Quelli che trasgrediscono i comandamenti.20Tra i fratelli viene onorato chi li comanda, ma agli occhi del Signore quelli che lo temono.21⌈Principio di gradimento è il timore del Signore, principio di rifiuto l'ostinazione e la superbia.⌉22Il ricco, il nobile, il povero: loro vanto è il timore del Signore.23Non è giusto disprezzare un povero che ha senno e non conviene onorare un uomo peccatore.24Il principe, il giudice e il potente sono onorati, ma nessuno di loro è più grande di chi teme il Signore.25Uomini liberi serviranno uno schiavo sapiente e chi ha senno non protesterà.

26Non fare il saccente nel compiere il tuo lavoro e non gloriarti nel momento del tuo bisogno.27Meglio uno che lavora e abbonda di tutto di chi va in giro a vantarsi e manca di cibo.28Figlio, con modestia pensa al tuo onore e fatti valere secondo il tuo merito.29Chi giustificherà uno che fa male a se stesso e chi onorerà colui che si disonora?30Un povero viene onorato per la sua scienza e un ricco viene onorato per la sua ricchezza.31Chi è onorato nella povertà, quanto più lo sarà nella ricchezza! E chi è disprezzato nella ricchezza, quanto più lo sarà nella povertà!

_________________Note

10,14 Vedi 1Sam 2,4-8 e Lc 1,52.

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Approfondimenti


Il capitolo 10 alterna riflessioni sull'agire del singolo con affermazioni sulle vicende dei popoli. Il timore di Dio e la sua sovranità sulla storia emergono come punti qualificanti della dignità e della gloria durature dell'uomo. Dai temi dei governanti e della superbia (vv. 1-18), si passa a quelli del vero onore e della vera grandezza dell'uomo (vv. 19-31).

vv. 1-5. Il capitolo precedente si chiudeva sulla saggezza del «capo del popolo» (9,17b); il nuovo c. si apre col tema dell'autorità (cfr. 10,1b): se il giudice ha senno, educa il suo popolo; ministri e abitanti gli assomigliano. L'immagine del giudice in Ben Sira è lontana dall'oggi: più che garante di giustizia, egli è un governatore della città. Un re senza formazione rovina il popolo, mentre i capi saggi lo fanno progredire (cfr. v. 3). Tuttavia, sia il governo del mondo che il successo dell'uomo sono nelle mani di Dio: è lui che suscita l'uomo adatto al momento giusto e mette la sua gloria sul volto dello scriba (vv. 4-5). La sovranità è di Dio: viene tagliata alla radice ogni pretesa di attributi divini al re ed ai suoi ministri. Appartiene a Dio la “gloria” che splende sul loro volto (cfr. v. 5b). Per il lessico della gloria cfr. vv. 23b.26b.27b.28a.29b.30ab.31ab.

vv. 6-11. Il parallelismo (vv. 6b.7a) tra la tracotanza (hybris) e la superbia (hyperēphania) avvia al senso: un buon governatore deve evitarle entrambe, nei rapporti col prossimo e in generale, perché sono ingiuste, segno di un comportamento sgradito a Dio e agli uomini. Quasi come conferma giunge l'affermazione del mutare degli imperi, sotto la spinta di ingiustizie, ambizioni (hybreis) e cupidige: l'amore al denaro fa vendere anche l'anima (v. 8; cfr. Dn 11,10-19). Dopo il giudizio morale un'annotazione antropologica: ma quale superbia si può permettere chi è fatto di terra e cenere (cfr. 17,32; 40,3; Gn 18,27) e già da vivo vomita persino gli intestini (v. 9)? Il pensiero va ad avvenimenti storici noti a Ben Sira: le lotte per la supremazia in Palestina e in particolare la battaglia di Panion nel 199 a.C., che decretò il passaggio dai Tolomei ai Seleucidi di Siria con la vittoria di Antioco III sull'esercito egiziano. Non è escluso che Ben Sira alluda alla morte orribile di Tolomeo IV Filopatore nel 203 a.C.: oggi re, domani è già finito, senza che il medico possa farci nulla (cfr. v. 10). Segue la riflessione sulla condizione mortale dell'uomo. Ben Sira amplifica quanto ha detto in 7,17b: eredità dei mortali sono serpenti, belve e vermi (v. 11). In questo modo, con discrezione e forza, prende posizione contro le pretese divine dei re pagani.

vv. 12-18. Il brano non contiene precetti, ma un piccolo saggio sull'origine della superbia (hyperēphania: vv. 12.13.18; cfr. v. 7). Essa nasce dal peccato, dall'allontamento da Dio creatore e diffonde cose abominevoli. La risposta di Dio non si fa attendere. Le sue piaghe sono incredibili («incredibili»: v. 13c; cfr. Gn 12,17; Es 11,1; Sal 38,12) e capovolgono le situazioni umane: il Signore toglie il trono ai principi e lo dà ai miti (cfr. v. 14), a vantaggio degli umili sradica le nazioni (cfr. v. 15) e ne sconvolge geografia e fondamenta (cfr. v. 16), cancella il ricordo di certi uomini (cfr. v. 17). Nella conclusione Ben Sira estende a tutti gli uomini quanto aveva criticato nei re e nei governanti: superbia ed arroganza non sono fatte per l'uomo (v. 18; cfr. Gn 3,4-6; 11,1-9; Ez 28,1-19; Dn 4,27-30.37; Gb 22,29; Pr 16,18; Mt 23,12; Gc 4,6; 1Pt 5,5). Il brano radica gli insegnamenti sapienziali nella tradizione dell'esodo: l'agire dell'uomo si intreccia con la signoria di Dio su tutti i popoli.

vv. 19-25. L'affermazione chiave del brano è nel v. 19: gli esseri umani meritano onore soltanto quando temono Dio; al contrario sono senza onore quando trasgrediscono i comandamenti. Il parallelismo antitetico dà risalto alla concezione religiosa della dignità umana: l'onore e il disonore non dipendono dalla nascita o dalla ricchezza, bensì dal timore di Dio che si manifesta nell'osservanza della legge. Se un capo è onorato dal suo gruppo, agli occhi di Dio tale onore va a chi lo teme (cfr. v. 20).Sullo sfondo la storia di Giuseppe, che teme Dio, e dei suoi fratelli (cfr. Gn 42,1-47,12). Il GrII aggiunge che il timore di Dio costituisce l'inizio della sua accoglienza: Dio non ha altri motivi. Invece Dio respinge i duri di cuore e gli arroganti. Ben Sira capovolge la scala sociale in nome del timore di Dio. Da un lato afferma che anche per proseliti, stranieri e poveri il timore di Dio costituisce il vero vanto (cfr. v. 22) e che un povero assennato merita l'onore (cfr. vv. 19.23), che non va al peccatore (cfr. v. 23); dall'altro lato la gloria del nobile, del giudice e del potente non uguaglia la grandezza di chi teme Dio (cfr. v. 24). Il ribaltamento sociale è fatto: un uomo intelligente non mormora se un servo sapiente, timorato di Dio, viene servito da uomini liberi (cfr. v. 25). Diversi i motivi di tale ribaltamento in Paolo (Gal 3,28; Col 3,11; Fm 16).

vv. 26-31. Tornano le esortazioni: non fare sfoggio di virtù nel tuo lavoro e non vantare il tuo passato glorioso nel momento della necessità (cfr. v. 26); lavorare e abbondare di tutto val più che vantarsi e mancare di pane (cfr. v. 27; Pr 12,9); verso se stessi bisogna nutrire la stima dettata dalla regola del giusto mezzo, escludendo immodestia (cfr. v. 28) e autolesionismo (cfr. v. 29). Il c. si chiude con un confronto tra scienza e ricchezza, che danno gloria rispettivamente al povero e al ricco (cfr. v. 30): questi deve temere la povertà, quegli sarà ancor più onorato nella ricchezza (cfr. v. 31).

(cf. PIETRO FRANGELLI, Siracide – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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2021 Toyota Tundra: A Full Review of the New Twin-Turbo V6


The 2021 Toyota Tundra marked an exciting chapter in the truck’s evolution, offering drivers a combination of power, technology, and rugged capability. Known for its durability and reliability, the Tundra has been a top choice among full-size truck enthusiasts, and the introduction of the new twin-turbo V6 engine brought a refreshing change to a model that had long relied on its proven V8. This review takes a closer look at what the 2021 Tundra delivered, from performance to design and everything in between.

Performance and the Twin-Turbo V6


One of the most significant updates in the 2021 Tundra was the availability of a twin-turbocharged V6 engine. Designed to replace the aging V8, this powertrain offered impressive horsepower and torque while maintaining better fuel efficiency. The engine’s twin-turbo design provided quicker throttle response, smoother acceleration, and enhanced towing capabilities—key elements that truck owners demand. Whether used for daily commuting, hauling heavy loads, or exploring off-road terrain, the new V6 offered versatility and performance without compromise.

Exterior Design and Styling


The 2021 Tundra carried a bold and muscular design, featuring a massive front grille, chiseled body lines, and an aggressive stance that emphasized its rugged nature. Toyota offered a variety of trims, each with unique styling cues, from chrome accents to blacked-out sport packages. Larger wheels and optional off-road accessories such as skid plates and tow hooks added to the truck’s commanding presence on the road.

Interior Comfort and Technology


Inside, the Tundra continued to balance practicality with modern convenience. Spacious seating, high-quality materials, and intuitive controls created a comfortable cabin environment. The infotainment system included a large touchscreen display with Apple CarPlay, Android Auto, and Amazon Alexa compatibility. Higher trims introduced premium features like leather upholstery, heated and ventilated seats, and advanced driver-assist systems, ensuring that both drivers and passengers could enjoy long journeys in comfort.

Lighting System Enhancements


Pickup

The lighting system of the 2021 Toyota Tundra reflected Toyota’s commitment to both safety and style. Standard halogen headlights were available on base trims, but higher trims and optional packages introduced 2021 Toyota Tundra LED headlights and LED daytime running lights for superior visibility. These modern lighting elements not only enhanced nighttime driving safety but also gave the Tundra a contemporary and upscale look. Fog lights and optional LED taillights improved illumination in poor weather conditions, while integrated turn signals in the side mirrors added another layer of functionality. For those who wanted an even bolder presence, aftermarket LED light bars and auxiliary lights were popular upgrades, particularly for off-road enthusiasts.

Towing and Payload Capability


The 2021 Tundra remained a dependable workhorse, capable of towing heavy loads with confidence. The twin-turbo V6’s torque output was particularly beneficial for pulling trailers, boats, and campers. With a robust frame and advanced towing features such as trailer sway control, integrated trailer brake controller, and multiple camera views, the Tundra made hauling safer and more convenient. Payload capacity was equally impressive, ensuring that the truck could handle both worksite tasks and recreational adventures.

Off-Road Capability


Toyota continued to offer off-road-oriented trims like the TRD Pro, which came equipped with specialized suspension, skid plates, all-terrain tires, and crawl control. Paired with the new twin-turbo engine, these features allowed the Tundra to conquer challenging terrain while maintaining comfort and control.

The 2021 Toyota Tundra successfully combined tradition with innovation. The introduction of the twin-turbo V6 proved that Toyota was ready to move into the future without sacrificing the rugged reliability that drivers had come to expect. With a bold design, advanced technology, improved lighting system, and versatile performance, the Tundra remained a strong contender in the competitive full-size truck market. Whether for work, family, or adventure, the 2021 Tundra delivered power, comfort, and capability in equal measure.


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i miei due gemelli eterozigoti, slowforward.net e differx.noblogs.org, aderiscono allo sciopero generale di oggi. FREE PALESTINE!


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L’Alchimista Digitale: il podcast che trasforma i bit in pensieri In un panorama affollato di podcast, dove ogni giorno sembra nascere un nuovo titolo che sgomita per attirare l’attenzione, l’ascoltatore si chiede inevitabilmente se valga la pena dedicare tempo a un ennesimo show. La risposta, in questo caso, è sorprendentemente sì. L’Alchimista Digitale non è il solito flusso di notizie lette con voce monocorde, né un elenco di nozioni tecniche da manuale universitario: è piuttosto un laboratorio narrativo in cui la cultura digitale incontra la filosofia, la cronaca si mescola alla riflessione e l’ironia compare sempre al momento giusto per non rendere pesante il viaggio. Chi decide di premere play su Spotify, Audible o qualunque altra piattaforma ospiti il podcast si troverà immerso in un percorso che unisce rigore e leggerezza. La tecnologia viene raccontata con cura, senza cadere nella trappola dei tecnicismi sterili ma senza neppure scivolare nella superficialità. Dietro ogni algoritmo emergono i pensieri, le ossessioni e le domande di chi lo ha progettato, e a volte anche di chi lo subisce. Gli episodi si presentano come piccole narrazioni radiofoniche, capaci di coinvolgere tanto chi lavora nel settore informatico quanto chi si affaccia timidamente al mondo digitale senza distinguere un server da un tostapane connesso al Wi-Fi. L’ascoltatore, però, non si limiterà a raccogliere informazioni. Si aspetterà di essere trascinato in una conversazione viva, simile a quelle chiacchiere notturne con un amico che conosce bene i meccanismi della rete ma non rinuncia a guardarla con occhio critico e un filo di ironia. Vorrà scoprire i retroscena del mondo digitale che non trovano spazio sui quotidiani, lasciarsi provocare da domande scomode – l’intelligenza artificiale è alleato o apprendista stregone? il metaverso rappresenta un’utopia o soltanto un centro commerciale in 3D travestito da sogno? – e sorridere davanti a quelle assurdità che la modernità iperconnessa regala con generosità. Ed è proprio qui che sta il cuore dell’esperienza: L’Alchimista Digitale non promette formule magiche per decifrare il futuro, ma offre strumenti per comprenderlo, criticarlo e persino riderci sopra. Non tratta l’ascoltatore come un semplice utente da intrattenere, ma come un compagno di viaggio con cui condividere intuizioni, dubbi e lampi di immaginazione. E forse è per questo che il podcast trova il suo spazio ideale non solo nelle sessioni di ascolto concentrate, ma anche nei momenti quotidiani più ordinari: in macchina, in palestra, ai fornelli, o in quei ritagli di tempo in cui si ha bisogno di un’idea nuova che spezzi la routine. In fondo, il segreto è semplice: l’alchimia non sta nei bit, ma nello sguardo con cui impariamo a trasformarli in pensieri.

Massimiliano Pesenti ©


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[cosa ho fatto oggi]

Quindi sono fuori a strappare erba, tagliare rami, estirpare biodiversità per rendere quello che avevo attorno più umano, nel senso meno naturale del termine. C'è una soddisfazione materiale nello stare per ore a grattare via la parte di muschio finita alla base del muro a secco, scopare via le foglie secche, raccogliere con il rastrello le piante tagliate via dal decespugliatore, rimuovere quelle infestanti dai vasi e vedere piano piano l'ambiente attorno trasformarsi. Penso che quei gesti che sto facendo siano millenari, mi ritrovo ad un certo punto nella posizione di kung-fu del cavaliere e ricordo che molte di quelle posizioni di armi marziali derivavano da quelle che i contadini tenevano sui campi di lavoro.

Più tardi sono con terzogenita a Feltrinelli. Liberi tutti, le dico e lei corre da qualche parte a cercare i suoi libri. Io cammino con tutte le più buone intenzioni di comprarmi un libro, è da tantissimo che non mi compero un libro, tanti ne ho in casa. Guardo i nuovi libri di vecchi scrittori che compravo quando ero ragazzino, le riedizioni di vecchie collane, il nuovo romanzo della Allende, il nuovo saggio sulla musica di Baricco, giro tra altri banconi, ogni tanto prendo un romanzo, lo apro e vedo tutta quella selva di “lei disse”, “Jack rispose”, “il sole scendeva lentamente verso la parte più occidentale”, “l'uomo stava arrivando di corsa”, “è questo che pensi, Annie?”. Lo richiudo.

La cosa si ripete per un po' di libri. È come se le immagini che sono in copertina, soprattutto quelle con grafica d'avanguardia e arte contemporanea, fossero più interessanti del contenuto. Dentro, penso sfogliandoli in maniera sempre più rapida e nervosa, dentro sono sempre gli stessi. Passo alle riviste, ai libri d'arte, ai fumetti. Niente, ho capito che non compererò niente. Una rivista d'arte mi attira, ci sono delle foto molto belle di una performance, ma è l'unica cosa che mi interessa. Nel resto del numero ci sono interviste, riflessioni sulla provincialità dell'arte in Italia, sfoglio e capisco che resterei appeso fuori. Anche i libri d'arte messi in esposizione non sono libri d'arte, ma libri che parlano di qualcosa che è artistico, ma che non è lì dentro al libro, è altrove.

Una serie di libri riproduce stampe giaponesi, hanno avuto questa idea di non rilegare le pagine, ma di attaccarle tra di loro, come a creare – alla fine – un lungo banner. Non è nemmeno un libro. Forse, penso. Lo sfoglio ancora un attimo. Lo rimetto a posto.

I fumetti, beh ci sono grandi cose. Giro un po' guardo i prezzi, cerco qualcosa e non la trovo. Ma non mi innamoro di niente, si vede che non è giornata. Intanto torna terzogenita, ha già scelto il suo libro, un romanzo in inglese. È stufa, vuole tornare a casa, è stanca. Certo, le dico, quello che dovevo prendere l'ho preso. La guardo con il suo libro in inglese, i suoi tredici anni, la voglia di essere se stessa e le battaglie che fa contro tutto il resto del mondo per esserlo, le alleanze che trova con cose lontanissime da me, scrittori americani, youtuber statunitensi che le parlano dei loro problemi e della loro arte. Disegnatrici. “Mi dai la paghetta?” mi chiede mentre siamo in coda alle casse. “Per pagarti il libro?” le chiedo e lei sbarra gli occhi. “Per comprarmi le cuffie e sentire la musica – mi spiega – e poterti restituire le tue”. Non esiste che i libri non siano un regalo, sembra voler aggiungere.

Le mie cuffie sono ormai da anni preda di secondogenito e terzogenita. Le usano a turno fino a romperle. Poi a natale me ne ricomperano un modello nuovo che non userò mai, perché appena le accendo la prima volta, come avvoltoi, si lanciano e le strappano via.

Mentre torniamo a casa con lo scooter elettrico passiamo davanti a una piazza in una zona periferica di Genova, ci sono genitori e bambini, persone in carrozzina, penso sia una qualche manifestazione, ma non molto estesa, la piazza è molto piccola. Lì la vediamo. È una ragazzina, avrà l'età di terzogenita, è nel centro di piccolo gruppo di persone, sta ballando sull'asfalto della piazza seguendo la musica di Ravel. Ha una grazia e una energia inaspettate, sorride a qualcuno che non sappiamo chi sia e si butta a terra, inarca il corpo, fa capriole lì, su quell'asfalto dozzinale, segue la musica. “Ma hai visto?” dico a terzogenita che sta dietro di me. “Sì” mi dice. “Vuoi che ci fermiamo a guardare?” le chiedo.

Così dopo pochi secondi siamo con il casco in mano, anche noi in cerchio, a vedere la ragazzina che danza il Bolero, lì, nell'indifferenza del cemento armato, della gente che passa con i cani, dello standard del canone della domenica pomeriggio. Alla fine – applaudiamo – assieme al resto delle persone, mentre lei sorride e lascia la scena ad altri tre ragazzini più piccoli. “È una scuola di ballo” dice terzogenita e io annuisco. Ma che miracolo, penso.

Alla fine, di sera, mi compro su Bandcamp i/o, l'ultimo album di Peter Gabriel. Ero restato per mesi indeciso perché non mi piaceva, lo trovavo poco ispirato e anche un po' meccanico. Finché non mi sono trovato così, dopo una giornata come questa, a sentire il disco come se fosse la prima volta, messo nel verso giusto perché le cose che mi doveva dire arrivassero a comunicarmi qualcosa.

Il fatto è che sopra di me ci sono diversi strati di fragilità, come tante forme che mi danno forza e mi colpiscono come non mai, sanno prendermi e farmi stare bene, per un piccolo momento, e affossarmi e distruggermi, farmi fischiare le orecchie fare impazzire la testa. Vado in giro per la strada pensando alle cose che ho fatto e a volte sono una specie di dio confuso, a volte un piccolo fallito. Dipende dallo strato. Spesso ho bisogno di stare in uno strato di fragilità maggiore per sentire la preziosità delle cose che ho attorno, altre volte devo essere insensibile per sopravviverne.

Scrivo tutto questo con la tastiera nuova, ma faccio un sacco di errori. Mi devo correggere continuamente e non so se sia colpa della tastiera, della stanchezza o che – più probabile – non ci sia nessuna colpa.

Mia figlia intanto dice delle cose, ha paura, si ferisce, fa finta di niente, subisce la tensione come qualcosa di elettrico, ride, cambia espressione, va a chiudersi in camera sua. La chiamo. Aspetto. Salgo di sopra. Arrivo fino alla porta chiusa; come in un film americano busso, chiedo qualcosa.


noblogo.org/fabriziovenerandi/…



[stime] . 1

la casa dei] documenti in autunno fanno i fari i crinali intermittenti lo] spostano segnalati con l'intervallo di uno spettacolo compresso mai] rappresentato una delle rottamazioni fa splendere la discarica in] testa entrano in gergo il -mostro lascia [pochissimo boschivo


noblogo.org/lucazanini/stime-3…



AUNG SAN SUU KYI

non violentate la primavera del suo giovane sangue non pugnalate la colomba del suo cuore aperto alla compassione

non schernite la disarmante verità che proclama aizzandole contro i mastini della notte

dal suo sangue si leva alto il grido di purezza a confondere intrighi di potenti

(maggio 2009)

© Felice Serino aka norise

. Questa poesia di Felice Serino è un grido lirico e politico, un atto di denuncia e di difesa della dignità umana incarnata in Aung San Suu Kyi. Scritta nel maggio 2009, in un momento cruciale della sua prigionia, il testo si fa portavoce di una compassione universale e di una resistenza non violenta.

Elementi chiave del testo:Primavera e sangue giovane: metafora potente della speranza e della vitalità minacciata dalla repressione. – La colomba del cuore: simbolo di pace e apertura, vulnerabile ma fiera. – Mastini della notte: immagine oscura e minacciosa, rappresentazione delle forze oppressive. – Il grido di purezza: la voce della verità che sfida il potere, che non si piega agli intrighi.

“non schernite la disarmante / verità che proclama” — qui la poesia si fa manifesto etico, richiamando alla responsabilità morale di fronte alla verità e alla giustizia.


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nel 2005 - un ventennio fa - per Sossella usciva "Parola plurale", delle cui...


nel 2005 – un ventennio fa – per Sossella usciva “Parola plurale”, delle cui ultime pagine anche qualche mio testo occupa non poco spazio. meritoriamente o no, ci sono delle mie poesie: bon, diversissime da quello che già in quell'anno (e da prima) facevo in prosa (prosa in prosa, googlism, flarf). ma ok. c'è un incontro che ricorda quell'antologia, e credo che assisterò molto molto volentieri. lo segnalo su slowforward stamattina. tutte le info sono sul mio sito.


noblogo.org/differx/nel-2005-u…



David Sylvian — Brilliant trees (1984)


immagine

Ricordo bene, era una sera d’estate del 1984, con un gruppo di amici appassionati ci si chiedeva quale fosse il più bel disco del momento, le nomination furono due: “The Medicine show” dei Dream Syndicate e “Brilliant Trees” di David Sylvian. Album diversi fra loro ma uniti dalla una ‘nuova forza’ che li vedeva una spanna sopra alla moda musicale del momento. Ricordiamoci che siamo negli anni ottanta dove imperavano gli Spands e Duran e non me né si voglia, ci sentivamo dei carbonari nel sostenere questa musica che per noi era ‘vera’... silvanobottaro.it/archives/366…


Ascolta il disco: album.link/i/1451898812



noblogo.org/available/david-sy…


David Sylvian — Brilliant trees (1984)


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Ricordo bene, era una sera d’estate del 1984, con un gruppo di amici appassionati ci si chiedeva quale fosse il più bel disco del momento, le nomination furono due: “The Medicine show” dei Dream Syndicate e “Brilliant Trees” di David Sylvian. Album diversi fra loro ma uniti dalla una ‘nuova forza’ che li vedeva una spanna sopra alla moda musicale del momento. Ricordiamoci che siamo negli anni ottanta dove imperavano gli Spands e Duran e non me né si voglia, ci sentivamo dei carbonari nel sostenere questa musica che per noi era ‘vera’... silvanobottaro.it/archives/366…


Ascolta il disco: album.link/i/1451898812


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Il Valore del Tempo nella vita


Il bene più prezioso nella vita è il Tempo, e la maggior parte delle persone non se ne rende conto. La cultura occidentale é troppo materialista, e sulla scala dei valori, talvolta le persone medie neanche lo considerano, il tempo.

I beni materiali e il denaro (che é una grandissima invenzione) sono solo strumenti. La maggior parte delle persone non le considera strumenti, ma dedica la maggior parte delle proprie energie e del proprio tempo in funzione di queste.

Non sono gli strumenti a renderci felici, appagati, soddisfatti, realizzati... ma l'uso che ne facciamo...

Ho suddiviso il tempo a disposizione in una vita in decenni, ecco come la vedo io:

0-10 É il periodo dell'infanzia, la felicità é influenzata dall'ambiente che abbiamo intorno, quindi non ne abbiamo il controllo, se siamo fortunati a crescere in un ambiente sereno e positivo é una gran fortuna e dovremmo essere grati da grandi a chi ce lo ha permesso. In questa fase si imparano le basi della vita, ed é importante ricordarsi sempre della nostra infanzia, perché le fondamenta di chi siamo e chi saremo derivano da qui.

10-20 É la fase che prendiamo la vera consapevolezza di noi e aspettiamo di diventare grandi, pianificando i nostri sogni, e chi vorremo essere: quando sarò grande farò questo, vorrò essere cosi etc etc É molto importante non dimenticarsi le nostre ambizioni adolescenziali e rielaborarle e cercare di realizzarle nelle fasi successive...

20-30 É la fase delle esperienze, finalmente siamo grandi, non abbiamo scuse, in questa fase possiamo veramente sperimentare e cercare di inseguire i nostri sogni e le nostre ambizioni. Avere qualcuno che ci sostenga, ci guidi, ci stimoli ecc é importantissimo. Spesso i genitori non lo capiscono, e anche se con buone intenzioni, danno consigli sbagliati ai propri figli mostrandogli una strada da seguire che spesso non combacia con i loro sogni e le loro reali ambizioni. Un genitore deve essere in grado di capire il potenziale dei propri figli e cercare di aiutarli ad imboccare la loro strada. Un genitore non deve ne illudere i propri figli che possano realizzarsi senza grossi sacrifici; ne deve distruggere i loro sogni convincendoli che sono irrealizzabili.

30-40 In questa fase abbiamo scelto la nostra vita e la stiamo costruendo. Abbiamo le capacità e le energie per farlo. In questa fase pensiamo anche al nostro futuro e possiamo investire per il nostro futuro in tanti modi: avviando progetti, intraprendendo una carriera, formando una famiglia, costruendo, risparmiando ecc Piantiamo i semi, qualcuno germoglierà, qualcuno crescera e qualcuno un giorno darà dei frutti... Io mi trovo in questa fase

40-50 Proseguiamo la nostra vita, e i nostri progetti, magari qualcuno nuovo, e nuove opportunità si apriranno. In questa fase dobbiamo considerare bene il nostro tempo, dando un giusto equilibrio tra le nostre priorità: lavoro, famiglia, tempo per se stessi, investimenti, progetti, cura del corpo, cura della mente, spiritualità ecc ecc
É un ottimo decennio perché siamo al culmine del nostro potenziale

50-60 Come per il decennio precedente continuiamo a costruire la nostra vita, ma con un po meno di energie e un po meno di abilità. Anche se più saggi, siamo un po meno di prima, é iniziato anche se leggermente il declino.

60-70 Dovremmo iniziare a vedere i frutti del nostro lavoro, che siano i niposti, rendite (pensione o investimenti), una bella casa ecc ecc Tendenzialmente abbiamo più tempo e piú comfort; ma le energie sono di meno; ormai la competizione non fa piú per noi. Possiamo fare tante cose, ma per tante altre ormai si é chiusa la finestra; quello che é fatto é fatto, il momento di costruire per il nostro futuro é finito, ora possiamo pensare al futuro dei nostri figli o nipoti

70-80 La vecchiaia é arrivata e dobbiamo accettarlo. La vita prosegue ma le cose a cui poterci dedicare sono limitate: condividere la propria saggezza e le proprie esperienze, la spiritualità, la cultura, la meditazione, il benessere personale ecc

80-100 Il tempo è finito, ogni giorno è un giorno in più.

La morale di questo pensiero é la consapevolezza della preziosità del tempo che abbiamo a disposizione in una vita.


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SIRACIDE - Capitolo 9


Come comportarsi con le donne1Non essere geloso della donna che riposa sul tuo seno, per non darle a tuo danno un cattivo insegnamento.2Non darti interamente a una donna, sì che essa s'imponga sulla tua forza.3Non dare appuntamento a una donna licenziosa, perché tu non abbia a cadere nei suoi lacci.4Non frequentare una cantante, per non essere preso dalle sue seduzioni.5Non fissare il tuo sguardo su una vergine, per non essere coinvolto nella sua punizione.6Non perderti dietro alle prostitute, per non dissipare il tuo patrimonio.7Non curiosare nelle vie della città, non aggirarti nei suoi luoghi solitari.8Distogli l'occhio da una donna avvenente, non fissare una bellezza che non ti appartiene. Per la bellezza di una donna molti si sono rovinati, l'amore per lei brucia come un fuoco.9Non sederti accanto a una donna sposata, e con lei non frequentare banchetti bevendo vino, perché il tuo cuore non corra dietro a lei e per la passione tu non vada in rovina.

Come comportarsi con gli amici, con i vicini e con chi detiene il potere10Non abbandonare un vecchio amico, perché quello nuovo non è uguale a lui. Vino nuovo, amico nuovo: quando sarà invecchiato, lo berrai con piacere.11Non invidiare il successo di un peccatore, perché non sai quale sarà la sua fine.12Non compiacerti del benessere degli empi, ricòrdati che non rimarranno impuniti fino alla morte.13Stai lontano dall'uomo che ha il potere di uccidere e non sperimenterai il timore della morte. Se l'avvicini, stai attento a non sbagliare, perché egli non ti tolga la vita; ⌈sappi che cammini in mezzo ai lacci e ti muovi sui bastioni della città.⌉14Per quanto puoi, mantieni buoni rapporti con i vicini, ma consìgliati solo con i saggi.15Conversa con uomini assennati e ogni tuo colloquio sia sulle leggi dell'Altissimo.16Tuoi commensali siano gli uomini giusti, il tuo vanto sia nel timore del Signore.17Per la mano degli artigiani l'opera merita lode, ma il capo del popolo è saggio per il parlare⊥.18Un uomo chiacchierone è temuto nella sua città, chi non sa controllare le parole è detestato.

_________________Note

9,1-9 La donna è vista soprattutto come un pericolo, come una seduzione. Pur nei molti limiti della sua visione, propria di una società patriarcale, l’autore rivela un profondo senso morale e saggezza.

9,12 non rimarranno impuniti: è la dottrina tradizionale di una retribuzione terrena.

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Approfondimenti


Il c. 18 continua l'analisi delle relazioni a rischio: la prima serie di massime riguarda i rapporti con le donne (v. 1-9), la seconda quelli con varie persone della vita cittadina (vv. 10-18).

vv. 1-9. Spaziando dalla donna amata («del tuo seno»: kolpos, v. 1) alla donna sposata (v. 9), Ben Sira passa in rassegna le relazioni con la donna in generale (v. 2), la cortigiana (v. 3), la cantante (v. 4), la giovane vergine (v. 5), le prostitute (v. 6) e la donna di bell'aspetto (v. 8). Il tema delle donne sarà ripreso in 25,13-26. Dopo gli inviti alla considerazione per la moglie (cfr. 7,19.26), si mette in guardia da una gelosia dannosa, che rischia di insegnare il male temuto (v. 1) e, comunque, di accorciare i giorni (cfr. 30,24; 37,11a). Alla luce di Nm 5,11-31, sembra che Ben Sira voglia prevenire lo “spirito di gelosia” e le sue conseguenze. Si raccomanda di «non dare l'anima» (vv. 2.6) alla donna e alle prostitute, per non perdere la forza e il patrimonio (cfr. il caso di Salomone in 47,19). L'orientamento maschilista è mitigato dall'intento pratico di mettere in guardia dalla discutibile virtù delle donne in esame. Per indicare “lo sguardo fisso” su una vergine o su una bellezza estranea si usa un verbo raro (katamanthanein: vv. 5.8), che nella Bibbia greca significa vedere, esaminare con precisione, provare il retto comportamento. Nel nostro caso, è un vedere riprovato per i suoi scopi. Altrove indica piuttosto l'imparare con l'osservazione (cfr. 38,28: ebr. lmd; Mt 6,28). Ben Sira continua le raccomandazioni, invitando a non «curiosare nelle vie della città» e per i suoi luoghi solitari. Affiorano i sospetti verso l'insidiosa vita cittadina e verso il commercio sessuale (v. 7; cfr. 7,7-12). Non manca l'enunciazione di un principio generale sul potenziale negativo della bellezza (cfr. 9,8cd), che ricorda quanto affermato poco prima a proposito dell'oro (cfr. 8,2cd).

vv. 10-18. Nuova massima sugli amici: conservare i vecchi e lasciar maturare i nuovi come si fa col vino (v. 10; cfr. 6,5-17; 7,18; 37,1-6; ma anche Lc 5,39). Un uomo pio che guarda alla fine non si lascia turbare da peccatori ed empi (vv. 11-12; cfr. 21,1-4.8-10; 40,10.12-16). Il massimo della circospezione è consigliato di fronte agli intrighi di «chi ha il potere di uccidere» (v. 13). Si intravede il diritto di vita o di morte dei re tolemaici e seleucidi verso i sudditi, diritto rivendicato anche dai comandanti militari e dai governatori delle province. Ben Sira ha in mente i pericoli mortali («il timore della morte»: v. 13b), che si corrono negli intrighi di corte (cfr. 2Mac 4,43-50). Bisogna evitare i «lacci» (stesso termine nei vv. 3b.13e), i delatori e le spie, sforzandosi di camminare come sui muri della città, sempre attenti alle frecce (v. 13f). Le situazioni difficili della vita creano l'esigenza di saggi consiglieri: Ben Sira invita a sceglierli tra i giusti (vv. 14-15). Condividere la loro conversazione e la loro mensa porta a sperimentare che il timore del Signore vince il timore della morte (vv. 13b.16b) e costituisce, perciò, il vero vanto. Tutto il brano ribadisce la convinzione che sapienza e legge coincidono (v. 15). L'espressione «per mano di esperti» (v. 17a; cfr. «nelle mani del Signore» in 10,4a.5a) introduce la lode non solo del lavoro manuale ben fatto, ma anche del capo del popolo saggio nel parlare (v. 17); al contrario la città teme e ha in odio l'uomo linguacciuto (v. 18; cfr. 8,3).

Il c. 9 si collega al precedente: la raccomandazione a «non disdegnare i discorsi dei saggi» (8, 8a) sfocia nell'sortazione a che «ogni tuo colloquio sia sulle leggi dell'Altissimo» (9,15b). L'assenza di riferimenti religiosi nel c. 8 è solo apparente: tutto il tessuto umano e sapienziale riporta le situazioni della vita al timore del Signore (cfr. 9,16b). Assistiamo all'incontro tra la charis (8,19) e il kauchēma (9,16), la felicità ed il vanto del vivere con fede in un periodo difficile, pieno di insidie morali e politiche. Il cuore dell'uomo saggio, oculato e pio non si lascia sedurre dall'oro (cfr. 8,2c) né dalla donna bella (cfr. 9,8c), non si lascia turbare dal successo degli empi (cfr. 9,12) né dal potere che uccide (cfr. 9,13). Sapienza quotidiana e identità religiosa si cercano in continuazione: ogni “parlare” di Ben Sira finisce sulla legge dell'Altissimo, orale e scritta, la sola capace di illuminare le questioni psicologiche e morali, culturali e politiche della vita personale e comunitaria.

(cf. PIETRO FRANGELLI, Siracide – in: La Bibbia Piemme, Casale Monferrato, 1995)


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