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Ry Cooder - Election Special (2012)


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Ry Cooder passa per un intellettuale, un ricercatore, un ottimo session man, del quale è universalmente conosciuta (e lui non ne ha certo fatto mistero) la fede “progressista”. Ma ha quell'aria un po' grigia, da “professionista”, che non ce lo fa immaginare in prima fila sulle barricate, al limite nelle retrovie a studiare strategie. E, invece, eccolo qua, in prima fila, a seguire le orme del suo mentore Woody Guthrie, l'uomo la cui chitarra era “una macchina che uccide i fascisti”, con questo “Election Special”, la cui data di uscita ha preceduto di poco la convention repubblicana, che avrebbe nominato sfidante di Barack Obama nella corsa alla Casa Bianca il mormone plurimiliardario Mitt Romney... distorsioni.net/canali/dischi/…


Ascolta: album.link/i/550921331



noblogo.org/available/ry-coode…


Ry Cooder - Election Special (2012)


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Ry Cooder passa per un intellettuale, un ricercatore, un ottimo session man, del quale è universalmente conosciuta (e lui non ne ha certo fatto mistero) la fede “progressista”. Ma ha quell'aria un po' grigia, da “professionista”, che non ce lo fa immaginare in prima fila sulle barricate, al limite nelle retrovie a studiare strategie. E, invece, eccolo qua, in prima fila, a seguire le orme del suo mentore Woody Guthrie, l'uomo la cui chitarra era “una macchina che uccide i fascisti”, con questo “Election Special”, la cui data di uscita ha preceduto di poco la convention repubblicana, che avrebbe nominato sfidante di Barack Obama nella corsa alla Casa Bianca il mormone plurimiliardario Mitt Romney... distorsioni.net/canali/dischi/…


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2025 KTM Enduro Models Full Specs and Features Breakdown


KTM’s 2025 Enduro lineup redefines off-road excellence from the ground up. Designed for riders who demand peak performance in diverse terrain—from tight single-track to open desert roads—this new series offers a finely tuned balance of power, agility, and durability. Whether you're drawn to the raw torque of a two-stroke or the refined broad power of a four-stroke, here’s a deep dive into the specs and standout features across the 2025 KTM Enduro range.

🏍️ Engine Lineup: Two-Stroke & Four-Stroke Options The 2025 lineup offers engines tailored to every style of enduro rider:

250 EXC TPI & 300 EXC TPI: These two-stroke models feature KTM's signature TPI (Transfer Port Injection), delivering featherlight power with fuel efficiency and easy starting. The 300 EXC TPI provides ample torque for technical sections, while the 250 offers a high-revving rush.

250 EXC-F, 350 EXC-F, and 500 EXC-F: These four-strokes are powered by KTM’s newest SOHC engines, balancing smooth throttle response and rich midrange torque. The 350–ideal for all-day trails–marries the lightness of the 250 with the grunt of the 500 for versatile performance.

Every model uses a five-speed gearbox and features refined engine mapping for smoother power delivery, optimized cold starts, and compliance with Euro 5+ and EPA emissions standards.

🛠️ Chassis & Suspension Enhancements At the heart of the 2025 Enduro series lies a redesigned chassis built for agility and endurance. The updated chrome-moly frame offers better flex characteristics without adding weight, striking the perfect balance between stiffness and rider feedback.

Riding on the latest WP XPLOR USD forks and WP XACT rear shock, the bikes benefit from race-derived internals, adjustable clamping, and clickers to fine-tune rebound and compression. Whether you're navigating rocky climbs or flowing trails, suspension travel and shock absorption are newly dialed for confidence and control.

🎨 Ergonomics & Rider Interface KTM’s 2025 EXC models offer rider ergonomics refined for comfort and control. Narrower plastics and a reshaped seat profile improve grip and movement while standing or crouching. The digital instrument panel features a sharper TFT display with modes, diagnostics, and compatibility with KTM’s MyRide app.

Mass centralization and reduced weight—down to approximately 102 kg for smaller models—enhance responsiveness, agility, and endurance during long rides.KTM moto

💡 Advanced Lighting System KTM has equipped the 2025 Enduro lineup with a modern LED lighting package designed for night and dual-sport use. Each model comes with a dual-beam KTM LED headlight, housed in a rugged, waterproof casing. With crisp high and low beams plus built-in daytime running lights (DRLs), this system offers a broad, long-reach beam pattern engineered to illuminate technical trails, highway stretches, or rally stages under low-light conditions. The lighting package also meets DOT/ECE regulations, providing street-legal usability with crisp cutoff patterns and bright LED rear/tail lights for enhanced awareness and compliance during road travel.

🧩 Electronics & Rider Aids Electronics on the 2025 EXC models are significantly improved:

Ride Mode Selector: Switch between terrain-oriented throttle maps such as Rain, Trail, and Race.

Traction Control: Fine-tune traction levels for sand, mud, and paved roads.

Improved ECU: Offers faster boot-up, smarter fuel mapping, and smoother throttle-off behavior.

These upgrades ensure that riders can tweak performance live on the trail without sacrificing reliability or usability.

🔒 Rugged Build & Durability Built to endure hours of trail abuse, these Enduros come stock with robust parts:

Steel skid plates protect against rocks and stumps.

Handguards guard levers and controls.

High-grade seals and gaskets protect against water splashes and mud.

Lightweight lithium-ion batteries reduce overall weight and enhance power delivery.

Every component is engineered for maximum longevity in all riding conditions.


noblogo.org/morsunled/h12025-k…


RECUPERATE FALSE OPERE D’ARTE CONTEMPORANEA IN TRAFFICI ILLECITI TRANSNAZIONALI


L’indagine denominata “Minotauro bis”, condotta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma e delegata al Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Roma e coordinata a livello europeo dal desk italiano dell’Agenzia #Eurojust, ha portato al sequestro di 104 opere di arte contemporanea false.

Le indagini hanno avuto inizio nel novembre 2022 e hanno consentito il recupero di centinaia di opere contraffatte di Picasso, Edvard Munch e Paul Klee, vendute come originali e spedite in particolare negli Stati Uniti d’America.

Sono stati accertati i reati di concorso in falsificazione e commercializzazione di beni d’arte contemporanea, sostituzione di persona e falsità materiale commessa da privato.

Ai fini della falsificazione venivano utilizzati fogli di carta con le filigrane “Vollard” e “Picasso”; successivamente, tramite un programma di grafica, si scannerizzavano le immagini delle opere da falsificare ed un esperto creava le pellicole fotografiche positive che venivano trasformate in polimeri (matrici di stampa).

I polimeri, insieme ai fogli di carta filigranata, venivano poi stampati al fine di realizzare le copie false; per conferire autenticità alle opere, la cartaveniva sottoposta a trattamenti di invecchiamento artificiale, come bagni di caffè o the, previa apposizione delle firme degli autori imitati. Infine, le opere contraffatte venivano spedite a case d’asta all’estero, corredate da attestati dilibera circolazione falsificati, allo scopo di aggirare eventuali controlli ed attestarne la genuinità.

L’operazione ha anche permesso di sottrarre dal mercato dell’arte opere che, se non fossero statetempestivamente individuate e bloccate, avrebbero avuto quotazioni identiche a quelle dei lavori originali degli artisti; in particolare le stesse, qualora vendute, avrebbero provocato un danno economico agli acquirenti di circa unmilione di euro.

La Procura della Repubblica di Roma, con il coordinamento internazionale dell’Assistente al Membro Nazionale per l’Italia a Eurojust, ha emesso 13 Ordini di Indagine Europeo e 9 richieste di Assistenza Giudiziaria in ambito extra U.E. in Austria, Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Germania, Norvegia, Portogallo, Regno Unito, Spagna, Svezia, Svizzera e USA, eseguiti in collaborazione con le Polizie dei rispettivi Paesi. Successivamente è stato emesso un decreto di sequestro preventivo in via d’urgenza, convalidato dal GIP, che ha disposto il sequestro di cinque conti correnti bancari e due autovetture per una somma complessiva di circa 300 mila euro.

#Armadeicarabinieri #TPC


noblogo.org/cooperazione-inter…


RECUPERATE FALSE OPERE D’ARTE CONTEMPORANEA IN TRAFFICI ILLECITI TRANSNAZIONALI


RECUPERATE FALSE OPERE D’ARTE CONTEMPORANEA IN TRAFFICI ILLECITI TRANSNAZIONALI


L’indagine denominata “Minotauro bis”, condotta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma e delegata al Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Roma e coordinata a livello europeo dal desk italiano dell’Agenzia #Eurojust, ha portato al sequestro di 104 opere di arte contemporanea false.

Le indagini hanno avuto inizio nel novembre 2022 e hanno consentito il recupero di centinaia di opere contraffatte di Picasso, Edvard Munch e Paul Klee, vendute come originali e spedite in particolare negli Stati Uniti d’America.

Sono stati accertati i reati di concorso in falsificazione e commercializzazione di beni d’arte contemporanea, sostituzione di persona e falsità materiale commessa da privato.

Ai fini della falsificazione venivano utilizzati fogli di carta con le filigrane “Vollard” e “Picasso”; successivamente, tramite un programma di grafica, si scannerizzavano le immagini delle opere da falsificare ed un esperto creava le pellicole fotografiche positive che venivano trasformate in polimeri (matrici di stampa).

I polimeri, insieme ai fogli di carta filigranata, venivano poi stampati al fine di realizzare le copie false; per conferire autenticità alle opere, la cartaveniva sottoposta a trattamenti di invecchiamento artificiale, come bagni di caffè o the, previa apposizione delle firme degli autori imitati. Infine, le opere contraffatte venivano spedite a case d’asta all’estero, corredate da attestati dilibera circolazione falsificati, allo scopo di aggirare eventuali controlli ed attestarne la genuinità.

L’operazione ha anche permesso di sottrarre dal mercato dell’arte opere che, se non fossero statetempestivamente individuate e bloccate, avrebbero avuto quotazioni identiche a quelle dei lavori originali degli artisti; in particolare le stesse, qualora vendute, avrebbero provocato un danno economico agli acquirenti di circa unmilione di euro.

La Procura della Repubblica di Roma, con il coordinamento internazionale dell’Assistente al Membro Nazionale per l’Italia a Eurojust, ha emesso 13 Ordini di Indagine Europeo e 9 richieste di Assistenza Giudiziaria in ambito extra U.E. in Austria, Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Germania, Norvegia, Portogallo, Regno Unito, Spagna, Svezia, Svizzera e USA, eseguiti in collaborazione con le Polizie dei rispettivi Paesi. Successivamente è stato emesso un decreto di sequestro preventivo in via d’urgenza, convalidato dal GIP, che ha disposto il sequestro di cinque conti correnti bancari e due autovetture per una somma complessiva di circa 300 mila euro.

#Armadeicarabinieri #TPC


Segui il blog e interagisci con i suoi post nel fediverso. Scopri dove trovarci:l.devol.it/@CoopIntdiPoliziaTutti i contenuti sono CC BY-NC-SA (creativecommons.org/licenses/b…)Le immagini se non diversamente indicato sono di pubblico dominio.



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Neil Young & Crazy Horse — Weld (1991)


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Neil Young è un artista imprevedibile, poliedrico, eclettico, dalle mille personalità. Un musicista che non finirà mai di stupire.

Così come alle sue produzioni più celebri degli anni settanta, dense di sapori e climi californiani, fece seguire musica sperimentale, uscendo poi con un disco di country nashvilliano e subito dopo con un episodio di hard rock, ora (siamo nel 1992) dopo “Freedom” (quasi interamente acustico) spiazza tutti con un doppio album dal vivo con il suo gruppo storico, i Crazy Horse, di tagliente, violento, sudatissimo rock americano... silvanobottaro.it/archives/428…


Ascolta: album.link/i/317109311



noblogo.org/available/neil-you…


Neil Young & Crazy Horse — Weld (1991)


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Neil Young è un artista imprevedibile, poliedrico, eclettico, dalle mille personalità. Un musicista che non finirà mai di stupire.

Così come alle sue produzioni più celebri degli anni settanta, dense di sapori e climi californiani, fece seguire musica sperimentale, uscendo poi con un disco di country nashvilliano e subito dopo con un episodio di hard rock, ora (siamo nel 1992) dopo “Freedom” (quasi interamente acustico) spiazza tutti con un doppio album dal vivo con il suo gruppo storico, i Crazy Horse, di tagliente, violento, sudatissimo rock americano... silvanobottaro.it/archives/428…


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La Torre Nera, Stranger Things, cultura pop e elaborazione del lutto



La fortuna non esiste, è un modo che non mi appartiene di riferirsi al caso benigno. Un tiro di dadi favorevole, un'azione meccanica da cui scaturisce un risultato casuale. I dadi hanno deciso che non avessi idoli di alcun tipo, risparmiandomi parecchie delusioni. L'idolo, specie finché è ancora in vita, può far sempre in tempo a tradirsi (e tradirti).

Mio padre mi voleva bene, molto; anch'io gli volevo bene, molto, ma erano quei sentimenti che non si incontrano, si sfiorano, cercano di avvicinarsi e poi sfuggono vicendevolmente, camminano paralleli come due rette geometriche, separati da infiniti punti, infinite rette.

Era un uomo del Sud, degli anni Quaranta, nato, cresciuto e vissuto in determinati quartieri, con la scolarizzazione di uno che ha iniziato a lavorare poco più che bambino. Un'identità facile da inquadrare, ampiamente rappresentata. Io, invece, nella mia famiglia sono sempre stato un corpo estraneo. Non c'era nessun motivo, nessuna possibilità per cui tra noi le cose potessero funzionare più di tanto, la frattura si allargava con gli anni. Non c'era dialogo, non essendoci nulla su cui poter dialogare. Non c'era neanche voglia e possibilità di confronto e discussione, essendo le posizioni di partenza così distanti, inconciliabili, irremovibili. Non c'era nulla da mercanteggiare.

Come tutti, ha commesso degli errori, ma un paio almeno così grandi da negarmi la vita che avrei voluto. Non ha mai voluto investire niente su di me: lo so che è un'immagine brutta quanto il concetto stesso, ma viviamo nel capitalismo e determinate cose funzionano in un determinato modo. Ancora, non ha voluto lasciare Napoli e provincia, landa marcescente, quando ne avevamo la possibilità. Scelte che mi hanno fatto sentire privato della speranza e del futuro, probabilmente operate nel nome della famiglia in senso ampio, quando avrebbe dovuto limitarsi alla sua, di famiglia.

Nonostante tutto ci volevamo bene, però, alla nostra maniera e nelle sue ultime settimane ci siamo riavvicinati per quanto possibile, perché certe situazioni fanno riflettere sulle priorità e l'importanza delle cose.

Certi elementi di cultura popolare erano le uniche cose che avessero il potere di avvicinare, temporaneamente, fugacemente quelle rette. I fumetti del trio EsseGesse (Il Grande Blek, Il Comandante Mark, Capitan Miki), Tex, le storie esotiche di Sergio Toppi, Corto Maltese. I western di Sergio Leone, Il mio nome è Nessuno. Certi episodi, probabilmente produzioni mitteleuropee, che passavano in RAI, narrazioni più o meno fiabesche di cavalieri e nobili in boschi scuri, inghiottiti dalla nebbia. La domenica mattina, era quella la programmazione, mentre mia mamma faceva le faccende di casa, andavo a piazzarmi sul lettone e le guardavamo insieme, poi ci si preparava per uscire. Ero ancora abbastanza piccolo da uscire con loro, la domenica mattina.

Il legame più forte e duraturo di tutti, però, è stato Stephen King. Tutto è iniziato in un supermercato in provincia di Arezzo, quindi sullo scaffare dei libri di un qualche punto Coop. La chiamata dei tre: questo è il libro che mi cattura, sarà stata la copertina, il titolo, quello stile grafico che poi sarebbe diventato familiare.

Copertina di un libro con una sorta di tramono e quattro soggetti umani, un pistolero, due soggetti maschili di età differenti e una donna su una sedia a rotelle. A grandi lettere, il testo Stephen King e La chiamata dei tre.

Non sapevo si trattasse del secondo della serie, non era importante. Poi mi procurai il primo e tutti quelli usciti successivamente. Probabilmente, l'unica cosa che abbia mai atteso con relativa impazienza, in ambito intrattenimento, era il nuovo libro della serie. Comunque, visto che c'ero, mi appassionai alle storie di Stephen King, ai suoi mondi, alla sua narrazione, recuperando praticamente tutti i suoi libri fino a una certa data, su quelli recenti non sono ferrato. Anche mio padre ne divenne un avido lettore e vederlo con quei libri in mano, anche prima che li leggessi io, era un modo per sentirsi più vicini. Almeno per me, non so lui cosa provasse a parti invertite.

Poi, un giorno, in rete si inizia a parlare di Stranger Things: non me ne importa nulla di essere sempre sul pezzo, quindi lasciai perdere per qualche tempo, poi mi procurai la serie. Sì, sappiamo tutti che è una serie furba, facilona, derivativa, eccetera. Come i film di Tarantino, non sarebbe esistita senza aver potuto attingere a una mole considerevole di materiale precedente, non sarebbe esistita senza la musica e l'estetica degli anni Ottanta, non sarebbe esistita, in primo luogo, senza le migliaia di pagine di Stephen King. Anche le migliaia di pagine di Stephen King vengono da altre decine di migliaia di pagine.
Faccio in modo che mio padre possa vederla, un altro modo per sentirsi più vicini. La apprezza e molto, non avevo dubbi. È lui il primo a vedere la stagione successiva, appena disponibile.

Esce la terza stagione, la divora e poi mi fa “quando escono le altre puntate?”. Non ho modo di saperlo con precisione, lui stava ancora relativamente bene (per quanto possa stare bene una persona che ha ricevuto quel tipo di condanna a morte) e quindi posso dirgli, senza che mi si bagnino gli occhi, che la vedrà appena uscita. Non la vedrà mai, la malattia non gliene ha dato il tempo. Non l'avrebbe vista comunque, perché il cortisone, tra le decine di medicinali che doveva assumere, gli aveva ormai opacizzato la vista, non penso distinguesse più che ombre.

Non ho voluto vedere le puntate successive, son rimasto anch'io allo stesso punto. Non le vedrò mai. E, sapete una cosa? Mi ero ripromesso di leggere l'ultimo libro, La Torre Nera, proprio come il titolo della saga, solo quando sarebbe stato meglio. Avrei voluto leggere quella conclusione col cuore più leggero, conservarla come una bottiglia pregiata per le grandi occasioni, ma la morte è arrivata prima e ho deciso così. Non lo leggerò mai.


log.livellosegreto.it/kipple/l…


Antony And The Johnsons – Cut The World (2012)


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Antony Hegarty, un artista unico, come la sua voce malinconica, primo e più appariscente elemento di una personalità musicale sfaccettata e poliedrica, capace di far entrare l’ascoltatore nella sua sfera più intima e umana, con una naturalezza commovente, che va ben al di la del mero timbro vocale, per quanto esclusivo ed eccezionale. “Cut The World” è un album che raccoglie le registrazioni effettuate da Antony e i suoi The Johnsons, assieme all’Orchestra sinfonica nazionale di Copenhagen, grazie alla quale i brani editi sui quattro precedenti lavori in studio si rivestono di nuove atmosfere, suscitando nuove sensazioni... impattosonoro.it/2012/09/04/re…


Ascolta: album.link/i/531336560



noblogo.org/available/antony-a…


Antony And The Johnsons – Cut The World (2012)


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Antony Hegarty, un artista unico, come la sua voce malinconica, primo e più appariscente elemento di una personalità musicale sfaccettata e poliedrica, capace di far entrare l’ascoltatore nella sua sfera più intima e umana, con una naturalezza commovente, che va ben al di la del mero timbro vocale, per quanto esclusivo ed eccezionale. “Cut The World” è un album che raccoglie le registrazioni effettuate da Antony e i suoi The Johnsons, assieme all’Orchestra sinfonica nazionale di Copenhagen, grazie alla quale i brani editi sui quattro precedenti lavori in studio si rivestono di nuove atmosfere, suscitando nuove sensazioni... impattosonoro.it/2012/09/04/re…


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UNA GUIDA DI EUROPOL SPIEGA ALLE FORZE DELL'ORDINE COME SUPERARE I PREGIUDIZI DELL'INTELLIGENZA ARTIFICIALE


“Pregiudizi dell'intelligenza artificiale nelle forze dell'ordine: una guida pratica”, recente pubblicazione di Europol (Innovation Lab), esplora i metodi per prevenire, identificare e mitigare i rischi nelle varie fasi dell'implementazione dell'intelligenza artificiale. Il rapporto mira a fornire alle forze dell’ordine linee guida chiare su come implementare le tecnologie di intelligenza artificiale salvaguardando i diritti fondamentali.

L’intelligenza artificiale può essere una risorsa importante per le forze dell’ordine, per rafforzare le proprie capacità di combattere le minacce emergenti (amplificate dalla digitalizzazione) attraverso l’integrazione di nuove soluzioni tecniche, quali come la polizia predittiva, l'identificazione automatica di pattern e l'analisi avanzata dei dati. L’intelligenza artificiale può aiutare le forze dell’ordine: a. ad analizzare set di dati ampi e complessi, b. automatizzare compiti ripetitivi e c. supportare un processo decisionale più informato. Impiegata in modo responsabile, può potenziare le capacità operative e migliorare la sicurezza pubblica.

Tuttavia, questi benefici devono essere attentamente valutati rispetto ai possibili rischi posti dai pregiudizi (intesi come una tendenza o inclinazione che si traduce in un giudizio ingiusto o in un pregiudizio a favore o contro una persona, un gruppo o un'idea) sull'utilizzo, che possono apparire in varie fasi di sviluppo e implementazione del sistema di intelligenza artificiale. Questi rischi derivano da pregiudizi insiti nella progettazione, nello sviluppo e nell'implementazione dei sistemi di intelligenza artificiale, che possono perpetuare la discriminazione, rafforzare le disuguaglianze sociali e compromettere l'integrità delle attività delle forze dell'ordine. Tali pregiudizi devono essere controllati per garantire risultati equi, mantenere la fiducia del pubblico e proteggere i diritti fondamentali. Il rapporto fornisce alle autorità di contrasto le intuizioni e le indicazioni necessarie per identificare, mitigare e prevenire pregiudizi nei sistemi di intelligenza artificiale. Questa conoscenza può svolgere un ruolo cruciale nel sostenere l’adozione sicura ed etica dell’intelligenza artificiale per garantire che la tecnologia venga utilizzata in modo efficace, equo e trasparente al servizio della sicurezza pubblica.

Le Raccomandazioni chiave per le forze dell'ordine che emergono dal Rapporto riguardano:

  • Documento: mantenere una documentazione dettagliata di tutte le fasi del ciclo di vita dell'IA. Ciò garantisce tracciabilità, responsabilità e aiuta a identificare dove possono verificarsi pregiudizi.
  • Valutare: sviluppare un quadro socio-tecnico completo, coinvolgendo un gruppo eterogeneo di parti interessate, per valutare l'accuratezza tecnica e considerare attentamente i contesti storici, sociali e demografici.
  • Formare tutto il personale delle forze dell’ordine coinvolto con gli strumenti di intelligenza artificiale per approfondire la propria comprensione delle tecnologie di intelligenza artificiale per enfatizzare il valore della valutazione umana nella revisione dei risultati generati dall’intelligenza artificiale per prevenire pregiudizi.
  • Testare le prestazioni, l'impatto e rivedere gli indicatori di potenziale distorsione prima dell'implementazione.
  • Eseguire analisi caso per caso e addestrarsi a comprendere i diversi pregiudizi dell’intelligenza artificiale, la loro relazione con i parametri di equità e implementare metodi di mitigazione dei pregiudizi.
  • Valutare continuamente attraverso l'implementazione di test regolari e la rivalutazione dei modelli di intelligenza artificiale durante tutto il loro ciclo di vita per rilevare e mitigare i pregiudizi.
  • Applicare tecniche di test di equità e di mitigazione dei pregiudizi post-elaborazione sia sugli output del sistema di intelligenza artificiale che sulle decisioni finali prese da esperti umani che si affidano a tali output.
  • Valutare il contesto e gli obiettivi di ciascuna applicazione di intelligenza artificiale, allineando le misure di equità con gli obiettivi operativi per garantire risultati sia etici che efficaci.
  • Garantire la coerenza contestuale e statistica durante l’implementazione dei modelli di intelligenza artificiale.
  • Standardizzare i parametri di equità e le strategie di mitigazione in tutta l’organizzazione per garantire pratiche coerenti nella valutazione dei pregiudizi.

Informazioni sull'Innovation Lab di Europol

Il Lab mira a identificare, promuovere e sviluppare soluzioni innovative concrete a sostegno del lavoro operativo degli Stati membri dell'UE’. Ciò aiuta investigatori e analisti a sfruttare al meglio le opportunità offerte dalle nuove tecnologie per evitare la duplicazione del lavoro, creare sinergie e mettere in comune le risorse.

Le attività del laboratorio sono direttamente collegate alle priorità strategiche stabilite nella strategia Europol Fornire sicurezza in partenariato, in cui si afferma che Europol sarà in prima linea nell'innovazione e nella ricerca delle forze dell'ordine.

Il lavoro del Laboratorio di innovazione Europol è organizzato attorno a quattro pilastri: gestione di progetti al servizio delle esigenze operative della comunità delle forze dell'ordine dell'UE; monitorare gli sviluppi tecnologici rilevanti per le forze dell'ordine; mantenimento di reti di esperti; in qualità di segretariato del polo di innovazione dell'UE per la sicurezza interna.

La pubblicazione [en] è scaricabile qui europol.europa.eu/publications…

#AI #artificialintelligence #intelligenzaartificiale


noblogo.org/cooperazione-inter…


UNA GUIDA DI EUROPOL SPIEGA ALLE FORZE DELL'ORDINE COME SUPERARE I PREGIUDIZI...


UNA GUIDA DI EUROPOL SPIEGA ALLE FORZE DELL'ORDINE COME SUPERARE I PREGIUDIZI DELL'INTELLIGENZA ARTIFICIALE


“Pregiudizi dell'intelligenza artificiale nelle forze dell'ordine: una guida pratica”, recente pubblicazione di Europol (Innovation Lab), esplora i metodi per prevenire, identificare e mitigare i rischi nelle varie fasi dell'implementazione dell'intelligenza artificiale. Il rapporto mira a fornire alle forze dell’ordine linee guida chiare su come implementare le tecnologie di intelligenza artificiale salvaguardando i diritti fondamentali.

L’intelligenza artificiale può essere una risorsa importante per le forze dell’ordine, per rafforzare le proprie capacità di combattere le minacce emergenti (amplificate dalla digitalizzazione) attraverso l’integrazione di nuove soluzioni tecniche, quali come la polizia predittiva, l'identificazione automatica di pattern e l'analisi avanzata dei dati. L’intelligenza artificiale può aiutare le forze dell’ordine: a. ad analizzare set di dati ampi e complessi, b. automatizzare compiti ripetitivi e c. supportare un processo decisionale più informato. Impiegata in modo responsabile, può potenziare le capacità operative e migliorare la sicurezza pubblica.

Tuttavia, questi benefici devono essere attentamente valutati rispetto ai possibili rischi posti dai pregiudizi (intesi come una tendenza o inclinazione che si traduce in un giudizio ingiusto o in un pregiudizio a favore o contro una persona, un gruppo o un'idea) sull'utilizzo, che possono apparire in varie fasi di sviluppo e implementazione del sistema di intelligenza artificiale. Questi rischi derivano da pregiudizi insiti nella progettazione, nello sviluppo e nell'implementazione dei sistemi di intelligenza artificiale, che possono perpetuare la discriminazione, rafforzare le disuguaglianze sociali e compromettere l'integrità delle attività delle forze dell'ordine. Tali pregiudizi devono essere controllati per garantire risultati equi, mantenere la fiducia del pubblico e proteggere i diritti fondamentali. Il rapporto fornisce alle autorità di contrasto le intuizioni e le indicazioni necessarie per identificare, mitigare e prevenire pregiudizi nei sistemi di intelligenza artificiale. Questa conoscenza può svolgere un ruolo cruciale nel sostenere l’adozione sicura ed etica dell’intelligenza artificiale per garantire che la tecnologia venga utilizzata in modo efficace, equo e trasparente al servizio della sicurezza pubblica.

Le Raccomandazioni chiave per le forze dell'ordine che emergono dal Rapporto riguardano:

  • Documento: mantenere una documentazione dettagliata di tutte le fasi del ciclo di vita dell'IA. Ciò garantisce tracciabilità, responsabilità e aiuta a identificare dove possono verificarsi pregiudizi.
  • Valutare: sviluppare un quadro socio-tecnico completo, coinvolgendo un gruppo eterogeneo di parti interessate, per valutare l'accuratezza tecnica e considerare attentamente i contesti storici, sociali e demografici.
  • Formare tutto il personale delle forze dell’ordine coinvolto con gli strumenti di intelligenza artificiale per approfondire la propria comprensione delle tecnologie di intelligenza artificiale per enfatizzare il valore della valutazione umana nella revisione dei risultati generati dall’intelligenza artificiale per prevenire pregiudizi.
  • Testare le prestazioni, l'impatto e rivedere gli indicatori di potenziale distorsione prima dell'implementazione.
  • Eseguire analisi caso per caso e addestrarsi a comprendere i diversi pregiudizi dell’intelligenza artificiale, la loro relazione con i parametri di equità e implementare metodi di mitigazione dei pregiudizi.
  • Valutare continuamente attraverso l'implementazione di test regolari e la rivalutazione dei modelli di intelligenza artificiale durante tutto il loro ciclo di vita per rilevare e mitigare i pregiudizi.
  • Applicare tecniche di test di equità e di mitigazione dei pregiudizi post-elaborazione sia sugli output del sistema di intelligenza artificiale che sulle decisioni finali prese da esperti umani che si affidano a tali output.
  • Valutare il contesto e gli obiettivi di ciascuna applicazione di intelligenza artificiale, allineando le misure di equità con gli obiettivi operativi per garantire risultati sia etici che efficaci.
  • Garantire la coerenza contestuale e statistica durante l’implementazione dei modelli di intelligenza artificiale.
  • Standardizzare i parametri di equità e le strategie di mitigazione in tutta l’organizzazione per garantire pratiche coerenti nella valutazione dei pregiudizi.

Informazioni sull'Innovation Lab di Europol

Il Lab mira a identificare, promuovere e sviluppare soluzioni innovative concrete a sostegno del lavoro operativo degli Stati membri dell'UE’. Ciò aiuta investigatori e analisti a sfruttare al meglio le opportunità offerte dalle nuove tecnologie per evitare la duplicazione del lavoro, creare sinergie e mettere in comune le risorse.

Le attività del laboratorio sono direttamente collegate alle priorità strategiche stabilite nella strategia Europol Fornire sicurezza in partenariato, in cui si afferma che Europol sarà in prima linea nell'innovazione e nella ricerca delle forze dell'ordine.

Il lavoro del Laboratorio di innovazione Europol è organizzato attorno a quattro pilastri: gestione di progetti al servizio delle esigenze operative della comunità delle forze dell'ordine dell'UE; monitorare gli sviluppi tecnologici rilevanti per le forze dell'ordine; mantenimento di reti di esperti; in qualità di segretariato del polo di innovazione dell'UE per la sicurezza interna.

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fa rima (11.6.2025)


ordinariafollia-log_025-2025.jpg

Fa rima con cuore oppure rispetto fa riva con tavolo oppure con tetto fa rima con casa al mare ma la parola non la voglio trovare.

Mille cagnare duemila bestemmie per me sono pregi, per te son difetti finché non ci portano vino e spaghetti.

Fa rima con potere oppure dovere ma puzza come il buco del sedere fa rima con essere oppure con dare ma sta parola non la voglio cercare.

Per me oggi è nero, per te è sempre bianco allora mille cagnare settanta volte sette bestemmie finché io lo sopporto e tu non sei stanco.

Fa rima con capisci tutto tu fa rima con c'era una volta e or non c'è più fa rima con Achille vestito da sposa ma non è importante, pa'... adesso riposa.


log.livellosegreto.it/ordinari…


MOSAICO ROMANO TRAFUGATO DA UN CAPITANO DELLA WEHRMACHT RESTITUITO DAI CC PATRIMONIO CULTURALE AL PARCO ARCHEOLOGICO DI POMPEI


Lo scorso 15 luglio 2025 presso l’Antiquarium del Parco Archeologico di Pompei, è stato ufficialmente restituito un mosaico romano raffigurante una coppia di amanti, trafugato durante la Seconda Guerra Mondiale. Il manufatto, donato da un capitano della Wehrmacht a un cittadino tedesco, è stato restituito dagli eredi del destinatario al Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, grazie a una spedizione diplomatica organizzata dal Consolato Generale d’Italia a Stoccarda.

Il mosaico, datato tra la metà dell'ultimo secolo a.C. e il I secolo d.C., fu trafugato a Pompei nel 1944. Il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale ha gestito la restituzione del mosaico, coordinandosi con la Procura di Roma e il Parco Archeologico di Pompei per il rimpatrio dell'opera. Il Direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, ha ricevuto il mosaico dalle mani del generale Francesco Gargaro, comandante dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale.

Il Generale Gargaro ha sottolineato l’impegno costante dei Carabinieri TPC nel recuperare il nostro patrimonio culturale sparso per il mondo. “Ogni reperto depredato che rientra è una ferita che si chiude,” ha dichiarato Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco Archeologico di Pompei. “La ferita non consiste tanto nel valore materiale dell’opera, quanto nel suo valore storico; valore che viene fortemente compromesso dal traffico illecito di antichità.”

#ARMADEICARABINIERI #TPC #TUTELAPATRIMONIOCULTURALE #POMPEI


noblogo.org/cooperazione-inter…


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MOSAICO ROMANO TRAFUGATO DA UN CAPITANO DELLA WEHRMACHT RESTITUITO DAI CC PATRIMONIO CULTURALE AL PARCO ARCHEOLOGICO DI POMPEI


Lo scorso 15 luglio 2025 presso l’Antiquarium del Parco Archeologico di Pompei, è stato ufficialmente restituito un mosaico romano raffigurante una coppia di amanti, trafugato durante la Seconda Guerra Mondiale. Il manufatto, donato da un capitano della Wehrmacht a un cittadino tedesco, è stato restituito dagli eredi del destinatario al Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale, grazie a una spedizione diplomatica organizzata dal Consolato Generale d’Italia a Stoccarda.

Il mosaico, datato tra la metà dell'ultimo secolo a.C. e il I secolo d.C., fu trafugato a Pompei nel 1944. Il Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale ha gestito la restituzione del mosaico, coordinandosi con la Procura di Roma e il Parco Archeologico di Pompei per il rimpatrio dell'opera. Il Direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, ha ricevuto il mosaico dalle mani del generale Francesco Gargaro, comandante dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale.

Il Generale Gargaro ha sottolineato l’impegno costante dei Carabinieri TPC nel recuperare il nostro patrimonio culturale sparso per il mondo. “Ogni reperto depredato che rientra è una ferita che si chiude,” ha dichiarato Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco Archeologico di Pompei. “La ferita non consiste tanto nel valore materiale dell’opera, quanto nel suo valore storico; valore che viene fortemente compromesso dal traffico illecito di antichità.”

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Neil Young & Crazy Horse - Psychedelic Pill (2012)


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Chi scrive non ha mancato di sottolineare quanto gli ultimi dischi di Neil Young sembrassero più urgenti che ispirati. Bene, con questo Psychedelic Pill – di nuovo in sella ai fidi Crazy Horse dopo il recente Americana – si rientra in carreggiata alla grande. E sapete di che razza di carreggiata stiamo parlando. Sommariamente, si tratta di otto pezzi più uno (la versione alternativa della title track) per quasi un'ora e mezza di caro vecchio country psych ad alto tasso d'elettricità. Ma in realtà in ballo c'è altro... sentireascoltare.com/recension…


Ascolta: album.link/i/1010848378



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Neil Young & Crazy Horse - Psychedelic Pill (2012)


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Chi scrive non ha mancato di sottolineare quanto gli ultimi dischi di Neil Young sembrassero più urgenti che ispirati. Bene, con questo Psychedelic Pill – di nuovo in sella ai fidi Crazy Horse dopo il recente Americana – si rientra in carreggiata alla grande. E sapete di che razza di carreggiata stiamo parlando. Sommariamente, si tratta di otto pezzi più uno (la versione alternativa della title track) per quasi un'ora e mezza di caro vecchio country psych ad alto tasso d'elettricità. Ma in realtà in ballo c'è altro... sentireascoltare.com/recension…


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RICERCATO DALL'INTERPOL, CATTURATO IN COLOMBIA PRESUNTO 'NDRANGHETISTA ACCUSTATO DI SUPERVISIONARE LE SPEDIZIONI DI COCAINA


Le autorità colombiane hanno comunicato di aver catturato un presunto leader del Italiano ’ndrangheta mafia in America Latina, accusato di supervisionare le spedizioni di cocaina e di gestire le rotte del traffico illegale verso l'Europa.

Giuseppe Palermo, noto anche come “Peppe,” ricercato con un avviso rosso dell'Interpol, è stato arrestato per strada nella capitale della Colombia, Bogotà, durante un'operazione coordinata tra le autorità colombiane, italiane e britanniche, nonché con Europol, l'agenzia di polizia dell'Unione europea.

Si ritiene che Palermo fosse il principale leader della ’ndrangheta in Sudamerica, ha dichiarato Carlos Fernando Triana, capo della polizia colombiana.

Il sospettato “non solo ha guidato l'acquisto di grandi spedizioni di cocaina in Colombia, Perù ed Ecuador, ma ha anche controllato le rotte marittime e terrestri utilizzate per trasportare la droga sui mercati europei”, ha aggiunto Triana.

Secondo le Nazioni Unite, la produzione illegale di cocaina ha raggiunto le 3.708 tonnellate nel 2023, con un aumento di quasi il 34% rispetto all’anno precedente, trainato principalmente dall’espansione della coltivazione delle foglie di coca in Colombia.

#COLOMBIA #AVVISOROSSO #REDNOTICE #NDRANGHETA


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RICERCATO DALL'INTERPOL, CATTURATO IN COLOMBIA PRESUNTO 'NDRANGHETISTA ACCUSTATO DI SUPERVISIONARE LE SPEDIZIONI DI COCAINA


Le autorità colombiane hanno comunicato di aver catturato un presunto leader del Italiano ’ndrangheta mafia in America Latina, accusato di supervisionare le spedizioni di cocaina e di gestire le rotte del traffico illegale verso l'Europa.

Giuseppe Palermo, noto anche come “Peppe,” ricercato con un avviso rosso dell'Interpol, è stato arrestato per strada nella capitale della Colombia, Bogotà, durante un'operazione coordinata tra le autorità colombiane, italiane e britanniche, nonché con Europol, l'agenzia di polizia dell'Unione europea.

Si ritiene che Palermo fosse il principale leader della ’ndrangheta in Sudamerica, ha dichiarato Carlos Fernando Triana, capo della polizia colombiana.

Il sospettato “non solo ha guidato l'acquisto di grandi spedizioni di cocaina in Colombia, Perù ed Ecuador, ma ha anche controllato le rotte marittime e terrestri utilizzate per trasportare la droga sui mercati europei”, ha aggiunto Triana.

Secondo le Nazioni Unite, la produzione illegale di cocaina ha raggiunto le 3.708 tonnellate nel 2023, con un aumento di quasi il 34% rispetto all’anno precedente, trainato principalmente dall’espansione della coltivazione delle foglie di coca in Colombia.

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Da provare (3 luglio 2008)


Stamattina Maurizio mi ha mandato questo articolo:

Sul web ora ci si «droga» con onde sonore!

Ora... che la musica abbia effetti sull'emotività e sull'umore è un fatto provato, anche gli Americani vogliono usare gli infrasuoni come armi non convenzionali, ma che facciano “sballare” non lo sapevo proprio, e che roba! Droghe gratis ed in barba alla finanza...

Se funziona, potrebbe aiutare a curare depressioni e malattie psichiatriche, senza #farmaci né elettroshock(1)... E le case farmaceutiche? Mica toccherà chiudere, alla Glaxo!

(troppo bello per essere vero?)

Appena mi decido a far riparare il PC provo, speriamo non sia una bufala! ...

Alberd Hoffman sente lo Spirito che gli parla

il buon Albert ne sarebbe felice!

Tecnicamente il fenomeno si origina dai binaural beats, scoperti nel 1839, di cui si trova una descrizione abbastanza soddisfacente su internet. Per usarli, oltre che una scheda audio funzionante, è richiesto anche un minimo di setting da meditazione... (e se li scaricate da internet evitate gli mp3, perché tolgono alcune componenti sonore, vanno bene formati loseless come wav o flac).

(1) Gnaural, An opensource binaural-beat generator released under the GNU General Public License

#BinauralBeats #psichedelico #Hoffman


noblogo.org/guaspito/da-provar…


Un altro sport da villeggiatura: il tennis



Delle mie esperienze con lo skatebobard, in estate e lontano da casa, ne ho parlato qui. Del tennis, invece, ne scrivo adesso e anticipo che racchetta e skateboard trovano un punto di contatto nel punto di contatto tra il mio coccige e una superficie più o meno piatta, ma indiscutibilmente solida: sì, sono caduto, anche stavolta pesantemente, con una racchetta in mano mentre stavamo in villeggiatura e questo è il succo di questo articolo, che continuo per chi fosse ancora interessato.

Stavolta, la casa era a Castello del Matese, località in cui abbiamo villeggiato una sola volta, e quell'anno avevamo la compagnia dei miei zii dalla Toscana. Noi salivamo di poco, loro scendevano di parecchio e ci incontravamo in questo piccolo paese tra Piedimonte (Matese) e San Gregorio (Matese). Il Matese è un'area geografica, fatta di monti e valli, a cavallo tra la Campania e il Molise e i nomi di molte località incorporano questa dicitura, subentrata quasi sempre a “d'Alife”. Piedimonte è in collina, 300 metri più su c'è Castello e salendo per altri 300 metri, circa, si arriva a San Gregorio. Ci eravamo fermati nel mezzo, quell'anno.

Vista dall'alto di un borgo di montagna, con un castello visibile al centro, edificato su un rilievo pianeggiante posto tra più alti monti boscosi

La casetta affittata dai miei zii era più moderna, per quanto potesse esserlo in un paesino di montagna più di trenta anni fa. Ricordo gli infissi in alluminio, almeno: la nostra, di sicuro, non ce li aveva. Era una tipica casetta da borgo, di quelle non vissute dai proprietari e che quindi sono rifinite un po' sì e un po' no, più no che sì. Muri intonacati senza troppa convinzione, pavimenti decisamente antichi, bagno al piano di sopra a cui si accedeva, se non ricordo male, passando da un balcone. Gli elementi della abitazioni tendono a diventare a incastro, in certe situazioni. E la scala che portava al piano di sopra: una dei protagonisti del racconto, che era di gradini di cemento grezzo, probabilmente neanche troppo regolari in alzata e pedata, come se servissero a ostacolare l'avanzata di eventuali aggressori dal piano basso che volessero conquistare il bagno (senza doccia e senza vasca, ci lavavamo in una capiente tinozza) o le stanze da letto. Ah, dimenticavo: da una porticina a piano terra, fatta di una intelaiatura approssimativa di legno, vetro e spifferi, si accedeva a un orticello interno, incastrato nello spazio lasciato dalle case incastrate tra loro. I proprietari ci chiesero di evitarlo, possibilmente, cosa che facemmo. Chissà, forse vi passeggiava un fantasma, fatto sta che quella stanza era molto più tetra del resto della casa.

Con noi, c'erano i nostri due uccellini, una canarina e un verdone, che ci portavamo sempre dietro in villeggiatura, mica potevamo lasciarli a casa. Ogni estate, caricavamo la 127, quella col motore da 900 cm³ e tre porte, ci entravamo in quattro più la gabbia e partivamo. Inconcepibile, attualmente: senza un 3.000 diesel, da tre tonnellate, non si fanno fare neanche le scuole dell'obbligo ai figli, neanche se per arrivarci basta attraversare la strada.

Ma la racchetta? Eccola.Per qualche motivo, come se poi potessi giocarci da solo, come se la 127 non fosse già abbastanza stracolma del necessario (tra cui noi e i nostri uccellini), mi ero portato dietro questo racchettone dei tempi di Nicola Pietrangeli, bastava impugnarlo e ci si sentiva subito un po' Fantozzi. Una notte, dalla stanza tetra arrivarono dei rumori. Sarà stata la semioscurità che l'avvolgeva anche nelle ore di sole, saranno state quelle scale quasi medievali, quell'ambiente colpiva la fantasia (fertile) di un ragazzetto. E questa fantasia era sollecitata nelle ore di luce, ma quella notte, svegliatomi di soprassalto e solo parzialmente, avevo immaginato una cosa molto più terrena e pratica di un fantasma che si divertisse a turbare il sonno dei giusti: poteva essere un gatto, entrato da spiragli che solo loro conoscono e possono praticare, venuto a mangiarsi i nostri uccellini!

Passai da uno stato di sonno profondo a uno di dormiveglia, accesi una luce e afferrai il racchettone, pesante di suo come se fosse stato di pietra, non so in quale ordine, per poi lanciarmi per le scale, brandendolo come mazza chiodata, scivolando su uno dei gradini, battendo (ancora) il coccige al suolo con frastuono sismico, fermandomi un paio di gradini più in basso, abbastanza naturalmente anestetizzato da non sentire subito il dolore, ma abbastanza sveglio da capire che il nemico era stato messo in fuga prima di poter fare danni. In realtà, non sapemmo mai se davvero ci avesse fatto visita un gatto, quella notte. Anche quell'anno, la gabbia tornò a casa intatta, coi suoi occupanti illesi, in un giorno di inizio settembre.

La racchetta la usai come tale una sola volta, ci giocai con mia cugina su un campetto affittato per un'ora. In realtà, non potrei affermare con certezza di averci giocato, di sicuro i nostri vicini di campo passarono un'oretta d'inferno: noi lanciavamo costantemente e involontariamente le nostre palline nel loro campo di gioco e loro, gentilmente, ce le rimandavano per tutto il tempo, senza un fiato o una smorfia.

Questo è il vero spirito del tennis, non fare i milioni e pagarci ben misere tasse in un paradiso fiscale, azzardando un italiano da dizionario tascabile.


log.livellosegreto.it/oreliete…


John Hiatt - Mystic Pinball (2012)


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Sono trascorsi quasi quarant'anni dalla sua prima pubblicazione “Hangin' Around the Observatory” targata 1974, in mezzo ci sono vent'uno dischi, alcuni memorabili come Bring the Family del 1987 e il successivo Slow Turning del 1988, altri ottimi come Perfectly Good Guitar, Crossing Muddy Waters, Master of Disaster e The open Road, alcuni sufficienti, tra gli ultimi Same Old Man del 2008. Ora, dopo la sua ultima prova Dirty Jeans and Mudslide Hymns dell'anno scorso, disco che non ho avuto il piacere di ascoltare, ritorna con questo Mystic Pinball ed è ancora buona musica... artesuono.blogspot.com/2014/11…


Ascolta: album.link/i/1436912606



noblogo.org/available/john-hia…


John Hiatt - Mystic Pinball (2012)


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Sono trascorsi quasi quarant'anni dalla sua prima pubblicazione “Hangin' Around the Observatory” targata 1974, in mezzo ci sono vent'uno dischi, alcuni memorabili come Bring the Family del 1987 e il successivo Slow Turning del 1988, altri ottimi come Perfectly Good Guitar, Crossing Muddy Waters, Master of Disaster e The open Road, alcuni sufficienti, tra gli ultimi Same Old Man del 2008. Ora, dopo la sua ultima prova Dirty Jeans and Mudslide Hymns dell'anno scorso, disco che non ho avuto il piacere di ascoltare, ritorna con questo Mystic Pinball ed è ancora buona musica... artesuono.blogspot.com/2014/11…


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I NOSTRI "CUGINI" SCIMPANZé, SPECIE IN PERICOLO.


I NOSTRI “CUGINI” SCIMPANZé, SPECIE IN PERICOLO. COSA PUò FARE LA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE


La Giornata Mondiale degli scimpanzé (World Chimpanzee Day) viene celebrata ogni anno il 14 settembre. È una data dedicata alla sensibilizzazione sull'importanza di proteggere queste specie in via di estinzione; è stata istituita nel 2017 dall'organizzazione internazionale “Jane Goodall Institute” per richiamare l'attenzione sulla situazione critica in cui si trovano le scimmie antropomorfe, in particolare i cebi e i scimpanzé.

Gli scimpanzé condividono circa il 98,7% del loro DNA con gli esseri umani: possono imparare il linguaggio dei segni, risolvere problemi e persino costruire utensili. Eppure, nonostante la loro intelligenza e lo stretto legame con noi, gli scimpanzé sono ora classificati come specie in pericolo nella Lista Rossa (Red List) IUCN, con popolazioni in continuo declino a causa della perdita di habitat e del commercio illegale di fauna selvatica.

La Red List IUCN

L'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN, International Union for Conservation of Nature), fondata oltre 60 anni fa, ha la missione di “influenzare, incoraggiare e assistere le società in tutto il mondo a conservare l'integrità e diversità della natura e di assicurare che ogni utilizzo delle risorse naturali sia equo e ecologicamente sostenibile”. La IUCN conta oggi oltre 1000 membri tra stati, agenzie governative, agenzie non governative e organizzazioni internazionali: in Italia ne fanno parte la Direzione per la Protezione della Natura del Ministero dell'Ambiente, le principali organizzazioni non governative per la protezione dell'ambiente, enti di ricerca e alcune aree protette. Alla IUCN è affiliata una rete di oltre 10000 ricercatori che contribuiscono come volontari alle attività scientifiche e di conservazione. Il mantenimento e l'aggiornamento periodico della IUCN Red List of Threatened Species o Lista Rossa IUCN delle Specie Minacciate (iucnredlist.org) è l'attività più influente condotta dalla Species Survival Commission della IUCN. Attiva da 50 anni, la Lista Rossa IUCN è il più completo inventario del rischio di estinzione delle specie a livello globale. Inizialmente la Lista Rossa IUCN raccoglieva le valutazioni soggettive del livello di rischio di estinzione secondo i principali esperti delle diverse specie. Dal 1994 le valutazioni sono basate su un sistema di categorie e criteri quantitativi e scientificamente rigorosi, la cui ultima versione risale al 2001. Queste categorie e criteri, applicabili a tutte le specie viventi a eccezione dei microorganismi, rappresentano lo standard mondiale per la valutazione del rischio di estinzione. Per l'applicazione a scala non globale, inclusa quella nazionale, esistono delle linee guida ufficiali.

La Convenzione CITES

Gli scimpanzé (Pan troglodytes) sono elencati nell'Appendice I della Convenzione sul Commercio Internazionale delle Specie di Fauna e Flora Selvatiche Minacciate di Estinzione (CITES).

Questo significa che:

  • Il commercio internazionale di scimpanzé e dei loro prodotti derivati (come pelli, ossa, ecc.) è vietato, a meno che non ci sia un'autorizzazione speciale per scopi non commerciali, come la ricerca scientifica.
  • Ogni trasferimento internazionale di scimpanzé deve essere autorizzato con appositi permessi CITES rilasciati dalle autorità nazionali competenti.
  • I paesi aderenti alla CITES sono tenuti a vietare il commercio di scimpanzé e a prendere misure per proteggere queste specie a rischio di estinzione.

Una specie primata a rischio

Le informazioni della Wildlife Justice Commission rivelano una tattica inquietante utilizzata dai trafficanti: l'abuso della documentazione CITES. Permessi falsificati o ottenuti fraudolentemente vengono utilizzati per mascherare il commercio illegale di scimpanzé selvatici come legale. Questo sfruttamento del sistema consente alle reti organizzate di trarne profitto, mentre le popolazioni di scimpanzé selvatici continuano a soffrire. Sussiste l’urgente necessità di rafforzare l’applicazione della legge e di smantellare le reti di traffico che sfruttano questa specie vulnerabile.

Cosa può la cooperazione di polizia?

La cooperazione internazionale di polizia svolge un ruolo importante nella difesa degli scimpanzé, soprattutto per contrastare il bracconaggio e il traffico illegale di questi primati. Ecco alcune delle principali azioni intraprese:

  • Operazioni congiunte transfrontaliere:

Le forze di polizia di diversi paesi coordinano operazioni per individuare e fermare i trafficanti che spostano illegalmente gli scimpanzé attraverso i confini. Vengono effettuati controlli e ispezioni mirate nei porti, negli aeroporti e lungo le rotte di traffico. Scambio di informazioni e intelligence:

Le agenzie di polizia condividono informazioni sui gruppi criminali coinvolti nel traffico di scimpanzé, sulle loro rotte e sui metodi utilizzati. Ciò permette di anticipare e intervenire tempestivamente per sventare i traffici.

  • Formazione e capacity building:

La cooperazione internazionale supporta la formazione degli agenti di polizia locali sui metodi di riconoscimento, cattura e gestione degli scimpanzé. Vengono fornite competenze per indagare e raccogliere prove sui crimini legati al traffico di fauna selvatica. Assistenza legale e giudiziaria:

Quando vengono effettuati arresti, le autorità collaborano per assicurare i trafficanti alla giustizia attraverso procedure legali coordinate. Vengono forniti supporto e consulenza legale per garantire condanne adeguate.

  • Sensibilizzazione e coinvolgimento delle comunità:

Vengono realizzate campagne di sensibilizzazione nelle aree a rischio per scoraggiare la domanda di scimpanzé e altri animali selvatici. Le comunità locali sono coinvolte nella sorveglianza e nella segnalazione di attività sospette. Questa cooperazione internazionale multi-agenzia è fondamentale per contrastare efficacemente il bracconaggio e il traffico illegale degli scimpanzé, contribuendo così alla loro protezione e conservazione.

Risorse per approfondire:

Jane Goodall Institute: www.janegoodall.it World Chimpanzee Day: www.worldchimpanzeeday.org

#scimpanzé #CITES #IUCN #WildlifeJusticeCommission


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I NOSTRI "CUGINI" SCIMPANZé, SPECIE IN PERICOLO.


I NOSTRI “CUGINI” SCIMPANZé, SPECIE IN PERICOLO. COSA PUò FARE LA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE


La Giornata Mondiale degli scimpanzé (World Chimpanzee Day) viene celebrata ogni anno il 14 settembre. È una data dedicata alla sensibilizzazione sull'importanza di proteggere queste specie in via di estinzione; è stata istituita nel 2017 dall'organizzazione internazionale “Jane Goodall Institute” per richiamare l'attenzione sulla situazione critica in cui si trovano le scimmie antropomorfe, in particolare i cebi e i scimpanzé.

Gli scimpanzé condividono circa il 98,7% del loro DNA con gli esseri umani: possono imparare il linguaggio dei segni, risolvere problemi e persino costruire utensili. Eppure, nonostante la loro intelligenza e lo stretto legame con noi, gli scimpanzé sono ora classificati come specie in pericolo nella Lista Rossa (Red List) IUCN, con popolazioni in continuo declino a causa della perdita di habitat e del commercio illegale di fauna selvatica.

La Red List IUCN

L'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN, International Union for Conservation of Nature), fondata oltre 60 anni fa, ha la missione di “influenzare, incoraggiare e assistere le società in tutto il mondo a conservare l'integrità e diversità della natura e di assicurare che ogni utilizzo delle risorse naturali sia equo e ecologicamente sostenibile”. La IUCN conta oggi oltre 1000 membri tra stati, agenzie governative, agenzie non governative e organizzazioni internazionali: in Italia ne fanno parte la Direzione per la Protezione della Natura del Ministero dell'Ambiente, le principali organizzazioni non governative per la protezione dell'ambiente, enti di ricerca e alcune aree protette. Alla IUCN è affiliata una rete di oltre 10000 ricercatori che contribuiscono come volontari alle attività scientifiche e di conservazione. Il mantenimento e l'aggiornamento periodico della IUCN Red List of Threatened Species o Lista Rossa IUCN delle Specie Minacciate (iucnredlist.org) è l'attività più influente condotta dalla Species Survival Commission della IUCN. Attiva da 50 anni, la Lista Rossa IUCN è il più completo inventario del rischio di estinzione delle specie a livello globale. Inizialmente la Lista Rossa IUCN raccoglieva le valutazioni soggettive del livello di rischio di estinzione secondo i principali esperti delle diverse specie. Dal 1994 le valutazioni sono basate su un sistema di categorie e criteri quantitativi e scientificamente rigorosi, la cui ultima versione risale al 2001. Queste categorie e criteri, applicabili a tutte le specie viventi a eccezione dei microorganismi, rappresentano lo standard mondiale per la valutazione del rischio di estinzione. Per l'applicazione a scala non globale, inclusa quella nazionale, esistono delle linee guida ufficiali.

La Convenzione CITES

Gli scimpanzé (Pan troglodytes) sono elencati nell'Appendice I della Convenzione sul Commercio Internazionale delle Specie di Fauna e Flora Selvatiche Minacciate di Estinzione (CITES).

Questo significa che:

  • Il commercio internazionale di scimpanzé e dei loro prodotti derivati (come pelli, ossa, ecc.) è vietato, a meno che non ci sia un'autorizzazione speciale per scopi non commerciali, come la ricerca scientifica.
  • Ogni trasferimento internazionale di scimpanzé deve essere autorizzato con appositi permessi CITES rilasciati dalle autorità nazionali competenti.
  • I paesi aderenti alla CITES sono tenuti a vietare il commercio di scimpanzé e a prendere misure per proteggere queste specie a rischio di estinzione.

Una specie primata a rischio

Le informazioni della Wildlife Justice Commission rivelano una tattica inquietante utilizzata dai trafficanti: l'abuso della documentazione CITES. Permessi falsificati o ottenuti fraudolentemente vengono utilizzati per mascherare il commercio illegale di scimpanzé selvatici come legale. Questo sfruttamento del sistema consente alle reti organizzate di trarne profitto, mentre le popolazioni di scimpanzé selvatici continuano a soffrire. Sussiste l’urgente necessità di rafforzare l’applicazione della legge e di smantellare le reti di traffico che sfruttano questa specie vulnerabile.

Cosa può la cooperazione di polizia?

La cooperazione internazionale di polizia svolge un ruolo importante nella difesa degli scimpanzé, soprattutto per contrastare il bracconaggio e il traffico illegale di questi primati. Ecco alcune delle principali azioni intraprese:

  • Operazioni congiunte transfrontaliere:

Le forze di polizia di diversi paesi coordinano operazioni per individuare e fermare i trafficanti che spostano illegalmente gli scimpanzé attraverso i confini. Vengono effettuati controlli e ispezioni mirate nei porti, negli aeroporti e lungo le rotte di traffico. Scambio di informazioni e intelligence:

Le agenzie di polizia condividono informazioni sui gruppi criminali coinvolti nel traffico di scimpanzé, sulle loro rotte e sui metodi utilizzati. Ciò permette di anticipare e intervenire tempestivamente per sventare i traffici.

  • Formazione e capacity building:

La cooperazione internazionale supporta la formazione degli agenti di polizia locali sui metodi di riconoscimento, cattura e gestione degli scimpanzé. Vengono fornite competenze per indagare e raccogliere prove sui crimini legati al traffico di fauna selvatica. Assistenza legale e giudiziaria:

Quando vengono effettuati arresti, le autorità collaborano per assicurare i trafficanti alla giustizia attraverso procedure legali coordinate. Vengono forniti supporto e consulenza legale per garantire condanne adeguate.

  • Sensibilizzazione e coinvolgimento delle comunità:

Vengono realizzate campagne di sensibilizzazione nelle aree a rischio per scoraggiare la domanda di scimpanzé e altri animali selvatici. Le comunità locali sono coinvolte nella sorveglianza e nella segnalazione di attività sospette. Questa cooperazione internazionale multi-agenzia è fondamentale per contrastare efficacemente il bracconaggio e il traffico illegale degli scimpanzé, contribuendo così alla loro protezione e conservazione.

Risorse per approfondire:

Jane Goodall Institute: www.janegoodall.it World Chimpanzee Day: www.worldchimpanzeeday.org

#scimpanzé #CITES #IUCN #WildlifeJusticeCommission


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The Wallflowers - Glad All Over (2012)


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A sette anni dall' ultima loro pubblicazione “Rebel, Sweetheart”, i Wallflowers tornano con una nuovo lavoro chiamato “Glad All Over”, loro sesto album che segna una decade di esistenza o meglio, di permanenza, nel pianeta musicale. I Wallflowers sono caratterizzati dalla presenza di Jakob Dylan, uno che di canzoni ne “mastica” qualcosa visto che, molto probabilmente, il DNA gioca a suo favore. Ovviamente, l'essere un “songwriting” è nel sangue, i testi ne sono la testimonianza... artesuono.blogspot.com/2014/10…


Ascolta: album.link/i/551052513



noblogo.org/available/the-wall…


The Wallflowers - Glad All Over (2012)


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A sette anni dall' ultima loro pubblicazione “Rebel, Sweetheart”, i Wallflowers tornano con una nuovo lavoro chiamato “Glad All Over”, loro sesto album che segna una decade di esistenza o meglio, di permanenza, nel pianeta musicale. I Wallflowers sono caratterizzati dalla presenza di Jakob Dylan, uno che di canzoni ne “mastica” qualcosa visto che, molto probabilmente, il DNA gioca a suo favore. Ovviamente, l'essere un “songwriting” è nel sangue, i testi ne sono la testimonianza... artesuono.blogspot.com/2014/10…


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Quando l'arte incontra l'arte


L’Arte è la massima espressione dell’intelletto e della creatività umana: riesce a trasmettere concetti e sensazioni universali, pur essendo profondamente segnata dall’unicità individuale dell’artista. Esalta l’anima dell’artefice tanto quanto quella del fruitore, amplificando la propria qualità ed eccezionalità in modo significativo. Il concetto artistico è spesso nobilitato dal proprio tormento e sofferenza, che ne costituiscono l’autenticità più profonda, manifestata come pura emozione. Dolore e passione sono le fonti d’ispirazione più comuni, sebbene ogni artista le declini in modo personale, irripetibile, a volte contraddittorio.Tutto ciò che abbiamo ereditato nei secoli e nei millenni ha radici profonde, radici umane che, nonostante il tempo sia smisurato, saranno sempre valide ed attuali. Si tratta di condizioni scolpite nell’animo di ognuno di noi, portate alla luce da chi crea, da chi compone.

Nella maggior parte dei casi, il primo passo verso la realizzazione di un’opera degna di essere ricordata è proprio il liberarsi di quello stato d’animo controverso e incoerente che spaventa e intimorisce. Per chiarire il concetto, l’artista, è forse l’unica privilegiata persona che Pirandello non avrebbe ricoperto di maschere inutili, ridicole e ipocrite. Una volta liberato, l’artista deve unire alla propria anima, debole e indifesa, la bellezza artistica, l’unicità dell’eccellenza espressiva, creando un connubio eccezionale, comprensibile solo da chi si impegna davvero per coglierlo. Solo così nasce qualcosa di eterno e profondo, personale tanto quanto universale, affascinante e indimenticabile.

L’Artista non deve limitarsi a eseguire, studiare o copiare. Il suo compito più nobile, singolare e importante è cercare la chiave che risolva tutti i quesiti senza risposta, pur non possedendo né la chiave né le risposte, ispirandosi a ciò che è inspiegabile e irrisolvibile, valorizzando l’essenza dell’anima umana, che persiste nella ricerca e non nel traguardo.

Paul Gauguin la cercò, e lo dimostrò nella celebre opera “Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?”. L’Artista sa che potrebbe non essere mai compreso, o esserlo troppo tardi. Sa che forse nemmeno lui riuscirà mai a comprendersi appieno. Ma è proprio l’impegno verso l’indagine emotiva, ideale, utopica o politica a rendere l’opera unica.

Il soggetto preso in considerazione, sia esso l’opera o il suo autore, diventa degno di essere condiviso, vantandosi quindi di essere fonte di ispirazione per chi vuole soffermarsi davvero, e non limitarsi a osservare superficialmente ciò che è esposto. Da quel momento ipotetico, l’Arte diventa eterna.

Secondo alcuni, l’Arte esiste prima ancora di essere ideata: l’Artista deve solo scoprire il canale giusto per farla nascere e vivere, strumentalizzando i propri sentimenti e le proprie emozioni, per poi indirizzarli al soggetto, quasi sempre ispirato da ciò che l’Artista conosce meglio di ogni altra cosa: se stesso.

Così Michelangelo Buonarroti, influenzato dalla filosofia neoplatonica, sosteneva che l’anima della scultura esistesse già nel blocco di marmo: lo scultore si limitava al nobile compito di liberarla, per darle vita e renderla eterna. Questo è il concetto di forma nel contenuto.

L’Arte sopravvive a tutto: millenni infiniti, interminabili guerre, catastrofi, malattie, regimi e ignoranza. È lo specchio di ogni società, il riflesso di ogni passaggio storico, umano ed artificiale. Racchiude in sé la complessità dell’essere universale e le sue peculiarità, abbattendo le barriere dello spazio e del tempo, ovunque ci si trovi nel mondo. Cessa di esistere solo per il singolo individuo, sorpassandolo concettualmente.

Ogni capolavoro diventa un simbolo. Ogni simbolo, nel tempo, diventa più di ciò che era al momento della creazione. Ma senza una folla di seguaci appassionati che crede in ciò che vede e sente, il simbolo perde valore, perde significato.

L’Arte odierna, che a mio avviso si limita a sopravvivere nella nostra contemporaneità, è una strumentalizzazione ignorante ed egoista di ciò che un tempo era eterno e universale, capace di nobilitare l’animo umano. Spesso è diventata solo un mezzo che permette di soddisfare desideri di denaro e notorietà, arricchendosi e costruendo una fama effimera. Un effetto collaterale ancor più dannoso si riflette sulla massa: il cattivo gusto si diffonde, rincoglionendo le menti e canalizzandole verso l’apparenza e l’abitudine, privandole della profondità e condannandole a una pigrizia artistica e a una curiosità misera per ciò che è diverso e sconosciuto. La mancanza di un’estetica collettiva è pericolosa quanto l’ignoranza e la cattiveria.

Prendendo atto di questo, ho coniato (in modo scherzoso, ma non troppo) un termine che accomuni questi pseudo-artisti e imprenditori del vuoto, distinguendoli dai veri geni creativi del passato e raramente del presente: “ARTESISMO”. Il significato è molto semplice, gli Artesisti sono tutti quegli pseudo-imprenditori conformisti che, per emanciparsi e arricchirsi, sfruttano l’Arte come mezzo, per poi minimizzarla non appena hanno ottenuto la notorietà.

Oggi la vera cultura è derisa, sminuita, il valore concettuale e artistico è stato sostituito dal banale, dal facile, dal veloce. La merda è spacciata per oro, l’oro ha perso il suo significato. L’Arte è diventata aperta a tutti. Tutti possono definirsi artisti, ma la maggior parte ha come unica legittimità solo la personale convinzione di esserlo.

Il ruolo del pensatore, in un’epoca superficiale, fittizia e frenetica come la nostra, dovrebbe essere ancora più valorizzato: per riuscire a far collimare l’individuo con il pensiero personale e collettivo, facendo da legante tra il bello e il pragmatico. Il suo grande obiettivo: confermare l’estetica passata e superata, creando le basi per un’estetica futura valida e competitiva. Musica, Pittura, Scultura, Letteratura e Filosofia creano, in ogni contesto storico, una rete culturale illimitata, nei contenuti e nella loro immortalità, percepita solo da chi si eleva al di sopra della mediocrità collettiva.

L’Arte, come il buon gusto, si comprende soprattutto attraverso l’abitudine al bello e la riflessione sulle emozioni che esalta, questo è il motivo per il quale l’Estetica di Kant, che un tempo si riteneva innata e universale, è oggi messa in grave pericolo da un’epoca opportunista e povera di valori umani.

Se oggi riuscissimo a coltivare questo vacillante, delicato ed indispensabile aspetto, potremmo ancora sperare nella nascita di qualcosa di valido e capace di durare nel tempo. Ma se l’Arte continuerà a essere sostituita da Artesismi e Artesisti, per questioni di vendibilità e profitto, non sapremo più riconoscere e comprendere l’importanza del passato. Perderemo la capacità di comprendere il motivo per cui tanti appassionati vivono con nostalgia il ricordo tangibile di epoche perdute, da preservare e da tramandare di generazione in generazione.

Questo possibile scenario futuro, lo identifico senza alcuna ironia come “morte dell’anima”. La morte dell’anima umana, scambiata per qualcos’altro.


noblogo.org/disattualizzando/a…


Mumford & Sons – Babel (2012)


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Ormai sono acclamati come rock star, ma guardateli in copertina: più facile scambiarli per impiegati in relax dopolavoristico. O in un gruppo di buskers di classe media, con le custodie degli strumenti appoggiate per strada. Il verdetto di “Babel”, secondo album dei lanciatissimi Mumford & Sons , è più che confortante. Se non la fantasia, i quattro ragazzi di West London hanno portato al potere passione, semplicità, una ventata di freschezza e di irresistibile comunicativa... rockol.it/recensioni-musicali/…


Ascolta: album.link/i/1440810431



noblogo.org/available/mumford-…


Mumford & Sons – Babel (2012)


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Ormai sono acclamati come rock star, ma guardateli in copertina: più facile scambiarli per impiegati in relax dopolavoristico. O in un gruppo di buskers di classe media, con le custodie degli strumenti appoggiate per strada. Il verdetto di “Babel”, secondo album dei lanciatissimi Mumford & Sons , è più che confortante. Se non la fantasia, i quattro ragazzi di West London hanno portato al potere passione, semplicità, una ventata di freschezza e di irresistibile comunicativa... rockol.it/recensioni-musicali/…


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✍️ È una domenica di Luglio, pensieri, attese, conferme, speranze, illusioni e delusioni! Vorrei scrivere, raccontare, ma poi come adesso, le parole ci sono, ma arrivano e scappano via, i pensieri corrono veloci, confusi e a volte strani! Il tempo passa, scorre, vedo e
catturo albe, tramonti, la mia luna, ne faccio immagini mie, riempio memoria, cuore, e quella voglia di fermare o rallentare il tempo, il mio tempo.. Aspetto conferme, speranze, parole che appaiono lontano, ma che darebbero pace ai miei pensieri e un po' di respiro al mio cuore! Così aspetto, lascio che questo tempo passi e quel giorno tanto atteso, quando arriverà, sarà uguale ad altri, diverso, ma forse nuovo, sarà un nuovo inizio comunque, nel bene, nel male, in una nuova attesa o percorso! In questo tempo di attesa, devo essere io a rallentare, ad isolare pensieri, a colmare vuoti, assenze, ma soprattutto devo ascoltare me stessa, la mia voce, il mio cuore, le mie ferite e pensare che quella cicatrice, rappresenta e mi rappresenta e sarà sempre un punto di partenza, una rinascita e forza, per continuare ad affrontare ogni giorno paure, dubbi, fragilità, che questa lotta al mio piccolo, grande ospite, ha lasciato! Così rallento, metto in pausa quella me, che nonostante tutto cerca conforto, presenza e normalità e aspetto di ritrovarmi, di ritrovare quella serenità, quella normalità, che spesso, volutamente, metto in pausa, per inseguire, cercare, chi forse, in questo momento non crede, in me, in noi.. Aspetto e osservando la luna, mi concedo un respiro diverso, silenzioso, lascio che il cinguettio si diffonda tra i miei pensieri e che il vento li porti via lontano, lontano...


noblogo.org/bymarty/e-una-dome…


Pensieri su una partita a Mage: The Awakening


Io e il Mondo di Tenebra


Per essere un nerdacchione zillenial, sono un po' atipico: giocare di ruolo al tavolo e dal vivo mi piace tantissimo, ma il mio imprinting ludico è stato praticamente subito con quelli che io chiamo i “GDR d'essai per zecche finocchie”, partendo da Dungeon World e poi escalando sempre più verso Trollbabe, Archipelago, e i LARP di gangster inetti che dissanguano in macchina o di famiglie che esplodono per i non-detti. Rispetto alla media ho giocato poco a Dungeons & Dragons (spizzichi e bocconi di 3.5 e di 5), ma ancora meno al Mondo di Tenebra: un'unica partita atroce a Vampire: The Masquerade quando avevo 18 anni, ovviamente storpiato in un Grand Theft Auto: Vampire City nel quale una banda di ganster vampiri compivano atti di vandalismo aleatorio grazie ai POTERI MAGGGICI. Era da almeno 10 anni, però, che volevo rifarmi la bocca con i miei amici di buon gusto presibbene o con Vampire e Werewolf, o con Mage e Demon, ma alla fin fine la nuova occasione è arrivata adesso, grazie a un diverso amico di buon gusto (molto più recente!) che mi ha proposto una sua hack di Mage: The Awakening.

Logo di *Mage: The Awakening*

Giocare a meccaniche coperte


Non intendo parlare troppo della regole “parametriche”, perché il mio amico (persona dai molti nomi, io fra i vari uso Shaggy) ha fatto un lavoro egregio di sfrondamento e razionalizzazione delle meccaniche, ed è giusto che lo commenti lui un domani. Mi sento solo di esporre che ha ottimizzato la struttura del Nuovo Mondo di Tenebra prendendo spunto dal filone di design che da The Pool ha prodotto direttamente The Shadow of Yesterday e Fate, è deviato indirettamente sui Powered by the Apocalypse e si è ricongiunto a sé stesso nei Forged in the Dark. In sostanza, risoluzione a obiettivi, sistema misto di statistiche fisse e tratti, risorse spendibili per intervenire sull'alea e ricaricabili tramite impiego di spunti narrativi; tutto liscio come l'olio. Ciò che mi ha affascinato, è che Shaggy ci tiene molto a coltivare la dimensione di “orrore personale” che dovrebbe rappresentare il cuore dell'esperienza Mondo di Tenebra, pertanto abbiamo giocato in modalità 1-a-1 e, soprattutto, a informazioni coperte: io ho iniziato il gioco creando unicamente il lato umano del mio personaggio, il comune mortale immerso in una vita mondana, e la partita introduttiva si è imperniata sul Risveglio delle facoltà magiche del protagonista (l'awakening del titolo), andando così a costituire sia un tutorial graduale delle regole sia, nella diegesi, l'esposizione del personaggio principale a un mistero numinoso e perturbante, mistero che è tale anche per me giocatore, che non conosco la cosmologia e metafisica alla base di questo mondo immaginario. Come Shaggy mi ha candidamente esplicitato, questa modalità ha senso solo alla primissima partita a Mage di una persona, perché poi la discrasia di informazioni note fra personaggio fittizio e giocatore reale la renderebbe una noia mortale senza alcun pathos, ma per parte mia l'essere un'esperienza una tantum non la rende meno degna del mio tempo; anzi, penso si tratti del primo caso in cui mi sto godendo un GDR “tradizionale” a informazioni così cospicuamente asimmetriche, perché la diegesi in cui stiamo giocando e la sua parametrizzazione si prestano molto bene allo scopo. È stato emozionante aggiungere di botto alla mia scheda personaggio le prime statistiche magiche, non sapere ancora come funzionino, e farci i primissimi esperimenti per raccapezzarmi: empatia a mille con lo sbigottimento e la curiosità del mio buon protagonista, e piena percezione del senso di ascesi gnostica che Shaggy mi ha pronosticato.

Qualche considerazione più ampia


Innanzitutto, dopo tre anni che gioco a LARP monosessione, sono abituatissimo alle schede di personaggio modulari in cui le varie parti si sbloccano col progredire della partita e forniscono nuove informazioni da portare in scena, giocando anche sulla discrasia fra ciò che io giocatore so, come decido che il mio personaggio lo vive, e cosa e come farò agire al personaggio. È però la prima volta che vedo questa dinamica applicata a un GDR cartaceo, e l'ho trovata così piacevole che spero qualche designer ci abbia pensato prima di Shaggy, auspicabilmente congegnando dei meccanismi di “temporizzazione” per cui lo sblocco delle nuove meccaniche sia drammaturgicamente sensato, e non totalmente arbitrario a discrezione del Narratore (del resto i buchi regolistici di discrezionalità, notoriamente, sono il fattore più frequente di instabilità nei giochi con Game Master). Così su due piedi non saprei certo pensare a esperienze ludiche in cui questa dinamica risulti automaticamente adatta, però non dubito che ne esistano, e di sicuro mi incuriosirebbe esperirne e metterle a confronto. In secondo luogo, mi ha parecchio sorpreso che sotto due diverse prospettive questa partita si ricolleghi a riflessioni sulla natura del GDR (o meglio, delle correnti interne al medium GDR) che ho letto di gusto di recente sul blog Taskerland scoperto grazie a quella benedizione che è Mastodon:

  • Questo articolo tratta di come i GDR, per ovvie ragioni storiche, siano quasi intrinsecamente radicati nell'immaginario delle narrative di genere, e questo rappresenti una soglia d'ingresso in più. La cosa mi tocca, perché nel comporre il mio personaggio di Mage ho cercato deliberatamente di mettere assieme un individuo lontano da me, terribilmente “Italiano medio”, quindi del tutto impreparato a livello di cultura pregressa ed immaginario ad esperire il sovrannaturale, laddove io ho come mio interesse assorbente la storia delle religioni e dell'occultismo. Lo sforzo deliberato di recitare una persona normale schiaffata in un contesto fantastico, e di farla agire senza sistematizzare il sovrannaturale in paradigmi di senso pregressi, è un esercizio stimolante.
  • A cavallo fra questo e quest'altro articolo, si tratteggia un gusto per il GDR caratteristico dell'Europa francofona alla fine del secolo scorso: il Jeux d'Ambience in cui i personaggi sono figure verisimili connotate essenzialmente dalla propria professione e status sociale, vengono posti davanti a una comunità (anche in senso lato) attraversata da tensioni, faide, complicazioni e quant'altro, e i giocatori devono fare interfacciare i personaggi con tale comunità anche nelle minuzie della vita quotiiana, tendenzialmente partecipando a un conflitto centrale di tipo giallistico. Una modalità ludica esemplata da Call of Cthulhu, non da un D&D allora irreperibile in Francia, e quindi ben antecedente l'esperienza ludica ricercata dal Mondo di Tenebra, ma ad essa accomunato da due fattori:
    • L'abitudine di nascondere ai giocatori tutte le regole di parametrizzazione, demandate unicamente al narratore, per introiettarli a giocare in modalità freeform. Che è diverso dall'emersione organica dei sistemi di regole, e secondo me meno interessante, ma presenta un'affinità concettuale di fondo.
    • La prospettiva narratologica da “romanzo borghese” in cui i personaggi giocati non sono eroi di romanzo d'avventura, più o meno fantastici e più o meno orientati alla sublimazione di fantasie di potere fanciullesche (dal pistolero spaziale al mago signore degli elementi), bensì figure umane realistiche e radicate nelle proprie comunità, che con i propri mezzi mondani affrontano (e neanche sempre) una minaccia latente paranormale. E se questa minaccia da esterna diventa interna, ecco emergere l'intimo orrore promesso dai giochi del Mondo di Tenebra.



Conclusioni per oggi


Voglio andare da qualche parte, con questi miei pensieri? Nah, solo renderli pubblici e sollevare riflessioni e domande a chi legge, come ho promesso nella dichiarazione d'intenti del blog. Forse ne terrò conto per i miei (pochi) progettini di design nel cassetto, forse orienterà le mie prossime partite alle convention, forse resteranno elucubrazioni per il piacere di farle. So solo che spero che Shaggy abbia presto disponibilità per continuare la partita, perché ho concluso stipulando il primo accordo magico del mio Mago con un essere spiritico. E voglio vedere cosa posso farne.


log.livellosegreto.it/cretinod…


Mark Lanegan Band - Blues Funeral (2012)


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“Passano gli anni, ma otto son lunghi...” cantava il molleggiato. Tanti ne sono passati da “Bubblegum”, ultimo lavoro a firma di Mark Lanegan, e tanti ne ha passati il nostro tra collaborazioni con gli amici QOTSA, duetti con la dolce Isobel Campbell, side projects con l'amico Greg Dulli (Gutter Twins e Twilight Singers) o “prestazioni di servizio” per altri, dando adito a tutta una serie di critiche e frecciatine sulla sua poca ispirazione o sul suo continuo prestarsi come fosse diventato ormai solo un buon gregario... ondarock.it/recensioni/2012_la…


Ascolta: album.link/i/483136233



noblogo.org/available/mark-lan…


Mark Lanegan Band - Blues Funeral (2012)


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“Passano gli anni, ma otto son lunghi...” cantava il molleggiato. Tanti ne sono passati da “Bubblegum”, ultimo lavoro a firma di Mark Lanegan, e tanti ne ha passati il nostro tra collaborazioni con gli amici QOTSA, duetti con la dolce Isobel Campbell, side projects con l'amico Greg Dulli (Gutter Twins e Twilight Singers) o “prestazioni di servizio” per altri, dando adito a tutta una serie di critiche e frecciatine sulla sua poca ispirazione o sul suo continuo prestarsi come fosse diventato ormai solo un buon gregario... ondarock.it/recensioni/2012_la…


Ascolta: album.link/i/483136233


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Forgejo con Docker: Git self-hosted senza fronzoli


Da tempo utilizzo Git per gestire i miei progetti personali, sia software che di configurazione. Per anni mi sono affidato al pc di qualcunaltro (es: Gitlab o GitHub), ma la dipendenza da un servizio centralizzato, per quanto comodo, inizia a starmi stretta. Così ho cercato una soluzione più allineata alla mia filosofia: Forgejo, un fork comunitario di Gitea, leggero e facilmente self-hostabile.

Forgejo

Perché Forgejo


Forgejo nasce da una comunità che punta alla trasparenza e all’autonomia, senza il rischio che un progetto venga assorbito o piegato a logiche commerciali. La compatibilità con Gitea è totale, e i requisiti minimi lo rendono perfetto per VPS o server casalinghi.

Veniamo subito al dunque e facciamolo partire, cosi potremo provarlo con mano!


Setup con Docker


Ci affidiamo a Docker Compose, cosi con un solo file di configurazione abbiamo tutto il necessario.

docker-compose.yaml
services:
  forgejo:
    image: codeberg.org/forgejo/forgejo:latest
    container_name: forgejo
    restart: always
    environment:
      - USER_UID=1000
      - USER_GID=1000
    volumes:
      - ./data:/data
      - /etc/timezone:/etc/timezone:ro
      - /etc/localtime:/etc/localtime:ro
      - ./robots.txt:/data/gitea/public/robots.txt:ro
    expose:
      - "3000"
    networks:
      - forgejo_net

networks:
  forgejo_net:
    driver: bridge

Reverse Proxy


E' possibile usare il web server che preferiamo, come ad esempio traefik, caddy, apache o nginx, in questo articolo vedremo un esempio con quest'ultimo.

Qui una configurazione base con https (via Let's Encrypt, gestito esternamente):

/etc/nginx/sites-available/forgejo.conf

server {
    listen 80;
    server_name git.miodominio.it;

    return 301 https://$host$request_uri;
}

server {
    listen 443 ssl;
    server_name git.miodominio.it;

    ssl_certificate /etc/letsencrypt/live/git.miodominio.it/fullchain.pem;
    ssl_certificate_key /etc/letsencrypt/live/git.miodominio.it/privkey.pem;

    location / {
        proxy_pass http://localhost:3000;
        proxy_set_header Host $host;
        proxy_set_header X-Real-IP $remote_addr;
        proxy_set_header X-Forwarded-For $proxy_add_x_forwarded_for;
        proxy_set_header X-Forwarded-Proto $scheme;
    }
}

Dopo aver creato il file, attivare con:
ln -s /etc/nginx/sites-available/forgejo.conf /etc/nginx/sites-enabled/
nginx -t && systemctl reload nginx

Backup automatico


Il backup rappresenta un step fondamentale del nostro setup, conviene implementarne subito uno all'avvio del servizio, cosi non ce ne dimenticvheremo e terremo i nostri dati al sicuro. Ricordiamoci che qui salveremo il risultato di diverse ore di programmazione, studio e prove!

I nostri dati si trovano nel volume data di cui sopra, quindi sarà sufficiente salvare il docker file e la directory data. Io consiglio di usare #borg ma potete usare il softwsre che preferite, trovo particolarmente utile aggiungere questa nuova directory alle procedure di salvataggio che sicuremante avrete già per tutto il resto. (se non le avete potete anche smettere di leggere questo blog, tornate quando ne avrete implementata una).


Configurazioni iniziali


A questo punto, dopo l'installazione, non ci resta che accedere via web al nostro software e fare le prime configurazioni. È possibile creare utenti, organizzazioni, concedere permessi e creare tutti i repository che si desiderano.

Ciascun progetto può essere impostato ad accesso privatp o pubblico.

In questo modo sarà semplicissimo collaborare in più persone allo stesso progetto, tenendo traccia delle varie modifiche.

Infine è anche possibile importare direttamente altri repository git.

Runner e Action


Forgejo, essendo un fork di Gitea, supporta un sistema di CI/CD integrato chiamato Actions, simile a GitHub Actions, e permette di eseguire job di build o deploy tramite runner personalizzati.

Io stesso ne faccio uso, è uno dei motivi per cui mi sto trovando benissimo con forgejo! Ho varie configurazione a seconda del progetto ospitato, ma essenzialmente queste si occupano di effettuare il “deploy” del codice, cioé copiano a destinazione (server di sviluppo o di produzione a seconda dei casi), il codice modificato, cosi che sia pronto all'uso. In questo modo, grazie alla history di git, sarà sempre possibile tornare indietro, nonché tenere traccia delle modifiche nel tempo.

Come funziona


Le Actions sono definite da file YAML nei repository (.forgejo/workflows/), e possono contenere job con step eseguiti su runner registrati.

I runner sono agent installati su macchine (stessa VPS o remote), che si collegano al server Forgejo e attendono job da eseguire.

Una volta definita la condizione scatenante (es: commit su ramo main, rilascio di una nuova versione, ecc) partirà il worksflow che abbiamo definito, con la possibilità di verificarne lo stato di esecuzione in tempo reale. Infine è anche possibile andare a vedere i log delle esecuzione precedenti.

All'interno di una action si possono usare #secret e #variabili, in modo da poter riusare il codice della action e allo stesso tempo mantenere al sicuro le credenziali.

Setup runner base


Vediamo come creare un nuovo runner, passo passo:

export RUNNER_VERSION=$(curl -X 'GET' https://data.forgejo.org/api/v1/repos/forgejo/runner/releases/latest | jq .name -r | cut -c 2-)
wget -O forgejo-runner https://code.forgejo.org/forgejo/runner/releases/download/v${RUNNER_VERSION}/forgejo-runner-${RUNNER_VERSION}-linux-amd64
chmod +x forgejo-runner
sudo mv forgejo-runner /usr/local/bin/forgejo-runner
sudo useradd -m -s /bin/bash forgejo-runner
sudo usermod -aG docker forgejo-runner

Rechiamoci sull'interfaccia web di Forgejo:Forgejo > Repository > Settings > Actions > Runners > “Generate new token”
sudo -i -u forgejo-runner
forgejo-runner register
Avvio automatico del runner


Io ho usato uno script systemd per l'avvio automatico, ve lo riporto di seguito

sudo echo "
[Unit]
Description=Forgejo Act Runner
After=network.target docker.service
Requires=docker.service

[Service]
User=forgejo-runner
Group=forgejo-runner
ExecStart=/usr/local/bin/forgejo-runner daemon
Restart=always
WorkingDirectory=/home/forgejo-runner

[Install]
WantedBy=multi-user.target" > /etc/systemd/system/forgejo-runner.service

sudo systemctl daemon-reload
sudo systemctl enable forgejo-runner
sudo systemctl start forgejo-runner
systemctl status forgejo-runner

Vantaggi in breve


  • Repository del proprio codice, diviso come si preferisce: singoli progetti, organizzazioni, ecc.
  • Possibilità di creare utenti per collaboratori/amici con controllo sugli accessi/permessi.
  • Automatizzo test, build, deploy senza dipendere da servizi esterni.
  • Nessuna dipendenza da fornitori terzi e nessun limite di spazio, esecuzioni, personalizzazioni.
  • Versionamento del codice, e nel caso di ci/cd garanzia di riproducibilità
  • Pocchissime risorse necessarie lato server
  • Vuoi mettere quanto è figo avere il proprio servizio di versionamento?


Uso quotidiano


Forgejo supporta #git via #ssh, Web UI e #webhooks. Ho configurato alcuni repository con CI locale usando le Actions e i runner integrati. L’interfaccia è leggera e pulita, senza funzionalità inutili.

Conclusioni


Forgejo è una soluzione Git solida, coerente con un approccio decentralizzato. Semplice da gestire, veloce da installare, e adatta anche per chi – come me – preferisce sapere dove stanno i propri dati. Per ora lo utilizzo solo per progetti personali, ma potrei iniziare a usarlo anche per collaborazioni future.

Non vi resta che provarlo, fatemi sapere le vostre impressioni con un commento nel #fediverso su questo articolo.

#git #forgejo #action #code #programmi #cicd #gitea #runner #selfhosting #selfhost #nocloud

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Articolo pubblicato con licenza CC BY-NC-SA


blog.agostinelli.eu/forgejo-co…


Forgejo con Docker: Git self-hosted senza fronzoli


Da tempo utilizzo Git per gestire i miei progetti personali, sia software che di configurazione. Per anni mi sono affidato al pc di qualcunaltro (es: Gitlab o GitHub), ma la dipendenza da un servizio centralizzato, per quanto comodo, inizia a starmi stretta. Così ho cercato una soluzione più allineata alla mia filosofia: Forgejo, un fork comunitario di Gitea, leggero e facilmente self-hostabile.

Forgejo

Perché Forgejo


Forgejo nasce da una comunità che punta alla trasparenza e all’autonomia, senza il rischio che un progetto venga assorbito o piegato a logiche commerciali. La compatibilità con Gitea è totale, e i requisiti minimi lo rendono perfetto per VPS o server casalinghi.

Veniamo subito al dunque e facciamolo partire, cosi potremo provarlo con mano!


Setup con Docker


Ci affidiamo a Docker Compose, cosi con un solo file di configurazione abbiamo tutto il necessario.

docker-compose.yaml
services:
  forgejo:
    image: codeberg.org/forgejo/forgejo:latest
    container_name: forgejo
    restart: always
    environment:
      - USER_UID=1000
      - USER_GID=1000
    volumes:
      - ./data:/data
      - /etc/timezone:/etc/timezone:ro
      - /etc/localtime:/etc/localtime:ro
      - ./robots.txt:/data/gitea/public/robots.txt:ro
    expose:
      - "3000"
    networks:
      - forgejo_net

networks:
  forgejo_net:
    driver: bridge

Reverse Proxy


E' possibile usare il web server che preferiamo, come ad esempio traefik, caddy, apache o nginx, in questo articolo vedremo un esempio con quest'ultimo.

Qui una configurazione base con https (via Let's Encrypt, gestito esternamente):

/etc/nginx/sites-available/forgejo.conf

server {
    listen 80;
    server_name git.miodominio.it;

    return 301 https://$host$request_uri;
}

server {
    listen 443 ssl;
    server_name git.miodominio.it;

    ssl_certificate /etc/letsencrypt/live/git.miodominio.it/fullchain.pem;
    ssl_certificate_key /etc/letsencrypt/live/git.miodominio.it/privkey.pem;

    location / {
        proxy_pass http://localhost:3000;
        proxy_set_header Host $host;
        proxy_set_header X-Real-IP $remote_addr;
        proxy_set_header X-Forwarded-For $proxy_add_x_forwarded_for;
        proxy_set_header X-Forwarded-Proto $scheme;
    }
}

Dopo aver creato il file, attivare con:
ln -s /etc/nginx/sites-available/forgejo.conf /etc/nginx/sites-enabled/
nginx -t && systemctl reload nginx

Backup automatico


Il backup rappresenta un step fondamentale del nostro setup, conviene implementarne subito uno all'avvio del servizio, cosi non ce ne dimenticvheremo e terremo i nostri dati al sicuro. Ricordiamoci che qui salveremo il risultato di diverse ore di programmazione, studio e prove!

I nostri dati si trovano nel volume data di cui sopra, quindi sarà sufficiente salvare il docker file e la directory data. Io consiglio di usare #borg ma potete usare il softwsre che preferite, trovo particolarmente utile aggiungere questa nuova directory alle procedure di salvataggio che sicuremante avrete già per tutto il resto. (se non le avete potete anche smettere di leggere questo blog, tornate quando ne avrete implementata una).


Configurazioni iniziali


A questo punto, dopo l'installazione, non ci resta che accedere via web al nostro software e fare le prime configurazioni. È possibile creare utenti, organizzazioni, concedere permessi e creare tutti i repository che si desiderano.

Ciascun progetto può essere impostato ad accesso privatp o pubblico.

In questo modo sarà semplicissimo collaborare in più persone allo stesso progetto, tenendo traccia delle varie modifiche.

Infine è anche possibile importare direttamente altri repository git.

Runner e Action


Forgejo, essendo un fork di Gitea, supporta un sistema di CI/CD integrato chiamato Actions, simile a GitHub Actions, e permette di eseguire job di build o deploy tramite runner personalizzati.

Io stesso ne faccio uso, è uno dei motivi per cui mi sto trovando benissimo con forgejo! Ho varie configurazione a seconda del progetto ospitato, ma essenzialmente queste si occupano di effettuare il “deploy” del codice, cioé copiano a destinazione (server di sviluppo o di produzione a seconda dei casi), il codice modificato, cosi che sia pronto all'uso. In questo modo, grazie alla history di git, sarà sempre possibile tornare indietro, nonché tenere traccia delle modifiche nel tempo.

Come funziona


Le Actions sono definite da file YAML nei repository (.forgejo/workflows/), e possono contenere job con step eseguiti su runner registrati.

I runner sono agent installati su macchine (stessa VPS o remote), che si collegano al server Forgejo e attendono job da eseguire.

Una volta definita la condizione scatenante (es: commit su ramo main, rilascio di una nuova versione, ecc) partirà il worksflow che abbiamo definito, con la possibilità di verificarne lo stato di esecuzione in tempo reale. Infine è anche possibile andare a vedere i log delle esecuzione precedenti.

All'interno di una action si possono usare #secret e #variabili, in modo da poter riusare il codice della action e allo stesso tempo mantenere al sicuro le credenziali.

Setup runner base


Vediamo come creare un nuovo runner, passo passo:

export RUNNER_VERSION=$(curl -X 'GET' https://data.forgejo.org/api/v1/repos/forgejo/runner/releases/latest | jq .name -r | cut -c 2-)
wget -O forgejo-runner https://code.forgejo.org/forgejo/runner/releases/download/v${RUNNER_VERSION}/forgejo-runner-${RUNNER_VERSION}-linux-amd64
chmod +x forgejo-runner
sudo mv forgejo-runner /usr/local/bin/forgejo-runner
sudo useradd -m -s /bin/bash forgejo-runner
sudo usermod -aG docker forgejo-runner

Rechiamoci sull'interfaccia web di Forgejo:Forgejo > Repository > Settings > Actions > Runners > “Generate new token”
sudo -i -u forgejo-runner
forgejo-runner register
Avvio automatico del runner


Io ho usato uno script systemd per l'avvio automatico, ve lo riporto di seguito

sudo echo "
[Unit]
Description=Forgejo Act Runner
After=network.target docker.service
Requires=docker.service

[Service]
User=forgejo-runner
Group=forgejo-runner
ExecStart=/usr/local/bin/forgejo-runner daemon
Restart=always
WorkingDirectory=/home/forgejo-runner

[Install]
WantedBy=multi-user.target" > /etc/systemd/system/forgejo-runner.service

sudo systemctl daemon-reload
sudo systemctl enable forgejo-runner
sudo systemctl start forgejo-runner
systemctl status forgejo-runner

Vantaggi in breve


  • Repository del proprio codice, diviso come si preferisce: singoli progetti, organizzazioni, ecc.
  • Possibilità di creare utenti per collaboratori/amici con controllo sugli accessi/permessi.
  • Automatizzo test, build, deploy senza dipendere da servizi esterni.
  • Nessuna dipendenza da fornitori terzi e nessun limite di spazio, esecuzioni, personalizzazioni.
  • Versionamento del codice, e nel caso di ci/cd garanzia di riproducibilità
  • Pocchissime risorse necessarie lato server
  • Vuoi mettere quanto è figo avere il proprio servizio di versionamento?


Uso quotidiano


Forgejo supporta #git via #ssh, Web UI e #webhooks. Ho configurato alcuni repository con CI locale usando le Actions e i runner integrati. L’interfaccia è leggera e pulita, senza funzionalità inutili.

Conclusioni


Forgejo è una soluzione Git solida, coerente con un approccio decentralizzato. Semplice da gestire, veloce da installare, e adatta anche per chi – come me – preferisce sapere dove stanno i propri dati. Per ora lo utilizzo solo per progetti personali, ma potrei iniziare a usarlo anche per collaborazioni future.

Non vi resta che provarlo, fatemi sapere le vostre impressioni con un commento nel #fediverso su questo articolo.

#git #forgejo #action #code #programmi #cicd #gitea #runner #selfhosting #selfhost #nocloud

Seguimi su mastodon: @magostinelli@mastodon.uno

Articolo pubblicato con licenza CC BY-NC-SA



Mark Knopfler – Privateering (2012)


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È capitato poco tempo fa. Era il tour che Mark Knopfler ha condiviso con Bob Dylan, un connubio che ritrovava l’intesa (artistica) dopo anni di distanza e pacifico armistizio. Sentire voci scontente dopo il concerto di Mark Knopfler:” Ma come? Solo due canzoni dei Dire Straits? Che delusione!”. Eppure il concerto era stato splendido. Le sue canzoni della carriera solista, estrapolate da quasi quindici dischi (comprese le numerose colonne sonore) suonate e cantate con cristallina limpidezza insieme ad una grande band che comprende Guy Fletcher alle tastiere, anche co-produttore, l’unico superstite dei Dire Straits. Un vero piacere per le orecchie. Eppure... impattosonoro.it/2012/09/12/re…


Ascolta: album.link/i/1440871839



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Mark Knopfler – Privateering (2012)


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È capitato poco tempo fa. Era il tour che Mark Knopfler ha condiviso con Bob Dylan, un connubio che ritrovava l’intesa (artistica) dopo anni di distanza e pacifico armistizio. Sentire voci scontente dopo il concerto di Mark Knopfler:” Ma come? Solo due canzoni dei Dire Straits? Che delusione!”. Eppure il concerto era stato splendido. Le sue canzoni della carriera solista, estrapolate da quasi quindici dischi (comprese le numerose colonne sonore) suonate e cantate con cristallina limpidezza insieme ad una grande band che comprende Guy Fletcher alle tastiere, anche co-produttore, l’unico superstite dei Dire Straits. Un vero piacere per le orecchie. Eppure... impattosonoro.it/2012/09/12/re…


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Willie Nelson - Heroes (2012)


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Willie Nelson la voce. Chi “mastica” un po' di musica sa che Willie Nelson è una vera istituzione, una delle colonne portanti del panorama country. La sua è una carriera molto prolifica, con i suoi quasi ottant'anni infatti, nel suo portafoglio si trovano oltre sessanta album di cui una decina dal vivo che volendo fare una media è quasi vicino ad un disco all'anno, una “cifra” che molto probabilmente lo candida nel podio dei più attivi. In questo suo incredibile catalogo Nelson oltre ad aver riscosso parecchi premi (una quarantina circa) ha conosciuto il successo di critica e commerciale ed è stato spesso in cima alle classifiche di vendita, ma, nonostante questo, quello che lo ha sempre contraddistinto è la sua coerenza ed etica musicale. Anche se per definizione Nelson è un artista country, la sua musica è stata un caleidoscopio di influenze sonore, dal blues al folk, dal rock'n'roll a collaborazioni variegate, tutte e comunque sempre ispirate e non banali... artesuono.blogspot.com/2014/10…


Ascolta: album.link/i/515411344



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Willie Nelson - Heroes (2012)


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Willie Nelson la voce. Chi “mastica” un po' di musica sa che Willie Nelson è una vera istituzione, una delle colonne portanti del panorama country. La sua è una carriera molto prolifica, con i suoi quasi ottant'anni infatti, nel suo portafoglio si trovano oltre sessanta album di cui una decina dal vivo che volendo fare una media è quasi vicino ad un disco all'anno, una “cifra” che molto probabilmente lo candida nel podio dei più attivi. In questo suo incredibile catalogo Nelson oltre ad aver riscosso parecchi premi (una quarantina circa) ha conosciuto il successo di critica e commerciale ed è stato spesso in cima alle classifiche di vendita, ma, nonostante questo, quello che lo ha sempre contraddistinto è la sua coerenza ed etica musicale. Anche se per definizione Nelson è un artista country, la sua musica è stata un caleidoscopio di influenze sonore, dal blues al folk, dal rock'n'roll a collaborazioni variegate, tutte e comunque sempre ispirate e non banali... artesuono.blogspot.com/2014/10…


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DROGA DAL SUD AMERICA IN ITALIA: SPUNTA L'INTESA TRA 'NDRANGHETA E MAFIA ALBANESE


I #Carabinieri del #ROS (Raggruppamento Operativo speciale) – col supporto in fase esecutiva dei Comandi provinciali dell’Arma territorialmente competenti e dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria” – hanno eseguito nelle aree di Roma, Reggio Calabria, Catanzaro, Cosenza, L’Aquila, Latina e Pistoia una misura cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale capitolino, su richiesta della Procura Distrettuale.

Interessati 28 indagati italiani e albanesi, gravemente indiziati di aver preso parte ad un’associazione criminale di matrice ‘ndranghetista, con base a Roma ed operante nell’intero territorio nazionale.

Il provvedimento si basa sugli elementi acquisiti dal ROS, nell’ambito di indagini dirette dalla Procura della Repubblica – DDA – presso il Tribunale di Roma, su un 57 enne calabrese, già precedentemente condannato in via definitiva per la violazione dell’art. 416 bis Codice Penale, quando fu ritenuto elemento apicale della “locale dii 'ndrangheta” di Volpiano (Torino), promanazione di quella di Platì (Reggio Calabria).

L’uomo, trasferitosi a Roma agli inizi degli anni 2000, aveva assunto il controllo del quartiere capitolino di San Basilio, promuovendo la nascita di un’associazione composta, tra gli altri, anche dai tre figli, con legami stabili con una paritetica struttura criminale albanese, utilizzata per gli aspetti logistici (estrazione dei carichi dai porti spagnoli e olandesi nonché per il successivo trasporto) e per lo smercio del narcotico in altre zone della Capitale.

La cocaina veniva acquisita in Sud America e fatta giungere, tramite container in alcuni porti della Spagna, a Rotterdam (Olanda) e a quello di Gioia Tauro (Reggio Calabria), anche sfruttando l’interazione con altri broker calabresi, per poi giungere sul mercato romano dove veniva smerciata al dettaglio.

Nel complesso sono stati contestati agli indagati 80 capi di imputazione per operazioni di traffico per oltre 1 tonnellata di cocaina e per 1.497 chili di hashish, nonché un episodio di tortura aggravata dal metodo mafioso, contestato a 4 indagati italiani, gravemente indiziati di avere privato della libertà personale uno spacciatore, cagionandogli sofferenze fisiche e un trauma psichico. Le torture inferte, secondo l’accusa, sono state riprese con un telefonino, per diffonderne successivamente il video al fine di generare nella vittima e nei soggetti dediti alle attività di smercio di sostanze stupefacente in zona San Basilio, sentimenti di paura, omertà e assoggettamento al volere del gruppo criminale.

Il complesso scenario emergente dall’attività investigativa ha consentito di accertare l’impiego sistematico da parte degli indagati di sofisticati sistemi criptofonici utilizzati per le comunicazioni operative e per eludere le attività di controllo. Tali dispositivi venivano approvvigionati attraverso una vera e propria centrale di smistamento, individuata a Roma e facente capo ad un 46enne albanese colpito anch’egli dalla misura cautelare per aver concorso nell’associazione.

L’attività investigativa – grazie alla estesa cooperazione internazionale avviata – ha consentito di localizzare in Spagna 5 latitanti per reati materia di stupefacenti il cui arresto, su indicazione del ROS, è stato eseguito dalle autorità di polizia locali.

Complessivamente, l’attività investigativa, conclusa con l’emissione di 28 provvedimenti cautelari detentivi, 6 interrogatori preventivi, l’arresto in flagranza di reato di 11 soggetti, nonché, all’estero, di 5 latitanti ed il sequestro di ingenti quantitativi di stupefacente (per lo più cocaina ed hashish), ha confermato:

  • L’infiltrazione del territorio romano di organizzazioni, dedite al narcotraffico, di matrice ‘ndranghetista
  • L’alleanza, ormai strutturale, nello specifico settore, tra la ‘ndrangheta e paritetiche organizzazioni criminali albanesi che, forti della loro ramificazione in molti paesi europei e non solo, garantiscono canali alternativi di approvvigionamento e, soprattutto, la possibilità di utilizzare porti stranieri, ove esercitano il loro controllo, per diversificare le narco-rotte
  • La centralità del Porto di Gioia Tauro per le importazioni di cocaina
  • L’esistenza di accordi/regole che consentono a organizzazioni di diversa matrice di spartirsi le più redditizie aree di smercio del narcotico nella Capitale
  • L’utilizzo sistemico di strumenti tecnologici evoluti e non direttamente intercettabili, per le comunicazioni operative.

Le attività investigative, dirette dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, sono state condotte in cooperazione internazionale con diverse Polizie estere e sono state supportate dalla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga (#DCSA), dal Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia (#SCIP), da #Interpol- Progetto I-CAN (#ICAN), dalla rete @net (#onnet) della #DIA, nonché dalle Agenzie #Europol e #Eurojust.


noblogo.org/cooperazione-inter…


DROGA DAL SUD AMERICA IN ITALIA: SPUNTA L'INTESA TRA 'NDRANGHETA E MAFIA...


DROGA DAL SUD AMERICA IN ITALIA: SPUNTA L'INTESA TRA 'NDRANGHETA E MAFIA ALBANESE


I #Carabinieri del #ROS (Raggruppamento Operativo speciale) – col supporto in fase esecutiva dei Comandi provinciali dell’Arma territorialmente competenti e dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Calabria” – hanno eseguito nelle aree di Roma, Reggio Calabria, Catanzaro, Cosenza, L’Aquila, Latina e Pistoia una misura cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale capitolino, su richiesta della Procura Distrettuale.

Interessati 28 indagati italiani e albanesi, gravemente indiziati di aver preso parte ad un’associazione criminale di matrice ‘ndranghetista, con base a Roma ed operante nell’intero territorio nazionale.

Il provvedimento si basa sugli elementi acquisiti dal ROS, nell’ambito di indagini dirette dalla Procura della Repubblica – DDA – presso il Tribunale di Roma, su un 57 enne calabrese, già precedentemente condannato in via definitiva per la violazione dell’art. 416 bis Codice Penale, quando fu ritenuto elemento apicale della “locale dii 'ndrangheta” di Volpiano (Torino), promanazione di quella di Platì (Reggio Calabria).

L’uomo, trasferitosi a Roma agli inizi degli anni 2000, aveva assunto il controllo del quartiere capitolino di San Basilio, promuovendo la nascita di un’associazione composta, tra gli altri, anche dai tre figli, con legami stabili con una paritetica struttura criminale albanese, utilizzata per gli aspetti logistici (estrazione dei carichi dai porti spagnoli e olandesi nonché per il successivo trasporto) e per lo smercio del narcotico in altre zone della Capitale.

La cocaina veniva acquisita in Sud America e fatta giungere, tramite container in alcuni porti della Spagna, a Rotterdam (Olanda) e a quello di Gioia Tauro (Reggio Calabria), anche sfruttando l’interazione con altri broker calabresi, per poi giungere sul mercato romano dove veniva smerciata al dettaglio.

Nel complesso sono stati contestati agli indagati 80 capi di imputazione per operazioni di traffico per oltre 1 tonnellata di cocaina e per 1.497 chili di hashish, nonché un episodio di tortura aggravata dal metodo mafioso, contestato a 4 indagati italiani, gravemente indiziati di avere privato della libertà personale uno spacciatore, cagionandogli sofferenze fisiche e un trauma psichico. Le torture inferte, secondo l’accusa, sono state riprese con un telefonino, per diffonderne successivamente il video al fine di generare nella vittima e nei soggetti dediti alle attività di smercio di sostanze stupefacente in zona San Basilio, sentimenti di paura, omertà e assoggettamento al volere del gruppo criminale.

Il complesso scenario emergente dall’attività investigativa ha consentito di accertare l’impiego sistematico da parte degli indagati di sofisticati sistemi criptofonici utilizzati per le comunicazioni operative e per eludere le attività di controllo. Tali dispositivi venivano approvvigionati attraverso una vera e propria centrale di smistamento, individuata a Roma e facente capo ad un 46enne albanese colpito anch’egli dalla misura cautelare per aver concorso nell’associazione.

L’attività investigativa – grazie alla estesa cooperazione internazionale avviata – ha consentito di localizzare in Spagna 5 latitanti per reati materia di stupefacenti il cui arresto, su indicazione del ROS, è stato eseguito dalle autorità di polizia locali.

Complessivamente, l’attività investigativa, conclusa con l’emissione di 28 provvedimenti cautelari detentivi, 6 interrogatori preventivi, l’arresto in flagranza di reato di 11 soggetti, nonché, all’estero, di 5 latitanti ed il sequestro di ingenti quantitativi di stupefacente (per lo più cocaina ed hashish), ha confermato:

  • L’infiltrazione del territorio romano di organizzazioni, dedite al narcotraffico, di matrice ‘ndranghetista
  • L’alleanza, ormai strutturale, nello specifico settore, tra la ‘ndrangheta e paritetiche organizzazioni criminali albanesi che, forti della loro ramificazione in molti paesi europei e non solo, garantiscono canali alternativi di approvvigionamento e, soprattutto, la possibilità di utilizzare porti stranieri, ove esercitano il loro controllo, per diversificare le narco-rotte
  • La centralità del Porto di Gioia Tauro per le importazioni di cocaina
  • L’esistenza di accordi/regole che consentono a organizzazioni di diversa matrice di spartirsi le più redditizie aree di smercio del narcotico nella Capitale
  • L’utilizzo sistemico di strumenti tecnologici evoluti e non direttamente intercettabili, per le comunicazioni operative.

Le attività investigative, dirette dalla Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, sono state condotte in cooperazione internazionale con diverse Polizie estere e sono state supportate dalla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga (#DCSA), dal Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia (#SCIP), da #Interpol– Progetto I-CAN (#ICAN), dalla rete @[url=https://tiksi.net/channel/net]tiksi@net[/url] (#onnet) della #DIA, nonché dalle Agenzie #Europol e #Eurojust.


Segui il blog e interagisci con i suoi post nel fediverso. Scopri dove trovarci:l.devol.it/@CoopIntdiPoliziaTutti i contenuti sono CC BY-NC-SA (creativecommons.org/licenses/b…)Le immagini se non diversamente indicato sono di pubblico dominio.



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Traffico di specie selvatiche: la Wildlife Justice Commission rende noti i risultati del 2024


La Wildlife Justice Commission (WJC) è una fondazione internazionale senza scopo di lucro, con sede all'Aia, nei Paesi Bassi, fondata nel 2015. La sua missione è contrastare e contribuire allo smantellamento delle reti criminali transnazionali organizzate che trafficano in specie selvatiche protette, legname e prodotti ittici.

La Wildlife Justice Commission: – Conduce indagini sotto copertura e basate su intelligence, utilizzando metodologie di polizia per raccogliere prove verificabili di crimini contro la fauna selvatica; – Fornisce queste prove a governi e forze dell’ordine per favorire arresti e processi contro i trafficanti di alto livello; – Supporta le autorità con assistenza operativa e crea pressione diplomatica sui governi riluttanti ad agire, anche organizzando audizioni pubbliche; – Collabora con enti governativi, organizzazioni intergovernative e ONG per rafforzare la capacità di contrasto ai crimini ambientali e promuovere soluzioni sostenibili.

Il traffico di specie selvatiche è una delle industrie criminali più redditizie al mondo, con un giro d’affari stimato di circa 20 miliardi di dollari l’anno, subito dopo il traffico di droga, esseri umani e armi. La WJC si concentra sulle specie più vulnerabili, come tigri, rinoceronti ed elefanti, e sui criminali più prolifici, mirando a interrompere le reti criminali e la corruzione che le sostiene.

Nel suo Rapporto sulla attività svolta nel 2024 la Wildlife Justice Commission segnala come quello passato sia stato trasformativo per la WJC, con risultati significativi nella lotta contro il crimine ambientale e il traffico di fauna selvatica. L’organizzazione infatti ha:

  • Smantellato 16 reti criminali transnazionali
  • Supportato 84 arresti in Africa, Asia e Sud America
  • Facilitato sequestri record, tra cui 12.214 kg di squame di pangolino (79% del totale globale)

Tra i Risultati Operativi Chiave vengono indicati: Nigeria: Sequestrati 11.673 kg di squame di pangolino e 25 kg di avorio. Arrestati 12 sospetti, tra cui broker e spedizionieri di alto livello. Mozambico: Condannati due noti trafficanti di corni di rinoceronte a 27 e 24 anni di carcere. Thailandia: Sequestrati oltre 1.200 animali esotici (tartarughe, lemuri) e rimpatriati in Madagascar. Sudafrica: Arrestato un trafficante vietnamita di grandi felini. America Latina: Sequestrata oltre una tonnellata di cetrioli di mare e pinne di squalo.

I progetti Speciali attivati sono stati: Project Galvanise: Rafforzata l’intelligence contro il traffico di fauna selvatica in 16 paesi. Creato l’Online Resource Center for Analysis (ORCA) per analisti di intelligence. Con riguardo alla Formazione: 16 programmi di formazione in Mozambico, Botswana, Filippine e Thailandia per rafforzare le capacità investigative locali.

La WJS ha: – Partecipato a conferenze ONU e G20. – Contributo a 5 politiche internazionali e alla nuova Convenzione del Consiglio d’Europa. – Promosso il riconoscimento del traffico di fauna selvatica come crimine organizzato grave.

Il report (in inglese) è scaricabile qui: wildlifejustice.org/wp-content…


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Traffico di specie selvatiche: la Wildlife Justice Commission rende noti i risultati del 2024


La Wildlife Justice Commission (WJC) è una fondazione internazionale senza scopo di lucro, con sede all'Aia, nei Paesi Bassi, fondata nel 2015. La sua missione è contrastare e contribuire allo smantellamento delle reti criminali transnazionali organizzate che trafficano in specie selvatiche protette, legname e prodotti ittici.

La Wildlife Justice Commission: – Conduce indagini sotto copertura e basate su intelligence, utilizzando metodologie di polizia per raccogliere prove verificabili di crimini contro la fauna selvatica; – Fornisce queste prove a governi e forze dell’ordine per favorire arresti e processi contro i trafficanti di alto livello; – Supporta le autorità con assistenza operativa e crea pressione diplomatica sui governi riluttanti ad agire, anche organizzando audizioni pubbliche; – Collabora con enti governativi, organizzazioni intergovernative e ONG per rafforzare la capacità di contrasto ai crimini ambientali e promuovere soluzioni sostenibili.

Il traffico di specie selvatiche è una delle industrie criminali più redditizie al mondo, con un giro d’affari stimato di circa 20 miliardi di dollari l’anno, subito dopo il traffico di droga, esseri umani e armi. La WJC si concentra sulle specie più vulnerabili, come tigri, rinoceronti ed elefanti, e sui criminali più prolifici, mirando a interrompere le reti criminali e la corruzione che le sostiene.

Nel suo Rapporto sulla attività svolta nel 2024 la Wildlife Justice Commission segnala come quello passato sia stato trasformativo per la WJC, con risultati significativi nella lotta contro il crimine ambientale e il traffico di fauna selvatica. L’organizzazione infatti ha:

  • Smantellato 16 reti criminali transnazionali
  • Supportato 84 arresti in Africa, Asia e Sud America
  • Facilitato sequestri record, tra cui 12.214 kg di squame di pangolino (79% del totale globale)

Tra i Risultati Operativi Chiave vengono indicati: Nigeria: Sequestrati 11.673 kg di squame di pangolino e 25 kg di avorio. Arrestati 12 sospetti, tra cui broker e spedizionieri di alto livello. Mozambico: Condannati due noti trafficanti di corni di rinoceronte a 27 e 24 anni di carcere. Thailandia: Sequestrati oltre 1.200 animali esotici (tartarughe, lemuri) e rimpatriati in Madagascar. Sudafrica: Arrestato un trafficante vietnamita di grandi felini. America Latina: Sequestrata oltre una tonnellata di cetrioli di mare e pinne di squalo.

I progetti Speciali attivati sono stati: Project Galvanise: Rafforzata l’intelligence contro il traffico di fauna selvatica in 16 paesi. Creato l’Online Resource Center for Analysis (ORCA) per analisti di intelligence. Con riguardo alla Formazione: 16 programmi di formazione in Mozambico, Botswana, Filippine e Thailandia per rafforzare le capacità investigative locali.

La WJS ha: – Partecipato a conferenze ONU e G20. – Contributo a 5 politiche internazionali e alla nuova Convenzione del Consiglio d’Europa. – Promosso il riconoscimento del traffico di fauna selvatica come crimine organizzato grave.

Il report (in inglese) è scaricabile qui: wildlifejustice.org/wp-content…


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CRIMINI CONTRO L’AMBIENTE: IL CRIMINE MINERARIO E L’ESTRAZIONE ILLEGALE DELL’ORO


In un periodo in cui si parla molto di “terre rare” e “minerali critici” appare di interesse il documento redatto nel maggio 2025 dal Research and Trend Analysis Branch dell’United Nations Office on Drugs and Crime (UNODC), ovvero l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine dal titolo Global Analysis on Crimes that Affect the Environment – Part 2b: Minerals Crime: Illegal Gold Mining.

Questo rapporto fa parte di una serie di analisi globali sui crimini che colpiscono l’ambiente. In particolare, la Parte 2b si concentra sul crimine minerario, con un focus sull’estrazione illegale dell’oro. Il documento è stato redatto in risposta alla crescente preoccupazione per:

  • l’aumento della domanda di minerali critici per la transizione energetica,
  • l’infiltrazione di gruppi criminali organizzati nelle catene di approvvigionamento minerario,
  • i gravi impatti ambientali e sociali dell’estrazione illegale,
  • e le lacune normative e di enforcement a livello globale.

Il documento si basa su:

  • una revisione di oltre 160 fonti aperte,
  • analisi di dati commerciali (UN Comtrade),
  • casi giudiziari,
  • e contributi di esperti internazionali.

Il rapporto analizza i crimini legati al settore minerario, con particolare attenzione all’estrazione illegale dell’oro. Questi crimini includono attività illecite lungo tutta la catena di approvvigionamento dei minerali: dall’esplorazione all’estrazione, raffinazione, commercio e produzione finale. L’obiettivo è comprendere le dinamiche criminali, i danni ambientali e sociali, e proporre risposte politiche efficaci.

In particolare:

  • Domanda crescente e vulnerabilità

La transizione energetica globale aumenta la domanda di minerali critici (rame, litio, cobalto, ecc.).

Questa pressione crea opportunità per attività criminali, corruzione e instabilità nelle catene di approvvigionamento.

  • L’oro come caso emblematico

L’oro è particolarmente vulnerabile a traffici illeciti per via del suo alto valore, facilità di trasporto e difficoltà di tracciabilità dopo la raffinazione.

Le raffinerie internazionali sono punti critici per l’intervento normativo.

  • Attori coinvolti

Gruppi criminali organizzati (OCGs), aziende legittime coinvolte in pratiche illecite, commercianti, raffinerie e minatori artigianali.

Le OCGs usano l’oro per finanziare altre attività criminali e mantenere il controllo territoriale.

  • Impatto ambientale e sociale

Uso di mercurio e sostanze tossiche, deforestazione, inquinamento di acqua e suolo.

Violazioni dei diritti umani: lavoro forzato, sfruttamento sessuale, lavoro minorile, violenza e sfollamenti.

  • Corruzione e riciclaggio

Frodi documentali, concessioni ottenute illegalmente, uso di società di comodo per riciclare proventi illeciti.

Le lacune normative e la scarsa trasparenza facilitano l’infiltrazione criminale.

Dall’analisi emergono alcune Raccomandazioni Politiche:

  • Transizione energetica giusta

Risposte mirate per ogni tipo di minerale e contesto geografico.

  • Due diligence e trasparenza

Rafforzare i controlli nelle raffinerie e nei centri di commercio.

  • Sistemi di tracciabilità, audit indipendenti e divulgazione pubblica dei dati.

Risposte adattate al contesto locale

  • Distinguere tra attività illegali e informali.

Incentivare la formalizzazione dei minatori artigianali.

  • Responsabilità aziendale

Le aziende devono garantire il rispetto dei diritti umani e ambientali lungo tutta la catena.

  • Rafforzare l’applicazione della legge

Maggiore cooperazione internazionale, uso di tecnologie (droni, AI, blockchain), formazione e risorse per le forze dell’ordine.

  • Migliorare la raccolta dati

Standardizzazione dei dati, criminalizzazione uniforme dei reati minerari, cooperazione tra Stati.

Il crimine minerario, in particolare l’estrazione illegale dell’oro, rappresenta una minaccia globale che richiede risposte coordinate e multisettoriali. È essenziale garantire catene di approvvigionamento trasparenti e responsabili per sostenere una transizione energetica equa e sostenibile.

Il documento (in inglese) è reperibile qui: unodc.org/documents/data-and-a…

#CRIMINIAMBIENTALI #CRIMINEMINERARIO #ESTRAZIONEILLEGALE #ORO


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CRIMINI CONTRO L’AMBIENTE: IL CRIMINE MINERARIO E L’ESTRAZIONE ILLEGALE...


CRIMINI CONTRO L’AMBIENTE: IL CRIMINE MINERARIO E L’ESTRAZIONE ILLEGALE DELL’ORO


In un periodo in cui si parla molto di “terre rare” e “minerali critici” appare di interesse il documento redatto nel maggio 2025 dal Research and Trend Analysis Branch dell’United Nations Office on Drugs and Crime (UNODC), ovvero l’Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine dal titolo Global Analysis on Crimes that Affect the Environment – Part 2b: Minerals Crime: Illegal Gold Mining.

Questo rapporto fa parte di una serie di analisi globali sui crimini che colpiscono l’ambiente. In particolare, la Parte 2b si concentra sul crimine minerario, con un focus sull’estrazione illegale dell’oro. Il documento è stato redatto in risposta alla crescente preoccupazione per:

  • l’aumento della domanda di minerali critici per la transizione energetica,
  • l’infiltrazione di gruppi criminali organizzati nelle catene di approvvigionamento minerario,
  • i gravi impatti ambientali e sociali dell’estrazione illegale,
  • e le lacune normative e di enforcement a livello globale.

Il documento si basa su:

  • una revisione di oltre 160 fonti aperte,
  • analisi di dati commerciali (UN Comtrade),
  • casi giudiziari,
  • e contributi di esperti internazionali.

Il rapporto analizza i crimini legati al settore minerario, con particolare attenzione all’estrazione illegale dell’oro. Questi crimini includono attività illecite lungo tutta la catena di approvvigionamento dei minerali: dall’esplorazione all’estrazione, raffinazione, commercio e produzione finale. L’obiettivo è comprendere le dinamiche criminali, i danni ambientali e sociali, e proporre risposte politiche efficaci.

In particolare:

  • Domanda crescente e vulnerabilità

La transizione energetica globale aumenta la domanda di minerali critici (rame, litio, cobalto, ecc.).

Questa pressione crea opportunità per attività criminali, corruzione e instabilità nelle catene di approvvigionamento.

  • L’oro come caso emblematico

L’oro è particolarmente vulnerabile a traffici illeciti per via del suo alto valore, facilità di trasporto e difficoltà di tracciabilità dopo la raffinazione.

Le raffinerie internazionali sono punti critici per l’intervento normativo.

  • Attori coinvolti

Gruppi criminali organizzati (OCGs), aziende legittime coinvolte in pratiche illecite, commercianti, raffinerie e minatori artigianali.

Le OCGs usano l’oro per finanziare altre attività criminali e mantenere il controllo territoriale.

  • Impatto ambientale e sociale

Uso di mercurio e sostanze tossiche, deforestazione, inquinamento di acqua e suolo.

Violazioni dei diritti umani: lavoro forzato, sfruttamento sessuale, lavoro minorile, violenza e sfollamenti.

  • Corruzione e riciclaggio

Frodi documentali, concessioni ottenute illegalmente, uso di società di comodo per riciclare proventi illeciti.

Le lacune normative e la scarsa trasparenza facilitano l’infiltrazione criminale.

Dall’analisi emergono alcune Raccomandazioni Politiche:

  • Transizione energetica giusta

Risposte mirate per ogni tipo di minerale e contesto geografico.

  • Due diligence e trasparenza

Rafforzare i controlli nelle raffinerie e nei centri di commercio.

  • Sistemi di tracciabilità, audit indipendenti e divulgazione pubblica dei dati.

Risposte adattate al contesto locale

  • Distinguere tra attività illegali e informali.

Incentivare la formalizzazione dei minatori artigianali.

  • Responsabilità aziendale

Le aziende devono garantire il rispetto dei diritti umani e ambientali lungo tutta la catena.

  • Rafforzare l’applicazione della legge

Maggiore cooperazione internazionale, uso di tecnologie (droni, AI, blockchain), formazione e risorse per le forze dell’ordine.

  • Migliorare la raccolta dati

Standardizzazione dei dati, criminalizzazione uniforme dei reati minerari, cooperazione tra Stati.

Il crimine minerario, in particolare l’estrazione illegale dell’oro, rappresenta una minaccia globale che richiede risposte coordinate e multisettoriali. È essenziale garantire catene di approvvigionamento trasparenti e responsabili per sostenere una transizione energetica equa e sostenibile.

Il documento (in inglese) è reperibile qui: unodc.org/documents/data-and-a…

#CRIMINIAMBIENTALI #CRIMINEMINERARIO #ESTRAZIONEILLEGALE #ORO


Segui il blog e interagisci con i suoi post nel fediverso. Scopri dove trovarci:l.devol.it/@CoopIntdiPoliziaTutti i contenuti sono CC BY-NC-SA (creativecommons.org/licenses/b…)Le immagini se non diversamente indicato sono di pubblico dominio.



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Van Morrison - Born To Sing: No Plan B (2012)


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A quattro anni da Keep it Simple ultimo suo disco in studio, esce Born To Sing: No Plan B, album registrato interamente in presa diretta nel castello di Culloden in Irlanda e precisamente a Belfast sua città natale. Per questo lavoro, Morrison ha scelto e non a caso, l'etichetta jazz Blue Note. Il “suono” infatti, è prevalentemente influenzato di jazz, oltre che di soul e blues “toni” a lui sempre cari. Nel sottotitolo dell'album Born To Sing: No piano B, è indicato il potere che la musica ancora possiede per questa leggenda vivente chiamato “The Man”. Nessun Piano B infatti, è la prova concreta che non esistono secondi piani, l'assoluta convinzione per questo quasi settantenne musicista con cinquanta anni di carriera alle spalle e trentacinque dischi pubblicati, che, la musica con l'“M” maiuscola ha ancora un valore assoluto, supremo, e che, se esistono mode e modi che in qualche modo vogliono distogliere la sua vera essenza, la musica quella “vera” esiste ancora, senza se e senza ma... artesuono.blogspot.com/2014/11…


Ascolta: album.link/i/1060514381



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Van Morrison - Born To Sing: No Plan B (2012)


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A quattro anni da Keep it Simple ultimo suo disco in studio, esce Born To Sing: No Plan B, album registrato interamente in presa diretta nel castello di Culloden in Irlanda e precisamente a Belfast sua città natale. Per questo lavoro, Morrison ha scelto e non a caso, l'etichetta jazz Blue Note. Il “suono” infatti, è prevalentemente influenzato di jazz, oltre che di soul e blues “toni” a lui sempre cari. Nel sottotitolo dell'album Born To Sing: No piano B, è indicato il potere che la musica ancora possiede per questa leggenda vivente chiamato “The Man”. Nessun Piano B infatti, è la prova concreta che non esistono secondi piani, l'assoluta convinzione per questo quasi settantenne musicista con cinquanta anni di carriera alle spalle e trentacinque dischi pubblicati, che, la musica con l'“M” maiuscola ha ancora un valore assoluto, supremo, e che, se esistono mode e modi che in qualche modo vogliono distogliere la sua vera essenza, la musica quella “vera” esiste ancora, senza se e senza ma... artesuono.blogspot.com/2014/11…


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Fatica


Alla fine della giornata, accendete una candela nel vostro studio.

Tornate dopo un pò a spegnerla. Ciò purifica il cuore.

candela


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Bob Dylan - Tempest (2012)


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Ed eccolo ancora qui l'ultrasettantenne Bob Dylan, con il suo nuovo disco “Tempest”, il trentacinquesimo, in uscita a cinquant'anni giusti dal suo primo album “Omonimo” datato 1962. Difficile poter valutare con precisione la portata dell'influenza che ha avuto il Dylan di quegli anni. I suoi pezzi divennero inni al di là della sua volontà. Blowin' in the wind, A hard rain, The times they are a changin', Mr. Tambourine man, furono i pezzi giusti al momento giusto. Quei brani fecero più o meno l'effetto di un'esplosione di consapevolezza. Musicalmente ha spazzato via ogni stereotipo, cambiando continuamente direzione, affermando con determinazione di sentirsi soprattutto un artista libero di scrivere quello che più gli piaceva, sminuendo di molto l'aspetto rigorosamente militante della sua prima produzione... artesuono.blogspot.com/2014/10…


Ascolta: album.link/i/544403750



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Bob Dylan - Tempest (2012)


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Ed eccolo ancora qui l'ultrasettantenne Bob Dylan, con il suo nuovo disco “Tempest”, il trentacinquesimo, in uscita a cinquant'anni giusti dal suo primo album “Omonimo” datato 1962. Difficile poter valutare con precisione la portata dell'influenza che ha avuto il Dylan di quegli anni. I suoi pezzi divennero inni al di là della sua volontà. Blowin' in the wind, A hard rain, The times they are a changin', Mr. Tambourine man, furono i pezzi giusti al momento giusto. Quei brani fecero più o meno l'effetto di un'esplosione di consapevolezza. Musicalmente ha spazzato via ogni stereotipo, cambiando continuamente direzione, affermando con determinazione di sentirsi soprattutto un artista libero di scrivere quello che più gli piaceva, sminuendo di molto l'aspetto rigorosamente militante della sua prima produzione... artesuono.blogspot.com/2014/10…


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Final Fantasy IV a quasi 30 anni, 34 anni dopo


La solita intro aneddotica


Io sono tremendamente fuori tempo su tutte le forme d'arte. Non sto quasi mai al passo con le novità del momento e baso la mia dieta mediatica sui pezzi da novanta del passato, spaziando dall'antichità profonda all'altro ieri. Rispetto ai videogiochi, sono estremamente affezionato all'epoca che va grossomodo dall'89 al 2000 (gli anni in cui o ancora non c'ero, o ero un marmocchio), e oggi ho terminato di giocare un pezzo da novanta di quella fase storica: Final Fantasy IV. Queste sono le mie opinioni da cretino qualunque, aspettatevi spoiler.

Final Fantasy IV

Con che spirito ho giocato


Con quello da smanettone filologo: ho giocato sul mio SNES Mini la prima edizione del '91 per Super Nintendo Entertainment System, ma ho applicato alla ROM originale per il mercato USA la patch Namingway Edition, che aggiorna la traduzione in accordo con le edizioni successive, restaura i contenuti tagliati dalla prima localizzazione, e debugga e ribilancia qua e là. Oltre che con quello da sentimentale: le mie partite a Final Fantasy X, X-2, XII: The Zodiac Age, XV e VII (sia primo atto dell'originale sia primo episodio del Remake) sono state importanti attività condivise con il mio ex partner dei tempi di fine università-inizio lavoro, e nei primi giorni o di questa avventura con FF IV volevo scrivere di mio pugno un manuale di istruzioni, così da proporre il gioco alla persona che tre mesi dopo, a fine partita, è ormai diventata la mia ex partner. In più, c'è stato uno iato di un mese e mezzo in cui non ho avuto la testa per giocare, siccome stavo comprando casa. Per cui, che dire, FF si conferma una serie che mi immalinconisce spesso.

Cosa ne penso del gioco


Darò considerazioni sparse e disorganiche, perché non ho minimamente le competenze ludologiche per costruire un discorso coeso:

  • È stato fondamentale avere con me una scansione del manuale originale della prima edizione, perché è chiaramente un gioco pensato per il supporto cartaceo separato: le informazioni interne dell'interfaccia abbondano, ma non bastano. E dato che io sto giocando una versione ribilanciata, c'è voluto anche il manuale separato della patch per tenere traccia degli effetti ricalibrati di magie ed equipaggiamenti. Per la serie, impegnativo come tradurre dall'Aramaico.
  • Il combattimento ATB con la “barra della stamina” che si carica in tempo reale spacca ancora dopo 34 anni: a mio gusto non c'è proprio paragone con il soporifero sistema coevo dei Dragon Quest, con immissione dei comandi in blocco per tutto il party. Mai un tempo morto, bensì un'alternanza piacevolissima fra pensare alla prossima mossa e godersi l'animazione corrispondente, più l'affanno piacevole di correre ai ripari se succede qualche guaio (tipo un personaggio mandato KO da un colpo a sorpresa).
  • La prima fase del gioco è un capolavoro drammaturgico, dall'inizio in medias res con l'assalto a Mysida fino alla liberazione di Rosa. Non c'è un passaggio fuori posto: il ritmo resta incalzante, i conflitti urgenti, i dialoghi ben scritti (nei limiti di una traduzione dal Giapponese all'Inglese con limiti di caratteri). La doppia strage al villaggio di Mist e nel castello di Damcyan ci lascia un magone atroce e la percezione di stare combattendo contro forze insormontabili, l'interludio notturno dedicato al duello fra Edward e l'uomo-pesce è di un lirismo sopraffino, l'assedio di Fabul ha una coreografia assolutamente esaltante (e siamo dieci anni prima de Il Signore degli Anelli: Le Due Torri)... il naufragio del vascello arriva come un ennesimo pugno nello stomaco, e allorché Cecil si ritrova totalmente solo sulla costa di Mysida non si può non fare nostro il suo dolore profondo, la sensazione che tutta la sua vita si è sbriciolata nell'arco di poche settimane e tutto ciò che gli resta sia buttarsi in mare... o mendicare il perdono dai suoi nemici. Ed ecco perché il pellegrinaggio sul monte Ordalia è forse il momento più toccante del gioco: perché davvero il nostro protagonista e avatar principale ha toccato il fondo, è solo e infelice e carico di peccati, e la sua redenzione è appesa all'aiuto di due ragazzini prodigi (per altro, Palom e Porom mio nuovo duo di spalle comiche preferite). I filmati di a parte in cui Kain e Golbez monitorano il viaggio di Cecil non fanno che accrescere la tensione, e il doppio scontro con Scarmiglione rende tanto più dolce e rassicurante la purificazione di Cecil nel sacrario.
  • Se il sacrificio di Palom e Porom contro Cagnazzo è un'ulteriore coltellata al cuore, soccorrere Yang e Cid e sbloccare finalmente l'aeronave ci porta a una simpatica (e necessaria) fase di “viaggio fra omaccioni”, con la libera esplorazione di un mondo vasto e misterioso (cfr. FF XV stesso); è stato estremamente liberatorio svolazzare per il pianeta, mappare bene le posizioni reciproche fra i vari reami... ed esplorare le zone nuove. In particolare, mi rivendico di essermi causato un game over cercando di esplorare anzitempo il castello di Eblan, e di aver trascorso ore a metter da parte soldini per comprare a Cid e Cecil delle corazze di mythril... salvo poi proseguire la trama e scoprire che il dungeon successivo si gioca il trucchetto del magnetismo. Ergo, altra caccia al mostro per comprare equipaggiamenti di legno e tessuto!
  • La battaglia della Torre di Zot è estremamente godibile, sia per l'esplicito ingresso nella vicenda del tema “Civiltà perduta tecnologicamente avanzata”, sia per il duello a colpi di Reflect contro le Tre Sorelle Magus (miei vecchie beneamante conoscenze da FF X)... sia soprattutto per il momento climatico, fra il sacrificio di Tellah e la liberazione di Rosa e la battaglia contro Barbariccia, splendido tutorial per imparare a usare Kain. Mi è rimasta particolarmente dentro la scena conclusiva della sequenza, con Rosa che teletrasporta la squadra in camera da letto di Cecil (❤) e, davanti al radiocontrollo dell'aeronave, commenta all'incirca “Will wonders ever end?”. Quanto vorrei poter ritrovare anche io quel senso del meraviglioso, che bene o male si è spento quando sono diventato adulto...
  • L'esplorazione del Sottomondo si apre col botto, fra la battaglia contro la bambola assassina della principessa Luca e Rydia adulta che arriva a spaccare il culo a Golbez, ma dopo il furto del terzo cristallo (e già lì, almeno dirci dove stavano primo e secondo...) entriamo in una fase, secondo me, piuttosto deboluccia, in cui il ritmo sostenuto collassa in favore di una dinamica da dungeon crawl ancora ancorata al design di inizio-metà decennio precedente (penso in particolare al ritmo di Phantasy Star I dell'87). Le missioni principali sono una raffica di assalti inconcludenti alla Torre di Babel, costellati da troppe occasioni in cui sembra, ma non è mai così, che Yang e Cid ci restino secchi; la missione secondaria di duellare con re Leviatano e regina Asura è deliziosa e il villaggio degli Eidolon è buffissimo, ma la labirinticità delle loro caverne è davvero snervante, e peggio ancora tocca fare due giri nella grotta delle Silfidi per completare la “guarigione” di Yang; Kain che ricade preda dell'ipnosi di Golbez è un filino telefonata o quantomeno mal coreografata. Quantomeno, reclutiamo il buon Edge, abile in tutto e maestro di nulla, ma motore narrativo del delizioso duello contro Rubicante. E non nego che è stato soddisfacentissimo sconfiggere Odin con precisione millimetrica, con un Thundaga di Rydia piantato sulla punta della spada proprio mentre iniziava l'animazione di attacco.
  • Nell'atto finale, si torna finalmente in carreggiata: particolarmenteaffascinante il design dei mostri lunari, prevedibile nel modo giusto e gustoso il momento “Cecil, sono vostro zio” del saggio Fusoya, appassionante il giusto il duello per domare Bahamut (in tal senso, un plauso ai libri informativi nella biblioteca degli Eidolon)... fottutamente epico l'assalto frontale al Gigante di Babil, sia per l'assalto coordinato aria-terra di tutti i “popoli liberi” sia per lo scontro 4 vs 5 con i Demoni Elementali (carucci che sono, a provarci), sia per la battaglia ufficialmente sci-fi contro la CPU dell'automa che già preconizza le atmosfere di FF VII. Da quel momento in poi, confesso di aver selvaggiamente dato la caccia ai mostri lunari per livellare la squadra, timoroso di affrontare l'ultimo dungeon sottoaddestrato, ma dopo aver potuto comprare i miei 99 pezzi di ogni oggetto curativo base ho gettato ogni indugio e sono entrato nella “Zona Zemus”... dove, in un paio di pomeriggi di gioco, ho aperto come angurie tutti i boss intermedi, raccattato tutte le armi speciali supreme, e sfidato Zeromus. Se è vero che, a questo punto, la rarefazione dei punti di salvataggio è perfida, è anche vero che non ho dovuto utilizzare troppo spesso i salvataggi rapidi tramite emulatore, e al terzo tentativo ho annientato Zeromus con tale scioltezza che ci sono rimasto male per quanto veloce sia stato lo scontro: è bastato assimilare bene il ritmo “stai sulla difensiva, attacca un po' di meno e guarisci un po' di più”! Certo, non è stato orrendamente facile come il triumvirato Sin-Seymour-Yu Yevon in FF X, in cui avevo sovralivellato terribilmente, tuttavia...


Cosa mi porto dietro, da questa partita?


Che in questo momento storico la profezia di Zeromus è corretta e “l'oscurità nel cuore umano” prevale su tutta la nostra Terra, pertanto c'è tanto bisogno di persone come Cecil; anzi, persone capaci di fare anche più di Cecil, e brandire assieme la spada oscura del Cavaliere Nero e la magia bianca del Paladino, in una prospettiva più taoista che strettamente manichea (perdonatemi, ma per me il simbolismo luce-tenebra sarà per sempre condizionato dal romanzo La mano sinistra del buio). Che quando organizzo cose belle e significative, nella loro piccolezza, assieme alle persone a me care, mi posso concedere di pensare a me stesso come a un cavaliere di Baron, o come un ninja di Eblan. Ma forse, dovendo proprio scegliere bene, io sono il gemello maschio di Rosa nella fisionomia di Tellah. Che se sento di stare collassando sotto un fardello troppo pesante, doloroso come l'incantesimo “Big Bang” di Zeromus, dovrei chiedere una mano alle persone cui tengo; posso legittimamente presumere che verranno a tirarmi su, come tutti i popoli della Terra guidati dal saggio Minwu. Che finché esisterò come individuo, il tema musicale di Final Fantasy per me sarà la colonna sonora della collaborazione e della speranza davanti alle avversità. Perché ne abbiamo tanto bisogno.


log.livellosegreto.it/cretinod…


Essere o avere?


Ognuno di noi dovrebbe interrogarsi su un concetto mentale capace di influenzare positivamente, almeno in parte, la propria vita. È un quesito al quale non si può rispondere nell’esatto momento in cui ci si pone la domanda. La crescita evolutiva, la meditazione sul nostro modo di agire, vedere le cose e interpretarle, sono alcuni dei fattori indispensabili per avvicinarsi a un riscontro favorevole. Quando ci interroghiamo, cercando di orientarci verso “l’essere” o “l’avere”, possiamo comprendere molto di noi stessi: la natura dei nostri desideri, le nostre ambizioni, le reazioni che proviamo di fronte a situazioni scomode e sofferte.Questo ci offre la possibilità di conoscerci davvero, capire come viviamo ciò che ci accade, invece di limitarci a subirlo. Come avrete intuito, non mi riferisco a un quesito grammaticale: è un’osservazione su ciò che ci rende unici e speciali rispetto a chiunque altro. Siamo complicati senza sapere il perché.

Riflettiamo sulla considerazione che abbiamo di noi stessi, su come percepiamo il prossimo. Ognuno si atteggia in modo diverso e cerca di essere importante. Vogliamo sentirci diversi in un mondo che non sembra essere molto vario. Reagiamo a stimoli profondi che spesso ci sono oscuri, ma che influenzano concretamente il nostro comportamento. Conoscerli in tutte le loro sfaccettature dovrebbe essere il nostro obiettivo per imparare a conoscerci, smettendo di subirci. Abbiamo bisogno di sentirci gradevoli anche verso chi non conosciamo, per soddisfare lati narcisisti o egocentrici della nostra psiche. Vogliamo piacere, a volte desideriamo persino essere invidiati per ciò che mostriamo. Ogni cosa che facciamo, la facciamo per noi stessi e per l’idea di noi che offriamo agli altri. Tutto ha un secondo fine, spesso alimentato da una scarsa consapevolezza interiore. Questa inconsapevolezza ci allontana dalla padronanza di noi stessi e, di conseguenza, dalla libertà.

Quando sentiamo un bisogno estremo di colmare vuoti sentimentali dovuti a dolorose perdite o insoddisfazioni spropositate, cerchiamo sollievo in un'esagerata necessità di “avere”. Il bene materiale ci illude facendoci sentire meno soli, meno infelici, ci distrae dal dolore. È una cura facile da trovare. Così l’individuo viene indotto, e si abitua, a orientarsi verso l’avere. Avere è facile, se puoi permettertelo.

Se non puoi, ridimensioni i tuoi bisogni verso un “avere” più accessibile. Rivolgersi invece verso “l’essere” significa negare il bisogno di apparire, rifiutare la manifestazione vana e inutile dell’esteriorità, non avere pretese materiali eccessive. È un percorso più complesso: ciò che desideri non si compra, si conquista con lo studio, la riflessione, l’esercizio.

Chi vuole “essere” non ha bisogno di molto, non si rifugia nei propri vizi o accessori. Questo può permettergli di essere veramente felice con sé stesso. Le cose semplici sono le più appaganti. Chi “è” guarisce più facilmente dai traumi, riesce a liberarsi psicologicamente da situazioni complicate, è più forte. La forza del suo spirito è forgiata da armi cognitive, intelligibili, mutevoli come la persona stessa: dinamica, non statica nei propri beni materiali e improduttivi.

Chi non riesce a cambiare nulla di sé, anche quando la vita o i desideri lo impongono, è destinato all’infelicità. Senza una costante riflessione interiore, non può neppure rendersi conto di cosa lo renda così smarrito.

Avere è facile se puoi permettertelo, ma se non puoi, può diventare la tua rovina. Sarai invidioso, infastidito, frustrato, vivendo in un perenne stato di impossibilità, concorrenza e insoddisfazione. Ci sarà sempre qualcuno che ha più di te, quindi ci sarà sempre un senso di competizione. Se non puoi permetterti un Rolex ne compri uno falso, ma se hai bisogno di un Rolex falso per sentirti appagato, questo dice molto su di te. Se non sei schiavo di quell’eccessiva apparenza, l’unica cosa di cui hai bisogno è leggere l’ora. Allora sì, sei libero di essere te stesso, forte, senza il bisogno di oggetti ambiti e costosi. Hai bisogno solo di te stesso. E tu sei una delle poche cose di cui davvero dovresti aver bisogno.

I vestiti firmati servono a mostrare agli altri ciò che non hanno e non si possono permettere. Questo può farti sentire meglio con te stesso, se hai bisogno di essere invidiato. Ma perché ti fa sentire meglio? Perché hai un problema profondo con te stesso, cerchi di colmare un vuoto nocivo, senza conoscerne l’origine né come risolverlo. Provi a sostituire quella mancanza con oggetti costosi: accessori, scarpe, telefoni, occhiali da sole. Ma non bastano mai, continui a comprare bellissime inutilità che non saranno mai così importanti come vorresti. Le scarpe servono solo a camminare, gli occhiali da sole riparano gli occhi dalla luce, non servono ad altro.

Tu sei l’unica cosa che può riuscire a riempire il gravante vuoto interiore, e liberarti dalla schiavitù dello spasmodico bisogno di avere.


noblogo.org/disattualizzando/e…


Criminalità organizzata marittima: quale la risposta internazionale?



Fenomeni criminali transnazionali. La necessità di coordinamento


La cooperazione internazionale è fondamentale per contrastare i traffici illeciti marittimi. Si tratta di fenomeni criminali spesso transnazionali che coinvolgono reti organizzate che sfruttano la complessità e la vastità degli spazi marittimi per eludere le autorità di uno o più Stati.

Solo attraverso un coordinamento efficace tra Paesi è possibile superare le difficoltà operative legate alla giurisdizione (come nel caso dell'inseguimento di navi sospette che attraversano acque territoriali diverse), e garantire una risposta tempestiva e coordinata alle minacce.

Inoltre, la cooperazione consente lo scambio di informazioni, la condivisione di intelligence e l’adozione di strategie comuni, elementi indispensabili per prevenire e reprimere efficacemente il traffico illecito, la pirateria e altre forme di criminalità organizzata marittima.


Il contrasto


La strategia per il contrasto ai traffici illeciti marittimi è portata avanti da diverse organizzazioni e istituzioni internazionali, nonché da coalizioni di Stati.

L’Unione Europea, che ha lanciato operazioni militari come la missione “Atalanta” per la lotta alla pirateria al largo delle coste somale, integrando attività di protezione, prevenzione e repressione.

Le Nazioni Unite, con strumenti giuridici come la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (#UNCLOS) che impone agli Stati l’obbligo di cooperare nella repressione della pirateria e di altri traffici illeciti marittimi.

Organizzazioni come l’ #IMO (Organizzazione Marittima Internazionale), che promuovono norme e fondi per la sicurezza marittima e la gestione dei danni ambientali legati a incidenti marittimi.

Coalizioni multilaterali e accordi bilaterali o trilaterali tra Stati costieri, come quelli in corso tra Francia, Italia e Spagna, per migliorare la cooperazione operativa e giuridica nella lotta ai traffici illeciti via mare.

La lotta ai traffici illeciti marittimi richiede una strategia multilivello e multilaterale, basata su un forte coordinamento internazionale che coinvolge istituzioni sovranazionali, Stati e forze di polizia marittime, per garantire sicurezza, legalità e tutela degli interessi economici e umanitari nel contesto globale

Rotte marittime per il traffico di droga


Il Rapporto Mondiale sulla Droga 2024 dell'Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (#UNODC) rivela una preoccupante tendenza all'aumento delle rotte marittime per il traffico illecito di droga. Nello specifico, i sequestri di cocaina nei porti europei sono aumentati del 18% durante la pandemia di COVID-19, evidenziando la crescente dipendenza da sofisticati “narco-sottomarini” segreti, in grado di trasportare ingenti quantità di droga su lunghe distanze. Pochi giorni orsono la Marina colombiana ha sequestrato al largo del Mar dei Caraibi il primo drone subacqueo utilizzato dai narcotrafficanti: un semisommergibile autonomo senza equipaggio con tecnologia Starlink, probabilmente testato dal cartello Gulf Clan.

L’imbarcazione, lunga circa 10 metri, è stata trovata priva di carico, ma secondo le autorità colombiane rappresenta un prototipo sperimentale in fase di test. Il potente cartello Gulf Clan è già noto per l’impiego di tecnologia avanzata nelle sue rotte clandestine.

Questa tendenza si inserisce in un panorama più ampio di crimini marittimi che minacciano la sicurezza globale, tra cui pirateria, contrabbando di armi, tratta di esseri umani, traffico di migranti, pesca illegale e criminalità ambientale marittima. Questi crimini sono spesso perpetrati dalle stesse reti criminali transnazionali, evidenziando la necessità di un approccio globale per affrontare queste minacce.

In risposta a ciò, il Programma Globale sulla Criminalità Marittima (#GMCP) dell'UNODC fornisce un supporto fondamentale agli Stati membri attraverso iniziative di rafforzamento delle capacità. Le attività del programma prevedono la formazione specializzata per le squadre di interdizione, l'implementazione di tecnologie per la consapevolezza del dominio marittimo e la promozione della cooperazione transfrontaliera nelle indagini penali. Partendo da queste basi, il GMCP mira a istituire quadri sostenibili e basati sullo stato di diritto per l'individuazione, l'intercettazione, il perseguimento e il giudizio dei reati marittimi.

Nel 2024, il GMCP ha compiuto progressi significativi in ​​questo ambito, formando oltre 8.500 agenti in 109 paesi. Questo risultato sottolinea l'impegno del programma nell'aiutare gli Stati membri a rispondere efficacemente alle crescenti minacce marittime transnazionali.

Per saperne di più [en]:
youtu.be/c0IjddUfi9c


noblogo.org/cooperazione-inter…


Criminalità organizzata marittima: quale la risposta internazionale?


Criminalità organizzata marittima: quale la risposta internazionale?



Fenomeni criminali transnazionali. La necessità di coordinamento


La cooperazione internazionale è fondamentale per contrastare i traffici illeciti marittimi. Si tratta di fenomeni criminali spesso transnazionali che coinvolgono reti organizzate che sfruttano la complessità e la vastità degli spazi marittimi per eludere le autorità di uno o più Stati.

Solo attraverso un coordinamento efficace tra Paesi è possibile superare le difficoltà operative legate alla giurisdizione (come nel caso dell'inseguimento di navi sospette che attraversano acque territoriali diverse), e garantire una risposta tempestiva e coordinata alle minacce.

Inoltre, la cooperazione consente lo scambio di informazioni, la condivisione di intelligence e l’adozione di strategie comuni, elementi indispensabili per prevenire e reprimere efficacemente il traffico illecito, la pirateria e altre forme di criminalità organizzata marittima.


Il contrasto


La strategia per il contrasto ai traffici illeciti marittimi è portata avanti da diverse organizzazioni e istituzioni internazionali, nonché da coalizioni di Stati.

L’Unione Europea, che ha lanciato operazioni militari come la missione “Atalanta” per la lotta alla pirateria al largo delle coste somale, integrando attività di protezione, prevenzione e repressione.

Le Nazioni Unite, con strumenti giuridici come la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (#UNCLOS) che impone agli Stati l’obbligo di cooperare nella repressione della pirateria e di altri traffici illeciti marittimi.

Organizzazioni come l’ #IMO (Organizzazione Marittima Internazionale), che promuovono norme e fondi per la sicurezza marittima e la gestione dei danni ambientali legati a incidenti marittimi.

Coalizioni multilaterali e accordi bilaterali o trilaterali tra Stati costieri, come quelli in corso tra Francia, Italia e Spagna, per migliorare la cooperazione operativa e giuridica nella lotta ai traffici illeciti via mare.

La lotta ai traffici illeciti marittimi richiede una strategia multilivello e multilaterale, basata su un forte coordinamento internazionale che coinvolge istituzioni sovranazionali, Stati e forze di polizia marittime, per garantire sicurezza, legalità e tutela degli interessi economici e umanitari nel contesto globale

Rotte marittime per il traffico di droga


Il Rapporto Mondiale sulla Droga 2024 dell'Ufficio delle Nazioni Unite contro la Droga e il Crimine (#UNODC) rivela una preoccupante tendenza all'aumento delle rotte marittime per il traffico illecito di droga. Nello specifico, i sequestri di cocaina nei porti europei sono aumentati del 18% durante la pandemia di COVID-19, evidenziando la crescente dipendenza da sofisticati “narco-sottomarini” segreti, in grado di trasportare ingenti quantità di droga su lunghe distanze. Pochi giorni orsono la Marina colombiana ha sequestrato al largo del Mar dei Caraibi il primo drone subacqueo utilizzato dai narcotrafficanti: un semisommergibile autonomo senza equipaggio con tecnologia Starlink, probabilmente testato dal cartello Gulf Clan.

L’imbarcazione, lunga circa 10 metri, è stata trovata priva di carico, ma secondo le autorità colombiane rappresenta un prototipo sperimentale in fase di test. Il potente cartello Gulf Clan è già noto per l’impiego di tecnologia avanzata nelle sue rotte clandestine.

Questa tendenza si inserisce in un panorama più ampio di crimini marittimi che minacciano la sicurezza globale, tra cui pirateria, contrabbando di armi, tratta di esseri umani, traffico di migranti, pesca illegale e criminalità ambientale marittima. Questi crimini sono spesso perpetrati dalle stesse reti criminali transnazionali, evidenziando la necessità di un approccio globale per affrontare queste minacce.

In risposta a ciò, il Programma Globale sulla Criminalità Marittima (#GMCP) dell'UNODC fornisce un supporto fondamentale agli Stati membri attraverso iniziative di rafforzamento delle capacità. Le attività del programma prevedono la formazione specializzata per le squadre di interdizione, l'implementazione di tecnologie per la consapevolezza del dominio marittimo e la promozione della cooperazione transfrontaliera nelle indagini penali. Partendo da queste basi, il GMCP mira a istituire quadri sostenibili e basati sullo stato di diritto per l'individuazione, l'intercettazione, il perseguimento e il giudizio dei reati marittimi.

Nel 2024, il GMCP ha compiuto progressi significativi in ​​questo ambito, formando oltre 8.500 agenti in 109 paesi. Questo risultato sottolinea l'impegno del programma nell'aiutare gli Stati membri a rispondere efficacemente alle crescenti minacce marittime transnazionali.

Per saperne di più [en]:
youtu.be/c0IjddUfi9c


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Counting Crows - Underwater Sunshine (2012)


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A quattro anni dal loro ultimo disco “Saturday Nights and Sunday Mornings”, i Counting Crows ritornano con un nuovo lavoro e questa volta è un disco di cover, spiazzando ancora una volta i loro fan. Ad Adam Duritz & co. infatti, una cosa su cui non si discute è la libertà di “scelta”, in poche parole fanno quello che gli pare senza filtri e costrizioni di sorta. Questa loro “scelta” gli permette di spaziare non solo con dischi variegati; dal vivo, in studio, di cover ma soprattutto con i tempi da loro scelti in base alle loro esigenze e non quelli dettati dalle Majors di turno. Dimostrazione è la scelta dei quindici brani che non appartengono ad un repertorio di canzoni famose o di facile ascolto ma scelte tra quelle che più piacevano a loro. Come risponde Duritz in una intervista: “Io sono un grande credente di una semplice regola, che qui non ci sono regole”. Insomma un gruppo “indipendente” nelle scelte e nelle esecuzioni della serie “prendere o lasciare”... artesuono.blogspot.com/2014/08…


Ascolta: album.link/i/1169968863



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Counting Crows - Underwater Sunshine (2012)


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A quattro anni dal loro ultimo disco “Saturday Nights and Sunday Mornings”, i Counting Crows ritornano con un nuovo lavoro e questa volta è un disco di cover, spiazzando ancora una volta i loro fan. Ad Adam Duritz & co. infatti, una cosa su cui non si discute è la libertà di “scelta”, in poche parole fanno quello che gli pare senza filtri e costrizioni di sorta. Questa loro “scelta” gli permette di spaziare non solo con dischi variegati; dal vivo, in studio, di cover ma soprattutto con i tempi da loro scelti in base alle loro esigenze e non quelli dettati dalle Majors di turno. Dimostrazione è la scelta dei quindici brani che non appartengono ad un repertorio di canzoni famose o di facile ascolto ma scelte tra quelle che più piacevano a loro. Come risponde Duritz in una intervista: “Io sono un grande credente di una semplice regola, che qui non ci sono regole”. Insomma un gruppo “indipendente” nelle scelte e nelle esecuzioni della serie “prendere o lasciare”... artesuono.blogspot.com/2014/08…


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Il politicamente corretto non è politicamente corretto


Con l’improprio termine “politicamente corretto”, oggi tanto in voga, percepisco una certa ipocrisia e falsità da parte di chi, invece di rispettare in modo personale e autentico, porta avanti un’inutile e ambigua battaglia contro problemi che iniziano a esistere proprio nel momento in cui vengono percepiti come tali.

Qualche decennio fa, non ci si sentiva automaticamente offensivi ogni volta che si alludeva a un gusto, una tendenza, una cultura o al colore della pelle.

In molti casi, purtroppo non in tutti, queste caratteristiche erano socialmente accettate tanto quanto lo erano le differenze stesse: diversità che non hanno né ragione né torto, ma che dovrebbero semplicemente coesistere.Il significato offensivo di una parola, come in ogni situazione e discorso, dipendeva dal tono, dal contesto o dalla cattiveria con cui veniva pronunciata, non dalla parola in sé.

Questa formale e forzata necessità di rispettare ogni sfaccettatura di ogni individuo finisce per generare, col tempo, l’effetto contrario: una nuova forma di discriminazione, che invece di unire le persone, le allontana e le confonde.

Renato Zero si vestiva da donna, Loredana Bertè si travestiva da donna incinta in minigonna, nessuno ha mai discusso dei gusti sessuali di Lucio Dalla, e nessuno ha mai discusso dell “negro” in Colpa d’Alfredo di Vasco Rossi. Eppure, tutto ciò accadeva in un periodo storicamente segnato da grande chiusura mentale e forte bigottismo. Alcune di queste palesi ed improprie mancanze di rispetto, utilizzate da artisti e personaggi famosi, hanno paradossalmente aperto una strada all’accettazione e all’apertura mentale. Nessuno ha motivo di sentirsi offeso a prescindere; è uno strumento di ammissione verso aspetti e condizioni che restano “mal visti” finché restano sconosciuti.

Gli artisti utilizzano questi strumenti nella loro arte, per creare situazioni plausibili ed attendibili, senza l’intento di mancare di rispetto. Molti dei film di Quentin Tarantino hanno fatto sognare generazioni di appassionati, e una delle loro caratteristiche principali è proprio la volgarità, rivolta a bianchi, neri, uomini o donne. Si tratta di raccontare una storia, senza censure, senza freni inibitori, d’altronde così com’è, spesso, la vita stessa. L’estrema necessità di riguardo, quindi, verso una caratteristica più o meno visibile, finisce per diventare uno stigma ancora più grave, un’etichetta che definisce la persona e alimenta i pregiudizi nei suoi confronti.

Se si ha paura di rivolgersi a un individuo con il suo nome e si sente il bisogno di inventare formule fittizie, apparenti e “ornamentali”, è perché quel soggetto non è stato davvero accettato. Né lui, né ciò che fa, né ciò che è o dice di essere. Un bidello è un bidello, uno spazzino è uno spazzino, un handicappato rimane un handicappato. Non si fanno favori a queste persone cambiando loro etichetta in “collaboratore scolastico”, “operatore ecologico”, “diversamente abile”... ma diversamente da cosa? L’offesa nasce nel momento in cui si crede che quella parola lo sia, offendendo così la dignità dell’individuo in base all’apparenza, senza sapere nulla di quel che effettivamente è.

La lingua italiana sarà la prossima vittima di questo falso perbenismo e di tutte queste inutili formalità. Si vogliono cambiare le radici di una lingua antica, tra le più belle del mondo, solo perché qualche ignorante si sente offeso. L’asterisco alla fine delle parole, la schwa, l’invenzione di offese inesistenti percepite da chi ha un’intelligenza solo approssimativa: questi sono strumenti con cui si sta sfasciando la nostra meravigliosa cultura. Stiamo regredendo nel pensiero e nel linguaggio, scambiandoli con superficialità e ignoranza.

In italiano, ogni parola ha un maschile e un femminile. Le parole, ovviamente, non sono “trans” e “non binarie”. Per quale motivo un uomo dovrebbe avere difficoltà a usare la parola “entusiasta”, data la sua origine femminile? Faccio un esempio: se in un gruppo ci sono cinque ragazze e un solo ragazzo, la grammatica italiana impone l’uso del maschile plurale. Mai, nella storia della nostra lingua, una ragazza si è sentita, o avrebbe mai dovuto sentirsi offesa. Oggi, a quanto pare, sì.

Il termine “negro”, se usato in modo offensivo, è incivile ed irrispettoso. Ma nelle lingue neolatine come lo spagnolo o il rumeno, il colore nero è identificato dalle parole negro e negru. E’ semplicemente la lingua. Il problema non è nella nostra civiltà o nella nostra lingua, ma nell’uso che se ne fa. Passare da “nero” a “negro” non cambia molto, a livello linguistico. Deduco che “negro” non può avere significati solamente negativi, ciò implica che non è sempre una offesa, e se usata senza cattiveria, non è una parola oltraggiosa. Dire che una persona è “di colore” non significa nulla. E’ una offesa verso chi non è razzista. Di che colore stiamo parlando, esattamente? Del colore che non si può dire! Non si può dire il colore della persona “di colore”, ma si può dire che è “di colore”. Se hai problemi con la parola che indica quel colore, allora hai un problema con le persone “di colore”, e per confonderti tra i falsi perbenisti, hai il coraggio di offenderti “per solidarietà” quando senti pronunciare la parola con la “N”.

In questo mondo non si possono rispettare tutti, e non si può incasellare ogni individuo in un’etichetta da consultare per sapere come rispettarlo. Forse dovremmo iniziare a rispettare noi stessi, le persone vicine, e quelle che incontriamo per strada. Sarebbe già un risultato importante, e per nulla scontato.


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Grizzly Bear - Shields (2012)


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Quarto album per questi “Orsi grigi”, giovane band americana attiva dal 2004. Dopo “Veckatimest”, uscito nel 2009, album che ha avuto notevole successo di critica e di pubblico, i Grizzly si sono presi una pausa, un periodo non proprio di riposo visto che, nel frattempo, hanno avuto esperienze personali, “momenti” utili per capire cosa fare del proprio futuro o meglio cosa fare dei Grizzly Bear. Il risultato è questo Shields, una costola del precedente “Veckatimest”, meno incisivo, ma più equilibrato. Dieci sono i brani presenti; scritti, suonati e cantati da tutti e quattro i musicisti del gruppo. Le sonorità si aggirano in territori indie-folk (come i precedenti) con qualche strizzatina d'occhio alla psichedelia e soprattutto al pop, senza però guastare... artesuono.blogspot.com/2014/10…


Ascolta: album.link/i/557858458



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Grizzly Bear - Shields (2012)


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Quarto album per questi “Orsi grigi”, giovane band americana attiva dal 2004. Dopo “Veckatimest”, uscito nel 2009, album che ha avuto notevole successo di critica e di pubblico, i Grizzly si sono presi una pausa, un periodo non proprio di riposo visto che, nel frattempo, hanno avuto esperienze personali, “momenti” utili per capire cosa fare del proprio futuro o meglio cosa fare dei Grizzly Bear. Il risultato è questo Shields, una costola del precedente “Veckatimest”, meno incisivo, ma più equilibrato. Dieci sono i brani presenti; scritti, suonati e cantati da tutti e quattro i musicisti del gruppo. Le sonorità si aggirano in territori indie-folk (come i precedenti) con qualche strizzatina d'occhio alla psichedelia e soprattutto al pop, senza però guastare... artesuono.blogspot.com/2014/10…


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CARABINIERI RESTITUISCONO ALLA SPAGNA UN RETABLO E NUMEROSI BENI D’ARTE PROVENIENTI DAL TRAFFICO ILLECITO INTERNAZIONALE


TORINO. Una preziosa scultura in legno intagliato policromo e dorato con scene della Passione di Cristo del XVI secolo e ulteriori 64 beni d’arte tra dipinti, specchiere, arazzi, mobili e sculture, illecitamente esportate dalla Spagna, sono stati restituiti dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale alle Autorità iberiche, durante la cerimonia che si è svolta ieri, nel “Salone delle Guardie svizzere” di Palazzo Reale a Torino.

L’evento si è svolto alla presenza alla presenza del Comandante dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC), Generale di Divisione Gargaro, dei Procuratori della Repubblica di Torino, Bombardieri e di Verbania, Pepe, nonché della Direttrice Generale del Patrimonio e delle Belle Arti del Ministero della Cultura del Regno di Spagna, Ángeles Albert De Leon, del Generale Alfonso Lopez Malò, Comandante della Policia Judicial della Guardia Civil spagnola e del Console Generale di Spagna Álvaro Trejo Gabriel y Galan.

Molti i beni artistici restituiti ala Spagna

I beni sono stati individuati grazie all’attività investigativa iniziata nel 2023, quando i Carabinieri del Nucleo TPC di Torino sono intervenuti all’interno di un’abitazione privata di Lesa (in provincia di Novara) dopo aver esaminato una segnalazione di beni d’arte di provenienza illecita, procedendo d’iniziativa al sequestro degli oggetti trafugati con il supporto dei Carabinieri territoriali.

L’operazione ha permesso di recuperare tra le opere d’arte presenti un retablo di straordinaria rilevanza storica ed artistica, che da successivi accertamenti è risultato essere stato illecitamente trafugato dalla Spagna dai proprietari (defunti) della villa sottoposta al controllo, in spregio al diniego all’esportazione emesso dalle competenti autorità spagnole.

Il Nucleo TPC, coordinato dalle Procure della Repubblica presso il Tribunale di Torino e di Verbania, ha condotto le ulteriori indagini in campo internazionale grazie all’utilizzo di Ordini europei di Indagine, cooperando Autorità giudiziarie italiane e spagnole Importante il supporto fornito da EUROJUST nell’aver individuato a Marbella (Spagna) una villa appartenente ai medesimi proprietari, dove originariamente era presente il “Retablo” e dalla quale risultavano mancare ulteriori beni d’arte (conteggiati in 64 oggetti antiquariali tra dipinti, sculture, mobili e beni vari) illecitamente esportati in Italia, alcuni presenti nella villa di Lesa e i restanti presso dei privati e dei commercianti che li avevano acquistati da una casa d’aste genovese.

Gli accertamenti svolti in sinergia tra i Carabinieri del TPC e il Dipartimento della Polizia spagnola “Unidad Central Operativa – Departamento de Delincuencia Especializada y Drogas – Grupo de Patrimonio Historico della Guardia Civil”, avvalendosi degli accurati esami compiuti dai funzionari del Ministero della Cultura e dello Sport spagnolo, hanno confermato l’autenticità dei beni d’arte e l’illecita esportazione degli stessi. L’expertise ha permesso di ottenere dalle autorità giudiziarie italiane i decreti per il dissequestro e restituzione in favore della Spagna.

Il successo dell’indagine, dagli investigatori convenzionalmente soprannominata RETABLO (l’omologa indagine in Spagna è stata denominata ALTARPIECE), ha visto tra i primi casi in Italia l’applicazione del nuovo reato, introdotto nel 2022, di importazione illecita di beni culturali (art. 518 decies Codice Penale.) in forza della quale è ora considerato reato, punito con la reclusione da due a sei anni e con la multa da euro 258 a euro 5.165, il comportamento di chi importa beni culturali provenienti da delitto oppure rinvenuti a seguito di ricerche svolte senza autorizzazione dell’Autorità locale competente, ovvero esportati da un altro Stato in violazione della legge di tutela di quel paese.

#CARABINIERITPC #ARMADEICARABINIERI #GUARDIACIVIL


noblogo.org/cooperazione-inter…


CARABINIERI RESTITUISCONO ALLA SPAGNA UN RETABLO E NUMEROSI BENI D’ARTE...


CARABINIERI RESTITUISCONO ALLA SPAGNA UN RETABLO E NUMEROSI BENI D’ARTE PROVENIENTI DAL TRAFFICO ILLECITO INTERNAZIONALE


TORINO. Una preziosa scultura in legno intagliato policromo e dorato con scene della Passione di Cristo del XVI secolo e ulteriori 64 beni d’arte tra dipinti, specchiere, arazzi, mobili e sculture, illecitamente esportate dalla Spagna, sono stati restituiti dal Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale alle Autorità iberiche, durante la cerimonia che si è svolta ieri, nel “Salone delle Guardie svizzere” di Palazzo Reale a Torino.

L’evento si è svolto alla presenza alla presenza del Comandante dei Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC), Generale di Divisione Gargaro, dei Procuratori della Repubblica di Torino, Bombardieri e di Verbania, Pepe, nonché della Direttrice Generale del Patrimonio e delle Belle Arti del Ministero della Cultura del Regno di Spagna, Ángeles Albert De Leon, del Generale Alfonso Lopez Malò, Comandante della Policia Judicial della Guardia Civil spagnola e del Console Generale di Spagna Álvaro Trejo Gabriel y Galan.

Molti i beni artistici restituiti ala Spagna

I beni sono stati individuati grazie all’attività investigativa iniziata nel 2023, quando i Carabinieri del Nucleo TPC di Torino sono intervenuti all’interno di un’abitazione privata di Lesa (in provincia di Novara) dopo aver esaminato una segnalazione di beni d’arte di provenienza illecita, procedendo d’iniziativa al sequestro degli oggetti trafugati con il supporto dei Carabinieri territoriali.

L’operazione ha permesso di recuperare tra le opere d’arte presenti un retablo di straordinaria rilevanza storica ed artistica, che da successivi accertamenti è risultato essere stato illecitamente trafugato dalla Spagna dai proprietari (defunti) della villa sottoposta al controllo, in spregio al diniego all’esportazione emesso dalle competenti autorità spagnole.

Il Nucleo TPC, coordinato dalle Procure della Repubblica presso il Tribunale di Torino e di Verbania, ha condotto le ulteriori indagini in campo internazionale grazie all’utilizzo di Ordini europei di Indagine, cooperando Autorità giudiziarie italiane e spagnole Importante il supporto fornito da EUROJUST nell’aver individuato a Marbella (Spagna) una villa appartenente ai medesimi proprietari, dove originariamente era presente il “Retablo” e dalla quale risultavano mancare ulteriori beni d’arte (conteggiati in 64 oggetti antiquariali tra dipinti, sculture, mobili e beni vari) illecitamente esportati in Italia, alcuni presenti nella villa di Lesa e i restanti presso dei privati e dei commercianti che li avevano acquistati da una casa d’aste genovese.

Gli accertamenti svolti in sinergia tra i Carabinieri del TPC e il Dipartimento della Polizia spagnola “Unidad Central Operativa – Departamento de Delincuencia Especializada y Drogas – Grupo de Patrimonio Historico della Guardia Civil”, avvalendosi degli accurati esami compiuti dai funzionari del Ministero della Cultura e dello Sport spagnolo, hanno confermato l’autenticità dei beni d’arte e l’illecita esportazione degli stessi. L’expertise ha permesso di ottenere dalle autorità giudiziarie italiane i decreti per il dissequestro e restituzione in favore della Spagna.

Il successo dell’indagine, dagli investigatori convenzionalmente soprannominata RETABLO (l’omologa indagine in Spagna è stata denominata ALTARPIECE), ha visto tra i primi casi in Italia l’applicazione del nuovo reato, introdotto nel 2022, di importazione illecita di beni culturali (art. 518 decies Codice Penale.) in forza della quale è ora considerato reato, punito con la reclusione da due a sei anni e con la multa da euro 258 a euro 5.165, il comportamento di chi importa beni culturali provenienti da delitto oppure rinvenuti a seguito di ricerche svolte senza autorizzazione dell’Autorità locale competente, ovvero esportati da un altro Stato in violazione della legge di tutela di quel paese.

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Operazione congiunta tra Procura di Verona e GdF e la Procura albanese SPAK contro il riciclaggio di denaro da parte di organizzazioni criminali con sede a Elbasan


La Procura speciale contro la corruzione e la criminalità organizzata albanese (SPAK) e la Procura di Verona hanno condotto un'operazione congiunta contro un'organizzazione criminale di Elbasan, attiva a Verona, responsabile del trasporto di ingenti quantitativi di cocaina dal Sud America al mercato europeo.

Le indagini condotte dalla Guardia di Finanza veronese hanno portato al sequestro preventivo di beni mobili e immobili, risorse finanziarie e quote del patrimonio di una società commerciale, per un valore superiore ai 4 milioni di euro.

Il sequestro è stato eseguito su provvedimento del Tribunale di Verona, in via cautelare, nell'ambito delle indagini in corso.

I beni sequestrati sono:

  • Un fabbricato, immobile a Nogarole Rocca (Verona)
  • Un immobile del valore di circa 3 milioni di euro, composto da 30 unità tra uffici e negozi (Verona)
  • Un conto corrente bancario dove venivano versati gli affitti degli uffici e dei negozi (circa 400 mila euro all'anno)
  • Società commerciale operante nel settore delle costruzioni, con una quota del 100% in Italia.

Le indagini hanno accertato che tali patrimoni erano stati creati e finanziati con i profitti derivanti dal traffico internazionale di stupefacenti dal Sud America ai mercati europei. L'attenzione si è concentrata su una società immobiliare in Italia, alla quale venivano indirizzate ingenti somme di denaro tramite il sistema bancario. È emerso che il denaro proveniva dall'Albania, poiché l'organizzazione criminale trasferiva i proventi di una società commerciale albanese, di proprietà di due fratelli albanesi, e tali somme venivano investite in Italia nella costruzione e ristrutturazione di edifici, che venivano poi affittati.

Uno dei due fratelli è ricercato a livello internazionale, mentre l'altro si trova in un carcere belga. Quest'ultimo è stato arrestato a Verona nel giugno 2024, in seguito all'esecuzione di un mandato di arresto emesso dalle autorità belghe per sospetto coinvolgimento in un omicidio mafioso ad Anversa, scaturito da conflitti tra gruppi rivali dediti al narcotraffico.

Per quest'ultimo, c'è anche una decisione emessa dal Tribunale di primo grado per la corruzione e la criminalità organizzata, a seguito delle indagini condotte dallo SPAK, per i reati penali: “Omicidio premeditato”, “Detenzione e fabbricazione illegali di armi”, “Traffico internazionale di droga” e “ Riciclaggio dei proventi di un reato o di un'attività criminale”.

Grazie al team investigativo congiunto tra la Procura di Verona e la SPAK, è emerso che l'impiego di ingenti risorse finanziarie provenienti dall'Albania nell'economia italiana rappresentava anche l'ultimo anello del riciclaggio di denaro, effettuato dall'estero tramite una società commerciale in Albania, di proprietà dell'organizzazione criminale.

In Albania venivano effettuate operazioni immobiliari sospette, con l'obiettivo di impedire la tracciabilità della provenienza illecita del denaro e in questo modo l'organizzazione beneficiava di servizi “riciclati”, con il profitto ricavato dalle operazioni sospette, che poteva essere reimpiegato in investimenti immobiliari in territorio italiano.

Sono stati inoltre sequestrati beni immobili e risorse finanziarie appartenenti all'amministratore di una società immobiliare veronese, di proprietà di una coppia albanese, in passato coinvolta nel traffico di droga. Erano considerati persone di fiducia dei due fratelli e risultavano essere al soldo dell'organizzazione criminale. Sono stati inoltre effettuati accertamenti sui soggetti principali e sui loro collaboratori italiani, al fine di reperire ulteriori elementi di prova.

Per la Procura di Verona si tratta del primo caso di un'organizzazione criminale albanese che investe in immobili nel territorio di uno Stato dell'Unione Europea, in questo caso l'Italia.

#SPAK #GuardiadiFinanza


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Operazione congiunta tra Procura di Verona e GdF e la Procura albanese SPAK...


Operazione congiunta tra Procura di Verona e GdF e la Procura albanese SPAK contro il riciclaggio di denaro da parte di organizzazioni criminali con sede a Elbasan


La Procura speciale contro la corruzione e la criminalità organizzata albanese (SPAK) e la Procura di Verona hanno condotto un'operazione congiunta contro un'organizzazione criminale di Elbasan, attiva a Verona, responsabile del trasporto di ingenti quantitativi di cocaina dal Sud America al mercato europeo.

Le indagini condotte dalla Guardia di Finanza veronese hanno portato al sequestro preventivo di beni mobili e immobili, risorse finanziarie e quote del patrimonio di una società commerciale, per un valore superiore ai 4 milioni di euro.

Il sequestro è stato eseguito su provvedimento del Tribunale di Verona, in via cautelare, nell'ambito delle indagini in corso.

I beni sequestrati sono:

  • Un fabbricato, immobile a Nogarole Rocca (Verona)
  • Un immobile del valore di circa 3 milioni di euro, composto da 30 unità tra uffici e negozi (Verona)
  • Un conto corrente bancario dove venivano versati gli affitti degli uffici e dei negozi (circa 400 mila euro all'anno)
  • Società commerciale operante nel settore delle costruzioni, con una quota del 100% in Italia.

Le indagini hanno accertato che tali patrimoni erano stati creati e finanziati con i profitti derivanti dal traffico internazionale di stupefacenti dal Sud America ai mercati europei. L'attenzione si è concentrata su una società immobiliare in Italia, alla quale venivano indirizzate ingenti somme di denaro tramite il sistema bancario. È emerso che il denaro proveniva dall'Albania, poiché l'organizzazione criminale trasferiva i proventi di una società commerciale albanese, di proprietà di due fratelli albanesi, e tali somme venivano investite in Italia nella costruzione e ristrutturazione di edifici, che venivano poi affittati.

Uno dei due fratelli è ricercato a livello internazionale, mentre l'altro si trova in un carcere belga. Quest'ultimo è stato arrestato a Verona nel giugno 2024, in seguito all'esecuzione di un mandato di arresto emesso dalle autorità belghe per sospetto coinvolgimento in un omicidio mafioso ad Anversa, scaturito da conflitti tra gruppi rivali dediti al narcotraffico.

Per quest'ultimo, c'è anche una decisione emessa dal Tribunale di primo grado per la corruzione e la criminalità organizzata, a seguito delle indagini condotte dallo SPAK, per i reati penali: “Omicidio premeditato”, “Detenzione e fabbricazione illegali di armi”, “Traffico internazionale di droga” e “ Riciclaggio dei proventi di un reato o di un'attività criminale”.

Grazie al team investigativo congiunto tra la Procura di Verona e la SPAK, è emerso che l'impiego di ingenti risorse finanziarie provenienti dall'Albania nell'economia italiana rappresentava anche l'ultimo anello del riciclaggio di denaro, effettuato dall'estero tramite una società commerciale in Albania, di proprietà dell'organizzazione criminale.

In Albania venivano effettuate operazioni immobiliari sospette, con l'obiettivo di impedire la tracciabilità della provenienza illecita del denaro e in questo modo l'organizzazione beneficiava di servizi “riciclati”, con il profitto ricavato dalle operazioni sospette, che poteva essere reimpiegato in investimenti immobiliari in territorio italiano.

Sono stati inoltre sequestrati beni immobili e risorse finanziarie appartenenti all'amministratore di una società immobiliare veronese, di proprietà di una coppia albanese, in passato coinvolta nel traffico di droga. Erano considerati persone di fiducia dei due fratelli e risultavano essere al soldo dell'organizzazione criminale. Sono stati inoltre effettuati accertamenti sui soggetti principali e sui loro collaboratori italiani, al fine di reperire ulteriori elementi di prova.

Per la Procura di Verona si tratta del primo caso di un'organizzazione criminale albanese che investe in immobili nel territorio di uno Stato dell'Unione Europea, in questo caso l'Italia.

#SPAK #GuardiadiFinanza


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Patti Smith - Banga (2012)


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Tirando in ballo il cane di Ponzio Pilato chiamato “Banga” (dal libro “Il maestro e Margherita” di Bulgakov), la nostra sacerdotessa del rock pubblica il suo undicesimo album. Disco di inediti (a parte un brano) che esce a otto anni da Trampin' e a cinque da Twelve, album di solo cover. Patti Smith pubblica un'album di canzoni, quelle classiche, quelle che seguono la “forma” vera, ballate che raccontano “storie” di persone, fatti e tragedie personali e sociali. Tra i brani infatti, troviamo riferimenti che vanno dal terremoto in Giappone alle scomparse di Amy Winehouse e Maria Schneider. Le dodici canzoni che compongono l'album sono costruite su testi importanti, sono riflessioni ed esperienze, cariche di poesia e di reale vita quotidiana. Dodici canzoni per dodici tributi, dodici omaggi a persone, amici, personalità e popoli che in qualche modo hanno colpito i sentimenti della poetessa e che poi ha messo in musica... artesuono.blogspot.com/2014/11…


Ascolta: album.link/i/529605595



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Patti Smith - Banga (2012)


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Tirando in ballo il cane di Ponzio Pilato chiamato “Banga” (dal libro “Il maestro e Margherita” di Bulgakov), la nostra sacerdotessa del rock pubblica il suo undicesimo album. Disco di inediti (a parte un brano) che esce a otto anni da Trampin' e a cinque da Twelve, album di solo cover. Patti Smith pubblica un'album di canzoni, quelle classiche, quelle che seguono la “forma” vera, ballate che raccontano “storie” di persone, fatti e tragedie personali e sociali. Tra i brani infatti, troviamo riferimenti che vanno dal terremoto in Giappone alle scomparse di Amy Winehouse e Maria Schneider. Le dodici canzoni che compongono l'album sono costruite su testi importanti, sono riflessioni ed esperienze, cariche di poesia e di reale vita quotidiana. Dodici canzoni per dodici tributi, dodici omaggi a persone, amici, personalità e popoli che in qualche modo hanno colpito i sentimenti della poetessa e che poi ha messo in musica... artesuono.blogspot.com/2014/11…


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Finalmente dopo varie ricerche e prove, penso di aver trovato l'alternativa valida a google keep


Dopo vari tentativi di provare a staccarmi da google keep che utilizzo spesso per fare la lista della spesa, appuntarmi promemoria e altre varie cose che mi serve ricordare, penso di aver trovato un software decente che fa al caso mio!

Quillpad



I punti che mi interessavano erano * facilitè e rapidità di scrittura e formattazione * sincronizzazione con il mio spazio nextcloud * versatilità * opensource

oltre ad essere molto bella graficamente l'aspesso che mi ha colpito è che si integra con le note presenti in nextcloud, è sufficente all'interno delle impostazioni configurare la propia istanza nextcloud creare un token di accesso e il gioco è fatto, e se nella vostra istanza sono presenti già delle note salvate si sincronizza e non le perdete.

P.S.: Lo so che nextcloud ha un applicazione Note, ma è macchinosa e poco intuitiva per i più, vi assicuro che Quillpad non delude.

Link al progetto

Fatemi sapere cosa ne pensate!


noblogo.org/guala75/finalmente…


Finalmente dopo varie ricerche e prove, penso di aver trovato l'alternativa valida a google keep


Dopo vari tentativi di provare a staccarmi da google keep che utilizzo spesso per fare la lista della spesa, appuntarmi promemoria e altre varie cose che mi serve ricordare, penso di aver trovato un software decente che fa al caso mio!

Quillpad



I punti che mi interessavano erano * facilitè e rapidità di scrittura e formattazione * sincronizzazione con il mio spazio nextcloud * versatilità * opensource

oltre ad essere molto bella graficamente l'aspesso che mi ha colpito è che si integra con le note presenti in nextcloud, è sufficente all'interno delle impostazioni configurare la propia istanza nextcloud creare un token di accesso e il gioco è fatto, e se nella vostra istanza sono presenti già delle note salvate si sincronizza e non le perdete.

P.S.: Lo so che nextcloud ha un applicazione Note, ma è macchinosa e poco intuitiva per i più, vi assicuro che Quillpad non delude.

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Articolo pubblicato con licenza CC BY-NC-SA