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PEDOPORNOGRAFIA ONLINE. LA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE FUNZIONA, MA INDAGINI DIFFICILI PER UTILIZZO DELLA INTELLIGENZA ARTIFICIALE


Mentre la Polizia Postale e delle comunicazioni italiana dà notizia di una vasta operazione nazionale (denominata Hello) contro la pedopornografia on line (commissariatodips.it/notizie/a…), Europol fornisce la comunicazione di una vasta attività internazionale, denominata Cumberland.

Sono 25 gli arresti in 19 paesi (l'Italia non è compresa) per sfruttamento sessuale infantile, in una operazione coordinata da Europol ed iniziata dalle forze dell'ordine danesi. Nel corso dell'azione, sinora, sono stati 273 i sospetti identificati, 33 le perquisizioni svolte e 173 dispositivi elettronici sequestrati.

Il principale sospetto – un cittadino danese arrestato a novembre 2024 – gestiva una piattaforma online per distribuire materiale generato da AI. Gli utenti potevano accedere al contenuto dopo aver effettuato un pagamento simbolico per ottenere una password.

La crescente facilità di creazione di immagini AI ha complicato l'identificazione di vittime e colpevoli, rendendo difficile per le autorità identificare se ci siano vittime reali coinvolte. Infatti le immagini generate da AI possono sembrare autentiche, rendendo difficile distinguere tra contenuti reali e artificiali. Inoltre la crescente facilità di creazione di tali immagini consente anche a individui con scarse competenze tecniche di produrle. Infine la mancanza di legislazione nazionale specifica rende complicata l'indagine e l'identificazione delle vittime.

Europol lancerà quindi una campagna per prevenire futuri crimini legati all'uso illegale dell'AI: la campagna mira a raggiungere i potenziali acquirenti di contenuti illegali attraverso messaggi online e altre strategie, come visite dirette e lettere di avviso.

L'obiettivo è educare e dissuadere i criminali, oltre a fornire supporto a chi cerca aiuto.

#operazioneHello #operationCumberland #pedopornografia #cooperazioneinternazionaledipolizia #Europol #poliziapostaleedellecomunicazioni


noblogo.org/cooperazione-inter…


PEDOPORNOGRAFIA ONLINE.


PEDOPORNOGRAFIA ONLINE. LA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE FUNZIONA, MA INDAGINI DIFFICILI PER UTILIZZO DELLA INTELLIGENZA ARTIFICIALE


Mentre la Polizia Postale e delle comunicazioni italiana dà notizia di una vasta operazione nazionale (denominata Hello) contro la pedopornografia on line (commissariatodips.it/notizie/a…), Europol fornisce la comunicazione di una vasta attività internazionale, denominata Cumberland.

Sono 25 gli arresti in 19 paesi (l'Italia non è compresa) per sfruttamento sessuale infantile, in una operazione coordinata da Europol ed iniziata dalle forze dell'ordine danesi. Nel corso dell'azione, sinora, sono stati 273 i sospetti identificati, 33 le perquisizioni svolte e 173 dispositivi elettronici sequestrati.

Il principale sospetto – un cittadino danese arrestato a novembre 2024 – gestiva una piattaforma online per distribuire materiale generato da AI. Gli utenti potevano accedere al contenuto dopo aver effettuato un pagamento simbolico per ottenere una password.

La crescente facilità di creazione di immagini AI ha complicato l'identificazione di vittime e colpevoli, rendendo difficile per le autorità identificare se ci siano vittime reali coinvolte. Infatti le immagini generate da AI possono sembrare autentiche, rendendo difficile distinguere tra contenuti reali e artificiali. Inoltre la crescente facilità di creazione di tali immagini consente anche a individui con scarse competenze tecniche di produrle. Infine la mancanza di legislazione nazionale specifica rende complicata l'indagine e l'identificazione delle vittime.

Europol lancerà quindi una campagna per prevenire futuri crimini legati all'uso illegale dell'AI: la campagna mira a raggiungere i potenziali acquirenti di contenuti illegali attraverso messaggi online e altre strategie, come visite dirette e lettere di avviso.

L'obiettivo è educare e dissuadere i criminali, oltre a fornire supporto a chi cerca aiuto.

#operazioneHello #operationCumberland #pedopornografia #cooperazioneinternazionaledipolizia #Europol #poliziapostaleedellecomunicazioni


Segui il blog e interagisci con i suoi post nel fediverso. Scopri dove trovarci:l.devol.it/@CoopIntdiPoliziaTutti i contenuti sono CC BY-NC-SA (creativecommons.org/licenses/b…)Le immagini se non diversamente indicato sono di pubblico dominio.



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La giusta distanza


(164)

(LGD)

Nel suo film del 2007 “La giusta distanza”, Carlo Mazzacurati narra la vicenda di un giovane apprendista giornalista, che non riesce, in merito ad un fatto di cronaca, a mantenere la “giusta distanza” dai fatti, come gli ha suggerito il suo mentore. Ovvero non riesce ad approfondire abbastanza quel che accade per averne una visione imparziale, il più possibile corretta e scevra da opinioni ed idee personali: quello che, nella teoria, ogni giornalista dovrebbe tendere a fare nel suo mestiere.

In Italia può essere portato ad esempio di come questo modo di operare sia, nei fatti, ignorato del tutto o quasi. Da parte di molte testate giornalistiche e di TG d'ogni canale è è un muoversi nelle direzioni più disparate: dapprima per rimanere “sul pezzo” e, passata la fase di picco a livello di notizia, per estendere all'infinito una serie di tematiche, perlopiù allarmiste e con un alto tasso di sensazionalismo, fino a coprire intere giornate di trasmissione.

E' anche un po' il limite, per esempio, dei canali “All News”, dove per ventiquattro ore al giorno si trasmette ogni sorta di dettaglio, di accadimento, di vocio per coprire la giornata intera. Reiterando all'infinito le stesse cose (non può accadere qualcosa di clamoroso ogni ora), si finisce con il “caricare” la notizia fino allo spasimo, spesso inserendo note di colore che rendono la narrazione volutamente altisonante, pervasiva, angosciante. Una estremizzazione indotta per mantenere attento lo spettatore.

(LGD2)

Chiaramente è una maniera d'operare affatto corretta e per quanto giornalisti ed opinionisti lo neghino, appare abbastanza chiaro che è un mare in cui a loro piace nuotare. Possiamo comprendere che sia più semplice fare così che mantenere quella distanza di cui sopra: si rischia, magari, la noia o una maniera troppo blanda di porgere le notizie e molte persone amano, inconsciamente o meno, il clamore e la chiacchiera, a discapito di coloro che, invece, vorrebbero leggere o sentire semplicemente ciò che è successo, senza fronzoli.

D'altro canto ognuno può essere un amplificatore dei fatti: basta un account su “Facebook” o su “X” dove riprendere e commentare ogni cosa venga detta, magari distorcendo ulteriormente le cose, caricandole con opinioni personali (cui si ha diritto) e facendo rimbalzare tutto ovunque. Una sorta di cerchio infinito in cui la sconfitta è l'informazione di qualità, quella cui dovrebbero sempre ambire tutti. Sarebbe un freno per un mondo già sovraccarico di input, dove siamo “bombardati” senza sosta, senza tregua di cose che ci sentiamo obbligati a seguire.

Un corto circuito permanente d'attenzione e di sovraccarico mediatico. E come ogni cosa portata all'eccesso, è un danno. Cui, temo, non si possa più porre rimedio, se non con la volontà personale di distaccarsi da questa narrazione sbilanciata, reinserendo nel proprio modo di informarsi una quanto mai necessaria dose di distacco e di ragionamento. Cose difficili da fare, faticose, ma non impossibili.

#Blog #Opinioni #Media #News #Informazione


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La giusta distanza


(164)

(LGD)

Nel suo film del 2007 “La giusta distanza”, Carlo Mazzacurati narra la vicenda di un giovane apprendista giornalista, che non riesce, in merito ad un fatto di cronaca, a mantenere la “giusta distanza” dai fatti, come gli ha suggerito il suo mentore. Ovvero non riesce ad approfondire abbastanza quel che accade per averne una visione imparziale, il più possibile corretta e scevra da opinioni ed idee personali: quello che, nella teoria, ogni giornalista dovrebbe tendere a fare nel suo mestiere.

In Italia può essere portato ad esempio di come questo modo di operare sia, nei fatti, ignorato del tutto o quasi. Da parte di molte testate giornalistiche e di TG d'ogni canale è è un muoversi nelle direzioni più disparate: dapprima per rimanere “sul pezzo” e, passata la fase di picco a livello di notizia, per estendere all'infinito una serie di tematiche, perlopiù allarmiste e con un alto tasso di sensazionalismo, fino a coprire intere giornate di trasmissione.

E' anche un po' il limite, per esempio, dei canali “All News”, dove per ventiquattro ore al giorno si trasmette ogni sorta di dettaglio, di accadimento, di vocio per coprire la giornata intera. Reiterando all'infinito le stesse cose (non può accadere qualcosa di clamoroso ogni ora), si finisce con il “caricare” la notizia fino allo spasimo, spesso inserendo note di colore che rendono la narrazione volutamente altisonante, pervasiva, angosciante. Una estremizzazione indotta per mantenere attento lo spettatore.

(LGD2)

Chiaramente è una maniera d'operare affatto corretta e per quanto giornalisti ed opinionisti lo neghino, appare abbastanza chiaro che è un mare in cui a loro piace nuotare. Possiamo comprendere che sia più semplice fare così che mantenere quella distanza di cui sopra: si rischia, magari, la noia o una maniera troppo blanda di porgere le notizie e molte persone amano, inconsciamente o meno, il clamore e la chiacchiera, a discapito di coloro che, invece, vorrebbero leggere o sentire semplicemente ciò che è successo, senza fronzoli.

D'altro canto ognuno può essere un amplificatore dei fatti: basta un account su “Facebook” o su “X” dove riprendere e commentare ogni cosa venga detta, magari distorcendo ulteriormente le cose, caricandole con opinioni personali (cui si ha diritto) e facendo rimbalzare tutto ovunque. Una sorta di cerchio infinito in cui la sconfitta è l'informazione di qualità, quella cui dovrebbero sempre ambire tutti. Sarebbe un freno per un mondo già sovraccarico di input, dove siamo “bombardati” senza sosta, senza tregua di cose che ci sentiamo obbligati a seguire.

Un corto circuito permanente d'attenzione e di sovraccarico mediatico. E come ogni cosa portata all'eccesso, è un danno. Cui, temo, non si possa più porre rimedio, se non con la volontà personale di distaccarsi da questa narrazione sbilanciata, reinserendo nel proprio modo di informarsi una quanto mai necessaria dose di distacco e di ragionamento. Cose difficili da fare, faticose, ma non impossibili.

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Tutte le opinioni qui riportate sono da considerarsi personali. Per eventuali problemi riscontrati con i testi, si prega di scrivere a: corubomatt@gmail.com



Muddy Waters - At Newport 1960 (1960)


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At Newport 1960 è un album live di Muddy Waters registrato durante la sua esibizione al Newport Jazz Festival il 3 luglio 1960. Con la sua storica band di supporto, Muddy Waters suona un mix dei suoi vecchi brani popolari e alcune composizioni più recenti. La Chess Records pubblicò l'album negli Stati Uniti il ​​15 novembre 1960. At Newport 1960 è talvolta definito il primo album blues dal vivo e ha ricevuto il plauso della critica. La rivista Rolling Stone lo ha incluso al numero 348 nella sua lista dei “500 migliori album di tutti i tempi”. Insieme alle canzoni di The Best of Muddy Waters (1958), l'album è stato un'importante influenza sulle scene emergenti del blues bianco più giovane negli Stati Uniti e nel Regno Unito.


Ascolta: album.link/i/1484105309



noblogo.org/available/muddy-wa…


Muddy Waters - At Newport 1960 (1960)


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At Newport 1960 è un album live di Muddy Waters registrato durante la sua esibizione al Newport Jazz Festival il 3 luglio 1960. Con la sua storica band di supporto, Muddy Waters suona un mix dei suoi vecchi brani popolari e alcune composizioni più recenti. La Chess Records pubblicò l'album negli Stati Uniti il ​​15 novembre 1960. At Newport 1960 è talvolta definito il primo album blues dal vivo e ha ricevuto il plauso della critica. La rivista Rolling Stone lo ha incluso al numero 348 nella sua lista dei “500 migliori album di tutti i tempi”. Insieme alle canzoni di The Best of Muddy Waters (1958), l'album è stato un'importante influenza sulle scene emergenti del blues bianco più giovane negli Stati Uniti e nel Regno Unito.


Ascolta: album.link/i/1484105309


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Forum internazionale dei pubblici ministeri a Vienna


Si è tenuto a Vienna, sotto l'egida di UNODC (vedi nota sottostante), il Forum Internazionale dei Pubblici Ministeri, che aveva lo scopo di rafforzare la cooperazione internazionale contro la tratta di esseri umani e il traffico di migranti, con un focus sulla identificazione di rotte emergenti, tecniche investigative e dimensioni di genere nei crimini. Sono convenuti esperti da quasi 60 paesi e da organizzazioni internazionali. Le sfide da affrontare per una più efficace cooperazione consistono in barriere legali, linguistiche e nelle risorse limitate, che ostacolano la collaborazione. Come noto, I pubblici ministeri hanno la responsabilità di avviare e svolgere azioni penali, fungere da parte in procedimenti giudiziari e, in molti paesi, supervisionare le indagini. Identificano i sospetti, raccolgono prove per stabilire la colpa e supportano le vittime durante il processo legale. Inoltre, rappresentano lo Stato nell'applicazione della legge e garantiscono la sicurezza pubblica. Il Forum internazionale dei pubblici ministeri mira a migliorare la comunicazione e la collaborazione tra i procuratori facilitando il dialogo e la condivisione delle conoscenze. Si concentra sull'identificazione delle rotte emergenti del traffico, sull'esplorazione di tecniche investigative innovative e sulla sensibilizzazione riguardo alle dimensioni di genere dei crimini. Inoltre, crea un ambiente propizio per la comunicazione, dove le domande possono ricevere risposte e le idee possono essere condivise e implementate nei vari paesi. La cooperazione internazionale è fondamentale nella lotta contro la tratta di esseri umani e il traffico di migranti, poiché consente ai paesi di condividere informazioni e coordinare azioni efficaci. Senza tale cooperazione, è difficile smantellare le organizzazioni criminali che operano su scala transnazionale, poiché queste reti criminali si estendono in diversi paesi. Inoltre, la collaborazione aiuta a superare barriere come sistemi giuridici diversi e risorse limitate, migliorando l'efficacia delle operazioni contro il crimine organizzato.

NOTA: UNODC è l'Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine, un'agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di affrontare problemi legati alla droga, al crimine organizzato e alla criminalità transnazionale. Fornisce assistenza tecnica e supporto ai paesi per sviluppare strategie e politiche efficaci nella lotta contro la droga e il crimine. Inoltre, promuove la cooperazione internazionale e la condivisione delle informazioni per combattere queste problematiche a livello globale.

#UNODC #Foruminternazionalepubbliciministeri


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Forum internazionale dei pubblici ministeri a Vienna


Forum internazionale dei pubblici ministeri a Vienna


Si è tenuto a Vienna, sotto l'egida di UNODC (vedi nota sottostante), il Forum Internazionale dei Pubblici Ministeri, che aveva lo scopo di rafforzare la cooperazione internazionale contro la tratta di esseri umani e il traffico di migranti, con un focus sulla identificazione di rotte emergenti, tecniche investigative e dimensioni di genere nei crimini. Sono convenuti esperti da quasi 60 paesi e da organizzazioni internazionali. Le sfide da affrontare per una più efficace cooperazione consistono in barriere legali, linguistiche e nelle risorse limitate, che ostacolano la collaborazione. Come noto, I pubblici ministeri hanno la responsabilità di avviare e svolgere azioni penali, fungere da parte in procedimenti giudiziari e, in molti paesi, supervisionare le indagini. Identificano i sospetti, raccolgono prove per stabilire la colpa e supportano le vittime durante il processo legale. Inoltre, rappresentano lo Stato nell'applicazione della legge e garantiscono la sicurezza pubblica. Il Forum internazionale dei pubblici ministeri mira a migliorare la comunicazione e la collaborazione tra i procuratori facilitando il dialogo e la condivisione delle conoscenze. Si concentra sull'identificazione delle rotte emergenti del traffico, sull'esplorazione di tecniche investigative innovative e sulla sensibilizzazione riguardo alle dimensioni di genere dei crimini. Inoltre, crea un ambiente propizio per la comunicazione, dove le domande possono ricevere risposte e le idee possono essere condivise e implementate nei vari paesi. La cooperazione internazionale è fondamentale nella lotta contro la tratta di esseri umani e il traffico di migranti, poiché consente ai paesi di condividere informazioni e coordinare azioni efficaci. Senza tale cooperazione, è difficile smantellare le organizzazioni criminali che operano su scala transnazionale, poiché queste reti criminali si estendono in diversi paesi. Inoltre, la collaborazione aiuta a superare barriere come sistemi giuridici diversi e risorse limitate, migliorando l'efficacia delle operazioni contro il crimine organizzato.

NOTA: UNODC è l'Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine, un'agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di affrontare problemi legati alla droga, al crimine organizzato e alla criminalità transnazionale. Fornisce assistenza tecnica e supporto ai paesi per sviluppare strategie e politiche efficaci nella lotta contro la droga e il crimine. Inoltre, promuove la cooperazione internazionale e la condivisione delle informazioni per combattere queste problematiche a livello globale.

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Tom Tom Club - Tom Tom Club (1981)


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Tom Tom Club è l'album di debutto in studio dei Tom Tom Club, pubblicato nel 1981, contenente i singoli di successo nel Regno Unito “Wordy Rappinghood”, che raggiunse il n. 7 nel giugno 1981 e “Genius of Love”, che raggiunse il n. 65 nell'ottobre dello stesso anno. Fu ripubblicato nel Regno Unito nel 1982 per includere “Under the Boardwalk”, che raggiunse il n. 22 nell'agosto 1982. Quando fu pubblicato negli Stati Uniti, “Genius of Love” raggiunse il n. 31 nella Billboard Hot 100. Sia “Wordy Rappinghood” che “Genius of Love” raggiunsero la vetta della classifica dance statunitense. L'album fu ripubblicato il 19 maggio 2009, come parte di un pacchetto deluxe da due CD con il secondo album della band, Close to the Bone. L'album è stato ulteriormente ripubblicato in vinile bianco in edizione limitata dalla Real Gone Music il 1° marzo 2019. La rivista Slant Magazine ha inserito l'album al numero 87 nella sua lista dei migliori album degli anni '80.


Ascolta: album.link/i/1443455978



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Tom Tom Club - Tom Tom Club (1981)


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Tom Tom Club è l'album di debutto in studio dei Tom Tom Club, pubblicato nel 1981, contenente i singoli di successo nel Regno Unito “Wordy Rappinghood”, che raggiunse il n. 7 nel giugno 1981 e “Genius of Love”, che raggiunse il n. 65 nell'ottobre dello stesso anno. Fu ripubblicato nel Regno Unito nel 1982 per includere “Under the Boardwalk”, che raggiunse il n. 22 nell'agosto 1982. Quando fu pubblicato negli Stati Uniti, “Genius of Love” raggiunse il n. 31 nella Billboard Hot 100. Sia “Wordy Rappinghood” che “Genius of Love” raggiunsero la vetta della classifica dance statunitense. L'album fu ripubblicato il 19 maggio 2009, come parte di un pacchetto deluxe da due CD con il secondo album della band, Close to the Bone. L'album è stato ulteriormente ripubblicato in vinile bianco in edizione limitata dalla Real Gone Music il 1° marzo 2019. La rivista Slant Magazine ha inserito l'album al numero 87 nella sua lista dei migliori album degli anni '80.


Ascolta: album.link/i/1443455978


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Beatles - Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band (1967)


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Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band è l'ottavo album in studio del gruppo rock inglese The Beatles. Pubblicato il 26 maggio 1967, rimase per 27 settimane al primo posto nella classifica Record Retailer nel Regno Unito e per 15 settimane al primo posto nella classifica Billboard Top LPs negli Stati Uniti. L'album fu elogiato dalla critica per le sue innovazioni nella scrittura di canzoni, nella produzione e nella grafica, per aver colmato il divario culturale tra musica popolare e alta arte e per aver riflesso gli interessi della gioventù contemporanea e della controcultura. La sua uscita fu un momento decisivo nella cultura pop degli anni '60, annunciando la Summer of Love, mentre l'accoglienza dell'album raggiunse la piena legittimazione culturale per la musica pop e il riconoscimento del mezzo come una vera e propria forma d'arte. Alla fine di agosto 1966, i Beatles si ritirarono definitivamente dai tour e perseguirono interessi individuali per i successivi tre mesi. Durante un volo di ritorno a Londra a novembre, Paul McCartney ebbe un'idea per una canzone che coinvolgeva una banda militare edoardiana che diede impulso al concept di Sgt. Pepper. Le sessioni iniziarono il 24 novembre agli EMI Studios con composizioni ispirate alla giovinezza dei Beatles, ma dopo le pressioni della EMI, le canzoni “Strawberry Fields Forever” e “Penny Lane” furono pubblicate come singolo doppio lato A nel febbraio 1967 e escluse dall'LP. L'album fu vagamente concettualizzato come un'esibizione della fittizia band Sgt. Pepper, un'idea concepita dopo aver registrato la traccia del titolo. Un'opera chiave della psichedelia britannica, incorpora una gamma di influenze stilistiche, tra cui vaudeville, circo, music hall, avanguardia e musica classica occidentale e indiana. La band continuò la sperimentazione tecnologica segnata dal loro album precedente, Revolver, questa volta senza una scadenza assoluta per il completamento. Con il produttore George Martin e l'ingegnere del suono Geoff Emerick, il gruppo ha colorato gran parte delle registrazioni con effetti sonori e manipolazione del nastro, come esemplificato in “Lucy in the Sky with Diamonds”, “Being for the Benefit of Mr. Kite!” e “A Day in the Life”. La registrazione è stata completata il 21 aprile. La copertina, che raffigura i Beatles in posa di fronte a un tableau di celebrità e personaggi storici, è stata disegnata dagli artisti pop Peter Blake e Jann Haworth. Sgt. Pepper è considerato dai musicologi uno dei primi concept album che ha fatto progredire i ruoli della composizione sonora, della forma estesa, delle immagini psichedeliche, delle copertine dei dischi e del produttore nella musica popolare. L'album ha avuto un impatto intergenerazionale immediato ed è stato associato a numerosi punti di riferimento della cultura giovanile dell'epoca, come la moda, la droga, il misticismo e un senso di ottimismo e di empowerment. È considerato uno dei primi LP art rock, un progenitore del rock progressivo e l'inizio dell'era degli album. Nel 1968, vinse quattro Grammy Awards, tra cui Album of the Year, il primo LP rock a ricevere questo onore; nel 2003 fu inserito nel National Recording Registry dalla Library of Congress. Ha raggiunto il primo posto in diversi sondaggi di critici e ascoltatori per il miglior album di tutti i tempi, inclusi quelli pubblicati dalla rivista Rolling Stone e nel libro All Time Top 1000 Albums, e il sondaggio “Music of the Millennium” del Regno Unito. Rimane uno degli album più venduti di tutti i tempi ed è stato ancora, nel 2018, l'album in studio più venduto nel Regno Unito. Più di 32 milioni di copie erano state vendute in tutto il mondo a partire dal 2011. Un'edizione remixata e ampliata dell'album è stata pubblicata nel 2017.


Ascolta: album.link/i/1441164604



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Beatles - Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band (1967)


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Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band è l'ottavo album in studio del gruppo rock inglese The Beatles. Pubblicato il 26 maggio 1967, rimase per 27 settimane al primo posto nella classifica Record Retailer nel Regno Unito e per 15 settimane al primo posto nella classifica Billboard Top LPs negli Stati Uniti. L'album fu elogiato dalla critica per le sue innovazioni nella scrittura di canzoni, nella produzione e nella grafica, per aver colmato il divario culturale tra musica popolare e alta arte e per aver riflesso gli interessi della gioventù contemporanea e della controcultura. La sua uscita fu un momento decisivo nella cultura pop degli anni '60, annunciando la Summer of Love, mentre l'accoglienza dell'album raggiunse la piena legittimazione culturale per la musica pop e il riconoscimento del mezzo come una vera e propria forma d'arte. Alla fine di agosto 1966, i Beatles si ritirarono definitivamente dai tour e perseguirono interessi individuali per i successivi tre mesi. Durante un volo di ritorno a Londra a novembre, Paul McCartney ebbe un'idea per una canzone che coinvolgeva una banda militare edoardiana che diede impulso al concept di Sgt. Pepper. Le sessioni iniziarono il 24 novembre agli EMI Studios con composizioni ispirate alla giovinezza dei Beatles, ma dopo le pressioni della EMI, le canzoni “Strawberry Fields Forever” e “Penny Lane” furono pubblicate come singolo doppio lato A nel febbraio 1967 e escluse dall'LP. L'album fu vagamente concettualizzato come un'esibizione della fittizia band Sgt. Pepper, un'idea concepita dopo aver registrato la traccia del titolo. Un'opera chiave della psichedelia britannica, incorpora una gamma di influenze stilistiche, tra cui vaudeville, circo, music hall, avanguardia e musica classica occidentale e indiana. La band continuò la sperimentazione tecnologica segnata dal loro album precedente, Revolver, questa volta senza una scadenza assoluta per il completamento. Con il produttore George Martin e l'ingegnere del suono Geoff Emerick, il gruppo ha colorato gran parte delle registrazioni con effetti sonori e manipolazione del nastro, come esemplificato in “Lucy in the Sky with Diamonds”, “Being for the Benefit of Mr. Kite!” e “A Day in the Life”. La registrazione è stata completata il 21 aprile. La copertina, che raffigura i Beatles in posa di fronte a un tableau di celebrità e personaggi storici, è stata disegnata dagli artisti pop Peter Blake e Jann Haworth. Sgt. Pepper è considerato dai musicologi uno dei primi concept album che ha fatto progredire i ruoli della composizione sonora, della forma estesa, delle immagini psichedeliche, delle copertine dei dischi e del produttore nella musica popolare. L'album ha avuto un impatto intergenerazionale immediato ed è stato associato a numerosi punti di riferimento della cultura giovanile dell'epoca, come la moda, la droga, il misticismo e un senso di ottimismo e di empowerment. È considerato uno dei primi LP art rock, un progenitore del rock progressivo e l'inizio dell'era degli album. Nel 1968, vinse quattro Grammy Awards, tra cui Album of the Year, il primo LP rock a ricevere questo onore; nel 2003 fu inserito nel National Recording Registry dalla Library of Congress. Ha raggiunto il primo posto in diversi sondaggi di critici e ascoltatori per il miglior album di tutti i tempi, inclusi quelli pubblicati dalla rivista Rolling Stone e nel libro All Time Top 1000 Albums, e il sondaggio “Music of the Millennium” del Regno Unito. Rimane uno degli album più venduti di tutti i tempi ed è stato ancora, nel 2018, l'album in studio più venduto nel Regno Unito. Più di 32 milioni di copie erano state vendute in tutto il mondo a partire dal 2011. Un'edizione remixata e ampliata dell'album è stata pubblicata nel 2017.


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NOSFERATU


ella è non-morta: è NOSFERATU!“ “Lucy è sarda?

E dopo questa brevissima introduzione gentilmente donataci da quel genio del male di Mel Brooks, possiamo finalmente parlare del filmone di quest'anno. Quello che mi sono sparato 2 volte nella stessa settimana, per cui ho rotto le scatole ad amici e parenti per un mese e che mi ha fatto dubitare di molte cose soprattutto legate al cinema contemporaneo.

locandina

Ma prendiamola larga parlando dei film horror che hanno fatto la storia nel secondo '900, l'epoca dove Universal ed Hammer tiravano fuori un film su Dracula o Frankenstein ogni due mesi al punto da spremere ogni idea possibile per nuove sceneggiature e lanciandosi a piedi uniti nel ridicolo degli ultimi anni solo per seguire la moda. Poi negli USA fra gli anni '70 ed i primi anni '90 abbiamo avuto una serie di nuovi mostri e maschere capaci di farci tremare nuovamente e finalmente dal terrore e dal raccapriccio. Basta col mostro creato da un esperimento dallo scienziato pazzo di turno: entri Jason Voohres, con maschera da hockey e machete, pronto a sventrare tutti i teenagers in tempesta ormonale del campeggio. Perché avere paura del vampiro nobile ed educatissimo che ti resta fuori dalla finestra perché non lo hai invitato ad entrare? La pezza ce la mette Freddy Krueger, che ti entra direttamente nei sogni senza chiedere e ti insulta male mentre ti fa a striscioline sottili col suo guanto da giardiniere professionista. Nuovi mostri che hanno saputo scavarsi il loro posto nella storia del cinema e nei ricordi di tutti noi, salvo andare a picco negli anni '90 per manifesta incapacità di chi doveva scrivere sceneggiature nuove per i loro film. Grazie a loro Jason diventa un trash con budget da musical indiano, Freddy si trasforma in un simpaticone che ti rompe la quarta parete perché fa ridere e Pinhead... non voglio parlare di lui perché lo hanno davvero trattato malissimo (anche se ho tradotto i sottotitoli del film del 2022 che ho veramente apprezzato). Spremuti anche questi personaggi e persa ogni pretesa di credibilità abbiamo cercato un po' di calore nell'abbraccio dei classici, riproponendo un Dracula dannato ma romantico con Gary Oldman ed un tragicissimo mostro di Frankenstein interpretato da De Niro poco tempo dopo.

frankenstein

Eviterò accuratamente tutto il discorso sui film del filone delle possessioni demoniache partito dall'inizio del millennio, con fantasmi incazzosi e mostri sotterranei fino a quella cagata pazzesca di Padre Amorth interpretato da Russell Crowe. Tralascerò anche la recente saga di Terrifier perché per quanto mi stia simpatico Art the Clown comunque stiamo parlando di uno splatter e non me la sento di inserirlo nella Hall of Fame del genere, nonostante tutto. Sarà perché in qualche modo risulta troppo divertente e quindi mi ricorda troppo quel Krueger simpaticone che non voglio più vedere... Così arriviamo finalmente al Nosferatu di Eggers che ha scelto la repulsione più totale come cavallo di battaglia, come ci aveva insegnato il buon Lucio Fulci.

fulci

Questa seconda premessa invece è doverosa per dare un minimo di contesto in più sul film: l'originale Nosferatu è un film del 1922 girato dal tedeschissimo Murnau che ha tentato, cambiando nomi e luoghi, di aggirare i diritti d'autore legati a Dracula di Stoker. La moglie dello scrittore è riuscita però a farsi valere vincendo la causa, cosa che ha portato il tribunale ad ordinare la distruzione di tutte le “pizze” contenenti la pellicola. Murnau ha commentato la cosa con un “mavaffanculo” ed è riuscito a contrabbandare alcune copie negli USA, facendo arrivare la sua opera intatta ai giorni nostri dove viene considerata una delle più importanti per la storia del cinema. E dicono che la pirateria danneggia l'arte.

murnau

Negli anni '70 arriva Herzog, noto per essere matto da generazioni, che decide di omaggiare il conterraneo rivisitando l'opera: il vampiro Orlok non è più un sadico a caso ma è un poverino assuefatto dalla sua stessa condizione di parassita, i personaggi sono tutti più o meno disturbati già in partenza e a fare da cornice a tutto c'è una Wisburg grigia e deprimente. La luce naturale usata in ogni scena regala un'aria di etereo ed è un lavoro apprezzato un po' da tutti essendo effettivamente il tramite fra il cinema tedesco espressionista di inizio secolo e quello più moderno e realista, mettendo nel mixer le atmosfere tetre del primo con una ricca sceneggiatura e nuove tecniche di ripresa tipiche del secondo.

murnau

Il terzo film sul vampiro calvo invece è di Merhige, che ha esordito con Begotten del 1989 dimostrando pure lui di non stare bene. Nel suo “l'Ombra del Vampiro” inscena la leggenda che aleggia sul film di Murnau (qui interpretato da John Malkovic) e di come ha girato il film usando un vampiro vero (Wilelm Dafoe), che porta ad incidenti sul set e la sostituzione di elementi della troupe di continuo perché il vampiro ha fame e gli viene negata la protagonista fino all'ultima scena. Si segnala anche la presenza di quel figo imperiale di Udo Kier, che interpreta Albin Grau (il produttore), immancabile come sempre quando si tratta di film sui vampiri o sui nazisti.

dafoe

Arriviamo quindi ad Eggers, il regista di questa nuova iterazione.

Si narra sia nato in un manicomio criminale tipo Outlast. Un bel giorno si è svegliato dicendosi “l'horror ha bisogno di un messia” quindi si è presentato su una produzione qualunque nel bel mezzo delle riprese e cacciando in malo modo il regista ha urlato a tutti “BENE OGGI GIRIAMO THE VVITCH, SE NON AVETE UN VESTITO DA QUACCHERO SPARITE DALLA MIA VISTA” mettendo le basi per suo primo, pazzesco, film. E qui non aveva ancora preso il vizio di nuotare negli allucinogeni insieme a Willem Dafoe, ormai suo attore feticcio, che lo accompagnerà per le altre tre pellicole della sua filmografia.

Ecco magari Eggers non è proprio così come l'ho descritto ma mi piace pensarlo. Perché se c'è qualcosa di vero in quelle poche righe di delirio che ho scritto più su è comunque che questo regista è sul serio il messia del genere horror, a me tanto caro. O se non dell'horror più classico, beh almeno di quelli che giocano su angoscia e follia di quella pesante. Ho sempre pensato che The Lighthouse fosse perfetto per ospitare una colonna sonora scritta ed eseguita dagli Electric Wizards e la stessa cosa vale con The Northman se lo facciamo accompagnare (almeno in alcune scene) dai Bolt Thrower. Si prende i suoi tempi per mettere in scena il tutto, cura tantissimo il movimento di macchina e i colori delle inquadrature, pretende prese dirette lunghissime e soprattutto monta le sequenze in modo che abbiano sempre un senso senza lasciare nulla al caso. Non so voi ma io mi sono stufato dei registi ultrablasonati che fanno un film lasciando i buchi ben esposti così da farti comprare il fumetto o avere spazio per un sequel che li colmi: Eggers ti consegna una storia completa, le dimenticanze non sono accettabili. Quello che c'è da spiegare è nel film e non devi ipotizzare nulla. Se proprio vuoi approfondire puoi farlo senza inventarti cose (come invece molti fanno con Star Wars ad esempio) e questo è il motivo per cui tantissimi youtuber che parlano di lore e teorie filmiche lo detestano: non ci si può appendere a nulla con lui.

rotten

Adesso andiamo sul film.

La storia racconta di Ellen (interpretata da Lily Depp), sposata con tale Thomas (Nicholas Hoult) che lavora per Tecnocasa cercando di sfruttare la bolla immobiliare come gli ha consigliato il suo migliore amico, che è diventato a sua volta ricchissimo con le criptovalute che al mercato mio padre comprò. Il cadavere parassita di turno vuole lei per qualche motivo mentre decide di trasferirsi nella sua stessa città, il marito gli si oppone, vari paletti di frassino vengono piantati qui e là fra le bestemmie di tutti e si conclude la cosa col solito finale struggente perché alla fine il mostro è stato sconfitto ma non ci sono veri vincitori. La storia è sempre quella che condivide con Dracula, del resto deriva proprio da lì ed anche i sassi la conoscono, quindi chiudo qui perché tanto non avrebbe senso scadere nella ripetizione.

...se non fosse che in realtà sono i dettagli aggiunti da Eggers a rendere molto diverso questo film permettendogli di essere considerato nuovo.

Da qui in poi, e sembrerà assurdo, c'è l'allarme spoiler. Non dite che non vi ho avvertiti.

quadro

Il film si apre con una giovanissima Ellen (alcuni anni prima della storia) che prega nel buio qualcuno che la venga a prendere e che la porti via. La ragazza è talmente disperata nella solitudine della sua casa, dove viene considerata malata da Genitore 1 in seguito ad episodi di crisi epilettiche, da cercare le attenzioni di chiunque senza pensare che la richiesta di aiuto potrebbe essere colta anche da un mostro ripugnante. Io subito ci ho letto una critica verso OnlyFans. Sia come sia, questa è stata l'aggiunta più importante al mucchio essendo la premessa che muove tutto il film: qui è lei che richiama il vampiro nella vita sua e di tutti quelli che la circondano. Negli altri film è sempre stato il contrario, è lei che viene cercata e braccata, vuoi perché l'Orlok di Kinski vuole ciucciarsi una bella donna che ha visto una volta sola in foto o perché il Vlad di Oldman è ancora innamorato di sua moglie dopo secoli e casualmente trova la sua reincarnazione a Londra. Ma con Ellen dobbiamo ancora capire il perché.

ellen1

Poi abbiamo Thomas, povero piciu fresco di matrimonio, che invece di stare con la sua Ellen si reca al castello sperando di chiudere quel contratto che lo metterebbe economicamente a posto per sempre. Già gli zingari che lo prendono per il culo appena arrivato al villaggio non sono un buon segno, anche perché gli ciulano immediatamente il cavallo, ma oltretutto assiste ad un loro rito di esorcismo su un cadavere che si scopre essere ancora animato nella tomba. Trova il suo cliente al castello di famiglia il giorno successivo e questa scena l'ho davvero preferita fra tutte quelle del film perché finalmente ci viene presentata nella forma più credibile che abbia mai visto. In qualunque Dracula o nei due Nosferatu precedenti (quello di Mehrige lo escludiamo in quanto parodia) l'agente immobiliare arriva con i contratti pronti da firmare ed è talmente preso dal lavoro che non si accorge delle stranezze che gli stanno intorno. Si ok il castello è lugubre e quel nobile magiaro è strano ma... pazienza. Cioé ci mette GIORNI a capire che sta per finire nel tritacarne, improvvisandosi anche investigatore per riuscire a capirci qualcosa appena intuisce che la realtà è stata stravolta. Qui Thomas è decisamente più sveglio capendo immediatamente chi ha di fronte e si caca addosso come neanche GG Allin già nei primi 5 minuti. Non perde tempo e vuole che si firmi il contratto il prima possibile, così da poter tornare al galoppo dalla moglie pensando magari di mollare il lavoro per aprirsi un ortofrutta che gli eviterebbe di incontrare certi soggetti. Ha davanti un diavolo vero che puzza di cadavere, il castello è in rovina ed inabitabile, nessuno lo serve come invece ci si aspetterebbe in una casa di alta levatura e dei lupi enormi e neri sono sempre in agguato per lui.

thomas

Il padrone di casa è il Conte Graf Orlok (Bill Skasgard). Qui non c'è un bel dandy educato e sexy: abbiamo un morto animato che usa i vestiti per nascondere la putrefazione del suo corpo, con baffi sempre inzuppati del sangue di qualcuno, i polmoni marci in perenne debito d'ossigeno e la sgarbatezza tipica di chi aveva il potere in quelle terre 600 anni prima e che ancora lo pretende. Come dicevo prima a Eggers piace giocare coi dettagli ed infatti ecco l'occasione perfetta che cercavo per illustrare il punto. Alcuni amici ed anche molti post su internet che ho visto facevano sempre questa domanda: “ok ma che tipo di vampiro è lui?” complice il fatto che effettivamente è un essere atipico rispetto a quello dell'immaginario classico, che sia cinematografico o proveniente da un gioco di ruolo. Perché lui non ti beve sangue dal collo ma ti buca all'altezza del cuore. Il suo corpo non si rigenera dopo ogni bevuta perché è sempre mezzo decomposto e così resta. Non si trasforma in uno stormo di pipistrelli o in licantropo, tanto fa già terrore così com'è. Non è stato morso da un altro vampiro, non si è elevato dalla morte per un capriccio verso il suo Dio e soprattutto non è rimasto in non-vita per paura di morire definitivamente come invece succede nel Dracula di Netflix. Anche Caino c'entra poco. Come ho detto, la risposta è nel film stesso ma bisogna mettere insieme tutti gli indizi.

orlok1

Egli è un Şolomanari, un negromante che cavalca draghi, come ci dice la madre superiora del convento attraverso la sua traduttrice mentre spiega la cosa a Thomas in via di guarigione:

Un incantatore nero era in vita. Şolomanari. Il diavolo preservò la sua anima affinché il suo cadavere potesse camminare di nuovo nella bestemmia.

Cosa confermata anche da Von Franz (Wilelm Dafoe):

Il nostro Nosferatu è di una malignità speciale. È un arci-incantatore, Şolomonari, il discepolo colto di Satana. Ulteriori chiarimenti portano solo alla follia.

knock

Von Franz riconosce immediatamente il codice dei Şolomonari nel libro di incantamenti detenuto dal capo di Thomas, col quale crea macabri rituali ed evocazioni dal suo ufficio. E proprio questo, Herr Knock, si appresta a diventare il successore del Şolomonari Orlok facendosi trovare nella bara del suo padrone, confessando di aver impegnato la sua anima e di aver fatto “tutto il necessario” per diventare il nuovo Signore dei Ratti. Parole sue eh, ed io ci credo perché non penso che un essere con tanto potere e carattere di merda abbia voglia di condividere qualcosa con un suo simile. Gli sta lasciando il posto e ne ha tutte le motivazioni come per esempio lo schifo dell'abitare un corpo devastato dai vermi e dalla peste. Non vuole restare su questa terra più del necessario quindi, ma è stato evocato da Ellen e non può avere riposo finché lei non lo seguirà nel mondo dei morti. Nella scena dove si incontrano fisicamente per la prima volta, dopo l'ennesima volta che lui le ripete “tu non sei parte dell'umano genere” e “non sei per i vivi”, lui aggiunge che era in una fossa quando lei lo ha richiamato diventando il suo tormento e le chiede ancora “ti ricordi come eravamo?”. Diventa chiaro che Ellen in realtà era già con Orlok in una vita precedente anche se non viene specificato il legame, che lei lo ha richiamato inconsapevolmente e che lui vuole mettere fine a tutto portandosela di nuovo via per avere la pace eterna. Il tutto viene infiocchettato in una bega burocratica fra contratti e patti, le solite cose che si fanno con i demoni per avere qualcosa in cambio, quindi qualcosa si è rotto e l'accordo deve essere rinnovato con Ellen che deve offrirsi spontaneamente come clausola. Perciò lei è tanto importante ed è la chiave di tutto, e se ne sono dette tante su di lei: è quella che ha scatenato la cosa e quindi deve pagare, è l'agnello sacrificale della storia oppure è la vittima di una storia gestita da maschi.

Io invece sono giunto alla conclusione che questo film semplicemente vuole dirci che tutti hanno una parte in qualcosa ed una natura, non importa quanto bella o mostruosa essa possa essere, e che dobbiamo accettarla senza fare troppe storie.

franz

Orlok è una forza della natura che si aggrappa al suo antico potere sapendo che non può durare a lungo, perciò arriva in Germania dove la superstizione è morta e nessuno sa più come combatterlo. Thomas è il poveretto che si trova in mezzo ad una situazione che non può capire, cercando di risolverla comunque perché è lui che porta i pantaloni senza comprendere di valere quanto il 2 di coppe nella briscola a bastoni. Il Dottor Sievers sarebbe la voce della scienza e della ragione, ma ha il kink dei salassi e dei corsetti da donna strettissimi al limite dell'apnea, dimostrando che alla fine tutti i suoi studi non risolvono un cazzo. Von Franz è fuori come un poggiolo, qualcosa del sovrannaturale anche lo conosce, ma non nemmeno lui ha soluzioni ed alla fine si arrende all'inevitabile. Deve affidarsi all'unica che ci ha capito qualcosa, perché la soluzione è solamente Ellen. Lei che per una vita è stata vista come la matta e la stupida, ha il potere di firmare o rifiutare il contratto col demonio ed accettandolo accetta anche la sua natura lasciandosi prendere dalla morte, felice come aveva sognato tempo prima in un incubo premonitore. Ha capito il suo posto in tutta quella faccenda e che può mettere fine a tutto per sempre secondo le sue condizioni, al punto che mentre il sole colpisce il vampiro lei addirittura lo abbraccia con un sorriso e cerca di tranquillizzarlo mentre lui urla e soffre. Il rituale del loro “matrimonio” doveva permettere a entrambi di tornare nel regno dei dannati forse come sovrani, ma con l'interferenza del sole e la decisione di Ellen di porre fine a tutto tramite un sacrificio ha effettivamente spezzato una maledizione lunga secoli, e nessuno dei due rinascerà più. O tornerà come vampiro, come dice Von Franz:

il volontario sacrificio così spezzò la maledizione, e li liberò dalla piaga del Nosferatu

ellen2

Come Thomasine in The VVitch quando comprende il suo destino accettando di diventare una strega perché predestinata a quel ruolo, lo stesso fa Ellen. In qualche modo questo film conferma quanto Eggers aveva già fatto col suo primo lavoro, la superstizione la fa da padrone e gli uomini impazziscono davanti all'ignoto perché non vogliono accettarne l'esistenza. Il che mi colpisce moltissimo perché ho sempre preferito la razionalità, quindi se fossi un personaggio di Eggers finirei sicuramente male.

Per me questo film è un 10/10, non ho trovato mezzo difetto, ed il regista entra nel mio olimpo personale di fianco a Villeneuve.


noblogo.org/jollanza/nosferatu


Come sostituire la cartuccia del monocomando del miscelatore


La manutenzione del rubinetto miscelatore a monocomando, si impone quando questo non chiude più bene, o vi sono altri segni di malfunzionamento.

miscelatore in funzione

L'intervento consiste nell'estrarre la cartuccia di miscelazione interna e, se questa è intasata da corpi estranei, eseguire una pulizia accurata di tutte le parti che vengono a contatto con l'acqua, per eliminare ogni particella di calcare o di sabbia.

In alcuni modelli la manopola si smonta allentando la vite a brugola quasi sempre alloggiata sotto la manopola (o sul retro).

Si estrae la “cartuccia” e si pulisce l'interno con uno straccio. Se vi sono tracce di calcare si versa un liquido anticalcare e lo si lascia agire per almeno un'ora, prima di rimontare il tutto per controllare se il problema è risolto.

Se il danno è maggiore occorre sostituire la cartuccia con una compatibile.

Le cartucce monocomando


schema miscelatore monocomando

Il componente principale di un rubinetto mono comando è la cartuccia di miscelazione, un elemento in materiale plastico nel quale è contenuto il “cuore” vero e proprio del rubinetto, la valvola miscelatrice a dischi ceramici. La cartuccia è a sua volta alloggiata nell'involucro del miscelatore, nel quale sono ricavati i condotti di adduzione dell'acqua calda e fredda e il condotto di uscita dell'acqua miscelata. Ne esistono di diversi diametri, i più comuni sono quelli da 35 mm e 40 mm.

Operazioni preliminari


  1. Per accedere alla vite che fissa la manopola del miscelatore dobbiamo asportare la mascherina copri-vite, che va rimossa facendo leva con un piccolo cacciavite o con la punta del cutter.

maschera copri vite

  1. Asportata la mascherina, allentiamo la vite (in genere con chiave a brugola) posta nella parte inferiore; in alcuni modelli (raramente) la testa della vite può essere a stella.

smontaggio maniglia miscelatore

  1. La manopola può essere asportata scoprendo la cuffia di rotazione sottostante e separandola dall'incastro. Manteniamo in ordine i vari pezzi per averli a portata di mano durante il riassemblaggio.

cuffia di rotazione

  1. Svitiamo delicatamente la cuffia e raggiungiamo il vano in cui è alloggiata la cartuccia miscelatrice. Già da una prima osservazione possiamo verificare la presenza o meno di residui calcarei.


Estrazione e inserimento


  1. La cartuccia può essere fissata con una ghiera oppure con viti al corpo del rubinetto. Per liberarla togliamo la ghiera (o le viti). Non esercitiamo troppa forza per non danneggiare il rubinetto (utilizziamo spray sbloccante).

ghiera di fisaggio miscelatore

  1. Estraiamo la cartuccia e verifichiamo lo stato di usura dei dischi superiore e inferiore. Anche in questo caso lavoriamo delicatamente per non forzare eccessivamente il rubinetto.

NB: Durante la fase di smontaggio della cartuccia è possibile che le vecchie guarnizioni ad anello (o-ring) rimangano nella sede del rubinetto. Per eliminarle asportiamole direttamente con le dita o aiutandoci con delle pinzette.

oring miscelatore

  1. Spesso basta pulire con un anticalcare e rimontare la cartuccia, in caso contrario dobbiamo sostituirla con una nuova procedendo in ordine inverso rispetto alla sequenza dello smontaggio.

cartuccia miscelatore

  1. Sostituita la cartuccia rimontiamo tutti gli elementi e verifichiamo il corretto funzionamento del miscelatore, controllando pressione di uscita e corretta miscelazione dell'acqua calda e fredda.

sostituzione cartuccia


articolo del 25 Febbraio 2025


#tutorial #idraulico #miscelatore #CartucciaMiscelatore #rubinetto #FaiDaTe #UnoIdraulico #UnoFaiDaTe


noblogo.org/fenix/come-sostitu…


Come sostituire la cartuccia del monocomando del miscelatore


La manutenzione del rubinetto miscelatore a monocomando, si impone quando questo non chiude più bene, o vi sono altri segni di malfunzionamento.

miscelatore in funzione

L'intervento consiste nell'estrarre la cartuccia di miscelazione interna e, se questa è intasata da corpi estranei, eseguire una pulizia accurata di tutte le parti che vengono a contatto con l'acqua, per eliminare ogni particella di calcare o di sabbia.

In alcuni modelli la manopola si smonta allentando la vite a brugola quasi sempre alloggiata sotto la manopola (o sul retro).

Si estrae la “cartuccia” e si pulisce l'interno con uno straccio. Se vi sono tracce di calcare si versa un liquido anticalcare e lo si lascia agire per almeno un'ora, prima di rimontare il tutto per controllare se il problema è risolto.

Se il danno è maggiore occorre sostituire la cartuccia con una compatibile.

Le cartucce monocomando


schema miscelatore monocomando

Il componente principale di un rubinetto mono comando è la cartuccia di miscelazione, un elemento in materiale plastico nel quale è contenuto il “cuore” vero e proprio del rubinetto, la valvola miscelatrice a dischi ceramici. La cartuccia è a sua volta alloggiata nell'involucro del miscelatore, nel quale sono ricavati i condotti di adduzione dell'acqua calda e fredda e il condotto di uscita dell'acqua miscelata. Ne esistono di diversi diametri, i più comuni sono quelli da 35 mm e 40 mm.

Operazioni preliminari


  1. Per accedere alla vite che fissa la manopola del miscelatore dobbiamo asportare la mascherina copri-vite, che va rimossa facendo leva con un piccolo cacciavite o con la punta del cutter.

maschera copri vite

  1. Asportata la mascherina, allentiamo la vite (in genere con chiave a brugola) posta nella parte inferiore; in alcuni modelli (raramente) la testa della vite può essere a stella.

smontaggio maniglia miscelatore

  1. La manopola può essere asportata scoprendo la cuffia di rotazione sottostante e separandola dall'incastro. Manteniamo in ordine i vari pezzi per averli a portata di mano durante il riassemblaggio.

cuffia di rotazione

  1. Svitiamo delicatamente la cuffia e raggiungiamo il vano in cui è alloggiata la cartuccia miscelatrice. Già da una prima osservazione possiamo verificare la presenza o meno di residui calcarei.


Estrazione e inserimento


  1. La cartuccia può essere fissata con una ghiera oppure con viti al corpo del rubinetto. Per liberarla togliamo la ghiera (o le viti). Non esercitiamo troppa forza per non danneggiare il rubinetto (utilizziamo spray sbloccante).

ghiera di fisaggio miscelatore

  1. Estraiamo la cartuccia e verifichiamo lo stato di usura dei dischi superiore e inferiore. Anche in questo caso lavoriamo delicatamente per non forzare eccessivamente il rubinetto.

NB: Durante la fase di smontaggio della cartuccia è possibile che le vecchie guarnizioni ad anello (o-ring) rimangano nella sede del rubinetto. Per eliminarle asportiamole direttamente con le dita o aiutandoci con delle pinzette.

oring miscelatore

  1. Spesso basta pulire con un anticalcare e rimontare la cartuccia, in caso contrario dobbiamo sostituirla con una nuova procedendo in ordine inverso rispetto alla sequenza dello smontaggio.

cartuccia miscelatore

  1. Sostituita la cartuccia rimontiamo tutti gli elementi e verifichiamo il corretto funzionamento del miscelatore, controllando pressione di uscita e corretta miscelazione dell'acqua calda e fredda.

sostituzione cartuccia


articolo del 25 Febbraio 2025


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Abba - The Visitors (1981)


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The Visitors è l'ottavo album in studio del gruppo pop svedese ABBA. È stato pubblicato il 30 novembre 1981. Con The Visitors, gli ABBA si sono allontanati di parecchio dalla musica pop “più leggera” che avevano registrato in precedenza e l'album è spesso considerato uno sforzo più complesso e maturo. La traccia di apertura, “The Visitors”, con i suoi suoni di sintetizzatore minacciosi e la caratteristica voce solista di Frida, annunciava un cambiamento nello stile musicale. Con Benny e Frida che prendevano strade separate, il dolore della separazione è stato esplorato ancora una volta in “When All Is Said and Done”. Il singolo di grande successo dell'album, “One of Us”, descriveva anche la fine di una storia d'amore. Altrove c'erano temi della Guerra Fredda, molto attuali all'epoca, e ulteriori canzoni di isolamento e rimpianto. The Visitors è stato uno dei primi dischi ad essere mai registrato e mixato digitalmente, nonché uno dei primi nella storia ad essere stampato in formato CD nel 1982 poiché, in termini di date di uscita commerciale, è stato preceduto dall'uscita giapponese di 52nd Street di Billy Joel. The Visitors è stato ripubblicato in forma rimasterizzata digitalmente quattro volte: la prima nel 1997, poi nel 2001, di nuovo nel 2005 come parte del cofanetto The Complete Studio Recordings e più recentemente nel 2012. The Visitors Deluxe Edition è stato pubblicato il 23 aprile 2012. Come per le precedenti uscite della serie Deluxe Edition, questa versione offriva un DVD di materiale d'archivio insieme a tracce bonus su CD, tra cui il demo medley “From a Twinkling Star to a Passing Angel”, le prime registrazioni degli ABBA inedite dal 1994. Per quattro decenni, The Visitors è stato l'ultimo album in studio degli ABBA, fino all'uscita del loro album del 2021, Voyage.


Ascolta: album.link/i/1440849364



noblogo.org/available/abba-the…


Abba - The Visitors (1981)


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The Visitors è l'ottavo album in studio del gruppo pop svedese ABBA. È stato pubblicato il 30 novembre 1981. Con The Visitors, gli ABBA si sono allontanati di parecchio dalla musica pop “più leggera” che avevano registrato in precedenza e l'album è spesso considerato uno sforzo più complesso e maturo. La traccia di apertura, “The Visitors”, con i suoi suoni di sintetizzatore minacciosi e la caratteristica voce solista di Frida, annunciava un cambiamento nello stile musicale. Con Benny e Frida che prendevano strade separate, il dolore della separazione è stato esplorato ancora una volta in “When All Is Said and Done”. Il singolo di grande successo dell'album, “One of Us”, descriveva anche la fine di una storia d'amore. Altrove c'erano temi della Guerra Fredda, molto attuali all'epoca, e ulteriori canzoni di isolamento e rimpianto. The Visitors è stato uno dei primi dischi ad essere mai registrato e mixato digitalmente, nonché uno dei primi nella storia ad essere stampato in formato CD nel 1982 poiché, in termini di date di uscita commerciale, è stato preceduto dall'uscita giapponese di 52nd Street di Billy Joel. The Visitors è stato ripubblicato in forma rimasterizzata digitalmente quattro volte: la prima nel 1997, poi nel 2001, di nuovo nel 2005 come parte del cofanetto The Complete Studio Recordings e più recentemente nel 2012. The Visitors Deluxe Edition è stato pubblicato il 23 aprile 2012. Come per le precedenti uscite della serie Deluxe Edition, questa versione offriva un DVD di materiale d'archivio insieme a tracce bonus su CD, tra cui il demo medley “From a Twinkling Star to a Passing Angel”, le prime registrazioni degli ABBA inedite dal 1994. Per quattro decenni, The Visitors è stato l'ultimo album in studio degli ABBA, fino all'uscita del loro album del 2021, Voyage.


Ascolta: album.link/i/1440849364


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Elbow - The Seldom Seen Kid (2008)


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The Seldom Seen Kid è il quarto album in studio della rock band inglese Elbow. È stato pubblicato dalla Fiction Records il 17 marzo 2008 nel Regno Unito e dalla Geffen Records il 22 aprile 2008 negli Stati Uniti. L'album ha debuttato al quinto posto della UK Albums Chart e ha vinto il Mercury Prize nel 2008.


Ascolta: album.link/i/1440761104



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Elbow - The Seldom Seen Kid (2008)


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The Seldom Seen Kid è il quarto album in studio della rock band inglese Elbow. È stato pubblicato dalla Fiction Records il 17 marzo 2008 nel Regno Unito e dalla Geffen Records il 22 aprile 2008 negli Stati Uniti. L'album ha debuttato al quinto posto della UK Albums Chart e ha vinto il Mercury Prize nel 2008.


Ascolta: album.link/i/1440761104


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