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Lordi - Screem Writers Guild


In definitiva i Lordi al loro meglio che giocano in casa, magnificando la bellissima stagione dell’horror forse più ingenuo ma più vero.

@Musica Agorà

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PODCAST. TURCHIA-SIRIA, terremoto già dimenticato dal mondo, immensi i bisogni dei civili


Intervista a Martina Iannizzotto, funzionaria del Programma Alimentare Mondiale (WFP) in questi giorni a Gaziantep. La situazione degli sfollati a causa del sisma - ci ha detto - è difficile ovunque, soprattutto nel nord della Siria. Gli stanziamenti inte

di Michele Giorgio –

Pagine Esteri, 28 marzo 2023 – Nel devastante terremoto del 6 febbraio che ha colpito Siria e Turchia, hanno perso la vita almeno 50mila persone e sono rimasti coinvolti 24,4 milioni di persone. Migliaia di famiglie vivono in rifugi temporanei e faticano a procurarsi cibo e altri beni essenziali. La situazione appare grave in modo particolare nel nord-ovest della Siria dove il sisma si è aggiunto alle dure condizioni di vita in un territorio martoriato dalla guerra interna vissuta dal paese arabo dopo il 2011. A farci il quadro della situazione è Martina Iannizzotto, funzionaria del Programma Alimentare Mondiale, in questi giorni a Gaziantep.
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Martina Iannizzotto è una operatrice umanitaria con oltre venti anni di esperienza nella risposta ad emergenze. Ha lavorato in Serbia, Kossovo, Palestina, Siria, Libano, Turchia, Bangladesh e Colombia, con organizzazioni non-governative ed agenzie delle nazioni unite.

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In volo da un secolo. Il futuro dell’Aeronautica militare secondo Goretti


L’Aeronautica militare compie cento anni. Il 28 marzo 1923, infatti, l’Italia riuniva tutte le sue componenti militari aeronautiche in una nuova Forza armata autonoma. Un traguardo importante per l’Arma azzurra, tra le prime al mondo a raggiungere il seco

L’Aeronautica militare compie cento anni. Il 28 marzo 1923, infatti, l’Italia riuniva tutte le sue componenti militari aeronautiche in una nuova Forza armata autonoma. Un traguardo importante per l’Arma azzurra, tra le prime al mondo a raggiungere il secolo di vita

Generale, qual è il valore della ricorrenza, e che lezioni ci arrivano dalla storia dell’Arma azzurra?

Cento anni dell’Aeronautica militare. Un anniversario speciale nonché un’ulteriore occasione per mostrare agli italiani gli obiettivi di una Forza armata dinamica, utile al Paese e con forte propensione all’innovazione tecnologica. È l’occasione per ripercorrere l’evoluzione dell’impiego del mezzo aereo che mosse a Roma i primi passi, già all’inizio del Novecento, sull’aeroporto di Centocelle, grazie al pioniere del volo Wilbur Wright e da alcuni giovani ufficiali italiani. Da allora abbiamo fatto enormi passi in avanti, arrivando fino al dominio aerospaziale. L’anniversario sarà l’opportunità per raccontare chi siamo stati, cosa rappresentiamo oggi e soprattutto come vediamo il nostro domani.

Cos’è cambiato da quel 1923?

Sono cambiati gli uomini, gli aeroplani, l’organizzazione, ma non lo spirito, la dedizione e la passione che ogni giorno animano e guidano gli uomini e le donne in divisa azzurra. È una grande occasione per ricordare le gesta di chi ha costruito l’Arma, far conoscere i nostri ideali e le preziose capacità al servizio della collettività e delle istituzioni, e mostrare l’impegno della Difesa.

Cosa rappresentano le celebrazioni per questo secolo di vita?

Il centenario è una pietra miliare, un importante risultato. Fin dai suoi albori l’Aeronautica ha rappresentato un equilibrio tra tecnologia, passione, professionalità, lavorando quotidianamente come una squadra unita e coesa a servizio del Paese. Un secolo di storia che vogliamo condividere con gli italiani, e al tempo stesso con tutta la Difesa e con tutti i più importanti settori della società civile, dalla ricerca scientifica e accademica in generale alla cultura, all’industria aerospaziale e dell’informazione.

Oggi, l’Aeronautica è impegnata in tutti i principali scenari per l’Italia e le sue alleanze. Qual è l’importanza di questa proiezione internazionale?

Dai primi anni Sessanta l’Aeronautica è impegnata in contesti sensibili e in missioni internazionali. Basti pensare alle prime missioni in Africa con l’Onu per poi proseguire con le operazioni nella guerra del Golfo, in Kuwait, nei Balcani, in Eritrea fino ai fatti del 2001 e il successivo contributo alla sicurezza internazionale in Afghanistan, Iraq e Libia. Insomma, l’Aeronautica non è nuova a queste attività e ha un passato di impegni a favore della collettività e della sicurezza internazionale. Oggi l’Arma azzurra rinnova quell’impegno supportando la difesa del fianco est della Nato e partecipando alle operazioni di Air policing in Lituania, Estonia, Islanda, Polonia, Romania. Per dare un’idea del nostro impegno, nel 2022 abbiamo fatto più di 170 scramble e 550 ore di volo, tra attività reali e addestrative. Il 2023 lo abbiamo iniziato in Romania dove i nostri Eurofighter saranno schierati almeno fino all’estate e poi il nostro supporto a favore della Nato continuerà in Lituania fino a fine anno. Uno sforzo costante, continuativo che ha visto, vede, e vedrà uomini e donne in azzurro intenti ad assicurare l’impiego operativo dei mezzi a difesa dei cieli alleati.

Una proiezione globale che si fonda anche su solidi rapporti internazionali, dalle collaborazioni sul caccia del futuro con Tokyo e Londra alla International flight training school. Possiamo parlare di una vera air diplomacy?

I legami con i Paesi amici e alleati sono strettamente connessi alla sfida tecnologica. Questa rappresenta una nuova realtà che nasce dai moderni scenari operativi, caratterizzata anche da minacce asimmetriche, in evoluzione costante e non più limitate a un unico ambiente operativo. In questi scenari il Giappone è una nazione amica e un partner di importanza centrale e strategica per gli interessi dell’Italia. Il Gcap, il caccia di sesta generazione, insieme a droni, piattaforme di comando e controllo, satelliti e stazioni a terra, è un esempio di interessi comuni e future collaborazioni. Oggi, questo tipo di programmi necessitano investimenti immensi, che le singole nazioni non possono sostenere da sole. È successo con il Tornado, con l’Eurofighter e accadrà ancora. Per quanto attiene al Gcap, francesi e tedeschi hanno scelto una strada diversa ma è logico affermare che, molto probabilmente, quando le nazioni avranno definito i loro requisiti, vedremo le due piattaforme convergere. Per quanto riguarda il Giappone, la loro adesione al programma costituisce una grande opportunità per una migliore reciproca comprensione. Quella tra le nostre due aeronautiche è una collaborazione basata sulla fiducia reciproca. Il nostro legame è forte e stiamo cooperando in diverse aree, su vari programmi, compresa la International flight training school (Ifts) e l’utilizzo di piattaforme comuni, come l’F-35 e il tanker KC767. L’Ifts è un virtuoso esempio di sinergia istituzionale e industriale in grado di soddisfare la crescente domanda dell’Am e dei partner di formazione dei propri piloti. Un sistema addestrativo di valore assoluto già scelto da nazioni amiche, oltre Tokyo, come Austria, Germania, Qatar, Singapore, Canada e Arabia Saudita, che in esso trovano la competenza, la professionalità e la qualità per formare i propri piloti militari con i più alti standard esistenti. Il progetto mette a fattor comune il consolidato know how dell’Aeronautica nell’addestramento al volo e l’eccellenza dell’industria nazionale nell’ambito dei sistemi integrati per la formazione dei piloti militari. L’Ifts consentirà di raddoppiare l’attuale offerta formativa dell’Aeronautica attraverso il polo di Decimomannu, che si unirà a quello già esistente a Galatina. Circa ottanta piloti l’anno, tra italiani e stranieri, verranno formati in Italia.

Quest’anno celebriamo il passato dell’Aeronautica, ma qual è la visione per il futuro?

Quella di avere una Forza spiccatamente tecnologica, più snella, agile, reattiva, capace e sempre più coesa e utile al Paese. Oggi l’Am sta vivendo un processo di forte e continua trasformazione che tiene conto di un futuro incerto e difficile. Ciò impone uno strumento flessibile capace di stare al passo con un progresso tecnologico rapido e inarrestabile e con una velocità del cambiamento in continuo aumento. È un processo lungo e complesso che richiede tempo, impegno e determinazione, ma la via da seguire è chiara. Esploriamo nuovi orizzonti per utilizzare tecnologie abilitanti innovative che ci permettano di guardare al domani, e rimanere utili al mutare dei rischi e delle minacce. È la sfida che ci attende e che affrontiamo a testa alta, forti e orgogliosi delle nostre capacità, delle qualità, dei valori, della professionalità e della competenza del nostro personale che in cento anni ha dimostrato di saper operare professionalmente con passione, generosità, profondo amore e spirito di servizio per il nostro Paese e per la nostra gente. Le nuove tendenze evolutive impongono di pensare e pianificare oggi le sfide di domani, così da essere efficaci quando serve, potendo contare su capacità operative a marcata integrazione interforze, opportunamente dimensionate e sempre al passo con l’evoluzione tecnologica.

Cruciali per il futuro saranno le nuove dimensioni cyber e spaziale. In che modo si sta preparando l’Arma azzurra a queste sfide?

L’attuale scenario geopolitico e la crisi internazionale in corso hanno imposto una maggiore attenzione anche sulla sicurezza e sull’accesso allo spazio e al cyber-spazio. L’impiego diffuso delle tecnologie emergenti ha ampliato il campo d’azione delle sfide in tutti e cinque i domini, inglobando l’aerospazio e il mondo cibernetico, insieme a minacce come sciami di droni, missili ipersonici e IA. Lo spazio e l’aerospazio rappresentano l’ambiente operativo di riferimento dell’Aeronautica che, in ragione dell’evoluzione delle tecnologie e delle sfide, ogni giorno è chiamata a difendere il Paese da nuove minacce, come missili balistici o detriti spaziali, che devono essere identificate e tracciate già in orbita. L’Aeronautica è naturalmente proiettata a valorizzare e proteggere anche l’ambiente spaziale, fornendo la propria unica competenza a beneficio del Paese. Attraverso i programmi nazionali, le cooperazioni bilaterali e la partecipazione ai progetti industriali e di ricerca, la Forza armata è pienamente inserita nel sistema-Paese e opera per mantenere l’eccellenza nel comparto nazionale.

Tra questi programmi, il volo spaziale è l’estensione del dominio aereo, una sfida tecnologica in termini di sviluppo scientifico e imprenditoriale. L’Aeronautica sta lavorando per acquisire expertise nel settore. È stato finalizzato un accordo commerciale con Virgin Galactic per effettuare un volo suborbitale durante il quale si svolgeranno esperimenti scientifici in microgravità; di recente è stato anche firmato un accordo di collaborazione con Axiom per effettuare un volo orbitale e relativo addestramento nell’ambito della missione Ax-3 verso la Stazione spaziale internazionale. Anche la dimensione cyber, realtà trasversale e pervasiva di ogni dominio, ha una forte contiguità con l’Am. Si tratta di una sfida legata alla tecnologia e l’Aeronautica sta sviluppando con attenzione e determinazione gli strumenti per difendersi dai possibili attacchi.

La storia dell’Aeronautica è legata a quella dei suoi velivoli. Come saranno i mezzi di domani?

Con l’ingresso dei caccia F-35 abbiamo portato avanti l’integrazione tra velivoli di quarta e quinta generazione, con focus sulle modalità con cui i sistemi riescono a interagire tra loro e ad aiutarsi a vicenda. La tecnologia non si è fermata e oggi la sfida è quella di guardare avanti, verso il caccia di sesta generazione. Non sarà semplicemente un aeroplano che sostituirà l’Eurofighter ma un sistema di sistemi, un integratore, un elemento fondamentale per la Forza armata dopo il 2030. È un programma ambizioso e rappresenta per l’industria nazionale un’occasione unica per sviluppare tecnologie innovative, partendo dall’osservazione di quelle possedute o potenzialmente sviluppabili come l’IA, la bassa osservabilità, la fusione dei dati, l’intelligenza distribuita, la realtà virtuale, la propulsione alternativa, l’ipersonica, la connettività e altro ancora. Tutte tecnologie che hanno un’applicazione diretta in campo civile, con ricadute e benefici per tutto il Paese, necessarie per conferirgli il giusto ruolo a livello europeo e internazionale. Il caccia di sesta generazione è un programma già attivo e insieme a Londra e Tokyo stiamo sviluppando il Gcap. Una grande opportunità per l’Aeronautica e per il Paese con ampi benefici economici e industriali. Si attireranno infatti investimenti in ricerca e sviluppo e si offriranno vantaggi e opportunità per la prossima generazione di tecnici e ingegneri.

E per l’ala rotante?

Siamo promotori in Europa del Future vertical lift o Next generation high speed helo, nonché leader nel suo sviluppo e nella relativa crescita industriale, destinata ad aumentare nel tempo. Del resto è già avvenuto per l’F-35 per il quale, grazie alle competenze sviluppate, ora altre nazioni guardano con interesse a noi e al nostro polo di Cameri. Stiamo guardando avanti, verso una tecnologia superiore. La possibilità di volare in elicottero a una velocità doppia di quella possibile oggi, di effettuare manovre estreme e di fermarsi in un istante, costituirebbe un vero salto di qualità. Abbiamo bisogno di questo tipo di capacità e l’Ucraina ne è una dimostrazione. Gli elicotteri hanno subito molte perdite perché non possono difendersi dai missili surface-to-air emersi all’improvviso da aree boscose. Dobbiamo pensare all’ingresso in servizio di nuovi sistemi d’arma in grado di fronteggiare le sfide che si presenteranno nei prossimi trenta, quarant’anni. Sfide tecnologiche, ambientali e culturali prima che operative, portate da nuove minacce. Siamo di fronte a una complessità generale caratterizzata da un progresso tecnologico che avanza a velocità elevatissima e dove concetti come connettività, IA, cloud, big data, interoperabilità e multi dominio sono ormai i paradigmi di riferimento.

In che modo va valorizzato il rapporto con industria e ricerca?

L’impegno dell’Aeronautica nel mondo della ricerca e dello sviluppo è in continua crescita. Si sviluppano accordi e programmi di cooperazione con l’industria, Pmi e istituzioni di continuo e a tutti i livelli per creare e rafforzare sinergie che siano la spinta propulsiva per tutto il sistema-Paese. Abbiamo sottoscritto accordi con Leonardo, il Cnr, le università e singole istituzioni pubbliche per lavorare insieme in vari ambiti: accesso allo spazio, addestramento al volo, manutenzione dei velivoli attraverso la realtà virtuale e aumentata come il simulatore dell’Ifts Live virtual and constructive, biocarburante e altri ancora. Non dobbiamo fermarci qui ma rafforzare la filiera con industria e ricerca per essere il più predittivi possibile. La chiave è stimolare la ricerca e valorizzare nuovi strumenti di cooperazione sempre più virtuosi e capaci di valorizzare le expertise.

Un esempio sono gli hackathon, eventi in cui esperti e sviluppatori si riuniscono per realizzare in uno, due giorni un progetto dedicato. Questi rappresentano un’opportunità per conoscere e apprezzare idee proposte da giovani talenti che provengono da start up, centri di ricerca e università italiane, mondi con i quali la Difesa e l’industria devono saper dialogare per accrescere conoscenze, innovare e affrontare un futuro dove tecnologia e digitalizzazione continuano a evolvere verso realtà spesso non preventivabili. Ne abbiamo ospitato uno a Pratica di Mare, il primo hackathon aeronautico, l’Airathon appunto, su IA, blockchain e realtà aumentata virtuale e immersiva. Quell’evento è stato un virtuoso esempio che ha dato seguito a una serie di collaborazioni per consolidare competenze specifiche e mettere a disposizione strumenti efficaci e all’avanguardia.

Guardando ai prossimi cento anni dell’Arma azzurra, qual è il messaggio che vuole lanciare alle future generazioni di aviatori?

L’Aeronautica militare ha messo, mette e metterà sempre a disposizione di tutti coloro che aspirano a operare nella terza dimensione le proprie naturali e indiscusse competenze nel settore aerospaziale. Ai ragazzi, le giovani menti smart del nostro futuro, dico sempre: abbiate il coraggio di osare. L’Aeronautica guarda da sempre verso il futuro. Dal 1923 la nostra forza è sempre quella di osare, di guardare avanti con coraggio, spirito di squadra, motivazione e fame di cultura. Lo spazio è il futuro dei giovani, ai quali abbiamo l’obbligo di trasferire il massimo della nostra conoscenza, opportunità e gratitudine per tutti coloro che in questi cento anni hanno consentito di rendere grande l’Aeronautica militare.

Intervista apparsa sul numero 142 della rivista Airpress


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Intervista al Presidente Giuseppe Benedetto per EXTREMA RATIO


Intervista all’Avvocato penalista Giuseppe Benedetto, Presidente della Fondazione Luigi Einaudi, sul suo ultimo libro “Non diamoci del tu. La separazione delle carriere”, edito da Rubbettino Editore. Un serio dibattito sulle regole del gioco della giustiz

Intervista all’Avvocato penalista Giuseppe Benedetto, Presidente della Fondazione Luigi Einaudi, sul suo ultimo libro “Non diamoci del tu. La separazione delle carriere”, edito da Rubbettino Editore. Un serio dibattito sulle regole del gioco della giustizia penale non può evadere la separazione delle carriere tra giudici e pm: questa, la profonda convinzione da cui muove l’Autore, fondando la sua riflessione su ragioni di rango prima di tutto giuridico, senza trascurare uno sguardo comparativo.

La carriera unica, infatti, rappresenta una peculiarità italiana soprattutto nei paesi liberal-democratici occidentali, ed esemplifica un’incoerenza del sistema interno, ancora oggi capace d’inibire il pieno compimento del processo accusatorio (introdotto più di trent’anni fa dalla Riforma Vassalli) e della riforma costituzionale del 1999, che volle incidere l’art. 111 Cost. nel segno del giusto processo e della parità delle parti di fronte ad un giudice terzo ed imparziale. Nel descrivere questa rappresentazione, Benedetto incalza sollevando l’attenzione sulle ulteriori e connesse storture dell’ordinamento, indicando una proposta di legge già depositata e giocando con le provocazioni sulla “riserva mentale” nella quale sembra arroccata la magistratura.

La discussione non riguarda la compromissione dell’indipendenza e dell’autonomia della magistratura, ma appartiene all’esfoliazione del nostro sistema da vecchie e diffuse tracce inquisitorie. Tutto ciò che precede, infatti, attiene al rispetto del giusto processo.

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#NotiziePerLaScuola

Concorso nazionale "Matteotti per le scuole": l'ottava edizione è rivolta agli alunni della scuola secondaria di I e II grado, per ricordare Giacomo Matteotti e la sua testimonianza di libertà e di democrazia.



Libertà nella rete e libertà della rete


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In Cina e Asia – L’Ue approva strumento anti-coercizione


In Cina e Asia – L’Ue approva strumento anti-coercizione ue
I titoli di oggi:
Mar cinese meridionale, Scspi: "Operazioni Usa in aumento"
Cina, cittadino giapponese arrestato per spionaggio
Cina, Baidu cancella l'evento di lancio dell'omologo cinese di ChatGPT
Giappone e Usa annunciano accordo sui minerali della transizione energetica
Brics, l'ex presidente del Brasile alla guida della New Developement Bank
Myanmar, Min Aung Hlaing chiede "un'azione decisiva" contro gli oppositori

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Majority of credit bureau "CRIF" database illegal


La maggior parte del database del credit bureau "CRIF" è illegale Decisione della DPA austriaca sul caso noyb: I dati di milioni di austriaci devono essere cancellati data exchange


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Gianni Minà è stato un fuoriclasse del giornalismo italiano. Era una leggenda vivente e ora si moltiplicheranno i riconoscimenti postumi e un po' ipocriti. Vo


Sette lezioni dalla Lettonia dopo un anno di invasione russa dell’Ucraina


È passato un anno da quando la Russia ha intensificato la sua guerra contro l’Ucraina fino a trasformarla in un’invasione su vasta scala. Quando abbiamo scritto delle prime reazioni lettoni all’attacco russo, abbiamo notato che la vicinanza geografica sia con l’aggressore che con la vittima faceva sentire i lettoni coinvolti emotivamente nel conflitto. La Lettonia si è […]

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Diritti umani: l’ipocrisia USA


In un momento in cui circa 3.897 persone, compresi i bambini, sono state uccise in 117 sparatorie di massa in soli tre mesi nel 2023 e altre 5.280 persone sono morte per suicidio nello stesso periodo, il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha pubblicato il suo ‘2022 Country Reports on Human Rights Practices’, proclamandosi […]

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Il Sud del Mondo a lavoro per la pace in Ucraina


Traiettoria di conflitto precaria – Russia e Ucraina si stanno preparando per un’offensiva primaverile con livelli più elevati di coinvolgimento militare. Le ricadute nella regione sono state finora evitate, nonostante diversi attacchi di droni contro basi russe nella Crimea occupata e nella Russia occidentale, nonché il bombardamento del ponte di Kerch che collega la Crimea […]

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Onde elettromagnetiche per la biodifesa. Lo scudo di Elettronica


L’ambito della biodifesa ricopre un ruolo sempre più centrale per le Forze armate, in quanto la governance di questo dominio fornisce un importante strumento per la tutela della sicurezza nazionale di fronte a minacce virali. Questo è il cuore di quanto e

L’ambito della biodifesa ricopre un ruolo sempre più centrale per le Forze armate, in quanto la governance di questo dominio fornisce un importante strumento per la tutela della sicurezza nazionale di fronte a minacce virali. Questo è il cuore di quanto emerso dal workshop di Elettronica dedicato alla necessità di sviluppare competenze nazionali nell’ambito del dominio della biodifesa tenutosi oggi presso la sede del Segretariato generale della Difesa, a cui hanno partecipato rappresentanti delle Forze armate e delle istituzioni.

Le esigenze di biodifesa militare

Come illustrato dal segretario generale della Difesa, generale Luciano Portolano, la ricerca e l’innovazione tecnologica sono fondamentali per far fronte alle future minacce da agenti patogeni. Per questo SegreDifesa è impegnata nel sostegno a questo tipo di ricerche, in modo da rendere le Forze armate pronte ad affrontare le esigenze operative sempre più sfidanti e mitigare le future minacce derivanti da agenti patogeni. In linea con questo, il workshop ha permesso di identificare nuove caratteristiche del dispositivo antivirus realizzato da Elettronica E4Shield per poter rispondere agli standard ambientali militari in tutti i possibili teatri operativi. Per questo l’occasione ha permesso all’azienda non solo di presentare il proprio strumento, ma anche l’ulteriore app apposita, sviluppata grazie al coinvolgimento della controllata Cy4Gate, che permette di controllare e di aggiornare il dispositivo da remoto.

E4Shield

Come spiegato dal presidente e ceo di Elettronica, Enzo Benigni, il funzionamento di E4Shield “ha le stesse caratteristiche di un tradizionale sistema di difesa elettronica, che, in questo caso, attraverso l’utilizzo delle onde elettromagnetiche rende inattive le minacce virali, mandandole in risonanza”. E4Shield, infatti, può agire all’interno di ambienti chiusi, come scuole, mezzi di trasporto, aziende e riesce a inattivare il virus in aerosol, contribuendo così a mitigare ancor di più la minaccia rappresentata da agenti patogeni, come i virus. L’innovazione tecnologica del dispositivo si basa infatti su delle evidenze scientifiche riportate in diverse riviste di settore, tra cui uno studio pubblicato dalla rivista Nature, che hanno ampiamente dimostrato la capacità delle onde elettromagnetiche di inibire la carica virale degli agenti patogeni.

Le future evoluzioni

Per quanto riguarda i più recenti sviluppi, è emerso che il principio fisico alla base della tecnologia ha una valenza universale e, per questo motivo, si è deciso di procedere con nuove campagne di test. E4Shield, era infatti stata testata con successo per l’inattivazione in aerosol al 90% del virus Covid-19 e delle relative varianti conosciute, ottenendo anche la certificazione Ce e Sar (per dispositivi indossabili). Più recentemente sono stati condotti test con altri patogeni, ad esempio un ceppo rappresentativo dei virus dell’influenza stagionale, e, analogamente ai risultati ottenuti con Covid-19, si sono ottenuti risultati positivi al 90%. Sono ora in corso test per l’influenza aviaria e prossimamente verrà avviato lo studio della sua efficacia sui batteri.


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Con la firma da parte del Presidente della Repubblica Mattarella del disegno di legge Calderoli, licenziato tra gli applausi all’unanimità dal Consiglio dei


Il Casd si candida a diventare polo accademico internazionale


Coordinare le varie aree di interesse strategico e diventare hub interistituzionale per formare militari e civili che operano nell’interesse del sistema Paese e del Patto Atlantico. È questo il “goal achieved” del Centro alti studi della Difesa. La certif

Coordinare le varie aree di interesse strategico e diventare hub interistituzionale per formare militari e civili che operano nell’interesse del sistema Paese e del Patto Atlantico. È questo il “goal achieved” del Centro alti studi della Difesa. La certificazione di Scuola di Alta Formazione, rilasciata del Ministero dell’Università e della Ricerca, è prevista tra il terzo e il quarto trimestre 2023 e i parametri richiesti vanno verso la realizzazione. Si tratta dell’obiettivo imminente, ma non l’ultimo.

Quattro curricula per il ciclo di dottorato in corso stanno gettando le basi per la struttura scientifica che si realizzerà nel Casd e, proprio nei prossimi mesi, si definirà la componente docenti che guiderà la macchina accademica. A questa programmazione si aggiunge la candidatura, nel perimetro Nato, di centro di eccellenza grazie all’Executive Master in Strategic Leadership and Digital Transformation che ha già attratto circa 60 studenti provenienti da diversi paesi. Un riconoscimento che potrebbe rendere il Casd polo di riferimento mondiale nell’esclusiva proposta di alta formazione.

Ma se siamo tutti d’accordo sulla multidisciplinarietà della sfida, dobbiamo essere tutti d’accordo anche sul ruolo interistituzionale che il Casd dovrà assumere in qualità di baricentro degli “heads of government and private corporate”. Una direttrice percorribile anche attraverso la terza missione ma imprescindibile poiché gli attori coinvolti, di diversa entità giuridico-sociale, saranno essenziali nella realizzazione della stessa “value proposition”. Un esempio di sinergia tra attori pubblici e privati, ospitati in ambito accademico, è stato promosso lo scorso 23 marzo in occasione della XIV edizione della Cyber Warfare Conference.

Una opportunità per riconoscere al Casd il ruolo di interprete tra attori che parlano diverse lingue, esattamente come accade nei centri di eccellenza della Nato dove istituzioni e università si incontrano e interagiscono con aziende e professionisti privati per promuovere progetti di analisi, ricerca e sviluppo. Ma se in meno di due anni si è realizzata questa trasformazione, attraverso un’accelerazione tipicamente manageriale, lo si deve al Presidente del Centro Ammiraglio di Squadra Giacinto Ottaviani che ha avviato, sin dal suo insediamento, una fitta attività di confronto e ascolto con le alte rappresentanze del mondo universitario italiano.

Una trasformazione non facile se si pensa all’evoluzione nelle strategie di guerra che riconoscono al “quinto dominio” un pericolo quanto mai attuale e ancora tutto da definire. In relazione a questa minaccia, che non ha strumenti convenzionali, è asimmetrica e spesso non riconosce l’entità degli attori coinvolti, il Casd sarà chiamato a una responsabilità centrale per proteggere il confine reale e virtuale del Paese.


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Export e cooperazione. Mariani presenta la ricetta di Mbda Italia


Un anno eccezionale per Mbda. Lo ha definito così il 2022 l’amministratore delegato di Mbda Italia e group director Sales and business development per il gruppo europeo, Lorenzo Mariani, illustrando i risultati della componente italiana del consorzio, rip

Un anno eccezionale per Mbda. Lo ha definito così il 2022 l’amministratore delegato di Mbda Italia e group director Sales and business development per il gruppo europeo, Lorenzo Mariani, illustrando i risultati della componente italiana del consorzio, riprendendo le parole del ceo Éric Béranger. A confermarlo sono i numeri portati da Mariani: “Outlook positivo per i prossimi due anni, confermati i ricavi a 4,2 miliardi di euro e un nuovo record con circa nove miliardi di euro di ordini acquisiti, che hanno portato il portafoglio ordini a 22,3 miliardi di euro”. Cifre e risultati che non risentono direttamente della guerra in Ucraina, quanto da un “cambiamento radicale nella percezione della società e del mondo del ruolo di una realtà come Mbda quale strumenti strategico per la sicurezza”.

Cambia l’approccio alla Difesa

Come confermato dal manager, infatti, “sui nove miliardi di monte ordini, abbiamo solo un ordine da meno di 300 milioni direttamente legato all’Ucraina, proveniente da un Paese confinante”. Il resto deriva dalla presa di coscienza di diversi Paesi che le previsioni di spesa ipotizzate per il prossimo decennio erano troppo diluite, e che il nuovo scenario internazionale necessitava di anticipare ai prossimi due o tre anni spese previste per il 2030. “Un effetto indiretto della crisi, ma soprattutto un nuovo atteggiamento nei confronti del settore della Difesa”.

Export

Importante per i risultati dell’anno passato è stato l’export, che ha visto totalizzare circa sei dei nove miliardi di ordini acquisiti, rispetto alla tradizionale ripartizione 50 e 50 tra mercato estero e domestico. Importanti i contratti per i Rafale degli Emirati Arabi Uniti, che di fatto affiancano il Qatar quale primo cliente in backlog, e con la Grecia, dove Mbda è presente soprattutto “col volto francese” grazie ai Rafale e le fregate Fdi equipaggiate con gli Aster. Il gruppo è presente anche in Arabia Saudita dove operano i Tornado e dove è in atto il contratto per l’aggiornamento di mezza vita degli Storm Shadow. L’Italia ha dato il suo contributo importante al gruppo, soprattutto con i Marte ER per gli NH-90 del Kuwait e gli Aster navali e gli Albatros NG, frutto di un “ottimo legame con Fincantieri per proporre pacchetti completamente italiani”, ha detto Mariani, che ha spiegato i vantaggi di un “approccio francese che presenti pacchetti nazionali con il sostegno del sistema-Paese”.

I risultati italiani

Dal mercato domestico arrivano circa tre miliardi di pacchetto ordini, con l’Italia molto in salita, la Francia che supera il miliardo e il Regno Unito leggermente in flessione, ma non lontano dal miliardo. Per l’Italia un “anno da ricordare” con numeri sopra il miliardo e in progressione “più che aritmetica” rispetto agli anni precedenti. “L’Italia ha contribuito in maniera determinante sui risultati del gruppo, in particolare per quanto arriva dalle cooperazioni”. I ricavi sono legati, anche per il nostro Paese, dall’export, a partire dalle consegne dei Marte per le difese navali e costiere del Qatar. “L’Ebit è salito molto grazie alle consegne estere e domestiche, e si avvicina al valore più alto del gruppo”. L’obiettivo dei prossimi anni è allineare la redditività italiana a quella del gruppo, con un Ros a due cifre.

Caccia di sesta generazione

Importante per il mercato domestico italiano anche l’avvio del programma sul caccia di sesta generazione Gcap, con i primi contratti che vedono Mbda Italia quale second tier. Qui le sfide saranno la definizione dei vari sistemi, dagli effettori all’intero weapon system, alle sfide di sviluppo tecnologico che dovranno essere affrontate dalla società e dall’intero consorzio industriale. Per quanto riguarda la partecipazione del gruppo a entrambi i progetti di sesta generazione, quello italo-ango-giapponese Gcap, e quello ibero-franco-tedesco Scaf, Mariani assicura che “esiste una strettissima muraglia cinese” tra i due programmi, con Mbda Uk e Italia impegnati sul Gcap e le divisioni di Parigi e Berlino sullo Scaf.

Programmi e sfide

Per l’azienda, i principali programmi in fase di svolgimento e sviluppo sono i lotti di Marte ER, in versione per il NH-90 e le batterie costiere, e la consegna degli Aster ai programmi di corvette e pattugliatori d’altura. È stato avviato il contratto per la produzione con la Francia dei Samp-T/NG e, in Italia, è arrivato il contratto dal valore di circa un miliardo per i missili Camm ER destinati all’Aeronautica e all’Esercito. Oltre ai programmi già avviati, ci sono le grandi sfide per il prossimo futuro, tra cui lo sviluppo di efficaci intercettori di minacce ipersoniche e l’incremento del rateo della produzione, chiesto “a gran voce” dai ministeri della Difesa europei, a partire da Italia e Francia. Qui la sfida è sicuramente impegnativa, dal momento che coinvolge l’intera filiera, dai fornitori ai produttori finali, e dove sarà fondamentale il contributo dello Stato.


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YouTube entra nella casa dei liberali italiani e sovverte i nostri principi costituzionali


Nei giorni scorsi, un piccolo fatto di cronaca ci ha ricordato l’esistenza di un grande problema. È accaduto che, applicando le proprie, soggettive, politiche, YouTube abbia ritenuto di censurare un breve passaggio di un ampio intervento di Antonio Martin

Nei giorni scorsi, un piccolo fatto di cronaca ci ha ricordato l’esistenza di un grande problema. È accaduto che, applicando le proprie, soggettive, politiche, YouTube abbia ritenuto di censurare un breve passaggio di un ampio intervento di Antonio Martino alla Scuola di liberalismo della Fondazione Luigi Einaudi. Un intervento in cui il professore dissentiva dall’obbligo vaccinale e contestava il green pass. YouTube è dunque entrata nella casa di liberali italiani e, sovvertendone le regole, ha imposto la propria logica. Una logica censoria.

Nella mail di spiegazioni inviata alla Fondazione Luigi Einaudi il concetto è esplicito: YouTube “non ammette” affermazioni relative ai vaccini contrarie al parere della scienza ufficiale. Segue quello che la società californiana chiama “avvertimento”. In effetti, una minaccia: per una settimana la Fondazione Luigi Einaudi non potrà utilizzare il proprio account, al terzo “avvertimento” il canale della Fondazione “sarà rimosso da YouTube”.

Personalmente, ero favorevole all’obbligo vaccinale così come al green pass, ma non è questo il punto. Il punto è che, da liberale, mai mi sognerei di impedire a chi la pensa diversamente da me di sostenere le proprie opinioni. È quello che YouTube ha fatto. E l’ha fatto nella finzione che il Web sia (ancora) una libera opzione è che chi vi accede debba di conseguenza sottostare ai principi morali ed etici della multinazionale che lo ospita. In effetti, non è più così.

“Affronteremo i piccoli editori come il ghepardo che insegue una gazzella ferita”, disse Jeff Bezos all’esordio di Amazon. La minaccia si è realizzata. Il Web ha dilaniato l’editoria e i media tradizionali e gli ha sottratto il controllo dell’informazione, della conoscenza, del dibattito e della formazione etica, politica, culturale e civile della persona e delle società. Un potere oggettivamente “pubblico”. Un potere che tocca e spesso travolge diritti costituzionali, responsabilità civili e norme penali cui i Giganti del Web dovrebbero, come tutti, sottostare. Hanno voluto la bicicletta? Devono guidarla secondo il codice della strada. Ma i codici non sono tutti uguali.

Tra i principi costituzionali investiti dalla crescita del Web ci sono senz’altro la libertà di espressione e quella di informazione. Articolo 21 della Costituzione italiana, punto fermo di ogni democrazia liberale: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”. Concetto ripreso dall’articolo 11 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Quello che sostiene che “ogni persona ha il diritto alla libertà di espressione” e che tale diritto “include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera”. L’articolo 2 è ancor più secco, lapidario: “La libertà dei media e il loro pluralismo sono rispettati”.

Ebbene, nell’epoca in cui il 60% dell’opinione pubblica si forma sui social, le responsabilità giuridiche e civili dei media tradizionali sono di fatto passare in capo ai Giganti del Web. E finché non si sarà trovato il modo di trasferire al mondo cosiddetto virtuale le norme e i principi riconosciuti nel mondo reale le basi del nostro vivere civile, e in sostanza della nostra democrazia, saranno appaltate al capriccio, alla convenienza e ai tic di quel pugno di uomini che fanno business del Web a livello globale.

Huffington Post

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Italia-Israele, firmato l’accordo di collaborazione per la sicurezza nel Mediterraneo allargato


L’Institute for National Security Studies ha elaborato la cosiddetta “dottrina militare Dayhiya” che comporta “l’applicazione di forza sproporzionata e il causare gravi danni e distruzione alle proprietà e alle infrastrutture civili”. L'articolo Italia-I

di Antonio Mazzeo –

Pagine Esteri, 23 marzo 2023. Accordo tra due think tank di Italia e Israele per avviare progetti di ricerca congiunti sulle questioni di geopolitica e sicurezza nel Mediterraneo allargato. A firmarlo nei giorni scorsi a Roma il presidente della Fondazione Med-Or Marco Minniti (ex ministro dell’Interno, Pd) e il direttore esecutivo dell’Institute for National Security Studies (INSS) di Tel Aviv, prof. Manuel Trajtenberg.

Quello tra la fondazione promossa e finanziata dall’holding del complesso militare-industriale Leonardo SpA e l’INSS di Tel Aviv è il primo memorandum di tale genere firmato tra un’entità italiana e una israeliana. “Per Med-Or l’avvio di questo rapporto di collaborazione è estremamente importante”, ha dichiarato l’ex titolare del Viminale. “Avremo modo di sviluppare progetti comuni di ricerca e di cooperazione scientifica su tematiche e in settori strategici che sono al centro dei nostri programmi di lavoro. INSS è infatti una realtà a livello internazionale, soprattutto per le sue attività su temi come sicurezza e geopolitica, e potremo lavorare per approfondire questioni sempre più rilevanti, per i nostri due paesi, anche alla luce degli straordinari cambiamenti di cui la regione del Mediterraneo è oggetto e che vedranno nei prossimi anni Italia e Israele sempre più coinvolti”.

L’accordo di collaborazione punta nello specifico all’organizzazione di eventi e seminari, in Italia e in Israele, su tematiche inerenti la politica estera, di difesa e sicurezza; lo sviluppo di programmi di scambi tra ricercatori dell’INSS e della Fondazione Med-Or; il finanziamento di borse di studio (erogate dall’istituzione di Leonardo) a studenti israeliani per corsi di master presso università italiane.

“L’INSS di Tel Aviv è un think tank indipendente e no profit, che grazie a una ricerca innovativa e dagli alti standard, e alla presenza di ricercatori provenienti dal mondo accademico e da quello della sicurezza e dell’intelligence israeliana, è ampiamente considerato, qualitativamente parlando, tra i migliori sulla difesa e sicurezza nella regione mediorientale e a livello internazionale”, enfatizza la Fondazione guidata da Marco Minniti.

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Il presidente della Fondazione Med-Or, Marco Minniti, e il direttore Esecutivo dell’INSS, Prof. Manuel Trajtenberg

Affiliato all’Università di Tel Aviv (la più grande istituzione accademica d’Israele con oltre 30.000 iscritti), l’Institute for National Security Studies ha svolto per conto delle autorità governative israeliane importati studi sulle questioni relative alle problematiche militari e strategiche, terrorismo, conflitti a bassa identità, spese militari nell’area mediorientale, cyber war, ecc.. L’INSS organizza meeting e conferenze a cui partecipano leader politici e i vertici delle forze armate (in particolare la conferenza annuale su Cybersecurity e Intelligence). Fondato nel 1977 come Centro per gli Studi strategici dell’Università di Tel Aviv dal generale (in pensione) Aharon Yariv, già capo intelligence dell’IDF, nel 1983 il Centro fu denominato “Jaffee Center for Strategic Studies” e nell’ottobre 2006 assunse il suo nome odierno, rendendosi autonomo economicamente dalla Tel Aviv University. Prima della sua trasformazione, il “Jaffee Center for Strategic Studies” è stato diretto dal generale Shlomo Gazit, ex capo della Direzione d’intelligence delle forze armate, “coordinatore” delle operazioni del governo israeliano nei Territori occupati dal 1967 al 1974 e finanche Presidente della Ben-Gurion University per otto anni dopo il suo ritiro dalla vita militare.

L’Institute for National Security Studies ha elaborato la cosiddetta “dottrina militare Dayhiya” che comporta “l’applicazione di forza sproporzionata e il causare gravi danni e distruzione alle proprietà e alle infrastrutture civili”. La dottrina è stata formalizzata alla vigilia del sanguinoso attacco contro Gaza del biennio 2008-09 con la pubblicazione di un paper da parte del colonnello (riservista) Gabriel “Gabi” Siboni, dal titolo Disproportionate Force: Israel’s Concept of Response in Light of the Second Lebanon War (ottobre 2008).

Il prof. Manuel Trajtenberg è direttore esecutivo dell’INSS dal maggio 2021. Economista con un dottorato all’Università di Harvard è stato fondatore e primo presidente del National Economic Council della Presidenza del consiglio dei ministri di Israele dal 2006 al 2009. Successivamente ha ricoperto per un quinquennio la carica di presidente del Comitato finanze e pianificazione del Consiglio nazionale per l’Istruzione superiore, nonché responsabile del Comitato per le trasformazioni sociali ed economiche istituito dal governo dopo le proteste di massa del 2011. Manuel Trajtenberg è stato anche parlamentare alla Knesset con l’Unione sionista (2015-17) e vanta una consolidata esperienza nel settore militare-sicuritario: già “esperto-consulente” della Direzione per la ricerca e lo sviluppo del Ministero della difesa (ente che in coordinamento con le industrie belliche promuove i programmi di sviluppo di nuovi sistemi e tecnologie militari); rappresentante del Brodet Committee per il bilancio della difesa dopo la Seconda guerra in Libano; membro del Comitato scientifico del gruppo industriale aero-spaziale Rafael Advanced Defense Systems durante il programma di sviluppo del sofisticato sistema “anti-missile” Iron Dome; membro del forum che ha dato vita alla Direzione nazionale cyber.

La Fondazione Leonardo Med-Or è stata istituita nel 2021 con l’obiettivo di promuovere attività culturali, di ricerca e formazione scientifica, al fine di rafforzare i legami, gli scambi e i rapporti internazionali tra l’Italia e i Paesi dell’area del Mediterraneo allargato fino al Sahel, Corno d’Africa e Mar Rosso (Med) e del Medio ed Estremo Oriente (Or). “Leonardo Med-Or è nata per unire competenze e capacità dell’industria con il mondo accademico per lo sviluppo del partenariato geo-economico e socio-culturale”, spiegano i promotori. I settori di ricerca ed intervento comprendono innanzitutto la safety, la security, l’aerospazio e la difesa, in Italia e all’estero. La fondazione ha avviato diversi progetti di “cooperazione internazionale”: con il Regno del Marocco (borse di studio per studenti in collaborazione con il Mohammed Polytechnic University di Rabat e la LUISS di Roma); con le Repubbliche del Niger, Somalia,Libano e con enti governativi e centri di ricerca di Emirati Arabi Uniti, Bahrain, Giordania, Qatar e Yemen.

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Con il presidente Marco Minniti siede nel consiglio di amministrazione della Fondazione Med-Or, in qualità di direttrice generale, Letizia Colucci, contestualmente presidente del Cda di MBDA Italia (società leader nella produzione di sistemi missilistici avanzati, controllata in parte da Leonardo), membra dei Cda delle aziende aerospaziali Avio SpA ed e-Geos e di Telespazio Iberica. Dall’ottobre 2022 Med-Or può contare pure in un International Board di altissimo livello, composto da 26 persone (politici, manager industriali e docenti universitari) provenienti da 23 paesi di Europa, Stati Uniti d’America, Africa e Medio Oriente. Tra essi compare David Meidan, potente uomo d’affari ed ex funzionario del governo israeliano, “operativo nell’esportazione di alta tecnologia all’avanguardia prodotta in Israele”, così come è stato presentato all’evento ufficiale di costituzione della Fondazione Med-Or.

Prima di dedicarsi all’export militare, David Meian ha lavorato dal 1977 al 2011 con il Mossad, l’agenzia d’intelligence e spionaggio d’Israele, e con la super segreta Unit 8200, l’unità dell’esercito che opera in stretto contatto con gli enti spionistici statunitensi come la NSA – National Security Agency. “Uno dei suoi ruoli principali è stato stabilire relazioni non ufficiali con i paesi del Medio Oriente che non hanno relazioni diplomatiche con Israele”, ha spiegato la fondazione guidata da Marco Minniti. Qualche tempo fa David Meidan è stato inviato in Turchia dalle autorità di Tel Aviv per rafforzare le relazioni diplomatiche con il presidente Erdogan. In passato era stato pure coordinatore speciale per i prigionieri di guerra e i dispersi in azione per conto del primo ministro Nemjamin Netanyahu.

Nell’International Board di Med-Or siedono inoltre Sir Alex Younger, già Direttore del Secret Intelligence Service (MI6) del governo britannico e John Negroponte, vicesegretario di Stato USA dal 2007 al 2009 e prima ancora vice consigliere per la sicurezza con Ronald Reagan presidente (1987-1989), ambasciatore presso le Nazioni Unite (2001-2004) e direttore dell’Intelligence nazionale USA con George W. Bush (2005-2007).

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La concorrenza strategica tra Pechino e Washington mette in dubbio la politica dell’‘una Cina’


Il pessimismo circonda il futuro delle relazioni Cina-USA e la possibilità di un conflitto tra le due potenze nucleari. Lo Stretto di Taiwan è diventato il più probabile focolaio di conflitto tra la concorrenza strategica degli Stati Uniti con la Cina e il crescente disaccordo sulla questione di Taiwan. Sebbene la politica One China degli […]

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Guerra in Ucraina: un’Europa sempre più orwelliana?


«… i Ventisette discutono in modo orwelliano del rimborso degli Stati membri che forniscono all’Ucraina munizioni attingendo dai fondi dello Strumento Europeo per la Pace (EPF). D’altronde, Bruxelles ha già offerto a Kiev aiuti militari per 3,6 miliardi di euro proprio grazie ai denari dell’EPF per la cooperazione e promozione della pace». Grazie a questo passo del ‘Riassunto geopolitico della giornata’, pubblicato lo scorso […]

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USA – Cina: non è troppo tardi per fermare una nuova guerra fredda


Le relazioni tra Stati Uniti e Cina stanno precipitando pericolosamente verso il basso e nessuna delle due parti sembra in grado di invertire la tendenza. Eppure è imperativo che le due maggiori economie del mondo trovino un modus vivendi se si vuole preservare la pace del pianeta. Si consideri il recente contrattempo tra Stati Uniti […]

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Michail Bulgakov – Il maestro e Margherita


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Israele. Riforma delle Giustizia, Netanyahu arretra di fronte alle proteste


Dopo una notte di scontri tra manifestanti e polizia, blocchi stradali e roghi a Tel Aviv e in altre città, il premier messo alle strette dovrebbe annunciare il congelamento del suo progetto legislativo giudiziario. Pesano anche le voci dissidenti nel suo

di Eliana Riva –

Pagine Esteri, 27 marzo 2023 – La scelta del primo ministro Netanyahu di licenziare il ministro della Difesa Yoav Gallant si è rivelata un errore strategico: l’intensificarsi delle proteste ha portato migliaia di persone nelle piazze, violenze, disordini, grandi scioperi che hanno causato ritardi e cancellazioni dei voli all’aeroporto di Tel Aviv. Si attende oggi il discorso con il quale Netanyahu dovrebbe comunicare ufficialmente il “congelamento” della contestata Riforma della Giustizia. Ne parliamo con il direttore di Pagine Esteri, Michele Giorgio, da Gerusalemme.
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Electron: un nuovo modo di fare spazio


È andata bene questa volta: circa 19 minuti dopo il decollo, Rocket Lab ha confermato che il primo stadio del suo Electron è stato localizzato nel Pacifico dopo il suo ammaraggio con i paracadute. I tecnici dell’azienda faranno sapere a breve se il relitto potrà essere poi riutilizzato in una nuova missione. Un recupero diverso […]

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BONES AND ALL DI LUCA GUADAGNINO


Da vedere per la riuscita commistione dei generi: il teen movie vira in horror, diventa love story, si traveste da road movie, non necessariamente in quest’ordine, anzi senza nessun ordine.

#cinema

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Profeta


Può una persona seria prendere in considerazione la “Chiesa dell’Altrove”? Non solo può, ma deve. E nel farlo rivolga un pensiero riconoscente all’Elevato, che ne è il profeta: Beppe Grillo. Perché al giro precedente, quello politico, molti di noi, ed io

Può una persona seria prendere in considerazione la “Chiesa dell’Altrove”? Non solo può, ma deve. E nel farlo rivolga un pensiero riconoscente all’Elevato, che ne è il profeta: Beppe Grillo. Perché al giro precedente, quello politico, molti di noi, ed io fra questi, presero in considerazione la sostanza, traendone indignazione per quel miscuglio di qualunquismo e moralismo senza etica che ne promanava. Ma al giro mistico m’è comparsa la luce: la sostanza è un inganno in cui cadono gli allocchi, quel che conta è la forma. E Grillo impartisce una grande lezione.

Al giro politico ci si chiese come poteva tanta gente andare appresso a soluzioni che non risolvevano nulla, a proposte che scassavano tutto, a un personale composto da incapaci. Vedemmo affermarsi non una classe politica eterodiretta, come pure si era temuto, ma priva di direzione e senso. Il più sveglio e trasformista capì al volo le regole del potere senza idee e adottò tutte le idee che potessero tenerlo al potere. Quando decise di mettersi in proprio il suo peso elettorale risultò minore della cerchia dei parenti stretti. Guidarono due governi di segno opposto, intestandoli al medesimo presidente che non rispondeva a manco uno dei criteri posti a fondamento del credo politico, lasciandogli poi la gestione di quel che resta dello straordinario raccolto elettorale. L’Italia è il Paese in cui il ’68 è finito nei primi anni ’80, anche questa roba sarà digerita con la lentezza richiesta da una rapa mal cotta.

Ma la rivelazione arriva oggi. Vi lascio poche indicazioni profetiche, giusto per capirsi. E vi invito caldamente a non ridere, perché poi veniamo alla faccenda seria e alla lectio magistralis del Grillo. La chiesa è stata fondata <<a mezzogiorno del solstizio d’inverno dell’anno 2022 dell’Era Volgare>>. E se lo dice lui, che è volgare, sa di che parla. Non è incompatibile con le altre chiese, pertanto potete continuare a credere in quello e chi vi pare. Prevede un frammischione di minchionerie galattiche, mutuate da una crassa ignoranza quantica: <<Il nostro universo potrebbe non essere l’unico, ma solo uno fra molti universi paralleli. Tutto questo ci porta a pensare che l’umanità sia davvero poca cosa rispetto alla Realtà delle ultime rappresentazioni di scienza. Dunque la Realtà religiosa deve per forza trovarsi Altrove>>. Una profondità che neanche un’ostinata stipsi può indurre. Facendo eco ai risultati del primo giro, la versione mistica recita: <<Altrove tutte le domande “sbagliate” sono “giuste” e tutte le risposte “giuste” sono “sbagliate”>>. Sicché se vedete piangere il ritratto di Giovanni Giolitti sapete anche che l’Altrove potrebbe trovarsi a Montecitorio. Secondo la più classica scuola Mamma Ebe, senza neanche passare dal voto on line, a comandare è l’Elevato, che vi suggerisce: <<Per guarire dalle malattie dell’Oggi occorre rimuovere il superfluo che ci intossica. Un Elevato fra gli architetti disse che “meno” è “più”. Ma “meno” è anche “cura”. Per vivere meglio, dunque, dobbiamo smettere di chiederci cosa vogliamo e iniziare a chiederci cosa non vogliamo>>. Mi fermo qui, prima che vi convertiate.

Il messaggio è benedetto, che traduco perché siete testoni: volete capirlo che potrei far credere qualsiasi cosa? Non a tutti, certo, ma posso creare tante comunità d’invasati con le quali dovrete poi voi fare i conti; avete mai visto, di notte, sui canali farlocchi, i predicatori americani ciarlatani che se avesse intrapreso la carriera Giucas Casella (<<quando te lo dico io, quando te lo dico io>>) lo avrebbero fatto papa? voi guardate, io lo faccio; vi è sfuggito in che modo funziona il digitale: una volta che agguanti i polli con una fregnaccia poi gli appioppi le altre; e posso passare dalla politica alla fede perché voi siete fessi a ridete della sostanza, mentre dovreste terrorizzarvi per la forma. Capace di sformare svalvolati.

Grazie, Grillo. Lei è un genio. Se continueremo a non capire, a non vedere, la colpa del Grillo sarà nostra. Come lo fu.

La Ragione

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In Cina e Asia – La "Davos cinese” allenta le tensioni Cina-Usa


In Cina e Asia – La davos
La "Davos cinese" allenta le tensioni Cina-Usa
L'Honduras abbandona Taiwan
Posticipata la telefonata tra Xi e Biden
Prime esercitazioni congiunte Usa-Ue nell'Indo-Pacifico
Hong Kong: la polizia approva una delle prime manifestazioni di protesta dal 2020

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AFRICA. Unicef: Nel Sahel a rischio la vita di oltre 10 milioni di bambini


Secondo il rapporto dell’Agenzia Onu, in Burkina Faso, Niger e Mali i bambini sono intrappolati nella morsa della violenza jihadista e subiscono gli effetti del cambiamento climatico. Nel 2022, un picco della mortalità infantile a causa degli scontri arma

di Valeria Cagnazzo

Pagine Esteri, 27 marzo 2023 – Il 2022 è stato il più sanguinoso degli ultimi dieci anni per i bambini della regione del Sahel. A renderlo noto un recente rapporto dell’Unicef, l’agenzia dell’Onu per i diritti dell’infanzia. Oltre dieci milioni di bambini in Burkina Faso, Mali e Niger, si legge, hanno bisogno di assistenza umanitaria: a mettere a repentaglio le loro vite, in una delle regioni più povere del pianeta, insieme alla fame endemica è la violenza dei conflitti armati, a cui si aggiungono le conseguenze del cambiamento climatico.

“Il conflitto (in queste aree, ndr) può non avere confini precisi, forse non ci sono battaglie da prima pagina, ma lentamente e senza dubbio le cose si stanno facendo ogni giorno peggiori per i bambini”, ha dichiarato il portavoce dell’Unicef, John James. “Milioni di loro sono adesso intrappolati nel mezzo della crisi”.

L’Unicef ha definito “brutale” il conflitto che devasta il Sahel e che ha trovato proprio nei bambini i suoi principali bersagli. Da oltre dieci anni, la crescente insicurezza politica degli Stati ha lasciato sempre più spazio ai gruppi jihadisti, che quotidianamente compiono attacchi terroristici contro le milizie governative ma soprattutto contro i civili per il controllo di villaggi e giacimenti d’oro e di altre materie prime. A pagarne le spese, nel 2022 più che negli anni precedenti, sono stati i bambini.

Nei tre Paesi in questione, infatti, centinaia di bambini sono stati rapiti dai gruppi ribelli e se ne sono perse le tracce. Molti altri sono morti a causa delle ferite da arma da fuoco riportate negli scontri nei loro villaggi o dall’esplosione di ordigni bellici. In Burkina Faso, che ha subito due colpi di stato l’anno scorso, la violenza dei gruppi jihadisti ha provocato nei primi nove mesi del 2022 la morte di un numero di bambini tre volte superiore rispetto al 2021. Ai bambini uccisi, si sommano quelli costretti dalle milizie ribelli a impugnare le armi e a unirsi alle loro file come bambini-soldato.

La nuova strategia bellica dei gruppo jihadisti ha messo ulteriormente a repentaglio i più piccoli, in Paesi in cui l’età media della popolazione è bassissima e almeno il 60% degli abitanti sono minorenni. Se prima il bersaglio dei jihadisti era l’esercito governativo, e se i civili venivano colpiti negli scontri si trattava di “casualties”, adesso nel mirino della violenza dei ribelli ci sono proprio gli anziani, le donne e i bambini che vivono pacificamente nei villaggi. Colpendo loro, la forza jihadista dimostra la propria superiorità su uno Stato assente e debole, e conquista territori senza incontrare resistenza. Centinaia di bambini rimangono così uccisi negli attacchi.

Se non muoiono negli scontri, a ucciderli può essere la fame. Un’altra strategia dei gruppi ribelli dal 2021, in una delle aree più malnutrite del mondo, è quella di contaminare le fonti idriche e di distruggere le riserve di cibo che incontrano al loro passaggio. Affamare i villaggi vuol dire assoggettarli, mentre lo Stato latita. Per l’organismo di un neonato e di un bambino, la malnutrizione significa arresto della crescita, danni neurologici, infezioni severe, e, infine, morte.

Anche le scuole sono nel mirino dei jihadisti. I gruppi armati ribelli danno fuoco agli edifici e rapiscono o uccidono gli insegnanti. Le conseguenze sono drammatiche. Oltre 8.300 scuole sono state chiuse nel Sahel: si parla di una scuola su cinque in Burkina Faso e quasi una su tre nella regione di Tillaberi in Niger. “Gli insegnanti sono costretti a fuggire, i bambini hanno troppa paura di andare a scuola, le famiglie sfollano dai loro villaggi, gli edifici vengono distrutti”, spiega John James.

Alla violenza, si aggiunge il cambiamento climatico a mettere a repentaglio ulteriormente la vita dei bambini. Nel Sahel centrale, infatti, gli effetti del surriscaldamento globale sono tra i più drammatici del pianeta, con temperature che aumentano 1,5 volte più rapidamente rispetto alla media mondiale. Le risorse idriche si stanno prosciugando, e al tempo stesso le precipitazioni irregolari possono diventare a volte così violente da provocare alluvioni che distruggono i raccolti. Si stima che finora il cambiamento climatico abbia prodotto nei tre Paesi oltre 2,7 milioni di sfollati, costretti a vivere da profughi in condizioni di estrema miseria. Per le famiglie che non lasciano il proprio villaggio, l’incertezza climatica significa fame, sete, malattie e spesso la perdita dei propri figli.

La crisi umanitaria in quest’area è destinata, secondo l’Unicef, a peggiorare se non si interverrà con aiuti internazionali e se i governi interni non investiranno in maniera prioritaria nella protezione dei civili e nell’accesso ai servizi di assistenza primaria. Si sta, tra l’altro, già espandendo con la sua violenza ai Paesi vicini, come il Togo e il Benin. L’Agenzia dell’Onu ha lanciato un appello di 473,8 milioni di dollari per il Sahel centrale per il 2023, e nel suo report lancia un allarme per i mesi a venire: sarà da giugno ad agosto 2023 che la crisi umanitaria avrà gli effetti “più catastrofici” sulla vita dei bambini del Sahel.

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Sustanalytics – Il report Ipcc (non) raccontato dai media cinesi


Sustanalytics – Il report Ipcc (non) raccontato dai media cinesi cina ipcc
Il sesto report Ipcc sui cambiamenti climatici ha lanciato un appello all'umanità, ma il discorso pubblico stimolato dai media è ancora acerbo, anche in Cina. La nuova puntata con la rubrica dedicata ad ambiente, energia e cambiamenti climatici in Asia

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La ‘stanga’ di Mattarella vale per tutti


Metti, una sera, a cena due rampolli preoccupati di salvare il salvabile dell’impero costruito dal genitore; una quasi moglie silente ma non indifferente ed assente; una volpe della politica che fa più politica di un ministro, pur se non è mai stato in vita sua parlamentare… Metti, insomma, una sera a cena Marina e Piersilvio, […]

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Migranti: Governo Meloni ai limiti del ridicolo


Per quanto mi riguarda, per cultura, per abitudine, per l’atteggiamento scientifico che mi è proprio, non sono di quelli che si vantano tutti soddisfatti di aver detto qualcosa che più o meno puntualmente si è verificato. Ma certe volte gli avvenimenti per dir così ‘le cose te le tirano‘! Tra le tante affermazioni poco attendibili […]

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News da Marte #13 | Coelum Astronomia

"Riprendiamo il filo delle attività di Perseverance e Ingenuity nel cratere Jezero. Seguiamo l'esplorazione con tantissimi video e foto."

coelum.com/news/news-da-marte-…

#13


Il Comando Sud degli Stati Uniti e il colonialismo del XXI secolo | Infoaut

“È singolare che parlino delle ‘risorse’ di luoghi che non abitano; è questa la logica a cui sottendono governanti, ministri e uomini d’affari. Per le comunità l’estrattivismo, l’esproprio e lo sradicamento hanno molteplici volti. Imperialismo e colonialismo interno si alternano. Molti dei territori bramati dagli imperi sono già stati certificati come zone di sacrificio dai governi nazionali e provinciali“

infoaut.org/conflitti-globali/…





"Non potevo non partecipare anche a questa manifestazione indetta dal collettivo di fabbrica della GKN-dichiara Maurizio Acerbo, segretario nazionale del PRC-S.


Mentre Cuba manda medici in Calabria gli Stati Uniti con la solita prepotenza imperialista interferiscono con le decisioni di una regione italiana. Il paes


Flat tax. Verso uno Stato minimo | La Città Futura

"La delega al governo sul fisco favorisce gli alti redditi, i redditi da capitale, l'evasione e l'elusione fiscale. Il minor gettito sarà a scapito dei lavoratori dipendenti, dei contribuenti onesti, dei bassi redditi e delle prestazioni pubbliche. [...] Ci sarà quindi da aspettarsi uno stato minimo di tipo ottocentesco per tutti e maggiori sofferenze per le zone svantaggiate, mentre prevarrà la differenziazione fra i diritti e sarà incentivato l'egoismo."

lacittafutura.it/editoriali/fl…



INTERVISTIAMO: Alessandro Piccinelli


📣 INTERVISTIAMO: Alessandro Piccinelli

Alessandro Piccinelli è colui che ha raccolto l'eredità del grande Gallieno Ferri, come copertinista di Zagor, "lo spirito con la scure".
#Fumetti
iyezine.com/alessandro-piccine…