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Si comunica che è stato pubblicato sull’Albo pretorio l’avviso esplorativo per manifestazione di interesse finalizzata al servizio di redazione e sottoscrizione di quattro contratti di appalto con i rispettivi aggiudicatari.




Presentazione libro “L’eutanasia della democrazia” – 3 aprile 2022, Capo d’Orlando

La FLE vi invita alla presentazione del libro del suo Presidente Saluti introduttivi: Franco Ingrillì Intervengono: Salvatore Cuffaro, Andrea Pruiti Ciarello, Bartolomeo Romano Modera Franco Perdichizzi Sarà presente l’autore







@m4cchia Se fosse così, è quello che fa Microsoft da anni, come Google, Apple, Amazon, Facebook, #GAFAM #PRISM #NSA . Ricordando che nella P.A. si sarebbero dovuti usare software #opensource e #freesoftware. Da decenni danni da miliardi di euro. Tanto per essere chiari ed equidistanti.


C’è un aspetto politico e uno morale, nel fornire armi agli ucraini. Le forniamo, non le vendiamo. I diversi lati di ciascuno non devono essere taciuti, ma affrontati. Perché questa non è una storia che finisce qui.


Kaspersky: “Col nostro software non si fa la guerra” La famosa azienda russa di antivirus prende le distanze dalla guerra e spiega perché i suoi prodotti sono sicuri dopo l’annunciato decreto che li mette fuori dal mercato italiano di ARTURO DI CORINTO pe

Kaspersky: “Col nostro software non si fa la guerra”

La famosa azienda russa di antivirus prende le distanze dalla guerra e spiega perché i suoi prodotti sono sicuri dopo l’annunciato decreto che li mette fuori dal mercato italiano

di ARTURO DI CORINTO per ItalianTech/La Repubblica del 20 Marzo 2022

Il decreto arriva nella serata di venerdì direttamente dal Consiglio dei ministri e mette fuori gioco Kaspersky per il timore che i suoi software possano essere usati contro gli stessi clienti che serve in Italia. Ovviamente nel provvedimento, in attesa della pubblicazione in Gazzetta ufficiale della versione finale, non si nomina Kaspersky, ma si parla di come la cyber security del Paese potrebbe essere messa a rischio dall’utilizzo di software russi – di cui Kaspersky è produttrice di punta -, perché le aziende di Mosca potrebbero smettere di fornire aggiornamenti e, quindi, esporre i clienti italiani a maggiori rischi, e ne chiede la sostituzione.



Sanzioni alla Russia e settore tecnologico: quanto ne sappiamo davvero? L’Istituto per le politiche dell’innovazione inaugura un ciclo di pillole di approfondimento sull’innovazione. 30 minuti con esperti, per provare a capire qualcosa in più sul mondo ch

Sanzioni alla Russia e settore tecnologico: quanto ne sappiamo davvero?

L’Istituto per le politiche dell’innovazione inaugura un ciclo di pillole di approfondimento sull’innovazione. 30 minuti con esperti, per provare a capire qualcosa in più sul mondo che cambia.

Partiamo giovedì 10 marzo alle 19.30 con Arturo Di Corinto, Lidia Iannibelli e Luca Sambucci parleremo di sanzioni alla #Russia e impatto della guerra in #Ucraina nel settore tecnologico.

Qui il link per il collegamento: lnkd.in/dvZz8v3d



Hacker's Dictionary. Con l’inasprirsi del conflitto russo-ucraino aumentano i timori che le tecnologie russe come l’antivirus Kaspersky diventino un’arma nelle mani del Cremlino. L’azienda moscovita rassicura: “Analizzate il nostro codice”. Ma in queste o

Kaspersky nel mirino delle autorità italiane

Hacker’s Dictionary. Con l’inasprirsi del conflitto russo-ucraino aumentano i timori che le tecnologie russe come l’antivirus Kaspersky diventino un’arma nelle mani del Cremlino. L’azienda moscovita rassicura: “Analizzate il nostro codice”. Ma in queste ore il governo sta valutando se sostituire d’urgenza tutto il software dalla pubblica amministrazione

di ARTURO DI CORINTO per Il Manifesto del 17 Marzo 2022

Le cose si mettono male per Kaspersky. L’azienda russa, leader nel settore della cybersecurity è finita nel mirino dei governi europei a causa del conflitto in corso per il timore che le sue soluzioni informatiche possano diventare un’arma ulteriore per gli arsenali del Cremlino.

Finora però non c’è nessuna evidenza che questo sia accaduto e non ci sono notizie che possano comprovare questa ipotesi.

Però, adottando un principio di precauzione l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale – Acn ha dichiarato che sarebbe «opportuno considerare le implicazioni di sicurezza derivanti dall’utilizzo di tecnologie informatiche fornite da aziende legate alla Federazione Russa».

Kaspersky non è citata esplicitamente nella raccomandazione dell’Agenzia, ma il messaggio è chiaro, vista la diffusa presenza delle sue soluzioni nelle amministrazioni centrali e locali italiane.

La raccomandazione dell’agenzia governativa diretta dal professor Roberto Baldoni segue la dichiarazione del sottosegretario con delega alla sicurezza Franco Gabrielli sul pericolo potenziale rappresentato dai prodotti russi e anche le dichiarazioni infuocate di Italia Viva e Fratelli d’Italia indirizzate all’azienda stessa, già finita nel mirino di un’interrogazione parlamentare.

Per l’azienda, che in Italia ha 50 dipendenti, è una doccia fredda. A fronte della raccomandazione dell’Acn i rappresentanti di Kaspersky ci hanno detto di comprendere che le affermazioni dell’autorità per la cybersicurezza sono basate su decisioni legate a un problema geopolitico e non sono il frutto di una valutazione tecnica dei prodotti Kaspersky. Tuttavia, «proprio per supportare l’analisi del rischio invitiamo le istituzioni a visitare il nostro centro di trasparenza a Zurigo. Noi continueremo a garantire ai nostri partner e clienti la qualità e l’integrità dei nostri prodotti, e lavoreremo con le istituzioni per chiarire i dubbi e le preoccupazioni che sono stati sollevati in questi giorni».

In questo «Transparency center» svizzero, infatti, i clienti di Kasperky possono eseguire una revisione tecnica completa e gratuita delle soluzioni aziendali, esaminarne il codice sorgente, verificare gli aggiornamenti del database antivirus e la tipologia di informazioni che i prodotti Kaspersky inviano al cloud network aziendale. «Possono anche ricostruire il codice sorgente per assicurarsi che corrisponda ai moduli pubblicamente disponibili», assicurano dall’azienda.

Nonostante queste rassicurazioni, secondo il professore di cybersecurity Aaron Visaggio è necessario sostituire gli antivirus russi. Perché? «Se i militari russi realizzassero un malware per attaccare obbiettivi occidentali, il software di protezione potrebbe essere ingegnerizzato per ignorarli.

In una eventuale guerra elettronica globale, ogni antivirus installato nei computer potrebbe veicolarne la diffusione. Perciò lasciare all’interno della pubblica amministrazione italiana uno strumento così invasivo rischia di esporre una lista di obiettivi sensibili di interesse politico per il Cremlino».

Mentre scriviamo è in corso un vertice governo-regioni tra il sottosegretario Gabrielli, Baldoni e la ministra Mariastella Gelmini.

I bene informati sostengono che nelle prossime ore potremmo avere la notizia di una procedura straordinaria per consentire la sostituzione dei prodotti Kaspersky senza gara con uno stanziamento di fondi anch’esso straordinario.

È notizia di due giorni fa che l’agenzia tedesca per la sicurezza delle informazioni ha chiesto esattamente questo: la sostituzione dei software di protezione di Kaspersky con altre soluzioni.


dicorinto.it/testate/il-manife…



Magistratura e politica: ad Alessandria la presentazione dei libri di Giuseppe Benedetto e Carlo Nordio – Radio Gold


Giustizia e guerra al centro di due eventi organizzati dalla Fondazione Einaudi – Il Patto Sociale

Giustizia e guerra al centro di due eventi organizzati dalla Fondazione Einaudi, insieme al Siracusa International Institute e all'IRI.



“Abdicazione della politica e degenerazione della magistratura” con Carlo Nordio – Il Monferrato.it

"Abdicazione della politica e degenerazione della magistratura", con la Fondazione Einaudi e la Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria.



Le perdite irreparabili, legate a una guerra, sono quelle umane. Le vite che si perdono e quelle che resteranno segnate per sempre. Tornerà la stagione della pace, ma le vite stroncare resteranno un danno intollerabile. Poi c’è il resto.


Privacy Daily – 21 marzo 2022


Per il tribunale federale della Virginia il mandato di Geofence viola la Costituzione Un tribunale distrettuale federale ha ritenuto che il mandato utilizzato per identificare…

Per il tribunale federale della Virginia il mandato di Geofence viola la Costituzione
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Un tribunale distrettuale federale ha ritenuto che il mandato utilizzato per identificare tutti i dispositivi nell’area di una rapina in banca, compreso quello dell’imputato, “viola chiaramente i diritti sanciti dal [quarto] emendamento”. La corte ha messo in dubbio se mandati simili potessero mai essere costituzionali. Il caso è United States v. Chatrie e affronta uno strumento controverso chiamato “mandato di geofence” . La polizia ha emesso il mandato nei confronti di Google in cerca di informazioni su ogni dispositivo all’interno dell’area della rapina per un periodo di un’ora. L’area geografica era di circa 17,5 acri, comprendenti una chiesa, una catena di ristoranti, un hotel, diversi appartamenti e residenze, una struttura abitativa per anziani, un’attività di self-storage e due strade trafficate.

eff.org/deeplinks/2022/03/fede…


Uno studio inglese sottolinea l’importanza di una password sicura
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Uno studio del National Cyber ​​Security Center (NCSC) del Regno Unito ha sottolineato come milioni di persone utilizzino come password il nome del proprio animale domestico, i nomi delle squadre di calcio, la “password” e “123456” per accedere ai servizi online. Ma questo lascia ampiamente esposti agli attacchi informativi: i criminali informatici possono decifrare password deboli in pochi secondi utilizzando strumenti automatizzati.

theguardian.com/technology/202…


Ucraina: aperta istruttoria del Garante Privacy su antivirus Kaspersky. Saranno verificate le modalità del trattamento dei dati degli italiani
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Il Garante per la protezione dei dati personali ha aperto un’istruttoria per valutare i potenziali rischi relativi al trattamento dei dati personali dei clienti italiani effettuato dalla società russa che fornisce il software antivirus Kaspersky. L’iniziativa intrapresa d’ufficio dall’Autorità si è resa necessaria in relazione agli eventi bellici in Ucraina, allo scopo di approfondire gli allarmi lanciati da numerosi enti italiani ed europei specializzati in sicurezza informatica sul possibile utilizzo di quel prodotto per attacchi cibernetici contro utenti italiani.

garanteprivacy.it/home/docweb/…


guidoscorza.it/privacy-daily-2…






Sicilia mitica


Ogni terra possiede un mito di fondazione. V’è però una terra ove il mito che la genera viene rovesciato ed eviscerato: la Sicilia. I Greci conquistano l’Isola con le navi; questo viaggio sigla la nascita dell’Occidente. Sull’Isola, gli Elleni- presi dall

Ogni terra possiede un mito di fondazione. V’è però una terra ove il mito che la genera viene rovesciato ed eviscerato: la Sicilia. I Greci conquistano l’Isola con le navi; questo viaggio sigla la nascita dell’Occidente. Sull’Isola, gli Elleni- presi dalla nostalgia della madrepatria- proiettano poi il cono d’ombra del loro Pantheon luminista. La Trinacria diviene così lo spazio a rovescio, il luogo del fondo esemplificato sulle pareti cave di Etna.

Se l’Ellade è la patria storica del mito, la Sicilia ne è la regione, la casa della vita e della morte, l’incavo metafisico che ricaccia indietro ogni epos inabissandolo altrove. La Sicilia non trattiene la storia ma la rilascia sempre sotto forma di miti e leggende, differenziandosi dal nomos greco che l’ha fatta. Nell’isola non si combatte e non si comanda- si riposa del sonno mitologico, si viene per fare visita a Ade, onorare i morti, le ombre, le necropoli, le grotte, le cavità.

In Sicilia anche la natura è mitica. Qui i sassi parlano e sono deità residenti e immote. Pensate alle sacre pietre di Pantalica, antica dimora dei popoli nativi. Ed è così che i miti greci in Sicilia si riversano in doppi, gemelli, repliche fantasmatiche degli dèi olimpici.

Pensiamo ai Dioscuri al quale è consacrato un celebre tempio agrigentino. Ma, su tutti, domina Ade. Questi, fratello di Zeus, rapisce la sua sposa, Proserpina, nei pressi di Enna. Il dio infero è sovrano di un antispazio identico a quello del padre degli dèi, ma inabissato nelle viscere della terra siciliana. Il popolo dell’Ade è fatto di morti, fantasmi dei vivi, copie invisibili del corpo visibile, simulacri del vivente. Aides, re del mondo infero, governa un popolo umbratile, un regno di immagini.

La Sicilia, domicilio di Ade, è una terra di figurazioni, la Grecia secreta, il doppio notturno della civiltà.
Gli Eroi e gli dèi sono in patria a banchettare di vittorie, a dire parole che pesano come piombo. In Sicilia invece c’è l’Artefice zoppo Efesto che, dalla fucina di Etna, fabbrica armi per guerre che non deve combattere; in Sicilia ci sono i Giganti che hanno perso la grande lotta mitopolitica con gli Olimpi; qui abitano pure i Ciclopi che vedono appena e vivono al buio tra le pendici del vulcano. E sempre da questo set inesauribile di miti, Empedocle raggiunge l’altra parte gettandosi nel cratere.

Questa terra cintata dal mare è la regione senza ragioni, la casa delle manie, dei mostri e dello Stige e, soprattutto, la dimora della Gorgone alata che fa linguacce. Lei ci parla col suo riso arcaico e ci dice dello stupore di essere vivi in un mondo di forze sommerse, minacciose e iperboliche. Tali numi ci compaiono ancora nel sonno o mentre guardiamo un paesaggio di spighe auree nel quale Demetra ci cinge; ci invitano su una spiaggia assolata o emergono dal mare che non finisce mai sospinto dal vento di Eolo.

Sono i momenti del kairos, quelli nel quale le divinità ritornano come forme belle o manie oniriche e ci fanno cenno. Ci vogliono ancora, vogliono parlare attraverso la nostra bocca e riempirci gli occhi di immagini assolate per farci addormentare accecati di luce.

Ogni civiltà, in fondo, riposa dei suoi sonni ancora possibili. Noi possediamo questa riserva mitica ed è in un luogo ben preciso, la Sicilia. Lei ha preso spazi inespugnabili che rimangono a rimirare il fondo pieno di tesori che la storia non intacca poiché vi dimora da sempre, Plutone, il ricco, insieme alla Kore, madre di superfici e profondità e al corteo infero dai mille volti.

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In memoria di Gabriele Arezzo di Trifiletti, collezionista di “Tre secoli di moda in Sicilia”


Ci ha lasciati Gabriele Arezzo di Trifiletti, tra i più grandi e competenti collezionisti di moda in Europa. La dimensione della sua pluridecennale raccolta di abiti, complementi e accessori si misura nel MuDeCo di Ragusa, Museo del costume di recente all

Ci ha lasciati Gabriele Arezzo di Trifiletti, tra i più grandi e competenti collezionisti di moda in Europa. La dimensione della sua pluridecennale raccolta di abiti, complementi e accessori si misura nel MuDeCo di Ragusa, Museo del costume di recente allestimento al Castello di Donnafugata, che è sorto grazie all’acquisizione di una parte del suo patrimonio tessile.

Rampollo di una importantissima famiglia nobile dell’antica Contea di Modica, Gabriele Arezzo di Trifiletti ha interpretato in modo esemplare il suo ruolo aristocratico, non consentendo la dispersione di beni che, diversamente, sarebbero finiti ai topi e alle tarme quando non dispersi per pochi spiccioli sul mercato antiquario di tutto il mondo. Perché, mentre la maggior parte della nobiltà siciliana liquidava i propri corredi senza comprenderne l’importanza storico-documentaria, Arezzo coglieva, in largo anticipo sulla stessa museologia e museografia contemporanea, il valore culturale e narrativo dell’abito nel più ampio quadro della storia sociale dell’arte. Intendiamoci, non era il solo.

Altrettanto importante e meritoria appariva e appare, ad esempio, la collezione di Raffaello Piraino e quelle che, al seguito di questi due importanti precursori, si sono formate in Sicilia negli ultimi trent’anni. Ma il patrimonio di casa Arezzo era davvero peculiare, perché il collezionista non si limitava a raccogliere capi di abbigliamento, con pari interesse acquisiva una vasta quantità di materiali bibliografici e carte d’archivio, consentendo spesso la precisa contestualizzazione del patrimonio tessile in seno alla famiglia che li aveva indossato. Ragione per cui, lo studioso entrava nella sua casa museo con quell’idea vaga e oleografica che molti ancora hanno delle élite isolane, e ne usciva con una loro conoscenza completa dal punto di vista repertoriale, catalografico, archivio-bibliotecario, aneddotico, biografico ecc.

Conoscevo Gabriele Arezzo di Trifiletti dal 1998, quando entrambi fummo chiamati a raccontare la Sicilia dei Borbone da Enrico Iachello in una insuperata mostra al Centro fieristico le Ciminiere di Catania. Io ero un giovane storico dell’arte che studiava e si specializzava in Catalogazione dell’abito antico e dei suoi accessori a Firenze; lui era già all’apice della sua fortuna collezionistica e si poneva, proprio allora, il problema della futura sorte del suo patrimonio. Insieme abbiamo provato a collocarlo presso la Galleria del costume di Palazzo Pitti, ma una serie di circostanze sfavorevoli non lo ha permesso. Dopo anni lunghi e infruttuosi, trascorsi in affannoso dialogo con la Regione Siciliana, sono nati più validi presupposti a Ragusa, per l’azione concreta dell’amministrazione locale e sotto l’impulso costante e competente di Giuseppe Nuccio Iacono, oggi Direttore del MuDeCo.

Resta da stabilire cosa sarà della rimanente parte dell’immensa collezione Arezzo di Trifiletti dopo la sua morte. Tutto è prematuro, certo, e il dolore per la perdita di un così caro amico per il momento ottunde ogni altro pensiero. L’auspicio è che venga data continuità alle sue passioni e alla sua opera, ricordando in tal modo un protagonista della cultura siciliana che, ne sono certo, in futuro verrà studiato e collocato tra i titani della sua generazione.

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La privacy secondo te: la parola a Monica Boggioni


Nella puntata di questa settimana de La privacy secondo te, la rubrica con Italian Tech, abbiamo chiesto alla campionessa azzurra Monica Boggioni, medaglie di bronzo ai Giochi Paralimpici di Tokyo 2020, che cosa significa per le privacy. Durante l’intervista abbiamo anche parlato del recente furto d’identità online di cui è stata vittima e dei rischi della reta.

Guarda il video qui.


guidoscorza.it/la-privacy-seco…








Crypto Wars: Episodio III


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È iniziata una guerra contro crittografia e privacy.

Non è la prima, e probabilmente non sarà l’ultima. La differenza è che stavolta anche l’Unione Europea è tra i principali attori. E non promette nulla di buono.

Crypto Wars è un piccolo arco narrativo in cui racconto la subdola guerra alla crittografia in corso in tutto il mondo.

Questo è il terzo episodio, in cui vediamo insieme il modo (condiviso) in cui si stanno muovendo Stati Uniti, UK e Unione Europea.

Nel primo episodio abbiamo visto insieme cosa è successo negli anni ‘90, durante la prima Crypto War. Vi ho raccontato del maldestro tentativo degli Stati Uniti di installare su tutti i telefoni prodotti in america un chip che gli avrebbe permesso di accedere a ogni comunicazione, con la scusa di proteggerle.

Nel secondo episodio vi ho invece raccontato la strategia europea, che coperta da una facciata virtuosa (la lotta alla pedopornografia) ha fatto il suo primo ingresso nella subdola lotta contro la crittografia e contro la privacy dei cittadini europei.

La “big picture”


Oggi approfondiamo alcuni sviluppi dentro e fuori dall’Unione Europea, per capire meglio la strategia globale di questa nuova Crypto War e il contesto in cui ci troviamo.

Chi come me si diverte ad analizzare eventi e leggi sia in europa che fuori, non può far altro che notare una sempre più evidente convergenza globale contro crittografia, privacy e anonimato. Le strategie messe in piedi dai vari paesi sono spesso anche molto simili tra loro, se non identiche.

Oggi vedremo come Stati Uniti, UK e Unione Europea stanno percorrendo strade molto simili, secondo un unico obiettivo condiviso.

EARN IT 2022 - STATI UNITI


Il 31 gennaio 2022 è stata introdotta al Senato degli Stati Uniti una proposta di legge chiamata Eliminating Abusive and Rampant Neglect of Interactive Technologies Act (EARN IT). È la seconda volta che questa legge viene proposta, dopo aver fallito nel 2020.

Questo Bill propone di modificare la legislazione federale esistente per prevenire la “sexual exploitation of children”; in pratica la pedopornografia.

Oltre alle modifiche normative, la proposta di legge istituisce un ente centrale chiamato National Commission on Online Child Sexual Exploitation Prevention che avrà il ruolo di definire le migliori prassi e regole per prevenire la pedopornografia nell’ambito degli “interactive computer service providers” (Facebook, Twitter, Instagram…). La nuova agenzia probabilmente sostituirà o si fonderà con l’esistente National Center for Missing and Exploited Children (NCMEC).

Cosa propone il Bill?

Art. 3 (A) preventing, identifying, disrupting, and reporting online child sexual exploitation;


In sintesi, la proposta obbliga le aziende fornitrici di servizi di comunicazione a scansionare e sorvegliare messaggi, chat, email, cloud storage, archivi fotografici online e siti web alla ricerca di “contenuti CSAM (Child sexual abuse material)”.

Se questa proposta dovesse passare negli Stati Uniti, avrebbe chiare conseguenze per tutto il mondo occidentale. Sarebbe sufficiente che realtà come Amazon (AWS) o Cloudflare iniziassero a fare questo tipo di sorveglianza per coprire la maggior parte dei servizi Cloud in uso anche in Europa.

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La guerra in Ucraina potrebbe mozzare le gambe del tavolo della distensione mediorientale che è già costruito su un terreno instabile.


La corsa al ruolo di mediatore fra ucraini e russi si riempie di candidati quasi quanto una primaria alle presidenziali americane.