Salta al contenuto principale



USA: con Lula, Biden ha la strada per riparare le relazioni con il Brasile


Nel suo discorso di vittoria domenica sera, l’ex presidente – e ora presidente eletto – Luiz Inácio Lula da Silva ha affermato che il mondo ha sentito la mancanza del Brasile poiché è sprofondato in uno stato di isolamento internazionale senza precedenti negli ultimi anni. Lula, un’appassionata oratrice abituata a parlare estemporaneamente, leggeva con calma […]

L'articolo USA: con Lula, Biden ha la strada per riparare le relazioni con il Brasile proviene da L'Indro.




L’Occidente non deve permettere a Putin di far congelare milioni di ucraini


La campagna di attacchi aerei mirati lanciata di recente da Vladimir Putin contro le infrastrutture civili dell’Ucraina segna una grave escalation nella sua invasione genocida. I leader russi sanno bene che privare i civili del riscaldamento e dell’elettricità alla vigilia di un freddo inverno provocherà un gran numero di morti. È improbabile che le tattiche […]

L'articolo L’Occidente non deve permettere a Putin di far congelare milioni di ucraini proviene da L'Indro.



Bundestag legal experts find: EU Chat Control CSAM scanner plan would not hold up in court


The opinion of the independent legal service of the German Bundestag on the EU’s controversial proposal to scan private communications for suspected content is now available in … https://www.patrick-breyer.de/wp-content/uploads/2022/10/221007-WD-10-026-2

The opinion of the independent legal service of the German Bundestag on the EU’s controversial proposal to scan private communications for suspected content is now available in English. The parliament’s lawyers state that it is questionable whether the current draft regulation represents any added value for the fight against (physical) sexual child abuse. Against the background of the previous case law of the EU Court of Justice on data retention, they consider it “unlikely that a general monitoring of individual communications would withstand the scrutiny of (European) fundamental rights”.

In their opinion the law would negatively impact communication behaviour of minors and generally freedom of speech and expression. Furthermore, the opinion questions the practicability of scanning technology which would produce a high number of false positives even with a low error rate, due to the sheer number of messages scanned. Lastly, the analysis echos fears already expressed in civil society for the future of end-to-end encryption. The paper points out that regardless of the technical design for circumventing encryption, third parties would be able to gain access, creating an additional threat to cyber security.

EU lawmaker Patrick Breyer (Pirate Party) comments the findings:

“There is a reason why the mandatory general monitoring scheme proposed by the EU Commission doesn’t exist anywhere else in the free world: It breaches the essence of the human right to respect the secrecy of our correspondence. How is the EU Commission helping children by proposing a regulation that will invariably fail in the European Court of Justice for violating the Charter of Fundamental Rights? If this proposal is adopted and then annulled by the Court down the line, we will have wasted years that we could have worked on more effective and proportionate solutions to protect the victims of sexual violence. We should start this work now.”

Breyer’s website on the EU’s Chat Control proposal


patrick-breyer.de/en/bundestag…



Una bussola morale in tempi di disordine e illiberalità


La crisi dell’Occidente ha risvegliato antichi istinti imperialistici. L’Europa c’è, ma non suscita emozioni, non evoca appartenenze. Tutto questo incoraggia le persone, le società e gli stati a logiche e comportamenti illiberali. Mai come oggi si avverte

La crisi dell’Occidente ha risvegliato antichi istinti imperialistici. L’Europa c’è, ma non suscita emozioni, non evoca appartenenze. Tutto questo incoraggia le persone, le società e gli stati a logiche e comportamenti illiberali. Mai come oggi si avverte il bisogno di un metodo politico, di una radice culturale. Un funzione storica per istituzioni come la Fondazione Luigi Einaudi


Un mondo senza ordine, un Paese senza bussola. È questa la realtà che i tempi ci impongono. Siamo, letteralmente, all’Anno Zero. L’Italia esce a fatica da una conclamata crisi di sistema e affronta l’inizio di un ciclo politico nuovo senza che l’offerta politica e l’assetto istituzionale si siano minimamente rinnovati.

Oltre confine regna il caos. È come se i ghiacci della Guerra fredda si fossero scongelati oggi e non nel 1991. Un vecchio ordine è morto, un nuovo ordine non è ancora nato. Le liberaldemocrazie annaspano. Si pubblicano ormai da anni libri in cui autorevoli studiosi descrivono, più o meno minuziosamente, la “crisi del potere” piuttosto che la “crisi della democrazia”, per non dire della crisi “delle vocazioni”.

Di sicuro ad apparire in crisi (di identità) è l’Occidente. E la crisi dell’Occidente ha risvegliato antichi istinti imperialistici. Non oggi, ma nel 2007, Vladimir Putin ha dichiarato guerra ai valori liberaldemocratici su cui si fonda la cultura occidentale, la nostra cultura. Xi Jinping lo ha fatto poco dopo, nel 2012. Con la forza delle armi piuttosto che con la forza dell’economia, l’impero russo e l’impero cinese erodono spazi vitali all’Occidente, mentre la Turchia di Erdogan ricostruisce tassello dopo tassello il vecchio impero Ottomano sotto quelle antiche insegne islamiche che Kemal Ataturk, prudentemente, ripiegò un secolo or sono.

L’Europa c’è; era e resta l’unica possibile salvezza degli stati nazionali europei, e in modo particolare degli stati fragili come l’Italia. L’Europa c’è, ma non suscita emozioni, non evoca appartenenze e vive solo nel momento estremo in cui rischia di soccombere a crisi tanto improvvise quanto globali.

Tutto questo incoraggia le persone, le società e gli stati a logiche e comportamenti essenzialmente illiberali. Un progressivo ritorno allo stato di natura. È presente il rischio che i già colossali problemi interni e internazionali vengano aggravati, per superficialità o per demagogia, sopravvalutando il ruolo dello Stato.

Mai come oggi, dunque, si avverte il bisogno di una bussola “morale”, di un metodo politico, di una radice culturale. Mai come oggi si avverte la penuria di quei fattori che fecero di Luigi Einaudi l’indimenticato “Presidente della ricostruzione”: il realismo, la competenza, l’equilibrio, la predisposizione al confronto, il senso profondo delle Istituzioni, il metodo liberale.

C’è, però, un problema. Quei soggetti cui un tempo era demandato il ruolo di officine della cultura, del ceto e della prassi politica sono tutti, e non da oggi, in crisi. Sono in crisi i partiti politici, sono in crisi i giornali, sono in crisi (di astinenza da oppio) gli intellettuali, sono in crisi i parlamenti, esautorati dai governi e delegittimati dai media. E con il parlamenti è in crisi la Politica tutta.

Tanti vuoti, vuoti di democrazia. Vuoti da colmare.

Mai come oggi, dunque, istituzioni come la Fondazione Luigi Einaudi, di cui sono stato appena nominato Segretario Generale, sono investite di una funzione che non è esagerato definire “storica”: offrire una bussola e indicare una rotta ad una politica sempre più disorientata e ad una società sempre più confusa. Per quanto ci riguarda, lo faremo, al solito, tenendo alto il nome di Luigi Einaudi e attualizzandone gli insegnamenti attraverso studi, convegni, progetti, analisi economiche, politiche e sociali.

HuffPost Italia

L'articolo Una bussola morale in tempi di disordine e illiberalità proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Oggi alle 10.00, presso il nostro Ministero, saranno premiate le opere vincitrici della Mostra-Concorso IV Biennale Nazionale dei Licei artistici. Aprirà la Cerimonia il Ministro Giuseppe Valditara.



Ucraina: il filo del rasoio si fa sempre più sottile


La guerra è una porcata, ma anche la guerra ha delle regole. Il diritto internazionale le sintetizza in due prescrizioni: colpire la popolazione civile è vietato, così come usare armi di distruzione di massa; violare la neutralità, restando neutrali, è vietato. Russia e Ucraina le hanno violate entrambe, innescando un circolo vizioso che prolunga e drammatizza il conflitto

L'articolo Ucraina: il filo del rasoio si fa sempre più sottile proviene da L'Indro.



Etiopia – Accordo di Pace [Testo Completo]


FRA IL GOVERNO DELLA REPUBBLICA DEMOCRATICA FEDERALE DI ETIOPIA E IL FRONTE DI LIBERAZIONE DEL POPOLO TIGRAY (TPLF) PREAMBOLO Accettare di risolvere pacificamente il violento…

FRA

IL GOVERNO DELLA REPUBBLICA DEMOCRATICA FEDERALE DI

ETIOPIA E IL FRONTE DI LIBERAZIONE DEL POPOLO TIGRAY (TPLF)

PREAMBOLO

Accettare di risolvere pacificamente il violento conflitto scoppiato il 3 novembre 2020 nella regione del Tigray in Etiopia in modo coerente con la Costituzione della Repubblica Democratica Federale d’Etiopia;

Riconoscendo la conseguenza distruttiva del conflitto tra le due Parti sulle vite umane e sui mezzi di sussistenza;

Affermando che i problemi politici possono essere risolti in modo sostenibile solo attraverso mezzi politici;

Ribadendo l’impegno delle parti nei confronti dell’agenda dell’Unione africana per mettere a tacere le armi entro il 2030, coerentemente con lo spirito delle “soluzioni africane ai problemi africani;

Determinato a trovare una soluzione duratura e completa al conflitto; compreso il ripristino dell’ordine costituzionale nella regione del Tigray;

Convinti della necessità di concordare i termini per la cessazione definitiva delle ostilità e le modalità per la composizione pacifica di tutte le divergenze e controversie politiche;

Determinato a cercare una soluzione pacifica e duratura alla crisi in un quadro di cessazione permanente delle ostilità, in cui sarà messo in atto un meccanismo di monitoraggio e verifica per monitorare il rispetto;

Riconoscendo gli sforzi per portare una soluzione pacifica alla crisi da parte dell’Unione Africana, il Gruppo di Alto Livello dell’Unione Africana guidato da Sua Eccellenza l’ex Presidente della Nigeria Olusegun Obasanjo, sostenuto da Sua Eccellenza l’ex Presidente del Kenya Uhuru Kenyatta, e Sua Eccellenza il Dr. Phumzile Mlambo-Ngcuka, ex vicepresidente del Sud Africa, nonché della Repubblica del Sud Africa per aver gentilmente ospitato i colloqui di pace, e gli osservatori per il loro sostegno;

Consapevole del desiderio del popolo etiope di vivere in pace e dignità in una società democratica inclusiva basata su giustizia, uguaglianza, rispetto dei diritti umani e stato di diritto;

Il governo della Repubblica Democratica Federale dell’Etiopia (il governo) e il Fronte di liberazione popolare del Tigray (TPLF) (denominati insieme le Parti) concordano i seguenti termini;

Articolo 1 – Obiettivi


Gli obiettivi del presente Accordo sono:

  • Raggiungere una cessazione immediata e permanente delle ostilità al fine di mettere a tacere le armi e creare un ambiente favorevole e gettare le basi per una pace sostenibile;
  • Ripristinare l’ordine costituzionale interrotto a causa del conflitto nella regione del Tigray;
  • Rifiutare la violenza come metodo per risolvere le divergenze politiche;
  • Garantire sicurezza per tutti;
  • Garantire una soluzione duratura del conflitto;
  • Fornire un quadro per affrontare le questioni derivanti dal conflitto;
  • Fornire un quadro per garantire la responsabilità per le questioni derivanti dal conflitto;
  • Favorire la riconciliazione e il ripristino dei legami sociali;
  • Facilitare la ripresa economica e la ricostruzione;
  • Impegnarsi ad affrontare le differenze politiche sottostanti;
  • Fornire un quadro per il monitoraggio e la verifica dell’attuazione dell’accordo.

Articolo 2 – Principi alla base della cessazione definitiva delle ostilità


Le Parti sono guidate dai seguenti principi:

  • Rispetto per la sovranità, l’integrità territoriale e l’unità della Repubblica Democratica Federale d’Etiopia (FDRE);
    • Legalità e rispetto delle norme e dei principi costituzionali sanciti dalla Costituzione FDRE;
    • Rispetto dei diritti umani fondamentali e delle norme e principi democratici;
    • Protezione dei civili;
  • Rispetto della Carta africana sulla democrazia, le elezioni e il governo;
    • Responsabilità e giustizia in conformità con la costituzione FDRE e il quadro politico di giustizia transitoria dell’UA;
    • Accesso umanitario senza ostacoli a tutti i bisognosi di assistenza;
    • L’uso degli aiuti umanitari esclusivamente a fini umanitari.
    • Riconciliazione e riabilitazione;
    • Sollievo e Ricostruzione;
    • Impegno in buona fede nell’attuazione della Cessazione delle ostilità e in tutte le fasi successive del processo di pace.

Articolo 3 – Cessazione definitiva delle ostilità

  • Le Parti si impegnano e dichiarano una cessazione immediata e permanente delle ostilità e si impegnano a disimpegnare le forze o i gruppi armati sotto il loro controllo;
  • Questa Cessazione Permanente di tutte le forme di ostilità includerà, tra l’altro; la cessazione degli atti di violenza palesi e nascosti; posa di mine; sabotaggio; attacchi aerei; atti di violenza diretti o indiretti; e sovversione o uso di proxy per destabilizzare l’altra parte o collusione con qualsiasi forza esterna ostile a una delle parti;
  • La Cessazione Permanente delle ostilità includerà la cessazione di tutte le forme di propaganda ostile, retorica e incitamento all’odio;
  • La cessazione permanente delle ostilità aprirà la strada al ripristino dell’ordine costituzionale nella regione del Tigray e al dialogo politico tra le Parti;
  • Le parti convengono di ripristinare la presenza dell’autorità federale a Mekelle al fine di creare un ambiente favorevole alla ripresa dei servizi pubblici nella regione e garantire la sicurezza degli abitanti della città. A tal fine, le Parti convengono che l’ENDF e le altre istituzioni federali pertinenti avranno un ingresso rapido, agevole, pacifico e coordinato a Mekelle, che sarà facilitato attraverso il canale di comunicazione aperto da stabilire tra gli alti comandanti delle Parti come di cui all’articolo 6, lettera c), del presente accordo.

Articolo 4 – Protezione dei Civili

  • Le Parti proteggeranno i diritti umani della popolazione civile e si impegnano a sostenere gli strumenti di diritto internazionale umanitario applicabili di cui l’Etiopia è parte;
  • Le Parti, in particolare, condannano qualsiasi atto di violenza sessuale e di genere, qualsiasi atto di violenza contro bambini, ragazze, donne e anziani, compreso il reclutamento e la coscrizione di bambini soldato, e sostengono il ricongiungimento familiare.

Articolo 5 – Accesso umanitario

  • Il governo della FDRE accelererà la fornitura di aiuti umanitari in collaborazione con le agenzie umanitarie tenendo conto delle esigenze specifiche dei gruppi vulnerabili, comprese le donne, i bambini e gli anziani; Le Parti cooperano a tal fine;
  • Le Parti si impegnano a cooperare tra loro e con le agenzie umanitarie competenti per aiutare a riunire le famiglie;
  • Il governo della FDRE si impegna a facilitare il rimpatrio e il reinserimento degli sfollati interni e dei rifugiati, ogniqualvolta la situazione di sicurezza lo consenta;
  • Le Parti garantiscono che l’aiuto umanitario sia utilizzato solo per scopi umanitari.

Articolo 6 – Disarmo, Smobilitazione e Reintegrazione (DDR)


I partiti:

  • Concordare e riconoscere che la Repubblica Federale Democratica dell’Etiopia ha una sola forza di difesa;
    • Progetta e attua un programma DDR completo per i combattenti TPLF coerente con la Costituzione della Repubblica Democratica Federale dell’Etiopia;
    • concordano sul fatto che entro 24 ore dalla firma del presente Accordo sarà istituito un canale di comunicazione aperto tra gli alti comandanti di entrambe le parti;
  • concordare di organizzare una riunione di alti comandanti entro 5 giorni dalla firma del presente Accordo per discutere ed elaborare modalità dettagliate per il disarmo dei combattenti TPLF, tenendo conto della situazione della sicurezza sul terreno;
    • Accettare di intraprendere il disarmo degli armamenti pesanti dei combattenti del TPLF in via prioritaria sulla base di un programma dettagliato da concordare tra gli alti comandanti delle Parti. Le attività di disarmo previste dal programma dovrebbero concludersi entro dieci giorni dalla conclusione della riunione degli alti comandanti. Il periodo di dieci giorni potrebbe essere prorogato sulla base della raccomandazione degli alti comandanti, da approvare dalle Parti.
    • Accettare di finalizzare il disarmo globale dei combattenti TPLF, comprese le armi leggere entro 30 giorni dalla firma del presente Accordo;
    • Concordo sul fatto che il piano di smobilitazione e reinserimento terrà conto delle esigenze di ordine pubblico della regione del Tigray.

Articolo 7 – Misure di rafforzamento della fiducia

  • Il TPLF deve:
  • Rispettare l’autorità costituzionale del governo federale, tutti gli organi costituzionali e gli organi del governo federale, inclusa ma non limitata all’autorità del governo federale di controllare tutte le strutture federali, le istituzioni e i confini internazionali del paese;
    • Astenersi dall’aiutare, favorire, sostenere o collaborare con qualsiasi gruppo armato o sovversivo in qualsiasi parte del paese;
    • Rispettare il mandato costituzionale del governo federale di schierare la Forza di difesa nazionale etiope, nonché le forze dell’ordine e di sicurezza federali per adempiere alle proprie responsabilità ai sensi della Costituzione, delle leggi e dei regolamenti pertinenti;
    • Astenersi dalla coscrizione, dall’addestramento, dal dispiegamento, dalla mobilitazione o dalla preparazione per conflitti e ostilità;
  • Fermare qualsiasi condotta che pregiudichi la sovranità e l’integrità territoriale dell’Etiopia, compresa la corrispondenza incostituzionale e le relazioni con le potenze straniere;
    • Cessate tutti i tentativi di realizzare un cambio di governo incostituzionale.
  • Il governo della FDRE:
  • Interrompere le operazioni militari contro i combattenti del TPLF;
    • Accelerare e coordinare il ripristino dei servizi essenziali nella regione del Tigray entro i tempi concordati;
    • Facilitare la revoca della designazione terroristica del TPLF da parte della Camera di

Rappresentanti dei Popoli;

  • Mobilitare e accelerare l’assistenza umanitaria per tutti i bisognosi nella regione del Tigray e in altre aree colpite e garantire un accesso umanitario senza ostacoli.

Articolo 8 – Confini internazionali e strutture federali

  • L’ENDF sarà dispiegato lungo i confini internazionali dell’Etiopia;
  • L’ENDF salvaguarderà la sovranità, l’integrità territoriale e la sicurezza del paese dalle incursioni straniere e assicurerà che non ci saranno provocazioni o incursioni da entrambi i lati del confine;
  • L’ENDF, la polizia federale e altri organi di sicurezza federali assumeranno il controllo completo ed efficace dello spazio aereo nazionale, della sicurezza e della protezione dell’aviazione e di tutte le strutture federali, le installazioni e le principali infrastrutture come aeroporti e autostrade all’interno della regione del Tigray.

Articolo 9 – Ripristino dell’Autorità federale nella regione del Tigray e rappresentanza nelle istituzioni federali

  • Le parti concordano sul ripristino dell’autorità federale nella regione del Tigray, compreso il controllo delle istituzioni e delle agenzie federali;
  • Il governo federale assicura e facilita la rappresentanza della regione del Tigray nelle istituzioni federali, compresa la Camera della Federazione e la Camera dei

Rappresentanti dei Popoli, in conformità con la Costituzione FDRE e le leggi applicabili.

Articolo 10 – Misure transitorie

  • Entro una settimana dall’attuazione dell’articolo 7 (2) (c) e fino a quando le elezioni per il Consiglio regionale e la Camera dei rappresentanti dei popoli si terranno sotto la supervisione del Consiglio elettorale nazionale etiope, l’istituzione di un’amministrazione regionale provvisoria inclusiva essere risolta attraverso il dialogo politico tra le Parti;
  • Una settimana dopo l’attuazione dell’articolo 7, paragrafo 2, lettera c), le parti avvieranno un dialogo politico per trovare soluzioni durature alle differenze politiche soggiacenti tra loro;
  • Il governo dell’Etiopia attuerà una politica nazionale di giustizia di transizione globale volta alla responsabilità, all’accertamento della verità, al risarcimento per le vittime, alla riconciliazione e alla guarigione, coerentemente con la Costituzione delle FDRE e il quadro politico di giustizia di transizione dell’Unione africana. La politica in materia di giustizia di transizione è sviluppata con i contributi di tutte le parti interessate e dei gruppi della società civile attraverso consultazioni pubbliche e processi formali di elaborazione delle politiche nazionali.
  • Le Parti si impegnano a risolvere i problemi delle aree contese in conformità con la Costituzione della Repubblica Federale Democratica dell’Etiopia

Articolo 11 – Monitoraggio, Verifica e Conformità

  • Le Parti convengono di istituire un meccanismo di monitoraggio, verifica e conformità per l’effettiva attuazione della Cessazione permanente delle ostilità. A tal fine, le parti convengono di istituire un comitato misto composto da un rappresentante di ciascuna parte, un rappresentante dell’IGAD e presieduto dall’Unione africana attraverso il gruppo di alto livello. Il comitato misto è assistito da un gruppo di esperti africani;
  • L’UA, attraverso il gruppo di alto livello, nominerà un gruppo di esperti africani per monitorare l’attuazione della cessazione permanente delle ostilità concordata ai sensi dell’articolo 3 del presente Accordo. Le parti nomineranno un esperto ciascuna per lavorare con il gruppo di esperti africani;
  • L’UA, attraverso il Panel di Alto Livello, si consulta con le Parti in merito ai termini di riferimento e al profilo degli Esperti;
  • Le funzioni specifiche degli esperti, compresi quelli con un background militare, sono concordate tra le Parti e l’UA, attraverso il Panel di alto livello;
  • Il numero degli esperti non deve superare dieci (10). Se sono necessari ulteriori esperti, ciò sarà concordato con le Parti;
  • La durata del mandato degli esperti è di sei mesi dalla data di invio degli esperti. Tale periodo potrà essere prorogato previo accordo con le Parti;
  • L’UA, attraverso il Panel di Alto Livello, può, d’intesa con le Parti, potenziare il lavoro degli esperti con immagini satellitari;
  • Qualora il gruppo di esperti riscontri casi di violazione della cessazione delle ostilità, informerà la parte interessata di adottare misure immediate per rettificare la violazione;
  • Informeranno altresì l’altra parte e il Comitato Paritetico di ogni comunicazione di cui al precedente comma. Se la violazione non viene sanata entro 24 ore, l’AU, tramite il Panel di Alto Livello, convocherà il Comitato Congiunto per risolvere il problema.

Articolo 12 – Attuazione in buona fede

  • Le Parti si impegnano ad attuare il presente Accordo in buona fede e ad astenersi da qualsiasi azione che pregiudichi e/o sia in contrasto con lo spirito e la lettera della presente Cessazione delle ostilità;
  • Le parti promuovono gli obiettivi della cessazione delle ostilità.

Articolo 13 – Dichiarazione congiunta e comunicazioni

  • Le Parti rilasceranno una dichiarazione congiunta sull’importanza del presente Accordo e sul loro impegno congiunto a lavorare per la pace e la stabilità nel paese;
  • Le Parti si impegnano a non fare alcuna dichiarazione unilaterale, in qualsiasi forma, che possa pregiudicare il presente Accordo;
  • Tutte le dichiarazioni pubbliche, in qualsiasi forma, delle parti supportano l’accordo e preparano il terreno per l’attuazione.

Articolo 14 – Data di entrata in vigore


Il presente Accordo entrerà in vigore alle 00:00 ora dell’Africa orientale (EAT) del 3 novembre 2022.

Articolo 15 – Modifiche al presente Accordo


Il presente Accordo può essere modificato di comune accordo tra le Parti, che deve essere in forma scritta e firmato dalle Parti.

Fatto a Pretoria, Repubblica del Sud Africa, il 2 novembre 2022 .

Per il governo delle FDRE Per il Fronte di liberazione popolare del Tigray

Sua Eccellenza Moussa Faki Mahamat, Presidente della Commissione dell’Unione Africana
Sua Eccellenza Olusegun Obasanjo, ex Presidente della Repubblica Federale della Nigeria e Alto Rappresentante dell’UA per il Corno d’Africa
Sua Eccellenza Uhuru Kenyatta, già Presidente della Repubblica del Kenya (Membro del Panel)

Sua Eccellenza il Dr. Phumzile Mlambo-Ngcuka, ex Vice Presidente della Repubblica del Sud Africa (Membro del Panel)


FONTE: martinplaut.com/2022/11/02/tex…


tommasin.org/blog/2022-11-03/e…



Israele nelle mani degli zeloti


Il sionismo religioso avanza, con un Netanyahu, a fine corsa, frontman di una Amministrazione che potrebbe diventare un paria tra i suoi vecchi amici americani, snobbato anche dai nuovi amici del Golfo. Gli elettori che hanno votato per la prima volta, ortodossi e non, giovani di origine russa: sono loro che hanno fortemente influenzato il voto e determinato la decisa svolta a destra

L'articolo Israele nelle mani degli zeloti proviene da L'Indro.



La più alta affluenza ai seggi da decenni consegna a Netanyahu le chiavi per il ritorno al potere. Successo dell’ultradestra religiosa.Dei tanti soprannomi che gli hanno affibbiato in 20 anni di ribalta, “il Mago” è forse quello più indovinato.


Occhio per occhioVolano missili tra le due Coree. Ieri, i nordcoreani hanno lanciato in direzione sud almeno 100 colpi di artiglieria e 23 missili.


Elezioni politiche 2022: la solitudine dei numeri reali


“Rimane il fatto che capire la gente non è vivere. Vivere è capirla male, capirla male e poi male e, dopo un attento riesame, ancora male. Ecco come sappiamo di essere vivi: sbagliando” (P. Roth, Pastorale americana) A futura memoria non è inutile ribadire numeri reali e crolli verticali di vincitori e vinti. Vincono le […]

L'articolo Elezioni politiche 2022: la solitudine dei numeri reali proviene da L'Indro.



Guerre spaziali: come il conflitto tra Stati sta diventando extraterrestre


La guerra in Ucraina ha accelerato le prospettive di guerre spaziali in arrivo. In una dichiarazione del 26 ottobre alla discussione tematica sullo spazio esterno della 77a sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, il vice capo della delegazione russa Konstantin Vorontsov ha avvertito che l’uso delle infrastrutture civili dello spazio esterno e dei satelliti commerciali […]

L'articolo Guerre spaziali: come il conflitto tra Stati sta diventando extraterrestre proviene da L'Indro.




ilCafFLEespresso – L'(in)giustizia penale con Angela Maria Odescalchi


Conducono Massimiliano Annetta e Nicola Galati Un primo commento al DL 162/22 in tema di ergastolo ostativo, rinvio della riforma Cartabia e rave party L'articolo ilCafFLEespresso – L'(in)giustizia penale con Angela Maria Odescalchi proviene da Fondazion

Conducono Massimiliano Annetta e Nicola Galati

Un primo commento al DL 162/22 in tema di ergastolo ostativo, rinvio della riforma Cartabia e rave party

youtube.com/embed/wnD3a151tHY

L'articolo ilCafFLEespresso – L'(in)giustizia penale con Angela Maria Odescalchi proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Ucraina: la guerra sta andando troppo oltre?


Negli ultimi due mesi, l’Ucraina ha respinto con successo le forze d’invasione russe. Ha ripreso una grande fetta di territorio intorno alla città nord-orientale di Kharkiv. È sul punto di riconquistare l’unica grande città, Kherson nel sud, che la Russia ha occupato da febbraio. Le forze ucraine hanno anche preso di mira aeroporti in Crimea […]

L'articolo Ucraina: la guerra sta andando troppo oltre? proviene da L'Indro.



Diritto e guerra: l’ordine mondiale in crisi


Il presidente della Federazione russa ha messo in chiaro i suoi obiettivi, che vanno ben al di là della conquista di un Paese vicino e riguardano sia la sicurezza dell’Occidente, sia la struttura dell’ordine giuridico costituito dopo la seconda guerra mon

Il presidente della Federazione russa ha messo in chiaro i suoi obiettivi, che vanno ben al di là della conquista di un Paese vicino e riguardano sia la sicurezza dell’Occidente, sia la struttura dell’ordine giuridico costituito dopo la seconda guerra mondiale


C’è qualcosa di singolare nell’aggressione russa all’Ucraina: perché un Paese con un territorio esteso per più di 17 milioni di chilometri quadrati, ricchi di molte risorse naturali, ha mire territoriali su una nazione di dimensioni poco più grandi del 3% del proprio territorio (o su una regione, il Donbass, che ne rappresenta lo 0,3%)? L’evidente sproporzione ha una prima spiegazione nella notizia, data di recente dalla stampa inglese, della rimozione, da parte della Russia, dei resti mortali del principe Grigory Potemkin dalla cattedrale di Kherson.

Kherson è una città fondata nella seconda metà del ‘700 proprio dal potente generale, preferito di Caterina II, che sottrasse anche la Crimea agli Ottomani: per la dirigenza russa non contano — come invece contano per tutto il mondo — i trenta anni di indipendenza della nazione ucraina, dal 1991 ad oggi, bensì conta un passato più lontano, al quale, come ha notato Giuliano Da Empoli nel suo splendido romanzo «Il mago del Cremlino», il presidente della Federazione russa si richiama. Per lui vale quello che scriveva Italo Svevo, che «il presente dirige il passato come un direttore d’orchestra i suoi suonatori»; perciò, il passato «risuona o ammutolisce».

Questo uso politico della memoria storica si nota già nell’articolo 67 della Costituzione russa (come emendato nel 2020 per volontà di Putin), secondo il quale, la Federazione «garantisce la difesa della verità storica». La storia entra a pieno titolo in questa guerra, anche per i frequenti riferimenti che ad essa, in particolare ai suoi momenti di gloria, quelli di Pietro il Grande e di Caterina II, fa Putin, mèmore del fatto che — come scriveva Potemkin alla zarina — «la Crimea con la sua posizione minaccia la nostre frontiere», «la Russia ha bisogno del suo paradiso» e Kherson è «la via per Bisanzio».

A questa prima spiegazione dell’aggressione russa, che sta tra realtà e retorica, se ne aggiunge una seconda, illustrata dal nuovo zar russo in più di una occasione. Nel 2007, alla conferenza di Monaco sulla sicurezza, ha criticato il modello di un mondo unipolare, ritenuto inaccettabile, e l’espansione della Nato, aggiungendo che «la vera sovranità dell’Ucraina è in partenariato con la Russia, perché noi siamo un solo popolo».

Nel 2015, parlando alla 70ª assemblea dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, ha criticato «l’esportazione di rivoluzioni, questa volta cosiddette democratiche», sottolineandone il potenziale conflitto con il principio, sancito dalla Carta delle Nazioni Unite, dell’autodeterminazione dei popoli, lamentando che «un’aggressiva interferenza straniera ha prodotto una distruzione flagrante di istituzioni nazionali», e aggiungendo «non possiamo più tollerare l’attuale situazione del mondo».

Ha, inoltre, criticato la «politica di espansione della Nato e delle sue infrastrutture militari» definendo l’offerta occidentale ai Paesi dello spazio post-sovietico una «scelta ingannevole: essere Occidente o essere Oriente». Nel 2021, a Davos, ha osservato che «l’era dell’ordine mondiale unipolare è finita» e nello stesso anno ha sostenuto l’«unità storica di russi e ucraini». Ha ripetuto queste frasi il 17 giugno 2022 al Forum economico di San Pietroburgo, aggiungendo che «il dominio dell’Occidente non è eterno», che «le istituzioni internazionali si stanno rompendo, stanno fallendo» e che bisogna costruire un «nuovo ordine mondiale».

Gli stessi concetti sono stati ribaditi di recente, il 27 ottobre scorso, al Valdai club di Mosca, dove ha osservato che il periodo di dominazione dell’Occidente è finito, che la Russia non è una semi-colonia e difende il suo diritto di esistere, che l’espansione dell’Alleanza atlantica è inaccettabile e che i russi e gli ucraini sono un unico popolo.

Dunque, il presidente della Federazione russa ha messo in chiaro i suoi obiettivi, che vanno ben al di là della conquista di un Paese vicino e riguardano sia la sicurezza dell’Occidente, sia la struttura dell’ordine giuridico costituito dopo la seconda guerra mondiale.
Quanto al primo aspetto, è quindi bene tener presente che l’aggressione all’Ucraina è un primo passo dimostrativo e che ora, se l’Occidente dà armi agli ucraini, gli ucraini dànno all’Occidente le loro vite.

Quanto al secondo aspetto, non c’è dubbio che l’Organizzazione delle Nazioni Unite e il sistema multilaterale sviluppatosi dalla metà del secolo scorso non riescano a mantenere la pace in una zona cruciale dell’Europa. L’articolo 2 della Carta delle Nazioni Unite vieta l’uso della forza contro l’integrità territoriale di uno Stato. In questo caso, la forza è stata adoperata da uno Stato, la Russia, nei confronti di un altro Stato, l’Ucraina, che era entrata lo stesso giorno dell’Unione delle repubbliche socialiste sovietiche-Urss, il 24 ottobre 1945, nella famiglia delle Nazioni Unite. Si tratta, quindi, di una guerra che oppone, l’uno all’altro, due membri fondatori delle Nazioni Unite. Essa vi ha provocato una doppia contraddizione: nell’Assemblea, il 2 marzo 2022, 141 Stati su 193, con solo cinque contrari e 35 astenuti, hanno condannato l’aggressione russa.

Lo stesso ha fatto il Consiglio di sicurezza, con 11 voti su 15. La Russia ha posto il veto a quest’ultima decisione, mentre quella dell’Assemblea generale non è vincolante. Inoltre, solo quaranta Paesi stanno assicurando aiuti militari, o finanziari, o umanitari all’Ucraina. Un altro segno del fallimento del diritto internazionale è costituito dalla inerzia dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa-Osce e dalla inefficacia delle iniziative di ben tre tribunali internazionali, la Corte internazionale di giustizia, la Corte penale internazionale e la Corte europea dei diritti dell’uomo. Infine, la guerra russo – ucraina mette in dubbio l’idea kantiana che vedeva nello sviluppo della cooperazione commerciale un mezzo per assicurare uno sviluppo pacifico del mondo.

L’inerzia o l’inefficacia di tante istituzioni richiede una riflessione sulla crisi dell’ordine giuridico mondiale, una riflessione che non può fermarsi solo per la capacità delle democrazie di essere efficaci in battaglia (come notato da David Lake, in «Powerful Pacifists: Democratic States and War», nell’«American Political Science Review» del 1992, con considerazioni riprese da Filippo Andreatta in una interessante relazione tenuta all’Arel il 31 maggio 2022) o per la circostanza che, a differenza di quello che è successo alla Russia nel ‘700, quando le fu più facile inghiottire la Polonia che digerirla (secondo la brillante formula di Jean-Jacques Rousseau), oggi la Russia non riesce neppure a inghiottire l’Ucraina. Non dimentichiamo che un quinto delle frontiere terrestri dell’Unione Europea, 2250 chilometri, che riguardano cinque Paesi (Finlandia, Estonia, Lituania, Polonia e Lettonia), sono comuni con il territorio della Federazione russa.

Il Corriere della Sera

L'articolo Diritto e guerra: l’ordine mondiale in crisi proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Manufatti prefabbricati civili e industriali: di cosa si tratta


Nel nostro Paese, ormai da alcuni decenni, le aziende che operano nel campo dei manufatti prefabbricati sono molteplici. Se in un passato non troppo lontano queste realtà producevano soprattutto capannoni ed edifici di grandi dimensioni, oggi alcune si occupano quasi esclusivamente di prefabbricati civili e industriali di servizio. Cabine elettriche e altri manufatti prefabbricati Le […]

L'articolo Manufatti prefabbricati civili e industriali: di cosa si tratta proviene da L'Indro.



Venezuela: Nicolás Maduro, maestro della sopravvivenza politica


Ai tempi di Hugo Chávez, il Venezuela era un attore geopolitico piuttosto potente con una grande influenza nel mondo. Sebbene per territorio piccolo, il Venezuela ha avuto un’influenza globale grazie alla sua vasta ricchezza petrolifera e al fatto che ha guidato un nuovo modello socioeconomico chiamato socialismo del 21° secolo. Per coincidenza, poco dopo la […]

L'articolo Venezuela: Nicolás Maduro, maestro della sopravvivenza politica proviene da L'Indro.



‘A livella


Uguali da morti L’uguaglianza può non essere una bella cosa. <<Ccà dinto, ‘o vvuo capi, ca simmo eguale? …/Muorto si’ tu e muorto so’ pur’io>>. Il 2 novembre non si può non dedicare un pensiero ad Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Commeno Porfiroge

Uguali da morti


L’uguaglianza può non essere una bella cosa. <<Ccà dinto, ‘o vvuo capi, ca simmo eguale? …/Muorto si’ tu e muorto so’ pur’io>>. Il 2 novembre non si può non dedicare un pensiero ad Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Commeno Porfirogenito Gagliardi De Curtis di Bisanzio, in arte: Totò (in realtà nacque Antonio Vincenzo Stefano Clemente, poi adottato dal marchese). Una sua poesia, forse la più bella e intensa, s’intitola “’A livella”. Incaricò un netturbino, <<’o scupatore>>, di spiegare al marchese che <<staje malato ancora e’ fantasia>>, che è inutile si senta un gran signore e lo disprezzi perché fa lo spazzino: la morte rende uguali.

Prima della morte, però, siamo diseguali. Il gusto per la vita, quindi, è un ulteriore motivo per amare la diseguaglianza. S’usa dire il contrario, per posa e falsa bontà, ma non è vero. E neanche bello. Anzi, sarebbe bruttissimo. Siamo uguali davanti alla legge, lo siamo nei diritti e nei doveri di cittadinanza (si faccia la cortesia di non dimenticare i doveri, perché senza quelli i diritti sono una diceria per gonzi). Per il resto siamo diversissimi l’uno dall’altro. Evviva. Pensa che noia parlare o giocare con uno uguale a me. Un incubo se fossero anche numerosi.

Il punto è: quindi solo morendo il marchese e lo spazzino diventano uguali? Brutto mondo, sarebbe. A parte che Totò, nato povero ai quartieri spagnoli e morto con quella sfilza di nomi, sarebbe la dimostrazione del contrario, ci sarà pure un modo per cambiare le cose senza passare per la burletta del blasone. C’è: la meritocrazia. Solo una sinistra deficiente può pensare che si debbano difendere gli ultimi dalla meritocrazia, perché quello è un modo per lasciarli ultimi fino al trapasso, sperando in un’uguaglianza cimiteriale peraltro negata da chi sostiene ci si divida anche colà.

Non solo lo spazzino deve potere soppiantare il marchese, ma il figlio dello spazzino deve potere far mangiare la polvere a quello del marchese, cosa che potrà avvenire solo se il vantaggio di partenza del ricco titolato avrà un peso inferiore alla selezione che si opera a scuola e, quindi, nel mercato che si apre dopo. Esattamente: selezione.

Se si cede alla trappola sociofilosofica che nessuno strumento di valutazione è sì buono da stabilire chi sia bravo e chi no, o in quella socioepigenetica che i privilegiati generano privilegiati, o in quella sociolassista che dischiude il campo al sociaccattonaggio del mantenimento degli ultimi per evitare che venga loro voglia di soppiantare gli avvantaggiati, uno solo sarà il risultato: ’o scupatore resterà scupatore e metterà al mondo uno scupatore.

Ma siamo a posto, ora c’è la destra al governo, quella che ha sul gozzo il ’68, quindi avanzerà il merito. Lo hanno messo anche nel nome del ministero. Magari, ma non è così. La destra in quel ministero c’è già stata ed ha fatto accordi con i sindacati. Il merito non è uno slogan, ma una pratica. Che non si può verificare se non si comincia dalle cattedre. Fate il conto di tutti quelli (sessantottini immaginari e multicolori) che chiesero a gran voce la stabilizzazione dei “precari” e toglieteli da quanti sono credibili quando parlano di merito. Non ci rimane quasi nessuno.

Per praticare il merito fra i banchi bisogna farlo valere anche nella carriera e retribuzione dei docenti. Per conoscerlo si devono misurare i risultati, seguendo il “prodotto”, ovvero gli studenti. Una scuola che promuove tutti e quelli in difficoltà se li perde per strada non è né lassista né classista: è inutile.

Vedo che si moltiplicano le geremiadi sul costo degli studi. Altra sciocchezza: sono quelli per gli alloggi e trasporti, non per gli studi. L’Italia è piena di borghi fenomenali che potrebbero diventare campus meravigliosi e attrarre studenti da rutto il mondo. Ma in cattedra ci metti quelli bravi e con un contratto annuale, non il cugino del preside con un contratto a vita.

La diseguaglianza è vita, se basata sulle capacità. Negarla è da necrofori del pensiero. Buon 2 novembre.

La Ragione

L'articolo ‘A livella proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



PODCAST. Brasile, sostenitori di Bolsonaro bloccano strade e autostrade


Bolsonaro difende i manifestanti, scagliandosi contro il sistema elettorale. Pasquale Pugliese, da Salvador de Bahia, ci aggiorna sulla situazione L'articolo PODCAST. Brasile, sostenitori di Bolsonaro bloccano strade e autostrade proviene da Pagine Ester

di Michele Giorgio –

Pagine Esteri, 2 novembre 2022 – Centinaia i blocchi stradali nel Paese. Camionisti sostenitori di Bolsonaro hanno utilizzato i propri mezzi per bloccare il transito.

Un sostenitore di Bolsonaro ha ucciso una persona e ferito altre due durante un raduno di festeggiamento elettorale. Abbiamo intervistato Pasquale Pugliese, da Salvador de Bahia.
widget.spreaker.com/player?epi…

L'articolo PODCAST. Brasile, sostenitori di Bolsonaro bloccano strade e autostrade proviene da Pagine Esteri.



Con le sanzioni, i BRICS crescono. Nell’orizzonte strategico: BRICS plus


Le sanzioni statunitensi come arma di guerra stanno avendo un effetto inaspettato. Russia, Cina e Iran stanno sviluppando rotte commerciali e finanziarie alternative e collaborano con altre Nazioni. Forse il più grande prodotto delle sanzioni è stato quello di incoraggiare il rapido sviluppo di BRICS plus, ora un blocco strategicamente importante. BRICS è stata costituita […]

L'articolo Con le sanzioni, i BRICS crescono. Nell’orizzonte strategico: BRICS plus proviene da L'Indro.



USA – Asia: i punti deboli nella strategia indo-pacifica di Washington


Priorità divergenti, crisi della fiducia regionale negli stessi Stati Uniti, e poi la Cina, l'elefante nella stanza, con Washington che lavora alla mobilitazione di alleati e partner implicitamente contro la Cina, e nell'indo-pacifico ben pochi concordano, piuttosto vorrebbero una approccio alla sicurezza regionale che lavori con la Cina piuttosto che esclusivamente contro di essa

L'articolo USA – Asia: i punti deboli nella strategia indo-pacifica di Washington proviene da L'Indro.



Il nuovo piano per mettere al sicuro le armi statunitensi in Ucraina ha delle lacune


Il Dipartimento di Stato sta emettendo nuove protezioni per fermare il contrabbando, ma non sta ancora facendo nulla per le armi leggere. Le preoccupazioni vanno oltre l'alimentazione del mercato nero globale delle armi, riguardano il rischio che queste armi finiscano in mano a gruppi ribelli

L'articolo Il nuovo piano per mettere al sicuro le armi statunitensi in Ucraina ha delle lacune proviene da L'Indro.

DMD2DD reshared this.



🎨 Giovedì 3 novembre alle ore 10, il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, aprirà la Cerimonia di premiazione delle opere vincitrici della Mostra-Concorso IV Biennale Nazionale dei Licei artistici, presso la Sala “Aldo Moro” del …


Il primato della toscanità nel cinema: è di Monicelli e di ‘Amici miei’


In questi giorni nei quali Roberto Benigni, uno dei miti del nostro cinema ha festeggiato i suoi primi 70 anni, ricorrevano anche i 100 anni di Ugo Tognazzi: un centenario che a Firenze è stato ricordato con particolare calore e varie iniziative. Perché? “Perché pur non essendo fiorentino, Tognazzi, secondo un’opinione diffusa, più di altri […]

L'articolo Il primato della toscanità nel cinema: è di Monicelli e di ‘Amici miei’ proviene da L'Indro.



Ergastolo ostativo: incostituzionale il Decreto Meloni?


Si possono invocare i massimi sistemi, pronunciare nobili e appassionati discorsi, una quantità di assicurazioni, promesse… Alla fine della fiera, parafrasando Gertrude Stein (“Una rosa, è una rosa, è una rosa”), un fatto è un fatto, è un fatto. Universale “regola”, che vale anche nel mondo “Giustizia”. Un “fatto” molto concreto è che secondo […]

L'articolo Ergastolo ostativo: incostituzionale il Decreto Meloni? proviene da L'Indro.



Israele: il futuro impossibile da vedere


Una riflessione di pochi mesi fa di Gideon Levy, giornalista e scrittore israeliano, fa luce su molti aspetti di questo turno elettorale e sullo stato attuale di Israele e della società israeliana

L'articolo Israele: il futuro impossibile da vedere proviene da L'Indro.



Benedetto – 1 novembre 2022


Il governo continua nel vecchio andazzo: inasprire le pene per sospirare sicurezza. Vana speranza. Nulla ha insegnato il passato prossimo e remoto. Snellezza dei processi, certezza delle pene e autorevolezza dello Stato sono da garantire.

L'articolo Benedetto – 1 novembre 2022 proviene da Fondazione Luigi Einaudi.




Premio “Ahi, serva Italia! – Dante visto da Shakespeare”


La Fondazione Luigi Einaudi è lieta di invitarvi a seguire la diretta del Premio “Ahi, serva Italia! – Dante visto da Shakespeare” sulla nostra pagina Facebook e sul nostro canale YouTube. Dopo il successo dell’iniziativa “Il CafFLE letterario celebra Dan

youtube.com/embed/ncpkNeRgl34

La Fondazione Luigi Einaudi è lieta di invitarvi a seguire la diretta del Premio “Ahi, serva Italia! – Dante visto da Shakespeare” sulla nostra pagina Facebook e sul nostro canale YouTube.

Dopo il successo dell’iniziativa Il CafFLE letterario celebra Dante: Amor c’ha nullo amato” – nata grazie al patrocinio della Regione Lazio – a seguito dell’interesse mostrato dai molti studenti delle scuole secondarie superiori coinvolte, la Fondazione ha deciso di proseguire la sua collaborazione con gli autori Monaldi & Sorti ospitando sui propri canali social la cerimonia di premiazione.

Il premio nazionale di street theatre “Ahi serva Italia! – Dante visto da Shakespeare”, basato sull’omonimo romanzo di Monaldi & Sorti (Solferino Editore), si è svolto nell’estate 2022 coinvolgendo nella fase finale dieci regioni italiane: Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Liguria, Toscana, Umbria, Lazio, Campania, Calabria e Sardegna.

Patrocinato tra gli altri dalla Società Dante Alighieri e dalla Fondazione Luigi Einaudi, e sostenuto da testimonial come Pupi Avati e Monica Guerritore, l’evento ha coinvolto decine di artisti ottenendo grazie alla comunicazione di Solferino Libri una fortissima risonanza mediatica. Per ulteriori dettagli, cfr. in fondo i link a TV e stampa.

La premiazione avverrà il 3 novembre 2022, alle ore 19.00. Sarà possibile seguire la diretta sulla nostra pagina Facebook e sul nostro canale YouTube.

La triade premiata a pari merito è costituita da tre ensemble:


– Duo Tatoli-Venarucci per l‘esibizione CUORI IN FIAMME – Storia della tragica amicizia tra Dante e Guido Cavalcanti (26 e 27 agosto, Montecatini Val di Cecina e Sarzana).

– Trio Maoddi-Vargiu-Zamuner per l’esibizione SPIRITO DEI SOGNI D’AMORE – Piccarda nel cuore di Dante (Cagliari, 1° settembre).

– Il cantastorie Daniele Mutino, con il gruppo I Musici della Storia cantata, per l’esibizione GUITTI E GUERRA – Pirro e Priamo tra Dante, Virgilio e… Amleto (Colle Sannita, BN, 20 agosto).

Per la categoria giovani:


I Giovani di Casa Shakespeare, per l’esibizione RECITA DI MESSER APULIESE E DE’ SUOI JULLARI – Alla presenza dell’autore Messer Alighieri (Verona il 12 agosto).

Premi monotematici:


Tematica femminile: Trio Le Donne della Commedia, per l’esibizione LE DONNE DELLA COMMEDIA SI RACCONTANO – Francesca, Piccarda e… Gemma (Firenze, 8 agosto).

Sceneggiatura: Elisabetta Fiorito, per l’esibizione CONTE UGOLINO – Dall’Inferno ad Amleto (Roma, 31 agosto).

Rassegna Stampa:

Giornali online:
Video:

L'articolo Premio “Ahi, serva Italia! – Dante visto da Shakespeare” proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Malan-Droni. La nuova guerra a distanza può cambiare le carte in tavola?


In attesa di un lungo inverno, durante il quale non sarà possibile riprendere l’iniziativa di nuove offensive terrestri, Mosca si affida ai droni per combattere la guerra ucraina. Kiev non perde tempo e fa lo stesso. Ci stiamo dunque incamminando verso una guerra di droni? In parte sì, anche se lo scenario alla terminator appare abbastanza di là da venire

L'articolo Malan-Droni. La nuova guerra a distanza può cambiare le carte in tavola? proviene da L'Indro.



PODCAST. Israele: vittoria larga della destra, Meretz (sinistra) fuori dalla Knesset


Sulla base del conteggio quasi definitivo, il blocco di Netanyahu otterrebbe 65 seggi su 120 della Knesset. Il Meretz storico partito della sinistra non ha superato per pochi voti la soglia di sbarramento del 3,25% e rischia di rimanere fuori dal parlamen

AGGIORNAMENTI 2 NOVEMBRE

ANCORA PIÙ AMPIA LA VITTORIA DELLA DESTRA

Con il 97% dei voti contati, il blocco religioso e di estrema destra di Benjamin Netanyahu si avvia a una vittoria ancora più larga, mentre lo storico partito di sinistra Meretz guidato da Zahava Gal On è fuori dalla Knesset, perché non ha superato la soglia di sbarramento elettorale (3,25%) di un soffio. Avrebbe ottenuto il 3,2. Si avvicina alla soglia anche il partito di opposizione arabo Tajammo/Balad con il 3,04% dei voti totali.

Sulla base del conteggio quasi definitivo, il blocco di Netanyahu otterrebbe 65 seggi su 120 della Knesset. Questo numero potrebbe cambiare man mano che saranno elaborate più schede, comprese circa 500.000 “buste doppie” contenenti schede espresse da soldati, detenuti e diplomatici che, peraltro, in genere favorisce i partiti di destra.

Attualmente, il Likud ne ha 31; Yesh Atid, 24; Sionismo religioso, 14; Unità nazionale, 12; Shas, 12; Ebraismo della Torah unita, 8; Yisrael Beytenu, 5; Ra’am, 5; Hadash-Ta’al, 5 e Labour ne ha 4.

Il partito islamista Ra’am è oltre la soglia elettorale, al 4,33%, così come la lista araba Hadash-Ta’al cal 3,91%.

Se Balad o Meretz non riusciranno a ottenere la rappresentanza alla Knesset, aumenteranno ulteriormente le prospettive di Netanyahu di formare una coalizione fondata su una ampia maggioranza di destra.

————————————————

Pagine Esteri, 1 novembre 2022 – Benyamin Netanyahu ha ottenuto la sua rivincita. La più alta affluenza alle urne registrata in Israele da 22 anni a questa parte ha dato al blocco di destra la maggioranza che il leader della destra desiderava per riprendersi la poltrona di primo ministro.

Gli exit polls diffusi alla chiusura delle urne alle 21 italiane, hanno inoltre evidenziato il trionfo della destra più estremista e razzista. Sionismo religioso, la lista elettorale guidata da Bezalel Smotrich e Itamar Ben Gvir, ha conquistato 14-15 seggi, il doppio di quelli ottenuti nel 2021.

Ben Gvir, che ha oscurato lo stesso Netanyahu per tutta la campagna elettorale, ha festeggiato per ore con i suoi fedelissimi. Magro risultato per il centro sinistra. I partiti arabi conquistano, nonostante un aumento dell’affluenza del suo elettorato rispetto al 2021, è riuscito a confermare solo i deputati della passata legislatura e la lista Tajammo/Balad ha mancato l’ingresso in parlamento per pochi voti. Abbiamo intervistato a Gerusalemme il direttore di Pagine Esteri, Michele Giorgio.
widget.spreaker.com/player?epi…

L'articolo PODCAST. Israele: vittoria larga della destra, Meretz (sinistra) fuori dalla Knesset proviene da Pagine Esteri.



Ha passato 44 ore in silenzio Jair Bolsonaro per partorire uno scarno e sibillino messaggio post-elettorale alla nazione.


Ha passato 44 ore in silenzio Jair Bolsonaro per partorire uno scarno e sibillino messaggio post-elettorale alla nazione.


Ostativo


Talora si resta prigionieri della propria propaganda e per uscirne, una volta assunta la responsabilità di governare, si prova a imboccare la porta dell’ovvio, del resto già imboccata dal Parlamento all’unanimità, salvo vedersela sbarrata dallo scioglimen

Talora si resta prigionieri della propria propaganda e per uscirne, una volta assunta la responsabilità di governare, si prova a imboccare la porta dell’ovvio, del resto già imboccata dal Parlamento all’unanimità, salvo vedersela sbarrata dallo scioglimento anticipato. Sicché si riparte da quel che vedemmo quando la Corte costituzionale stabilì l’incostituzionalità dell’ergastolo ostativo.

La Corte aveva avuto pietà. Forse sbagliando. I ritardi del legislatore sono talmente tanti, prodigo di leggine e con il braccino corto sulle riforme, che la Corte aveva accordato tempo, solo annunciando che, in assenza di fatti, sarebbe arrivata l’abrogazione. Perché l’ergastolo ostativo è incostituzionale, nonché contrario a un paio di trattati internazionali che regolano i diritti umani. Quando aveva funzioni di commentatore e giurista, l’attuale ministro della Giustizia, Nordio, lo definiva <<un’eresia>>. Sarebbe strano vederlo nei panni dell’eresiarca.

Ergastolo significa “a vita”. Si può essere condannati all’ergastolo solo per avere ucciso (e non in tutti i casi). Hai preso una vita, darai la vita. Che senza pena di morte significa carcere a vita. Già in questo la pena non è proprio coerente con il dettato costituzionale, perché la pena ha un ruolo remunerativo, correlato al danno arrecato, ma deve anche <<tendere alla rieducazione del condannato>> (art. 27). Quel <<tendere>> lascia margini, non mancando i non rieducabili. Se la pena è a vita, però, non significa che si debba necessariamente crepare dietro le sbarre.

Il detenuto vi si trova da ventisei anni, si valuta non abbia più pericolosità sociale, la rieducazione ha funzionato, allora si potrà decidere, sempre a cura del magistrato, la liberazione anticipata, come già gli erano stati concessi dei permessi, magari un lavoro fuori e rientro in carcere la sera. Non ha diritto automatico ad avere quei benefici, ma ha il diritto di chiederli.

Il 4bis della legge sull’ordinamento penitenziario (leggetelo, anche solo guardatelo, per capire come si legifera, con i comma “quinques”…), considerato incostituzionale, nega non il primo diritto, che non esiste, ma il secondo: chi è condannato all’ergastolo ostativo non può chiedere alleggerimenti della pena, dovendo prima avere collaborato con la giustizia.

La pietà della Corte ha prodotto due cortocircuiti: 1. quella che è materia parlamentare diviene, per la fretta, governativa; 2. la destra contraria alle depenalizzazioni e la cui propaganda considerava la civiltà della pena un cedimento ai criminali, avendo scelto un ministro della Giustizia che la pensa all’opposto, ora si trova questa roba fra le mani.

È evidente, non solo per l’ergastolano, che se hai legami attivi con organizzazioni criminali i permessi te li scordi. Conservi la tua pericolosità. Non per trastullo la decisione spetta al magistrato e non a un computer che computa i tempi. L’errore consiste nell’avere scritto che per determinati reati si possono concedere benefici: <<solo nei casi in cui tali detenuti e internati collaborino con la giustizia>>.

Perché può ben esistere il caso di chi ha ammazzato in collaborazione con altri, trenta anni prima, si è sempre rifiutato di indicare i complici e comunque ha perso pericolosità sociale. Mentre può esistere chi ha fatto i nomi di tutti i rivali, s’è tenuto quelli dei veri soci ed è pericolosissimo. E, ancora, la decisione spetta al magistrato.

Quindi l’idea che cancellare l’ostativo sia un “liberi tutti” è falsa. Come è falso che sia un piacere agli assassini. Lo è, semmai, alla civiltà del diritto. Ed ecco la via d’uscita, che porta in un vicolo buio: cancellare la condizione della collaborazione, inaccettabile e incostituzionale, mantenendo l’ovvio della pericolosità. Solo che si torna alla casella di partenza: quali i criteri per la pericolosità? Perché se ci si infila la non collaborazione si sta pestando l’acqua nel mortaio.

Morale (si fa per dire) la sola riforma sul tavolo, quella Cartabia, è stata rinviata (di poco, ma rinviata), mentre questa è una pezza. Nordio era contro le pezze. Benvenuto nel difficile mondo del governare.

La Ragione

L'articolo Ostativo proviene da Fondazione Luigi Einaudi.



Buoni acquisto, ottime idee regalo per i dipendenti


Tra aziende e liberi professionisti si sta facendo sempre più strada il buono acquisto, detto anche buono regalo, uno strumento preziosissimo di welfare aziendale che piace a tutti. Il buono acquisto sta sostituendo il regalo aziendale, ormai obsoleto e poco apprezzato. Le aziende, in occasione delle festività natalizie o di qualche altro evento, fino a […]

L'articolo Buoni acquisto, ottime idee regalo per i dipendenti proviene da L'Indro.




Meloni: l’affermazione dura del ‘potere’


Il 'governo forte', fortissimo, ovvero lassista. Affermazione dura del 'potere' e flessibilità della legge. Ciò che piace in questo Governo è il rigore metodologico, la coerenza. Ciò che non piace, è che Mattarella non abbia nulla da dire

L'articolo Meloni: l’affermazione dura del ‘potere’ proviene da L'Indro.