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Il divario generazionale al centro delle proteste in Cina


Per un regime che ostenta costantemente il suo “tasso di approvazione superiore al 90 per cento”, l’improvviso scoppio di proteste in tutta la Cina è sia imbarazzante che sconcertante. Tre anni di severe restrizioni COVID hanno causato frustrazione e rabbia nei confronti del governo che trascendono la classe e la geografia, una situazione mai vista […]

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PD alla ricerca del tempo buttato


“Rimane il fatto che capire la gente non è vivere. Vivere è capirla male, capirla male e poi male e, dopo un attento riesame, ancora male. Ecco come sappiamo di essere vivi: sbagliando” (P. Roth, Pastorale americana) Il titolo di questa riflessione ‘triste solitaria y final’ del Pd era facile. Anche se la più raffinata ‘Recherche’ di […]

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La polizia morale e l’equilibrio autoritario dell’Iran


Non sorprende che un recente annuncio del procuratore generale iraniano secondo cui il governo stava abolindo la sua ‘polizia morale’ abbia suscitato una diffusa confusione. Infatti, mentre alcuni funzionari hanno indicato che erano in discussione modifiche al ruolo della polizia morale, altri hanno affermato che non c’erano piani per abolire la forza. Così, la vittoria […]

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Alfredo Cospito e la ‘tortura democratica’ del 41-bis


Nel presentare le dieci tavole a fumetti che affrontano la questione di Alfredo Cospito, Zerocalcare come sua abitudine, va dritto al cuore della questione senza troppe perifrasi: Cospito, spiega, è un detenuto anarchico in sciopero della fame contro il regime di 41 bis; attualmente è in attesa di una sentenza che “pare costruita apposta per […]

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Un razzo italiano con una sonda italiana: un vanto della scienza nazionale


Si è svolto il primo seminario della Commissione Esplorazione dello Spazio dell’Ordine degli Ingegneri di Roma, su un tema molto significativo perché nelle intenzioni degli organizzatori si è puntato ad un inquadramento razionale della tecnologia nazionale e delle sue applicazioni in campo aerospaziale. Quest’estate -lo ricordiamo- è stato effettuato il lancio di qualifica del razzo […]

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Il globalismo ha trasformato lo Stato in un reietto della storia - Kulturjam

"Dello Stato ci si ricorda solo per denigrarlo appena qualcosa non va; e i più feroci sono sempre coloro che quotidianamente operano per distruggerlo con privatizzazioni e deregolamentazione."

kulturjam.it/costume-e-societa…



Che pace tra i campi di Ucraina?


Dopo oltre dieci mesi anche la guerra russo-ucraina inizia a perdere il gusto della novità, entrando nella piatta routine del quotidiano. Il fascino dell’epica resistenziale, della mobilitazione dei Liberi contro il Tiranno, delle catene umane e delle bandiere perde forza svelando la guerra di Putin per quel che è: un conflitto vero, duro, incerto e […]

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L’Iran in rivolta: il fattore (para)militare e i rischi per il Golfo

Non possiamo sapere se le rivolte in Iran daranno vita, nel loro esito, a una rivoluzione. Se cambieranno, cioè, quel sistema di potere -già parecchio mutato- che domina il paese dal 1979.



#uncaffèconluigieinaudi ☕ – Una amministrazione pubblica che possa spendere senza controllo…


Una amministrazione pubblica, che possa spendere senza controllo, è un assurdo da Corriere della Sera, 30 maggio 1922 L'articolo #uncaffèconluigieinaudi ☕ – Una amministrazione pubblica che possa spendere senza controllo… proviene da Fondazione Luigi Ein
Una amministrazione pubblica, che possa spendere senza controllo, è un assurdo


da Corriere della Sera, 30 maggio 1922

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fondazioneluigieinaudi.it/unca…



Per la Serbia, la situazione intorno al Kosovo “si sta avvicinando ad un punto di non ritorno” - Marx21

«O l’accettazione dello status quo relativo al “Kosovo indipendente” o scenari di una nuova guerra, non certo voluta dalla parte serba.
I burattinai sono i soliti: NATO e potenze occidentali, le motivazioni sono molteplici, ma il nodo centrale porta anche in questo caso alla crisi ucraina. Da un lato si vuole far cedere la Serbia sulla questione delle sanzioni alla Russia (è l’unico paese veuropeo a non averle adottate), dall’altro c’è la questione dell’entrata del paese nella NATO, finora respinta dal governo serbo. Senza dimenticare la ricerca di una rottura della fraternità identitaria storica slava, che spianerebbe la strada per inglobare completamente i Balcani nell’alveo avvelenato degli interessi occidentali e atlantisti.»

marx21.it/internazionale/per-l…



Lotta alla corruzione: no al ‘bastone’, sì al buon senso


Accanto e intorno, anzi, purtroppo, perfino sotto la vomitevole vicenda dei parlamentari europei più o meno comprati per spingere il Qatar, ma specialmente per esprimere giudizi di una bassezza e di una falsità perfino sorprendenti, i commenti e le reazioni lasciano senza fiato. O forse no, trattandosi, almeno a livello politico, di ‘persone’ di statura, […]

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Natale amaro tra stagnazione economica e questione morale


Stagnazione che bussa alla porta, economia (quella italiana) che procede al rallentatore, quasi ferma. L’edilizia e il mondo delle costruzioni che non sono più il traino, industria in calo; quelli che ancora reggono il passo, sono i “servizi”. Un Natale amaro e a tinte fosche quello che viene descritto dal Centro Studi di Confindustria. C’è […]

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Incarogniti


Ragionare è impegnativo, sicché rende di più piagnucolare o detestare. Che è anche il modo più semplice per cavarsela senza dire un accidente. Latrare anziché mordere. Tipo: <<siamo la parte lesa>>, laddove a essere gravemente lesionata è la capacità di v

Ragionare è impegnativo, sicché rende di più piagnucolare o detestare. Che è anche il modo più semplice per cavarsela senza dire un accidente. Latrare anziché mordere. Tipo: <<siamo la parte lesa>>, laddove a essere gravemente lesionata è la capacità di vedere non quel che è nascosto, ma quel che è evidente. I denari li misero nelle valige, ma è la politica ad averle fatte e ad essere dipartita, lasciando un nugolo di partitanti disorientati. Per questo provano a mostrarsi incarogniti, coprendo l’essere rincretiniti. Si osservi il lato corrotti e il lato canaglie, per apprezzarne le preziose informazioni.

Sul lato corrotti, omettiamo la nostra consueta litania. Consapevoli che giustizia e presunzione d’innocenza non sono beni disponibili nel mercato del vociare demagogico. Gli indagati non hanno ancora profferito verbo, in compenso i medesimi che non si erano accorti di nulla hanno già detto tutto su di loro. Tutti marziani in gita premio nel mondo politico.

I soldi sono sempre soldi, come il sesso è sempre sesso, ma una cosa è la passione altra lo stupro. Quello cui assistiamo oggi non ha nulla a che vedere con la corruzione “tradizionale”. Qui, quali che siano i fatti reali, da accertare e dimostrare, chi metteva a disposizione il denaro non puntava ad un appalto, ma a indirizzare una linea politica. Ciò significa che è semplicemente impossibile che le forze politiche non se ne accorgessero, se solo avessero ancora fatto politica. Oppure se ne sono accorte, ma consideravano legittime quelle tesi, il che può benissimo essere, ma va detto con chiarezza: eravamo favorevoli a una apertura nei confronti del Qatar (che abbiamo tanti utili interessi da coltivare), lo ribadiamo, ma deprechiamo che qualcuno ne abbia tratto illecito profitto. Da ciò discende che dirsi oggi scandalizzati, perché nei confronti del Qatar occorreva avere una linea di condanna, a parte il ridicolo di dirlo mentre tutto il mondo calcistico guardava gli eventi trasmessi dal Qatar, è da ipocriti. È come dire di non essere capaci di fare politica, di valutare il senso delle parole. Ovvero ammettere una deficienza assai più grave della corruzione.

E, del resto, appartiene proprio al novero delle scelte politiche stabilire con chi fare affari e in che modalità. Noi democrazie occidentali non siamo mica incaricati di bonificare il mondo dai dispotismi e dalle ingiustizie. Ove di questo volessimo fare un principio assoluto potremmo scegliere fra lo stare permanentemente in guerra e il chiudersi in un’autarchia che di suo è già la conseguenza di una guerra persa.

Le canaglie non sono tutte uguali e sì, c’è una grande differenza fra una canaglia che dichiara guerra al diritto internazionale e alle democrazie e una canaglia che punta “solo” a far soldi ed espandere la propria influenza. Perché anche noi, che canaglie non siamo, puntiamo a fare soldi ed espandere la nostra influenza. La regola generale è materiale, non morale: in un mondo di canaglie non devi mai dipendere troppo da una sola, perché potrebbe approfittarne. Il gas russo serva da lezione.

Ma anche quello qatarino, perché anziché strillazzare inorriditi e tremuli per la promessa di eventuali rappresaglie a non si sa cosa, sicché sono solo parole, quel che dobbiamo fare e chiederci se saremmo nelle condizioni di rinunciare ad un ulteriore (dopo la Russia) fornitore di gas. E la risposta è Sì, se si saranno preparati i rigassificatori, mentre la risposta è No se continueremo a parlarne senza farli. Quindi la scelta è di politica interna, di saggezza pragmatica, non di moralismo assetato nel deserto delle idee.

Nel nostro mondo la “trasparenza”, dei procedimenti e degli interessi, è un mezzo, un metodo per amministrare le cose collettive, non un fine, non un contenuto. Combattiamo le corruttele per far funzionare il mercato, non per assicurare la beatitudine una volta morti.

La peggiore colpa della politica, Benedetto Croce docet, non è lo sporcarsi le mani, ma il non chiarirsi le idee.

La Ragione

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Come la criminalità organizzata gioca un ruolo chiave nella guerra in Ucraina


Il 1° novembre, il vicedirettore dell’Ufficio investigativo nazionale finlandese ha minimizzato le osservazioni fatte il 30 ottobre da un funzionario dell’agenzia, che ha avvertito del contrabbando di armi occidentali dirette in Ucraina in Finlandia, Svezia, Danimarca e Paesi Bassi. Tuttavia, la vicenda ha suscitato notevole attenzione e rifletteva le precedenti preoccupazioni espresse dalle autorità europee sulla […]

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La Commissione Usa raccomanda di incriminare Trump per l’assalto a Capitol Hill. Ma l’ex presidente rilancia: “Vogliono mettermi da parte”.


Tutti gli uomini della presidentessaI mondiali sono appena finiti ma una nuova partita è iniziata tra Unione Europea e Qatar.


Libia: il caos delle elezioni continuerà?


Le elezioni legislative libiche del 2022 sono arrivate dopo il fallimento delle elezioni presidenziali che si sarebbero dovute tenere il 24 dicembre 2021. Da allora sono emerse molte iniziative e si sono svolti dialoghi tra le parti libiche in Marocco, Turchia ed Egitto, ma senza specificare una data per queste elezioni, che i libici attendono […]

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Russia: perché la Lettonia ha bandito Dozhd?


Il 1° dicembre, Aleksey Korostelyov, conduttore del canale televisivo dell’opposizione russa Dozhd (TV Rain), che trasmette dalla capitale lettone Riga, ha invitato i suoi telespettatori a condividere testimonianze sul processo di mobilitazione della Russia e sui problemi dell’esercito russo. Allo stesso tempo ha espresso la speranza che “abbiamo anche aiutato molti militari, in particolare assistendo con attrezzature […]

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Come la narco-geopolitica ostacola la cooperazione antidroga USA-Cina


La potente e mortale droga sintetica fentanyl è stata al primo posto in un allarmante picco di morti per overdose negli Stati Uniti nel 2021. Nonostante il ruolo centrale dell’industria nella letale catena di approvvigionamento del fentanyl, il Partito Comunista è stato selettivamente disposto a cooperare con gli Stati Uniti per affrontare questo problema. Dato […]

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Stephen King – Notte buia, niente stelle


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Yemen: gli Stati Uniti cambiano tattica


Dopo anni di sostegno a un disastroso intervento militare guidato dai sauditi nello Yemen, gli Stati Uniti stanno cambiando approccio alla guerra, sostenendo una tregua mediata dalle Nazioni Unite che ha portato alla più significativa riduzione della violenza dall’inizio della guerra. Facendo i conti con la realtà che il movimento di opposizione Houthi ora controlla […]

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La Cina punta i piedi nel Golfo, mettendo l’Iran sulla difensiva


Il Presidente cinese Xi ha recentemente concluso una visita di tre giorni in Arabia Saudita, dove ha incontrato funzionari sauditi, tra cui il Principe ereditario Mohmmad Bin Salman, sovrano de facto del regno. Durante il viaggio, i due Paesi hanno firmato un “accordo di partenariato strategico globale” che segnala l’approfondimento dei legami tra Riyadh e […]

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Natale di lotta degli operai dell’ex GKN per la riconversione industriale


Non c’è manifestazione sindacale o di protesta sociale, o d’impegno civile e di lotta per la pace e la conversione ambientale nella quale non appaia uno striscione con lo slogan: ‘Insorgiamo!’ è quello che da 17 mesi gli ex operai della GKN di Campi Bisenzio, specializzata un tempo nelle componentistica per auto, stanno inalberando a […]

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La Libia rimane politicamente e territorialmente divisa fra due governi rivali. I fronti militari sono calmi e la guerra civile non è imminente ma la situazione resta instabile.


Emanuele Raco, libero di scegliere che voce portare – ecodellalocride.it


Il Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica è uno dei più importanti e strategici in questa delicata fase politica, forse è per questo che il ministro Gilberto Pichetto Fratin ha deciso di affidarsi a un esperto di comunicazione politica e ist

Il Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica è uno dei più importanti e strategici in questa delicata fase politica, forse è per questo che il ministro Gilberto Pichetto Fratin ha deciso di affidarsi a un esperto di comunicazione politica e istituzionale di grande esperienza come Emanuele Raco.

Una vita dedicata alla politica e alle Istituzioni quella del cinquantenne giornalista nato a Reggio Calabria, appassionato di storia, laureato in Scienze Politiche all’Università di Messina con una tesi di laurea su Indro Montanelli, il re dei giornalisti italiani ma anche lo scrittore che ha fatto conoscere e amare la storia a milioni di italiani.
«Ho il privilegio di essere stato un amico di Indro Montanelli. Nel corso delle nostre lunghe conversazioni mi ha insegnato a pensare e agire sempre controcorrente, a non cercare mai il favore o il consenso del potere – racconta Raco a Giornalisti Italia – perché l’auto censura è la peggiore delle censure. Per questo quando ho deciso di lasciare l’Università e l’insegnamento della Storia per dedicarmi soltanto alla comunicazione ho fatto la scelta di occuparmi solo di comunicazione Istituzionale».

«Si tratta – sottolinea Raco – di un modo diverso di intendere la comunicazione. L’ho spesso detto a Carlo Nordio, al fianco del quale ho iniziato questa Legislatura: servirebbe la separazione delle carriere dei giornalisti tanto quanto quella dei magistrati. Questa è una delle principali battaglie che ho condotto in Fondazione Einaudi, per la quale sono stato capo ufficio stampa per cinque anni».
«La Fondazione Einaudi – spiega Emanuele Raco – è la casa dei liberali italiani, il punto di riferimento in Italia dei liberali europei. Un’avventura unica che mi ha consentito di battermi per le più straordinarie campagne di libertà che ha vissuto il nostro Paese negli ultimi anni, insieme al presidente Giuseppe Benedetto e a compagni di strada del calibro di Carlo Nordio, Davide Giacalone, Lorenzo Infantino, Giulio Terzi di Sant’Agata, Sabino Cassese».

E a Giornalisti Italia Emanuele Raco sottolinea con una punta d’orgoglio: «Ho avuto la fortuna di scegliere sempre che “voce portare”, per chi lavorare. Non sono mai stato uomo di parte e infatti prima di accettare la proposta di essere il portavoce di Pichetto Fratin e il capo della comunicazione del Ministero dell’Ambiente, ero portavoce di Irene Tinagli, presidente della Commissione ECON del Parlamento Europeo.

Irene Tinagli è una delle migliori risorse del nostro Paese. La conosco e collaboro con lei dai tempi di Italia Futura, il Think Tank fondato da Luca di Montezemolo. La mia gioia più grande è quella di aver sospeso la nostra collaborazione, dopo anni di lavoro insieme, proprio la settimana in cui Irene è stata indicata come Parlamentare italiano più influente del Parlamento Europeo».
In passato Emanuele Raco è stato varie volte portavoce di ministri e capo ufficio stampa di gruppi parlamentari e partiti politici.
«Sicuramente – ci racconta mentre si imbarca per Bruxelles per l’ennesimo delicato Consiglio Europeo sull’Energia – quella con Mario Monti è stata una delle esperienze professionali più importanti della mia vita».

Prima di quale, gli chiediamo?

«Prima della prossima», risponde sorridendo, parafrasando Enzo Ferrari. «Di sicuro prima di questa, al fianco di un politico di razza e di un gentiluomo come Gilberto Pichetto Fratin. In fondo – aggiunge – era davvero il tempo che il Paese girasse pagina e che tornasse un governo politico. Ho lavorato bene sia con i tecnici che con i politici, ma i politici devono assumersi la responsabilità delle scelte che ritengono migliori per le famiglie e le imprese, per il bene del Paese».

Spazio per la vita privata?
«Davvero poco, aggiunge con una punta di rammarico. Non posso più neppure occuparmi, per incompatibilità, del giornale che ho fondato durante il lockdown: ilcaffeonline. Il caffè come il giornale degli illuministi italiani, fondato da Pietro Verri e come Montanelli avrebbe voluto chiamare il settimanale che aveva in animo di fondare gli ultimi anni della sua vita».

Una cosa alla quale non intendi rinunciare?

«Alla mia libertà e all’olio di oliva, che la mia famiglia produce dal 1852. Non dico il nome per non fare pubblicità, ma ormai in Italia lo conoscono tutti. In fondo, anche questa è comunicazione».

Ad Emanuele Raco le più viVe congratulazioni e il più sincero in bocca al lupo dal Direttore e dalla Redazione di Giornalisti Italia per questo nuovo, meritatissimo, incarico che premia la sua passione e il suo lavoro al servizio delle istituzioni, senza mai rinunciare all’etica della professione giornalistica e alla sua libertà e all’amore per la terra, la sua terra (che lo ha visto muovere i primi passi con il periodico “laltrareggio” di Franco Arcidiaco) e il suo “ferlitano”.

ecodellalocride.it

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Rapporto ecomafie: i reati ambientali in Italia sono una vera emergenza - L'Indipendente

"Le mafie possiedono lo scettro indiscusso dei reati contro l'ambiente, in una triangolazione che vede intrecciarsi in maniera sempre più profonda criminalità organizzata, ambientale ed economia. Lo testimoniano i dati emersi dal nuovo report Ecomafia 2022, stilato da Legambiente con il supporto di Novamont."

lindipendente.online/2022/12/2…



PODCAST PERÙ. In piazza per Castillo e contro lo stato di polizia


Il numero dei manifestanti uccisi dalla polizia continua a salire. La nuova premier accusa chi protesta di essere un terrorista. Ma le dimostrazioni aumentano di numero e intensità. Ne abbiamo parlato con l'analista Davide Matrone L'articolo PODCAST PERÙ

di Eliana Riva –

Pagine Esteri, 20 dicembre 2022 – È salito a 24 il numero delle uccisioni tra i manifestanti peruviani che sono scesi in piazza per chiedere la scarcerazione del presidente destituito Pedro Castillo, le dimissioni della nuova premier Dina Boluarte e l’avvio di un nuovo processo costituente.

Il governo utilizza il pugno di ferro e risponde alle proteste con l’utilizzo di armi da fuoco. Ma le uccisioni gettano benzina sul fuoco e le dimostrazioni non calano d’intensità. Anzi, il fatto che tra i morti ci siano anche minorenni non fa che aumentare la rabbia dei manifestanti, che continuano, in misura sempre maggiore, a scendere nelle piazze e per le strade. Ne abbiamo parlato con Davide Matrone, analista e giornalista, che si occupa di America Latina.

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La Libia rimane politicamente e territorialmente divisa fra due governi rivali. I fronti militari sono calmi e la guerra civile non è imminente ma la situazione resta instabile.


Sergio Rizzo – Potere assoluto


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La (difficile) metamorfosi liberale di Giorgia Meloni


Prima sull’atlantismo, poi sull’ispirazione economica: la premier abbandona vecchie culture di destra, ma senza una rivoluzione culturale rischia l’appannamento A causa della lente deformante dei social e di una disponibilità alla messa in scena di sé orm

Prima sull’atlantismo, poi sull’ispirazione economica: la premier abbandona vecchie culture di destra, ma senza una rivoluzione culturale rischia l’appannamento


A causa della lente deformante dei social e di una disponibilità alla messa in scena di sé ormai prossima all’esibizionismo compulsivo, le leadership, oggi, si dilatano. Si dilatano al punto da apparire sufficienti a se stesse come se vivessero solo di vita (politica) propria. È capitato tra gli altri, anche ai due Mattei.

Sia Matteo Renzi sia Matteo Salvini si sono affermati sulla scena nazionale in quanto leader di partiti “storici”. Partiti con un proprio vissuto, un proprio carattere, una propria identità, dei propri valori e una propria classe dirigente. Ma nel momento di massima potenza la leadership dei due Mattei ha oscurato e in apparenza cancellato ogni traccia del contesto nel quale era nata e con prepotenza si dispiegava. Sembrava ci fossero solo loro, i leader. Sembrava potessero legittimamente incarnare ogni ruolo e fare propria ogni tradizione e stile: destra e sinistra, alto e basso, politica e demagogia, Stato e mercato, ragione e sentimento…

Tutto quello che toccavano per un breve periodo brillava d’oro. Poi, improvvisamente, lo stato di grazia è finito e di punto in bianco sono stati percepiti come corpi estranei dagli stessi organismi politici che li avevano partoriti fino ad essere da questi espulsi, o quantomeno “normalizzati”.

È il rischio che corre Giorgia Meloni.

Già la prima delle sue scelte politiche, quella più netta e ad oggi quella strategicamente più efficace, ha in effetti rappresentato uno strappo. Uno strappo culturale. Schierandosi senza se e senza ma dalla parte della Nato e degli Stati Uniti nel conflitto ucraino Giorgia Meloni ha tagliato i ponti con quella parte della destra missina caratterizzata da un antiamericanismo tanto cerebrale quanto viscerale. La rappresentavano, un tempo, personaggi autorevoli: Beppe Niccolai, Filippo Anfuso, Pino Rauti, Enzo Erra, Giano Accame… Ce l’avevano con l’America perché aveva sconfitto il fascismo, ma anche perché rappresentava un modello culturale e di sviluppo diverso dal loro, per non dire da loro considerato nemico: il capitalismo. Il capitalismo inteso come l’eclissi dei valori e delle identità “tradizionali” e il trionfo dell’individualismo e del consumismo.

La Destra sociale era una minoranza politica, ma esercitava un’egemonia culturale sull’intera destra. Non molto è cambiato. L’appellativo “liberale” non era un complimento nel Movimento sociale italiano e fino a ieri non lo è stato neanche in Fratelli d’Italia. Un partito cresciuto col mito dello Stato, di conseguenza, salvo lodevoli ma rari casi, diffidente verso il mercato e insofferente nei confronti della cessione di sovranità all’Unione europea.

Sembrerebbe che questo sia il secondo strappo che Giorgia Meloni ha in mente. Lo ha lasciato intendere offrendo il ministero dell’Economia a Fabio Panetta, imponendo Carlo Nordio alla Giustizia, chiamando come consigliere economico a palazzo Chigi il capo del Servizio bilancio del Senato, uno stimato liberale membro del Consiglio di amministrazione della Fondazione Luigi Einaudi, Renato Loiero.

Del resto, lo aveva detto con rara chiarezza già nel discorso per la fiducia al Parlamento, quando annunciò nientemeno che una rivoluzione: “Una rivoluzione culturale nel rapporto tra Stato e sistema produttivo.. La ricchezza la creano le imprese con i loro lavoratori, non lo Stato tramite editti o decreti”, disse alla Camera e ripeté in Senato il presidente del Consiglio incaricato Giorgia Meloni lo scorso 25 ottobre. Lo Stato, aggiunse, deve solo cercare di non essere d’ostacolo allo spirito di intrapresa e al desiderio di autorealizzazione dei privati cittadini, che vanno di conseguenza lasciati liberi il più possibile.

Parole allora sottovalutate, per trascuratezza e/o per sfiducia, da buona parte dei media. Parole che se fossero vere presupporrebbero una radicale metamorfosi della destra: “conservatrice” si, ma “liberale” e forse persino libertaria. Una metamorfosi che, se ci crede davvero e se non vuole fare la fine dei due Mattei, Giorgia Meloni farebbe bene ad accompagnare con un sistematico e approfondito lavoro culturale e politico sugli eletti e sugli elettori della destra affinché “il contesto” le corrisponda il più possibile e ne riconosca la leadership e i valori che incarna anche quando, fatalmente, il suo carisma si appannerà e la fortuna le girerà le spalle.

Huffington Post

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La globalizzazione ai tempi del friend-shoring - Contropiano

La globalizzazione ai tempi del friend-shoring - Contropiano

«È interessante perché porta fuori il conflitto dalle logiche prettamente geopolitiche, per proporre un respiro più ampio sulle strategie imperialiste post globalizzazione. Fare affari solo con gli amici è possibile se si produce la lista di proscrizione dei nemici e quindi se si impone a paesi amici o alleati di schierarsi, in una sorta di nuovo imperativo che si potrebbe esprimere con il vecchio o con noi o contro di noi.

Ecco che la retorica delle democrazie euro atlantiche che si devono difendere dalle “autocrazie” russa e cinese ha la funzione di spingere le opinioni pubbliche, e di conseguenza i consumatori, le imprese e i governi locali ad accettare le regole del nuovo assetto dei mercati.

Se finora la globalizzazione era venduta come veicolo propagandistico per il più grande assortimento di merci a basso prezzo della storia, perché, come spiegava Deng Xiaoping, “non importa se il gatto sia bianco o nero, l’importante è che acchiappi i topi”, la nuova dottrina “friend-shoring” ha bisogno di convincere, al contrario, che il colore dei soldi è importane, tanto che è meglio comprare dai “paesi amici”, anche se il prezzo è maggiore, come, per esempio, nel caso del gas Gnl americano.
[...]
Amici degli USA, dunque e della loro geopolitica. Per la quale l’Ue deve dimostrare nei fatti un sentimento di legame indissolubile, a cominciare dalla fedeltà alla NATO, cui si sono aumentati i contributi, fino al 2 per cento di PIL da parte di ciascuno degli stati membri.

Una fedeltà onerosa, per la quale si sta accettando l’idea che una nuova guerra nel Vecchio Continente sia giusta, non importa quanto pericolosa possa diventare. E non importa neppure se questa sudditanza acritica metta seriamente in crisi la retorica che voleva l’Unione come garanzia della pace, come conquista di civiltà giuridica in Europa, che è stato il leitmotiv della pubblicistica di Bruxelles.»

contropiano.org/news/internazi…


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Informa Pirata

@g4b0 :unverified:

> la cosa imbarazzante è che il garante multa la regione, un ente pubblico che drena soldi all'altro ente pubblico.

Questo è proprio il motivo per cui esistono autorità indipendenti... che Dio ce le tenga in vita ancora a lungo!

@g4b0


uncaffèconluigieinaudi ☕ – Dice l’idea liberale: “L’uomo non è persona libera…


Dice l’idea liberale: “L’uomo non è persona libera, autonoma, non è uomo veramente, se non conosci quali debbano essere i giudici naturali del suo operato.” da Corriere della Sera, 24 dicembre 1921 L'articolo uncaffèconluigieinaudi ☕ – Dice l’idea libe
Dice l’idea liberale: “L’uomo non è persona libera, autonoma, non è uomo veramente, se non conosci quali debbano essere i giudici naturali del suo operato.”

da Corriere della Sera, 24 dicembre 1921

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fondazioneluigieinaudi.it/unca…



Calcio… e la chiami cultura?


Ora, beninteso, io di calcio non capisco nulla, specie dal punto di vista ‘tecnico’. Anzi, a dire il vero mi è sempre piaciuto poco e ora sempre meno. Non sopporto le urla sguaiate del “telecronisti” di classe ormai zeta: arruffoni, urlatori … inutili. Mi interessava, talvolta, riuscire a capire la ‘manovra’, la tattica, insomma: ma, […]

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L’allentamento della strategia ‘zero covid’ fa aumentare i contagi. Ma è caos sui dati e a Pechino metà della popolazione sarebbe contagiata. Sembra di rivedere scene che credevamo esserci lasciati alle spalle.


Fumata biancaDopo mesi di negoziati e due riunioni ministeriali d'emergenza, oggi i Ministri dell'Energia hanno finalmente trovato un accordo sul tetto massimo al prezzo del gas.Un’intesa resa difficile dalla natura stessa della misura.


Perù: golpe e contro-golpe


Il 7 dicembre in Perù è scoppiato il caos istituzionale e democratico quando il Presidente Pedro Castillo ha annunciato lo scioglimento del parlamento e l’instaurazione di un ‘governo di emergenza eccezionale’. Durante il suo discorso alla nazione, in cui è stato fatto l’annuncio, Castillo ha sottolineato che il parlamento non ha mai accetttato che un […]

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La crisi ucraina vista dalla Tunisia


In considerazione della pericolosa escalation del conflitto in Ucraina e dell’allarmante svolta in peggio che ne è derivata, nonché dell’isterica campagna guerrafondaia che l’accompagna, ho ritenuto utile portare alcuni chiarimenti e punti di vista personali su questo conflitto. Ho servito per diversi anni come Ambasciatore della Tunisia sia in Russia che in Ucraina. Quindi, tengo […]

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