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Chi intende acquisire la #cittadinanza italiana non deve aver commesso reati. Questo requisito non cambia. Il #referendum modifica solo uno dei requisiti, ossia riduce il termine di residenza legale e continuativa da 10 a 5 anni.
Chi parla, come Claudio #Borghi, di clandestini e delinquenti, distorce la realtà.

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Sparare in libertà? No, Lollobrigida, grazie.


La coppia Meloni/Lollobrigida (con la complicità del sonnecchiante Pichetto Fratin) sta predisponendo un attacco di devastanti proporzioni al sistema di protezione della fauna selvatica.

Si legge “Riforma della normativa sulla tutela degli animali selvatici e sulla regolamentazione della Caccia” ma il sottotitolo corretto è: sparate in tutti i luoghi, in tutti i modi, in tutti i mari!

Sì, perché sembra una legge scritta dai bracconieri, sia per le modalità con cui viene immaginata “la gestione” della fauna selvatica, sia perché la componente scientifica e quella dei controlli sono messe in un angolo.

Potevamo aspettarci di tutto da questo Governo, ma che partorissero un testo così assurdo e becero proprio non ce lo aspettavamo.

Ricordate l’articolo 9 della Costituzione nella nuova formulazione approvata a inizio del 2022? Quello che introduce “la tutela della biodiversità e degli ecosistemi anche nell’interesse della generazioni future”? Brutalmente impallinato, anche con pallini al piombo, dalle stesse forze politiche oggi al Governo che lo avevano votato e sostenuto nel percorso di riforma costituzionale.

Oggi siamo di fronte a un testo che non è ancora giunto alle Camere, ma che potrebbe anche trovare una via preferenziale che lo blinderebbe ulteriormente e lo tutelerebbe da eventuali modifiche.

C’è da rabbrividire. Soprattutto perché si fanno saltare tutti i meccanismi scientifici di tutela e conservazione di specie e di ecosistemi, di derivazione europea, che dagli anni ‘80 del secolo scorso fino ad oggi hanno potenziato e tutelato la biodiversità in Italia e in Europa. Un percorso virtuoso che oggi viene accantonato per lasciare spazio alla libera gestione, senza regole e senza vincoli di tutela della caccia.

Dopotutto “gestione” per i cacciatori fa rima con “estinzione”.

Quindi, non ci saranno vincoli temporali alla stagione della caccia; l’elenco delle specie cacciabili sarà allargato, non facendo più riferimento agli elenchi delle specie protette; spariranno i riferimenti alle migrazioni e al periodo riproduttivo. Si potrà ritornare a praticare l’uccellagione, una pratica barbara del passato oggi istituzionalizzata: infatti le Regioni potranno catturare specie di uccelli che i cacciatori potranno usare come richiami vivi, indipendentemente dal fatto che queste facciano parte di specie protette. E poi si spunteranno ulteriormente i controlli all’attività venatoria. Perché dare fastidio a cacciatori e bracconieri con dei controlli?

Ma può un Consiglio dei Ministri esprimersi favorevolmente in questo modo? Ribaltando e cancellando anni di studi e analisi solo per dare retta ad una realtà, quella dei cacciatori, che si sta estinguendo numericamente ma che rappresenta una delle lobby più potenti in Italia, legata a doppio filo a quella delle armi?

Purtroppo la risposta è sì. Con questo governo, può succedere, è già successo in passato e purtroppo potrà capitare anche in futuro.

Va da sé che questa proposta porta con sé un lunghissimo elenco di violazioni anche della normativa comunitaria, in un settore tra l’altro che vede il nostro paese già sotto inchiesta per ulteriori violazioni delle Direttive Uccelli e Habitat e con procedure di infrazioni già aperte.

Eppure a fronte di queste procedure di infrazioni, il Governo Meloni va a modificare in peggio la normativa esistente.

Un arretramento legislativo ma anche culturale che ci riporta indietro di secoli, quando non esistendo studi scientifici sulla biodiversità animale, con molta leggerezza si potevano eliminare fisicamente delle specie solo perché ritenute pericolose.

Ecco, il mondo della “Natura”, con l’istituzione delle aree protette, dei parchi, della Rete Natura ha messo in piedi un sistema scientifico, lavorativo, di esperienze che ha come obiettivo principale la conservazione e il miglioramento della biodiversità e degli ecosistemi proprio perché fondamentali per la vita stessa dei Sapiens.

Ora questa proposta annulla questo percorso, lo cancella, come se fosse normale all’interno della crisi socio climatica e ambientale che stiamo vivendo andare a cancellare una delle componenti essenziali e fondamentali per contrastare gli effetti del climate change, la natura.

Se poi a questo aspetto aggiungiamo la fame cementificatoria e l’inarrestabile consumo di suolo, ecco che emerge l’esaltazione dell’antropocentrismo devastante, quello che ignora il valore ecosistemico della Natura e della sua importanza nei confronti della vita umana, distruggendola o usandola come oggetto per il proprio uso, consumo e diletto.

Che ci sarà di dilettevole, nello sparare ad un animale indifeso, io non lo capirò mai.

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L’Italia ancora più in basso nella Rainbow Map: il 17 maggio saremo in piazza a Roma


Nel 2025 l’Italia scende ancora nella Rainbow Map di ILGA-Europe, passando dal 25% al 24% e attestandosi al 36º posto su 49 Paesi. Un dato che racconta molto più di una classifica: ci dice che l’Italia continua a voltare le spalle alla comunità LGBTQIA+ e ai suoi diritti fondamentali.

Nel nostro Paese manca una legge contro i crimini d’odio basati su orientamento sessuale e identità di genere, non esistono tutele per le persone intersessuali, le pratiche di conversione non sono vietate, le famiglie omogenitoriali non sono riconosciute. Nonostante anni di battaglie e rivendicazioni, le istituzioni restano immobili o, peggio, attivamente ostili.

Il governo di destra ha costruito la propria propaganda sulle vite delle persone LGBTQIA+*, attaccando i percorsi di affermazione di genere, negando diritti ai figli e alle figlie di coppie arcobaleno, censurando ogni tentativo di introdurre educazione sessuale e affettiva nelle scuole. Ha promosso un DDL per criminalizzare il ricorso alla gestazione per altri all’estero, inseguendo lo slogan del “reato universale”, mentre applaude chi – come Elon Musk – a quella pratica ha potuto accedere grazie al privilegio.

Ma la persecuzione va oltre le aule parlamentari: le persone trans e non binarie vengono colpite da un attacco sistemico che le vuole marginalizzare e patologizzare. Ne è prova il tavolo tecnico sulla cosiddetta “disforia di genere”, istituito dai ministri Roccella e Schillaci senza alcun coinvolgimento delle persone trans*, con l’obiettivo di ostacolarne i percorsi e renderli sempre più inaccessibili.

Anche le famiglie arcobaleno vivono sotto assedio. I certificati di nascita vengono impugnati nei tribunali, le genitorialità LGBTQIA+* criminalizzate, i diritti delle bambine e dei bambini negati. In tutto questo, lo Stato si rende complice di una violenza istituzionale che discrimina, isola, cancella.

Per questo il prossimo 17 maggio, Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia, saremo in piazza a Roma, insieme alle realtà che aderiscono alla rete La Strada dei Diritti, per dire con forza che non ci faremo mettere a tacere. Scenderemo in piazza contro l’odio e l’ipocrisia, per rivendicare un Paese che garantisca autodeterminazione, diritti e libertà per tuttə.

Saremo in piazza per difendere il diritto all’aborto libero, sicuro e gratuito, per cacciare le associazioni anti-scelta dai consultori pubblici, per la salute sessuale e il benessere psicologico, per l’educazione affettiva e laica nelle scuole, per il riconoscimento delle famiglie omogenitoriali, per il matrimonio egualitario, per la cittadinanza a chi nasce e cresce in Italia. Saremo in piazza contro il razzismo, il colonialismo, la militarizzazione e ogni forma di autoritarismo che oggi minaccia le libertà civili e democratiche. E saremo al fianco dei popoli oppressi, come quello palestinese, schierati senza ambiguità dalla parte dei diritti umani e della giustizia.

Il 17 maggio non è una data simbolica. È un momento di lotta e resistenza. Perché quando vengono a colpire una parte di noi, devono trovarci tutte e tutti in piedi, unite, uniti, unitə. Risponderemo all’odio con l’orgoglio. Saremo ancora una volta, e più determinatə che mai, dalla parte giusta della storia.

“Il nuovo crollo dell’Italia nella Rainbow Map ci racconta una verità che la politica al governo si ostina a negare: questo Paese continua a essere ostile verso le persone LGBTQIA+. È il risultato di precise scelte politiche, che alimentano discriminazioni anziché combatterle. Il 17 maggio saremo in piazza per dare voce a chi ogni giorno subisce violenze, esclusione, censura. Perché la nostra lotta non è solo per i diritti LGBTQIA+, è per la democrazia e la libertà di tuttə.”

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La Russa vi scongiura di non andare a votare.
La Russa...
La Russa...
Ah certo, quel La Russa.
Giudicate voi se ricevere consigli da quest'uomo.
Oddio. Uomo. Vabbè.
#casta #referendum #dirittoalvoto #referendumcittadinanza
lespresso.it/c/inchieste/2024/…

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"La migliore risposta ai nazisti giunti da ogni confine e ai loro amici italiani, però, e scusate se mi ripeto, è il voto dell’8 e del 9 giugno. Più saremo a votare, più sarà evidente una risposta politica" ossigeno.net/referendum-versus…

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Proibire l’aborto non lo fa sparire, lo rende solo pericoloso — #MyVoiceMyChoice


Il nome dell’iniziativa è quanto mai opportuno: mia la voce, mia la scelta contro tutti quelli che vogliono scegliere e parlare per noi.

Possibile fin dall’inizio ha dato la sua adesione all’iniziativa, supportandola e diffondendola attraverso i suoi social e tra le iscritte, gli iscritti e simpatizzanti per la raccolta delle firme, cogliendo anche l’occasione per far crescere la consapevolezza di come questo diritto sia in pericolo.

Possibile si è sempre schierata per il diritto all’autodeterminazione e non poteva certo mancare questa volta.

Sono abbastanza grande per ricordare come fu accolta la 194 nel lontano 1978 dalle donne che erano scese in piazza per vedere il riconoscimento di questo diritto e uscire dalla clandestinità a cui erano costrette.

La legge non era perfetta e scontentò sia chi la sosteneva che chi la combatteva. Il successivo referendum dell’81, proposto dal Movimento per la vita, vide la partecipazione di oltre il 79% degli aventi diritto e il 68% si dichiarò a contro l’abrogazione, nonostante l’appoggio del papa di allora, Giovanni Paolo II.

E dopo quasi 50 anni dobbiamo ancora lottare e difendere questo diritto, oltre purtroppo a tanti altri, da chi non riesce neanche ad accettare di introdurre l’educazione sessuo-affettiva nelle scuole, un altro punto su cui Possibile è impegnata.

90 milioni di donne in età riproduttiva vivono in Paesi in cui l’aborto è del tutto proibito.

L’aborto è un diritto alla salute, rientra nel novero dei diritti alla persona e non è una concessione e una legislazione restrittiva crea un problema di salute pubblica, mettendo a rischio la vita e la salute delle donne che vi fanno ricorso in assenza di adeguata assistenza medica.

La proibizione dell’aborto non lo fa sparire, lo rende solo pericoloso.

Come se non bastasse la difficoltà di applicazione della legge così come è (obiezione di coscienza, mancanza di comunicazione di dati che dovrebbero essere resi pubblici, etc.), le Regioni stanno già permettendo l’ingresso di associazioni antiscelta nei consultori grazie a un emendamento del PNRR che permette alle regioni di avvalersi di soggetti del terzo settore che abbiano “qualificata” esperienza nel sostegno alla maternità.

Dobbiamo quindi difendere questo diritto, anzi semmai estenderlo dato la 194 non garantisce un vero diritto all’aborto ma lo consente in determinati e specifici casi. E quindi le donne continuano ad abortire in modo non sicuro.

La scelta deve essere nostra. “Il corpo è mio e me lo gestisco io”, si diceva. Continuiamo a ribadirlo.

Daniela D’Aloisi
Possibile Roma

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Gli appelli al NON VOTO non vi fanno arrabbiare?
Non vorreste votare molto di più?
#referendum8e9giugno #ReferendumCittadinanza #VotaSi

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in reply to 𐌐𐌀Ꝋ𐌋Ꝋ

@steek_hutzee @sabrinaweb71 @andreabont per me andare a votare dovrebbe un diritto/dovere, ovvero che se non ci vai è per cause invalidanti serie, non perché non ti va. Poi so che molti non la pensano così e credo che il risultato di questo pensiero lo si veda nei fatti. Detto questo un politico che incita al non andare a votare è raccapricciante, sempre a mio parere.
in reply to Lyra

@Lyra @steek_hutzee @sabrinaweb71 @andreabont

Secondoo me votare dovrebbe essere veramente un dovere, proprio come pagare le tasse o inviare la dichiarazione dei redditi

se non si va a votareci si dovrebbe beccare una multa

Ovviamente fatta eccezione per chi presenta un certificato medico che ne attesti l'impossibilità


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"C’è una certa coerenza: dopo averli resi politicamente invisibili per anni, ecco che si prosegue, negando loro la minima visibilità: sono i “nuovi” italiani, che cancelliamo da decenni, che non consideriamo soggetto politico, che liquidiamo come ospiti di un Paese in cui vivono, però, con gli stessi diritti con cui ci viviamo anche noi."
ossigeno.net/i-referendum-fatt…

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"Ottenere la cittadinanza nel paese dove si è scelto di vivere significa partecipare attivamente alla società del luogo. Significa accedere ai diritti, ma anche assumersi responsabilità e doveri. Significa uscire dall’ombra. Ma significa anche legalizzare il lavoro, contrastare lo sfruttamento, rompere il ricatto a cui inevitabilmente sono sottoposte le migliaia di persone senza documenti che per questo sono ancora più vulnerabili."
Yvan Sagnet
ilfattoquotidiano.it/2025/05/0…

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"Dovremmo tornare, ora soprattutto, alle questioni che riguardano la vita, il lavoro, il reddito, la libertà, non l’emotività del momento e l’ultima stronzata che ci riserva l’attualità politica – che di stronzate ne offre sempre di nuove."
#Referendum2025 #referendumcittadinanza #5SÌ
ossigeno.net/riappropriamoci-d…

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"Confini chiusi, push-back, stop ai ricongiungimenti familiari e “congelamento” del diritto d’asilo: l’Europa e il Regno Unito verso politiche migratorie sempre più aggressive e discriminanti."
ossigeno.net/a-proposito-di-re…

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5 giorni di lutto nazionale, è una ingiustizia! Per la morte di Silvio Berlusconi solo un giorno fu decretato!
ilpost.it/2025/04/23/lutto-naz…

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"Con l’appello alla sobrietà che arriva da un governo tutt’altro che sobrio (sarebbe fin troppo facile ironizzare, tra un mojito e una moltiplicazione del vino à la Lollo), vogliamo cogliere l’auspicio di un invito alla moderazione contro l’avidità e contro la dismisura.

Sobriamente, non si sta chiedendo nulla di troppo"
ossigeno.net/a-proposito-di-so…

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